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#tutta me stessa
thegreen-moonwitch · 2 months
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Vorrei semplicemente essere amata come amo io,con passione,mettendoci tutta me stessa,e con la speranza..
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1pensri9 · 1 year
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Ho scelto te anche quando tu avresti scelto un pò meno me.
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thecatcherinthemind · 7 months
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Quando ci siamo conosciuti, lui era un giovane neolaureato in medicina e io una ancor più giovane studentessa magistrale di materie umanistiche, però ad indirizzo forense, cosa che mi ha sempre fatto piacere evidenziare. Era il 2020. Tra una lezione online e l'altra, ho iniziato a seguire un corso gratuito dell'università di Harvard, intitolato "Introduction to computer science"; temevo fosse un corso super avanzato, invece si trattava di un corso che insegnava le basi della programmazione, ma quando dico basi intendo che proprio bisognava imparare a creare delle piccole animazioni su un programma online,in cui i personaggi ruotavano sullo schermo. Passavo le serate a seguire questo corso e, nei tempi morti, parlavo con lui. Ho scoperto molte cose interessanti sulla sua vita, tra cui il fatto che si stava documentando parecchio sul covid perché era volontario in croce rossa; scoprii poi successivamente che non era un semplice volontario, ma era un sergente con obbligo di servizio. Abbiamo portato avanti le conversazioni per messaggio, anche se morivamo dalla voglia di incontrarci. Era il primo lockdown, quello che pensavamo sarebbe durato "un paio di settimane", quindi ogni spostamento della linea temporale della riapertura era per noi agonia. Passarono le settimane e portai a termine il corso di programmazione. Creai un giochino che a me sembrava divertente: alla base dello schermo c'era un'enorme ciotola di zuppa, mentre il giocatore doveva pilotare un pipistrello e doveva superare degli ostacoli che comparivano man mano; se li avesse colpiti, sarebbe finito diritto nella ciotola e sarebbe uscita la scritta "Pandemia globale" (ancora si pensava che fosse stata causata da un tizio che mangiava pipistrelli, quindi my stupid ass credeva fosse azzeccato). L'ho inviato a lui, per provare a giocare, chiedendo "Dottore, che ne dice di questo studio? È valido?". Ha visualizzato e poi è sparito per quasi due ore. Ho immediatamente realizzato la figura di merda, ma lascio al lettore il piacere di scoprirla nelle prossime righe.
Quella sera mi ha chiamato. "Scusa ma sono venuti a farmi il tampone e non potevo risponderti". Cazzo, è vero: lui aveva il covid!
Merda, ho pensato.
"Ah... giusto. Novità?"
"Ancora positivo, porca puttana"
"Allora forse non aprire il link" ho detto.
È scoppiato a ridere e ha risposto "Sai che invece è da un'ora che ci gioco? Però ho trovato un bug, alla fine non scansa un ostacolo ed esce la scritta". "Senta lei, non è un bug, è voluto. La pandemia è inevitabile". Rendendomi conto solo dopo di aver inserito il dito nella piaga, ha cercato di scusarmi, ma lui ha interrotto le mie scuse dicendo "Posso dirti una cosa molto schiettamente? Tu sei l'unica che mi tratta come una persona e non come un morto che cammina. Odio essere compatito, non lo sopporto. Tu invece mi hai fatto sorridere tantissimo e adoro questa cosa". Mi piace pensare che questo sia stato ciò che lo ha fatto innamorare, perché è sicuramente ciò che ha fatto innamorare me.
Eh niente stasera ho ricordato con un sorriso come è iniziata la storia con il mio ex. Vorrei pensare che adesso stia con qualcuno che è riuscita a renderlo ancora più felice, ma all'idea che tutto questo sia solo un lontano ricordo sto male. No, dai, sto maluccio. Almeno l'ho potuto vivere e ne sono immensamente grata.
