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#zibellino
t-annhauser · 4 months
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Quando facevo i disegni per abbigliamento c'era il genere sciura ("A Sciura is an elderly lady from the city center of Milan, who is essentially rich, elegantly dressed and often easily recognizable by her careless attitude", wikipedia), era il più divertente da fare, un mimmorotellesco patchwork di animalier (zebra, leopardo, gattopardo, leopardo nebuloso, zibellino delle nevi), optical, motivi classici e barocchi, cravatterie, effetti graffiati, luoghi romantici (in genere Venezia e Tour Eiffel) e chi più ne ha, più ne metta. Era come la ribollita, serviva a riutilizzare gli avanzi. Erano i motivi destinati alle signore di una certa età che si sentono ancora delle pantere, come diceva un mio principale con piglio da motivatore da marketing piramidale: dai, robe esagerate per signore tettone! Le nostre sciure non erano precisamente di Milano e non erano né ricche né particolarmente eleganti, erano delle signore abbondanti vestite in modo sgargiante. I disegni dovevano attirare l'occhio della sciura in cerca di cose allegre: bei colori sfacciati, optical sfarzosi, una bella spataffiata di animalier piazzata nel punto giusto all'altezza delle tette. Seno numero uno: animalier. Seno numero due: motivi pieni per fare da contrasto. Tettone dentro reggipetti plus size sottoseno 115 giroseno 140. Optical che si allargavano come lenti gravitazionali, Tour Eiffel che raddoppiavano la loro altezza sulla trama incurvata della coppa spaziotemporale. Sottogenere: il genere sciura tedesca. Stesso concetto per i motivi, ma colori più spenti. La sciura tedesca è ugualmente maggiorata ma maggiormente votata all'understatement: ecrù, ecrù chiaro, ecrù scuro, mauve. Ton sur ton. Grigio. Smorto. Soprattutto. Smorto. La produzione tessile tedesca in mano ai turchi: si andava in Turchia per vendere i disegni da piazzare sul mercato tedesco. Base a Istanbul, hotel Pera Palace, dove alloggiò Agatha Christie. Un giorno a Bursa, battello per il Bosforo, tornare indietro in giornata. Grandi mangiate di pesce del Bosforo. Turchi simpatici come i napoletani, ammesso che il napoletani siano simpatici. Le stamperie turco-tedesche stampavano motivi per le tettone di mezza Europa, dalla Germania verso il mercato dell'est fino in Russia. Coppe C ed etica di mercato, sulle generose zinne delle sciure appoggiava il mercato tessile europeo.
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Design of a zibellino, a jeweled head for a stole, 1562.
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thefourthhexgirl · 1 year
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Zibellino
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A women's fashion accessory popular in the later 15th and 16th centuries. A zibellino, from the Italian word for "sable", is the pelt of a sable or marten worn draped at the neck or hanging at the waist, or carried in the hand. The plural is zibellini. Some zibellini were fitted with faces and paws of goldsmith's work with jeweled eyes and pearl earrings, while unadorned furs were also fashionable.
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coldfartcreator · 2 years
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Studiando la storia della moda, mi sono imbattuto casualmente in queste fotografie della Famiglia Reale al ballo, quando nel 1903 tutta la nobiltà della Russia zarista si riunì nel Palazzo d'Inverno.⁣⁣⠀ ⁣⁣⠀ Sono rimasta molto colpita dagli abiti di quell'epoca con il loro lusso.⁣⁣⠀ Zibellino, diamanti, seta e velluto: il lusso dell'Impero russo era incarnato in una grande celebrazione.⁣⁣⠀ ⁣⁣⠀ L'Imperatrice👑 Alexandra Feodorovna ebbe l'idea di organizzare un ballo in costume nel "vecchio stile di Mosca".⁣⁣⠀ ⁣⁣⠀ Nikolai Ⅱ 👑 ha sostenuto la moglie, gli piaceva l'idea di far rivivere i cerimoniali e i costumi del passato, quando la dinastia dei Romanov era appena emergente.⁣⁣⠀ ⁣⁣⠀ Hanno speso fortune in costumi per il ballo.⁣⁣⠀ Decorato con rari gioielli di famiglia, ricamato con diamanti e perle.⁣⁣⠀ ⁣⁣⠀ …. Изучая историю моды я случайно наткнулась на эти фотографии Царской семьи на балу,когда в 1903 г. в Зимний дворец съехалась вся знать царской России.⁣⁣⠀ ⁣⁣⠀ Меня очень впечатлили наряды той эпохи своей роскошью.⁣⁣⠀ Соболя,бриллианты,шёлк и бархат- роскошь российской империи воплотило в грандиозное торжество.⁣⁣⠀ ⁣⁣⠀ Императрицу👑 Александру Фёдоров��у посетила идея устроить костюмированный бал в „старомосковском стиле”.⁣⁣⠀ ⁣⁣⠀ Николай Ⅱ 👑поддержал супругу,ему понравилась мысль возродить церемониалы и костюмы былых времён,когда только зарождалась династия Романовых.⁣⁣⠀ ⁣⁣⠀ На костюмы для бала потратили целые состояния.⁣⁣⠀ Украшали редкими фамильными драгоценностями,расшивали бриллиантами и жемчугами.⁣⁣⠀ ⁣⁣⠀ Смотрим карусель 👉 https://www.instagram.com/p/Cew18p6N7l_/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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maria-aegyptiaca · 5 years
