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#donne di carattere
luca-ercolani · 3 months
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Rachel McLish: First Ms. Olympia 💪💪💪
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(Image via: reddit.com)
Rachel McLish: Ms. Olympia
🏆 1980 IFBB Ms. Olympia – 1ª classificata
🥈1981 IFBB Ms. Olympia – 2ª classificata
🏆 1982 IFBB Ms. Olympia – 1ª classificata
🥈1984 IFBB Ms. Olympia – 2ª classificata
Rachel McLish bodybuilder
Rachel McLish si appassionò al bodybuilding femminile spinta dal successo riscosso da Lisa Lyon.
Il definitivo ingresso nel mondo del culturismo fu essenzialmente motivato dalla convinzione che questa disciplina le avrebbe potuto fornire una piattaforma per pubblicizzare sia la propria attività che il fitness tra le donne.
La McLish rivestì un ruolo fondamentale nella crescita del culturismo femminile negli anni ottanta del XX secolo.
Il suo anno d'oro fu il 1980, quando vinse i campionati la prima edizione del concorso di Ms. Olympia.
Grazie a tale vittoria apparve nelle copertine delle più note riviste di culturismo più di ogni altra donna, per i successivi cinque anni, oltre a guadagnarsi importanti sponsorizzazioni.
La bellezza e il carattere molto competitivo, infatti, ne fecero subito una stella del bodybuilding femminile, catapultando su di lei l'attenzione dei media locali.
Nel 1981 perse il titolo di Ms. Olympia a favore della finlandese Kike Elomaa, anche per via di un fisico meno definito rispetto all'anno precedente.
Presentatasi anche nell'edizione del 1982, alla terza partecipazione si riconquistò il titolo.
Tornò per un'ultima volta a Ms. Olympia 1984, con lo scopo di diventare tre volte campionessa, ma fu detronizzata dalla più massiccia e giovane Cory Everson al culmine di una discussa gara.
Al termine della contesa alcune sue rivali criticarono apertamente il suo 2º posto, convinte che non meritasse il piazzamento ottenuto per via di «un fisico troppo magro».
Lo stravolgimento dei parametri di giudizio dei giudici, ora inclini a favorire fisici più voluminosi rispetto alle figure snelle e toniche da lei promosse, la portarono ad annunciare il ritiro nel 1984, all'età di 29 anni.
Nella seppur breve ma importante carriera, durata quattro anni, giunse sempre a podio.
Fonte: Wikipedia
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scogito · 5 months
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Le donne testano il comportamento maschile, specialmente quando hanno un interesse e di solito lo fanno in maniera inconscia.
Mettono gli uomini alla prova per capire affidabilità, sicurezza e tempra.
L'istinto non le porterà mai a instaurare un legame solido con chi si mostra debole, troppo emotivo o incapace di avere le risorse per superare problemi e garantire un sostegno mentale e concreto.
Lo dico ai maschietti ormai smarriti dietro mascara e carattere costruito con il Lego: cercate di riprendere il ruolo che la natura vi ha dato, perché la mascolinizzazione del femminile è dovuta anche a questo.
Praticamente le donne stanno svolgendo il vostro ruolo distorcendo qualsiasi equilibrio.
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vedova-nera · 2 months
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Noto con piacere che siete già belli attivi..
Di recente notavo anche uomini che trovano donne con un carattere forte fuggire ..
Le cose facili sono per i perdenti che si dichiarano uomini dominanti ..
Perché e più facile conquistare una donna che si dona senza carattere...
Ma d'altronde cosa si pretende da un social.
Buon sabato belli imbustati
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Ho un carattere così difficile che a casa quando parto nessuno mi dice mai 'Torna presto’. Vengo da una famiglia di combattenti, come tante donne che ho interpretato.
La mia fortuna è stata quella di avere dei genitori che mi hanno dato la stessa educazione imposta a mio fratello: questa è vera emancipazione, in casa non ci sono mai stati argomenti da femmina e altri da maschio, e grazie a loro sono diventata una femmina emancipata.
Può spaventare? Solo se trovi uomini complessati.
(Sabrina Ferilli)
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principessa-6 · 2 months
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Di certe donne si dice che hanno un carattere difficile. Non è così.
Semplicemente hanno carattere, ed è difficile che leghino con chiunque...
᭄۫۫۫۫❤️𑜞᭄۫۫۫۫✿✿❤𑜞᭄۫۫۫۫✿✿❤𑜞᭄۫۫۫۫
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mikaelarebel · 2 days
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Di certe donne si dice che hanno un carattere difficile.
Non e' cosi.
Semplicemente hanno carattere.
Ed e' difficile che leghino
con chiunque.
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francesca-70 · 10 months
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Ma sì, accontentatevi di quelle facili.
Accontentatevi di quelle che ad ogni vostra richiesta sono sempre pronte, quelle che vi inviano messaggini dolci e sono sempre lì, pronte a cercarvi.