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idettaglihere · 1 year
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ok qui seguirà una lamentela che ho bisogno di tirar fuori in qualità di cassiera/persona che lavora in un supermercato perchè sono satura delle persone. se il supermercato chiude alle 20 e alle 20.50 + 20.55 annunciano che sta per chiudere e di avvicinarsi alle casse, tu cliente cerebroleso di merda non continui a girare come se nulla fosse con già 200€ di spesa nel carrello perché questa è mancanza di rispetto bella e buona perché non è normale trovarsi oltre la chiusura con tutte le casse aperte e con file lunghissime ed è per colpa vostra che faccio straordinari (non pagati ovviamente) da un anno e mezzo a questa parte perché non sapete organizzare la vostra minchia di vita e non portate rispetto a chi lavora dato che alle 20 io dovrei timbrare e non passare ancora il vostro stupido petto di pollo o le vostre zucchine che puntualmente vi siete dimenticati di pesare ok????
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lonelysmile · 2 years
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Domani inizio la magistrale in presenza e non sono pronta
#dopo aver fatto praticamente tutta la triennale in dad ora si ritorna#da un lato sono contenta perché avrò la possibilità di vivere la vita universitaria#dall'altro sono in ansia perché non conosco nessuno e ho paura di sentirmi a disagio come all'inizio del primo anno#ora so come funziona il mondo universitario ma mi sento insicura sul lato delle amicizie#all'inizio avevo conosciuto delle ragazze na per quel che ne so la magistrale non la fanno#poi ci siamo perse anche perché io abito da tutt'altra parte rispetto a loro che vivono nella stessa zona e vicino all'uni#mi pesa di più andarci fisicamente che alzarmi presto e fare la pendolare (cosa che ho scelto perché preferisco tornare a casa)#sono timida e introversa e la cosa non aiuta e mi farebbe piacere se qualcun venisse a parlarmi#poi se mi trovo bene mi sblocco però all'inizio è un po' un problema#e purtroppo in passato ho avuto brutte esperienze perché mi prendevano in giro per questa cosa#boh speriamo bene io ci proverò spero solo di trovare le persone giuste me ne basterebbe anche solo una che voglia essermi amica#è l'unico problema che ho (a parte prendere il pullman e io ho schifo a prendere i mezzi perché sono lerci però è così ovunque vabbè)#se ci fosse stata la mia facoltà a bs avrei preferito andare lì perché ci vanno molte persone della mia zona ed è più comoda e vicina#mentre bg è un pochino più scomoda e ci vanno quattro gatti ma credo abbiano tutti l'appartamento#c'è anche un ragazzo del mio paese ma so che lavora e probabilmente non frequenterà#è tutta l'estate che ci penso#all'inizio dicevo dai che manca molto tempo#ma ora quel momento è arrivato#e non so che fare se non cercare di tranquillizarmi e sperare che andrà tutto bene
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gotaholeinmysoull · 18 days
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io mi trovo bene con hype però porcodi
è così da ieri e io devo ricaricare la carta in tabacchino
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platypus-quacks-too · 3 months
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un post sull'instagram mi ricorda che domani ho un colloquio per un lavoro che non accetteró mai perché pure che sono disperati per quella posizione e hanno buone referenze su di me non mi offriranno mai in contratto 5/5 a casa senza obblighi e signori miei, manco se mi pagassero il triplo di adesso stacco il culo dal mio studio 🫶
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didivola · 8 days
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Sorrido di me stessa
Dei miei dubbi
Dei miei pensieri
Dei miei no che di fronte alla tua dolcezza diventano SI ...
Sorrido...con gli occhi e con il cuore...con l'anima e con tutta me stessa...
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(riesci sempre a farmi fare ciò che vuoi😜)
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kon-igi · 3 months
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UNA VOLTA HO SCRITTO DUE COSE
Non importa quali e dove.
