Tumgik
#23 ottobre 1940
ma-pi-ma · 1 year
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Un rigore è un modo meschino di segnare.
Pelé
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DOMENICA 12 MARZO 2023 - ♦️ SAN LUIGI ORIONE ♦️ 🔸 III° DOMENICA DI QUARESIMA ♦️ Luigi Orione (Pontecurone, 23 giugno 1872 – Sanremo, 12 marzo 1940) è stato un presbitero italiano, fondatore della Piccola opera della Divina Provvidenza. Beatificato nel 1980, è stato proclamato santo da papa Giovanni Paolo II nel 2004. Il suo corpo è esposto a Tortona nel santuario da lui innalzato, il santuario di Nostra Signora della Guardia. Beatificato il 26 ottobre 1980 da papa Giovanni Paolo II, è stato proclamato santo dallo stesso Papa il 16 maggio 2004. La memoria liturgica si celebra il 12 marzo, anniversario della sua scomparsa. Al santo sono dedicati un istituto ad Avezzano e alcune chiese tra le quali una chiesa parrocchiale a Pavia, una a Venafro, una a Seregno e una a Palermo. Da Il Santo del Giorno Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia Sicilia Terra di Tradizioni #Tradizioni_Barcellona_Pozzo_di_Gotto_Sicilia #Sicilia_Terra_di_Tradizioni Rubrica #Santo_del_Giorno (presso Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia) https://www.instagram.com/p/CpsS8kyoVY0/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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clamarcap · 1 year
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Rapsodia slava
Viktor Ullmann (1898 - 1944): Slawische Rhapsodie per orchestra con sassofono obbligato op. 23 (1940). John-Edward Kelly, sassofono; Deutsches Symphonieorchester Berlin, dir. Gerd Albrecht. Ullmann morì nella camera a gas del campo di concentramento di Auschwitz, presu­mi­bil­mente il 18 ottobre 1944.
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donaruz · 3 years
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ACCADEVA OGGI
23 LUGLIO 1920 nasceva AMALIA RODRIGUES
"Sono nata così, alta un metro e cinquantotto, né brutta né bella, un tipo così così, con questo modo di essere triste, senza speranza e solitaria, come il fado".
Amalia Rodrigues è ricordata come la maggior esponente del genere musicale "fado": a livello internazionale è riconosciuta come la più nota cantante portoghese di sempre. Nasce nella regione delle Beira Baixa (Portogallo) il 23 luglio del 1920. La sua data di nascita resta incerta e misteriosa, perché Amalia è solita festeggiare il suo compleanno non il ventitre, ma il primo luglio. La famiglia della futura cantante e attrice, è povera e molto numerosa: ha due fratelli e quattro sorelle. Proprio a causa delle ristrettezze economiche, i genitori la mandano a vivere a Lisbona dalla nonna, Ana do Rosario Bento. Ma anche la nonna non vive in condizioni migliori: ha infatti ben sedici figli e almeno un numero doppio di nipoti.
Amalia non riceve, dunque, l'affetto necessario ad educare alla gioia il suo spirito malinconico. Presto le doti canore della piccola vengono notate da parenti e amici, davanti ai quali si esibisce per riceverne in cambio caramelle e qualche spicciolo. Canta soprattutto canzoni popolari e i tanghi di Gardel che impara al cinema. Frequenta la scuola in maniera regolare fino a dodici anni. Poi la nonna la costringe a trovarsi un lavoro.
Il primo impiego è in una fabbrica di caramelle, dove incarta caramelle e sbuccia frutta. Dopodiché passa, a quindici anni, a lavorare in una bancarella sul molo di Lisbona da cui dispensa frutta, vino e souvenir ai turisti. Nel 1940, a soli vent'anni sposa un chitarrista amatoriale, il cui vero lavoro è quello di meccanico tornitore. Si tratta in realtà di un matrimonio riparatore, perché è incinta.
L'uomo inizialmente non vuole saperne e Amalia è così disperata da tentare il suicidio con del veleno per topi. Il matrimonio dura appena tre anni. Quel bambino non verrà mai alla luce, né in seguito la sua vita sarà rallegrata da alcuna nascita. Troverà però la stabilità amorosa accanto ad un industriale brasiliano, Cèsar Séabra, che sposerà dopo quindici anni di vita comune nel 1961.
Nel 1938 Amalia Rodrigues partecipa ad un concorso, la cui vincitrice sarebbe stata incoronata come nuova Regina del Fado portoghese. Non vince il concorso, ma la sua voce si fa notare: entra così in una delle maggiori Case di Fado di quel periodo: "O retiro da Sevra".
Da questo momento ha inizio la carriera di cantante, che si ritrova a dividere il palcoscenico con i maggiori cantanti e musicisti di fado portoghese, tra cui Armando Augusto Freire, Jaime Santos, José Marque. Purtroppo si ritrova, allo stesso tempo, a dover lottare contro l'opposizione della sua famiglia, convinta che quel mondo sia fatto esclusivamente di perdizione e degrado. Solo il fratello Felipe e la fidata zia Idalina, che le sarà sempre vicina nei momenti di difficoltà, appoggiano la sua scelta.
Amalia intanto riesce anche a stabilire un rapporto di lavoro con un impresario, José de Melo, che però, dato il grande successo dei suoi spettacoli, le impedisce inizialmente di incidere dischi temendo che questo avrebbe comportato una minore partecipazione di pubblico alle serate dal vivo. Incide il primo disco solo nel 1945, ottenendo da questo momento la collaborazione di grandi chitarristi e parolieri tra cui i poeti: Linhares Barbosa e Amadeu do Vale. Il fado diventa la sua ragione di vita e con questa musica trova sfogo la sua anima tormentata, inquieta e malinconica. Lei stessa afferma che è il fado a cantare attraverso di lei e non viceversa.
Il primo vero concerto risale al 1945 a Rio de Janeiro, presso il Casinò di Copacabana. A contribuire a renderla ancora più famosa è il film di Henri Verneuil "Les amants du Tage". Il successo del film le apre le porte del teatro Olympia di Parigi consacrandola a livello internazionale. Dopo il matrimonio pensa di ritirarsi dalle scene, ma due anni dopo ritorna con un disco su misura creato per lei da Alain Oulman. La sua carriera la porta anche all'estero: in Spagna, in Brasile, Negli Stati Uniti e in Italia, dove rifà alcune canzoni della tradizione popolare del Bel Paese, tra cui la calabrese "Vitti na crozza" e la napoletana "La tarantella", oltre a due duetti con Roberto Murolo sulle note di "Dicintincello vuje" e "Anema e core".
A metà degli anni settanta a seguito della "Rivoluzione dei garofani" vive un periodo di declino per l'identificazione con la dittatura di Salazar, da lei non voluta e non cercata. In questo periodo intensifica le tournée all'estero fino a quando non scopre di essere malata di cancro.
Muore il 6 ottobre del 1999, all'età di 79 anni.