Perchè siete così deboli che avete paura di quelle che vi tengono testa, che non sono quasi mai dolci o romantiche, che preferiscono litigare di brutto per giorni per poi far pace piuttosto che far finta di nulla. Accontentatevi di quelle che alla prima occasione si spogliano per voi, perché vi fa tremendamente paura una donna che vi spoglia delle vostre paure, che con uno sguardo vi gela. Preferite quelle donne banali che parlano di cose banali, piuttosto di quelle che con orgoglio conservano le storie più belle.
Riuscirete a dire “Ho scelto lei, con l'altra non andava bene. Aveva un carattere troppo difficile.”
Però lo sapete che un carattere debole e facile non vi colmerà a differenza di uno difficile, uno che ti fa pensare “Ne vale la pena."
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(Web)
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susieporta · 5 months
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Capelli arruffati, pieni di fango e di nodi.
Mani amputate, dita mozzate, protesi d'argento.
Stracci insudiciati, abiti inadeguati, divise dimesse.
Il TEMA DELLA VERGOGNA, nel mito e nelle fiabe, non viene quasi mai proclamato a gran voce, ma "fatto vivere", al lettore o a chi ascolta, attraverso un universo di simboli vorticanti, in un crescendo sempre più asfittico e insostenibile.
È a causa della Vergogna che alcuni di noi non rispondono alla Chiamata del Daimon, per rinchiudersi, a poco a poco, dentro la propria TORRE d'Isolamento.
NON PER TIMIDEZZA. E NEPPURE PER AUTOSVALUTAZIONE, ma per qualcosa di molto più profondo che risponde proprio alla Ferita della Vergogna.
Questo disagio può agire in due modi diametralmente diversi.
Costringendoci in questa sorta di autoesilio e impedendoci di fare tutti i "grandi passi" della nostra vita, oppure, CONTROFOBICAMENTE, spingendoci a confrontarci di continuo con situazioni che non ci favoriscono per niente, fuori dalla nostra portata.
Contesti del tutto incoerenti con il nostro Daimon che ci portano a fallire sistematicamente in modo clamoroso, aggiungendo così altra vergogna alla vergogna.
Impastoiati dentro l'archetipo del Brutto Anatroccolo, di Bridget Jones e di tutti coloro che, costantemente immersi in questo mal stare, vivono schiavi di un PROGRAMMA INCONSCIO che li porta a trovarsi quasi sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Dove ricevere giudizi sbagliati dalle persone sbagliate.
Alcuni di noi attraversano questa gogna da bambini, altri durante l'adolescenza.
Altri ancora attraverso l'automortificazione delle proprie scelte adulte.
Altri, infine, rispetto alla propria condizione, fisica o relazionale, della vecchiaia.
È IL FLUSSO SANGUIGNO, in genere, ad essere sospinto da questi maremoti psichici.
È il sangue che ci porta ad arrossire e impallidire tante di quelle volte da scatenare, nel tempo, seri problemi di rosacea.
È l'assenza di sangue che, ritiratosi dalla periferia del nostro corpo, barricatosi nella torre del cuore, può provocare geloni alle dita di mani e piedi e scatenare il Morbo di Raynaud.
Quando il sangue non scorre libero, può esserci un enorme blocco del ciclo mestruale, gravi ristagni ed edemi linfatici. Celluliti eterne anche in donne magrissime.
Vergogna su vergogna.
È il PUNGITOPO la pianta che, in casi come questi, può rappresentare una SVOLTA.
Il Pungitopo lavora sul "povero me" anche quando non abbiamo contatto alcuno con la nostra autocommiserazione. Non la avvertiamo, perché non stiamo neppure così male, all'interno del nostro habitat impeccabilmente studiato ad arte.
Ma non stiamo neppure bene.
Il Pungitopo ci pungola, ci strattona, ci consola e ci incita.
Il Pungitopo SA MUOVERCI IL SANGUE.
Ci aiuta a divenire più lucidi, come le sue foglie e le sue bacche.
Non ci porta a voler svettare a tutti i costi, a progettare chissà che cosa, a sognare l'impossibile.
Il suo carattere saturnino è molto più concreto.
Questo elisir inizia ad esprimere il suo effetto facendoci rendere conto, innanzitutto, che un cambiamento è necessario.
Il Pungitopo ci aiuta a capire che il senso perenne di Vergogna non è timidezza, ma qualcosa di molto più invalidante.
Che arriva quando, sulla nostra vita, IL SENSO DI AUTORITÀ è posto costantemente FUORI DA NOI.
Ci fa capire che, da troppo tempo, stiamo osservando il mondo da una prospettiva esterna: come potrebbero vederla gli altri, cosa potrebbero dire gli altri, chissà come mi giudicherebbero.
Gli Altri, gli altri, gli altri.
Un senso di separazione potentissimo. Gli Altri.
E poi, laggiù, in fondo in fondo, noi.
"Dovresti solo vergognarti". "Ma non ti vergogni?".
Un Sortilegio Nero, ancora più potente quando non ci è mai stato espresso così chiaramente, ma solo lasciato intendere.
Uccidere psichicamente chi ci ha ordinato di vergognarci prima di sciogliere il nodo rappresenta una delle tappe più feroci del Viaggio dell'Eroe.
