Tumgik
#già me ne voglio andare a fanculo
ross-nekochan · 2 years
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Da quando mi sono laureata e ho cominciato a pensare di vivere con calma a casa per farmi i fatti miei, dicendomi:"Ma sì dai, che saranno mai 6 mesi o 1 anno a casa? È vero, l'ultima volta ho avuto un breakdown bruttissimo, ma sarà stato sicuramente il lockdown e il fatto che non avevo così tanti obiettivi ecc. Si può vivere in pace in quella casa, sono pure io il problema".
Ebbene, giorno 6 con madre e ieri ha fatto una banalità che sono DIECI ANNI ALMENO (non sto scherzando) che le ripeto in continuazione che NON DEVE FARE e mi sono già intossicata mezza vacanza.
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Non credo esistano mezzi termini. O sono preso al 100 per 100, oppure non me ne frega niente. Se qualcosa non mi fa rizzare i peli del braccio, probabilmente lo faccio solo perché è un passo obbligatorio per arrivare a fare quello che voglio. Se devo studiare, studio fino a che non ho le allucinazioni dalla stanchezza. Se devo andare a fare una corsa in bici, voglio sapere quanto veloce riesco ad andare. Se ascolto la musica in macchina in autostrada, il volume o è al massimo, o è al massimo. Se salgo su un kart mi diverto di più a fargli perdere trazione in curva che a superare chi mi sta davanti. Quando ero bambino facevo i reverse drift col triciclo per entrare in camera mia. E quando ho cominciato a capire cosa è l'amore, ho dato tutto me stesso. Così tanto da dimenticarmi cosa mi facesse alzare i peli sul braccio. Ho capito che essere innamorati non ha senso se non sei coinvolto al duemila per cento. Se non ti fa ridere, se non ti fa piangere, se non ti sembra che vada tutto a puttane quando litighi, se non ti sembra di toccare le nuvole quando fai sesso, è solo una perdita di tempo. C'è stata una fase di ri-assestamento, una volta ricalibrato sul mio me migliore, ho ricominciato a fregarmene di quello che gli altri pensano quando impazzisco vedendo una 911 gt3 rs sorpassare l'autobus che mi porta a casa, il collo mi fa male di nuovo per quanto mi giro quando passa una ferrari, un paio di tette scompare di fronte a una bianchi da eroica, e allo stesso modo tutte le altre tipe mi sembrano così lisce rispetto alla persona che amo. Ma crescere implica anche imparare a ricordare cosa ti rende felice quando tutto sembra andare a fanculo, quando c'è un enorme buco, una voragine, un corpo nero che assorbe tutto, mentre cammini da solo e sei lasciato ai tuoi pensieri, come quando ti sembra ti crollare nel vuoto poco prima di addormentarti dopo aver bevuto mezzo bar. Allora penso all'auto, i fari gialli nella notte, l'odore di mare, finalmente un respiro, e sembra tutto più semplice. Io non voglio più perdere tempo, voglio soffrire ora per non perire definitivamente dopo. Odio il limbo, o siamo in paradiso, o siamo all'inferno e io quest'ultimo l'ho già affrontato una volta, preferisco doverlo affrontare un'altra volta piuttosto che stare qua a guardare il paradiso allontanarsi sempre di più. E sì, oggi ho fatto gli auguri a quella persona a cui ho fatto gli auguri pure prima di essere lasciato dalla persona che amavo, o che pensavo di amare. Sarà una coincidenza, sarà il periodo, sarà l'ironia della vita.
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Maggie Lindemann - Paranoia, traduzione testi
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Sto sempre per conto mio perché mi sembra la cosa giusta da fare E quando mi trovo in un locale affollato cerco di passare inosservata
(da: Loner)
1. Maggie Lindemann – Knife Under My Pillow, traduzione
Coltello sotto al cuscino Scusami, non intendo farti prendere un colpo
Ma sento il rumore di qualcuno in casa mia
Il cuore all’impazzata mi tiene sveglia Si insinua la paranoia
Ricontrollo ancora tutte le serrature
Mi rimbomba dentro la testa
Mi fa sentire paralizzata Non riesco a dormire senza le luci
Un brivido mi corre lungo la schiena
Resto a guardare fuori dalla finestra
Un coltello sotto al cuscino
Ma è tutto frutto della mia mente
Mi aggrappo disperatamente
Perché mi succede continuamente questa cosa?
Mi fa restare a guardare fuori dalla finestra
Un coltello sotto al cuscino
Ma è tutto frutto della mia mente Lo so che l’ho già fatta questa chiamata
Non sto gridando al lupo, ne sono abbastanza sicura
È che ci sono delle paure che non si possono cancellare Si insinua la paranoia
Ricontrollo ancora tutte le serrature
Mi rimbomba dentro la testa
Mi fa sentire paralizzata Non riesco a dormire senza le luci
Un brivido mi corre lungo la schiena
Resto a guardare fuori dalla finestra
Un coltello sotto al cuscino
Ma è tutto frutto della mia mente
Mi aggrappo disperatamente
Perché mi succede continuamente questa cosa?
Mi fa restare a guardare fuori dalla finestra
Un coltello sotto al cuscino
Ma è tutto frutto della mia mente
Ma è tutto frutto della mia mente 2. Maggie Lindemann – Gaslight!, traduzione
Manipolazione! Manipolazione, giretto in macchina
Frana, fanculo la vita
Gira il coltello
Cuore spezzato e paralizzato
Manipolazione, giretto in macchina
Frana, fanculo la vita
Guardati le spalle
Mi porta all’omicidio Dove credi, dove credi di andare?
Tesoro, ti sei perso o ti sei semplicemente perso nel momento?
Tesoro, ti senti solo o ti senti semplicemente solo per me?
Dove credi, dove credi di andare? Mi puoi trovare agli oggetti smarriti
Tesoro, ascolta, mi puoi stare a sentire?
Io sento male solo quando non ci sei tu
Vieni a trovarmi agli oggetti smarriti
Baciarla sul collo quando non ci sei tu
Non dovresti amare una ragazza soltanto per distruggerla Manipolazione, giretto in macchina
Frana, fanculo la vita
Gira il coltello
Cuore spezzato e paralizzato
Manipolazione, giretto in macchina
Frana, fanculo la vita
Guardati le spalle
Mi porta all’omicidio Dove credi, dove credi di andare?
Tesoro, ti sei perso o ti sei semplicemente perso nel momento?
Tesoro, ti senti solo o ti senti semplicemente solo per me?
Dove credi, dove credi di andare? Dimmelo prima che sia troppo tardi
Le tue parole ti scaveranno la fossa
È ora di scegliere il tuo destino
Lasciarmi sola soletta o ucciderti piano piano Manipolazione, giretto in macchina
Frana, fanculo la vita
Gira il coltello
Cuore spezzato e paralizzato
Manipolazione, giretto in macchina
Frana, fanculo la vita
Guardati le spalle
Mi porta all’omicidio Dove credi, dove credi di andare?
Tesoro, ti sei perso o ti sei semplicemente perso nel momento?
Tesoro, ti senti solo o ti senti semplicemente solo per me?
Dove credi, dove credi di andare? 3. Maggie Lindemann – Scissorhands, traduzione
Mani di forbice Io mi faccio i fatti miei
Però tu continui ad abbattermi
Ti ho avvisato che non andrà a finire bene
Giuro che vorrei farlo
Quello che tocco va in fumo
E vorrei poter cambiare Mi fissano tutti quanti
Visto che guardi vedo di dare spettacolo, cazzo
Te lo sei scelto tu Ma perché non riesce a capire nessuno?
Ho delle forbici al posto delle mani
Stringerti forte ma non posso
Non voglio uccidere un uomo
Non avvicinarti
Da qua non ne viene niente di buono
I tuoi graffi non spariranno
Ho delle, ho delle forbici al posto delle mani
Forbici al posto delle mani
Ho delle, ho delle forbici al posto delle mani Piccole lame, per cui sono da sola
Ferisco chiunque stia a tre metri da me
Sono al sicuro solo quando sono da sola
Non sto bene, ma mi va bene così Mi fissano tutti quanti, come se fossi uno scherzo della natura
Ma loro non ne hanno proprio idea, non ne hanno proprio idea Ma perché non riesce a capire nessuno?
Ho delle forbici al posto delle mani
Stringerti forte ma non posso
Non voglio uccidere un uomo
Non avvicinarti
Da qua non ne viene niente di buono
I tuoi graffi non spariranno
Ho delle, ho delle forbici al posto delle mani
Forbici al posto delle mani
Ho delle, ho delle forbici al posto delle mani
Ho delle, ho delle forbici al posto delle mani 4. Maggie Lindemann – Crash and Burn, traduzione
Andare a schiantarsi Lo so che le persone cambiano
Però pensavo che noi saremmo rimasti gli stessi
Nella rete delle tue bugie
Non mi hai dato una motivazione valida Una stupida litigata ci ha fatto prendere fuoco Perché non possiamo parlarne?
Tu esci sempre dalla stanza
Peggiori le cose, non impari mai
Non so come fingere visto che ci stiamo disintegrando
Senza ritorno
Andremo a schiantarci Tu hai scelto lui invece che me
E te ne sei andato senza scusarti
Hai sentito un coltello nella schiena
Già, hai pensato che fossi io l’assassina
Ti guardi allo specchio Perché non possiamo parlarne?
Tu esci sempre dalla stanza
Peggiori le cose, non impari mai
Non so come fingere visto che ci stiamo disintegrando
Senza ritorno
Andremo a schiantarci Woah, woah, giochetti tossici quelli che fai
Prezzo troppo alto da pagare
Woah, woah, non c’è niente di permanente, per cui mi sa che devo imparare a staccarmi Perché non possiamo parlarne?
