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#giuseppe chiari
garadinervi · 2 years
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Giuseppe Chiari: 'La musica è facile', (invitation), Teatro Santa Chiara, Brescia February 1974 [February 2-4, 1974] [Galleria Massimo Minini, Brescia]
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marcogiovenale · 7 months
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oggi, 7 ottobre, a firenze: "gruppo 70. una guerriglia verbo-visiva" @ frittelli arte contemporanea
A sessant’anni dalla nascita del Gruppo 70, Frittelli arte contemporanea (via Val di Marina 15, Firenze) inaugura, OGGI, 7 ottobre 2023, nell’ambito della Florence Art Week, la mostra “Gruppo 70. Una guerriglia verbo-visiva”, a cura di Raffaella Perna, che mette in luce l’attualità di uno dei movimenti più radicali della scena artistica italiana degli anni Sessanta. L’esposizione propone uno…
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schizografia · 2 years
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Giuseppe Chiari
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Tobie dziś w ofierze serce daję swe
Tobie dziś w ofierze serce daję swe
Tobie dziś w ofierze serce daję swe – śpiewamy w przepięknej pieśni słowami hymnu Tomasza z Akwinu. Ale czyż Jezus każdego dnia nie daje nam w ofierze swego serca. Czy nie woła daj mi to miejsce przy Tobie? Każdego dnia woła. I każdego dnia od nowa. A czy my każdego dnia śpiewamy Jemu i u Jego stóp zbliżam się w pokorze i niskości swej, wielbię Twój Majestat skryty w Hostii tej. Tobie dziś w…
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lionofchaeronea · 2 years
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Allegory of Hope, Giuseppe Bartolomeo Chiari (1654-1727)
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m1male2 · 2 years
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Colonna Gallery (17th-18th centuries) Rome. It houses a large collection of art acquired by the Colonna.The ceiling frescoes are by Filippo Gherardi, Giovanni Coli, Sebastiano Ricci and Giuseppe Bartolomeo Chiari.
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carmenvicinanza · 4 days
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Laura Betti
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«Sono comunque un’attrice ed ho una necessità fisica di perdermi nel profondo degli intricati corridoi dove si inciampa tra le bave depositate da alieni, tele di ragno luminose e mani, mani che ti spingono verso i buchi neri screziati da lampi di colore, infiniti, dove sbattono qua e là le mie pulsioni forse dimenticate da sempre oppure taciute… per poi ritrovare l’odore della superficie e rituffarmi nel sole dei proiettori, nuova, altra».
Laura Betti è stata un’attrice talentuosa, vivace e intensa. La cattiva per antonomasia delle grandi dive del cinema italiano.
Ha recitato in circa settanta film, diretta dai più grandi registi e registe del Novecento come Federico Fellini, Roberto Rossellini, Mario Monicelli, Bernardo Bertolucci, Pier Paolo Pasolini, Gianni Amelio, Francesca Archibugi, i fratelli Taviani, in capolavori come La dolce vita, Teorema, Sbatti il mostro in prima pagina, Nel nome del padre, Il grande cocomero e molti altri ancora.
Tra le interpretazioni più memorabili c’è sicuramente quella in Novecento di Bertolucci (1976) in cui ha interpretato Regina, personaggio dall’aria sinistra, quasi stregonesca, amante del fascista Attila, interpretato da Donald Sutherland.
Sul suo modo di esprimersi con le parole, il linguaggio, la voce roca e impastata, la fisicità, ci sono stati anche diversi studi accademici.
Artista a tutto tondo, ha recitato a teatro, cinema, televisione e lavorato a lungo come doppiatrice.
Soprannominata giaguara per la sua vitalità aggressiva e incontenibile associata a un passo felpato, quello con cui entrava in un film con un ruolo non da protagonista, per poi rubare la scena a tutti gli altri.
Nata col nome di Laura Trombetti a Casalecchio di Reno, Bologna, il 1º maggio 1927, ha esordito come cantante jazz, per poi passare al cabaret con Walter Chiari ne I saltimbachi. 
Nel 1955 ha debuttato in teatro ne Il crogiuolo di Arthur Miller, con la regia di Luchino Visconti, seguito poi da spettacoli storici come il Cid di Corneille, in coppia con Enrico Maria Salerno e I sette peccati capitali di Brecht e Weill.
