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#Anthony Spada
anthonyspada · 1 year
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Skydiving is not just a sport, it's a lifestyle. Once you taste the freedom of the skies, you'll never be the same again.
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augustaheadlines · 1 year
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Anthony Spada: A Passionate Crypto Pioneer and Investor with Unique Entrepreneurial Skills
http://dlvr.it/SlhgRg
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Countless the soul tries remedies in vain: since I was taken from the ancient road, it strives and fails to find the path again. The sea, the mountain and the fiery sword: amid all these, surrounded, I live on. The mountain is denied to me by one who took away my reason and my mind.
Michelangelo, ‘18.’ in Poems and Letters, trans. Anthony Mortimer. 
  “Mille rimedi invan l’anima tenta: poi ch’i’ fu’ preso alla prestina strada, di ritornare endarno s’argomenta.   Il mare e ’l monte e ’l foco colla spada: in mezzo a questi tutti insieme vivo. Al monte non mi lascia chi m’ha privo dell’intelletto e tolto la ragione.“
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circusfans-italia · 4 years
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CI HA LASCIATO NAZZARENO ZAMPERLA
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  Ci ha lasciato Nazzareno Zamperla detto “Neno” discendente dalla celebre dinastia circense titolare del Circo Zamperla, divenuto celebre come attore, stuntman, stunt cordinator e maestro d’armi per il cinema. Del resto alcuni dei migliori stuntman dell’epoca d’oro del cinema italiano (e non solo) sono italiani e tanti di origine circense, provenienti dalle famiglie Zamperla, Dell’Acqua, Colombaioni, Ukmar,..
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Nato nel 1937, aveva 82 anni. Ha recitato con registi come Fellini, Gassman, Michele Lupo e molti altri. Sulla storia della sua famiglia rimane celebre una curiosità che riguarda il nome del protagonista (un artista circense interpretato da Anthony Quinn) del film La Strada. Federico Fellini, infatti, coniò il nome Zampanò dal cognome Zamperla fuso col nome Saltanò (un altro celebre circo che collaborò alle riprese).
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Da sinistra Charlie Colombaioni, Aldo Dell’Acqua (quello biondo), Spagnolo (con le braccia incrociate), Rinaldo, Nani Colombaioni e Nazareno Zamperla sul set di La Collina degli Stivali Insieme al fratello Rinaldo, negli anni Cinquanta inizia a lavorare nel cinema appunto, mettendo da parte l’attività nel Circo. Nel 1952 viene notato dall'attore Frank Latimore, in cerca di un acrobata fisicamente dotato per fargli da controfigura nel film Capitan Fantasma. Due anni dopo viene chiamato da Fellini per La strada. Sotto la guida del maestro d'armi, Aurelio Musumeci Greco, impara l'uso delle armi bianche per risse e duelli nei film di cappa e spada, allora molto in voga. Il mestiere vero e proprio lo apprende da Yakima Canutt, controfigura di John Wayne, giunto a Roma a seguito del regista Robert Wise per le riprese di Elena di Troia, e da allora si dedica principalmente al filone dei film mitologici, nei quali fa da controfigura ai culturisti americani. Ha preso parte ad alcuni dei titoli più popolari del genere western e spaghetti-western, dove era presentato nei titoli come Nick Anderson, Nicholas St. John o Tony Zamperla. Ha affiancato Giuliano Gemma sul set e fuori per tutta la sua carriera, grazie alla loro grande amicizia. Ma sono davvero tantissimi i film a cui prese parte, anche se, come capitava sovente per gli stuntman, non sempre era citato nei credit. Porgiamo alla famiglia le nostre più sentite condoglianze a nome di tutto il mondo del Circo Italiano.
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Nazareno, Fernando e Rinaldo clown musicali al Circo Zamperla Read the full article
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paoloxl · 6 years
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Viaggio tre le ragazze i ragazzi che scelgono l’estrema destra, sempre più presenti nelle scuole italiane “Io sono fascista”, dice un ragazzino di tredici anni che va in terza media. “Pure io sono fascista”, dice il suo amico. “Anche io, siamo tutti fascisti”, gli fa eco un altro. È settembre, hanno appena cominciato la scuola, alcuni sono già in prima liceo, altri alle medie. Le giornate in classe sono brevi, il sole permette di girare in maglietta e calzoncini, e piazza Cavour, a Roma, è il luogo dove ci si ritrova appena usciti da scuola, o dopo pranzo, o all’ora dell’aperitivo, o appena finita la cena. Ventenni, diciottenni, sedicenni, tredicenni, appoggiati alle panchine o agli scalini sul retro del palazzo di giustizia detto Palazzaccio, divisi in comitive per età. I più grandi hanno le facce ingrugnite, i caschi in mano con gli adesivi dei gruppi politici o della tifoseria, sbuffano per dire che non parlano con i giornalisti, ogni tanto provano delle mosse di arti marziali. I più piccoli si rincorrono per la piazza, cercano modelli, un gruppo, un’identità in cui sia facile riconoscersi. Piazza Cavour è una specie di palcoscenico: chi viene per lo più sa di essere osservato e che quello che succede qui avrà un’eco anche nazionale. Una ribalta che può essere cercata, o di cui si farebbe volentieri a meno. Per esempio nessuno cita volentieri gli scontri che ci sono stati nell’ottobre 2016, quando un ragazzo di 16 anni è stato accoltellato all’addome e per i quali un anno dopo, nel gennaio 2017, sono state arrestate sette persone, tra cui tre minorenni. Alcuni erano militanti dell’organizzazione di estrema destra Fronte della gioventù e frequentavano la sezione del quartiere Prati. La destra radicale usa la moda e si nasconde sempre meno “Io non sono d’accordo sulle cose estremiste, sono un po’….”, esita uno dei ragazzi incontrati in questi mesi a piazza Cavour. “Fascista”, suggerisce la sua amica. “No, fascista no, sono tipo a scatti”. È una specie di coro, di cui ci siamo segnati alcune frasi ricorrenti: “Te devi rende conto che questa piazza soprattutto è fascista”, “Tra queste persone qui gira molto l’idea fascista”, “È proprio una moda”, “Per me il fascismo è una moda”, “Sì anche per me è una moda”, “Per me è una bella moda”, “Io sono fascista, certo, per moda”. Quello che indossano ce lo conferma, dalle magliette di Blocco studentesco (Bs), il ramo giovanile di CasaPound Italia (Cpi), alle toppe con il tricolore. Molti comprano vestiti Pivert, il marchio d’abbigliamento legato a Cpi. Una delle sue figure chiave è Francesco Polacchi, ex leader di Bs, che nel 2009 guidava gli scontri con gli studenti del movimento dell’Onda, nato nel 2008 per protestare contro i tagli del governo Berlusconi sulla scuola. In una società in cui l’antifascismo non è più un valore riconosciuto come tale, la destra radicale usa la moda e si nasconde sempre meno, anzi cerca sempre più spazi di visibilità, ha bisogno di farsi conoscere, spesso ci riesce. L’avanzata mediatica della destra Dalla nebulosa di movimenti e partiti che si sciolgono e si riformano, emergono soprattutto Forza nuova (Fn) e Cpi. La prima è stata fondata nel 1997 da Roberto Fiore e Massimo Morsello, protagonisti negli anni settanta del gruppo neofascista Terza posizione. Accusata di antisemitismo e negazionismo, vuole marciare su Roma come fecero i fascisti, fomenta le violenze contro gli immigrati, è contro l’interruzione volontaria di gravidanza e le unioni civili – uno dei suoi leader, Giuliano Castellino, è stato arrestato per aver ferito due vigili e un poliziotto mentre provava a impedire l’assegnazione di una casa popolare a una famiglia eritrea. CasaPound nasce nel dicembre 2003 con l’occupazione di un ex palazzo governativo in via Napoleone III a Roma, occupazione riconosciuta in seguito sia dal sindaco di centrosinistra Walter Veltroni, sia da quello di destra Gianni Alemanno. Negli anni, Cpi ha occupato altri edifici, aperto un centinaio di sezioni in Italia ed elaborato la proposta di un mutuo sociale. Ispirato alla politica economica fascista, in particolare al manifesto di Verona, prevede la costruzione di case popolari da vendere a prezzi agevolati e senza tassi d’interesse solo a famiglie italiane. Non vieta le unioni civili tra persone dello stesso sesso né l’aborto, ma è contro l’adozione per le coppie gay e crede che gli stranieri siano una minaccia economica e culturale per l’Italia, tanto da parlare di pericolo di sostituzione della popolazione italiana. Da ottobre 2017 Cpi ha fatto il pieno di attenzione. I dibattiti tra i giornalisti e il segretario e candidato premier Simone Di Stefano nella sede romana di via Napoleone III hanno scatenato le ovvie polemiche, prima e dopo le elezioni di Ostia, dove il partito ha preso il 9 per cento. La cultura è importante, ci ripetono molti capi della nuova destra, anche se poi sbagliano i congiuntivi I dibattiti portano a galla alcune contraddizioni: con chi si dichiara fascista si discute o no? Si rischia di sdoganarli o li si costringe a misurarsi con la democrazia? C’è il rischio di essere usati da chi nasconde legami con la criminalità e la violenza? Sono domande che nascono anche riguardo all’aggressione di Roberto Spada contro il giornalista Daniele Piervincenzi. Dare spazio a fatti del genere, anche se per denunciarli, garantisce una credibilità a chi li compie? Il blitz dei militanti di Forza nuova (Fn) sotto la sede di Repubblica o quello dei quattro skinhead a Como è roba di imbecilli o il sintomo di cosa? La manifestazione antifascista, sempre a Como, intercetta una diffusa indignazione o è una testimonianza minoritaria, visto che a partecipare sono state un migliaio di persone, tra cui pochissimi giovani? È innegabile che le cose si stiano trasformando. Tra chi sostiene che siamo di fronte a un’onda nera e chi ridimensiona questi fatti, c’è da considerare qualche dato, che ci riporta alle ragazze e ai ragazzi. Nelle scuole di Firenze Nel novembre scorso, alla consulta provinciale degli studenti a Firenze ha stravinto la rinata Azione studentesca (As), che si era sciolta ma si è riformata nel settembre 2016, orientata ancora più a destra. Spirito e volontà, sangue e terra, muscoli e sangue, le foibe, sono alcune delle loro parole chiave. Il gruppo protesta spesso contro l’alternanza scuola-lavoro. “Non saremo i vostri schiavi da fast-food”, scrivono in fasciofont sugli striscioni che attacchinano sui muri di Firenze. In 45 scuole della provincia fiorentina As ha ottenuto 18mila voti, 32 seggi su 58 e la presidenza con Mattia Micunco del liceo Agnoletti di Sesto Fiorentino. Il punto di riferimento di As è Casaggì, centro sociale di destra nato a Firenze nel 2005 contro l’alleanza tra gli ex missini del Movimento sociale italiano (Msi) e Berlusconi, e che oggi si dichiara “di destra identitaria”. “Cerchiamo di tenere insieme chi non si riconosce nei partiti tradizionali”, dice il coordinatore nazionale di As, Anthony La Mantia, 25 anni. Cita il gruppo di Rinnovazione a Rieti, i presidenti delle consulte provinciali di Pistoia e di Perugia, entrambi di As, i militanti a Taranto, a Brescia, a Siracusa, e Gioventù identitaria a Brindisi (anche se loro precisano che non ci sono alleanze in corso con As). “Azione studentesca ha 180 iscritti in quaranta città. Si muovono bene, fanno molto attacchinaggio”, dice La Mantia. L’anno scorso hanno fatto il loro primo campo nazionale a Leonessa, in provincia di Rieti. “Il volantinaggio alle sette di mattina, anche con zero gradi, trasmette un senso di sacrificio. E poi ci tengo alla preparazione culturale”, aggiunge. La cultura è importante, ci ripetono molti capi e gregari della nuova destra, anche se poi sbagliano i congiuntivi. Il canone va dallo scrittore nazionalista giapponese Yukio Mishima