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#libroconsigliato
fragilityisavirtue · 8 months
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Si chiama empatia
quando tu piangi
ed io affogo
perché il tuo pianto
lo sento dentro.
Claudia Rota, Pezzi di te e di me
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eleonorabuffon · 28 days
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CONSIGLIO DI LETTURA...
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Breve presentazione a cura di RisorseUmane-HR (Blog): https://www.risorseumane-hr.it/shop/libri-per-hr/lavoro-veritas-verita-lavoro-nessuno-racconta/
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nessunsblog · 1 month
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ladyswartzrot · 2 months
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We promise that something is forever, when it is really only as long as it takes for us to tire of it.
The Secret Diary of Laura Palmer - Jennifer Lynch
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"Io mi sento me stesso solamente quando sono solo. Il rapporto con gli altri non mi viene naturale: mi richiede uno sforzo. Con i miei mi sento abbastanza a mio agio, ma qualche volta anche con loro sento la fatica di non essere da solo."
Un giorno questo dolore ti sarà utile - Peter Cameron
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SA "MUSCA MACEDDA" LA TERRIBILE MOSCA SARDA
In Sardegna, nei luoghi in cui le tenebre sono più oscure, si nasconde una creatura così strana e terrificante che persino il più coraggioso degli uomini non osa pronunciarne il nome. È una mosca, ma non un normale dittero domestico. È piuttosto qualcosa che probabilmente non saresti pronto a guardare e il cui aspetto vìola tutti i princìpi conosciuti della biologia. La sua dimensione è come quella della testa di un bue e le sue ali battono con un suono simile a cento tuoni.
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Gli antichi sardi la chiamavano "Musca Macedda" ovvero “mosca macellaia”, un nome che incute timore nel cuore di chi conosce la sua leggenda. La minaccia della "Musca Macedda" è assai subdola: di frequente si nasconde in un tesoro, di cui si fa custode, in attesa di qualcuno che la risvegli. Di solito, raccontano le leggende, mosca e tesoro sono nascosti in due contenitori diversi, così da dare una possibilità di sopravvivenza all'incauto cercatore di tesori. Si dice anche che i terribili insetti custodiscano i tesori delle “Janas”, le mistiche fate filatrici. 
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La leggenda raccontata nel paese di Lotzorai narra che nei sotterranei del castello di Navarra ci fossero sempre due forzieri: in uno si trovava un tesoro e nell'altro si nascondeva uno sciame di “Musca Macedda”. Se qualcuno avesse aperto quel forziere e avesse liberato il terribile sciame, quest'ultimo avrebbe sterminato non solo tutti gli abitanti di quel paese, ma anche gli abitanti di sette paesi vicini.
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Un'assenza può continuare a essere una presenza, se in vita si è stati persone degne.
Il rosmarino non capisce l'inverno - Matteo Bussola
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mondodighiaccio · 11 months
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É bello quando sentiamo che i nostri genitori sono orgogliosi di noi, ma vi assicuro che è altrettanto bello poter essere orgogliosi di loro.
Da oggi è in libreria e negli Store online una raccolta di poesie che ha scritto il mio papà, e io mi sento felice.
Mi sento felice quando vedo le persone che hanno ancora voglia di dare una pennellata al mondo, mi sento felice quando le vedo creare, esprimersi, manifestare il loro amore nella modalità che più gli appartiene.
Mi sento felice quando, a prescindere dall’età, una persona si sente troppo giovane per rischiare di non essere un pezzettino più felice, ancora.
Pessoa diceva che la poesia non era la sua ambizione…ma la sua maniera di stare solo; infatti secondo me “solitudine” viene da sole e abitudine, cioè la capacità di riconoscere il sole nel quotidiano, è l’amore di ogni gesto, è una giornata normale trasformata in un libro di poesie.
Mi sento felice quando vedo le persone fare cose, improvvisare se stesse in poeti, perché come scrivi tu, in fondo non siamo altro che
“Scintille,
In una grande scatola di pelle.”
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Non credo che la felicità mi appartenga.
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fonteavignone · 8 months
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La partecipatissima presentazione del nuovo libro di Pasqualino 👏👏🥇
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In Biblioteca puoi scoprire autori e opere che non conoscevi o di cui avevi sentito parlare ma che ancora non avevi avuto modo di leggere. Ed è per questo che abbiamo deciso di dedicare un angolo alla scoperta di questi "tesori nascosti".
Oggi l’opera prescelta è “A babbo morto. Una storia di Natale” di Zerocalcare.
Natale… i regali, il cenone, i parenti… ma ci avete mai pensato alle condizioni di lavoro dei folletti nella fabbrica di Babbo Natale? Zerocalcare sì, e vi racconta per la prima volta la scabrosa verità dietro al business della consegna dei regali. Bonus! Le anziane rider della Befana scioperano insieme ai minatori sardi (le cui miniere di carbone vengono chiuse perché nelle calze i bambini preferiscono trovare gli orsetti gommosi), per ottenere migliori condizioni di lavoro!
