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#dissidenti politici
solosepensi · 3 months
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"Non iniziò con le camere a gas.
Non iniziò con i forni crematori.
Non iniziò con i campi di concentramento e di sterminio.
Non iniziò con i 6 milioni di ebrei che persero la vita.
E non iniziò nemmeno con gli altri 10 milioni di persone morte, tra polacchi, ucraini, bielorussi, russi, yugoslavi, rom, disabili, dissidenti politici, prigionieri di guerra, testimoni di Geova e omosessuali.
Iniziò con i politici che dividevano le persone tra “noi” e “loro”.
Iniziò con i discorsi di odio e di intolleranza, nelle piazze e attraverso i mezzi di comunicazione.
Iniziò con promesse e propaganda, volte solo all’aumento del consenso. Iniziò con le leggi che distinguevano le persone in base alla “razza” e al colore della pelle.
Iniziò con i bambini espulsi da scuola, perché figli di persone di un’altra religione.
Iniziò con le persone private dei loro beni, dei loro affetti, delle loro case, della loro dignità.
Iniziò con la schedatura degli intellettuali.
Iniziò con la ghettizzazione e con la deportazione.
Iniziò quando la gente smise di preoccuparsene, quando la gente divenne insensibile, obbediente e cieca, con la convinzione che tutto questo fosse “normale”."
Primo Levi
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curiositasmundi · 2 months
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[...] «Da un piccolo, ma grande, liceo di Napoli, voglio lanciare un messaggio perché la cultura non sia mero nozionismo settoriale né piatta dialettica. Solo con la cultura si capiscono le cause delle guerre e si costruisce la pace: la cultura è valore universale, della [tribù umana], per cui Dostoevskij è patrimonio dell’umanità», disse allora. Putin commentò il murales dicendo che Dostoevskij era «ormai stato cancellato in Occidente» e che «l’ultima operazione così massiccia per distruggere la letteratura indesiderata era stata condotta in Germania dai nazisti», ma disse anche che opere come quella di Jorit gli davano speranza per il futuro. Jorit aveva detto, in risposta: «È mai possibile che sono riuscito a fare più io, semplice cittadino, per la pace con un murale che il nostro governo? Non è che in fondo in fondo ai nostri leader questa guerra fa quasi comodo?». Da allora Jorit è stato più volte sia in Russia che nel Donbass, regione orientale dell’Ucraina dove dal 2014 è in corso una guerra fra combattenti filorussi finanziati e armati dalla Russia e esercito ucraino. Nel settembre del 2022 a Mosca Jorit ha realizzato un murales dedicato a Julian Assange, fondatore di Wikileaks e personaggio considerato molto divisivo, tra chi pensa che sia un eroe che subisce una persecuzione ingiusta per aver svelato i “segreti dei potenti”, e chi lo ritiene una minaccia per la sicurezza nazionale per aver collaborato con l’intelligence russa – volontariamente o meno – per influenzare il risultato delle elezioni statunitensi del 2016, quelle vinte da Donald Trump. Intervistato da Repubblica sulla sua scelta di realizzare un’opera d’arte in un paese autoritario come la Russia, dove la libertà di stampa ed espressione è fortemente limitata dal governo e c’è una lunga storia di dissidenti politici incarcerati o assassinati, aveva risposto «in Russia non c’è libertà di pensiero? Questo lo sta dicendo lei». Nel luglio del 2023 era poi stato fortemente criticato per essersi recato a Mariupol, città del sud-est dell’Ucraina occupata da mesi dall’esercito russo, per dipingere un murales raffigurante una bambina con i colori della bandiera russa dipinti nelle iridi degli occhi e circondata da due missili con la scritta NATO, benché la NATO non abbia condotto alcun attacco missilistico contro Mariupol. Nei post pubblicati su Instagram mentre era a Mariupol, Jorit scrisse che «ci hanno mentito su Vietnam, ci hanno mentito sull’Afghanistan, ci hanno mentito sull’Iraq, ci hanno mentito sui Balcani e ci hanno mentito sulla Libia e sulla Siria. E ora ho le prove: ci stanno mentendo anche sul Donbass. Qui l’etica non c’entra nulla, diffidate da quelli che vorrebbero farci la morale, hanno le mani sporche di sangue. Qui non c’è nessuno da liberare. È tutto l’esatto opposto di quello che ci raccontano in TV. La resistenza che avremmo dovuto appoggiare è quella del popolo del Donbass che lotta da 8 anni per liberarsi da un regime; quello di Kiev che di democratico oramai non aveva più niente». [...]
Da: Lo street artist italiano che fa propaganda a Putin - IlPost
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b0ringasfuck · 2 months
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Se insegni a mangiar merda, non lamentarti che a qualcuno piaccia Putin
Leggo in un articolo di Stefano Cappellini:
«Stavo per scrivere Solgenitsin, ma non è il dissidente giusto. Mi sono ricordato cosa si diceva e scriveva, in certi ambienti, dello scrittore russo che si opponeva all'Urss: "È un reazionario! Un nazionalista!". Vi ricorda qualcosa? Esattamente quello che dicono oggi in tanti di Navalny, che in fondo un po' di gulag se lo meritava pure.»