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#noisiamoquellichecredonoancoraaquesteemozioni
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jcdeldf · 4 years
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#TBT @cinelli_vintage ・・・ Before being a good craftsman and entrepreneur, Cino Cinelli was a good cycling champion, he retires from professional racing in 1944, during his career he won: 1937 - Indipendente 1° - Coppa Andrea Boero 1° - Giro dell'Appennino 1938 - Team Frejus 1° - Tappa Rieti-Roma al Giro d’Italia (12° in classifica finale) 1° - Tappa Ascoli Piceno/Ravenna al Giro d’Italia 1° - Tappa Messina-Palermo al Giro dei Tre Mari 1° - Coppa Bernocchi 1° - Giro di Lombardia (23 ottobre, tempo: 6h38m) 1939 - Team Frejus 1° - Giro di Campania 1° - Coppa Carbone (Savona) 1° - Giro della Provincia di Torino 1° - Spezia-Sanremo 1° - Tappa Genova-Pisa al Giro d’Italia (9° in classifica finale) 1940 - Team Bianchi 1° - Trofeo Balbo 1° - Tre Valli Varesine 1° - Giro del Piemonte 1941 - Team Bianchi 1° - Trofeo Rieti 2° - Giro di Lombardia 2° - Giro del Veneto 3° - Campionati italiani, sia su strada che nell'inseguimento. 1942 - Team Bianchi 3° - Giro dell'Emilia 2° - Tricolori dell'inseguimento 1° - Criterium di Napoli 1943 - Team Bianchi 1° - Milano Sanremo (19 marzo, tempo: 8h06m) 3° - Campionato italiano dell'inseguimento 6° - Giro d'Italia di Guerra 1° - Milano-Campo dei Fiori ex aequo con Antonio Covolo. . . . . #cinellivintage #cinelliusa #cinellihistogram #cinelliofficial #cinellifamily #ciclismovintage #cycling #cyclinghistory #vintagebicycles #vintagecycling #ciclismo #vintagecinelli #cinelli_official #vintagemood #vintagecycling #vintagebicycle #cycling #cyclinglife #cinocinelli #cinellibike #cinellista #cinellisupercorsa #italia #ciclismostorico https://www.instagram.com/p/CC_KR9aFnrG/?igshid=htqviknn4g4w
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personal-reporter · 2 years
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In cammino verso i Mondiali 2022: Pelè
In cammino verso i Mondiali 2022: Pelè
O Rey, la leggenda del calcio brasiliano e non solo, re dei Mondiali di calcio del 1958 e 1970… Edison Arantes do Nascimento, meglio conosciuto come Pelè, nacque il 23 ottobre 1940 a Tres Coracoes in Brasile, da João Ramos do Nascimento o Dondinho, un giocatore professionista, e Celeste. (more…)
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musicletter · 3 years
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Pelé compie 81 anni. E noi lo ricordiamo con questo disco.
★ Pelé compie 81 anni. E noi lo ricordiamo con questo disco.
Il 23 ottobre 1940 nasce a Três Corações, in Brasile, Edson Arantes do Nascimento, per tutti Pelé. Nel giorno del suo ottantunesimo compleanno, vogliamo festeggiare O Rei (“Il Re”) con un disco del 1977, intitolato Pelé, prodotto e arrangiato dal compositore brasiliano Sérgio Mendes come colonna sonora di un documentario sulla vita del grande fuoriclasse del calcio mondiale. Il disco vede la…
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robymrcanepads · 4 years
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Auguri Pele' ....80 anni....il più Grande di tutti Pelé, pseudonimo di Edson Arantes do Nascimento ( Três Corações, 23 ottobre 1940) https://www.instagram.com/p/CGrc8QxHITH0zgndaS3tym3Z-KToReAGLVg7_s0/?igshid=1v0gxb7rafca4
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SABATO 12 MARZO 2022 - ♦️ SAN LUIGI ORIONE ♦️ Luigi Orione (Pontecurone, 23 giugno 1872 – Sanremo, 12 marzo 1940) è stato un presbitero italiano, fondatore della Piccola opera della Divina Provvidenza. La Chiesa cattolica lo venera come santo dal 2004, quando è stato canonizzato da papa Giovanni Paolo II.. Figlio di Vittorio, un selciatore di strade, e di Carolina Feltri, una contadina analfabeta di origine veneta,[1] il 14 settembre 1885 entra tra i francescani di Voghera, ma nel giugno del 1886 ne viene dimesso a causa di una grave malattia per la quale rischia la morte. Il 4 ottobre 1886 diventa allievo nell'oratorio Valdocco di Torino, dove rimane tre anni. Viene notato da Giovanni Bosco che lo annovera tra i suoi prediletti. Il 16 ottobre 1889 entra nel seminario di Tortona, dove gli viene anche affidato il compito di custode in Duomo. Il 2 marzo 1892 inizia l'apostolato per la gioventù. Il 3 luglio 1892 inaugura l'Oratorio san Luigi. A 21 anni, il 15 ottobre 1893 apre nel rione san Bernardino di Tortona un collegio per fanciulli desiderosi di studiare ma poveri di famiglia. Viene ordinato sacerdote il 13 aprile 1895. A partire dal 1899 comincia a raccogliere intorno a sé un primo gruppo di sacerdoti e chierici che andranno a costituire la Piccola opera della Divina Provvidenza, approvata dal vescovo diocesano nel 1903. Nel 1908 si reca a Messina e Reggio Calabria devastate dal terremoto per partecipare agli aiuti, lì si dedica per tre anni soprattutto alla cura degli orfani, in particolare a Reggio Calabria contribuisce a far nascere il Santuario di Sant'Antonio. Aiuterà in egual modo, mettendo in campo un grandissimo impegno, i superstiti della Marsica colpiti dal terremoto di Avezzano del 1915, salvando decine e decine di orfani e giovani fanciulle. Nello stesso anno fonda la Congregazione delle piccole suore missionarie della carità. Nel frattempo, nel 1909, porta al morente Alessandro Fortis, già Primo Ministro e noto massone, la richiesta assistenza spirituale, ma, per non essere fermato dai compagni di partito del Fortis, deve farlo travestito da infermiere, come racconta lo stesso don Orione. 🔵 Su F Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia https://www.instagram.com/p/CbAHFe9MklS/?utm_medium=tumblr
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Esercizio di analisi: se proviamo a togliere al discorso gli aggettivi, cosa ci resta in mano? Un normale insegnante di Italiano, nel correggere un tema, si allerta, quando sul foglio trova una certa abbondanza di aggettivi: spesso è una gherminella messa in atto dall’alunno, quando sull’argomento non ha molto da dire. Così nel discorso del duce dal fatale balcone gli aggettivi abbondano, ma non è una novità per lui, alla ricerca di un effetto teatrale, che le pose da clown già di per sé determinano. Sempre abbigliati con la divisa militare i due compari dittatori, perché fosse chiara la loro intenzione. Ma, quando era toccato a loro combattere, Hitler divenne caporale, e Mussolini caporal maggiore durante la Grande guerra. Il duce però aveva avuto la cartolina militare a 19 anni, ma era socialista, quindi antimilitarista, e se ne scappò in Svizzera, dove imparò quel po’ di tedesco che amava esibire, quando parlava ai teutonici. Poi durante la guerra si riscattò, partì volontario e fu pure ferito dallo scoppio accidentale di un mortaio durante un’esercitazione sul Carso, motivo per cui si accreditava come ex combattente e reduce eroico.
Oggi lo spessore degli avventurieri si è fatto modesto, e chi chiede i pieni poteri non indossa la divisa militare, ma più modestamente un guardaroba traboccante di felpe, e non mira alla guerra, ma alla dissoluzione dell’Europa, a cui seguirebbe a cascata quella dell’Italia, con la secessione del nord Italia, con tanti saluti al resto della penisola. Stupefacente allora come ora il giubilo di folle strabocchevoli (oggi decisamente più modeste), di sicuro in buona parte precettate. Allora si andava al massacro bellico, ora non si sa dove… La secessione, chiamata prima come ‘federalismo’, poi come ‘autonomia differenziata’ è e resta la ragione fondativa delle Leghe settentrionali. Restano difficili da capire gli hurrà al di sotto della linea gotica.
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  Quel discorso dal balcone diede l’avvio alla tragedia. Guerra alla Francia, ormai destinata alla disfatta, travolta dagli attacchi nazisti. La guerra tra Italia e Francia (la pugnalata alla schiena di un morente) non durò che pochi giorni, ma fu sufficiente per un risultato clamoroso: i francesi perdettero una ventina di uomini, l’invincibile ‘armada’ fascista, guidata da valorosissimi generali, ne lasciò sul campo 1258. Un pensiero sinceramente commosso vada a questi caduti, ed il disprezzo senza riserve a chi li ha fatti cadere. Ma perché entrare in guerra a nove mesi dal suo inizio? Il duce era convinto che ormai i giochi erano fatti, e mirava a partecipare alla spartizione della torta.