a figure di cui la destra si è appropriata come nel caso del militante nordirlandese cattolico Bobby Sands. Inoltre, recupera l’enfasi sull’autodeterminazione dei popoli (rivista oggi in salsa sovranista), e si appoggia ad alcune nuove case editrici. Una è Passaggio al bosco, che ha aperto a Firenze nel 2017. Ripubblica testi classici per la destra come quelli di Ernst Junger o Giano Accame, e libri di nuovi ideologi come Marco Scatarzi (fondatore di Casaggì), o testi in cui si loda l’onnipresente neonazista Leon Degrelle e si citano in chiave antimodernista pensatori come il matematico e filosofo cattolico Olivier Rey o l’intelluettuale Byung-Chul Han, autore di saggi critici sul mondo digitale. Tutto nasce con Terza posizione Le ragazze e i ragazzi appartenenti a questa destra identitaria non si vergognano del fascismo, rimosso o ridimensionato tra gli anni novanta e i duemila dopo la svolta di Gianfranco Fini a Fiuggi verso un partito meno nostalgico del fascismo. Guardano piuttosto a gruppi neofascisti come Terza posizione, fondata nel 1977 da liceali e universitari, tra cui i futuri protagonisti di Forza nuova e di CasaPound, ovvero Massimo Morsello, Roberto Fiore e Gabriele Adinolfi. Nel libro La fiamma e la celtica, Nicola Rao racconta che molti come loro, dopo l’uccisione nel 1979 del militante di 17 anni Alberto Giaquinto, durante il primo anniversario di Acca Larentia, lasciano l’Italia. Negli anni successivi, la repressione dello stato, i processi per le stragi e la latitanza cancellano i movimenti e i gruppi di estrema destra che non si sciolgono da soli o non si autodistruggono. Il corteo di CasaPound per il quarantesimo anniversario di Acca Larentia a Roma, il 7 gennaio 2018. (Christian Mantuano, OneShot/Luzphoto) Per i neofascisti, gli anni tra il 1979 e il 2006 sono una parentesi. Morsello, Fiore e Adinolfi li passano all’estero, ma tornano tra il 1999 e il 2000 (Morsello è morto nel 2001). È a loro che le ragazze e i ragazzi più giovani fanno riferimento, più che a Gianfranco Fini, che non sanno neanche chi sia. Laterale rispetto all’organizzazione, Adinolfi è letto e considerato il padre nobile di CasaPound. Uno dei suoi testi più citati è il breve scrittodiffuso nel 2008. Si intitola Sorpasso neuronico e liquida tutte le scelte della destra parlamentare ed extraparlamentare degli ultimi trent’anni: In tutti quegli anni nessuna proposta politica ha fatto presa, non ci sono stati consensi di massa, ma è successo che uomini e clan si sono contesi parte del voto passivo, quello refrattario al cambiamento, quello nostalgico non del ventennio ma di una gioventù trascorsa al bar di fronte alla sezione. Adinolfi, come altri neofascisti, si ritaglia un suo fascismo, e sceglie quello tra il 1919 e il 1922, e quello tra 1943 e il 1945. Quella che propone è una nuova generazione politica ispirata all’arditismo, al futurismo, allo squadrismo. E scrive: “Abbiamo davanti praterie da riconquistare di fronte a una società atomizzata”. Il linguaggio sembra in certi casi quello caricaturale di Fascisti su Marte, ma questo non diminuisce il fascino esercitato sui più giovani. È un codice cameratesco, capace di conquistare i ragazzi che non hanno anticorpi contro questo tipo di retorica. Scrive ancora Adinolfi: Quando il senso di appartenenza a qualcosa di potenzialmente edificante diventa rituale da pitecantropi, […], quando le braccia tese perdono l’energia futur/ardita per diventare sgradevoli e aritmiche gesticolazioni di emarginati, quando le camicie nere si sporcano di ragù, allora s’inverte la tendenza positiva dell’ancoraggio storico/simbolico […]. La mentalità futur/ardita è opposta: interventista, fa le cose e non le predica. Risponde al motto mussoliniano ‘il fascismo è la chiesa di tutte le eresie’. […] Bisogna distruggere tutto quello che c’è di estrema destra e recuperare tutto quello che c’è di fascista. Basta parlare con Rolando Mancini, coordinatore nazionale di Blocco studentesco, neolaureato in giurisprudenza e praticante in uno studio di avvocati della capitale, per capire quanto abbiano presa le parole di Adinolfi. Lo facciamo all’indomani delle elezioni studentesche dell’autunno 2017, in cui la loro lista – così dichiarano nei loro comunicati stampa – ha ottenuto 56mila preferenze nelle scuole di tutta Italia; la presidenza delle consulte a Fermo, Ascoli e Viterbo; la maggioranza in scuole del centro di Roma come il linguistico Caetani e il tecnico Bernini; e l’85 per cento al tecnico Faraday di Ostia. Sulle elezioni scolastiche non esistono dati ufficiali, soprattutto per quanto riguarda le consulte provinciali – organi poco rappresentativi, votati da pochi studenti – ma i risultati sono usati lo stesso dai movimenti neofascisti per fare propaganda. Mancini è cauto nel parlarci. Lo incontriamo nella sede di CasaPound in via Napoleone III, a Roma. E anche qui sentiamo risuonare i toni e le parole di Gabriele Adinolfi. Il palazzo all’interno è spoglio, c’è un’aria catecumenale, alle pareti le immagini delle donne legate al fascismo e segni di quello che Umberto Eco identificava come ur-fascismo. Ci sediamo su poltrone sfondate. La trincerocrazia di Blocco studentesco Quello che scrive Adinolfi in Sorpasso neuronico sul proselitismo è: Allora è tutto da rifare, […] ma fondandolo su di una gerarchia reale, sulla comunicazione e sull’organicità e rispondendo ad un S.O.S. acronimo, in questo caso di Strategia, Organizzazione e Stile. Quello che dice Mancini è: Abbiamo rilanciato l’arditismo, bisogna essere sempre attenti allo stile, fare panico mediatico. Ti faccio un esempio. Ci sono centri sociali che dicono ‘legalizziamo la marijuana’, noi diciamo ‘legalizziamo il duello’. Lo facciamo come provocazione, ma ci piacerebbe che venisse ripristinato il duello vero in un mondo di duelli finti come quelli su Facebook. Non ci interessano neanche più le battaglie che contraddistinguevano il nostro movimento negli anni novanta, quelle contro la droga e l’aborto, per esempio. Le abbiamo superate. L’aborto non è una bella cosa, però è una scelta della donna. Sulla droga siamo contrari, perché non è che puoi scegliere l’arditismo e poi farti la cannetta che ti addormenta. Però non ci facciamo battaglie politiche. Ci piace più fare, che non far fare. E il fascismo? Sempre Mancini: “Il fascismo è un grande padre severo, a cui dobbiamo rendere conto del nostro operato. Come facciamo con i ragazzi di Acca Larentia. Abbiamo un rapporto sacrale con i morti, ci accusano di essere tanatofili, ma quando commemoriamo i tre militanti del Fronte della gioventù uccisi il 7 gennaio 1978, noi pensiamo veramente che i morti marciano con noi”. Gli chiediamo di raccontarci cosa spinge un ragazzo ad avvicinarsi a Blocco studentesco e lui spiega che “c’è la fascinazione per un simbolo, la bandiera, che agisce su un piano emozionale. Noi trasformiamo questa fascinazione in una coscienza politica. Da ragazzino non avevo letto La dottrina del fascismo di Costamagna, ero attratto dai simboli della destra, dall’impatto visivo di quel mondo”. Una volta che un ragazzo sceglie Bs che succede? “Ogni sezione ha il suo responsabile, c’è la trincerocrazia, il posto e il ruolo te li guadagni con il tempo, con l’esperienza”, dice. “Molti non rimangono, perché la militanza è tosta, ci sono due riunioni a settimana, poi c’è il volantinaggio la mattina presto davanti alle scuole, le affissioni”, aggiunge, “e poi ci sono i turni a CasaPound, che è sempre aperta. Questo può causare problemi a casa. I genitori non sono contenti che i figli fanno volantinaggio per CasaPound. Ma le criticità io credo che ti forgiano. Capita che dei ragazzi litighino con le famiglie e restino a dormire qua”. Uno dei miti fondanti per la destra va cercato nei ragazzi che combatterono nella prima guerra mondiale La violenza? “La nostra violenza è sempre di difesa. Reagiamo quando siamo provocati”, dice. Gli ricordiamo, a proposito di provocazioni, l’irruzione di CasaPound nella sede del quarto municipio a Roma per chiedere la chiusura del centro dove la Croce rossa ospita dei migranti, e lui dice che gli scontri con i militanti di sinistra ci sono stati perché “noi non ci facciamo passare addosso”. Gli chiediamo del ragazzo di 18 anni picchiatoperché indossava una maglietta del CinemaAmerica e perché ritenuto comunista. “Non ne so molto”, risponde. “Però posso dire che pure io, quando al liceo indossavo una maglietta degli Zetazeroalfa, magari mi beccavo con l’antifascista e ci davamo due schiaffi. Io credo che la scazzottata può succedere ogni tanto. Per me è una cosa sana, vuol dire che hai vissuto”. Mentre Mancini parla, l’interno di via Napoleone III ci sembra sempre di più un sacrario. Le luci fioche, le foto che somigliano a quelle delle lapidi. Lui stesso insiste più volte sul rapporto con la morte. Ma perché un ragazzo dovrebbe essere affascinato da questo tema? Elia Rosati, ricercatore di storia all’università di Milano che da anni studia le destre radicali, ricorda che uno dei miti fondanti per la destra italiana va cercato nei ragazzi che combatterono o morirono nella prima guerra mondiale, tra arditismo e dannunzianesimo, e che diventarono la prima generazione ad aderire al fascismo nel 1919. Nel libro Comunità immaginate, Benedict Anderson mostra la relazione tra il nazionalismo e il sentirsi parte della comunità dei propri morti. Per capirlo ancora meglio, e per capire la destra oggi in Italia, bisogna guardare da vicino a quello che è successo il 7 gennaio 2018, durante la marcia organizzata per il quarantennale dell’agguato davanti alla sezione romana di Acca Larentia in cui furono uccisi i giovani attivisti di Fronte della gioventù, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta – un terzo ragazzo, Stefano Recchioni, fu ucciso negli scontri con le forze dell’ordine, scoppiati per protesta poche ore dopo. Un corteo funebre Il corteo parte da piazza Asti, percorre via Tuscolana, ed è lungo quasi un chilometro. I militanti si dispongono in fila per sette, per fare più scena. CasaPound organizza, fa il servizio d’ordine, detta i tempi e vieta le foto. Per tre ore nessuno rilascia interviste. Ma prima dell’inizio, Adriano Scianca – giornalista e scrittore, classe 1980 – accetta di parlare, unendo la dimensione politica (ed elettorale) a quella del sacro. “Puntiamo al 3 per cento”, dice. E poi aggiunge: “I caduti sono il nostro pilastro metapolitico”. Bomberino e scarpe New Balance, i partecipanti sono tutti bianchi e quasi tutti maschi, si salutano stringendosi l’avambraccio, i vecchi danno ordini ai più giovani. Gianluca Iannone, presidente di Cpi è il regista, e governa la scena. Simone Di Stefano è il segretario, si muove con un fare più defilato. Mauro Antonini, candidato alla regione Lazio alle elezioni del 4 marzo, spiega che il loro atteggiamento rispecchia “la divisione dei ruoli che c’è all’interno del movimento. Di Stefano parla a chi non è di CasaPound, va in tv, è la nostra faccia all’esterno. Iannone parla ai militanti, alle sezioni. È il capo tribù”. Una manifestazione organizzata da CasaPound per chiedere la chiusura del centro di accoglienza in via del Frantoio a Roma, il 30 giugno 2017. (Matteo Minnella, OneShot/Luzphoto) E infatti è Iannone che indica dove fermarsi, in che ordine schierarsi. Fino all’arrivo alla sezione di via Acca Larentia, dove tutti i partecipanti sono inquadrati per gridare “presente” e ricordare così Bigonzetti, Ciavatta e Recchioni. La scena si ripete tre volte. Braccia tese, saluti romani, poi il gruppo si scioglie. Una scena lugubre. Ai lati della folla, i vecchi camerati brontolano. Mario Merlino (1944) neofascista storico, storce il naso per come CasaPound ha colonizzato il corteo: “Doveva essere una commemorazione, hanno fatto una sfilata elettorale”. Maurizio Lupini, un sopravvissuto all’agguato del 1978, si lamenta per essere stato escluso dal rito. È