Ma per fortuna e per grazia degli Dei, abbiamo il Pungitopo!
Esiste, uno Spirito lo incarna!
È lì per proteggere le nostre scorte interiori, i nostri granai di speranze, i nostri sogni di libertà.
Di rivincita.
A volte, SIMBOLICAMENTE, quando la vergogna si è radicata troppo in profondità, dobbiamo prepararci a morire anche noi, insieme a lei e insieme a chi ci ha instillato questo complesso.
Fosse anche tutto il mondo.
È quello che farà CATTARINETTA, la ragazza che verrà divorata da sua zia, la Strega Malvagia, PER POTER PAGARE PEGNO per aver fatto qualcosa di estremamente sporco e irrimediabile.
Questa stranissima Non-Eroina delle Fiabe ci insegna il potere degli Atti Simbolici DE-PROGRAMMANTI, gli unici così forti da sturare e disostruire finalmente i nostri circuiti emozionali.
In modo forte, grezzo. Inelegante, forse.
Ma vero.
Proprio come il Pungitopo. O Ruscus, da "rusticus", pianta delle campagne.
Di tutti quei boschi umili, mica delle Fate o attraversati da cavalieri sfavillanti.
Boschi Qualunque.
Ma, proprio in quanto tali, Straordinari.
Buona Luna Piena di Fine Novembre,
cari Amici ErboNarranti❤
Che ci porti a mostrarci senza più timori
perché consapevoli
da prima, da adesso e da poi,
di essere tutti
gira che ti rigira
dentro la stessa Fiaba,
dentro la stessa Pianta
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donaruz · 10 months
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13 LUGLIO 1954 moriva FRIDA KAHLO
Un corpo fragile e uno spirito indomito.
Una vita difficile, quella di Frida Kahlo, segnata dalla lunga malattia e da grandi passioni, vissute senza remore, incondizionatamente con tutta sé stessa, abbandonano al cuore la razionalità.
La passione per l’arte, quella per il suo Messico e l’amore tormentato per Diego Rivera, il compagno di una vita.
Quella di Frida è stata una vita breve ma ricchissima perché vivere col cuore non significa limitarsi a contare i giorni, i mesi o gli anni, ma significa contare le emozioni, perché la vita non è mera sopravvivenza. E non è vero che chi vive più a lungo vive di più.
Frida Kahlo è stata un’artista coraggiosa, capace di trasformare la sofferenza in ispirazione, le sconfitte in capolavori, plasmando opere che sono un urlo orgoglioso e potente alla sfida del vivere.
LA VITA E LE OPERE DI FRIDA KAHLO:
RIASSUNTO IN DUE MINUTI (DI ARTE)
1. Frida Kahlo (Coyoacán 1907 – 1954) è considerata una delle più importanti pittrici messicane. Molti la annoverano tra gli artisti legati al movimento surrealista, ma lei non confermerà mai l’adesione a tale corrente.
Fin da bambina dimostra di avere un carattere forte, passionale, unito ad un talento e a delle capacità fuori dalla norma. Purtroppo la sua forza di carattere compensa un fisico debole: è infatti affetta da spina bifida, che i genitori e le persone intorno a lei scambiano per poliomielite, non riuscendola così a curare nel modo adeguato.
2. La prova più dura per Frida arriva però nel 1925. Un giorno, mentre torna da scuola in autobus viene coinvolta in un terribile incidente che le causa la frattura multipla della spina dorsale, di parecchie vertebre e del bacino. Rischia di morire e si salva solo sottoponendosi a 32 interventi chirurgici che la costringono a letto per mesi.
Ha solo 18 anni e le ferite al fisico la faranno soffrire per tutta la vita, compromettendo irrimediabilmente la sua mobilità.
3. Durante i mesi a letto immobilizzata da busti di metallo e gessi, i genitori le regalano colori e pennelli per aiutarla a passare le lunghe giornate. Questo regalo darà avvio ad una sfolgorante carriera artistica.
La prima opera di Frida è un autoritratto (a cui ne seguiranno molti altri) che dona ad un ragazzo di cui è innamorata.
4. I genitori incoraggiano sin da subito questa passione per l’arte, tanto da istallare uno specchio sul soffitto della camera di Frida, così che possa ritrarsi nei lunghi pomeriggi solitari. È questo il motivo dei numerosi autoritratti dell’artista. Lei stessa dirà: “Dipingo autoritratti perché sono spesso sola, perché sono la persona che conosco meglio”.
5. Frida Kahlo nel 1928, a 21 anni, si iscrive al partito comunista messicano, diventando una convinta attivista. È in quell’anno che conosce Diego Rivera, il pittore più famoso del Messico rivoluzionario. Lo aveva incontrato per la prima volta quando aveva solo quindici anni (e lui trentasei), sotto i ponteggi della scuola nazionale preparatoria, mentre Diego stava dipingendo un murale per l’auditorium della scuola.