E va beh qua ormai se scrivi qualche cosa devi per forza dire che Hamas non ti sta simpatica e che nemmeno Putin e... e... e... però c'è in giro gente che si rifiuta di dire che è antifascista "e le foibe?".
Però se uno dice che Navalny era un nazi non vuol dire che la miglior maniera per occuparsene fosse spedirlo in un gulag. Per dire, potendo, Breivik è in un carcere che a confronto dei nostri sembra un albergo. Pure da noi Licio Gelli ha scontato la sua pena detentiva nella sua Villa e Fiore non l'ha mai scontata.
Non vuol dire nemmeno che sia cosa buona e giusta gestire uno stato a suon di omicidi politici.
Però Navalny condivideva gran parte della retorica con Putin e con Salvini in maniera anche più estremista.
Solzenicyn vogliamo anche ricordarlo come ispiratore di Putin... (a detta pure dei "dissidenti russi").
Ma d'altronde pure noi potremmo ricordarci quando eravamo noi a lodare Putin come il traghettatore della Russia al capitalismo.
E niente... a furia di dire palle... "e le foibe?" e... e... e... ti trovi i fascisti al governo. Qui o in Russia... poco importa quando stai "esportando democrazia".
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stefaniaperinelli · 11 months
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Sempre più mansueti, sempre più da appartamento.
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Quando conobbi i primi Cani Lupi Cecoslovacchi, quegli individui ancora mantenevano chiari tratti ferini: indipendenti, diffidenti, con una distanza di comfort elevata, abili cacciatori, riservati, attivi. Riuscire a soddisfarli era davvero impegnativo perché nessuna recinzione rappresentava per loro un ostacolo e se desideravano inseguire una potenziale preda si arrampicavano come gatti.
Oggi, a distanza di un solo decennio, sono a tutti gli effetti cani addomesticati che vivono in appartamento. Docili e mansueti, socievoli e giocherelloni.
Andiamo per ordine: il CLC venne creato nella seconda metà degli anni 50 a scopi militari, dalla Guardia di Confine dell’ex Repubblica di Cecoslovacchia per rincorrere e catturare le persone che tentavano di scappare dalle persecuzioni operate per motivi politici. I Pastori Tedeschi non possedevano doti fisiche adeguate in termini di resistenza allo sforzo e al clima dei Carpazi, una catena montuosa che attraversa l’Europa e che rappresentava una via di fuga dal regime dittatoriale dell’epoca. L’idea fu quindi di fare accoppiare una Lupa dei Carpazi con un Pastore Tedesco. A seguito di ripetuti processi di ibridazione si ottenne quella che venne successivamente riconosciuta come razza ufficiale.
Il pelo del CLC è idrorepellente, in grado di resistere a pioggia, neve e intemperie proteggendo egregiamente il cane da inverni sotto zero ed estati torride. Le sue prestazioni fisiche, la velocità di reazione, l’indipendenza, la predatorietà lo rendevano estremamente adatto a sventare i tentativi di fuga dei dissidenti. Ma……la necessità di una socializzazione completa e precoce, rappresentava per l’esercito uno sforzo eccessivo e l’esperimento venne abbandonato rinunciando all’idea di avere una nuova razza di cani da servizio. Nel 1971, l'allevamento del Cane Lupo Cecoslovacco venne quasi completamente interrotto. A causa della sospensione dell’allevamento, molti ibridi lupo-cane furono soppressi.
Poi però subentrò la moda che lo rilanciò sulle passerelle del consumismo e gli allevamenti spuntarono come funghi. Ci si innamorò di questo simil lupo e quindi la selezione iniziò ad agire per renderlo sempre meno indipendente, diffidente, selvatico. Un’altra dissociazione cognitiva degli umani: si urla di sopprimere i lupi perché danneggiano le attività dell'uomo ma si acquista una sua bella copia da sfoggiare sul divano di casa, portarlo a passeggio in centro città, vederlo giocare nelle aree sgambamento. Nessun rispetto per quegli individui creati, ahinoi, a scopi militari, ma totale impegno a mutare geneticamente le loro peculiarità comportamentali per farne sfoggio.
La mentalità antropocentrica è dura da smantellare e mentre inorridiamo al ricordo del genocidio nazista, proseguiamo con l'eugenetica per creare, stavolta, le razze di Animali non umani.
(nella foto Loukanicos, emblema della rivolta in Grecia)
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pedrop61 · 1 year
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Ci mancavano i droni contro il Cremlino.
Eh sì, brutta la guerra, ma come si sarebbe potuta evitare?