Tu esci sempre dalla stanza
Peggiori le cose, non impari mai
Non so come fingere visto che ci stiamo disintegrando
Senza ritorno
Andremo a schiantarci 5. Maggie Lindemann – Loner, traduzione
Asociale Si dice che l’evitamento non fa mai guarire, però di sicuro fa stare bene
Me ne resto qua un altro paio di minuti più di quanto dovrei
Mi faccio un paio di shot per anestetizzare i sentimenti
Invece di affrontare i miei problemi resto a fissare il soffitto
L’evitamento non fa mai guarire, però di sicuro fa stare bene Lo so che ho detto che avrei smesso prima di affogare
Ma non mi piace il pensiero che mi scenda Sì, sono un’asociale, e mi piace così
Mi piace una stanza buia con dentro nessuno tranne il dolore
E non mi serve il permesso di sentirmi triste
E non mi serve un testimone che mi difenda
Perché sono un’asociale, e mi piace così, e mi piace così Sto sempre per conto mio perché mi sembra la cosa giusta da fare
E quando mi trovo in un locale affollato cerco di passare inosservata
Mi presento sempre alle feste con ore di anticipo perché mi viene a noi qualsiasi cosa ora delle 7:30
Sto sempre per conto mio perché mi sembra la cosa giusta da fare Lo so che ho detto che avrei smesso prima di affogare
Ho preso un paio di pasticche, adesso sono per terra Sì, sono un’asociale, e mi piace così
Mi piace una stanza buia con dentro nessuno tranne il dolore
E non mi serve il permesso di sentirmi triste
E non mi serve un testimone che mi difenda
Perché sono un’asociale, e mi piace così, mi piace così Sì, sono un’asociale, sì Sì, sono un’asociale, e mi piace così
Mi piace una stanza buia con dentro nessuno tranne il dolore
E non mi serve il permesso di sentirmi triste
E non mi serve un testimone che mi difenda
Perché sono un’asociale, e mi piace così, mi piace così 6. Maggie Lindemann – Love Songs, traduzione
Canzoni d’amore Io faccio passare il male
Dimmi tutte le tue paure
E se hai paura ci sono qui io Non devi per forza fare il duro con me
Io ti proteggerò da tutto quanto
Potrei farti da rete di protezione se me lo permetti
Perché quando tu sei felice io mi sento a casa Sorridere ha un sapore diverso con te
Piangere ha un sapore migliore con te
Se l’amore è un gioco, ho voglia di giocare
Perché mancava qualcosa prima di te
Mancava qualcosa prima di te Io ci sarò anche coi tuoi difetti
Ti prenderò se cadi
E se mi chiami, io ci sarò Io voglio farti sentire amato
Lo porto io il peso per te
Tu meriti ogni cosa che la vita possa portare
Perché non c’è niente di paragonabile a te Sorridere ha un sapore diverso con te
Piangere ha un sapore migliore con te
Se l’amore è un gioco, ho voglia di giocare
Perché non manca niente con te
Non manca niente con te 7. Maggie Lindemann – Different, traduzione
Diversa 2 del mattino, finestrini abbassati, viaggio sulla 405
Mi restano solo due ore prima di prendere l’aereo
Se scomparissi, chiamerebbero il mio nome al mio gate?
Perché le mie decisioni incoscienti capitano così tardi?
4 del mattino, finestrini abbassati, stanotte non torno a casa E penso non aver paura, non piangere
Andrà tutto bene
Ma se comunque non basta, qualcuno può… …portarmi dove vanno i fari?
Mi sento così smarrita qui
Vorrei proprio non stare qui
Portami dove non si vedono le stelle
Può diventare un po’ pesante qui
Brillando da sola
Vorrei essere una persona diversa da me a volte
Vorrei essere una persona diversa da me a volte Mi sento sempre in colpa, per cui mi serve un posto in cui ficcare il dolore
Veleno in bocca perché è meglio delle parole che direi
Sono solo un peso o solo incerta? Non so
Così non funziona, ma io continuo a scavare questa buca
Se mi metto d’impegno magari mi dimentico come mi chiamo E penso non aver paura, non piangere
Andrà tutto bene
Ma se comunque non basta, qualcuno può… …portarmi dove vanno i fari?
Mi sento così smarrita qui
Vorrei proprio non stare qui
Portami dove non si vedono le stelle
Può diventare un po’ pesante qui
Brillando da sola
Vorrei essere una persona diversa da me a volte
Vorrei essere una persona diversa da me a volte Non aver paura, non piangere
Andrà tutto bene
Ma se comunque non basta, qualcuno può… 8. Maggie Lindemann – It’s Not Your Fault, traduzione
Non è colpa tua Mi sembra di impazzire
Portami sul letto e fammi uscire dal cervello
Davvero stufa di sentirmi così
Dovrei andare o dovrei restare?
Non so cosa posso dire
Fammici dormire sù, ci possiamo provare un altro giorno
Non voglio sbagliare
Dovrei andare o dovrei restare? Mi sono fatta prendere da una distrazione
Un minuto e viene giù tutto
Mi serve ben altro che la soddisfazione, soddisfazione Non è colpa tua
Sto meglio per conto mio
Non sono la ragazza che avevi presente
Non sto cercando di spezzarti il cuore
A volte le cose belle vanno in frantumi
Già, tu non mi dai la sensazione di casa
Tipo qualcosa di cui mi sono stancata
Mi sa che sto meglio per conto mio
Forse sto meglio da sola Vorrei proprio andarmene via
Mi sa che ho bisogno di prendermi un po’ di spazio
E mi sento soffocata
Mi sento uguale tipo ogni giorno
Conversazioni che si ripetono sempre
Ho bisogno di prendermi una pausa, prendermi una pausa, prendermi una pausa adesso Mi sono fatta prendere da una distrazione
Un minuto e viene giù tutto
Mi serve ben altro che la soddisfazione, soddisfazione Non è colpa tua
Sto meglio per conto mio
Non sono la ragazza che avevi presente
Non sto cercando di spezzarti il cuore
A volte le cose belle vanno in frantumi
Già, tu non mi dai la sensazione di casa
Tipo qualcosa di cui mi sono stancata
Mi sa che sto meglio per conto mio
Forse sto meglio da sola Mi sono fatta prendere da una distrazione
Un minuto e viene giù tutto
Mi serve ben altro che la soddisfazione, soddisfazione Non è colpa tua
Sto meglio per conto mio
Non sono la ragazza che avevi presente
Non sto cercando di spezzarti il cuore
A volte le cose belle vanno in frantumi
Già, tu non mi dai la sensazione di casa
Tipo qualcosa di cui mi sono stancata
Mi sa che sto meglio per conto mio
Forse sto meglio da sola
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nonhofantasiaa · 2 years
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05-10-2022 mi manchi ma ciao
Mi ritrovo a parlare e ad uscire con persone che non mi interessano solo per autoconvincermi che non sono poi così una merda. Per prendere un po’ di quell’autostima che non ho, di cui però comunque non me ne faccio niente, perchè dei giudizi di gente a caso non me ne frega niente.
Sto uscendo ormai da mesi con decine di persone, fin troppe veramente, ma lo sai che c’è? Nessuna è te e a me di cos’hanno da raccontarmi questi proprio non mi interessa.
Pensavo che “chiodo schiaccia chiodo” fosse una valida soluzione invece mi ritrovo comunque la sera da sola con un vuoto dentro, con la solita vita di merda, nella mia casa ad abbracciare un fottuto peluche. Unica cosa che ho lasicato come segno tuo in questa casa.
E lo sai, cerco anche di autonvincermi che non siamo fatti per stare insieme, che siamo troppo diversi, cerco di ricordarmi tutto ciò che detestavo di te e dei tuoi modi di fare ma poi mi basta vederti e tutto svanisce.
Cerco di fare la dura, di mandarti a fanculo, di dirti che non me ne frega un cazzo e che passerà, ma lo sai nella mia vita di merda tu eri una delle poche cose belle.
E se è possibile che questa vita vada sempre peggio, beh eccoci qua. Ho perso una delle mie più care amiche. Una che per me avrebbe dato anima e corpo a cui qundo avrei potuto non ho dato abbastanza. E mi sento morire ogni giorno per questo.
Ho una situazione di merda in casa. Son preoccupata per il mio futuro. Mi sento come se nessuno mi amerà mai. Mi faccio schifo.
Tutto questo nonostante ci siano comunque alcune persone a cui piaccio e che mi stressano con messaggi e chiedendomi di uscire. Ma cosa me ne faccio delle attenzioni di persone che a me non danno niente e di cui non mi interessa un’emerito cazzo?
Sai, ho anche dormito con varie persone nel corso di questi mesi eppure non riesco a dormire, la mia insonnia è sempre più presente. Mi sveglio mille volte, faccio solo incubi e non trovo pace. Solo con te affianco, ritrovandoti nella notte ed essendo stra felice di vederti accanto a me stavo bene.
Leggo le cose che scrivevo a Giada dal primo istante che ti ho visto, e capisco che mi hai fotttuto il cervello. A volte vorrei poter cancellare tutto ciò che c’è stato o focalizzarmi solo sulle cose no per poter riuscire ad andare avanti in maniera più facile ma poi mi basta incontrarti che svanisce tutto.
Dovrei smettere di frequentare i tuoi stessi luoghi o di sperare di incontrarti dovunque io vada, e giuro che ci proverò perchè non voglio proprio avere attenzioni per pena anzi piuttosto prefeirei non averne e lasciare che di me tu ti scorda per sempre però è così difficile al momento. E io che dopo due settimane pensavo di aver già superato di gran lunga la cosa.
Ho bisogno di qualcuno che mi insegni a vivere e non sopravvivere, a ricominciare quando tutto cade a pezzi, a smettere di pensare e staccare un po’ il cuore. Ho bisogno di apatia. Di non sentire nulla, non soffrire per niente, dormire sonni sereni.