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zibellino
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arctic-store · 5 years
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New ambassador style fur hat in sable fur in our collection this year. . . . #sablefur #sablefurcoat #sablefurs #zibellino #hatambassador #furambassador #russianfurstore https://www.instagram.com/p/B3KdHhXJXnK/?igshid=gvv16u2ky7f
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fureffe18 · 5 years
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#sfilatapalacultura#zibellino (presso Messina, Italy) https://www.instagram.com/p/B4PeHcbo48-/?igshid=1mrpvb1v31p26
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pwlanier · 2 years
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Attributed to the Saracchi Workshop, Italian, Milan, late 16th century, Zibellino in the form of a marten head mounted as a snuff box.
Courtesy Alain Truong
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nascostamente · 3 years
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E procurami un paio di calze color zibellino.
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giancarlonicoli · 4 years
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26 ott 2020 19:41
LUCHERINISSIMO! ''CLAUDIA CARDINALE UN PO' MALMENATA (SI DICEVA) DA PASQUALE SQUITIERI LA CHIAMAVAMO 'BELLA DI BOTTE'. I DUE DE LAURENTIIS: MOMENTI DI BORIA. GIULIANA DE SIO: LA MELATO IMMAGINARIA. ELEONORA GIORGI: BIONDA FRÉGALO. SERENA GRANDI: SOTTO IL VESTITO GENTE'' - RICORDI E SUCCESSI DEL PRIMO PRESS AGENT ITALIANO: LA PARRUCCA A FUOCO DELLA MILO, LA GUERRITORE CON LA TELECAMERA IN POSTI PROIBITI. E LO SPETTACOLO TEATRALE CHE ORA DOVRÀ RIMANDARE…
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Rodolfo di Giammarco per “la Repubblica - Edizione Roma”
«Tutti i palcoscenici, i set e le opportunità della mia vita hanno a che fare con Roma. Dopo due anni di Medicina all' università per far contento mio padre, a piazzale della Croce Rossa incontro ragazze e ragazzi che m' invogliano a fare un provino all' Accademia Nazionale d' Arte Drammatica, entro, e studio recitazione» ricorda parlando a raffica Enrico Lucherini.
«E quando lì il maestro Orazio Costa mi dice di fare "Edipo Re", e qualcuno commenta 'Ecco Edipo ai Parioli', capisco che sono un cane, me ne vado, ma una collega, Rossella Falk, mi convince a lavorare con la Compagnia dei Giovani insieme a Romolo Valli e Giorgio De Lullo, e giriamo l' Italia, andiamo in tournée in Sud America con sette commedie dove dico solo tre parole, e intanto assisto ai lanci dei nostri spettacoli a Montevideo, Lima, Caracas e Santiago, e quando torniamo in Italia m' invento la professione di press-agent».
Oggi Enrico Lucherini, energico 88enne, ha all' attivo, come testimoniano mostre antologiche e docufilm, la bellezza di 582 eventi da lui curati, valorizzati, resi clamorosi.
I primi spettacoli dal vivo da lei lanciati in che sale della Capitale figuravano in programma?
«Feci un' esperienza non facile all' Eliseo nel 1960 con un allestimento coraggioso di Visconti come "L' Arialda" di Testori che suscitò polemiche, censure e dissensi, con Luchino che rispose al pubblico col gesto dell' ombrello, e con Morelli-Stoppa, e Orsini, che manifestarono per protesta davanti al Quirinale. Poi al Valle nel 1965 mi sono occupato de "Il giardino dei ciliegi" sempre con regia di Visconti, ancora con Morelli-Stoppa, nel cartellone del Teatro Stabile della Città di Roma. Al contrario di allestimenti dolorosi e di routine, era un Cechov tutto fiorito e di color rosa, e ce l' ho nel cuore. Ma ricordo con uguale entusiasmo anche il battage per l'"Adelchi" di Vittorio Gassman nella tenda-circo piazzata nei pressi dell' Hotel Parco dei Principi. Che avventura nuova!».