La prima la scrissi tanti anni fa - tredici - e a mia discolpa posso dire che ero un individuo profondamente diverso, più rabbioso e ipergiudicante, ma di fatto questa cosa scatenò tutta una serie di reazioni nei confronti di una persona che fu costretta a sparire per il pubblico lubidrio.
Io ero già 'famoso' - le virgolette vi dicono quanta compassione mi faccio solo a usarlo, questo aggettivo - e questa persona una perfetta sconosciuta che, non si era forse comportata in modo simpatico ma lo squilibrio tra la mia capacità di insultarla - e soprattutto farla insultare - e la sua capacità di difendersi era ENORME.
Tre anni fa, quasi quattro, invece, in pieno Covid decisi di affrontare l'argomento pandemia e vaccino su una pagina FB creata all'uopo e lì potei toccare con mano lo squilibrio tra me e loro... nel senso che di sicuro io ero più competente ma loro erano di più e quindi mi ritrovai, fisicamente, a non riuscire più nemmeno a rispondere o interagire perché gli insulti, le accuse e gli auguri di morte erano così variegati e numerosi che cominciai a provare sconforto e, a tratti, amarezza.
Sia 13 anni fa come 3 anni fa l'errore fu tutto mio, nel senso che mi illusi di avere una verità più vera di quella di altri e che alla fine questa verità avrebbe prevalso.
Verità...
La stessa parola che hanno usato Selvaggia Lucarelli e Lorenzo Biagiarelli, per amor di ricerca della quale hanno massacrato mediaticamente una poveraccia che voleva fare pubblicità al suo locale con una recensione gay friendly farlocca e che poi s'è ammazzata per la disperazione.
Una cosa la voglio dire, a voi tutti, me 'famoso' compreso...
Non siamo così importanti.
Io sono un cinquantenne sovrappeso che guadagna 1300 euro al mese e si sveglia urlando nel mezzo della notte. Nei prossimi vent'anni probabilmente mi verrà un tumore o un accidente cerebrovascolare e prego già da ora Crom di farmi schiattare alla svelta per non diventare un doloroso peso per le persone che amo. Magari un giorno vi chiederete perché non posto più e qualcuno vi dirà che sono morto dilaniato tra le lamiere della mia macchina dopo esser volato giù da un monte.
Dove sarà tutta la mia 'importanza' e a che cosa sarà servita?
Quindi, per cortesia, non parlatemi di 'ricerca della verità' quando non siete altro che dei miserevoli strisciaschermo con due o tremila follower che usano il pollice opponibile giusto per afferrarsi le caccole in fondo al naso.
Giornalismo di inchiesta e ricerca della verità... Mauro de Mauro e Heidegger si stanno rigirando così tanto nella tomba da aver perforato la crosta terrestre e io a quegli ignobili individui vorrei dire una cosa, consapevole che lo squilibrio di potere tra me e loro è così grande da non temere che abbiano a soffrirne.
Il giornalismo di inchiesta e la ricerca della verità si fanno per denunciare grandi ingiustizie e schierarsi dalla parte delle vittime, mentre voi siete solo frignanti individui meschini che neghereste di aver rubato la marmellata pure se vi colasse dalle orecchie.
Se per le masse siete quel tipo di eroi, allora ricordate di tenere sempre il passo e di non cedere mai perché la vostra gente ha coltelli, forchette e tanta fame... ed è un attimo che il prossimo pasto diventiate voi.
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dottssapatrizia · 2 months
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Ho guardato me stessa di qualche anno fa e ne ho avuto nostalgia. Non di tutto, non di tutta. Ho avuto nostalgia del legame tra il pensiero e il gesto e della sua misura e del suo peso. Non facevo regali ma camminavo in punta di piedi. Non usavo i cuori ma tutto quello che facevo era fatto con il cuore. Anche la rabbia. Mi piace chi sono ora, ma se potessi esprimere un desiderio vorrei regalarmi lo sguardo di quella che ero.