Il 28 ottobre 1940, quasi a celebrare la comoda e non eroica marcia su Roma, attacco alla Grecia. Pareva una preda facile. Le truppe italiane erano state ammassate in Albania, e poi l’invasione, o meglio, la tentata invasione. I greci, sostenuti dall’aviazione inglese, resistettero, anzi contrattaccarono, e passarono addirittura in territorio albanese, come dire in territorio italiano.
Il conte Galeazzo Ciano, che aveva sposato la prima figlia del duce, Edda, ed era stato anche ministro degli esteri, annotava sul diario personale quanto di notevole avveniva intorno a lui. Sono appunti scabri, asciutti: nelle intenzioni di Ciano dovevano essere dei promemoria per un libro di memorie, che egli si riprometteva di dare alle stampe, una volta ritiratosi a vita privata. Non mancano annotazioni critiche nei confronti del suocero, il duce degli italiani. I nostalgici neo e post fascisti tendono a squalificare quegli appunti, in quanto scritti da un traditore. Però, quando li aveva scritti, non aveva mica ‘tradito’ ancora. Il tradimento a cui si vorrebbe alludere è quello consumato il 25 luglio 1943, quando il Gran Consiglio del Fascismo approvò l’ordine del giorno di Grandi, con cui il duce veniva messo da parte. C’era stato il 19 luglio con il bombardamento su Roma, e la guerra aveva preso una piega pessima. Pochi mesi dopo ci sarà il processo farsa di Verona, ed i traditori furono condannati a morte, e a nulla valse che Ciano fosse il padre dei nipoti del duce. I tedeschi esigevano la sua testa, perché li aveva osteggiati, ed avevano in mano Mussolini.
Nel diario, alla data del 29 gennaio 1940 (quindi cinque mesi prima di entrare in guerra) Ciano scrive: “Il duce è irritato per la situazione interna: la gente brontola, le restrizioni alimentari preoccupano, l’ombra della guerra discende di nuovo sul paese […] [per il duce] la razza italiana è una razza di pecore. Non bastano 18 anni per trasformarla. Ce ne vogliono 180 o forse 180 secoli.”. Il 23 dicembre, con la guerra in Grecia ormai in corso, Ciano dice che il duce “Parlando del comportamento mediocre della truppa, ha aggiunto: ‘Devo pure riconoscere che gli italiani nel 1914 erano migliori di questi di oggi. Non è un bel risultato per il regime, ma è così.”. Il giorno dopo, la vigilia di Natale, nevica a Roma, ed il giudizio del capo del fascismo è ancora più netto: “Questa neve e questo freddo vanno benissimo, così muoiono le mezze cartucce: e si migliora questa mediocre razza italiana.”. La ‘mediocre’ razza italiana lasciò sul campo greco 13755 morti, 50874 feriti, 12368 congelati (ma come, in Grecia fa freddo? Sulle montagne sì!), 52108 ammalati, 21153 prigionieri, ed i morti superarono le 20000 unità. Un successone! Dovettero intervenire i tedeschi, e la pena finì, e crebbe la vergogna: ci si voleva dimostrare all’altezza dell’alleato, e si fece una figura tapina. Al duce della rovina si attribuisce la frase: “Servono alcune migliaia di morti da gettare sul tavolo della pace.”. Vera o no, disegna bene il personaggio. Insomma per i greci si rinnovavano le Termopili e Salamina, per noi Adua..
In Grecia gli italiani si macchiarono di crimini alla nazista, come ad esempio la strage di Domenikos, un paesetto raso al suo, e 150 suoi abitanti, senza discrimine per sesso ed età, furono uccisi per rappresaglia. Ma non è una novità nella nobile conduzione della guerra: in Jugoslavia, anch’essa aggredita senza colpa, il generale fascista Mario Robotti affermò che “qui si ammazza troppo poco”. Voleva rappresaglie più feroci. Per chi vuol farsi idee più chiare sulla genesi delle foibe, non c’è che documentarsi sul campo di concentramento dell’isola di Arbe (in rete c’è tutto).
Poi la follia dell’ARMIR, Armata Italiana in Russia. E poi la repubblica sociale, stato fantoccio guidato da un morto che camminava, ma che ha donato al Paese anche la guerra civile. Ci ho lasciato un cugino ed uno zio, un altro zio è tornato dalla Russia con la mano congelata, un altro è tornato dalla prigionia in Germania ridotto ad uno scheletro, mentre un altro ancora è stato prigioniero in California, lasciando per anni la moglie a sbrigarsela con tre figli a carico. Per non parlare del sacro suolo della Patria, devastato in ogni angolo, e della miseria morale, regalata al popolo tanto amato.
Concludo con Bertold Brecht: MIO FRATELLO AVIATORE
Avevo un fratello aviatore./ Un giorno, la cartolina./ Fece i bagagli, e via,/ lungo la rotta del sud.// Mio fratello è un conquistatore./ Il popolo nostro ha bisogno/ di spazio. E prendersi terre su terre,/ da noi, è un vecchio sogno.// E lo spazio che s’è conquistato/ è sui monti del Guadarrama./ E’ di lunghezza un metro e ottanta,/ uno e cinquanta di profondità.
NOTA: Guadarrama, massiccio montuoso di Spagna, dove si esibirono gli aviatori tedeschi
E’ NOTTE
Le coppie/ vanno a letto. Le giovani mogli/ partoriranno orfani
CHI STA IN ALTO DICE: PACE E GUERRA Sono di essenza diversa./ La loro pace e la loro guerra/ son come vento e tempesta./ La guerra cresce dalla loro pace/ come il figlio dalla madre./ Ha in faccia/ i suoi lineamenti orridi./ La loro guerra uccide/ quel che alla loro pace/ è sopravvissuto.
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janiedean · 7 years
Note
a) I giapponesi americani non erano prigionieri di guerra, ma cittadini sottoposti solamente all'autorità degli USA. Gli italoamericani non sono stati internati. Continui a dire puttanate. Gli italiani si, ma cittadini del paese nemico sono SEMPRE internati in casi simili. Tutt'altro che illegale. b) si, la repubblica sociale rispettava le leggi internazionali, dato che non uccidevano o torturavano i prigionieri alleati. I partigiani, che non erano protetti da alcuna legge, si.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Internamento_degli_italiani_negli_Stati_Uniti
L’Internamento degli italiani negli Stati Uniti si svolse nel corso della Seconda guerra mondiale, in particolare tra il 1941 e il 1944, e riguardò parte degli italo-americani, considerati come possibile nemico da parte del governo degli Stati Uniti dopo la dichiarazione di guerra del Regno d'Italia l'11 dicembre 1941.
A differenza degli americani di origine giapponese che sono stati internati durante la guerra, gli italo-americani perseguitati non hanno mai ricevuto risarcimenti.[1] Nel 2010, la legislatura della California ha approvato una risoluzione chiedendo scusa per i maltrattamenti subiti dai residenti di origini italiane.[2]
Allo scoppio della seconda guerra mondiale gli imprenditori italiani che temporaneamente vivevano negli Stati Uniti, al pari dei diplomatici della stessa nazionalità o degli studenti che studiavano negli Stati Uniti, divennero “stranieri ostili” dal momento in cui l'Italia dichiarò guerra. In alcuni casi, tali residenti temporanei furono espulsi (come nel caso dei diplomatici) o fu data loro la possibilità di lasciare il paese quando la guerra venne dichiarata. Alcuni furono internati, così come i marinai dei mercantili catturati nei porti degli Stati Uniti quando le loro navi vennero poste sotto sequestro allo scoppio della guerra in Europa nel 1939.