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gcorvetti · 2 years
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Risvolti
Oggi mi sono alzato parecchio presto, sia per la gatta che mi ha svegliato perché voleva uscire, si si lei non si muove manco con le bombe, sia per il fatto che oramai ho l’abitudine; fatto sta che non sapendo che fare ho aperto il pc e mi sono letto le notizie, cosa che non faccio da tempo perché anche se non voglio a lavoro capita. Leggo che la Cazzprom chiude ancora la valvola all’Italia, pensate per ora che c’è caldo e va bene ma voglio vedervi d’inverno, diciamo che questa manovra guerrafondaia per fare un favore a quegli aguzzini degli yankee sta costando al vecchio continente parecchio. Poi leggo che Assange verrà estradato come da richiesta del governo americano, la verità fa male eh bastardi, questo non solo conferma le informazioni che Julian aveva condiviso ma fa capire a distanza di parecchi anni che le loro politiche nelle questioni delicate sono sempre le stesse, ovvero, se ti stai zitto bene, se parli ti uccidiamo. Ma la notizia che mi ha portato qua è quella dell’entrata nell’UE da parte dell’Ucraina, sicuri? Io ricordo i discorsi dei coglioni che andavano a Kiev a fare turismo sessuale, va bè oltre a questa tristezza qualcuno parlava anche dei maschi, occhio sono cattivi e incazzati, spesso scoppiano risse, eh va be si quelli sono slavi della peggiore specie, ecc ecc, io ricordo questo degli ucraini, cos’è cambiato, penso niente visti i documenti che trapelano da questa guerra, che è iniziata nel 2014 non scordiamolo, ma mentre prima non la cagava nessuno perché era una rivoluzione civile armata, almeno quello per cui l’hanno spacciata, poi dopo l’invasione è diventata ufficiale. Io direi che sarebbe l’ora di fare sentire la voce del popolo Europeo, abbiamo subito l’unione economica che sarebbe però una sorta di prostituzione a favore degli USA, ma è difficile trovare un canale che non sia occupato dall’onnipresenza dei culi a stelle e strisce, perché il controllo è parte del piano di conquista del mondo, Chomsky docet, e internet è un loro prodotto. Poi c’è la propaganda, molte persone pensano che gli ammericani siano i buoni e sono qua per salvarci, ma da loro chi ci salva? Se un paese inizia ad avere un’indipendenza economica arrivano loro e gli fanno il trattamento cileno, se non la pensi come loro sei contro di loro già solo pensando diversamente, mi stupisce come appunto Noam non sia in carcere, che è capitato a Zerzan e penso a tanti altri. Come faccio a fare aggregare le persone, è un bel inghippo, Mbare mi dice di non pensarci, soprattutto dopo quello che è successo ieri e il fatto che il medico mi ha detto di stare tranquillo, evitare le emozioni forti e prendere nota dei dolori che ho al cuore, infatti mi sa che me ne fregherò altamente, in questo momento ho bisogno di tutto me stesso per superare una crisi, forse la crisi più forte della mia vita, quindi manderò a fanculo questa cosa dell’Europa, si mi metterò a scrivere qualcosa ma molto light. Oggi ho aperto gli occhi con la gatta sopra di me che mi guardava con gli occhi spiritati, piccina :D, e lei che in qualche modo sta cercando di dirmi qualcosa, infatti ho realizzato che non la sopporto più, forse avrò scritto già questa cosa in passato e anche detto che è ciclica, ma stavolta ne va della mia vita e il mio corpo me lo sta gridando da un pò, un bel pò, il tutto è amplificato dal fatto che oggi a mia figlia consegnano il diploma, qua fanno tante cerimonie anche inutili, e dopo ci sarà la festicciola con i parenti di lei, questo amplifica il mio mal essere verso di lei e mi fa cadere sempre più, lo so dovrei dirle sta cosa, ma se le dico che mi sono rotto le palle di lei e che è meglio che ci lasciamo oggi finisce in casino. La prossima settimana sarà in viaggio di lavoro nonostante qua sia vacanza e quando torna devo fare l’autista 5 ore filate, 2,5 andare e 2,5 tornare, solo perché non vuole prendere una camera d’albergo e tornare il giorno dopo, neanche se vado io, me lo fa a posta, come in questi giorni che volevo riposare e entrava ogni 2minuti a prendere qualcosa o faceva rumore sapendo che io ho l��udito delicato e non dormo, si ho i nervi a pezzi. La soluzione ideale per capire fino in fondo se è il caso di continuare o tagliare per sempre, è se quelli del lavoro, mortacci loro anche, mi danno il permesso di andare a lavorare per un periodo in Sicilia dalla mamma, ma non vado per lei o per mia sorella che l’ha abbandonata dall’oggi al domani perché si è rotta i coglioni di una vecchia rincoglionita, posso anche capirla conoscendo mia madre, no se vado è solo per stare lontano da qua, da lei. Perché non l’ho fatto prima?, semplicemente per la questione di mio figlio, ma mi sa che cercherò una casa in città e che farò un bel discorsetto a mio figlio, è grande spero che capisca e che accetti il distacco. In ogni caso se dal lavoro mi negano il permesso andrò comunque a fare un viaggio in Trinacria, si ho bisogno di cambiare aria, poi come finisce si racconta (detto siculo tradotto)
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love-me-or-lose-me · 2 years
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Oh no... ci risiamo
Ormai sono già cinque anni,
Passati da solo a fare danni,
Non trovo la giusta via per me,
Anche se sembra andare bene,
Vivo la mia vita facendo il meme,
Ma la realtà è che vorrei sparire,
Senza nessuno da poter sentire,
Qualcuno che mi ricordi come si fa,
A vivere una vita in piena tranquillità,
Solo in mezzo a queste pecore,
Mi sento fuori luogo più che mai,
Dal tetto guardo giù, vedo solo tegole,
Chi te lo fa fare, non lo farai, già lo sai,
Non ho le palle per farla finita,
Vado avanti con questa finta vita,
Vorrei ripartire lontano da tutti,
Da questi soliti volti brutti,
Una vita senza preoccupazioni,
Da solo non mi girano i coglioni,
Una vita passata a fare ciò che giusto,
Non ho mai avuto nulla in dietro,
Cosa ci ricavo? Non c'è più gusto,
Per te non mi muovo più di un metro,
Fanculo tutto voglio una rivoluzione,
Qualcosa che riaccenda in me,
Qualche tipo di emozione,
Invece di sopprimerle per te,
Alla fine ti ho lasciata andare,
Non potevo darti quel che meritavi,
Ora invece indietro vorrei tornare,
Quando tra le mie braccia stavi,
Ma tu non sei più mia,
E anche se ti ho aspettata,
Mentre sarei dovuto andare via,
La mia mente è spappolata,
Ti amo e ti odio,
Ti odio e ti amo,
Non avrò mai nulla come con te,
Non vorrei mai nulla come con te,
Non mi capisce nessuno come te,
Non ascolto nessuno come con te,
E quando faccio un passo avanti,
Prendo solo schiaffi senza guanti,
Mi fa male vivere senza poter essere me,
Ma che ci devo fare,
In questo mondo non ci so stare,
Grazie per essere stata te,
A fare tutto questo,
Ma ora che ci penso,
Mentre scrivo questo testo,
Non dimostravi nulla molto spesso,
Fanculo perché non eri vicina a me,
E per ogni passo verso di te,
Tu indietro ne facevi tre.
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kon-igi · 4 years
Video
I topi non trasmettono il coronavirus, semmai la Yersinia pestis... anzi, no... i ratti trasmettono la Yersinia pestis... anzi, no... sono le pulci dei ratti che trasmettono la Yersinia pestis.
Il topolino del video ha deluso Darwin col suo misero tentativo di adattarsi a ravanare nel bidone del pane delle mie galline ma siccome Darwin m’avrebbe anche rotto i coglioni da quanto viene citato a sproposito, l’ho liberato affinché preservi e trasmetta alla prole il proprio pool genetico di ladro incapace. Vaya con dios, Mickey e fanculo, Charlie.
Comunque se fosse stato un ratto avrei fatto la stessa cosa e infatti la stessa cosa l’ho fatta più volte... non aiuto solamente gli esseri viventi carini e simpatici, sennò il 95% dei miei pazienti sarebbe già morta malamente.
PENSIERI SPARSI
Non siete brutte persone o individui peggiori di me se non donate il sangue o se ammazzate i topi che mangiano il pane delle vostre galline... però vi farei volentieri dono di un’oncia della mia serenità e della mia gioia nel sapere di avere fatto qualcosa di buono per qualcun altro, anche senza che questo qualcun’altro ringrazi o vi dia qualcosa in cambio. Il topolino, per esempio, m’ha guardato tipo CHE CAZZO ROVESCI IL BIDONE CON TUTTO IL PANE CHE MI TRAVOLGE?! ma la sensazione è lo stesso meravigliosa... fidatevi, casomai non vi fosse mai capitato di aiutare qualcuno che non foste voi stessi.
Il mondo non è un paradiso ma il mondo non è nemmeno un inferno. Il mondo è un giardino rigoglioso pieno di fichi d’india e se non avete la minima idea di cosa siano e di come si mangino, fidatevi ancora una volta se vi dico di affrontare la passeggiata in questo giardino con calma e riflessività, godendo di ogni gesto che fate nell’allungare la mano a coglierne i frutti e senza scalmanarvi ad agitare le braccia per trovare il più velocemente possibile un’uscita. Qualcuno - e non guardate verso di me - potrebbe dolorosamente dirvi che il frutto di un fico d’india va raccolto con delicatezza e sbucciato con pazienza, non strappato via e morso con buccia e tutto. E vi ripeto di non guardare verso di me.
Io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti siamo. Se voglio andare veloce viaggio da solo ma se voglio andare lontano viaggio in compagnia. Posso essere vivo e felice solo se lo sono anche gli altri. Nessuna persona mi ha mai deluso così tanto quanto il me stesso che riponeva speranza di certezza nel vento che gli vorticava attorno sul sentiero della vita.
Ieri ho letto questo sulla dash
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e nonostante per tutto il giorno avessi creduto di essere riuscito a reggere il colpo, verso mezzanotte mi sono svegliato, sono sceso dai miei cani che dormivano beati e li ho abbracciati, piangendo disperato per mezz’ora di fila in un modo in cui non mi capitava di piangere da tanto tempo.
Ho pianto per mia suocera e per la mia compagna che non l’ha potuta nemmeno salutare un’ultima volta, ho pianto per il mio amico che aspetta con una promessa di vita in una mano e una sentenza di morte nell’altra, ho pianto per tutti quei bambini intrappolati urlanti dentro un corpo da adulti e per una solitudine che mi fa male anche solo a sfiorarla passando sull’altro marciapiede.