6. Nel 1929 sposa Diego, nonostante lui abbia 21 anni più di lei e sia già al terzo matrimonio. Inoltre Diego ha fama di “donnaiolo” e marito infedele. Il loro sarà un rapporto fatto di arte, tradimenti, passione e pistole. Lei stessa dirà: “Ho subito due gravi incidenti nella mia vita… il primo è stato quando un tram mi ha travolto e il secondo è stato Diego Rivera.”
7. Frida Kahlo ha avuto molti amanti (uomini e donne), tra cui il rivoluzionario russo Lev Trotsky e il poeta André Breton, ma non riuscì mai ad avere figli, a causa del suo fisico compromesso dall’incidente. Quando rimase incinta del primo figlio, Frida fece di tutto per portare avanti la gravidanza. Si dovette arrendere solo quando i medici la costrinsero ad abortire per evitare che perdessero la vita sia lei che il bambino.
8. Frida Kahlo e Diego potevano considerarsi una “coppia aperta”, più per le infedeltà di Diego che per scelta di Frida, che soffrì molto per i tradimenti del marito che ebbe persino una relazione con la sorella minore di Frida, Cristina.
Vista l’impossibilità di fare affidamento sulla fedeltà di Diego, i due decisero di vivere in case separate, unite tra loro da un piccolo ponte, in modo che ognuno di loro potesse avere il proprio spazio “artistico”.
9. Le opere di Frida kahlo sono spesso state accostate al movimento Surrealista, ma Frida ha sempre rifiutato tale vicinanza sostenendo: “Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni”.
10. L’album dei Coldplay Viva la vida or Death and All His Friends (2008) si ispira ad una celebre frase che la Kahlo scrisse sul suo ultimo quadro, otto giorni prima della sua morte a soli 47 anni per cause ancora non del tutto certe.
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angela-miccioli · 1 year
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"Le donne di carattere sono sempre ammirate dagli uomini veri, disprezzate e criticate dai quaquaraquà e dalle femmine di poco stile".
#AnnaMagnani
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othmanibnaffan · 9 months
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La sua prima vita nella società pre-islamica:
Nella società pre-islamica, Uthman (R.A.) era tra i migliori della sua gente. Era di alto rango, molto ricco, estremamente modesto ed eloquente nel parlare. Il suo popolo lo amava molto e lo rispettava. Non si prostrava mai a nessun idolo e non aveva mai commesso alcuna azione immorale nemmeno prima dell'Islam. Anche prima dell'Islam non beveva alcolici.
Conosceva bene i lignaggi, i proverbi e la storia degli eventi importanti. Viaggiò in Siria e in Etiopia e si mescolò con persone non arabe, imparando cose sulla loro vita e sui loro costumi che nessun altro conosceva. Si occupò degli affari ereditati dal padre e la sua ricchezza crebbe. Era considerato uno degli uomini del clan Banu Umayyah che godeva di grande stima da parte di tutti i Quraish. Così, Uthman (R.A.) era considerato di alto rango tra la sua gente ed era molto amato.
La sua conversione all'Islam:
Uthman (R.A.) aveva trentaquattro anni quando Abu Bakr Al-Siddiq (R.A.) lo chiamò all'Islam; egli non esitò affatto e rispose immediatamente alla chiamata di Abu Bakr (R.A.). Fu il quarto uomo ad abbracciare l'Islam dopo Abu Bakr (R.A.), Ali ibn Talib (R.A.) e Zaid ibn Harithah (R.A.).
La sua persecuzione e la migrazione in Etiopia:
Uthman (R.A.) e sua moglie Ruqayyah (R.A.), figlia del Profeta (S.A.W.), emigrarono in Etiopia (Abissinia) insieme a dieci uomini e tre donne musulmani. Alcuni musulmani si unirono poi a loro come migranti. Tutti i musulmani emigrati trovarono sicurezza e libertà di culto in Abissinia. Uthman (R.A.) aveva già alcuni contatti commerciali in Etiopia, quindi continuò a esercitare la sua professione di commerciante.
Il Sacro Corano parla della migrazione dei primi musulmani in Abissinia, come dice Allah:
"E per quanto riguarda coloro che sono emigrati per la causa di Allah, dopo essere stati ingiustamente colpiti, certamente daremo loro una buona residenza in questo mondo, ma in verità la ricompensa dell'Aldilà sarà più grande; se solo lo sapessero!" (Al-Nahl 16:41).
Quando si diceva che gli abitanti di Makkah erano diventati musulmani, la notizia giunse agli emigranti in Abissinia, che tornarono indietro ma, quando si avvicinarono a Makkah, seppero che la notizia era falsa. Ciononostante, tutti gli emigranti entrarono in città. Tra coloro che tornarono c'erano Uthman (R.A.) e Ruqayyah (R.A.) e si stabilirono nuovamente a Makkah. Uthman (R.A.) rimase a Makkah finché Allah non concesse il permesso di emigrare a Madinah.
La vicinanza al Profeta (S.A.W.):
Il fattore più forte che ha plasmato il carattere di Uthman (R.A.), ha fatto emergere i suoi talenti e le sue potenzialità e ha purificato la sua anima è stato il fatto di aver frequentato il Messaggero di Allah (S.A.W.) e di aver studiato per mano sua. Uthman (R.A.) rimase vicino al Profeta (S.A.W.) a Makkah dopo essere diventato musulmano e rimase vicino a lui a Madinah dopo la sua migrazione.