la prima volta che un solo gruppo neofascista riesce a fare proprio il corteo. Una giornata come questa mostra che CasaPound e Blocco studentesco somigliano più a delle sette religiose che a dei partiti politici: la formazione è un’iniziazione, il cameratismo un legame sacro. Il giornalista e scrittore Marco D’Eramo ci dice: “Nell’adolescenza scopriamo il sesso e la morte, l’età più metafisica della vita umana, anche quando si esprime a randellate. Il paragone con le sette religiose non è peregrino”. L’indottrinamento dei militanti E come nelle sette, ci sono dei princìpi da rispettare. Per molti militanti neofascisti questi princìpi sono quelli del decalogo della decima Mas. Jacopo, un ragazzo di 21 anni che ha militato in Blocco studentesco, dice: “Ogni volta che parli, che fai un comizio, che fai un’azione, lo tieni presente”. I precetti recitano: “Sta zitto, sii serio e modesto, non sollecitare ricompense, sii disciplinato, sii rispettoso, devi avere il coraggio dei forti non quello dei disperati, sii dignitoso, sii fedele, non usare droghe, dà valore alla vita”. Se somigliano a regole di vita, è perché lo sono, e servono a cementificare l’unione tra il partito e i ragazzi. A tal punto che “quando vivi CasaPound per 24 ore al giorno e poi la lasci, più che essere bollato come traditore, ti senti tu di essere un traditore, di aver lasciato un ideale”, dice Jacopo. Anche Forza nuova punta molto sull’indottrinamento dei giovani. In un’informativa del novembre 2017 del Raggruppamento operativo speciale dell’arma si legge: Si evidenzia come l’attenzione del gruppo si concentri sull’attività di indottrinamento dei giovani sin dall’età adolescenziale, al fine di meglio coinvolgerli in una devota condivisione di intenti dettati dal movimento e ai quali ispirare la propria militanza e la propria vita (…) Tale capacità di trasportare i minori in un contesto caratterizzato da dettami rigidi e intriso di odio e razzismo evidenzia la portata reale della pericolosità di un gruppo che riesce così a radicarsi negli aderenti sia da un punto di vista ideologico che comportamentale. Le conseguenze di tutto questo, le racconta Federica Angeli su Repubblica: A me la cosa che interessa di più so’ i ragazzini, i ragazzini, dice uno dei leader della sede storica romana di Forza nuova. Giovani reclute da crescere nell’odio e che sfuggono all’educazione di madri e padri, cambiano umore, si fidano ciecamente dei dettami dei leader del movimento. Ci sono i genitori di alcuni ragazzini che frequentano la sezione del partito che chiamano disperati i responsabili del movimento: ‘Noi non esistiamo più’, dice il padre di un 17enne in una conversazione intercettata dai carabinieri nel 2014, ‘esistono solo il partito e i capoccioni del partito, noi genitori non contiamo un cazzo’. Tra i libri assegnati per la formazione ci sono Il Capo di Cuib dello scrittore nazionalista romeno Corneliu Zelea Codreanu, che cominciò a fare politica proprio fondando un movimento studentesco, oppure Militia di Leon Degrelle. Due testi che sono una sorta di manuali di formazione spirituale-militare, scritti con uno stile marziale che può sembrare quasi parodico. Valerio Renzi, che ha studiato l’avanzata delle destre a Roma e l’antropologia della politica giovanile, conferma l’immagine della setta: “Alcune organizzazioni come Forza nuova e CasaPound somigliano più a una setta che un partito, compresa l’iniziazione, l’inclusione o l’esclusione. La struttura elitaria crea una voglia di essere inclusi, e per farlo il movimento ti organizza tutti gli aspetti della vita”. Elia Rosati parla di “santa teppa”, e ricorda che nel romanzo di formazione Nessun doloredi Domenico Di Tullio – militante e avvocato di CasaPound – si racconta proprio la storia di amicizia tra due diciottenni di Blocco studentesco, che fanno di tutto, finendo anche in carcere, per non tradire il partito. “Il fascismo del terzo millennio è vissuto come un’esperienza prerazionale, uno stile di vita capace di cogliere la ragione interiore delle persone e soddisfare il loro bisogno di identità”, scrive la docente di antropologia Maddalena Gretel Cammelli in Fascism as a style of life. “Violenza e morte sono rivendicate, eseguite e messe in atto come strumenti concreti per collegare il fascismo contemporaneo con le sue manifestazioni storiche”. Contro il femminismo Anche il ruolo delle donne all’interno del neofascismo giovanile è studiato. Dentro Lotta studentesca le donne non hanno il diritto di salutare con l’avambraccio, perché il saluto romano appartiene ai legionari, uomini e combattenti. Le donne devono curarli. Per Ls e Fn, inoltre, devono stare a casa. A dicembre, i volantini usati da alcuni militanti di Forza nuova a Carpi per una raccolta firme, dicevano: “Firmate per il reddito alle madri, in modo tale che ogni donna, scegliendo di fare la casalinga, percepisca 500 euro al mese”. Sulla pagina di Fn si precisa che il reddito alle madri sarebbe stanziato solo per quelle che accettano “di rimanere a casa invece che andare a lavorare”, e solo se sono italiane. Le giovani di Ls non possono uscire per andare ad attacchinare, perché è pericoloso per le donne, “considerate inferiori rispetto agli uomini e inutili in caso di problemi o scontri con altri gruppi”, dice un militante di Ls. Le militanti di Ls vengono educate al rifiuto del femminismo. Le femministe sono paragonate a “cagne (…) che chiedono di abortire o di diventare uomini”, si legge su Ordine Futuro, rivista legata a Forza nuova. Il 18 novembre a Trieste alcuni militanti organizzano una manifestazione contro lo ius soli in contemporanea con quella contro la violenza sulle donne del movimento Non una di meno. Un corteo di Casapound a Roma, il 21 maggio 2016. (Christian Mantuano, OneShot/Luzphoto) Due giorni prima, il vicesegretario nazionale di Forza nuova Giuseppe Provenzale ha scritto su Facebook un post sull’interruzione volontaria della gravidanza: “Il diritto all’omicidio/aborto non è mai ammissibile in linea di principio da chiunque affermi di essere un difensore della Patria”. La nume tutelare del “femminismo” di Fn è Evita Perón. L’associazione Evita Peron è “un’associazione di donne che si rivolge alle donne”, si legge sul loro sito, “oggi troppo spesso private della loro identità a causa dei guasti devastanti prodotti dal ‘femminismo’, perché tornino a rivendicare il loro diritto ad essere madri del futuro della nostra società”. Scrive Provenzale: Nasciamo per creare famiglie, non per vivere nella strada. Le militanti dovevano agire a fianco dei loro camerati ma affrontare le problematiche dello specifico femminile evitando assolutamente di correre il rischio di ‘mascolinizzarsi’. In politica la donna deve essere al fianco dell’uomo, ma senza mai permettergli di immischiarsi nei suoi affari. L’estate scorsa a Catania, Forza nuova ha organizzato la prima colonia estiva Evita Peron: le educatrici insegnavano ai bambini il cromatismo ariano e spiegavano il significato dei tre colori nella bandiera nazista. Ogni bambino poteva dipingere la “bandiera della tradizione” sulla tela, come un’attività ludica. Dentro Blocco studentesco il clima è un po’ diverso: la presenza delle ragazze è sempre minoritaria, i ruoli sono formalmente uguali. “Prima la politica era considerata un argomento riservato agli uomini, mentre ora non è così”, dice Clara, una militante romana. Le ragazze in sezione si occupano “della segreteria, perché siamo più predisposte, del doposcuola o della raccolta alimentare, ma tutte queste attività sono svolte anche dai ragazzi”, aggiunge. Non sono contrarie all’interruzione volontaria della gravidanza, ma Clara ritiene che “il femminismo abbia come prerequisito la sottomissione all’uomo da parte della ‘femmina’ che non vuole prendersi gli oneri e gli onori di essere donna”. Il nuovo fascismo un’ideologia ce l’ha Più di un commentatore ha usato parole come populismo, qualunquismo e antipolitica per incasellare la nuova destra, ma così si rischia di avere approccio semplicistico e riduttivo. Nel 2010 il gruppo I cani cantava: “I pariolini di 18 anni/ animati da un generico quanto autentico fascismo”. All’epoca i neofascisti avevano provato a fare un tentativo di mimetismo e qualunquismo a opera di Blocco studentesco e Casapound. Dice Mancini: Io faccio parte di Bs dalla sua nascita, nel 2006. I giovani erano lontani dalla politica, ma contro la riforma della scuola di Mariastella Gelmini si organizzarono molte manifestazioni, creammo un coordinamento trasversale con i collettivi di sinistra. Poi tutto cambiò quando intervennero gli universitari della Sapienza, che non tollerarono l’accordo. Gli scontri con gli studenti di sinistra a piazza Navona a Roma nell’ottobre 2008 fanno parte dell’automitizzazione di Bs, che si presentò con slogan tipo “Né rossi né neri, ma liberi pensieri”. Il 2008 è un anno cruciale. Gabriele Adinolfi in Sorpasso neuronico intravede la nascita della forza politica legata a Beppe Grillo, ma gli dà dieci anni di vita. Il ricercatore in scienze politiche all’università di Pisa Lorenzo Zamponi sostiene che l’Onda fosse il primo movimento trasversale, postpolitico, e che anche da quella esperienza sia nato il Movimento 5 stelle. Ma Claudio Riccio, al tempo uno dei leader dell’Onda, avverte: “Blocco studentesco ha sempre rappresentato i fascisti o poco più. Nel 2008-2009 fecero un un’operazione di mimetismo che non gli riuscì come spesso non gli riesce, attraverso slogan qualunquistici”. Quel fascismo, oggi, è meno generico. Nel 2012 il Secolo d’Italia, il giornale con cui Flavia Perina aveva cercato di emancipare la destra dall’eredità neofascista, ha smesso di uscire in edicola. Alla fine del 2017 ci va invece il giornale della nuova destra. Si chiama Il Primato Nazionale e il suo direttore, Adriano Scianca, è l’instancabile divulgatore di alcuni concetti chiave per la nuova destra: dalla fine della destra e della sinistra teorizzata da Alain de Benoist in Populismo all’idea che il multiculturalismo possa portare al suicidio di una nazione come sostiene Éric Zemmour, passando per la minaccia della “grande sostituzione” sostenuta da Renaud Camus. Riecheggiando quest’ultimo concetto, Scianca scrive in L’identità sacra: Il popolo da eliminare è innanzitutto quello europeo, la cui stessa esistenza […] rappresenta il grande scandalo, il peccato storico da redimere. L’Europa […] agita ancora i sonni di chi aspetta da millenni di “chiudere” l’avventura storica dell’uomo, vedendo i suoi tentativi costantemente frustrati. Ed è da questa frustrazione che nasce il progetto più criminale mai concepito: il cambiamento di popolo. Mischiato a complottismi tipo il piano Kalergi – che sostiene l’esistenza di un progetto ideato per sostituire la popolazione europea attraverso l’immigrazione africana e asiatica – il timore per la “grande sostituzione” è un’idea che fa presa sui ragazzi. Camus – pensatore di riferimento sia di Matteo Salvini sia di Marine Le Pen, oltre che dei movimenti neofascisti dell’Europa dell’est – è convinto che occorra resistere all’invasione dei popoli non europei. Ed è proprio su questa difesa che i neofascisti italiani, divisi su temi come l’aborto, ritrovano l’unità. Sulla difesa identitaria, ma anche sull’antifascismo. Valerio Renzi si è fatto la stessa idea: “Un antifascismo svuotato di senso offre un bersaglio facile per l’antagonismo di maniera delle destre radicali”, dice. “I neofascisti riescono a presentarsi come un’alternativa, riusando simboli, nomi e miti del neonazismo: pensa a come viene citato Degrelle, un collaborazionista che ha scritto un pamphlet intitolato Adolf Hitler per 1000 anni!”