Siamo di fronte ad appena 80 pagine in cui il fumettista Zerocalcare si destreggia tra una fiaba dalle tinte oscure, la politica e la critica sociale. La narrazione in bianco e nero è più volte spezzata da tavole a colori coronate da una breve spiegazione, dettaglio che punta il riflettore sull’evento appena raccontato, in modo allegorico. Come per tutte le storie di Zerocalcare le risate concesse hanno sempre un retrogusto amaro e non risultano mai fini a se stesse, ma sempre concentrate verso una più profonda riflessione proprio sul lato più grottesco della nostra società, abilmente messo in mostra. Con “A Babbo Morto” siamo di fronte ad una grande allegoria che comprende lotte sociali che passano per i lavoratori della fabbrica di Babbo Natale e che non hanno paura di citare anche i fatti del G8 di Genova. Non manca nemmeno una riflessione su quanto sia cambiata la società, sempre più pretenziosa e poco incline a gioire delle piccole cose; insomma, critiche di ogni tipo che provocano una risata, seguita da un inevitabile “oh no” quando ci si rende conto che in realtà Zerocalcare ci pone davanti ad una storia che di grottesco ha poco: è tutto già stato ampiamente superato dalla realtà.
La struttura della storia è particolare, anche per un autore come Zerocalcare che ha spesso abituato i suoi lettori a tipi di narrazione originali e diversi: “A Babbo Morto” è fatto di “quadretti” con descrizione, che di solito immortalano e ricordano un momento felice che si è vissuto, qui invece fissano nella memoria una serie di momenti critici del mondo che l’autore sta raccontando. Il tutto contornato sempre da decorazioni natalizie che contribuiscono ad una sensazione disturbante che Zerocalcare sicuramente, con l’andare avanti delle pagine, vuole instillare nel lettore. Gli episodi che poi meritano, o meglio, necessitano di un ulteriore approfondimento, presentano delle note a piè di pagina. Questa tipologia di struttura, che vuol raccontare solo i punti salienti di una storia ben più ampia ed estremamente tragica, mette in risalto le contraddizioni di un mondo fiabesco e, a livello puramente teorico, magico che altro non è che un focus su tutte quelle situazioni che hanno afflitto l’Italia negli ultimi anni...
In conclusione, “A Babbo Morto” è una storia di Natale che di natalizio, in realtà, ha ben poco. Zerocalcare racconta di paure, violenze e discriminazioni, e per assurdo sceglie il periodo più magico dell’anno per farlo, per basare tutta la narrazione su un gioco di contrasti disturbanti che mette in luce i retroscena di una società, fiabesca ma non troppo, che aspetta solo il giusto casus belli per esplodere.
Piccola nota a margine: Zerocalcare ha realizzato anche un audiolibro per “A Babbo Morto”: la storia è narrata dallo stesso Michele Rech e le voci secondarie sono affidate a Neri Marcorè e Caterina Guzzanti.
Zerocalcare, pseudonimo di Michele Rech (1983), è un fumettista italiano. Il nome d'arte "Zerocalcare" nacque quando, dovendo scegliersi un nickname per partecipare ad una discussione su Internet, s’ispirò al ritornello dello spot televisivo di un prodotto anti-calcare che stava andando in onda in quel momento. Alla fine del 2019 ha raggiunto il traguardo del milione di copie vendute dei suoi libri. Aderisce allo stile di vita straight edge (particolare filosofia di vita generatasi nell’ambiente hardcore punk), che prevede l’astinenza dal consumo di tabacco, alcool e droghe.
Con la recensione di oggi si conclude la rubrica dedicata ai tesori nascosti della biblioteca, uno spazio letterario inaugurato nel maggio 2020 che ci ha accompagnato, incuriosito e ispirato in questi due anni... Ricordiamo che ogni tesoretto è disponibile sulle pagine social (Facebook & Instagram), nonché sul sito web della biblioteca, https://www.bibliotecasanvalentino.it/tesori-nascosti/ (apposita sezione dedicata), per chiunque desideri consultarli e recuperarli!
Dal nuovo anno continueremo comunque a pubblicare e condividere pensieri, riflessioni e recensioni per rimanere sempre aggiornati sui temi della cultura, delle novità librarie o su varie curiosità del panorama letterario.
Stay tuned!
Grazie a chi in questo periodo ha collaborato alla realizzazione dei tesoretti.
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fragilityisavirtue · 3 months
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Ma io non ero destinata a rincorrere chimere, a raccattare lacrime. Il mondo mi sembrava saturo di tutto. Gli amori erano, come il resto, cancerosi di nostalgia ma svelti nel consumo. Era da fessi crederci.
Venuto al mondo.
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eleonorabuffon · 11 months
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▲▲▲ CONSIGLIO DI LETTURA ! ✦
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forever-yours-things · 11 months
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Italo Svevo, " La Coscienza di Zeno" (1923)
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ladyswartzrot · 2 months
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There's no fun in a game of torture if the victim is screaming for more.
The Secret Diary of Laura Palmer - Jennifer Lynch
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"Non sono uno psicopatico (anche se non credo che gli psicopatici si definiscano tali), è solo che non mi diverto a stare con gli altri. Le persone, almeno per quel che ho visto fino adesso, non si dicono granché di interessante. Parlano delle loro vite, e le loro vite non sono interessanti. Quindi mi secco. Secondo me bisognerebbe parlare solo se si ha da dire qualcosa di interessante o di necessario. Non mi ero mai reso conto di quanto questo stato d'animo mi avesse complicato la vita."
Un giorno questo dolore ti sarà utile - Peter Cameron
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