Uthman (R.A.) ci racconta come rimase vicino al Messaggero di Allah (S.A.W.) dicendo:
"Allah, che sia glorificato ed esaltato, ha inviato Mohammad (S.A.W.) con la verità e gli ha rivelato il Libro e io sono stato uno di quelli che hanno risposto ad Allah e al Suo Messaggero (S.A.W.) e hanno creduto. Ho compiuto le due prime migrazioni e sono diventato genero del Messaggero di Allah (S.A.W.) e ho ricevuto la guida direttamente da lui.
Uthman (R.A.) e il Sacro Corano:
Uthman (R.A.) era profondamente legato al Sacro Corano. È stato narrato che Abu Abd Al-Rahman Al-Sulami disse:
"Coloro che insegnavano il Corano, come Uthman ibn Affan, Abd-Allah ibn Masood e altri, ci hanno raccontato che quando imparavano dieci versetti dal Profeta (S.A.W.), non andavano oltre finché non avevano appreso la conoscenza contenuta in essi e come applicarla nei fatti. Dissero: Così abbiamo imparato insieme il Corano, la conoscenza e la sua applicazione". Per questo dedicavano un po' di tempo alla memorizzazione di una sura".
I seguenti detti di Uthman (R.A.) mostrano chiaramente il suo attaccamento e il suo amore per il Sacro Corano:
"Se i nostri cuori fossero puri, non avremmo mai il nostro filtro delle parole di Allah, che Egli sia glorificato ed esaltato".
"Non vorrei che venisse il giorno in cui non guarderò nel Patto di Allah (cioè il Sacro Corano)".
"Ci sono quattro cose che sono virtù esteriori, ma in realtà sono obblighi: mescolarsi con le persone rette è una virtù e seguire il loro esempio è un dovere, leggere il Corano è una virtù e agire in base ad esso è un dovere, visitare le tombe è una virtù e prepararsi alla morte è un dovere e visitare il malato è una virtù e chiedergli di fare testamento è un dovere".
"Dieci cose sono la più grande perdita di tempo: uno studioso di cui nessuno chiede informazioni, una conoscenza che non viene messa in pratica, un consiglio valido che non viene accettato, un'arma che non viene usata, una moschea in cui non si prega, un Mushaf (Corano) che non viene letto, una ricchezza di cui non si spende nulla (in beneficenza), un cavallo che non viene cavalcato, la conoscenza dell'ascesi nel cuore di chi cerca un guadagno mondano e una lunga vita in cui non ci si prepara per il viaggio (nell'Aldilà)".
Utman (R.A.) era un Hafiz del Corano (memorizzazione del Corano) e leggeva sempre il Corano. Uthman (R.A.) recitò l'intero Corano al Profeta Mohammad (S.A.W.) prima di morire.
Battaglia di Badr e morte della moglie:
Quando i musulmani uscirono per combattere la Battaglia di Badr, la moglie di Uthman (R.A.), Ruqayyah (R.A.), era malata e confinata a letto nel momento in cui suo padre Mohammad (S.A.W.) invitò i musulmani a intercettare la carovana dei Quraish. Uthman (R.A.) si affrettò ad uscire con il Messaggero di Allah (S.A.W.), ma Egli (S.A.W.) non permise a Uthman (R.A.) di andare con loro e gli ordinò di rimanere con Ruqayyah (R.A.) e di curarla dicendo:
"Tu [Uthman (R.A.)] riceverai la stessa ricompensa e la stessa quota (del bottino) di chiunque abbia partecipato alla battaglia di Badr (se rimarrai con lei)". (Bukhari: 3699)
Uthman (R.A.) obbedì di buon grado e rimase con sua moglie Ruqayyah (R.A.). Quando esalò gli ultimi respiri, desiderava vedere suo padre (S.A.W.) che era partito per Badr. Si allontanò da questa vita ma non poté vedere suo padre (S.A.W.) perché egli era a Badr con i suoi nobili Compagni (R.A.), impegnati a rendere suprema la parola di Allah, e non partecipò alla sua sepoltura. Il marito Uthman (R.A.), addolorato, seppellì l'amata moglie ad Al-Baqee (cimitero sacro dei musulmani vicino a Masjid Al-Nabawi a Madinah). Dopo il ritorno dalle vittorie della battaglia di Badr, il Messaggero (S.A.W.) venne a sapere della morte di sua figlia Ruqayyah (R.A.), si recò ad Al-Baqee, si fermò sulla tomba di sua figlia e pregò per il suo perdono.
Il suo contributo allo Stato islamico:
Uthman (R.A.) era uno dei più ricchi tra coloro ai quali Allah aveva concesso la ricchezza. Usò la sua ricchezza in obbedienza ad Allah. Era sempre il primo a fare il bene e a spendere e non temeva la povertà. Tra i molti esempi delle sue spese ci sono i seguenti:
1. Quando il Profeta (S.A.W.) giunse a Madinah, l'unica fonte di acqua fresca era il pozzo di Bir Rumah e senza pagare nessuno poteva bere l'acqua del pozzo. Uthman (R.A.) comprò il pozzo dal proprietario (che era un ebreo) per ventimila dirham e lo donò ai ricchi, ai poveri e ai viandanti.