. Contro l’antifascimo e con l’integralismo cattolico Un militante di Ls ci spiega che hanno abbandonato molte delle vertenze nelle scuole per intraprendere una campagna “contro la cultura antifascista” perché facendo così sanno di ricevere più luce e più consensi. Oltretutto, è una battaglia sostenuta dai dirigenti del partito. Per il segretario nazionale Roberto Fiore l’antifascismo è uno strumento con cui le élite di sinistra “occupano lo stato”. Per Mirco Ottaviani, responsabile del partito in Emilia-Romagna, “è ora di decretare la fine di questa repubblica antifascista e del clima d’odio che l’ha accompagnata sin dalla sua fondazione”. Intanto, i militanti hanno fatto presìdi contro le iniziative dell’Associazione nazionale dei partigiani (Anpi). Oltre alla lotta contro l’antifascismo, a caratterizzare Forza nuova e Lotta studentesca è l’aderenza all’integralismo cattolico. I loro militanti, diversamente da quelli di CasaPound, non sono affascinati dal neopaganesimo di Julius Evola e dalle sue pacchianerie misticheggianti. Per loro la messa è un momento di aggregazione, anche se papa Francesco è visto come una specie di avversario politico. Una comunità di riferimento celebra il rito ad Albano Laziale: è quella dei lefebvriani di San Pio X. In molti citano la figura di don Ennio Innocenti. Nato nel 1932, è oggi cappellano della Sacra fraternitas aurigarum urbis a Roma. Sui rapporti con il neofascismo, risponde: “Ho sempre avuto amicizie con alcuni neofascisti, mi sembravano tra i pochi a combattere contro la deriva iperliberista e illuminista di questa società. Quelli di Fn sono tra questi. Il problema è che sono ignoranti. Roberto Fiore voleva fare una scuola, ma poi non hanno fatto nulla. Non hanno abbastanza radici storiche e culturali per motivare le loro convinzioni”. Le ragioni della crescita nelle scuole Saranno pure ignoranti e confusi, come sostiene Innocenti, ma sanno essere efficaci e convincenti, e in molti casi allarmanti per la capacità di fare proselitismo. A Ostia “sono così presenti in tante di quelle scuole che in pratica le controllano”. Una ragazza del liceo Anco Marzio racconta che fa di tutto per dare un senso all’antifascismo, ma il contesto in cui deve farlo è questo: Il problema è tutto il decimo municipio di Roma, non solo Ostia. Nei licei la presenza delle liste neofasciste è ridotta, ma nei tecnici hanno una forte influenza. Approfittano del menefreghismo che c’è in quelle scuole per la politica. Hanno cominciato dando una mano a fare le occupazioni. L’anno scorso, per esempio, al Faraday l’occupazione l’hanno fatta ex studenti, militanti di Blocco studentesco. In certe scuole, il logo di Bs è ovunque, l’essere studente si confonde con l’essere militante di destra. Si piazzano davanti alle scuole a danno i loro volantini, reclutano, e gli studenti non si ribellano: Bs non viene neanche percepita come il ramo giovanile di un partito come CasaPound. Questo perché si prendono i ragazzini di quindici anni, li mettono a fare la raccolta di generi alimentari fuori dai supermercati, gli fanno fare assistenza alle famiglie, non sembra politica all’inizio. E poi picchiano. Intimidazioni: una testata a uno, uno sputo a un altro. L’antifascismo, in contesti del genere, è una battaglia di resistenza. E anche se il numero dei neofascisti non è aumentato, la loro presenza si nota perché il processo di desertificazione a sinistra è stato ed è drammatico. Francesca Picci dell’Unione degli studentimostra un appello che hanno scritto per “promuovere dentro le scuole e dentro le consulte iniziative e assemblee informative sul significato e sull’importanza che oggi ha l’antifascismo”. Non è un’eccezione, nell’ultimo anno le iniziative antifasciste si sono moltiplicate. Ma il vero tema sollevato da chi fa politica a sinistra è un altro. Fare politica alle superiori diventa difficile per le riforme che sempre di più tendono a reprimere l’espressione politica degli studenti: dal voto in condotta al numero di assenze da non superare (anche se si fanno per scioperare), pena la bocciatura. Gli stessi rappresentanti degli studenti molto spesso sono impauriti dalle minacce dei dirigenti, dai docenti. Una ragazza dei collettivi di sinistra a Milano, che preferisce rimanere anonima, dice: “Molti, piuttosto che essere bocciati o rimandati, smettono di fare politica. Le scuole sono sì ancora il laboratorio per il paese. Ma è chiaro che se le occupazioni sono criminalizzate, se le mobilitazioni contro l’alternanza scuola-lavoro incidono sul voto finale, la partecipazione diventa complicata”. Francesca Coin, docente di sociologia all’università Ca’ Foscari di Venezia, aggiunge: “Le assemblee e la partecipazione politica distraggono dall’efficienza e a volte sono considerate addirittura nocive. Non è difficile capire perché l’immaginario politico delle nuove generazioni tenda a destra, quando sin da piccoli hanno ricevuto, anzitutto tagli, ammonimenti e prescrizioni”. Una manifestazione di CasaPound per chiedere la chiusura del centro di accoglienza in via del Frantoio a Roma, il 30 giugno 2017. (Matteo Minnella, OneShot/Luzphoto)
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pharmaphorumuk · 3 years
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Deep Dive: Patients and Partnerships
As this issue’s title suggests, patient centricity is about more than just talking points and marketing strategies – it requires companies to truly listen to, engage with and partner with the patients they serve, and in putting this month’s Deep Dive together it’s been great to see that so many pharma firms are now taking this to heart.
Not only that, but we are seeing patient insights being considered at every stage of a product’s lifecycle, from product design to clinical trials and even post-marketing patient services. In this issue you can read expert viewpoints from across the industry on how pharma can optimise its patient engagement at all these stages.
Finding agility in unprecedented times Nicole Farmer, general manager, UK & Ireland at Sanofi Genzyme, tells us how the company aimed for agile adaptation during COVID, and how these lessons are driving patient centricity going forward
‘No going back’ for clinical trials after COVID Trial sites have adapted swiftly to the restrictions of COVID-19. The next step is ensuring the industry does not regress to old ways of working once the pandemic is over
True patient-focused research through decentralised and hybrid trials How can pharma improve the patient-centricity of its trials during COVID-19 and beyond? Experts from across the sector give their thoughts on the key approaches and technologies that are driving patient engagement forward
How patient insights are changing trial solutions Patients have been asking for patient-centric trial solutions for years – the industry just hasn’t been listening. Medidata’s Anthony Costello tells us what insights pharma has been missing out on and how they can be harnessed to build better solutions
Boosting the impact of patient services New research from Accenture has revealed that adoption of patient support services hasn’t improved since 2015 despite increasing pharma investment. Jennifer Spada tells us how companies can boost awareness of their programmes to improve outcomes
3 practical steps for improving patient support Research Partnership’s Emilie Braund and Harrison Gaiger dig down into the top insights pharma companies can harness to make their patient support programmes as powerful as possible
Enabling new models of care: pursuing pharma’s partnership potential There is a huge, ongoing shift in how health and wellness is approached in the UK, and the changes will have important implications for NHS-industry partnerships
A collaborative approach to greater diversity in clinical trials Despite new policies, trial data has remained largely based on healthier Caucasian subjects. Evidera’s Rhonda Henry explores ways to change this
Patient journeys in the era of COVID-19 OPEN Health’s Richard Jones and Sumira Riaz assess the pandemic’s implications for understanding patients’ experiences and how the pharma industry can support them
Patient partnerships: putting relevance into relationships Emma Sutcliffe explains how to build partnerships that are not defined by the volume of the interactions but instead by the value that each interaction brings to all stakeholders
COVID-19 – Delivering a pandemic of change to digital medical education Medscape’s Adrian Duncan explores findings from an FDA trial looking at the impact of digital medical education on antibiotic prescribing
How pharma needs to change for the era of digital health Experts from Healthware Group explore how companies can rebuild their approach to digital from the ground up for the benefit of patients
  • Read the latest issue Deep Dive: Patients and Partnerships 2020 in full
pharmaphorum’s digital magazine Deep Dive provides objective, issue-driven views, analysis, high-level interviews and unique research for pharmaceutical companies, biotech firms and the wider healthcare sector.
In 2020 Deep Dive will have special focuses on disruptive technologies in pharma, R&D innovation, market access and commercialisation, oncology, sales & marketing innovation, digital health and patient engagement. Subscribe to future issues of Deep Dive.
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muatyland · 4 years
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Il richiamo del lupo (La spada del corvo #1) | Anthony Ryan
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La pace non è mai eterna…
Vaelin Al Sorna è una leggenda vivente e il suo nome è famoso in tutto il Regno. È stata la sua guida che ha permesso di rovesciare imperi, la sua spada che ha vinto dure battaglie… e il suo sacrificio che ha permesso di sconfiggere una malvagità più terrificante di…
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italianaradio · 4 years
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Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, le foto leaked di un art book rivelano un film diverso
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/star-wars-lascesa-di-skywalker-le-foto-leaked-di-un-art-book-rivelano-un-film-diverso/
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, le foto leaked di un art book rivelano un film diverso
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Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, le foto leaked di un art book rivelano un film diverso
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, le foto leaked di un art book rivelano un film diverso
Nuove immagini leaked trapelate online di un art book dedicato a Star Wars: L’Ascesa di Skywalker suggeriscono che in origine il film doveva essere molto diverso. L’Ascesa di Skywalker è stato il capitolo finale della trilogia sequel e ha chiuso ufficialmente la saga degli Skywalker, una storia iniziata sul grande schermo oltre 40 anni fa. Nonostante il film abbia proprio di recente superato il miliardo al box office mondiale, L’Ascesa di Skywalker è stata accolto da pubblico e critica in maniera contrastante, soprattutto a causa di alcuni elementi presenti nella storia.
I piani originali della Disney per L’Ascesa di Skywalker non sono mai stati resi pubblici, ma sappiamo – anche grazie ai dettagli sulla versione di Colin Trevorrow emersi sul web negli ultimi giorni – che all’inizio Episodio IX doveva essere molto diverso dal film uscito nelle sale di tutto il mondo lo scorso dicembre. Prima che la Disney coinvolgesse nuovamente J.J. Abrams, il capitolo finale della saga degli Skywalker era stato affidato al regista di Jurassic World e avrebbe dovuto intitolarsi Duel of the Fates, con Kylo Ren che sarebbe dovuto essere il villain principale, reo di aver ucciso di genitori di Rey. Il film avrebbe dovuto concludersi con diversi Fantasmi di Forza che aiutavano Rey a sconfiggere Kylo, con la ragazza che avrebbe poi addestrato alcuni giovani apprendisti Jedi. Eppure, anche dopo la dipartita di Trevorrow, sembra che la Disney avesse ancora altri piani per la pellicola.