Per ognuno di quei mostri, un tempo bimbi speranzosi che hanno teso la mano verso qualcuno che non gliel’ha presa e poi quella mano si è abbassata, è stata infilata in tasca e si è chiusa, tremante, a pugno.
Non è stato quel fumetto a farmi piangere e nemmeno la paura di dover accettare che un giorno i miei cani non ci saranno più (lo so... se non ne avete fate bene a sorridere scuotendo la testa).
Ho pianto perché è faticoso essere senza lasciare nessuno indietro e ogni persona che sai di aver lasciato indietro - perché davvero non puoi salvare tutti - è un peso scuro che t’infragilisce l’anima. E per andare avanti di quel fardello ogni tanto te ne devi liberare, ben sapendo che presto si ripresenterà ad appesantirti dentro.
Uno dei miei primi ask su tumblr è stato quello di una ragazza che dopo aver letto un mio post in cui raccontavo di aver fatto volare un aquilone con le mie figlie, mi ha scritto che avrebbe voluto avere tanto un papà come me perché il suo gliene aveva comprato uno e poi non aveva mai trovato il tempo per giocarci con lei.
Ecco, vi prego... probabilmente non le vedete ma il mondo è pieno di persone con vecchi aquiloni polverosi in mano che vorrebbero tanto far volare insieme a qualcuno; siate per loro quei padri e quelle madri che a loro tempo non hanno saputo mantenere la promessa.
Questo post lo dedico a @uds​... voi non sapete il perché ma io e lui sì.
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dicevi non vado via, ma lo facevi ogni giorno. dicevi così tante cose belle che io ci ho creduto forse troppo, quante cose facili da dire ma difficili da dimostrare. forse questo arco di tempo mi ha aiutata a capire che un po' mi sono illusa. ho capito che non bisognerebbe credere a tutte le promesse e forse ora mi fa un po' schifo l'amore, è il sentimento più forte che abbia provato in tutta la mia vita. pensavo che una persona come te mi avrebbe tenuta al suo fianco per sempre, evidentemente non esiste un per sempre, almeno, se esiste non siamo noi 2. credo di non volere più nulla, credo che ormai non abbia più senso guardarti, cercarti tra le persone, cercare il tuo sguardo.sapessi quante volte ho cercato di vederti e ho sperato che lo facessi anche tu, che vedendomi ti sarebbe scattato in testa quel "ma no cazzo, ma io voglio lei". ed è questa la cosa più deludente, che tu non vuoi me, tu non vuoi la ragazza che dicevi di volere da morire. sapessi quanto cazzo ti ho pensato, sapessi che ovunque andavo ti cercavo tra la gente, che ero sempre lì a parlare di te e noi due. sapessi quanto ho aspettato i tuoi messaggi, anche un solo "come stai", capire che ti importasse di me sul serio, questo avrei voluto quanto meno, che me lo dimostrassi, non un "si mi interessa ma non voglio tornare". fanculo, questa è sul serio l'ultima cosa che vedrai sul tuo conto, probabilmente sarà l'ultima cosa che ti ricorderà me. e ricordati che non ti ho descritto come un mostro, sono sempre stata la prima a difenderti quando dicevano qualcosa su di te, ero la prima a credere nei tuoi sogni e obbiettivi, a incoraggiarti e a non farti mollare le cose...
ti ho lasciato andare, è finita perché lo hai voluto tu, e anche se mi hai delusa e riservo rabbia per come mi hai saputa trattare quando avevo più bisogno di pace e di te, ti voglio bene.
mi hai persa nel momento in cui come mi trattavi valeva più di ciò che mi promettevi. guardami, sei tu che mi hai ridotta così.è qualche giorno che non parliamo più, non sono abituata. ho talmente bisogno di staccarmi da te che ho dovuto trovare un pretesto un po’ sciocco, forse apparendo un po’ superficiale? non saprei. poi mi chiedo, se fossi tu a cercarmi? ne dubito perché sei orgoglioso; io pure ma quando litigo alla fine chiedo sempre scusa perché ho già troppe emozioni negative e non ne voglio in più. stavolta no, credo. del resto le emozioni negative che provo nei tuoi confronti si collegano a ciò che è stato e non al litigio. la mia richiesta di non parlarti più è basata sulla certezza che con il tempo mi distruggerai di più. spero di riuscire ad essere razionale, perché per quanto possa farmi male non parlarti, la tua presenza a metà, un quarto o ciò che sia, mi fa solo soffrire. tu sei riuscito a rimetterti insieme. facendolo sei cambiato, hai smesso di comportarti in quel modo, hai smesso di trattarmi in quel modo, e sei tornato ad essere quello di sempre. chissà se anche io ho cambiato atteggiamento nei tuoi confronti, probabilmente sì. non ci avevo mai pensato, mi sento tutto d’un tratto meno razionale. con il passare del tempo cambiano un sacco di cose. la mia anima si è appesantita. inizio a fregarmene quando capisco che con tutto l'amore e la forza che ci ho messo fino ad oggi, tu te ne fregherai.
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uds · 3 years
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kid a e io, un post a punti.
@soggetti-smarriti mi ha chiesto, mesi fa, di scrivere qualcosa riguardo al ventesimo anniversario dell’uscita di kid a. essendo che la vita vera è un po' frenetica in questo momento, riesco a mettermici davvero soltanto adesso. spero mi perdonerete.            
(in realtà ho preso in mano il pc con l'idea di scrivere un post sulle tre fasi del mio pormi verso lebron james, però un po' il senso di colpa verso massimone che mi chiede le cose, un po' il fatto che scrivere dei radiohead mi piace sempre un sacco, un po' che non so a quanti possa interessare un post scritto da me su lebron james, o un post scritto da me in generale, o -aspetta- un post scritto da me sui radiohead mio dio cosa sto facendo? perché sto perdendo tempo e facendo perder tempo alla gent            
e insomma, kid a.            
kid a è uscito vent'anni e passa fa, ma facciamo finta che l'anniversario sia oggi, che a ottobre fa anche un bel freschetto simpatico, vuoi mettere con dicembre che ti alzi, ti lavi al gelo con la stufetta puntata in faccia, cammini fino all'auto in preda all'unione di freddo e sonno, la peggior combinazione che poss            
e insomma, dicevamo, kid a.            
questo è un post a punti, assolutamente casuali, che racconta delle cose sparse su me e quel disco:            
-kid a esce che ho 17 anni e me lo fa ascoltare per la prima volta in assoluto la mia amica milena, che è la stessa che mi ha passato the bends e ok computer. lo ascolto in corriera, andando a scuola, in mezzo alle chiacchiere dei tizi che mi circondano.            
(il dialetto veneto, in certe frazioni di campagna che attraversavamo per arrivare alla città dove frequentavamo le superiori, è fatto di zolle e nebbia; quando, come capitava secondo la moda di quei tempi, era incapsulato in giubbotti catarinfrangenti della energie, buffalo alte dieci centimetri e capelli acconciati in spuntoni ritti e lucidi, offriva un immaginario desolante di discoteche di domenica pomeriggio in mezzo al nulla come massimo della vita)            
(immaginario che, come il lettore attento capirà, non ha fatto altro che rendere ancora più efficace la creazione di un mondo estraneo e alien(at)o da parte dei cinque tizi della band + il produttore).            
è straniante, e al primo colpo ci capisco poco. a parte idioteque, idioteque è una bomba ed è immediatamente la mia preferita del disco;            
-idioteque peraltro scopro che è costruita a partire da un sample, e a 17 anni storgo un po' il naso (che è già grande di suo, per cui non è un bel vedere), perché insomma, noi non vogliamo i sample, noi vogliamo che tutto sia originale e suonato e            
poi scopro che il sample è una roba che in originale son cinque secondi su un brano sperimentale di venti minuti presi a cazzo, e allora va benissimo uguale raga;            
-kid a è uno dei due motivi per cui non presto mai cd da vent'anni (oddio, negli ultimi cinque o sei nessuno ha mai più domandato un cd in prestito, perché non usate più i cd, ma ci siamo capiti). l'altro motivo è italian rum casusu cikti.            
in entrambi i casi cd che adoro, in entrambi i casi cd che ho prestato, in entrambi i casi cd che mi sono tornati indietro con la confezione distrutta e, in un caso, col cd stesso pieno di righe sotto, che suonava uguale senza saltare, ma comunque.            
in entrambi i casi, manco mi è stato chiesto scusa per averli ridotti così. e allora andate a fanculo e i cd ve li comprate;            
(uno dei due tizi ad avermi trattato male i cd era uno scout. vedi a ritenere accettabile la prospettiva di stare per settimane senza bidet in montagna cosa si finisce a fare?)            
-in kid a thom yorke comincia a usare la voce in maniera diversa, e non tornerà mai più a farlo come nei dischi precedenti. ammettiamolo, è un po' un peccato;            
-ho sempre considerato kid a e amnesiac come lo stesso disco. fa tutto parte delle stesse sessioni in studio, è materiale inciso contemporaneamente e loro stessi all'uscita di kid a hanno sostenuto che, se alla gente fosse piaciuto il disco, avrebbero fatto uscire altro da quelle registrazioni dopo pochi mesi. come in effetti è successo. volendo quindi considerare tutto come un'opera unica, la mia canzone preferita del lotto è i might be wrong, che oltre a essere una canzone della madonna è anche, curiosamente, una delle pochissime canzoni dei radiohead ad avere un testo particolarmente ottimista.            