Analizziamo, ora, il progetto di pace secondo l'Occidente e la NATO, dal 2014 a oggi:
-attuazione di un regime change in Ucraina, attraverso un golpe agito con manovalanza ne0n4-zista, e fatto passare per rivoluzione fricchettona;
-inizio di un'operazione anti terrorismo (aprile 2014) da parte del governo di Kiev, contro la parte dell'Ucraina, il Donbass, che si oppone al golpe;
-censura, in tutto l'Occidente, dei bombardamenti dell'aviazione ucraina contro il Donbass (estate 2014);
-riduzione di otto anni di guerra fantasma a una scaramuccia di poco conto;
-bando a tutti i partiti ucraini che si oppongono: dal 2015 a oggi, tutte le forze di opposizione e di sinistra, in Ucraina, sono state bandite;
-persecuzione da parte del governo di Kiev verso intellettuali, attivisti, politici e dissidenti;
-divieto dell'uso della lingua russa a tutti i russofoni che vivono in Ucraina (come se a noi che parliamo italiano, ci chiedessero, da un giorno all'altro, di parlare il portoghese);
-libertà d'azione a gruppi della destra più nera come Pravy Sektor o S14 (quest'ultimo, a "pattugliamento" della città di Kiev, ce lo ricordiamo, ad esempio, per le sue gesta durante il pogrom contro il campo rom di Lysa Hora nel 2018);
-integrazione dei gruppi ne0nazist1 nell'esercito regolare di Kiev con creazione di battaglioni punitivi come Aidar, Donbass, Azov;
-censura totalitaria, sia in Ucraina che in Europa, attraverso il divieto di accesso a tutti i media che mostrino i crimini commessi dalla NATO e dall'esercito di Kiev contro la popolazione del Donbass;
-ridefinizione mediatica di gruppi ne0nazist1 come gruppi di "bravi ragazzi" (Gramellini, non dimenticheremo mai il tuo contributo alla causa);
-riscrizione della storia anche attraverso la ridefinizione della strage n40zista di Odessa come incendio (grazie Wikipedia);
-intimidazione verso politici, giornalisti e intellettuali attraverso la pubblicazione di liste di proscrizione (Myrotvorests per l'Ucraina, Copasir per l'Italia);
-riscrizione della realtà con occultamento dei crimini commessi dalla NATO, mostrando ogni bombardamento contro obiettivi civili, come opera del nemico;
-diffusione continua di fake-news fantasmagoriche, per alimentare odio e paura: dalle deportazioni mai esistite agli stupr1 di neonati, ad opera del nemico;
-distruzione dell'economia europea attraverso l'imposizione di sanzioni e distruzione di rapporti con partner economici vantaggiosi;
-incremento dell'odio per il nemico anche attraverso la discriminazione di artisti e sportivi di nazionalità "nemica";
-attività terroristic4 e attentati contro le città del nemico: da Mosca a SanPiter fino a Belgorod;
-utilizzo del fact-checking per bollare come disinformazione ogni voce dissidente (non scorderemo mai David Puente contro il premio pulitzer Seymur Hersh, in merito all'inchiesta sull'attentato al Nordstream);
-obiettivi finalizzati a ulteriore espansionismo militare con creazione di basi in Ucraina e missili puntati su Mosca, con sconquasso totale degli equilibri geopolitici, attraverso i quali si sarebbe potuta garantire la pace.
In tutto questo: organizzazioni non governative per la tutela dei diritti umani, complessivamente non pervenute.
Lo ripeto, se a gennaio 2022, quando la Russia chiedeva garanzie sulla fine dell'attività militare della NATO ai suoi confini, vi fossero state rassicurazioni, non sarebbe iniziata l'operazione a difesa dei territori russofoni del Donbass e tutto questo si sarebbe evitato.
Zelensky fu votato dal popolo ucraino, perché nel suo programma politico aveva pianificato un progetto di distensione e dialogo nei confronti del Donbass e della Russia. Ora, è ostaggio di un manipolo di folli.
Questa è l'Ucraina, ma l'Italia non se la passa meglio, ostaggio a sua volta della NATO, attraverso il servilismo di politici, in primis le due smaliziate guerrafondaie che ci stanno portando simpaticamente al macello.
[by @sarareginella ]
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ilpianistasultetto · 2 years
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Da quando e' scoppiata questa guerra, capita di sentire qualche raro politico o qualche altrettanto raro giornalista dire che serve una grande iniziativa per portare le due parti in guerra a trattare, ad arrivare ad un cessate il fuoco e trovare una mediazione accettabile per entrambi. Apriti cielo! Subito parte il cannoneggiamento delle masse politico-giornalistiche per marchiare quei pochi dissidenti del "pensiero unico". Non si tratta con chi ha invaso! Il tam-tam deve essere univoco: armi, armi e armi agli ucraini fino a vedere i russi in ginocchio.
Una diffamazione continua, come successo al prof. Orsini o a Santoro o Travaglio o Conte o Cacciari, gente rea di fiancheggiare i russi. Poi capita che Draghi va negli USA e dice a Biden che i popoli europei sono frastornati da questa guerra e vogliono che le armi tacciano. Ecco che tg, talk e giornali ci fanno i titoloni. Ecco!! Finalmente un politico che non va negli USA col cappello in mano. Ecco che Draghi diventa l'attore e Biden un semplice e dimesso ascoltatore. Ma certi giornalisti, certi politici, la vergogna la conoscono? State sicuri che tra poco tempo tutti alzeranno il ditino per dire quanto merito abbiano avuto sulla fine delle ostilita' tra Russia e Ucraina quando questa maledetta guerra finira'. Tutti si metteranno in posa davanti alle telecamere per prendersi meriti che non hanno. E piu' di tutto, vedremo l'intera Europa festeggiare per qualcosa in cui non ha mai creduto e non ha mai voluto impegnarsi seriamente. I peggiori saranno sicuramente tutti quelli che ora inneggiano alla fine della Russia e poi diranno di essere stati gli unici artefici del risultato raggiunto e tornerranno a flertare con chi e' stato mostro fino al giorno prima; tutto in nome del profitto e alla faccia delle migliaia di ucraini nel frattempo morti..