2. A Madinah, il Mashid Al-Nabawi divenne troppo piccolo perché i musulmani potessero pregare anche solo 5 volte. Uthman (R.A.) comprò il terreno accanto alla moschea per venticinque o ventimila dirham e questo terreno fu aggiunto alla moschea che divenne così abbastanza grande da ospitare i musulmani.
3. Spese un'enorme somma per equipaggiare l'esercito musulmano per la campagna di Tabook.
Durante il califfato di Abu Bakr (R.A.) e Umar (R.A.):
Quando il Messaggero di Allah (S.A.W.) morì nell'11 AH (632 d.C.), Abu Bakr (R.A.) fu scelto come califfo. In effetti, Uthman (R.A.) fu il primo, dopo Umar (R.A.), a offrire la sua fedeltà ad Abu Bakr (R.A.) come califfo. Durante le guerre di apostasia (guerre di Ridda) durante il califfato di Abu Bakr (R.A.), Uthman (R.A.) rimase a Madinah e agì come consigliere di Abu Bakr (R.A.). Sul letto di morte, Abu Bakr Siddiq (R.A.) dettò il suo testamento a Uthman (R.A.), dicendo che il suo successore sarebbe stato Umar (R.A.).
Durante il califfato di Umar (R.A.), lo status di Uthman (R.A.) era quello di un consigliere e si può dire che la sua posizione fosse simile a quella di Umar (R.A.) nei confronti di Abu Bakr (R.A.) durante il califfato di Abu Bakr (R.A.).
Durante il califfato di Umar (R.A.), Uthman (R.A.) istituì il sistema di registrazione dei beni spesi e guadagnati (il Diwan). Fu Uthman (R.A.) a suggerire a Umar (R.A.) di creare l'Anno Hijri (Calendario islamico).
La sua nomina a Califfo e successore di Umar (R.A.):
Umaribn Al-Kattab (R.A.) sul letto di morte formò un comitato di sei persone per scegliere il prossimo Califfo tra di loro. Questo comitato era composto da: Ali bin Abi Talib (R.A.), Uthman ibn Affan (R.A.), Abdur Rahman bin Awf (R.A.), Saad ibn Abi Waqqas (R.A.), Al-Zubayrm (R.A.) e Talhah (R.A.). La maggioranza del popolo favorì l'elezione di Uthman (R.A.). Il quarto giorno dopo la morte di Umar (R.A.), nel 23 AH, Uthman (R.A.) fu eletto terzo Califfo con il titolo di "Amir Al-Muminin" (Principe dei Credenti).
Quando fu prestato il giuramento di fedeltà a Uthman (R.A.) come califfo, egli si presentò davanti al popolo e dichiarò il suo approccio al governo, spiegando che avrebbe seguito le linee guida del Corano e della Sunnah e avrebbe seguito le orme dei due califfi [cioè Abu Bakr (R.A.) e Umar (R.A.)]. Dichiarò inoltre che avrebbe gestito gli affari del popolo con tolleranza e saggezza, ma che non avrebbe accettato alcun compromesso riguardo alle punizioni da eseguire. Poi li mise in guardia dall'accontentarsi delle cose terrene e dal lasciarsi tentare dalle banalità mondane, per evitare che ciò li portasse a competere gli uni con gli altri e a fomentare rancori e risentimenti tra di loro, che a loro volta avrebbero portato alla divisione e alla disunione.
I punti salienti del suo regno come califfo:
Le conquiste di Uthman (R.A.), durante il suo regno come Califfo, sono tantissime. Di seguito sono riportati alcuni punti salienti delle sue realizzazioni durante il suo califfato (Khilafat):
Conquista: Le opere più importanti di Uthman (R.A.) sono la conquista di Murrow, in Turchia, e l'espansione dello Stato Islamico. Oltre alla conquista di Alessandria e poi dell'Armenia, del Caucaso, del Khurasan, del Kerman, del Sajistan, dell'Africa e di Cipro.
Espansione della Moschea del Profeta: Uthman (R.A.) ampliò la Moschea del Profeta (Masjid Al-Nabawi) nel 29-30 A.H. e istituì la prima flotta islamica per proteggere le spiagge musulmane dagli attacchi dei Bizantini.
Compilazione del Corano: Uno dei risultati più importanti di Uthman (R.A.) è la compilazione del Sacro Corano, iniziata durante il califfato di Abu Bakr Siddiq (R.A.).
Hudhaifah (R.A.) era molto allarmato dalle differenze nella recitazione del Corano tra il popolo siriano e quello iracheno. Così Hudhaifah (R.A.) disse a Uthman (R.A.):
"O Principe dei credenti, salva questa nazione prima che divergano riguardo al Libro (Corano) come fecero gli ebrei e i cristiani".