(poi magari invece mi sbaglio io e parla di quando di notte ti alzi per andare in bagno e ti devasti il mignolo sullo spigolo del letto. però la porta della camera è dalla tua parte del letto, quindi sarebbe impossibile devastarsi un piede per andare in bagno, dato che il letto te lo lasci semplicemente alle spalle. è un mistero, oh. però il dolore serve a questo, ad affrontare l'impossibile);            
-le ore passate a guardare il libretto nascosto sotto la plastica porta cd. che mi pare che nelle successive ristampe manco lo avessero messo dentro (fai i miliardi e vai a risparmiare su un booklet, pfffff). le pagine traslucide. le immagini cattive, che altro che le copertine dei dischi metal dei miei amici. il personaggio che pensa "amok" e chiaramente è koma al contrario dai, anche perché            
-per un bel pezzo sono stato estremamente convinto che kid a fosse un concept album sulla morte, su cosa succede all'anima dopo che si muore e sulle conseguenze della morte di una persona cara su chi resta. uno dei miei primi contributi sul forum che frequentavo all'epoca  (che belli i forum, quanto mancano i forum) fu un pezzo lunghissimo su questa cosa, analizzando canzone per canzone;            
-in una recensione del disco, segnatamente in una frase riguardante how to disappear completely, avevo letto l'espressione "chitarre sognanti", che un po' mi aveva fatto ridere perché chiaramente è la frase di chi non sa definire qualcosa e allora si butta sul poetico. tuttora quando devo parlare di una canzone e non so cosa dire lancio là un bel chitarre sognanti come inside joke. ma essendo un inside joke tra me e il me stesso 17enne lui non ride mai, con la storia che lui esiste solo nel 2000, sto stronzo. comodo così;            
-how to disappear completely prende il titolo da un libro. la mile mi aveva regalato il libro. anni dopo gliel'ho prestato perché voleva farlo leggere al suo ragazzo. poi si è lasciata col suo ragazzo è non ho più riavuto indietro il libro, che aveva lui. il libro è, quindi, scomparso completamente;            
-i radiohead in quel periodo avevano questa cosa curiosa di fare i tour dei dischi prima dell'uscita dei dischi stessi. quindi io li ho visti nel 2001, pochi mesi dopo l'uscita di kid a, ma era il tour di amnesiac. io e la mile siamo andati a mestre una mattina, saltando scuola, e abbiamo comprato i biglietti (82 mila lire, porca zozza) in un negozio di dischi in una via laterale di piazza ferretto. quel negozio di dischi non esiste più. non esistono più neanche le lire. il concerto dei radiohead del 2001 invece è inciso a fuoco nel mio cuoricino (oltretutto è stato il mio primo concerto in assoluto), e rimane probabilmente  il momento di musica dal vivo più bello della mia intera vita finora. ma ne ho parlato fin troppe volte, quindi taglio corto.            
però ecco, lasciatemi ripetere che ho messo io le batterie per fare il bootleg che trovate in internet, dato che il tizio che lo doveva fare (l'admin e creatore di un forum dell'epoca sui radiohead) era rimasto senza. quindi evviva me;            
-uno dei due tizi con cui siamo andati al concerto di verona sperava di sentire creep. pffffffffffff.            
-kid a, nel tempo, l'ho sentito un sacco.            
-con la mile adesso invece ci sentiamo poco, giusto un paio di volte l'anno. però lei sa che le voglio bene uguale.            
non rileggo. perdonate gli errori e le ripetizioni. 
spero di scrivere qui sopra più spesso.
ve vojo ben.        
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ross-nekochan · 6 months
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Ciao. Mi dispiace per come ti senti e per quello cui andrai incontro. Spesso faccio lunghi periodi di giornate lavorative infinite, senza gratificazione. Lo stipendio è buono ma se sei svuotato di energie e non hai tempo libero, i soldi marciscono assieme a te. Ho dovuto ricorrere a farmaci e terapia per lungo tempo e adesso sto meglio, ora sono in grado di pensare: mal che vada mi licenzio e sopravviverò come tutti, senza vergognarmi per questo pensiero a causa del mio senso del dovere. Ma io sono in Italia, bene o male ho affetti vicini, si parla la mia lingua, se sto male mi metto in malattia (non l'ho mai fatto...) senza dover contare i giorni che mi restano nell'anno. Tu... ti leggo e mi chiedo spesso perché ti sia decisa a fare determinate scelte. Coraggiose se vogliamo, per prospettive future. Tuttavia mentre raggiungiamo il burnout la vita ci passa davanti e quello che immaginavamo potesse accadere, cambia. Restiamo delusi, con niente di concreto in mano. Onestamente al solo pensiero di essere lontana non dico dalla famiglia, ma dalla confortante madrepatria, alle condizioni quali quelle che descrivi... non so come tu faccia. Mi scuso se ti risulto inopportuna, ti scrivo perché mi sembra di riconoscerla la tua sofferenza. Una cosa sola mi ha insegnato la depressione, che quando ci sei dentro vedi davvero quanta povertà si cela dietro i castelli di fantasie più o meno autoindotte per trovare una strada nella vita. E pensi che ti sei ammalato "per niente". Tutt'ora fatico a concepirmi distaccata dal mio lavoro, anche se la società lo ritiene nobile e indispensabile mi ha rovinato anni importanti. Ma sono arrivata ad essere consapevole dei miei limiti, ho imparato a proteggermi un po'di più, a dire di no. Per adesso resisto ma sai, adesso non mi importa più di come reagirebbe la gente a sapere che ho lasciato per andare a raccogliere pomodori o pulire bagni, proprio io che sono così brava, istruita e specializzata. Non mi importa più cosa dice il mio senso del dovere. E mi sento meglio, anche solo perché mi permetto di pensare a delle vie di fuga.
Abbi cura di te.
Ciao.
Spesso è facile leggere senza dire niente quando non si conosce qualcuno, quindi ti ringrazio per il tuo messaggio, sebbene in anonimo (non perché sminuisce il pensiero, semplicemente a volte non ne comprendo a pieno il motivo del suo utilizzo - ma questo è un discorso a parte).
Mi dispiace molto per quello che ti è successo, anche se mi pare tu stia leggermente meglio e sono contenta per te per questo.
I motivi per cui sono tornata qui sono tanti e, forse, a dirli nemmeno li si comprenderebbe. Uno tra tutti: ho speso quasi 10 anni della mia vita (e denaro) per studiare la lingua e la cultura di questo paese e purtroppo questi 10 anni non li posso "vendere" a nessuno perché non sai quanta gente fa la stessa cosa. Una cosa che mi sono promessa a me stessa è che io questi 10 anni della mia vita non li voglio buttare, anche se giustamente c'è gente che si reinventa nonostante la sua laurea (non ho niente contro di loro, ma vorrei evitare di farlo io).
Hai ragione nel dire che spesso quelli che costruiamo sono solo castelli senza alcun senso e non ti nascondo che sono già un paio di anni che la mia testa è a metà tra il voler diventare chissà chi e il voler semplicemente vivere di un lavoro umile con uno stipendio minimo che mi permetta di mangiare, mandando a fanculo laurea e tutto il resto.
A volte sono sul punto di pentirmi della mia scelta ma quando la mia migliore amica, come te, mi dice: "Stai attenta alla tua salute mentale perché se le cose vanno male, puoi sempre tornare in Europa", sai cosa le rispondo? Che non è il momento adatto. Adesso è come se vivessi nell'occhio del ciclone: sebbene la cultura lavorativa giapponese faccia veramente pena, questa megalopoli vive di milioni di opportunità diverse e non penso ciò sia equiparabile a qualsiasi altra città in Europa.
Per cui non posso fare altro che sfruttare questa opportunità il meglio che posso. Non mi interessa dell'opinione di nessuno e vivere dall'altra parte del mondo, sebbene sia triste perché non hai nessuno su cui poter contare se non te stesso, hai la libertà di poter fare il cazzo che ti pare, pure lasciare tutto e andare a raccogliere i pomodori o andare a fare le pulizie.
Poi, anche se volessi tornare, dove vado? Non ho più contatti con nessuno della mia famiglia, né li voglio avere e sono al punto che quasi non saprei nemmeno dove andare a dormire se tornassi in Italia. Anzi, me ne sono andata anche per tagliare finalmente tutti i ponti possibili.
Detto questo, come hai detto anche tu, per adesso, resisterò. Quando la situazione mi sembrerà insostenibile, cambierò e cercherò altro; almeno avrò soldi a sufficienza per poter vivere senza lavorare per un po' (dato che non avrò tempo per spenderli).
La via di fuga cerco di vederla sempre (anche se è molto difficile farlo), perché, almeno per il momento, non mi voglio assolutamente arrendere a questo mondo bastardo e per me oltremodo incomprensibile.
Abbi cura di te anche tu.
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serenamente-v · 3 years
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Comunque odio le persone che vanno in vacanza. O meglio, forse odio il concetto di ferie?
Io sono cresciuta senza andare mai in vacanza (intendo proprio partire e andare ad esempio al mare o in montagna) perché d’estate i miei genitori hanno sempre lavorato. Da piccola andavamo la prima settimana di settembre (prima che io ricominciassi la scuola, l’unico momento in cui tutti eravamo liberi) alla casa al mare, il che voleva dire NON rilassarsi perché comunque si arrivava in una casa che era stata chiusa tutto l’anno, quindi bisognava pulire, fare la spesa e sistemare. Poi ripulire, svuotarla e risistemare prima di andare via per un altro anno. Quindi, su sette giorni, due si lavorava, poi essendo settembre capitava pure che piovesse nei restanti cinque o poco più. Magari a volte riuscivamo ad andarci anche durante il ponte di ferragosto. Una volta sono andata con i nonni, ma era sempre uno stress perché comunque non era un albergo e non mi potevo rilassare. In più io ho sempre odiato il mare, quindi figuriamoci. Crescendo e andando alle superiori non ci sono andata più nemmeno in quella misera settimana di settembre perché avevo gli esami di recupero. All’università non ne parliamo. In sostanza, sono cresciuta senza andare seriamente “in ferie”. Quindi DETESTO (sicuramente per invidia) chi d’estate continua a dire “guarda non possiamo vederci dopodomani perché parto e faccio due settimane in Culoallabalena, poi torno e parto per Stocazzo. Se vuoi a metà luglio ho tre giorni in cui sono qui poi vado dai miei zii che hanno il villone, poi insieme agli amici che ho conosciuto l’anno scorso andiamo a Fanculo e torno a fine Agosto! Quindi va bene se ci vediamo! Quando vuoi eh, ma dopo fine agosto!” AH OK AMO SCUSA. E comunque non è una questione di “povertà”, voglio dire io penso che mettendo da parte i soldi potrei farmi una settimana da qualche parte in vacanza vera però (tralasciando che odio il mare, non ho amici con cui andare in montagna o in altri posti ecc ecc), ogni volta mi sembra quasi uno spreco perché penso che alla fine io in vacanza ci sono già. Voglio dire, se sono a casa e non lavoro = per me è essere in vacanza. Quindi, davvero, che fastidio chi va in ferie. Poi la gente me lo fa anche pesare!!! “Oddio come non vai da nessuna parte quest’estate? Come mai? Ma lavori? Ah ho capito hai fatto le ferie a Natale quindi adesso risparmi” NO MARIACARMELA NON HO FATTO NEMMENO LE FERIE A NATALE OK. Capisco che ognuno abbia le sue priorità ma mi sembra davvero così strano… voglio dire, non lavori. Sei già in vacanza. Poi non so, mi sembra così uno stress partire, ti affatichi di più. E prepara la valigia, e prendi macchina treno aereo, e arrivi e sistema le tue cose, e vai e fai e ufffff. Poi rifai al contrario, arrivi a casa e devi tornare al lavoro. Cioè dopo le ferie hai bisogno di altre ferie per riprenderti a momenti.