Per membri della comunità italiana negli Stati Uniti il problema fu più arduo del previsto, dato che, definita in termini di origine nazionale, tale comunità era la più grande degli Stati Uniti, essendo aumentata costantemente grazie ai flussi di immigrati provenienti dall'Italia tra il 1880 e il 1930. Nel 1940 vi erano negli Stati Uniti milioni di cittadini d'origine italiana con la cittadinanza americana. C'erano anche un gran numero di italiani considerati “stranieri ostili”, più di 600.000, che secondo la maggior parte delle fonti erano immigrati nei decenni precedenti e non erano ancora diventati cittadini naturalizzati.
Le leggi in materia di “stranieri ostili” non facevano distinzioni di natura ideologica, trattando in modo analogo gli imprenditori italiani iscritti al partito fascista che vivevano per un breve periodo negli Stati Uniti e che rimasero lì bloccati allo scoppio della guerra, gli antifascisti rifugiati provenienti dall'Italia arrivati pochi anni prima con l'intenzione di diventare cittadini americani ma che non avevano ancora concluso il processo di naturalizzazione, e quelli che emigrati in Italia alla fine del XIX secolo e cresciuto in famiglie di italiani con la cittadinanza, ma che non erano ancora naturalizzati: essi furono tutti ugualmente considerati nemici.
Nei mesi immediatamente successivi al 7 dicembre 1941, data dell'attacco giapponese a Pearl Harbor, centinaia di italiani vennero arrestati. L'11 dicembre la Germania nazista e l’Italia fascista dichiararono guerra agli Stati Uniti. Gli Stati Uniti ricambiarono, entrando così nella seconda guerra mondiale. Nel giugno 1942, gli stranieri italiani arrestati dall’FBI.[11] raggiunsero il totale di 1.521. Circa 250 individui furono internati per un massimo di due anni nei campi militari in Montana, Oklahoma, Tennessee e Texas.
A fine dicembre 1941, gli stranieri ritenuti ostili, in tutti gli Stati Uniti, Porto Rico e le Isole Vergini Americane, furono tenuti a restituire le cineprese portatili, gli apparecchi radiofonici ad onde corte, le riceventi e i trasmettitori radio entro le ore 23:00 del seguente lunedì.[12]
Nel gennaio 1942, tutti gli stranieri appartenenti alle nazionalità ostili furono tenuti a registrarsi presso gli uffici postali del luogo di residenza. Come stranieri nemici dovevano essere prese loro le impronte digitali, andavano fotografati, e dovevano portare con sé dei documenti che li indicavano come “enemy alien” in ogni momento. Il procuratore generale Francis Biddle garantì che alcuni degli stranieri nemici non sarebbero stati discriminati se si fossero dimostrati fedeli, e citando le cifre del Dipartimento di Giustizia indicò in 1.100.000 gli stranieri nemici degli Stati Uniti, dic ui 92.000 giapponesi, 315.000 tedeschi, e 695.000 italiani. In tutto, 2.972 furono gli arrestati e detenuti, per lo più giapponesi e tedeschi; gli italiani arrestati invece furono solo 231.[13]
In data 11 gennaio, il New York Times riferì che il giorno precedente “i rappresentanti di 200.000 sindacalisti italoamericani hanno lanciato un appello al presidente Roosevelt per rimuovere lo stigma intollerabile di essere marchiati come “stranieri ostili” da parte di cittadini italiani e tedeschi che hanno formalmente dichiarato le loro intenzioni di diventare cittadini americani e di rinunciare ai vecchi documenti prima dell'entrata dell'America in guerra”.[14]
Poche settimane dopo, lo stesso giornale riferì che “Migliaia di nemici stranieri che vivono in aree adiacenti ai cantieri navali, porti, centrali elettriche e fabbriche di difesa cercano oggi una nuova casa, di come il procuratore generale aggiunto Biddle ha esteso prima alla California e poi all'intera West Coast le misure contro i cittadini giapponesi, italiani e tedeschi.[15]
Il 1º febbraio, il Dipartimento di Giustizia avvertì tutti gli stranieri di nazionalità nemica dai quattordici anni in su che dovevano registrarsi in settimana se avevano vissuto negli stati di Washington, Oregon, California, Arizona, Montana, Utah e Idaho. La pena era l'internamento per tutta la durata della guerra o altre misure più severe.[16]
Più tardi, nel mese di febbraio, i membri dell'Italoamerican Labour Council, fondato da Luigi Antonini, si incontrano a New York ed espressero “opposizione a qualsiasi legge per gli stranieri che non differenzi tra coloro che sono sovversivi e coloro che sono fedeli all'America”.[17]
Nel mese di marzo fu istituita la War Relocation Autority (vedi sopra). Anche in questo caso, il trasferimento dei cittadini e non avvenne allo stesso modo, sotto tale autorità fu giuridicamente molto diverso dall'arresto e dalla detenzione di cittadini stranieri ai sensi della legge sui nemici. Entro il 23 settembre 1942, il Dipartimento di Giustizia affermò che “… Dal momento dell'attacco giapponese a Pearl Harbor fino al 1º settembre, 6800 stranieri ostili sono stati fermati negli Stati Uniti, e la metà di loro sono stati rilasciati sulla parola”.[18]
Nel mese di ottobre, i 600.000 italiani non naturalizzati che vivevano negli Stati Uniti furono liberati dallo stigma di essere stranieri ostili. Il piano fu approvato dal presidente Roosevelt e molte restrizioni furono revocate: i membri della comunità italiana potrevano ora viaggiare liberamente, tenere le cineprese e le proprie armi da fuoco, e non erano più tenuti a portare con sé ovunque vadano le carte d'identità.[19]
La resa dell'Italia l'8 settembre 1943 portò alla liberazione della maggior parte degli internati italiani americani entro la fine dell'anno. Alcuni erano stati rilasciati da mesi sulla parola dopo un “esonero” stabilito da un consiglio di seconda audizione sulla base di appelli avanzati dalle loro famiglie, tuttavia la maggior parte degli uomini avevano già passato due anni come prigionieri, passando da un campo all'altro ogni tre o quattro mesi.[11]
Il 7 novembre 2000, il Congresso accertò la violazione da parte del governo in tempo di guerra dell'American Civil Liberties Act nei confronti degli italiani (Pub.L. 106-451 , 114 Stat. 1947). Questa legge, in parte, indicò al procuratore generale di condurre un esame approfondito del trattamento riservato dal Governo degli Stati Uniti agli italoamericani durante la seconda guerra mondiale e di presentare le conclusioni in merito entro un anno. Il Procuratore Generale presentò tale relazione, una rassegna delle restrizioni sulle persone di origine italiana durante la seconda guerra mondiale, al Congresso degli Stati Uniti il 7 novembre 2001. La Commissione Giustizia della Camera rilasciò la relazione al pubblico il 27 novembre 2001.[20] La relazione, relativa al periodo che va dal 1º settembre 1939 al 31 dicembre 1945, descrisse in che modo il governo degli Stati Uniti si impegnò ad applicare restrizioni in tempo di guerra contro gli italoamericani ed esaminò in dettaglio tali restrizioni. Inoltre, il report conteneva 11 liste, la maggior parte delle quali comprendevano i nomi delle categorie più coinvolte nelle limitazioni del tempo di guerra.[21] Gli elenchi comprendevano:
i nomi delle 74 persone di origine italiana prese in custodia nella retata iniziale dopo l'attacco a Pearl Harbor e prima della dichiarazione di guerra degli Stati Uniti contro l'Italia,
i nomi di 1.881 altre persone di origine italiana che sono state prese in custodia,
i nomi e le posizioni di 418 persone di origine italiana che sono state internate,
i nomi delle 47 persone di origine italiana a cui è stato ordinato di passare in aree designate nell'ambito del Programma individuale o d'esclusione, e di altre 12 che sono apparse dinnanzi alla commissione d'esclusione individuale, senza che un provvedimento di espulsione sia stato emesso,
i nomi delle 56 persone di origine italiana non destinatarie di provvedimenti di esclusione individuali che sono state condannate a spostarsi temporaneamente da aree designate,
i nomi di 442 persone di origine italiana arrestate per violazione del coprifuoco, contrabbando, o altre violazioni,
un elenco di 33 porti in cui sono state limitate le attività dei pescatori di origini italiane,
i nomi dei 315 pescatori di origini italiane a cui è stato impedito di pescare in zone vietate,
i nomi di 2 persone di origini italiane le cui imbarcazioni sono state confiscate,
una lista di 12 lavoratori delle ferrovie di origini italiane a cui è stato impedito di lavorare in zone vietate, di cui solo 4 sono nominati esplicitamente
una lista di 6 restrizioni in tempo di guerra sulle persone di origini italiane legate all’Ordine Esecutivo 9066.