Uthman (R.A.) disse:
"Mandaci il manoscritto in modo che possiamo farne delle copie, poi te lo restituiremo".
Il suo martirio:
A Shawwal, nel 35 AH, si verificò un tumulto e i malfattori assediarono Uthman (R.A.) nella sua casa (per quaranta giorni) e gli impedirono di pregare nella moschea e persino di bere. Ma quando vide alcuni dei Compagni (R.A.) che si preparavano a combatterli, lo impedì perché non voleva far cadere il sangue di un musulmano per il suo stesso bene. Poi i cospiratori entrarono in casa sua dal retro (dalla casa di Abu Hazm Al-Ansari) e lo attaccarono mentre leggeva il Sacro Corano. Sua moglie Naila (R.A.) cercò di proteggerlo, ma la colpirono con la spada e le tagliarono i polpacci. I ribelli lo uccisero (R.A.) e il suo sangue finì sul Corano. Fu martirizzato il 18 Dhul-Hijjah 35AH (17 giugno 656 d.C.) e fu sepolto ad Al-Baqee [cimitero sacro dei musulmani vicino alla Moschea del Profeta (Masjid Al-Nabawi)] a Madinah.
Aspetto fisico:
Non era né basso né alto, con spalle larghe e folti capelli in testa. Aveva una lunga barba ed era di bell'aspetto. Si dice che fosse il più bello del popolo.
Prestavolto nelle trame:
Marcus Charlie Bishop
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diceriadelluntore · 7 months
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Ho letto moltissimo questa estate, alcuni libri davvero deliziosi, ma questo, finito da qualche giorno, mi ha lasciato qualcosa dentro.
Mariamma è una sposa bambina che nell'anno 1900, quando ha solo 12 anni, nella comunità cristiana del Kerala (India sud-occidentale, ma all'epoca era diviso nei tre regni di Thiruvithamcoore, di Kochi e la provincia del Malabar) costretta al matrimonio con un uomo che non ha mai visto, e che ha oltre vent'anni più di lei. Viaggia da sola in barca sul fiume per arrivare alla tenuta del futuro marito, che in un primo momento rifiuta persino visto la sua età, ma che poi la introduce nel suo mondo, un pezzo di terra paludoso e che nessuno voleva, ma trasformato dal lavoro di quest'uomo in un piccolo paradiso di alberi da frutta, coltivazioni, canali navigabili. Si chiama Parambil, e tutta la storia del libro, che si svolge lungo tre generazioni di discendenti della giovane sposa, legano la propria vita a questo luogo, e alle magie che contiene. Fanno i conti soprattutto con la forza della Natura, specialmente dell'Acqua, che sia come fiume che come monsone, domina quelle terre, e ne delinea le fortune. Ma all'acqua è legato anche una sorta di maleficio, il Morbo lo chiama il marito di Mariamma, che segna la loro famiglia, la quale in un prezioso e antico foglio di carta di lino segna un macabro albero genealogico di uomini e donne colpite da questa maledizione. Attraverso lo svolgere degli eventi, che si legano alla storia dell'India (la fine del dominio britannico, l'indipendenza, le fortissime lotte interne a carattere sia religioso sia sociale) si dipana una storia meravigliosa scritta da Verghese con mirabile maestria, secondo un ritmico tempo descrittivo, ricco di particolari e minuziose ricostruzioni, figlio della sua educazione di medico, ai più alti livelli (è attualmente è vicepresidente del Dipartimento di Medicina presso la Stanford School Of Medicine).
Tra comunità religiose che la leggenda vuole fondate da san Tommaso, l'apostolo del dubbio, che si vuole martirizzato a Madras, tra tempeste colossali, viaggi in treni, fascinosi medici scozzesi, la vita degli ospedali indiani, i profumi e i sapori di quei piatti ricchi di spezie, ingredienti, di alberi che sembrano uomini e elefanti dalla sensibilità straordinaria, le oltre 700 pagine filano via senza nessuno sforzo, in un viaggio che sebbene legato alla magia alla fine verrà dipanato dalla scienza e dalla perseveranza dei protagonisti, che di fronte al Male, che appare nelle loro vite in molteplici forme, riescono a costruire sempre più forte la parte migliore di loro stessi. Un libro affascinante e che consiglio davvero per fare un viaggio forte e misterioso, al sapore di curry e di lotta, di frutta succosa e di dolore, per molti versi indimenticabile.
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lm-21 · 1 year
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Sarete quello che siete per sempre.
Quando ero adolescente ed andavo a scuola ponendomi milleuna domande sulla mia e su quella degli altri esistenza osservavo i grandi e li vedevo come esseri completi. Invincibili quasi perfetti. E questo mi faceva sentire non poco fuori luogo e insufficiente.
Adesso invece, col senno di poi, mi rendo conto che non è così. Mi sbagliavo. Il tempo non matura le persone, siamo sempre noi.
La gente sbaglia, le paure e le insicurezze restano. Non ci sono uomini e donne che sanno tutto e sono pronti a tutto. Siamo tutti uguali e con il carattere che abbiamo sempre avuto.