Il recital Giro a vuoto, del 1960, realizzato in collaborazione dei più grandi talenti letterari dell’epoca che amavano riunirsi nella sua casa romana, a Parigi venne recensito positivamente dal fondatore del movimento del surrealismo, André Breton.
Al cinema ha esordito nel 1956, in Noi siamo le colonne di Luigi Filippo D’Amico. Le prime parti importanti sono state in Labbra rosse di Giuseppe Bennati, Era notte a Roma di Roberto Rossellini, e soprattutto ne La dolce vita di Federico Fellini, dove interpretava una giovane saccente che nella scena finale della festa si vede rovesciare un bicchiere d’acqua in faccia da Marcello Mastroianni.
Fondamentale è stato il sodalizio con Pier Paolo Pasolini, che l’ha diretta in diverse opere teatrali e cinematografiche, tra cui svetta Teorema, che le è valso la Coppa Volpi come miglior attrice al Festival del Cinema di Venezia. 
È stata la sua musa, definita da lui “una tragica Marlene Dietrich, una vera Greta Garbo che si è messa sul volto una maschera inalterabile di pupattola bionda”. Meglio di chiunque, è riuscito a sfruttare la sua capacità di caratterizzare i personaggi con la sua fisicità intensa, il forte segno caratteriale, spesso aspro, e la sua voce dal timbro pastoso.
A partire dagli anni ’70 ha cominciato a interpretare soprattutto ruoli da cattiva, scomodi e sgradevoli che, seppur secondari, restavano impressi nella memoria del pubblico.
Dopo la morte di Pasolini, nel 1975, ha tentato in tutti i modi di fare giustizia all’amico, sporse anche denuncia contro la magistratura per come erano state svolte le indagini sull’omicidio, le cui cause ancora oggi, restano oscure.
Ha continuato a farlo vivere, ricordandolo, scrivendone, dirigendo documentari su di lui.
Con Giovanni Raboni, ha pubblicato, nel 1977 Pasolini cronaca giudiziaria, persecuzione, morte seguito, due anni dopo, dal romanzo Teta Veleta il cui titolo è un riferimento a uno scritto giovanile del grande intellettuale.
Nel 1983 ha ideato e diretto il Fondo Pier Paolo Pasolini che per oltre vent’anni ha avuto la sede a Roma, poi spostato a Bologna, quando, nel 2003, ha creato il Centro Studi Archivio Pier Paolo Pasolini, con oltre mille volumi e altro materiale relativo alle opere dello scrittore e regista.
Nel 2001, con Paolo Costella, ha diretto il documentario Pier Paolo Pasolini e la ragione di un sogno.
È stata anche la protagonista del libro di Emanuele Trevi Qualcosa di scritto, che evidenzia come lei sia stata la vera erede spirituale di Pasolini e incontrarla è come incontrare lo scrittore, perché rimasta plasmata e posseduta dalla sua vivida presenza.
In Francia, paese che l’ha adorata e riverita molto più dell’Italia, nel 1984 è stata nominata Commandeur des Arts et Lettres.
Laura Betti si è spenta a Roma il 31 luglio 2004.
Dopo la sua morte, il fratello, ha donato al Centro Studi Archivio Pier Paolo Pasolini anche tutti i documenti personali della carriera della sorella, raccolti sotto il nome Fondo Laura Betti, inoltre la sua città di origine, Casalecchio di Reno, nel 2015, le ha intitolato il Teatro Comunale.
Del 2011 è il documentario La passione di Laura, diretto da Paolo Petrucci, in cui viene ripercorsa la carriera dell’attrice raccogliendo anche le testimonianze di registi e intellettuali come Bernardo Bertolucci, Francesca Archibugi, Giacomo Marramao e Jack Lang. Il film è stato candidato ai Nastri d’Argento del 2012 tra i migliori documentari.
Laura Betti ha concentrato la sua esistenza nella ricerca della verità. Nell’arte, nella vita, tra la poesia che ha frequentato, nella sua recitazione.
Aveva carisma e fascino, sapeva sperimentare e aveva uno straordinario dinamismo dell’intelletto. 
Ha avuto ruoli fuori dai canoni e per questo è stata difficilmente inquadrabile.
Ha saputo intrecciare linguaggi differenti come il cabaret, la canzone, il teatro, il cinema, la rivista.