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NO REBLOG
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angelap3 · 13 days
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Non so perdonare. Né dimenticare.
Lettera scritta in risposta ad Alberto Jacoviello, inviato di «la Repubblica» e «L'Unità», che si scusava per averla offesa in passato.
Caro Jacoviello,
....chiedere scusa, come tu hai fatto, quando si ha torto, è sempre nobile. E non molti ne sono capaci, non molti ne hanno il coraggio. Però devo dirti ciò che dirò e, se non lo facessi, mentirei non solo a te ma a me stessa.
....Io non so perdonare. Né perdonare né dimenticare. È uno dei miei più grandi limiti forse, e il più lugubre. E meno che mai so perdonare quando una ferita mi è stata inferta da persone dalle quali mi aspettavo affetto, tenerezza, o sulle quali mi facevo illusioni positive. Ciò non significa, naturalmente, ch'io dichiari guerra o resti in guerra con coloro che mi hanno ferito, offeso. Significa che quelle persone le liquido. Le cancello dai miei pensieri, dalla mia vita. Se le incontro per strada le saluto, in alcuni casi ci scambio una parola, ma dentro di me è come se mi rivolgessi a un'ombra. Esse non esistono più.
.....In questi ultimi due anni, cioè da quando la morte e il dolore si sono abbattuti su di me indurendomi, ho liquidato più persone che in tutta la mia vita. Non v'è uomo o donna colpevole verso di me che non sia finito nella Siberia dei miei sentimenti.
Hai perfettamente ragione a chiudere la tua lettera dicendo che chi non sa perdonare condanna sé stesso alla solitudine. Però hai torto a ritenere che tale «condanna» sia per tutti insopportabile. E dimentichi il proverbio che dice: «Meglio soli che male accompagnati». Non sempre la solitudine è una prigione. A volte, per alcuni, è una conquista che difende da ulteriori ferite ed offese. Solo i deboli e i poveri di spirito hanno paura della solitudine e si annoiano a stare soli. Io non sono debole. Sono molto forte, e durissima ormai. Non sono neanche povera di spirito. Quindi non ho paura della solitudine.
Tutte le volte che ti ho visto mi hai raccontato antichi insulti scritti i pensati. E tutte le volte che ti ho visto è stato come ricevere una coltellata nel cuore. Mi ha colto una nausea che solo la mia capacità di controllo è riuscita a nascondere o a vestire con gli abiti dell'indignazione. È probabile che la tua coscienza si senta lavata dal fatto di avermi confessato quegli antichi insulti scritti o pensati. Ma io non credo che confessare un peccato equivalga a cancellare il peccato. Quel concetto cattolico, anzi cristiano, mi ha sempre inorridito. I peccati commessi restano peccati commessi e niente può cancellarli: né Dio, né il diavolo, né gli uomini, né una sfilata di pater e di ave-maria detti per penitenza. Ciò vale per me, per te, per l'umanità intera presente e passata. Ecco perché non riesco a perdonare. Non voglio.
Ciò è spietato? Sono tanto spietata con me stessa che non vedo perché dovrei essere dolce con gli altri. Il massimo ch'io possa consentirmi è rispondere in modo esteso a chi mi ha scritto in modo esteso. Spiegarmi a chi mi ha spiegato. Ed è molto. Tu sei l'unica persona fra le decine che ho liquidato, esiliato nella Siberia dei sentimenti, cui abbia detto no con una lettera e non col silenzio. Di solito oppongo un silenzio di pietra. Quello che seguirà a questa lettera.
E così farò, sempre, in tutte le circostanze della vita, con tutti coloro che tentano di impormi una prepotenza. E non cederò, mai. Mai. E guai a chi si permette o si è permesso o si permetterà di mettere in dubbio la mia onestà professionale e personale: che poi sono, ovvio, la medesima cosa.
Ora mi è più facile dirti addio.
Peccato. Ma addio.
Oriana Fallaci
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