All' inizio degli anni Sessanta lei è stato parte integrante della comunità notturna di via Veneto...
«Si andava al cinema, c' erano solo due locali importanti allora, e poi senza dircelo ci ritrovavamo tutti lì, in fazioni separate. Da Doney c' era il clan Visconti con Patroni Griffi, La Capria, Rosi. Di fronte, al Cafè de Paris, c' erano Flaiano, Fellini, Gassman e la Ferrero, De Feo, Talarico. Più su da Rosati c' erano i più seri e composti, tipo Antonioni e la Vitti, il regista Franco Indovina con Soraya, magari il Re Faruk con la cantante lirica Irma Capece Minutolo (che ribattezzammo Irma-capace-di-tutto).
Fioccavano i soprannomi.
Claudia Cardinale un po' malmenata (si diceva) da Pasquale Squitieri: Bella di botte. I due De Laurentiis: Momenti di Boria. Giuliana De Sio: la Melato immaginaria. Eleonora Giorgi: Bionda frégalo. Serena Grandi: Sotto il vestito gente. L' agente Carol Levi: L' onore dei prezzi...».
Intanto lei sfornava dovunque promozioni clamorose e s' era alleato con bravi paparazzi...
«Operavo anche in società. Dopo gli incarichi ricevuti per "La notte brava", "La ciociara" e "Il Gattopardo" chiesi aiuto a Matteo Spinola. Ed ebbi una fortuna sfacciata, che un po' m' andavo a cercare. Tra le prime cose che mi aiutarono a far rumore ci fu la richiesta dello sceneggiatore Gualtiero Jacopetti di dargli una mano per promuovere il film " Il mondo di notte" a base di spogliarelli: coinvolsi una regina dello strip- tease, Dodo D' Hambourg, la introdussi nell' inaugurazione di sei vetrine del sarto Emilio Schuberth a via Condotti, le chiesi di mostrarsi completamente nuda buttando via di colpo la pelliccia di zibellino, e ottenni che i fotografi urlassero, e che Schuberth ci cacciò furente dal suo atelier. Ma il giorno dopo eravamo su tutti i giornali».
Lei in quest' ambiente vanitoso, interessato, e pronto a qualsiasi colpo di scena, ha mai avuto amicizie serie, legami umani?
«Ho voluto bene a Luchino Visconti, Peppino Patroni Griffi, Vittorio Gassman e Marcello Mastroianni».
Può confessare una sua gaffe, un suo pauroso incidente professionale?
«Un giorno mi telefona Antonioni, mi prega di andare da lui alla Collina Fleming. Trovo in casa Monica Vitti, piuttosto cambiata da come l' avevo conosciuta in Accademia. Lui ha in mano la sceneggiatura di "Deserto rosso". Lei tocca la coda d' un pianoforte e dice 'Michele, viene, mi parla', a me lì per lì sfugge un 'Che dice?', e tutti e due mi guardano come se avessi rotto la poesia. Penso d' averla fatta grossa, ci salutiamo, vado via, e poi però vengo incaricato del film, e in seguito ho assistito Monica per i suoi film comici».
Tra circostanze a rischio e geniali trovate innocue, quali momenti del suo mestiere l' hanno divertita di più?
«Nella bolgia per la ballerina attrice turca Aiché Nana spogliatasi al Rugantino io c' ero, e il fotoreporter Secchiaroli mise in tasca a me i rullini quando fu perquisito dalla polizia, e l' ultima pagina dell' Espresso uscì inondata da quelle immagini. Con un' ambulanza salvai Agostina Belli che stava morendo in cella in un film agli Studios sulla Tiburtina. Calcolai bene come lanciare Sandra Milo sul set di "Vanina Vanini" facendole andare a fuoco la parrucca che io, Rossellini e Terzieff le strappammo un po' a fatica. In una conferenza organizzai un feroce litigio tra Monica Guerritore e un produttore accusato di aver messo una cinepresa non autorizzata che la riprendeva in certi punti chiave del corpo: un bluff.
Terrorizzai la Cardinale facendole accarezzare un ghepardo per il film "Il Gattopardo". Ma mi vanto d' aver fatto accettare a Sofia Loren la foto-manifesto disperata e violenta per "La ciociara". Mi piacque sorprendere i giornalisti a casa mia facendo loro scoprire dietro una porta Pieraccioni che leggeva un brano de "I laureati", o portare la stampa dietro le quinte del debutto di "D' amore si muore" di Patroni Griffi per svelare che il rumore del mare si doveva al rullio di sfere dentro un tamburo. Adesso a dare il buon esempio ci pensa il mio socio Gianluca Pignatelli».