Dipinta con tratti alterni, di sicuro ha saputo lasciare la sua impronta decisa e precisa nella storia della cultura italiana.
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niconote · 22 days
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SUONO DOMENICA | Dodici ore di musica di ricerca Domenica 21 aprile 2024, ore 12-24 Conservatorio di Musica “G. B. Martini”, Bologna
Una vera e propria maratona sonora, un viaggio lungo un giorno che se da un lato ha lo scopo di presentare il capillare lavoro della Scuola di Musica Elettronica, dall’altro si relaziona con la città e con realtà diverse del panorama italiano, spaziando dall’audiovisione, all’improvvisazione, dalla sound art alla composizione acusmatica, interrogando ospiti e musicisti anche extra-accademici sul significato dell’arte sonora di oggi. Il tutto esplorando gli spazi incontenibili del Conservatorio di Bologna, sottolineati da allestimenti e proposte in grado di dialogare con l’architettura e la tecnica. “Suono Domenica” non è quindi un festival o una vetrina: può essere visto più come una festa, o magari come un “orologio sonoro” che scandisce il tempo della giornata attraverso il fare musica e lo stare insieme.
Programma
Ore 12 > OPEN/Cortile, scalone e piazza Rossini Giuseppe Chiari, Improvvisazione libera. Esperienza musicale per 70 solisti
Ore 13 > Apertura Installazioni/Consbo (le installazioni terminano alle ore 23) • Sala Respighi > Sequenzer Kammer, a cura di Enrico Cosimi, con Maru Barucco, Dario Boccato, Bruno Cusumano, Tommaso Michelini • Aula 9 > Pierpaolo Ovarini, this could be us, installazione multimediale interattiva; in collaborazione con Home Movies-Archivio Nazionale del Film di Famiglia • Corridoio I piano > Daniele Carcassi, Nuova terra, installazione sonora per tre totem di altoparlanti (tecnica a cura di Gerarda Avallone) • Saletta area Banda > Lorenza Ceregini, Tu mi vedi?, installazione audiovisiva
Ore 14 > Sala Fugazza Audiovisione Bologna Francesco Di Stefano, Stripping Away Reality (2022) Tommaso Marzini Della Ragione, Unfortunate event (2023) Lorenzo Mostura, Nomo Echoes (2024) Fulvio Daviddi, Ground (2023) Lorenza Ceregini, Riccardo Tesorini, Dissimmetrie (2023), video di Elena Bianchini, Giulia Pellegrini, Mika Sollecito, Serena Ugolini In collaborazione con Fondazione Zucchelli e Accademia di Belle Arti di Bologna-Corso di linguaggi del cinema e dell’audiovisivo
Ore 15 > Aula Banda Acusmatica Camilleri Lelio Camilleri, Apostrophe (1995), Summer 2018 (2018), Parallel (2000), Beat (2024) - prima esecuzione assoluta Ore 16 > Sala Fugazza Audiovisione Cipriani Naufragio-The Last Shipwreck, Due movimenti dalla trilogia audiovisiva Shipwrecks Naufragi (2020-2023) Video Giulio Latini; Musica, sound design e testi Alessandro Cipriani Memoria d'Utopie, opera audiovisiva multischermo (2023-2024) da un testo di Alberto Gianquinto Video Giulio Latini; Musica Alessandro Cipriani e Alessandro Sbordoni; Sound design Alessandro Cipriani; Voci recitanti registrate Roberto Herlitzka e Virginia Guidi
Ore 17 > Aula Banda Concerto Improvvisazione Silenzio Direzione: Walter Prati Performer: Andrea Brutti, Andrea Fabris, Andrea Giorgelli, Salvatore Miele, Francesco Paolino, Dino Piccinno, Erica Ruggiero, Leonardo Vita
Ore 18 > Sala Fugazza Audiovisione Coslovi The Wrong Side of the Tracks (2020-) Progetto fotografico: Marcello Coslovi Performer e progetto sonoro: Gabriele Andrisani, Andrea Cardellicchio, Matteo Coceva, Stefano Corino, Tommaso Grandi, Chiara Matarazzo, Davide Ricchi, Valerio Timo
Ore 19 > Sala Bossi Concerto Mantra Karlheinz Stockhausen, Mantra, per due pianisti (1970) Pianoforte: Stefano Malferrari e Franco Venturini Live electronics e regia del suono: Francesco Vogli (con Vijay Comino e Alessandra Giachetti)
Ore 21 > Sala Fugazza Audiovisioni Camera Ludens. Il gioco della memoria, per video e quattro performer (2023) Performer: Francesco Giomi, Simone Grande, Salvatore Miele, Andrea Sanna Selezione e montaggio: Michele Manzolini ed Enrico Riccobene Camera Ludens è un progetto di Home Movies-Archivio Nazionale del Film di Famiglia BSCRZCLL732NN, improvvisazione audiovisiva per tre performer e quattro videomaker (2023) Performer: Antonio Ciaramella, Andrea Fabris, Nicola Venturo Videomaker: Andrea Boschini, Silvia Campostrini, Giulia Costantini, Chiara Vitofrancesco In collaborazione con Home Movies-Archivio Nazionale del Film di Famiglia, Accademia di Belle Arti di Bologna-Corso di linguaggi del cinema e dell’audiovisivo, Fondazione Zucchelli, Mast