chi dice puttanate? :’DDDDDDD
poi i cittadini del paese nemico sono SEMPRE internati?
…….. buonanotte.
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https://it.wikipedia.org/wiki/X%C2%AA_Flottiglia_MAS_(Repubblica_Sociale_Italiana)
La Xª[1]Flottiglia MAS (dal 1º maggio 1944, con l'unificazione di vari battaglioni, rinominata in Xª Divisione MAS[2]anche se è meglio nota semplicemente solo e soltanto come Xª MAS) è stato un corpo militare indipendente, ufficialmente parte della Marina Nazionale Repubblicana della Repubblica Sociale Italiana, attivo dal 1943 al 1945. La Xª Flottiglia MAS al nord, al comando del capitano di fregata Junio Valerio Borghese in seguito all’armistizio di Cassibile strinse accordi di alleanza con il capitano di vascello Berninghaus della Marina da guerra germanica.
Durante i due anni che seguirono operò in coordinazione coi reparti tedeschi, sia per contrastare l'avanzata alleata dopo lo sbarco di Anzio e sulla Linea Gotica e nel Polesine, sia in operazioni contro la resistenza italiana, attività durante la quale l'unità impiegò metodi di repressione violenti e terroristici e si macchiò di crimini di guerra[3], e infine nel tentativo di difendere i confini nordorientali dalla controffensiva iugoslava, cercando anche di affermare l'italianità di quelle regioni di fronte alle politiche annessionistiche dell'occupante tedesco[4][5][6] sostenuto da elementi collaborazionisti serbi, croati e sloveni[7]. Peraltro questi tentativi velleitari non ottennero risultati ed i reparti inviati in Friuli furono presto fatti trasferire oltre il Piave, a Thiene, dal Gauleiter Rainer, deciso a mantenere il controllo totale della regione[8].
c’è bisogno che ti c/p anche il resto? :’DDDDDDDDDDD
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bfphotostorie · 5 years
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Peter Henry Fonda (New York, 23 febbraio 1940 – Los Angeles, 16 agosto 2019)
Dopo cinquant’anni esatti e dopo il grande saluto da parte dei tanti fans di Easy Rider, Peter riprenderà il viaggio con Dennis (Hopper).
Ciao Peter e veglia sempre su noi Bikers, grazie per sempre.
Era il 9 ottobre del 1969 quando nelle sale cinematografiche italiane uscì per la prima volta la pellicola del film Easy Rider, dove due giovani ribelli partirono per un viaggio in motocicletta…
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alessandro54-plus · 5 years
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Paura per Pelé: ricoverato a Parigi, Condizioni non sono gravi
Paura per Pelé: ricoverato a Parigi, Condizioni non sono gravi
Pelé, pseudonimo di Edson Arantes do Nascimento (Três Corações, 23 ottobre 1940), è un dirigente sportivo ed ex calciatore brasiliano, di ruolo attaccante.
articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/esteri/2019/04/03/news/pele_ricoverato-223190056/?ref=RHPPBT-BH-I0-C4-P15-S1.4-T1
PARIGI – Paura per Pelé, ricoverato in ospedale nella notte a Parigi dopo un malore che lo ha colto nella sua…
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aki1975 · 5 years
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Alba - Liceo Ginnasio Govone (frequentato da Beppe Fenoglio).
La seconda guerra mondiale presenta la seguente cronologia:
1/9/1939: la Germania attacca Danzica. Il Regno Unito decreta il blocco navale contro la Germania e spedisce il suo esercito in Francia, l’Italia afferma la sua “non belligeranza”.
19/9/1939: mentre Hitler entra a Danzica, Varsavia è assediata e i Sovietici sono a Brest-Litovsk in Polonia.
Dicembre 1939: i tedeschi accrescono la propria influenza in Norvegia, i finlandesi contrastano l’avanzata sovietica. Battaglia del Rio della Plata fra inglesi e tedeschi.
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Marzo 1940: i Finlandesi firmano un armistizio con l’URSS.
Aprile 2940: i tedeschi conquistano la Danimarca e la Norvegia.
10/5/1940: Churchill Primo Ministro.
Maggio 1940: i tedeschi occupano Lussemburgo, Olanda e Belgio.
26/5/1940: Inizia la battaglia di Dunkerque: gli inglesi rimpatriano 350 mila soldati.
10/6/1940: l’Italia entra in guerra.
14/6/1940: i tedeschi entrano in Francia attraverso le Ardenne. Parigi conquistata dai tedeschi. De Gaulle da Londra invita alla resistenza.
22/6/1940: a Compiègne la Francia si arrende.
28/6/1940: Morte di Italo Balbo. Lo sostituisce Graziani.
Agosto 1940: bombardamenti tedeschi su Londra e inglesi su Berlino.
Novembre 1940: i Greci resistono all’avanzata italiana e Mussolini è costretto a chiedere aiuto ai tedeschi.
11/11/1940: nella battaglia di Taranto, gli inglesi sconfiggono la flotta italiana.
Dicembre 1940: gli inglesi prevalgono sugli Italiani in Eritrea, in Somalia e in Egitto per poi muoversi verso Tobruk che conquistano nel gennaio 1941. Arriva Rommel che inizia la controffensiva.
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Aprile 1941. Dopo che la Jugoslavia è entrata nell’Asse, i tedeschi occupano Atene mentre Rommel riconquista la Libia e Tobruk.
Maggio 1941. i tedeschi occupano Creta mentre gli italiani perdono l’Etiopia. La corazzata Bismark viene affondata.
Giugno 1941. Inizia l’Operazione Barbarossa contro l’URSS: Leningrado è assediata.
26/11/1941: Pearl Harbor. Gli americani entrano in guerra.
5/12/1941: I tedeschi non sfondano a Mosca e debbono ritirarsi. Allo stesso modo Rommel deve ritirarsi.
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Primo semestre 1942: gli americani si confrontano con i giapponesi nel Pacifico.
4/6/1942: gli americani sconfiggono i giapponesi nelle Midway.
Luglio - Dicembre 1942. Nella battaglia di Stalingrado i tedeschi non riescono a sconfiggere i sovietici.
3/11/1942: gli inglesi sconfiggono italiani e tedeschi ad El Alamein. Ritirata di Rommel.
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Gennaio 1943: su tutto il fronte, i sovietici cominciano a respingere i tedeschi: a Stalingrado resa di Paulus. Gli inglesi di Montgomery occupano Tripoli.
Luglio 1943: gli inglesi di Montgomery e gli americani di Patton sbarcano in Sicilia.
25/7/1943: Mussolini messo in minoranza dal Gran Consiglio del Fascismo. Vittorio Emanuele III nomina Badoglio.
Agosto 1943: gravi bombardamenti alleati sulle città italiane.