Poi è sempre così: d’inverno gli altri sono in ferie a Natale, d’estate sono in ferie da giugno a fine agosto, durante l’anno lavorano/sono fuori sede quindi alla fine quando minchia ci becchiamo? Spoiler: mai.
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yomersapiens · 4 years
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Sono nato negli anni 80, posso farlo ad occhi chiusi.
Mi danno un bicchierino con apposito tappo da avvitare una volta concluso il tutto. La stanza adibita per la consegna del materiale è dietro lo spogliatoio. L’infermiera mi guarda e sorride e dice “Faccia pure con calma, non c’è fretta”. Io le rispondo con gentilezza “Non si preoccupi, sono nato negli anni 80, ci vorrà un attimo”. Mi guardo attorno in quello che ricorda una specie di bagno con tanto di doccia oramai in disuso da chissà che epoca. Ok, a noi due, questo vasetto deve riempirsi di sperma altrimenti sarò lo zimbello di tutti quelli cresciuti come me in un’epoca dove internet non esisteva e al massimo ti facevi le seghe sulle pubblicità delle creme abbronzanti in prossimità dell’estate. Noto che mi hanno lasciato degli aiuti. Non si sa mai. Sono davvero buffi questi austriaci. Uno si aspetta giornaletti porno, qua trovo solo copertine di dvd, senza i dvd, senza niente. Oggi quella che spicca tra tutte è “Giovani travestiti-trans conosciuti online”. Niente da fare, non funziona. Hanno tutte un cazzo più imponente del mio. Io quando guardo porno devo riuscire ad immedesimarmi. Per questo non mi piacciono quelli dove lui è troppo bello. Troppo in forma. Troppo dotato. Non si ferma durante l’atto in preda ad un attacco di panico e quasi si mette a piangere. I miei preferiti sono quelli dove ragazze bellissime si fanno un essere orrendo che ti domandi ma come diavolo è possibile. Ok, lì ci sono i soldi di mezzo, è lavoro, però la stessa domanda me la pongo anche io dopo ogni scopata. Ma come diavolo è possibile che l’hai data proprio a me? ma guardati per favore. Sei uno spettacolo. Cioè ti ringrazio per aver abbassato le tue aspettative così tanto però, per il tuo futuro, cerca di volerti più bene. Io sono simpatico e talvolta ho un pensiero sensato, ma tu lascia perdere, là fuori è pieno di uomini con molti più capelli e meno paranoie che la mattina si svegliano senza dover andare a depositare dello sperma in uno sgabuzzino. Non mi vergogno per niente di questa nuova cosa che faccio per sentirmi meglio. Quando esco dall’ufficio e vado verso casa, talvolta allungo un poco la strada per arrivare al Naschmarkt. Lì ci sono un sacco di locali, ci passo davanti in bici, ad un certo punto rallento sempre, in prossimità di un bar gay sempre pieno. Rallento, guardo verso i tavoli e aspetto di essere notato e guardato con intensità. Partono sorrisi e ammiccamenti e occhiolini e io nutro il mio ego. Non me ne frega un cazzo, il mio ego ha bisogno di questo. Voglio sentirmi bello e desiderato e un intero bar gay riesce a malapena a darmi cibarie per 5 minuti di fiducia in me stesso. Lo so, è sbagliato. Sono il solito maschio etero stronzo che sfrutta gli altri. Ma essere guardato in quel modo, bramato, poche volte mi è successo nella vita. Che colpa ne ho io se le mie insicurezze negli ultimi anni hanno preso il sopravvento e vuoi sia Vienna, vuoi sia dovuto all’adeguarsi al cambiamento della società, ma non mi va più di fissare le ragazze languidamente come facevo da adolescente. Che cazzo. Adesso c’è internet. C’è il porno online. Ci sono le mie amiche che aprono Onlyfans e mostrano tutto quello che mi hanno sempre tenuto nascosto, per una modica cifra mensile (fanculo Tumblr una volta lo facevano gratis ma tu no, hai dovuto cambiare le regole e adesso non c’è più uno straccio di capezzolo quassù ah no eccolo, bravo Tumblr, il tuo algoritmo fa più cagare di questo 2020). Ho avuto ospiti i miei amici da Zurigo. Una coppia bellissima. Quelle coppie che ti dici ma vaffanculo siete troppo belli, ricchi, sani, benestanti, sorridenti, gentili, intelligenti. Perché diavolo siete miei amici? Perché le ragazze belle si ostinano a darmela e gli amici geneticamente superiori si ostinano ad essere miei amici? Ricevono una specie di premio dal governo? Se è così voglio la mia parte accidenti. Siamo stati in un ristorante incredibile e ovviamente hanno offerto loro dato che il conto finale era metà del mio stipendio. Seduto a un tavolo noto un prete. Eravamo nel primo distretto di Vienna, zona di classe che pullula di abitanti della chiesa. Mio nonno mi ha cresciuto con storie antiche dove i preti erano sempre associati al mangiare bene, dato che erano gli unici a potersi permettere di mangiare durante le guerre. Quindi ho detto ai miei amici “Beh, se dentro c’è un prete vuol dire che davvero qua si mangia bene!”. Non hanno colto. Belli e tutto ma poco preparati sulle storie popolari. Mi alzo un momento per andare in bagno, vado la cesso a muro e poco dopo sento la porta aprirsi e arriva anche il prete, vestito di grigio con quel suo colletto bianco e alto. Si mette nel pisciatoio a muro di fianco al mio. Non me l’aspettavo. Cioè, lo so che sono esseri umani come noi, però credevo che preferissero la riservatezza. Se conduci una vita casta mi aspetto che nel cesso di un ristorante tu vada a pisciare dove puoi chiudere la porta e continuare a essere casto e privato. Vi ricordate quando prima dicevo che mi piace avere addosso lo sguardo di un intero bar gay e sentirmi desiderato? Ecco, un po’ meno mi piace lo stesso sguardo ricevuto da un prete mentre sto cercando di pisciare nel bagno di un ristorante lussuoso. Io poi ho già difficoltà di mio nel pisciare se c’è altra gente nella stanza. Non vi dico ai concerti o alle feste. Spesso aspetto il cesso sia completamente vuoto (cosa che raramente accade) ma se entra qualcuno e mi distrae allora fingo di aver concluso, esco e mi metto in fila nuovamente. Domani tornerò in Italia dopo svariati mesi. Farò un nuovo workshop, come quello dell’anno scorso, solo che l’altra volta ho accompagnato un gruppo di bambini e ragazzi in un viaggio attraverso le paure per poi scrivere una canzone rap. Quest’anno mi sono detto: Sai che c’è? Abbiamo passato abbastanza tempo dentro di noi, forse è il caso di uscire un po’ fuori e quando dico fuori intendo proprio fuori ma fuori tanto e infatti creaiamo un nuovo sistema solare con tanti pianeti e popoli alieni. I miei amici si stanno preparando. Mi scrivono “Ehi, ho sentito che stai per tornare”. È bello sentirsi desiderati. Chiedo scusa alla comunità gay viennese per fare il poco di buono quando mi sento giù. Vi prometto che sto crescendo e che se tutto va bene magari davvero la smetto di fare l’eterosessuale e allora si che ci divertiamo, non basterà un solo bar per soddisfarmi. Fino ad allora però, ho gli sgabuzzini dei laboratori pieni di copertine di dvd porno e alcune ragazze pagate dal governo per non credere in se stesse e cedere alle mie lusinghe.
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heresiae · 4 years
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AAA: aiuto cercasi nel tech side di tumblr
TL-DR: ho bisogno di consigli su visori di realtà aumentata. andate al grassetto: “Leggi da qui”.
settimana scorsa ho ricevuto un cazziatone mica da ridere da Supervisor e Art Director, per cui ora sono nella lista degli sfigati (un anno e mezzo sono riuscita a stare fuori dai radar e mo’ per scleri personali ho rovinato tutto, e vabeh).
al di là del cazziatone in parte giusto e in parte secondo me esagerato (ma non lo pensiamo sempre che sia esagerato, quando siamo dalla parte del ricevente? sapeste che pippotto vittimistico ho in bozza e vi evito), insistevano nel farmi domande che mi hanno creato una crisi identitaria mica da ridere, tipo: ma io ci sono davvero portata per questo lavoro?
e non parlo di lato pratico, per quello, scusate un attimo l’arroganza, spacco abbastanza culi ogni tanto, ma per quello relazionale (dio impestato bastardo all’abitudine delle persone di farsi baby sitterare appena si rendono conto che possono delegare l’80% del loro lavoro mentale agli altri, solo perché non li mandano subito a fanculo).
tra quelle domande, dopo aver finito le lacrime, in effetti una ha fatto breccia alla realizzazione che ho lasciato andare un attimo il mio obiettivo, cioè “rimanere al passo con la dannata evoluzione delle interfacce”. l’evoluzione di queste cosette (interfaccia = guardate il vostro telefono, quella è un’interfaccia) sta passando da due posti attualmente: mobile e AR (augmented reality, non alla portata di tutti, non molto diffusa, ma anche gli smartphone son passati da sta fase).