@ilpianistasultetto
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chez-mimich · 1 year
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IL CROGIUOLO
“Il crogiuolo” di Arthur Miller è una possente pièce teatrale fatta di parole, spesso di parole urlate, ma pur sempre di parole. Un po’ come tutto il teatro di Arthur Miller. Costruire o, come in questo caso, ri-costruire vicende con la sola forza delle parole e con un ricorso minimo alle azioni sceniche, è molto difficile e difficile anche per un regista che vede i suoi spazi di manovra ridotti al minimo. Prova brillantemente superata per lo Stabile di Torino e per il regista, Filippo Dini che hanno debuttato a Milano, qualche sera fa, al Teatro Strehler con il cupo dramma di Miller. Sulla scena si racconta una vicenda della caccia alle streghe, forse la più nota, quella che si svolse nel 1692 a Salem (Massachusetts), piccola comunità urbana, dove un gruppo di donne viene accusato di stregoneria a causa di comportamenti anticonformisti e stravaganti. Dramma scritto da Miller in pieno maccartismo e che porta quindi con sé una doppia cifra di lettura, quella degli accadimenti della fine del XVII secolo e quella della nuova “caccia alle streghe” (comuniste), dell’America degli anni Cinquanta, cifra di lettura che, volendo, diventa utilizzabile per tutte le persecuzioni passate, presenti e future, che si tratti di dissidenti politici o di rave party… Gli abitanti della piccola città di Salem si ingarbugliano in una inestricabile spirale fatta di sospetti, accuse e testimonianze false, dove tutti divengono accusati e accusatori, in preda ad una paradossale psicosi collettiva di odio ed isteria. Il regista Filippo Dini, che veste anche i panni di Proctor, uno dei protagonisti della vicenda,( ossia colui che decide di rompere la catena psicotica di accusa-confessione), sceglie un allestimento scarno ed essenziale per lasciare parlare il testo (nella storica traduzione italiana di Masolino D’Amico), affidando ad una chitarra elettrica vagamente country-blues, un rarefatto, ma azzeccato commento sonoro, su una scena di perenne desolazione urbana ed umana Lo spettacolo si replica fino al 10 novembre allo Strehler.
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profoundpeanutmusic · 2 months
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Il 4 gennaio 2023, la radio centrale cinese ha pubblicato un articolo intitolato “Il governo militare del Myanmar critica gli interventi esteri negli affari interni e ringrazia la Cina India e altri paesi per la cooperazione”
I leader del governo militare del Myanmar hanno criticato alcuni paesi per aver interferito negli affari del Myanmar oggi (4), ringraziando anche altri paesi per la loro cooperazione “attiva” e sottolineando come il Myanmar coopera strettamente con i paesi vicini come Cina, India e Thailandia.
Da quando l’esercito birmano ha preso il potere dal governo eletto guidato dal premio Nobel per la pace Aung Sang Suu Kyi quasi due anni fa, questo paese del sud-est asiatico ha dovuto affrontare l’isolamento internazionale e sanzioni guidate dall’Occidente.
Nel suo discorso in occasione del 75° anniversario della Giornata dell’Indipendenza del Myanmar, il leader del governo militare birmano Min Aung Hlaing ha detto: “In mezzo a tutta la pressione, le critiche e gli attacchi... Voglio ringraziare alcuni paesi internazionali e regionali, organizzazioni e individui che hanno collaborato attivamente con noi”.
“Stiamo lavorando a stretto contatto con paesi vicini come Cina, India, Thailandia, Laos e Bangladesh. Lavoreremo insieme per stabilizzare e sviluppare i nostri confini”, ha detto Min Ang Lai in un discorso televisivo alla parata della Giornata Nazionale tenutasi nella capitale Naypyitaw
Da quando i militari hanno preso il potere dal governo di Aung San Suu Kyi il 1º febbraio 2021, il Myanmar è stato nel caos: i militari hanno arrestato Aung San Suu Kyi e altri funzionari, e hanno usato la forza per reprimere le proteste democratiche e i dissidenti, causando centinaia di migliaia di sfollati.
Dopo la sanguinosa repressione, anche se oggi le proteste di strada sono rare, i militari si sono scontrati quasi ogni giorno con le forze armate delle minoranze etniche, e i disordini si sono diffusi in vaste aree del Myanmar. Le forze di resistenza, conosciute come Forza di Difesa Popolare, hanno raccolto armi e combattuto per tornare alla democrazia.