Ore 22 > Aula Banda Acusmatica Bologna Federico Inzerillo, Grid grips (2023) Alessandra Giachetti, Verrières (2024) Francesco Interlandi, Var hälsad du Maria (2023-24) Jacopo Casasola, Scenario possibile (2023) Fernando Hester, Zooming (2023)
Ore 23 > Sala BossiConcerto Bologna Filippo Giuffrè | NicoNote | Stefano Pilia
Ingresso libero a tutti gli eventi fino a esaurimento posti
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notiziariofinanziario · 3 months
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Arriva oggi il nuovo piano di incentivi per l' industria automobilistica
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Il ministro Adolfo Urso presenterà oggi il decreto del presidente del consiglio dei ministri per rimodulare l'Ecobonus per l'acquisto di veicoli a basse emissioni inquinanti. Il ministro ha detto in più occasioni che il piano da circa un miliardo di nuovi incentivi dovrà segnare "una svolta con l'obiettivo di raggiungere un milione di veicoli prodotti da Stellantis in Italia", ma non sono ancora chiari i tempi. Si discuterà anche dello 'stato di avanzamento' dei gruppi di lavoro dedicati al mercato, alla competitività, alla componentistica, al lavoro e alla ricerca.     All'incontro parteciperanno Stellantis, i sindacati, le associazioni imprenditoriali e di filiera, le Regioni. A guidare la delegazione aziendale saranno Davide Mele, responsabile di Corporate Affairs Italia, Daniele Chiari, responsabile delle Relazioni Istituzionali in Italia e Giuseppe Manca, responsabile delle Risorse Umane in Italia.     Non sono attesi annunci sulla casa automobilistica che il governo vorrebbe portare in Italia per aumentare la produzione di auto. E' un processo ancora in corso e l'attenzione è puntata sul mercato asiatico e su quello nord americano: per ora nessun nome, ma aziende cinesi e Tesla sono i possibili candidati. Al centro dell'incontro di giovedì ci sono gli attesi incentivi che difficilmente però entreranno in vigore prima di marzo. "Il governo sta lavorando per attirare almeno un secondo costruttore in Italia; sono in corso diverse interlocuzioni con diversi soggetti imprenditoriali ed è stata costituita una task force dedicata che opera congiuntamente al Comitato attrazione investimenti esteri" ha detto il sottosegretario del Mimit Massimo Bitonci.     Gli incentivi attuali - i termini per le prenotazioni da parte dei concessionari sono stati riaperti il 23 gennaio - prevedono un contributo massimo di 5.000 euro per le auto elettriche don rottamazione di una vettura tra Euro 0 e Euro 4.     Con il nuovo Dpcm gli sconti potranno raggiungere per le auto elettriche partiranno da da 6.000 euro (senza rottamazione) e arriveranno a 13.750 euro se si rottama un'auto Euro2 e si ha un Isee sotto i 30mila euro. L'auto per l'acquisto di una vettura ibrida andrà invece da 4 a 10mila euro, e quello per per un'auto a basse emissioni dai 1.500 ai 3.000 euro. Verranno agevolate flotte aziendali e noleggio lungo termine e ci sarà una misura per incentivare l'acquisto di auto usate a bassa emissione. Read the full article
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garadinervi · 2 years
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From: Giuseppe Chiari: 'La musica è facile', Teatro Santa Chiara, Brescia February 1974 [February 2-4, 1974] [Galleria Massimo Minini, Brescia]
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marcogiovenale · 7 months
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firenze, 7 ottobre: "gruppo 70. una guerriglia verbo-visiva" @ frittelli arte contemporanea
A sessant’anni dalla nascita del Gruppo 70, Frittelli arte contemporanea (via Val di Marina 15, Firenze) inaugura, sabato 7 ottobre 2023, nell’ambito della Florence Art Week, la mostra “Gruppo 70. Una guerriglia verbo-visiva”, a cura di Raffaella Perna, che mette in luce l’attualità di uno dei movimenti più radicali della scena artistica italiana degli anni Sessanta. L’esposizione propone uno…
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micro961 · 10 months
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Erika Giannusa - Il singolo “Respiri profondi”
Dal 30 giugno sui principali stores digitali e nelle radio
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Esce “Respiri profondi”, nuovo singolo dell’eclettica artista Erika Giannusa, sui principali stores digitali e nelle radio italiane in promozione nazionale, in attesa del videoclip ufficiale.