Una serie di immagini leaked dell’art book “The Art of Star Wars: The Rise of Skywalker”, emerse online grazie a ComicBookMovie, suggeriscono che anche dopo il licenziamento di Trevorrow e prima dell’ingaggio di Abrams, il film era ancora in una sorta di limbo creativo, ma sempre molto diverso dalla versione che abbiamo visto al cinema. Una delle più grandi differenze riguardano Kylo Ren, che dai concept presenti nell’art book appare ancora come il principale antagonista, mentre Palpatine non è presente in nessuno dei concept. Sembra inoltre che la Disney stesse per includere anche il personaggio dell’Oracolo – presente anche nello script di Trevorrow -,che avrebbe dovuto aiutare Ben Solo a scoprire di più sul Lato Oscuro della Forza. Altri concept ci mostrano invece Rey brandire una spada laser a doppia lama rossa, Chewbacca impriggionato che viene interrogato da Kylo Ren, il Tempio Jedi su Coruscant e Rey che vede il Fantasma di Forza di Obi-Wan Kenobi.
Potete vedere le immagini di seguito:
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LEGGI ANCHE – Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, 10 riferimenti alle vecchie trilogie che non avevi notato
Lucasfilm e il regista J.J. Abrams uniscono ancora una volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia lontana lontana con Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian McDiarmid e Billy Dee Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star Wars: L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i produttori esecutivi.
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Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, le foto leaked di un art book rivelano un film diverso
Nuove immagini leaked trapelate online di un art book dedicato a Star Wars: L’Ascesa di Skywalker suggeriscono che in origine il film doveva essere molto diverso. L’Ascesa di Skywalker è stato il capitolo finale della trilogia sequel e ha chiuso ufficialmente la saga degli Skywalker, una storia iniziata sul grande schermo oltre 40 anni fa. […]
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Stefano Terracina
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siciliatv · 2 years
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Sicilia, elezioni regionali del 25 settembre 2022. Ecco i candidati
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Elezioni Regionali Sicilia 2022: sono state pubblicate tutte le liste dei candidati presentate dai partiti per le votazioni che si terranno il prossimo 25 settembre riguardanti la regione. Le liste dei candidati Partito Democratico La lista dei candidati del Partito Democratico della Sicilia su base provinciale per le prossime elezioni regionali e il listino “Caterina Chinnici presidente”: - Catania: Barbagallo Anthony, Saverino Ersilia, Burtone Giovanni, Chinnici Valentina, Grasso Lev Salvatore Boris, Ferrante Massimo, Lo Giudice Antonino, Maugeri Mario, Panebianco Ketty Rita, Petta Giovanni, Randazzo Santi Maria, Faro Anna Maria Rita, D’Orto Concetta Antonella; - Agrigento: Catanzaro Michele, Martello Salvatore, Mazza Vita Maria, Passarello Calogero Raoul, Vella Stella, Zarcone Antonio; - Ragusa: Dipasuale Nello, Brullo Giuseppa, Stornello Francesco, Melia Silvia; - Trapani: Venuti Domenico, Bianco Giuseppe, Canino Lucia Daniela, Licari Maria Linda, Safina Dario; - Caltanissetta: Andaloro Marco, Castiglione Marina, Di Cristina Peppe; - Palermo: Cracolici Antonello, Angelini Fabio, Calabrese Antonio, Chinnici Valentina, Cosentino Isabelle Christine, Crisci Maria Rita, Giambona Mario, Li Calzi Cleo, Macaluso Pietro, Martorana Cettina, Mattaliano Cesare, Miceli Carmelo, Ribaudo Francesco, Spera Leonardo; - Enna: Venezia Sebastiano (Fabio), Patelmo Angela; - Messina: Bartolotta Antonino, Capria Francesco, Leanza Calogero, Mancuso Palmira, Mastroeni Giovanni, Pulejo Laura, Vitarelli Giuseppe; - Siracusa: Caramella katiuscia; Ciulla Vania; Cutrufo Gaetano; Spada Tiziano; Stefio Giuseppe. Centopassi per la Sicilia La lista dei candidai di Centopassi per le prossime elezioni di tutte le province: - Catania: Fava Claudio, Bellante Bruna, Benincasa Pompeo, Boria Laura, Brancati Domenico, Caruso Rosario, Colombrita Mario, Feltri Emanuele, Grassi Nicola, Grasso Domenico, Guglielmino Rosaria Valentina, Papa Marina, Zampaglione Amalia; - Agrigento: Aquilino Pietro, Fontana Vincenzo, Galvano Angela, Mallia Mario, Montalbano Giuseppe, Monteleone Teresa; - Enna: Zampaglione Amalia, Lentini Ettore; - Caltanissetta: Rubolo Fabio, Basile Valentina, Li voti Francesco. Forza Italia Anche la lista dei candidati di Forza Italia è stata pubblicata: - Agrigento: Margherita La Rocca Ruvolo, Riccardo Gallo, Vincenzo Fontana, Alessandra Fiaccabrino, Luigi Salvaggio, Angelo Vincenti; - Palermo: Miccichè Giovanni, Caputo Mario, Lentini Salvatore, Tamajo Edmondo, Alongi Pietro, Bruno Giuseppina, Cascio Francesco, Cicero Ilenia, Fricano Mario, Maniscalco Margherita, Mazzarino Adelaide, Mincica Giacomo, Morreale Pierluigi, Nicosia Silviane, Parisi Ferdinando, Vitrano Gaspare; - Catania: Marco Falcone, Alfio Papale, Nicola D’Agostino, Marco Maria Salvatore Alosi, Riccardo Angelo Pellegrino, Desirè Platania, Ivana Catena Pollicina, Antonino Russo, Salvatore Scollo, Marina Scordo, Deborah Tommasina Sozzi, Salvo Tomarchio, Antonio Villardita; - Enna: Francesco Occhipinti, Luisa Lantieri; - Messina: Bernardette Grasso, Tommaso Calderone, Giuseppe Picciolo, Giuseppe Corvaia, Bruno Cilento, Giovanni Villari, Donatella Sindoni, Daniela Di Ciuccio; - Palermo: Giovanni Miccichè, Mario Capito, Salvatore Lentini, Edmondo detto Edy Tamajo, Pietro Alongi, Giuseppina Bruno, Francesco Cascio, Ilenia Cicero, Mario Fricano, Margherita Maniscalco, Adelaide Mazzarino, Giacomo Mincica, Pierluigi Morreale, Silviane Nicosia, Ferdinando Parisi, Gaspare Vitrano; - Ragusa: Daniela Baglieri, Vincenzo Cannizzaro, Giovanni Cugnata, Marco Greco; - Siracusa: Edgardo detto Edy Bandiera, Corrado Bonfanti, Irene Ferrauto, Riccardo Gennuso, Concetta Morello; - Trapani: Antonino Detto Toni Scilla, Stefano Pellegrino, Nicola Li Causi, Rossana Palermo, Giusy Milazzo. Popolari e Autonomisti I candidati nella lista “Popolari e Autonomisti – Noi con la Sicilia. Schifani presidente”: - Palermo: Amato Paola, Barrale Valerio, Dell’Utri Giuseppe Paolo Emilio Alessandro, Di Carlo Calogero, Di Salvo Bartolomeo, Ferrigno Salvatore, Furio Maria, Gucciardo Manuela, Manfrè Gabriele, Marfia Annalisa, Panno Martina, Picone Morena, Saladino Paola, Testaverde Antonio, Lodato Patrizio, Vitello Claudia; - Trapani: Hopps Maria Concetta; Bonanno Giuseppe; La Barbera Claudia; Sturiano Vincenzo Patrizio; Rocca Angelo; - Caltanissetta: Caci Rosario, Dell’Utri Massimo, Ricotta Carmela; - Catania: Compagnone Giuseppe, Amendolia Antonino, Barchitta Francesco, Bucisca Martina Concetta, Caruso Gabriella Patrizia, Castiglione Giuseppe, Garigliano Francesca Filippa, Italia Salvatore, Lombardo Giuseppe, Porto Alessandro, Renna Sabrina Lucia Concetta, Sgroi Francesco, Spalletta Maria; - Siracusa: Bonomo Mario, Carta Giuseppe, Leone Raffaele, Tata Carmela, Raiti Adriana; - Enna: Colianni Francesco, Gemmellaro Francesca; - Messina: Genovese Luigi, Greco Marcello, Carnevale Emanuele, D’Angelo Nunziata, Frontino Luca, Mangano Paolo, Mazzeo Rosa Angela; - Agrigento: Di Mauro Giovanni, Galluzzo Assunta, Gulisano Giulia, Intorre Dyana, Licata Domenico, Maglio Vito; - Ragusa: Amato Paolo, Arestia Giuseppe, Nigro Rosaria, Vindigni Giovanni. Prima l’Italia – Lega Salvini Premier La lista dei candidati per il partito “Prima l’Italia – Lega Salvini Premier” è la seguente: - Agrigento: Carmelo Pullara, Carmelo D’Angelo, Sabrina Lattuca, Paola Sacco, Cesare Sciabarrà, Antonino Lauricella; - Caltanissetta: Oscar Aiello, Roberto Alabiso, Valeria Piera Rita  Vella; - Catania: Luca Rosario Luigi Sammartino, Fabio Cantarella, Anastasio Carrà, Santo Orazio Caruso, Carmelo Antonio Corsaro, Mercedes Floreana Di Mauro, Tiziana Fiscella, Agatino Giusti, Ignazio Mannino, Morsellino Brigida, Raffaela Musumeci, Sara Pettinato, Francesco Sanglimbene; - Enna: Nina Mancuso Fuoco, Lorena Amico; - Messina: Maria Aloisi, Antonella Bartolomeo, Giuseppe detto Peppino Buzzanca, Antonio Catalfamo, Giuseppe detto Pippo Laccoto, Giovanna Pantò, Davide Paratore, Marilena Salamone; - Palermo: Vincenzo Figuccia, Maria Anna Caronia detta Marianna, Alessandro Anello, Giovanni Di Giacinto, Giuseppe Arredi, Loredana Badalamenti, Carolina Barbagiovanni, Gaetano Cammarata detto Tanino, Maurizio Castagnetta, Salvatore Causarano, Michele Cerniglia, Giuseppe Di Vincenti, Simona Gallina, Davide Lercara, Alfonso Lo Cascio, Antonella Perrone; - Ragusa: Doriana Anzalone, Andrea La Rosa, Salvatore Mallia, Orazio Ragusa; - Siracusa: Vincenzo Vinciullo, Giovanni Cafeo, Deborah Marino, Corrado Roccasalvo, Martina Strano; - Trapani: Girolamo detto Mimmo Turano, Eleonora Lo Curto, Francesco Lombardo, Pietro Marino, Adelaide Terranova. Nuova DC I candidati per il partito “Nuova DC” in Sicilia sono i seguenti: - Agrigento: Carmelo Pace, Salvatore Fanara, Giuseppe Alaimo, Decio Terrana, Marinella Notonica, Chiara