8/9/1943: armistizio italiano. Vittorio Emanuele III fugge da Roma. A Salò nasce la Repubblica Sociale e i napoletani insorgono contro i tedeschi.
Ottobre 1943: rastrellamento del ghetto di Roma.
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4/1/1944: battaglia di Montecassino
11/1/1944: fucilazione di Galeazzo Ciano
22/1/1944: sbarco di Anzio
23/3/1944: attentato di via Rasella ed eccidio delle Fosse Ardeatine
4/6/1944: Roma liberata
6/6/1944: sbarco di Normandia
1/10/1944: strage di Marzabotto
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12/4/1945. Morte di Roosevelt, Truman Presidente.
25/4/1945: Genova, Torino e Milano liberate
28/4/1945: Mussolini catturato e ucciso a Piazzale Loreto
30/4/1945: suicidio di Hitler. I sovietici conquistano Berlino
6/8/1945: la bomba atomica su Hiroshima. Fine della guerra
Ottobre 1945: inizia il processo di Norimberga.
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Questo stupefacente ritratto di Yole Biaggini Moschini è stato realizzato da Corcos nel 1904 solamente un anno prima della prematura scomparsa dell'effigiata avvenuta il 21 ottobre del 1905. "Giovane, bella, distintissima, destava ammirazione, rispetto e simpatia in tutti quanti l'avvicinavano" ("Il Giornaletto di Venezia", domenica 22 ottobre 1905 riportato in Per Yole Moschini Biaggini. Nel primo anniversario della morte/21 Ottobre 1906, Bergamo 1906, p. 32) "Era la persona stessa della cortesia, l'affabilità perfetta; ma senza volerlo, senza saperlo, metteva sempre un po' di soggezione; e il Suo parlare, il Suo sorriso, l'atto con cui porgeva la mano faceva l'effetto di un dono ("L'Adriatico", lunedì 23 ottobre 1905 riportato in ibidem, p.15) "Donna d'alto intelletto, si compiaceva adunare nei Suoi salotti gli uomini più chiari nelle scienze, nelle lettere e nella politica [...] Rispettata e ammirata per la non comune bellezza e per quello scintillio e per quella prontezza d'ingegno che recava nella conversazione erano molte le Sue amicizie: Gabriele D'Annunzio, Pietro Mascagni, Ogo Ojetti, Antonio Fogazzaro e molti altri Le erano affettuosamente legati" ("La Libertà", sabato 21 ottobre 1905 riportato in ibidem, p.36). Yole Moschini Biaggini è stata, nei primi anni del Novecento, la donna più importante di Padova. Suo marito Vittorio (Torino 11 aprile 1864- Stra 11 maggio 1940) fu infatti sindaco della città nonché senatore del Regno d'Italia nella XXII legislatura. Ma forse la sua imperitura notorietà deriva dall'essere stata colei che ha ispirato ad Antonio Fogazzaro il personaggio di Jeanne Dessalle ne Piccolo mondo moderno. Fogazzaro aveva conosciuto Yole nell'agosto del 1887 nella piccola stazione climatica di San Bernardino ed era rimastro subito folgorato: "Vi è qui una giovane signora seducentissima colla quale si passano alcune ore ogni giorno. E' assai bella, assai elegante, piena d'ingegno". Colta, affascinante e cosmopolita aveva con "i suoi grandi occhi magnetici" turbato l'ambiente intellettuale padovano. #art #portrait #padova #yolebiagginimoschini #italian #private #collection #gallery
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iniziativa21058 · 6 years
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Solbiate Olona questo sconosciuto
Se viene modificato il piano regolatore di un comune, viene redatto il Documento di Scooping relativo alla VAS - Valutazione Ambientale Strategica. In questo documento si possono scoprire notizie molto interessanti sul proprio comune, compresi alcuni gravi errori 
di Storia: Nel 1825, Solbiate, era l'unico paese a possedere: strade asfaltate e un centro sportivo con campi da tennis, da bocce, da pallavolo, da pallacanestro, pista per corse, sala cinematografica, sala da ballo, banda musicale... Cinema: il cinematografo dei Fratelli Lumière è del 1895 Pallacanestro: nasce a Springfield (una cittadina statunitense) nel 1891 Pallavolo: La pallavolo in forma moderna, nasce ufficialmente nel 1895 di Matematica: La Scaletta è composta da 176 gradini, divisi in due parti. Partendo dal basso, dopo i primi 122 la direzione cambia per affrontare con gli ultimi 44 scalini... 122+44=166 gradini e di Statistica: governare un trend demografico così stimato: - abitanti attuali: circa 5.700 - incremento di popolazione atteso nel decennio (+7,5%) circa 430 Mancano solo 6 mesi al 2019, e siamo praticamente a incremento zero... forse si è esagerato nel dare lustro al nostro paese, ma dato che siamo in pieno periodo di esami, la commissione boccia chi ha redatto il piano A parte la satira, di seguito notizie e dati, anche se del 2015, per scoprire il nostro Comune
Solbiate Olona è un comune italiano di 5.564 abitanti della provincia di Varese in Lombardia. La città più vicina a Solbiate Olona è Busto Arsizio, che dista solo 5 km. Il comune di Solbiate Olona è localizzato nella zona sud-orientale della provincia, servito dall’Autostrada dei laghi A8 (che lo collega a Varese e a Milano) e dalla SS 336 (che lo connette a Gallarate e all’aeroporto di Malpensa). Confina con Fagnano Olona, Olgiate Olona, Gorla Maggiore e Gorla Minore, costituendo di fatto un ambito che gravita significativamente sul nodo Gallarate-Busto Arsizio. Le caratteristiche principali del Comune sono così riassumibili: Superficie (kmq) 4,92 km2 Densità abitativa (abitanti/km2) 1.120 ab/km2 Altitudine (m sul livello del mare) 247 m.l.m. % Trend Popolazione 2001-2015
Cenni storici (sempre tratti dal documento di scooping) La sua origine risale all'epoca romana anche se non vi sono resti che lo attestino con certezza. 1017: prima apparizione su documenti. 29 maggio 1176: passaggio di Federico Barbarossa. 1511: incendio da parte delle truppe del Cardinale di Sion. 1515: saccheggio da parte dei Lanzichenecchi. Nel 1564 divenne parrocchia. Tra il 1631 e il 1632 vi fu un'epidemia di peste, al seguito della quale venne costruito il lazzaretto, utilizzato nel 1884 a seguito di un'epidemia di colera. Il 23 giugno 1650 Solbiate divenne feudo di Francesco Maria Terzaghi. Nel 1800, a seguito di un editto napoleonico, venne costruito il cimitero comunale, inaugurato il 18 ottobre 1803. Il 23 agosto 1823 iniziò, presso il Cotonificio, la lavorazione del cotone. Nel 1825, Solbiate, era l'unico paese a possedere: strade asfaltate e un centro sportivo con campi da tennis, da bocce, da pallavolo, da pallacanestro, pista per corse, sala cinematografica, sala da ballo, banda musicale.  Nel 1890, Andrea Ponti, fece costruire l'asilo e la scuola elementare fino alla classe III. 1º maggio 1893: Solbiello entra a far parte del comune, su decreto regio di Umberto I di Savoia. 1902: costruzione della ferrovia, era il tronco ferroviario della FERROVIA NORD MILANO (FNM) che collegava Castellanza con Cairate e Lonate Ceppino. Nel 1916 questa linea arrivava fino a Mendrisio, però il tratto svizzero fu sospeso dopo due anni e il capo linea fu portato prima a Malnate poi di nuovo a Cairate. Nel 1952 il servizio viaggiatori fu sostituito con un servizio di auto-corriere mentre il servizio merci è continuato sino a pochi anni fa. Nel 1921 venne costruito il monumento ai caduti. 10-11 ottobre 1939 benedizione della prima pietra della chiesa parrocchiale durante la visita pastorale del Cardinale Schuster, che consacrò la chiesa il 30 luglio 1943. Nel 1957 venne costruita la SIR, che fece passare il paese da un'economia agricola ad una industriale. Nel 1964 Antonio Segni conferì a Solbiate il gonfalone. Sullo stemma che è nel centro del drappo bicolore, azzurro e giallo, ci sono i simboli della vita e del lavoro di Solbiate: il fuso per il cotonificio, la ruota dentata per le officine meccaniche, la striscia d'argento che divide orizzontalmente lo stemma, rappresenta il fiume Olona e il leone rosso coronato è il simbolo della forza e della grandezza delle antiche e nobili famiglie che anticamente avevano le proprie terre a Solbiate. Lo stemma è circondato da rami di quercia e di alloro ed è sormontato da una corona.