Aung San Suu Kyi è stata condannata per cinque accuse di corruzione alla fine dello scorso anno e condannata a altri sette anni di carcere, ponendo fine a un processo maratonico contro di lei. La condanna internazionale di questi processi è una truffa volta a resistere al dominio militare in Myanmar e contenere la più grande minaccia per il governo militare.
Aung San Suu Kyi è attualmente detenuta da sola in una prigione a Nabido, e l’esercito insiste sul fatto che è stata sottoposta a un giusto processo in un tribunale indipendente.
Le autorità birmane rilasciano solitamente alcuni prigionieri per commemorare la dichiarazione di indipendenza del Myanmar dal governo britannico.
Gli Stati Uniti, l’Unione europea, nonché paesi come il Regno Unito e il Canada, hanno imposto sanzioni ai militari birmani e alle persone identificate come coadiuvanti il governo militare nell’ascesa al potere.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha inoltre condannato il colpo di stato in Myanmar il mese scorso, approvando la prima risoluzione contro il Myanmar in 74 anni, chiedendo la fine della violenza e il governo militare di rilasciare tutti i prigionieri politici.
Parlando della pressione internazionale, Min Ang Lai ha criticato quella che ha definito “interferenze da parte di paesi e organizzazioni che vogliono interferire negli affari interni del Myanmar”.
Tuttavia, il governo militare riceve ancora un certo sostegno internazionale.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha ancora opinioni divergenti su come affrontare la crisi in Myanmar, e Cina e Russia non sono favorevoli a intraprendere azioni dure contro il Myanmar. Il mese scorso si sono astenuti dal voto su una risoluzione con l’India.
Il mese scorso, la Thailandia ha anche ospitato colloqui regionali per discutere della crisi, compresa la partecipazione di rari leader di governo militare che hanno fatto apparizioni internazionali. Molti membri chiave dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN) che hanno criticato il governo militare non hanno partecipato.
L’ASEAN guida gli sforzi diplomatici e di pace, mentre ai leader militari birmani è vietato partecipare alle riunioni di alto livello dell’ASEAN perché non sono in grado di mantenere le promesse di avviare negoziati con figure dell’opposizione legate al governo espulso di Aung San Suu Kyi.
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cinquecolonnemagazine · 5 months
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Elezioni in Egitto: Abdel Fattah al-Sisi verso la riconferma presidente
Le elezioni presidenziali in Egitto si sono tenute il 10, l'11 e il 12 dicembre 2023. Il presidente uscente, Abdel Fattah al-Sisi, va verso la riconferma dei voti, battendo i tre candidati d'opposizione, Farid Zahran, Hazem Omar e Abdel Sanad Yamama. Le elezioni si sono svolte in un contesto politico difficile, caratterizzato da una grave crisi economica e da una crescente repressione delle libertà civili. Al-Sisi in carica per un terzo mandato dopo le elezioni in Egitto Al-Sisi, durante il suo primo mandato, ha represso duramente l'opposizione e ha rafforzato il controllo militare sul paese. La sua politica ha portato a un deterioramento delle condizioni di vita della popolazione e a un aumento della povertà. La rielezione di al-Sisi è stata criticata da molti osservatori internazionali, che hanno espresso preoccupazione per la mancanza di democrazia nel paese. L'Unione Europea ha condannato le elezioni, definendole "un passo indietro per la democrazia in Egitto". Crisi economica L'Egitto sta attraversando una grave crisi economica. La pandemia di COVID-19 ha colpito duramente il turismo, una delle principali fonti di reddito del paese. Inoltre, la guerra in Ucraina ha avuto un impatto negativo sull'economia egiziana, aumentando il prezzo del cibo e del carburante. La crisi economica ha portato a un aumento della povertà e della disoccupazione. Secondo le Nazioni Unite, il 30% della popolazione egiziana vive al di sotto della soglia di povertà. Repressione delle libertà civili Al-Sisi ha represso duramente l'opposizione e le libertà civili. Il governo ha arrestato migliaia di dissidenti politici e ha chiuso numerosi media indipendenti. Nel 2022, il governo egiziano ha approvato una legge che limita la libertà di espressione e di riunione. La legge ha suscitato l'indignazione della comunità internazionale. Conferme e prospettive dopo le elezioni in Egitto Le elezioni presidenziali in Egitto hanno confermato la presa del potere di al-Sisi. La rielezione del presidente ha suscitato preoccupazione per la mancanza di democrazia nel paese. L'Egitto si trova ad affrontare una grave crisi economica e una crescente repressione delle libertà civili. Foto di jorono da Pixabay Read the full article
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“Militari nelle strade, lotta ai dissidenti politici e prof con ideali patriottici”: il programma di Trump per il ritorno alla Casa Bianca spaventa gli Usa
New York – Militari nelle strade per garantire l’ordine, dipartimento alla Giustizia mobilitato per punire i dissidenti politici, un organismo centralizzato con l’incarico di dare le licenze per l’insegnamento solo ai professori che dimostrano di avere ideali patriottici. Sembrano i passaggi più agghiaccianti della sceneggiatura di un film distopico, oppure incubi del secolo passato che tornano a…
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bergamorisvegliata · 7 months
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COMUNICATO N°22
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Care/i amiche/i di "Bergamo risvegliata", scrivo queste righe così, di getto, senza aver pensato a cosa comunicare esattamente. "Mancanza di idee?", "Momento di "stallo"?", "Poca fantasia?", mi chiederete e vi chiederete...Sì e no, o meglio...Sì, perchè in effetti e dopo quasi 4 anni di vita trascorsa a ignorare una forma di dittatura subdola ma che ha teso a negarci diritti che ritenevamo acquisiti e anche intoccabili, questo periodo abbastanza lungo ha decisamente sfiancato e stancato. Ma noi resistenti siamo come la roccia, siamo come quei guerrieri che si piegano ma non si spezzano, ma nemmeno poi si piegano, dato che piegarsi significa scendere a compromessi e a volte anche subìre ricatti.