Cosentino; - Caltanissetta: Angela Cocita, Giuseppe detto Pino Federico, Calogero detto Gero Valenza; - Catania: Daniela Di Piazza, Maria Katia Muratore, Angela Reale, Cinzia Saccomando, Giovanni Bulla, Giovanni Giuffrè, Pietro Lipera, Giuseppe Marletta, Andrea Barbaro Messina, Giuseppe Orfanò, Giovanni Mario Rapisarda, Angelo Spina, Carmelo Tagliaferro; - Enna: Roberto Li Volsi, Filippa Greco; - Messina: Gabriella Barbera, Salvatore Merlino, Maria Teresa Prestigiacomo, Giovanni Princiotta, Federico Raineri, Carla Mariagrazia detta Mara Riscifuli, Massimo Russo, Salvatore Totaro; - Palermo: Nuccia Albano, Antonino Calia, Adriana Canestrari, Nicola Figlia, Giuseppe Gennuso, Nicola Greco, Elisabetta Liparoto, Giuseppe Manzella, Luciano Marino, Cristina Nasca, Sandro Oliveri, Angelo Onorato, Mauro Pantó, Carla Maria Grazia Riscifuli, Natale Tubiolo, Ignazio Zuccaro; - Ragusa: Ignazio Abbate, Sebastiano Gurrieri, Camerina Filippo Frasca, Paola Santificato; - Siracusa: Maria detta Maria Grazia Gennuso, Alessandra Giuffrida, Daniele Nunzio Lentini, Renzo Spada, Giuseppe Vasta; - Trapani: Giacomo Scala, Vito Gangitano, Rosalia Ventimiglia, Giuseppe Guaiana, Serafina Marchetta. Azione – Italia Viva La lista dei candidati con il partito “Azione – Italia Viva” è la seguente: - Agrigento: Fabrizio Di Paola, Rino Lo Giudice, Decimo Agnello, Giuseppe Pendolino; - Caltanissetta: Carmelo Migliore, Vincenzo D’Asero, Di Prima Giuliana; - Catania: Lucia Tuccitto, Nunzia Decembrino, Giuseppe Ferrante, Salvatore Bracci, Calogero Cittadino, Maria Alessandro Costarelli, Vincenzo D’Asaro, Davide Di Benedetto, Mario Greco, Massimo Maniscalco, Rosario Torrisi, Carmelo Sanfilippo, Cristiana Sammartino; - Enna: Andrea Virdi, Giuseppina Sinagra; - Messina: Gaetano Armao, Massimiliano Miceli, Maria Cristina Gambino, Antonio Giordano, Letterio Grasso, Luigi Sidoti, Noel Falduto, Massimo Maniscalco; - Palermo: Gaetano Armao, Francesco Bertolino, Aurelia Botto, Caronia Concetta Natalina detta Natalia, Calogero Randazzo, Domenico D’Agati, Guido Galipò, Leonardo Canto, Salvatore Biundo, Mauro Lo Baido, Sergio Burriesci, Maurizio Ficarra, Antonina Troia, Maria Calagna, Gaia Maria Perniciario, Manfredi Mercadante; - Ragusa: Maria Grazia Cultrera, Fabio Tolomeo, Vincenza Zagra, Tani Imelio; - Siracusa: Michelangelo Giansiracusa, Giuseppe Incatasciato, Giulia Licitra, Manuel Mangano, Giuseppina Valenti; - Trapani: Gaetano Armao, Giovanni Bavetta, Giuseppa Casabella, Francesca Incandela, Mariella Barraco. De Luca Sindaco di Sicilia Per quanto riguarda la lista dei candidati per il partito “De Luca Sindaco di Sicilia”, si tratta dei seguenti nomi: - Agrigento: Roberto Battaglia, Gaetano Cani, Ciro Miceli, Salvatore Monte, Maria Dalli Cardillo, Marzia Maniscalco; - Caltanissetta: Angelo Bellina, Marzia Maniscalco, Giampiero Modaffari; - Catania: Ludovico Balsamo, Alfio Barbagallo, Antonella Basso La Bianca, Salvatore, Giuseppe Canzoniere, Antonio Danubbio, Salvatore Giuffrida, Angelo Malannino, Davide Marraffino, Santo Orazio Primavera (detto Privitera detto Santo Privitera), Rita Graniti Puglia, Rita Carmelina Puglisi, Concetta detta Ketty Rapisarda, Davide Maria Catania Vasta; - Enna: Francesca Draià, Francesco Alberghina; - Messina: Cateno De Luca, Giuseppe detto Pippo Lombardo, Marco Giorgianni,Matteo Sciotto,Alessandro De Leo, Nicoletta D’Angelo, Concetta Crocè, Valentina Costantino; - Palermo: Ismaele La Vardera, Luigi detto Gigi Cino, Salvatore detto Salvo Geraci, Pietra detta Piera Chiarenza, Francesca Coco, Michele detto Ganci Gangi, Tommaso detto Massimo Gargano, Igor Gelarda detto Gelardi detto Gerarda, Antonella Panzeca detta Panseca, Salvina Profita, Umberto Richichi, Filippo Romano, Claudio Sala, Salvatore Sanfilippo, Pio Siragusa detto Siracusa, Thiyagarajah Ramani detto Ramy; - Ragusa: Saverio Buscemi, Lara Cavalieri, Antonio detto Antonello Firullo, Paolo Monaca; - Siracusa: Marco Bertoni, Mariano Ferro, Luigi Fiumara, Romina Miano, Luna Stella Sole; - Trapani: Daniele Mangiaracina, Giuseppe Lipari, Jessica Fici, Giuseppa Coppola, Franco Orlando. Sicilia Vera Invece, i candidati per la lista “Sicilia Vera” sono i seguenti: - Agrigento: Salvatore Malluzzo, Nicoletta Bonsignore, Alisia Casà, Eduardo Chiarelli Eduardo, Salvatore Marullo, Salvatore Nicolosi; - Caltanissetta: Marco detto Piero Maniglia, Guglielmo Panebianco, Maria Noemi detta Noemi Passaro; - Catania: Giuseppe De Luca, Luigi Messina, Angelo Villari Luigi Bosco, Rosa Contino, Nunziatina Di Cavolo, Vincenzo Di Silvestro, Federica Giangreco, Daniela Greco, Ginevra Liardo, Paola Marletta, Mirko Stefio, Attilio Luigi Maria Toscano; - Enna: Carlo Santangelo, Clorinda Perri; - Messina: Danilo Lo Giudice, Filippo Ricciardi, Antonio Restuccia, Marco Vicari, Eugenio Aliberti, Serena Giannetto, Stefania Giuffrè, Daniela detta Consolo Bruno; - Palermo: Antonino De Luca, Calogero Barbera, Giorgio Calì, Maria Carraro, Eugenio Ferraro, Maria Genduso, Vincenzo La Punzina, Valentina Lo Monte, Michele Longo, Maria Concetta Mandalà, Giovanni Mannino, Giuseppe Mineo, Maria Luisa Morici, Antonio Scaturro, Lina Vanessa Totaro, Francesco Valentini; - Ragusa: Andrea Distefano, Dario Giannone Malavita, Giulia Polizzi, Giuseppe Spadola; - Siracusa: Daniele Delia, Giuseppe detto Peppuccio Infantino, Maura Fontana, Enzo Vittorio detto Enzo Nicastro, Angelo Troia; - Trapani: Paola Badalucco, Sebastiano Grasso, Maria La Rosa, Francesco Poma, Salvatore Scianna. Movimento 5 stelle I candidati per il partito “Movimento 5 Stelle” sono i seguenti: - Agrigento: Giovanni Di Caro, Salvatore Ersini, Angelo Cambiano, Marcella Carlisi, Francesco Castrogiovanni, Veronica Bellicosi; - Caltanissetta: Nunzio Di Paola, Filippo Ciancimino, Maria Luisa Cinquerrui; - Catania: Nunzio Di Paola, Jose Marano, Cristiano Anastasi, Giuseppe Maria Purpora, Lidia Erminia Adorno, Martina Ardizzone, Teresa Corallo, Graziano Francesco Maria Bonaccorsi, Antonio Maria Bonaccorso, Angelo Attanasio, Giampaolo Caruso, Giuliana Gianna, Sebastiano Mario Valenti; - Enna: Angelo Parisi, Anne Ellen Devlin; - Messina: Antonino De Luca, Antonella Papiro, Cristina Cannistrà, Vera Giorgianni, Calogero Leanza, Lillo Valvieri, Giovanni Utano, Riccardo Zingone; - Palermo: Nunzio Di Paola, Luigi Sunseri, Roberta Schillaci, Adriano Varrica, Fabrizio Bilello, Provvidenza Barrovecchio, Massimo Ruggieri, Giorgio Castagna, Calogero Cerami, Maria Rosa Favuzza, Domenico Gambino, Irene Gionfriddo, Venera Lazareanu, Luca Lecardane, Antonino Parisi, Marianna Ruggeri; - Ragusa: Stefania Campo, Pietro Gurrieri, Gianluca Di Raimondo, Carmen Rabbito; - Siracusa: Giorgio Pasqua, Flavia Di Pietro, Fabio Fortuna, Carlo Gilistro, Serafina Prumeri; - Trapani: Nicolò La Grutta, Cristina Ciminnisi, Luca d’Agostino, Luana Maria Saturnino, Mauro Terranova. Fratelli d’Italia Il partito “Fratelli d’Italia” sta candidando le seguenti persone: - Agrigento: Paola Antinoro, Giovanni Cirillo, Giovanni Di Caro, Liliana Marchese Ragona, Matteo Mangiacavallo, Giusi Savarino; - Caltanissetta: Agata Amico, GiuseppeCatania, Salvatore detto Totò Scuvera; - Catania: Angela Foti, Gaetano Galvagno, Giuseppe Zitelli, Letterio Dario Daidone, Francesco D’Urso Somma, Tania Andreoli, Nocolò Bonanno, Riccardo Gabriele Castro, Santa Garilli, Francesco Longo, Barbara Agnese Mirabella, Carmelo Nicotra, Rosalba Giovanna Paglia; - Enna: Cermelo Barbera, Elena Pagana; - Messina: Elvira Amata, Giuseppe detto Pino Galluzzo, Luigi Miceli, Gaetano Nanì, Vincenzo Ciraolo, Ferdinando Croce, Giovanna Giacobbe, Teresa Pino; - Palermo: Alessandro Aricò detto Arricò detto Arigo, Brigida Alaimo, Antonella Calì, Simona Cascino, Fabrizio Ferrara, Valentina Guarino, Marco Intravaia detto Intravaglia (detto Intravia detto Travaglia detto Travaglio), Giosuè Maniaci, Giuseppe, Palmeri detto Pippo, Michele Pivetti Gagliardi detto Pivetti, Massimo Polizzi, Luisa Pullara, Giovanni Rossi, Francesco Paolo Scarpinato, Giuseppe Scialabba, Vincenzo Sclafani; - Ragusa: Giorgio Assenza, Mery Ignaccolo, Vincenzo detto Tato Cavallino, Alfredo Vinciguerra; - Siracusa: Giovanni Luca Cannata, Pietro Forestiere, Carlo Auteri, Francesca Catalano, Noemi Giangravè; - Trapani: Sergio Tancredi, Giuseppe Detto Peppe Bica, Nicolò Detto Nicola Catania, Antonietta Anna Maria Detta Antonella Pantaleo, Rita d’Antoni. Orgoglio Siculo Per la lista “Orgoglio Siculo”, i candidati che si presenteranno saranno: - Agrigento: Gianluca Lo Bracco, Marchetta Gerlando, Sicurello Giuseppe, Vassallo Anette, Vella Rosario Gioacchino, Vizzini Myriam; - Caltanissetta: Valeria Dell’Utri, Angelo Montebello, Francesco Rimmaudo; - Catania: Carmine Bertuccio, Annamaria Cannavò, Claudio Santi Collura, Paolo D’Amato, Salvatore Fiore, Donatella detta Donata Marchese, Pasquale Masi, Raffaele Panebianco, Pierpaolo Pecoraio, Agatino detto Tino Scarvaglieri, Caterina Scordo, Salvatore Stefio, Fabiana Famularo; - Enna: Rosa Maria, Antonio Messina; - Messina: Mario Briguglio, Vincenzo detto Enzo Pulizzi, Ivano Cantello, Serena La Spada, Rosaria detta Spinella Di Ciuccio, Daniela Zirilli, Concetta (detta Cettina Buonocore detta Cettina Bonocore), Francesco