Quando non deve sostenere un' impresa artistica, che Roma cerca e riconosce sua?
«Mio padre mi cacciò di casa e mi comprò un ufficio ai Parioli, in una traversa di Viale Parioli. Fuori dal lavoro andavo al Bar della Pace, ma ordinariamente vado con giornali e riviste al bar Cigno. Se capita, sono uno spettatore teatrale. Dopo le direttive di ieri, aspetterò che le sale riaprano. Io la stavo per far grossa: il 6 novembre avrei inaugurato, da attore, la stagione dell' Off/Off, con "C' era questo, c' era quello", raccontando memorie di tanto lavoro, accanto a un amico ingegnere, Nunzio Bertolami».
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bijoumikhawal · 4 years
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Fun fact: while I'm currently working on Zibellino, I have another furby design I hope to make and it involves making tiny organs to put inside it :3
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sartorialadventure · 5 years
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What is a zibellino?  A zibellino (pl. zibellini) was a full-body pelt worn as a fashion accessory by stylish ladies in the 1500s, most commonly in Northern Italy.  They used sable or marten pelts most often, but ermine, mink, and even lynx were also used.  Zibellini frequently had gold or silver heads and feet, and there is also mention of artisans using jet or crystal instead of metal!  Regardless of the material used, they were usually encrusted with jewels and sometimes enamelwork.  Sometimes zibellini are called "flea furs" on the mistaken assumption that ladies wore these furs to attract the fleas away from themselves and onto the furs...this is a myth, as no flea would leave a nice, warm, food-filled body for an empty pelt!  Besides, if you were a rich lady, would you want to advertise your personal cleanliness issues to the masses?  No, zibellini were worn for high fashion, not personal hygiene.
The traditional costume historian's term for this accessory, flea-fur, is from the German Flohpelz, coined by Wendelin Boeheim in 1894, who was the first to suggest that the furs were intended to attract fleas away from the body of the wearer. There is no historical evidence to support this claim. Italians simply called these accessories "zibellini", their word for sables and speakers of other languages called them "martens", "sables" or "ermines" in their native tongues. 
The earliest surviving mention of a marten pelt to be worn as neck ornament occurs in an inventory of Charles the Bold, Duke of Burgundy, dated 1467, but the fashion was widespread in Northern Italy by the 1490s. The style spread slowly to the north and west. Mary, Queen of Scots, brought fur pieces on her return to Scotland from France in 1561; one of her zibellini had a head of jet. Elizabeth I of England received a "Sable Skynne the hed and fourre featte of gold fully furnished with Dyamondes and Rubyes" as a New Year's Gift from the Earl of Leicester in 1585. The fashion for carrying zibellini died out in the first years of the 17th century, although fox, mink and other pelts were worn in similar fashion in the 19th and 20th century. You can still buy zibellini today.
1.  Portrait attributed to William Segar, c. 1595, showing an English lady holding a zibellino 2.  Jewelled head for a zibellino, Italy, ca. 1550-59 (Walters Art Museum).  “The marten was thought to conceive its young through its ears, free from sexual intercourse, and was thus associated with Christ’s miraculous conception. This symbolic meaning is indicated by the presence of the dove of the Incarnation on the creature’s snout. Such objects were fashionable in Europe during the sixteenth century. They also served as protective amulets for pregnant women.”
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Zibellino, a jeweled head for a stole, 1550, Italy.
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books0977 · 4 years
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Elizabeth Douglas-Drury with architecture in Sable at The Savoy, 4th February 1970. Photograph by Victor Drees.
Model Elizabeth Douglas-Drury from Milan modelling 'Elizabeth', a coat in Zibellino Russo or Russian sable during a fashion show at The Savoy hotel.
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altamodafurs · 4 years
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omgthatdress · 5 years
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Zibellini or “flea-furs” were popular items worn throughout Europe during the Rennaissance, stating in the late 1400s and into the early 1600s. The furs of sables and martens were worn, often around the neck, with the theory that fleas (pretty common in an era where bathing was something people kind of didn’t do) would prefer the warm soft fur of an animal over cold bare human skin, and would thus jump into the zibellino, which could be easily shaken out, eliminating the fleas. This didn’t necessarily work. Zibellini were worn primarily as status symbols, often being richly adorned with gold and jewels.  Because of this association of fur with wealth and luxury, they became the prototype of the fur stoles we know today.
Marten’s Head, Venice, Italy, 1550-1559, The Walters Art Museum
Zibellino, Milan, Italy, late 16th century, Sotheby’s
Queen Elizabeth of Valois, Third Wife of Phillip II, Juan Pantoja de la Cruz, 1605
Unknown Lady, William Segar, 1595
Portrait of a Lady, Bernardino Luini, 1515
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