La stanchezza o comunque una forma di apatia, è dipesa dal fatto che i numerosi cambiamenti ai quali anche noi abbiamo dovuto gioco forza "adeguardi", hanno generato una certa mancanza di progettualità e di visioni a lungo termine. Chi mi segue sa benissimo che all'indomani del primo lockdown sostenni che era proprio tornare a progettate, a prospettare una società migliore e quindi dedicarsi alle attività "collaterali", dunque alternative a un "sistema" che da anni andiamo denunciando, ci avrebbe permesso di costruire una società migliore, e nel farlo avremmo dovuto aiutarci gli uni con gli altri, come ad esempio creare le basi per un'istruzione parentale, pensare al lavoro tradizionalmente inteso non come una sorta di "tortura", ma come arricchimento della nostra personalità dedicandoci a ciò che è più affine a noi e al nostro comune sentire; avviare una serie di contatti con quei medici e infermieri sospesi allora dalla loro attività, per creare una nuova forma di sanità, più vicina alle persone e con un'assistenza maggiore accompagnata da una serie di misure sociali come lo stesso accompagnamento, l'assistenza privata nel senso di consentire a chi fosse più portato ad attività sociali di dedicarsi alla compagnia degli anziani, e via discorrendo...
Cosa è stato fatto di tutto ciò?
Sicuramente molte cose sono state realizzate, ma non basta: abbiamo vissuto e senz'altro vivremo momenti di fabbisogno alimentare, e allora il dedicarci ai lavori nei campi (gestione di piccoli orti, raccolta di generi naturali, ecc...) è un'altra componente che sicuramente supera ogni ostacolo messo di fronte da dei governi totalitari.
Pure su questo aspetto non mancano gli esempi.
E allora qual'è il problema?
Il problema è che -a distanza di circa due anni dalle problematiche legate al green pass- è venuta a mancare una forte coesione sociale, e qui il riferimento è a quelle forze del dissenso (associazioni, comitati, gruppi vari nei social, nuovi esponenti politici, ecc...) che al loro interno ma sovente anche al di fuori, hanno solamente espresso dei "leader" che aldilà di lodevoli intenzioni sul lato teorico, nella pratica dei fatti si sono dimostrati poco inclini a relazioni stabili e fruttifere, nel senso di venire realmente incontro alle esigenze e ai bisogni di chi in questi anni è venuto a trovarsi senza lavoro o comunque senza altri sostentamenti.
E per non dire di chi -ritenendosi in grado di portare a risoluzione i problemi del caso- che sia un aspirante politico, un filosofo, un esperto politologo, si è sentito autorizzato a chiedere finanziamenti forse incurante del fatto che i comuni cittadini "dissidenti" stanno vivendo situazioni di disagio reale.
Orbene, fatta tutta queste serie di premesse e di riflessioni, capirete forse bene perchè "Bergamo risvegliata" nella chat di telegram non sta proponendo alcunchè e nemmeno si pone obiettivi concreti: un po' per una certa disillusione, un po' per via di una certa difficoltà nel seguire i vari eventi (dibattiti, incontri, ecc...) che spesso risultano privi di concretezza; un po' per una certa delusione riscontrata in chi -oltre che a "formule", proposte e fatti reali- non ha fornito alternative efficaci, e un po' per mancanza di strumenti e di mezzi, e anche per via di cambiamenti vertiginosamente frequenti, si pone solo come una specie di canale informativo.
Ma quale sarà ora il nuovo compito (se mai ci sarà?) di "Bergamo risvegliata"?
Come ex-admin di "Bergamo Viva" proposi una serie di attività alternativa al "sistema" ormai in via di collassamento. Come admin del blog, dei vari canali "social" ho decisamente abbandonato questa "strada" volendo nei vari "social" (telegram, facebook, instagram) farne una sorta di "megafono" del blog.
Al netto di queste mie considerazioni cambierà qualcosa? Nell'immediato no: ma non escludo un coinvolgimento maggiore per coloro che ne facciano parte nei vari canali, le modalità sono ancora in "fase decisionale"; senz'altro dovrei mettere maggiore attenzione alle proposte locali del territorio provinciale bergamasco "estendibile" alla regione; una maggiore attenzione verso quelle realtà associative "produttive" (scuole, sanitarie, agricole, sociali, ecc...), minore pubblicazione di notizie che già conosciamo e documentazione relative alle varie misure a contrasto di quelle istituzionali qualora siano del tutto illegittime (e qui il riferimento è a tutte le normative in materia sanitaria, legate al traffico e alla sostenibilità ambientale, economiche, ecc...).