qualche app me la stanno facendo disegnare, ma proprio risicatamente, l’AR proprio non l’ho manco mai vista, ma uno dei motivi per cui sono entrata qui, era l’esistenza di un reparto 3D e di R&D in AR. insomma, pensavo a una certa di poter fare il salto dai siti del cazzo della PA a quello, ma in un anno e due mesi ho giusto avuto il tempo di respirare quando c’era da fare, e quando non c’era da fare ho provato a recuperare le mie lacune su una piattaforma di e-learning (ottima sicuramente quando è partita anni fa, ma non è rimasta al passo coi tempi) e a sopravvivere a diverse cose personali e non.
ora, al di là del fatto che non riesco a farmi venire in mente lavori che includano relazioni interpersonali al minimo ma garantiscano comunque introiti sufficienti ad avere una vita decente (un po’ tardi per fare l’idraulico temo) senza dover avere studi consolidati alle spalle (per fare il maniscalco praticamente devi essere mezzo veterinario), a me fare interfacce piace. punto. evidentemente devo uscire dalle fottute agenzie o farmi crescere quel tipo di pelo sullo stomaco che aborro (perché io e l’ipocrisia non andiamo molto a braccetto. o sei una persona fidata, o non lo sei e vieni trattato di conseguenza, ma a quanto pare la gente si offende se, dopo che ti hanno presi a pesci in faccia, poi ti rifiuti di fare chiacchiere leggere pre-riunione o non gli sorridi più a 32 denti quando vengono a chiederti le cose).
qualche settimana fa ho fatto una pledge a un kick starter di gente che sta buttando fuori cose di STEM education (la STEM, è quella cosa simpatica per cui impari facendo, ovvero secondo me il metodo migliore per imparare qualcosa - e l’unico che il mio cervello martoriato da anni di malattie mentali non curate e noia riesce a concepire). ce ne sarebbe un altro un filo più caro per imparare proprio a programmare, ma forse non voglio arrivare così tanto in là.
questo è già un passo avanti, secondo me, nel mondo che si sta venendo a creare, perché quelli della Bauhaus l’avevano capita giusta: se vuoi disegnare cose devi sapere come funzionano prima (e i relativi materiali). insomma, riceverò un kit per costruire e programmare il mio Alexa personale (solo che non si chiamerà Alexa e non darà i miei data ad altri).
LEGGI DA QUI ---->
ora sto guardando l’Oculus (e qui arriva il nocciolo del discorso). io imparo facendo, ho imparato a fare ux costruendo pagine di siti altrui su design risicati fatti da altri (quindi inventandomi disposizioni etc), vedendo costantemente cosa non funzionava nelle loro interfacce e scontrandomi con bug di programmazione e assenza di assistenza post design. indi per cui il mio ragionamento è: se un giorno voglio andare dal capo e dirgli: “oh, sai quando tu e A. mi avete fatta piangere in call chiedendomi anche cose piuttosto personali? ecco, a una ho una risposta, voglio fare interfacce 3D”, devo almeno sapere come funzionano quelle che già esistono, o no?
unico problema: la STEM box mi è costata 80 euro, l’oculus costa 450 (quello senza pc, perché pare voglia Win 10 e io ancora nun l’ho). 
sicuramente in questo tumblr c’è gente un pochetto scafata sui VR, quindi dato che sono già in 2 giorni e mezzi di ritardo su un lavoro che va consegnato domani (si, ho cazzeggiato e come vedete sto continuando a farlo) e sto perdendo tempo a fare ricerca di altre cose più importanti per la mia vita (appartamenti, gps per gatti, etc), mi potete dare già voi per favore dei consigli su VR meno cari dell’Oculus (anche solo di 100euri e)? devono potermi collegare a diverse app già esistenti (es: netflix) e magari non diventare obsoleti sei mesi dopo.
grazie per l’attenzione e spero che il pippotto non vi abbia annoiato troppo
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ansiaritmia · 4 years
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Notte fonda, coperta da felpe e giacche non mie, collant rotti mi fanno venire la pelle d’oca, sento il freddo e la nausea che sale. Ho bevuto troppo, di nuovo. Eyeliner e mascara colano sul mio viso, pulisco con le maniche quello che riesco a vedere attraverso il riflesso sullo schermo spento del mio cellulare. Sono sola, me ne rendo conto dopo, perché sono sola? Dove sono tutti?. Bottiglie vuote ed altre mezze piene di fianco a me, non ricordo cosa stavo facendo. Perché mi trovo qua? Non riesco a collegare i pochi ricordi che mi attraversano la testa. Passa la nausea ma sale l’ansia. Metto a fuoco la situazione e riconosco il verde che mi circonda, il parco, mi sento più sicura ora. Mi alzo in piedi e tiro su il cappuccio della felpa, fa freddo cazzo. Una bottiglia di vodka mischiata a qualcos’altro mi sembra l’unica cosa positiva in questo momento, la prendo e butto già un sorso, fa cagare cazzo come faccio a spaccarmi ogni sera bevendo ste cose?. Provo ad accendere il cellulare, dopo vari tentativi ci riesco. Cazzo il pin della sim, dimentico ogni volta di toglierlo, provo a ricordare mentre mando già altri sorsi. Sbaglio alla prima, ma la seconda sembra essere giusta, sblocco il telefono, quante cazzo di persone ho chiamato prima che si spegnesse? Merda. Trovo il tuo numero, non che fosse difficile, ti avrò chiamato 10 volte nel giro di pochi minuti, vado sui messaggi, hai scritto che eri deluso da me e che te n’eri andato. Dio, non riesco a capire, eravamo assieme? Che cazzo ho fatto sta volta?. Provo a chiamarti, ho il 5%. L’ansia di sapere che probabilmente non risponderai si mischia alla speranza che tu possa farlo per poter venire da me. Squilla, cazzo dai rispondi. “oh”, merda hai risposto davvero. “ei, senti non ricordo nulla, sono al parco” silenzio, non dici niente per interi secondi, “non so che dirti, mi hai rotto il cazzo, continua pure a bere”. Colpo al petto, sento la chiamata che si chiude, provo a richiamare, hai bloccato il numero. Mi scende una lacrima, la caccio via e mi siedo su una panchina continuando a bere, ti odio, perché non sei qua con me? Avresti potuto incazzarti appena mi sarei ripresa.. inizio a pensare senza capire un cazzo, mi sta salendo di nuovo l’alcol, vorrei smettere ma non sono mai stata brava a gestirmi ne tantomeno a riconoscere i miei limiti. Bevo, piango, mi si spegne il telefono per completare l’opera. Mi alzo, non so più come cazzo si cammina, mi viene da ridere mentre cerco di seguire la strada asfaltata che circonda il parco, cerco la strada per arrivare in stazione, sono le 5, quanto tempo è passato cristo non capisco più nulla. Guardo il riquadro degli orari del treno, ne arriva uno tra un po’, ho deciso di venire da te, non so se sei a casa, in realtà  credo sia un pessimo piano. Scelte sbagliate che completano la descrizione di disastro che ormai fa parte di me. Sta finendo anche l’alcol, butto giù gli ultimi sorsi, tiro fuori una siga, la accendo, le siga da ubriaca hanno un altro sapore, altro valore, non ne avessi probabilmente mi sarei messa a cercare per terra, si lo so, ma l’avrei fatto davvero. Ora ho caldo, fanculo. Arriva il treno, devo fare poche fermate, spero di non trovare il controllore, non sono neanche in grado di capire quello che sto facendo figuriamoci provare a non farmi multare per non avere il biglietto. Salgo, mi siedo appena vedo un posto, guardo fuori dal finestrino, fuori è ancora un po’ buio, inizio a pensare e a piangere, l’alcol non fa per me. Il treno è vuoto e del controllore ho smesso di preoccuparmi. Scendo accorgendomi all’ultimo di essere arrivata alla fermata. Cazzo barcollo, c’è più luce, spero solo di non beccare i tuoi a casa. Arrivo da te dopo una camminata che mi è sembrata infinita nella quale mi sono fermata altrettante infinite volte per fumare e per cercare di non sbagliare strada. Le poche persone in giro mi hanno guardata male, mi sono sentita peggio di quanto già non stessi. Suono il citofono, non risponde nessuno, riprovo, si lo so sto esagerando. Finalmente rispondi, vieni alla porta in pantaloncini senza maglia, non mi guardi neanche in faccia, tieni la porta e mi dici di andare in camera. Non dico una parola, non riesco neanche a controllare il respiro, ti guardo mentre cerco di svestirmi, mi dai una maglia, la metto, sa di te. Per un secondo mi guardi, fai un sorriso, “che capelli”, ti avvicini, “scusa se ti ho lasciata sola”, come se fosse la prima volta che succede, come se fosse solo questa sera ad avermi fatto capire quanto in realtà non conti nulla per te. Continuo a pensare ma non dico nulla, vorrei urlarti addosso che se sono qua è solo perché ho deciso di venire senza che nessuno mi dicesse nulla, vorrei piangere e picchiarti per provare a farti capire quanto tutto questo non abbia senso, ma poi mi rendo conto che è stata una mia scelta venire, che non ti sei preoccupato minimamente ne di lasciarmi sola tutta la notte ubriaca fradicia in lacrime, ne di dirmi qualcosa quando ti ho chiamato un paio d’ore prima. Mi hai chiesto scusa.. come pensi che possa servire a qualcosa..? e perché me lo faccio andare bene? perché sono qua cazzo non dovevo venire, mi sta scendendo l’alcol. Ti guardo ma tu non capisci, l’unica cosa che riesci a fare è chiedermi una sigaretta, ho l’ultima e te la do. Inizi a fumare prendendo in mano il telefono, mi ignori. Resto nuovamente sola con me stessa, anche se ti ho di fianco, anche se probabilmente l’unica persona davvero sola tra noi, sei tu. Mi rivesto, non mi sento a mio agio qua, sono stanca cazzo vorrei dormire ma non ha senso.. Mi guardi, “che cazzo fai?”, “nulla me ne vado, ho sbagliato a venire qua”. Non aggiungi altro, mi lasci andare. Sento la porta chiudersi alle mie spalle, non voglio pensare più a tutto questo, scendono lacrime, mi copro più che riesco e sola con i miei pensieri inizio a camminare. Una delle tante storie che ho vissuto finite con me in queste condizioni, una delle tante volte in cui niente di ciò che faccio serve a qualcosa. Guardo il cielo, mi perdo nel silenzio, smetto di capire, di capirmi. Continuo a camminare senza voltarmi. Dubbi, delusioni, brividi. Non esistiamo più ma soprattutto non esisto più io.