Fazio; - Ragusa: Antonino detto Tonino Converso, Valentina Maria Costanza Musumeci, Bastian Occhipinti, Sonia Tenerezza; - Siracusa: Agostino Rosolia, Salvatore Carcò detto Salvatore Glovo, Maria Luisa Garraffa, Carlo Palermo, Salvatore Ventura; - Trapani: Vanessa Barone, Fabrizio Misuraca, Francesco Sammartano, Eugenio Salvatore Strongone, Francesca Urzì. Siciliani Liberi - Catania: Eliana Silvia Saturnia, Ciro Lomonte, Sebastiano Antonucci, Giorgio Dadalamenti, Carmelo Camilleri, Carmela Cappello, Luisa Chifari, Angela Drago, Daniele Foti, Alfonso Genchi, Andrea Maugeri, Antonio Norrito, Ciro Emiliano Puopolo; - Palermo: Eliana Silvia Saturnia Esposito, detta Eliana, Ciro Lomonte detto Lo Monte, Giorgio Badalamenti, Carmela Cappello, Luisa Chifari, Francesco Calvagna, Alfonso Genchi, Marco Lo Dico, Anna Manzo, Andrea Maugeri, Renato Meli, Antonio Norrito, Mario Pagliaro, Emiliano Rini, Angela Romano, Salvatore Mario Cateno Turrisi; - Siracusa: Marco Lo Dico, Raffaella Esposito, Gianmarco Barraco, Mario Pagliaro, Angela Romano. Autonomia Siciliana - Enna: Ferdinando De Francesco, Irene Puzzo; - Messina: Cristina Catalfamo, Giovanna Detta Ivana De Vincenzo, Antonio Pennisi, Simona Oteri, Daniele Ruzzo, Giovanni Scopelliti, Bartolomeo Detto Cavallin Taranto (OlegTraclò); - Ragusa: Maria Grazia Angelica, Daniela Iurato, Cristoforo Nania, Daniela Ruta. Impresa Sicilia - Enna: Sebastiano Lombardo Facciale, Maria Crupi; - Messina: Ugo Sergio Detto Sergio Crisafulli, Francesco Detto Ciccio Conti, Cristiana Irrera, Anna Lo Bianco, Rita Pancrazia Micalizzi, Rocco Augusto Mordaci, Sara Rifici, Antonino Detto ToninoStracuzzi. Basta Mafie - Enna: Giuseppe Berittelli, Concetta Maria Iacona; - Messina: Oscar Andò, Marisa Arena, Grazia Calore, Salvatore Cosenza, Fabio Famà, Teresa Impollonia, Cristiano Tripodi, Roberto Zodda. Terra D’amuri - Enna: Antonio Di Marco, Maria Carmela Romano; - Messina: Irene Antonuccio, Alessandro Detto Briga Brigandì, Elisabetta Carrolo, Antonino Detto Nino Di Natale, Salvatore Ioppolo, Franco Maria Laimo, Marta Maniscalco, Salvatore Puccio. Lavoro in Sicilia - Enna: Lorenzo Messina, Benedetta Casullo; - Messina: Fortunato Barbaro, Nicoletta Campanella, Liborio Antonellomichele (detto Antonello Di Buono), Giuseppe Detto Pippo Fiocco, Stefania Formica, Mario Grazia Guido, Armando Mellini, Dorotea Sturiale. Giovani Siciliani - Enna: Cristian Cantale, Concetta Germanà; - Messina: Giulia Cappello, Alessandra Cardia, Giuseppe Di Mento, Tommaso La Macchia, Fabiana Mormino, Simone Natol, Domenico Ravidà, Francesco Detto Ciccio Romeo. Italia Sovrana e Popolare - Messina: Pietro Aloisi, Maria Baglione, Orazio Patrizio Felice Calì, Giusi Forestiere, Renzo Ioppolo, Giusi Orecchio, Gaetano Scoglio, Giuseppe detto Pino Siragusa; - Palermo: Fabio Maggiore, Calogero Pulici detto Carlo, Debora De Razza, Giuseppe Matranga, Alberto Lombardo, Domenico Ricotta, Maria Bentivegna detta Silvia, Marco Baiamonte, Gabriella Uccello, Massimo Marsala, Nunziatina Di Paola detta Nancy, Antonino Liberto detto Antonio, Maria Francesca Mosca detta Maria Francesca, Salvatore Vanella, Antonino Guaggente, Saverio Denaro; - Siracusa: Maria Franca Garro, Giuseppe Serrentino Giannone, Lorella Rossitto, Luigi Marletta, Armando Giovanni Zero; - Trapani: Calogero Detto Carlo Pulici, Giovanna Mazara, Giuseppe Matranga, Maria Detta Silvia Bentivegna, Carmela Marina Gabriele. Read the full article
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la-ragazza-che-ride · 7 years
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-È un libro,- dissi. -Lei sta scrivendo un libro-. Feci la ciangotta molto grave. -Ho sempre avuto la più grande ammirazione per quelli che riescono a scrivere i libri-. Poi guardai il primo foglio e lì c'era il titolo: ARANCIA MECCANICA, e io dissi:-Un titolo ben stronzo. Chi ha mai sentito di arance meccaniche?- Poi ne lessi un pezzettino con una ciangotta molto alta da predicatore:-...Il tentativo di imporre all'uomo, una creatura capace di sviluppo e dolcezza, capace alla fine di attingere il succo delle barbute labbra di Dio, di cercare d'imporre, dico, leggi e condizioni appropriate a una creazione meccanica, è contro questo che io alzo la mia penna-spada...-
Arancia meccanica; Anthony Burgess
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pangeanews · 4 years
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A proposito dell’autobiografia di Woody Allen… Elogio di Diane Keaton, l’attrice che ridacchia e che può tutto
Io Diane Keaton non la reggo. Non la posso vedere, peggio, non la posso sentire, e passi per i film che ha fatto con Woody Allen, perché c’è Allen, e passi pure per la trilogia de Il Padrino, perché è Il Padrino, e ancora passi La stanza di Marvin, perché c’è Leonardo DiCaprio, ma di più perché qui la Keaton sta tanto zitta, parla poco, parla per gesti, sorrisi, sguardi, e quindi non lo sento, quello che odiosamente fa in quasi tutti i suoi film. Non la sento, che squittisce, e ridacchia, e gesticola, e apre la bocca e occhi al mondo come provenisse da un altro pianeta. Che poi io, le prime volte, davo colpa al doppiaggio, pensando ne amplificasse lo stridio, e invece no, è proprio lei, Diane Keaton, che è così, a me insopportabile, anche perché io l’ho vista, soprattutto sentita, in versione originale, per essere sicura, togliermi ogni dubbio, e così motivare, aumentare, la mia insofferenza, di donna, e da donna a donna.
*
Va bene, non è vero. Ti ho mentito. Non è vero che non la sopporto. Non sopporto lo squittio (quello sì, per me potrebbe risparmiarselo) la verità è che sono gelosa, invidiosa, sono piena di rabbia, contro Diane Keaton, perché lei può. E io no. Che sia tra le più grandi attrici esistenti, mi ci inchino; che sia pure un’icona di stile, sai che me ne frega; che sia una star di Instagram, complimenti, ma io non sono social, sicché… No, io la invidio, io vorrei essere al suo posto, perché lei dal 1969 a oggi è l’unica persona al mondo che può vedere, in anteprima, i film di Woody Allen. Ti rendi conto? I film non finiti, in corso di lavorazione! E c’è di più: Diane Keaton è l’unica che può dire a Allen sì o no, che il film vale o fa schifo, che quella scena fa ridere o fa pena, che va tagliata, rigirata, o va lasciata perfetta com’è. Diane Keaton può questo, e altro, perché a lei, e soltanto a lei, Allen dà retta, e ne segue indicazioni e consigli. E non solo sui film, ma pure sulle sceneggiature, sui jokes, e sui libri che quel genio scrive. Di sicuro, Diane Keaton ha potuto dire la sua pure su A proposito di niente, l’autobiografia di Woody Allen che, per La Nave di Teseo, già trovi in e-book, e in versione cartacea dal 9 aprile. Libro che alla fine esce anche negli Stati Uniti per Arcade Publishing, e non più per Hachette, e se il perché non lo sai, ti è sfuggito, te lo dico io: alcuni dipendenti Hachette, lo scorso 6 marzo interrompendo il lavoro sono scesi in strada, a protestare, contro Hachette e contro Allen, perché, non so se hai notato, nel mondo non sta succedendo niente di rilevante, non abbiamo niente da fare, a cui pensare, occuparci, che scendere in strada e stare lì immobili a reclamare contro chi ci dà da mangiare! Eh, dissentire, quanto (li) fa sentire paladini della morale, e migliori, dalla parte giusta della Storia, perché Hachette è la stessa casa editrice che stampa le ‘pietre miliari’ di Ronan Farrow, e il signorino ha fatto sapere che a lui rode che l’editore che lo stipendia pubblichi il libro di chi lui non considera più suo padre, ma un mostro che è tale per nessun giudice, nessuna sentenza, nessuna condanna, se non per la mente “squilibrata” (Allen dixit) di sua madre.
*
Migliaia di copie al macero, e Ronan Farrow che se le è presa per iscritto pure con Diane Keaton, che da sempre, da subito, appena il movimento MeToo ha ridestato le false accuse contro Allen, si è schierata a spada tratta dalla parte di Allen, in pubblico, ovunque, difendendo l’uomo che ha amato e a cui deve tutto. Sì, tutto, da quando era una 23enne californiana di famiglia agiata approdata a New York con una confusione in testa che puoi immaginare, e forte in curriculum di una parte nel musical Hair. E Allen che è già Allen ma come autore, umorista, cabarettista, e si è messo in testa di fare teatro, e ha scritto Provaci ancora, Sam, Allen che è al secondo divorzio e nella fase la più libertina della sua vita, e la Keaton si presenta a lui in audizione, e Allen della sua bellezza resta abbagliato, le dà la parte ma non ci prova, bloccato dal fatto che Diane torna a casa dopo le prove con un uomo, sempre lo stesso, che la viene a prendere, ma non è il suo fidanzato, è il suo agente! E Allen che con Anthony Roberts esce tutte le sere con una donna diversa, e una sera con Diane, e quando ti innamori è sempre così, lo sai, che le altre non contano più. Spariscono. Evaporano. Per Diane è lo stesso e va a vivere con Allen, e il loro è un amore che dura un anno, appena un anno: quando Provaci ancora, Sam è trasferito su pellicola, con gli stessi protagonisti che lo hanno portato al successo in teatro, Diane Keaton e Woody Allen non stanno più insieme.