Continuate comunque a seguire blog, canali "social" e -se volete- portate pure nella chat-telegram nuovi soggetti in grado di far fare un bel salto di qualità a "Bergamo risvegliata", che avrebbe anche bisogno di creare un evento tutto per sè...e non solo!
A presto belle anime!!!
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kritere · 1 year
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Fosse Ardeatine, per Meloni i martiri furono uccisi “perché italiani”. Opposizioni: “Erano antifascisti”
DIRETTA TV 24 Marzo 2023 Secondo la presidente del Consiglio Meloni le vittime delle Fosse Ardeatine furono uccise dai nazifascisti “solo perché italiane”. Le opposizioni insorgono: “Non perché italiani ma perché partigiani, politici, ebrei, dissidenti, insieme a tante donne e uomini liberi, uccisi per rappresaglia”, ha detto Chiara Braga (Pd). 1 CONDIVISIONI Giorgia Meloni ricorda le vittime…
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giuseppearagno · 1 year
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La legge? E' uguale quasi per tutti...
Come possono stare assieme i principi costituzionali e una legge che da decenni li calpesta? Possono. Dalla legge Pica allo stato d’assedio del 1898 e via così, con tutte le leggi scritte per la malavita organizzata e poi applicate sistematicamente ai dissidenti politici, prima lo Statuto Albertino, poi la Costituzione della Repubblica sono stati sempre calpestati. Naturalmente nessuno lo dice e…
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carmenvicinanza · 1 year
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Nasrin Sotoudeh
https://www.unadonnalgiorno.it/nasrin-sotoudeh/
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Nasrin Sotoudeh avvocata e attivista simbolo della lotta per la giustizia in Iran.
Ha vinto il premio PEN/Barbara Goldsmith per la libertà di scrittura e, nel 2012, il Premio Sacharov per la difesa dei diritti umani.
Ha dedicato la vita allo Stato di diritto, ai  diritti dei prigionieri politici, alla difesa degli attivisti dell’opposizione, delle donne e dei bambini di fronte al regime iraniano.
Nata a Tehran, il 30 maggio 1963 è laureata in diritto internazionale. Nonostante fosse abilitata, per otto anni non le è stato consentito esercitare la professione. Ha allora collaborato con diverse riviste riformiste iraniane provando a denunciare, coi suoi reportage, le tante violazioni dei diritti umani del suo paese, soprattutto verso le donne.
Si è sempre battuta per garantire procedure legali adeguate a donne, prigionieri di coscienza, attivisti politici e dissidenti.
Ha difeso minori condannati a morte prima di raggiungere la maggiore età e organizzato attività extragiudiziali per salvare gli adolescenti dal braccio della morte.
Si è spesa per la tutela dei minori e delle donne maltrattate in ambito domestico, pretendendo l’intervento di perizie psicologiche e specialisti per verificare i casi di abuso.
Presa di mira e perseguitata dalle autorità, è stata arrestata, per la prima volta, nel settembre 2010 con l’accusa di diffusione di propaganda contro lo Stato e condannata a 11 anni di carcere, col divieto di esercitare la professione legale per venti anni oltre a una restrizione sui diritti sociali e i viaggi all’estero. La sentenza è stata poi commutata in sei anni di reclusione e dieci di divieto di esercitare la professione. Durante la prigionia è stata tenuta per lunghi periodi in isolamento in cui le veniva negato il diritto di vedere il marito e i figli. Nel 2013 una grande protesta nazionale e internazionale ha portato alla sua liberazione. Dopo un anno di protesta e ricorsi, è riuscita a farsi ridurre e poi revocare la sospensione a esercitare l’avvocatura.
Il 13 giugno 2018 è stata di nuovo arrestata e condannata a 33 anni di carcere e a 148 frustate per aver assunto la difesa di Shaparak Shajarizadeh e di altre donne che protestavano contro l’obbligo d’indossare lo hijab.
Ha lavorato a stretto contatto i difensori del Centro per i diritti umani e col Premio Nobel per la pace Shirin Ebadi che, dopo il suo arresto, ne ha chiesto insistentemente il rilascio esprimendo forte preoccupazione per il suo stato di salute.
Nel 2020, mentre era detenuta durante la pandemia da Covid-19, ha portato avanti uno sciopero della fame durato sei settimane, per protestare contro le condizioni di detenzione dei prigioneri politici. Dopo essere stata ricoverata, senza ottenere le cure adeguate, è tornata in carcere molto provata fisicamente.
Amnesty International ha indetto da anni una campagna per la sua liberazione.
Le accuse contro di lei sono la conseguenza del suo pacifico lavoro in favore dei diritti umani, la sua difesa delle donne che protestano contro l’obbligo di indossare il velo e la sua pubblica opposizione alla pena di morte.