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alonewolfr · 3 days
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Di certe donne si dice che abbiano un carattere difficile. Non è così. Semplicemente hanno carattere, ed è difficile che leghino con chiunque.
|| A. De Pascalis
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princessofmistake · 1 month
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Mio caro tesoro, ti scrivo di nuovo, perché sono solo e perché mi secca tenere continui dialoghi mentali con te, senza che tu ne sappia nulla o tu mi possa rispondere [...] Io ti ho viva davanti a me e ti porto in palmo di mano, e ti bacio dalla testa ai piedi, e cado in ginocchio davanti a te, e sospiro: «Madame, io vi amo». E davvero io ti amo, più di quanto abbia amato il Moro di Venezia. Il mondo falso e corrotto coglie tutti i caratteri in modo falso e corrotto. Chi dei miei numerosi calunniatori e nemici dalla lingua biforcuta mi ha mai rimproverato di essere chiamato a recitare la parte di primo amoroso in un teatro di seconda classe? Eppure è così. Se quei furfanti avessero avuto dello spirito, avrebbero dipinto da una parte «i rapporti di produzione e di commercio» e dall'altra me ai tuoi piedi. "Look to this picture and to that" ["Guardate questo ritratto e quello"] — vi avrebbero scritto sotto. Ma furfanti stupidi sono costoro e rimarranno stupidi in saecula saeculorum. Una assenza momentanea fa bene, perché quando si è presenti le cose sembrano troppo eguali per distinguerle. Persino le torri da vicino hanno proporzioni nanesche, mentre le cose piccole e quotidiane, considerate da vicino, crescono troppo. Così è per le passioni. Piccole abitudini le quali con la vicinanza che esse impongono assumono forma appassionata, scompaiono non appena il loro oggetto immediato è sottratto alla vista. Grandi passioni che per la vicinanza del loro oggetto assumono la forma di piccole abitudini, crescono e raggiungono di nuovo la loro proporzione naturale per l'effetto magico della lontananza. Così è con il mio amore. Basta che tu mi sia allontanata solo dal sogno e io so immediatamente che il tempo è servito al mio amore per ciò a cui servono il sole e la pioggia alle piante, per la crescita. Il mio amore, appena sei lontana, appare per quello che è, un gigante in cui si concentra tutta l'energia del mio spirito e tutto il carattere del mio cuore. Io mi sento di nuovo un uomo, perché provo una grande passione, e la molteplicità in cui lo studio e la cultura moderna ci impigliano, e lo scetticismo con cui necessariamente siamo portati a criticare tutte le impressioni soggettive e oggettive, sono fatti apposta per renderci tutti piccoli e deboli e lamentosi e irrisoluti. Ma l'amore non per l'uomo di Feuerbach, non per il metabolismo di Moleschott, non per il proletariato, bensì l'amore per l'amata, per te, fa dell'uomo nuovamente un uomo. Mia cara, tu sorriderai e ti chiederai come mai tutto a un tratto divento così retorico? Ma se potessi stringere il tuo cuore al mio cuore, tacerei e non direi parola. Poiché non posso baciare con le labbra, sono costretto a farlo con il linguaggio e le parole... In realtà molte donne sono a questo mondo, e alcune di esse sono belle. Ma dove ritrovo un volto nel quale ogni tratto, anzi ogni piega risveglia i ricordi più grandi e più dolci della mia vita? Nel tuo viso soave io leggo persino le mie sofferenze infinite, le mie perdite irreparabili, e quando bacio il tuo dolce viso riesco ad allontanare con i baci la sofferenza. «Sepolto nelle sue braccia, risvegliato dai suoi baci» — cioè nelle tue braccia e dai tuoi baci e io regalo ai bramini e a Pitagora la loro teoria della rinascita e al cristianesimo la sua teoria della risurrezione [...] Addio tesoro mio. Ti bacio migliaia di volte insieme alle bambine. Tuo Karl
Lettera d’amore di Karl Marx alla moglie Jenny Manchester, 21 giugno 1856
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blacklotus-bloog · 9 months
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“Ho sentito dire spesso che le donne sono come il vino: invecchiando migliorano. Ma non basta. Le donne sono come il vino, perchè se non te ne intendi, ti sembrano tutte uguali. Perchè riesci solo a distinguere una bruna da una bionda, come un rosso da un bianco. Perchè ti fidi di una frizzante e leggera come di uno spumantino, ma poi ti taglia le gambe. Perchè fai fatica a mandare giù una complessa e rompipalle come un rosso strutturato, ma al secondo sorso, ti accorgi che ti scalda la bocca e il cuore. Le donne sono come il vino..."
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Le donne sono come il Vino ma è sempre la bocca di un UOMO esperto a cogliere la differenza. La maggior parte degli uomini non conosce la differenza tra un Metodo Martinotti e un Metodo Classico ovvero tra un Prosecco e uno Champagne. La differenza sta in quanto carattere un Uomo è un grado di cogliere e farlo collimare con il proprio, la chiave di volta di una intesa è tutta lì...
BUONA SERATA 🥂
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