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interiorizzo · 4 years
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Caro Tumblr ti scrivo, in realtà non ti scrivo da un pò, si certo, ma ho appena visto su youtube un video in cui il tipo parlava di quanto sia importante tenere un diario e mi sei venuto subito in mente tu. Nel video poi si ponevano 4 punti utili che possono portare questa attività che, ahimè, compio sempre raramente. Questi punti sono: 1)Produttività (ormai andata a fanculo dalla fine della sessione, sto diventando sempre più un vegetale in pratica o, in alternativa, un pezzo dell’arredamento-più simile a un cuscino che ad un vero e proprio mobile d’arredo- Tuttavia non è per questo che ti scrivo mio caro Diario) 2)scrivere idee (Neanche questo punto mi interessa al momento, ma in futuro chissà) 3)sfogarsi (ecco, ci siamo quasi..) 4)razionalizzare Ed è per quest’ultimo punto che sono qui: scrivere i miei  pensieri per poi rileggerli e capire cosa diamine c’è che non va nella mia vita. Ora direi che potrei cominciare con il vero e proprio discorso caro Tumblr. Mettiti pure comodo e prendi- Okay, imprevisto, è tipo andato in corto un interruttore di sotto e la puzza di fumo è arrivata fin su ahahaha (okay non dovrei ridere sarei potuto morire arrostito ma vabbè) In ogni caso ho perso il filo del discorso, vedrò di riprendere dal ultimo capoverso..
Ora direi che potrei cominciare con il vero e proprio discorso caro Tumblr. Mettiti pure comodo e prendi i pop corn, perchè non sarà affatto una storia breve. Allora, da dove potrei mai incominciare. No dai, sai cosa? Non voglio star qui a raccontare la storia della mia vita. Sarebbe troppo deprimente e ancor peggio noiosa. In più uscirei fuori tema perchè in realtà oggi ho solo bisogno sfogarmi sugli ultimi eventi, non sulla mia intera vita. Magari questa storia un’altra volta eh? Prima però ho necessità di un piccolo preludio, altrimenti non capiresti. Tutto iniziò in una notte buia e tempestosa! Nah non va bene come inizio, troppo banale, e poi non so il meteo del giorno in cui nacqui.. Allora dai, seriamente ora.
Tu, grande T, ne hai conosciuta di gente strana, magari anche più di me. Però ultimamente inizio a considerarmi solo, nel mio genere. Dio mio, a volte nemmeno io riesco a comprendermi. Sto iniziando anche a credere di non essere tagliato per le relazioni, di nessun genere(nè amorose, di amicizia o familiari). Non riesco a gestirle e finisco sempre col ritrovarmi solo, in questo limbo infinito fino alla prossima persona con cui rovinare tutto. Credimi quando ti dico che è un ciclo davvero infinito. è capitato e ricapitato di continuo: trovo una persona con cui sto bene e stranamente la cosa è reciproca, abbandono chiunque altro per dedicarmi solamente a quella persona, passo da 1 a 6 mesi fantastici con questa persona per poi annoiarmi io o l’altra persona e il separarsi definitivamente tornando puntualmente ad una sostanziale solitudine. Di solito, amico mio, arrivato in questa fase cerco compagnia di altre persone che conoscevo prima fino alla prossima relazione da rovinare. Ma questa volta è diverso. Non c’è davvero più nessuno. Sono realmente solo. E la cosa peggiore è che questo non mi spaventa. Sono solo e mi sento bene. Mi sento solo, ma non sono triste. Sento solo un grande vuoto, non lasciato dalla persona che se ne è andata, ormai sono così abituato agli addii che non ci faccio neanche più caso, anzi, ad un certo punto del comportamento dell’altro so già come evolve, per cui spingo anche sul acceleratore affinché finisca prima. Potrei essere sociopatico? Forse. Mi vergognerei di esserlo? No di certo. Come dicevo, non sento assolutamente nulla. Ed è questo che mi spaventa. Per esperienza so che, nel momento in cui senti di non provare più nulla, è perché in realtà reprimi quelle emozioni, che si tratterranno fino ad esplodere più forti che mai. La psicologia è una delle mie passioni, ma di fatto la maggior parte delle mie conoscenze in materia sono frutto di pure e semplici osservazioni (si esatto, come si faceva nel XIX secolo durante l’era del positivismo e della nascita di molte materie umanistiche, so che anche tu ci stavi pensando). Il punto però è che, a tutti questi timori, se ne  aggiunge anche un’altra, e cioè la paura del domani, del futuro. Non metto in dubbio che sia una paura molto condivisa questa, di non riuscire a trovare una relazione stabile e fissa, a molti piace anche questa condizione se dobbiamo dirla tutta-questi ultimi la cercano addirittura, la bramano- ma io no. Io ho 20 anni Tumblr, lo sai, e di relazioni intime ne ho affrontate tante ormai, le conosci, e Dio solo sa quanto io ci abbia provato a creare qualcosa che potesse durare, dalla prima fino ad ora, eppure tutti i miei sforzi non sono valsi A UN CAZZO. Se solo ripenso a quante ne abbiamo passate, mi fa incazzare il fatto di ritrovarmi sempre qui nello stesso fottutissimo posto. è come non avere una memory card e rigiocare sempre lo stesso livello, a l’infinito. Può essere divertente la prima volta, stai scoprendo, anche la seconda e la terza, stai facendo esperienza, ma quando arrivi a tante volte da aver perso il conto ti accorgi che sta diventando frustante continuare a muovere sempre e solo i primi passi, senza mai arrivare al livello successivo; ritrovarsi sempre con un mattoncino da porre, alla base di una casa che progetti da anni e non riesci nemmeno a sapere se mai la porterai a termine; a costruire sempre da zero, per poi ritornare a non aver nulla. Tumblr, sono stanco davvero di essere solo. So che in tanti ti scrivono le stesse cose, ma non riesco a credere che tutti coloro che si sfogano con te per il medesimo motivo vivono ciò che vivo io, o abbiano vissuto ciò che ho vissuto io. Io che non so nemmeno cosa sia uscire a mezzanotte, o andare a fare una serata con amici, io che non ho mai conosciuto la libertà di “uscire con la comitiva”, io che ti scrivo da questa stanza da anni, e non ho mai cambiato posto, pur avendone le facoltà, nascondendomi sempre dietro la mia svogliatezza e diffidenza verso il prossimo, lottando ogni giorno contro la mia misantropia e asocialità, o meglio, incapacità di gestire più di una relazione alla volta. Mio caro Diario,  ora sono le 2:43, e solo quando ci siamo salutati era un’ora fa, sono un pò stanco di scrivere e ho a malapena completato il preludio, magari concluderò il discorso domani sera, o magari non lo farò mai. sempre tuo, G.
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mimidemille · 4 years
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Se parliamo di libertà, di concetto di libertà, molti lo difiniscono il fare quello che mi pare, e fanculo gli altri. Già, io devo stare bene, anche se faccio male agli altri, perché in teoria non me ne frega un cazzo degli altri. Devo onorare il sano onanismo mentale che è in me.
Ebbene, voglio raccontare una storia, la mia. Di questo non me ne frega un cazzo, sono stata vittima di due persone. Una delle quali, pur sapendo che in quel momento mi faceva un male cane, ha fatto finta di niente. Perché doveva stare bene.
Non è una storia di un tradimento, anche se per me tradimento mentale c’è stato. Oh, se c’è stato. Non è un semplice consumare. Il tradimento per ciò che ero, e ciò che sono, anche se non ho ben chiaro chi io sia.
La sorellanza, la solidarietà sono morte quando lei è entrata a gamba tesa nel viaggio di una vita, la mia. E lui, sì, lui, lo stronzo, che si è nascosto dietro gli alibi delle sue insofferenze per il mondo convenzionale -che è poi quello in cui vive indisturbato-, lui che il viaggio della vita l’aveva pensato per me, le ha aperto la porta della sua chat. E ha spalancato a me la porta del mio inferno.
La storia, così come mi è stata raccontata è talmente folle e insana che non sto qui a dirla. Ma mi è sorta spontanea la domanda: per stare bene io, devo per forza buttare merda addosso agli altri, invocando una libertà e un fregarsene un cazzo che sanno tanto di voler fuggire da qualsivoglia responsabilità?
Io, di questa cosa che mi è piombata addosso durante il viaggio -porca di quella puttana- della mia vita, mi sono presa il dolore, struggente, che spezza il fiato, che ti spezza il cuore in mille pezzettini, e che ti fa desiderare di andare a dormire e magari non svegliarti. Poi ti svegli e ti rendi conto che il dolore a volte non lo senti. Poi respiri e quella fitta di lei, che nel frattempo ti è entrata dentro l’anima come la più classica chiazza di olio putrescente, si fa sentire. E le concedi la vittoria.
A nulla valgono le parole di lui: sei fuori gara. Non me ne frega un cazzo. Lei c’è. Merda, l’hai fatta entrare tu, e lei non ha fatto neanche i complimenti, si è tolta le scarpe e si è seduta sul divano buono di casa. Cioè, si è accomodata in questa mia anima che ho faticato anni a ricostruirmi. E io che ero come te. Disagiata. Grassa. Infelice, dietro questa parvenza di libertà che mi portava a darla a tutti. Solo che lei lo faceva a pagamento. Io gratis. E che per un attimo ho sentito come “sorella”.
Ma tu, “sorella”, tu hai vinto. A mani basse. Lasciandomi questo dolore che ogni tanto si acuisce. Tu hai vinto, anche se sono ancora integra. Anche se il dolore lo attraverso tutte le mattine quando mi sveglio, e lo sorseggio con il caffè. Quando entro in doccia, e il veleno di te mi entra nei pori della pelle, con l’acqua calda, che almeno sciogliesse questo dolore. Ma me lo lascia lì, tra lo shampoo e la spugna.
Tu, hai vinto. Io, ho perso.
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