Chiese 
Chiesa di San Gregorio, lazzaretto costruito nel 1632 per l'epidemia di peste; utilizzato anche nel 1884 per gli ammalati colpiti dal colera Chiesa di Santi Gervaso e Protaso, sita a Solbiello, risalente all'XI secolo, in cui è conservato un crocefisso miracoloso. Si ha notizia di questa chiesa nel Liber Sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero nel 1289, a quell'epoca era in rovina e senza gran parte del tetto. Nel 1772 venne portato in questa chiesa e posto sopra all'altare maggiore, il crocifisso che anticamente era posizionato sull'architrave della chiesa parrocchiale di Solbiate, ogni quarta domenica di Ottobre veniva celebrata la festa del S.S. Crocifisso. In quegli anni venivano abbandonati in ceste, davanti alla porta della chiesa, diversi neonati affidati poi a famiglie che abitavano nei pressi dell'edificio. Nei primi anni del '900 venne di nuovo ampliata sino a raggiungere le dimensioni attuali, fu visitata dal Beato Cardinal Ferrari e nel 1933 ci fu la visita pastorale del Cardinal Idelfonso Schuster che la definì: monumento prezioso. Nel 1978, il Parroco don Angelo Porro, vedendola ancora malmessa, ne dispose  il restauro completo. Durante i lavori, sotto il pavimento, vennero trovate diverse tombe di antichi abitanti risalenti al 1300. Sul campanile sono state posizionate le campane che prima suonavano sul campanile del vecchio oratorio maschile di Solbiate. Chiesa parrocchiale di Sant'Antonino martire, costruita tra il 1940 e il 1941, edificata da Don Giovanni Calvi e consacrata il 30 luglio 1943 dal Cardinale Idelfonso Schuster. Nel 1950, il parroco cominciò a far costruire il campanile alto 53 metri più due metri di croce, che verrà terminato con orologio e campane entro il mese di dicembre. Nel 1954 venne costruito il ciborio sull'altare maggiore, consacrato il 24 luglio 1955 dal futuro Papa Paolo IV. Nel suo interno ci sono gli altari settecenteschi prelevati dalla vecchia Chiesa parrocchiale. Nel 1969 venne dotata di un organo Tubi, sostituito poi nel 2004 a seguito di una cospicua donazione della ditta Iper Montebello, con un grandioso organo Mascioni. Nel 1992 fu posato sul vecchio pavimento in cemento, il nuovo pavimento in granito rosa di Sardegna e creato un nuovo altare con nuove sedute per i celebranti; questo nuovo altare è stato poi consacrato l'11 novembre 2012 dal Cardinale di Milano Sua Eminenza Angelo Scola.   Chiesa del Sacro Cuore, inserita nei Luoghi del cuore del FAI. Nel libro Notitiae cleri Mediolanensis del 1398, si fa riferimento ad una Chiesa dedicata a S.Antonino di origine medioevale citata come capella in loco Sulbiate de Inferiori, mentre dalle notizie di Goffredo da Bussero, canonico di Rovello nel 1288, sappiamo che "esisteva in Sulbiate Inferiore un altare dedicato a S.Antonino". Ma la prima descrizione, corredata da un disegno della pianta datata 1582, si trova tra gli atti delle Visite pastorali degli Arcivescovi Milanesi. Davanti alla Chiesa si trovava il cimitero, delimitato da uno steccato in legno, adiacente all'abside e disposta intorno a un cortile situato a sud della chiesa, si trovava la casa parrocchiale, con accesso attraverso il cimitero (a ricordarlo esiste ancora l'obelisco). Dopo la visita di San Carlo Borromeo, nel 1582 divenne Chiesa Parrocchiale, con il primo Parroco don Donato Armiralio che operava a Solbiate dal 1549. Dopo questa prima visita vennero aggiunti al primo edificio, il battistero e la cappella della Beata Vergine, dedicata anche a San Vito per ricordare la chiesetta campestre posta a 700 cubiti fuori dal paese (l'attuale via S.Vito), che era stata da poco demolita. Davanti a questa cappella esiste il sepolcro dei confratelli della Scuola della Concezione; San Carlo Borromeo fece notare queste cose in occasione della sua seconda visita nel 1603. Questa cappella verrà poi definitivamente modificata nel 1734, ben visibile all'esterno l'antica scritta "Questo popolo, affinché potesse trovare per sé e per i posteri un rifugio nelle calamità, con il proprio lavoro e a spese della chiesa, riedificò più grandiosa questa cappella, dedicata fin dall'antichità all'Immacolata Madre di Dio, nell'anno della guerra universale 1734". Il campanile risale probabilmente al 1604. Nel 1880 la Chiesa viene ulteriormente ampliata grazie alla munificenza del proprietario del Cotonificio di Solbiate, Andrea Ponti; venne spostata in avanti la facciata, demolita la vecchia cappella maggiore e aggiunti a est una campata e il nuovo presbiterio coperti da una volta semiellittica a crociera, il locale adiacente all'abside viene adibito a sacrestia. Fino al 1943 è stata la Chiesa Parrocchiale di Solbiate Olona, viene poi chiusa al culto nel 1970. Dopo anni di degrado, con preziosi arredi e quadri trafugati, negli Anni '90, grazie alla spinta e l'interessamento del Parroco Don Luciano Premoli, è cominciato il recupero dell'edificio che rappresenta la parte più antica del paese. Chiesa di San Rocco, costruita nel 1400 ca. Venne demolita per una razionale sistemazione delle strade, costituendo un costante pericolo per il traffico per Busto, nella seconda quindicina del luglio 1940 dietro autorizzazione sia della Regia Sovraintendeza all'Arte Medioevale e Moderna delle Province Lombarde, sia della Curia Arcivescovile di Milano. Fu levata una pala a destra da chi guardava l'altare di fronte. Dipinta nel 1416 rappresentava la Madonna col Bambino che tiene in mano un cardellino; ai lati S. Sebastiano con le frecce del martirio e S. Rocco che mostra la piaga. La scuola Beato Angelico provvide a far levare il dipinto che verrà collocato nella nuova Chiesa Parrocchiale. Le spese necessarie per levare dal muro il dipinto furono sostenute dal Cotonificio di Solbiate Olona. Il dipinto sembra della Scuola di Giotto. Purtroppo di tale affresco si sono perse le tracce. A ricordo dell'esistenza, il Comune fece collocare una piccola edicola del Santo all'esterno della nuova Chiesa Parrocchiale. Ecomuseo della Valle Olona Il progetto Ecomuseo della Valle Olona nasce dalla gente e dalle Associazioni del territorio supportati delle istituzioni, a recuperare storia, tradizioni e cultura locale per divulgarla e valorizzarla. L'Associazione In cammino verso l'Ecomuseo della Valle Olona si fa portavoce di questo progetto mirato a unire ogni realtà interessata a raggiungere l'obiettivo.  