*
Una storia di un anno che li lega per sempre. Diane Keaton e Woody Allen si professano sì grandi amici, ma sono di più, sodali, complici, fratelli scelti, non so se esista una parola adatta a tradurre il loro legame, dimmi tu quanto può esser prezioso, e raro, trovare e mantenere per tutta la vita una persona che è dalla tua parte. Per Allen un’ancora di salvezza, vera, quando nel 1993 è nella bufera sentimentale e mediatica e giudiziaria: quando le porte del cinema per lui sono chiuse, sbarrate, Diane è lì, con lui, accanto a lui, dalla sua parte e non solo a parole, è lì con Allen sul set, a metterci in gioco tutto, faccia, nome, carriera, reputazione. Con Allen nei pasticci, ingiuriato, additato, Diane non ci pensa un attimo e corre a recitare con lui Misterioso omicidio a Manhattan, una commedia scritta benissimo e girata meglio, velocissima, abilissima, film senza pretese e senza un difetto, e film che se lo vedi oggi, a distanza di così tanto tempo, ci stai incollato pure se tu di Allen, e della Keaton, non sei un fan. Dice Diane Keaton: “Woody è l’uomo più forte che conosco, è fatto di acciaio”, e certo non è quel fifone pasticcione che vedi sullo schermo, quello è il suo personaggio, ché Allen non è un attore, è uno che sa solo recitare l’alter ego che si è costruito. E infatti, c’hai fatto caso? Non c’è film di Allen in cui il personaggio Allen sia qualcuno che non abbia a che fare col mondo delle lettere: Allen sullo schermo è ad esempio uno scrittore (Harry a pezzi), un professore (Mariti e mogli), un editor (Misterioso omicidio a Manhattan), un autore televisivo (Manhattan). Allen non sa interpretare persone che non conosce, non sa, non frequenta, non legge di cosa e come vivono. Ha deviato poche volte (in Scoop è un mago, sua ambizione da bambino, in La maledizione dello scorpione di giada è un investigatore anni ’40, ok, ma tu cosa non faresti pur di baciare Charlize Theron?).
*
Dice Diane Keaton che da decenni non ha un appuntamento galante, ma chi ci crede, io no di sicuro, però capisco che può esser difficile per un suo corteggiatore ‘reggere’ il confronto coi suoi ex: dopo Allen, ci sono stati Al Pacino, Warren Beatty, e due passioni non corrisposte: Jack Nicholson e Mel Gibson. Diane Keaton non si è mai sposata, ha adottato due figli da single 50enne, e di una cosa è convinta: da star del cinema, è impossibile stare con un collega altrettanto celebre. I suoi amori sono finiti per ragioni diverse, ma tutte legate dal filo rosso della rivalità. Oltre Allen, e non al suo livello, la Keaton conta tra i suoi migliori amici Nicholson, Sarah Jessica Parker e Meryl Streep. Te la ricordi Meryl Streep in Manhattan, che di Allen è l’ex moglie, lesbica e perfida? E quella scena, dove la Streep appare in strada, e svolta l’angolo, il suo candore bianco, e biondo, esaltato dal bianco e nero, non toglie il fiato?
Barbara Costa
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Avengers: Endgame uscirà tra meno di un mese, abbiamo potuto dare delle occhiate piuttosto dettagliate a tutti i personaggi presenti nella pellicola, ma ciò nonostante si sente veramente parlare poco del ruolo che dovrebbe avere come villain il nostro ormai amato Titano Pazzo Thanos, sempre interpretato dal grande Josh Brolin. Personaggio essenziale ma visto di sfuggita, per un secondo contato, nel teaser trailer, e quello che abbiamo visto era solo un primo piano del suo braccio mentre cammina in mezzo ai campi.
Ad ogni modo, abbiamo ricevuto diverse foto ufficiali, tra concept art e non solo, che ci mostrano il look principale che dovrebbe avere il personaggio in questo film. Ovvero con l’armatura addosso, e non più scoperto come in Infinity War, con il Guanto di nuovo intatto e una sorta di spada a doppia lama. Quest’oggi vi riportiamo le prime foto ufficiali dell’action figure del personaggio firmata Hot Toys, marca celebre per le sue action figure a dir poco ricche di dettagli, delle copie fedelissime dei personaggi che rappresentano, e infatti costano sempre un occchio della testa. Ciò nonostante, ci permettono di dare uno sguardo molto ravvicinato ai personaggi di blockbuster molto attesi.
Qui di seguito trovate la galleria di immagini dedeicate all’action figure Hot Toys del maestoso Thanos.
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Il grave ciclo di eventi messo in atto da Thanos che ha spazzato via metà dell’universo e fratturato i ranghi dei Vendicatori, costringe i rimanenti a prendere una posizione finale nella grande conclusione di ventidue film dei Marvel Studios, Avengers: Endgame.
Avengers: Endgame uscirà nelle sale italiane il 24 aprile 2019, con Anthony e Joe Russo alla regia, su una sceneggiatura di Christopher Markus e Stephen McFeely, basato sui fumetti di Jack Kirby e Jim Starlin e prodotto da Kevin Feige.
Nel cast Robert Downey Jr. (Tony Stark / Iron Man), Chris Evans (Steve Rogers / Capitan America),Chris Hemsworth (Thor), Scarlett Johansson (Natasha Romanoff / Vedova Nera), Jeremy Renner (Clint Barton / Occhio di Falco), Mark Ruffalo (Bruce Banner / Hulk), Brie Larson (Carol Danvers / Capitan Marvel), Karen Gillan (Nebula), Bradley Cooper (Rocket Racoon), Paul Rudd (Scott Lang / Ant-Man), Ty Simpkins (Harley Keener) e Josh Brolin (Thanos).
La fotografia è a cura di Trent Opaloch, mentre la colonna sonora è composta da Alan Silvestri.
Avengers: Endgame, diamo uno sguardo ravvicinato alla Hot Toys di Thanos Avengers: Endgame uscirà tra meno di un mese, abbiamo potuto dare delle occhiate piuttosto dettagliate a tutti i personaggi presenti nella pellicola, ma ciò nonostante si sente veramente parlare poco del ruolo che dovrebbe avere come villain il nostro ormai amato Titano Pazzo…
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sbknews · 7 years
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Motorcycle Live Announces Ace Builds Custom Showcase Finalists
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The organisers of the UK’s biggest bike show, Motorcycle Live, have announced the finalists in its Ace Builds custom showcase competition. The four machines will go on display at Motorcycle Live at The NEC, Birmingham from 18-26 November, where show visitors will be able to vote for the ‘Ultimate Ace Build’.
The initial entries to the competition were whittled down to just 14 shortlisted machines by an expert panel consisting of Motorcycle News deputy editor Richard Newland, Built magazine and Classic Bike editor Gary Pinchin and Bike Shed founder Anthony “Dutch” van Someren. The decision was then handed over to the public, who have been voting via the Ace Builds website over the last two weeks, to decide the four most popular bikes.
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The finalists are:
– A Kawasaki KH500 named “KH Five” built by Pip Davidson – A Yamaha XS650 named “Eleanor” built by Luke Cormack – A Ducati 900 Tracker built by Ali Latimer – A Yamaha XV750 Virago named “Café Racer PP2” built by Phil Price
All four finalists will each receive four tickets to Motorcycle Live and £200 of Motolegends vouchers, plus of course, the chance to have their bike on display by the Black Horse Stage in the Eurosport Entertainment Zone at the heart of Motorcycle Live.
The ‘Ultimate Ace Build’ will be decided by Motorcycle Live visitors, who will be able to vote for their favourite of the four finalists throughout the show. The owner of the winning machine will be awarded £1000 of Motolegends vouchers and the chance for their bike to feature in a Motolegends catalogue.
Advance tickets for Motorcycle Live are on sale now, priced at just £19.50 per adult, £12 for Seniors, £1 for 11-16 year olds* and FREE for children aged ten and under (accompanied by a paying adult). There is also a £25 advance ticket, which includes entry to the show and a Spada Gonzo bag worth £29.99**.
To book, call 0844 581 2345 or visit www.motorcyclelive.co.uk.
Motorcycle Live 2017 takes place at The NEC, Birmingham from 18-26 November.
*Advance ticket price, closing date for advanced tickets midnight on 17 November 2017. There is a £1.50 fulfilment fee per order.
**Limited offer while stocks last
Two Brand-New Free Features For Budding Bikers at Motorcycle Live
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anthonyspada · 1 year
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AnthonySpada I never thought I'd have the courage to jump out of a plane, but I'm so glad I did. Skydiving taught me to trust myself and push my limits. #skydiving
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anthonyspada · 1 year
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#AnthonySpada Skydiving is not for the faint of heart, but it's also not as scary as you might think. Once you're up there, the excitement takes over and you're in for an unforgettable ride.
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italianaradio · 5 years
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Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, nuove foto portano un tocco di nostalgia
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Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, nuove foto portano un tocco di nostalgia
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Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, nuove foto portano un tocco di nostalgia
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, nuove foto portano un tocco di nostalgia
Entertainment Weekly ha dedicato tre cover variant e diverse pagine del nuovo numero a Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, che arriverà nei cinema di tutto il mondo in tempo per il prossimo Natale.
Tra le varie interviste e i contenuti speciali del film, pubblicati sul famoso magazine, spiccano nuove immagini, che ci mostrano i protagonisti, ma anche alcuni dei volti nuovi che incontreremo nel corso della storia.
Vediamo Richard E. Grant che sarà il Generale Pryde e Naomi Ackie, al fianco del Finn di John Boyega, che invece sarà Jannah. C’è anche spazio per i personaggi che conosciamo, come Poe Dameron, Rose Tiko, Chewbacca e gli Stormtroopers, e ovviamente Kylo Ren e Rey.
In particolare, se a Kylo Ren è dedicato uno intenso primo piano, che dal formato supponiamo essere uno screen del materiale promozionale, Rey è fotografata in una situazione completamente nuova: l’eroina impugna una spada laser e fronteggia un piccolo droide volante, in mano stringe un pezzo di stoffa rossa, sarà una benda?
La scena ricorda moltissimo il primo allenamento Jedi di Luke Skywalker in Una Nuova Speranza. Che Rey sia ancora impegnata nel suo addestramento per imparare a dominare il lato luminoso della Forza? E se così fosse, chi è il suo maestro in questa circostanza, visto che tutti gli altri Jedi sono scomparsi, compreso Luke Skywalker?
La scena solleva più di un interrogativo, ma possiamo essere certi che J.J. Abrams ha trovato il modo di dare una spiegazione a tutto. Sottolineiamo, in coda, l’assenza di Carrie Fisher da queste immagini, segno che effettivamente il suo screentime è ridotto e che, forse, la produzione vuole conservare tutto il possibile per la visione cinematografica.
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STAR WARS: THE RISE OF SKYWALKER Daisy Ridley as Rey
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STAR WARS: THE RISE OF SKYWALKER Adam Driver as Kylo Ren
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STAR WARS: THE RISE OF SKYWALKER Naomi Ackie as Jannah and John Boyega as Finn
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STAR WARS: THE RISE OF SKYWALKER John Boyega as Finn, Oscar Isaac as Poe Dameron and Kelly Marie Tran as Rose
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STAR WARS: THE RISE OF SKYWALKER Richard E. Grant as Pryde
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STAR WARS: THE RISE OF SKYWALKER Stormtroopers
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STAR WARS: THE RISE OF SKYWALKER John Boyega as Finn, Joonas Suotamo as Chewbacca, Daisy Ridley as Rey and Oscar Isaac as Poe Dameron
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STAR WARS: THE RISE OF SKYWALKER Joonas Suotamo as Chewbacca, John Boyega as Finn and Osacr Isaac as Poe Dameron
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La saga degli Skywalker si concluderà il prossimo dicembre. Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nelle sale il 16 dicembre 2019. Nel cast Daisy Ridley, Oscar Isaac, John Boyega, Kelly Marie Tran, Naomi Ackie, Joonas Suotamo, Adam Driver, Anthony Daniels, Billy Dee Williams, Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.
Il ruolo di Leia Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio VII.”
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Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, nuove foto portano un tocco di nostalgia
Entertainment Weekly ha dedicato tre cover variant e diverse pagine del nuovo numero a Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, che arriverà nei cinema di tutto il mondo in tempo per il prossimo Natale. Tra le varie interviste e i contenuti speciali del film, pubblicati sul famoso magazine, spiccano nuove immagini, che ci mostrano i protagonisti, […]
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Chiara Guida
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