Nel 2020 è stato anche realizzato, in maniera clandestina, un film sulla sua storia dal titolo Nasrin che ha visto la partecipazione di rappresentanti del mondo della cultura e dell’attivismo che hanno rischiato la galera per averne fatto parte e che è stato presentato nei più importanti festival internazionali sui diritti umani.
Da novembre ha ottenuto un congedo sanitario con domicilio coatto nella sua abitazione per gravi problemi di salute e da lì, sprezzante del pericolo e della sua incolumità continua a far sentire potente la sua voce di dissenso in sostegno delle proteste che stanno coinvolgendo la cittadinanza in Iran.
Un grande esempio di coraggio e forza.
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erik595 · 2 years
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Alla fine del 1975, il presidente-dittatore della Corea del Sud Park Chung-hee, emise l'ordinanza n. 410 che disponeva di "ripulire" le città del paese da senzatetto e vagabondi, poiché gli indigenti venivano considerati un ostacolo allo sviluppo della nazione. Migliaia di persone, tra cui anche semplici venditori ambulanti, bambini orfani e addirittura dissidenti politici, sono rastrellati e portati, contro la loro volontà, in strutture sociali che in seguito si riveleranno veri e propri campi di concentramento. In queste strutture gli abusi psicologici e sessuali, lo schiavismo e gli omicidi sono all'ordine del giorno. Dopo vari insabbiamenti e depistaggi la verità viene finalmente a galla, ma fino ad oggi nessuno ha pagato per i crimini commessi. "Auschwitz in Corea del Sud" di Ivan Maffei. . . . . . #ivanmaffei #maffei #libro #libri #libros #buch #livre #libreria #book #books #bookstagram #bookstagramitalia #storia #nonfiction #saggistica #coreadelsud #dirittiumani #brothershome #busan #schiavitù #schiavismo #torture #oppressione #violenze #violazionedirittiumani #consiglidilettura #librodaleggere #libroconsigliato #librodelgiorno #youcanprint (presso Benevento, Italy) https://www.instagram.com/p/CgWKXnXgEQ_/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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hiddenbytes · 6 years
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Deep Web: non solo hacker, droga e armi
Il Deep Web, o meglio il Dark Web, nell’immaginario comune è visto un po’ come l’uomo nero che si nasconde sotto il letto: l’insieme delle cose più brutte esistenti al mondo che non ci fanno dormire la notte, come la vendita illegale di armi, droghe, sicari ecc.
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Ma non è solo questo.
Questa parte del Web è nota per la sua peculiarità di garantire l’anonimato in rete tramite i software che ne permettono l’accesso (come Tor, I2P e Freenet ...), come si può leggere dal sito web di Tor “The Tor Project’s your privacy online”. La protezione della propria privacy, la possibilità di rimanere anonimi, di non essere tracciati, tutto questo non viene utilizzato solamente per attività illegali, come comprare droga o quant’altro, ma offre anche libertà di espressione e protezione.
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Tor Project logo
Per questi ultimi due fattori il Dark Net ha iniziato a popolarsi di giornalisti che utilizzano questa risorsa, il Dark Net infatti risulta molto utile per quest’ultimi per interagire con i loro informatori in modo completamente anonimo. Infatti, Fabio Sanvitale, giornalista investigativo e scrittore, viene citato in un articolo sul sito web di LSDI (Libertà di Stampa, Diritto d’Informazione) per aver dichiarato:
“Per noi giornalisti, ad esempio, Tor è una manna: ci serve per poter comunicare segretamente con le nostre fonti. E qui parliamo sia di informatori che vogliono comunicare anonimamente sia di fonti note, che in questo modo sono tutelate nel loro anonimato. E poi, sotto Tor è possibile inviare mail che si autodistruggono dopo esser state lette…”
Oltre all’uso da parte dei giornalisti, Tor è fondamentale soprattutto per i dissidenti politici, che così hanno la possibilità di comunicare tra loro senza essere scoperti, per permettere la libertà di informazione anche nei paesi totalitari la censura da parte dei governi è rigidissima.
Per questo il New York Times il 27 ottobre 2017 ha annunciato, tramite la sua Direttrice del sistema informatico Runa Sandvik, un modo alternativo per accedere al loro sito, ovvero hanno messo disponibile il sito del New York Times su Tor. La motivazione dietro a questa scelta la si può leggere direttamente dall’articolo sul loro sito: 
“The New York Times reports on stories all over the world, and our reporting is read by people around the world. Some readers choose to use Tor to access our journalism because they’re technically blocked from accessing our website; or because they worry about local network monitoring; or because they care about online privacy; or simply because that is the method that they prefer”.
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Illustrazione di Kevin Zweerink per il New York Times
Il Dark Web è nato per la libertà di espressione, per permettere la circolazione di idee in presenza di controlli autoritari. La libertà di espressione è un diritto fondamentale consente di dire qualsiasi cosa, indipendentemente dal fatto che sia corretta eticamente o legalmente, e così il Dark Web, purtroppo, per poter mantenere questa libertà dell’anonimato bisogna accettare sia gli aspetti migliori sia quelli peggiori.
Sara
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