L'Ecomuseo della Valle Olona ambisce a raccogliere l'adesione iniziale dei quattordici paesi collocati lungo il fiume Olona nel tratto Prealpino a sud di Varese, dove il territorio ha ancora la conformazione di una valle prima di approdare in pianura. Rappresenta l'unione di quei territori che nella storia e negli ultimi anni sono stati individuati come una parte del Seprio e il Medio-Olona. è attraversato da una pista ciclopedonale di oltre 20 km da Castellanza a Castiglione Olona. Museo Socio Storico Il Museo Socio Storico di Solbiate Olona, inaugurato il 17 dicembre 2006, è idea e frutto dell'appassionato lavoro di raccolta effettuato in 35 anni dalla storico solbiatese Aldo Tronconi. Attraverso 450 cimeli offre un'immagine della società locale vista, raccontata e rappresentata nelle sue diverse fasi storiche. Modernamente impostato dal punto di vista espositivo, permette, attraverso 17 vetrine, di rileggere la Storia lungo vari percorsi: scuola, religiosità, vita contadina/era industriale, le guerre, il fascismo, la nascita della Repubblica. Parco del Medio Olona - PLIS Creato nel 2005, interessa la zona valliva dei sei Comuni aderenti: Fagnano Olona(comune capofila), Gorla Maggiore, Gorla Minore, Marnate, Olgiate Olona e Solbiate Olona. Il Parco è un P.L.I.S., Parco Locale di Interesse Sovracomunale, ad indicare che la finalità è la valorizzazione delle risorse territoriali che necessitano di forme di gestione e tutela di tipo sovracomunale e orientato al mantenimento ed alla valorizzazione dei tipici caratteri delle aree rurali e dei loro valori naturali e semi-naturali tradizionali. L'interesse sovracomunale è superiore a quello della collettività che risiede in un solo comune. Il territorio è ubicato nel settore sudorientale della provincia di Varese, al confine con le province di Como e Milano per un'estensione di circa 6,17 km². L'80% del territorio è distribuito tra i Comuni di Fagnano Olona e Gorla Maggiore; il resto è suddiviso tra i restanti quattro Comuni.   La scaletta Risale al 23 agosto 1823, opera destinata a diventare uno dei principali simboli del paese e protagonista indiscussa dell'evento sportivo più importante di buona parte della zona, il Ciclocross di Solbiate Olona, disputato per la prima volta nel 1951, richiamando fino al 2001 tutto il meglio del settore e dal 2003 rivolto ai giovani. Per un giorno la Scalinata è sinonimo di Ciclocross, per il resto dell'anno è collegamento con il fondovalle, non più per lavoro, bensì per coloro alla ricerca di un contatto con il paesaggio. La Scaletta è composta da 176 gradini, divisi in due parti. Partendo dal basso, dopo i primi 122 la direzione cambia per affrontare con gli ultimi 44 scalini, prima di arrivare nella piazza della vecchia Chiesa, in prossimità di questo cambio di rotta, nel 1904 è stata realizzata la Grotta della Madonna di Lourdes, luogo di preghiera per la popolazione locale ma nata come angolo di devozione per gli operai. In totale quindi, 176 piccoli dislivelli all'apparenza irregolari, ma in realtà risultato di un lavoro molto preciso. La lunghezza del singolo gradino, tutti inclinati verso il basso, raramente si discosta infatti dai cinquanta centimetri, mentre il tempo ha influito, anche se in minima parte, sull'altezza, variabile tra 18 e 20 centimetri. Fatti i relativi calcoli, si arriva a un dislivello complessivo di trentatré metri. Con il Ciclocross la scalinata è entrata ufficialmente nella storia e non di rado nella leggenda; I corridori però, non la percorrono tutta. Dopo i primi 91 scalini, sulla sinistra si dirama un sentiero che ritorna ripido verso Valle, per ricollegarsi dopo una decina di metri scoscesi al Coustieau de tre sass, la strada che porta in paese un centinaio di metri più a sud. Il cotonificio Ponti La storia del Cotonificio Ponti ebbe inizio nel 1817 con l'acquisto, da parte di Andrea Ponti, del Mulino Custodi, il cui cambio d'uso, da macina per il grano a forza idraulica, avvenne nel 1821. Il 23 agosto 1823 si avviò la lavorazione di cotone. Era già una realtà importante con 153 operai di cui 12 donne. Andrea Ponti rinnovò profondamente la filatura introducendo l'illuminazione a gas, una vasta tintoria e una tessitura. Dal 1862 al 1867 furono fatte continue modifiche sia nello stabilimento sia sul corso del fiume. Durante il periodo delle guerre di Indipendenza e la proclamazione dell'Unità d'Italia, la fabbrica era già ampiamente affermata. VAS – Documento di Scoping Comune di Solbiate Olona 28 Nel 1888 morì Andrea e subentrò il figlio Ettore il quale dotò l'opificio di un impianto di energia elettrica che consentì un forte ampliamento dei reparti di filatura e tessitura. In questi anni vennero realizzate opere sociali per il paese quali l'asilo, le scuole elementari, la società di mutuo soccorso, ecc. Nel 1902 la filatura entrò a far parte della Società Anonima Cotonificio Furter, ma ne uscì dopo circa un decennio a seguito di una grave crisi internazionale, e il 28 luglio 1914 venne fondata una società anonima apposita: la Società Anonima Cotonificio di Solbiate. L'ultimo esponente della famiglia Ponti ad avere un ruolo nell'azienda fu Ettore, il quale però aveva più ambizioni politiche che imprenditoriali. Il passaggio quindi dall'imprenditoria familiare a quella manageriale diede un nuovo impulso positivo alla fabbrica. Con l'avvento della prima guerra mondiale il Cotonificio si trovò ad affrontare da un lato un'ingente richiesta di forniture belliche, e dall'altro la scarsità di materia prima, combustibile e manodopera maschile, situazione ottimamente affrontata dal direttore tecnico Alfredo Tobler. Il Cotonificio non trascurò neppure in questo periodo il legame con la comunità solbiatese e si impegnò molto nel sostegno delle famiglie dei richiamati. Questa attenzione verso la condizione operaia fece sì che gli scontri tra proprietà e lavoratori della prima metà del XX secolo risparmiarono Solbiate. Il fascismo fu un altro periodo di sviluppo per il Cotonificio, grazie ai buoni rapporti tra dirigenza e nuovo regime, in questi anni incrementò sia l'aggiornamento tecnico, sia l'attenzione nei confronti della cittadinanza. L'espansione continuò fino alla prima metà degli anni '60, poi iniziò il declino del tessile che coinvolse anche il Cotonificio. La crisi peggiorò negli anni '80 finché, anche a causa degli enormi danni subiti dall'alluvione del 1992, il 13 marzo 1993 si concluse l'importante storia del Cotonificio di Solbiate.
Infrastrutture e trasporti 
La caserma "Ugo Mara", la quale ospita il Comando NATO Rapid Deployable Corps - Italy. La stessa caserma, nata durante la prima guerra mondiale come campo di prigionia per prigionieri cecoslovacchi, è stata sede, tra il 1976 e il 2002: del 67º Battaglione meccanizzato "Montelungo", del X Battaglione Bersaglieri "Bezzecca", del IV Battaglione Carri "Ugo Passalacqua" e del XXXIII Reggimento Logistico di Manovra "Ambrosiano".  La stazione, adiacente al Cotonificio Ponti La stazione di Solbiate Olona, attivata nel 1904, era posto lungo la ferrovia di Valmorea; privata del traffico passeggeri nel 1952, fu soppressa definitivamente nel 1977 assieme all'intera linea.  Il documento completo di tutti i dati lo trovate qui: http://www.hlservizicloud.it/pgt/sites/default/files/users/012122/VAR1/DOCUMENTO%20DI%20ORIENTAMENTO%20INIZIALE%20(SCOPING)/Documento%20Scoping%202016%20-%20Solbiate.pdf
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