“Respiri profondi” (testo e musica di Erika Giannusa, arrangiamento di Giuseppe Nicosia – Euterpe Records) è un brano dalle sonorità disco dance anni ‘90, con un testo molto ritmato che nelle strofe si avvicina al rap e negli strumentali è tutto da ballare. È una canzone che parla dell'amore come una guerra, le cui armi sono fatte di tecniche seduttive, attrazione e repulsione, ghosting. Il brano parla di un flirt tra un uomo ed una donna, dove lui usa il suo magnetismo come mezzo per affascinare la donna ed attrarla a sé; lei è confusa e stordita dal fascino e dalle attenzioni di quest'uomo, ma ben presto comprende di essere l'oggetto di una manipolazione psicologica, volta alla sola soddisfazione egocentrica del desiderio e priva di qualsiasi forma di sentimento.
Nello special, viene espresso un messaggio di rivendicazione femminile, e di autodeterminazione della donna. Il testo recita: “Non sono terra di conquista, rivincita di un maschilista”. Una canzone che, oltre a farci ballare, ci farà anche riflettere, trattando vicende di vita vissuta con il disincanto e la leggerezza, di chi ormai le ha superate.
 Storia dell’artista
https://direzione816.wixsite.com/servicepromo/erikagiannusa
 “Subire il ghosting in qualsiasi contesto di vita è frustrante, non mi piace l'intermittenza nei rapporti con le persone, l'esserci ed essere chiari nelle relazioni interpersonali è una forma di rispetto reciproco che porta al benessere. Tuttavia, per certi versi devo ringraziare chi mi ha fatto vivere questa esperienza, perché mi ha dato l'energia per scrivere questa canzone.” Erika Giannusa
 Ph: Luca Sgardiolo
Spotify: https://open.spotify.com/track/1RbIaTwboVm3dHFWyIM4nB?si=8184aa41949f40ab
Instagram: https://www.instagram.com/erikagiannusa/
Facebook: https://www.facebook.com/Erikamusic93/ TikTok: https://www.tiktok.com/@erikagiannusa YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCFVXPT0lZWSaGrDwUf_lrbA
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350 lat
Dokładnie dzisiaj mija 350 rocznica urodzin wielkiego Ludwika Grignona de Montfort. bardzo wiele mu wszyscy zawdzięczamy. Pod wpływem jego nabożeństwa byli nasi wielcy Polacy. Jan Paweł II Wielki oraz prymas Stefan Wyszyński i ojciec Maksymilian Maria Kolbe. I Jeszcze wielu innych, ale pozostańmy przy tych trzech największych wielbicielach Maryi w Polsce, Europie i na świecie. Wielkich jej…
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giancarlonicoli · 11 months
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9 giu 2023 12:08
QUANDO SANDRO PERTINI GLI CHIESE PERCHÉ NON RIENTRASSE IN ITALIA. LUI RISPOSE: “STIA TRANQUILLO! STO IN SVIZZERA MA IN ITALIA CI VENGO TUTTI I GIOVEDÌ A COMPRARE LA VERDURA” – GIUSEPPE PREZZOLINI SECRETS BY VITTORIO FELTRI: “ERA UN ANARCHICO CONSERVATORE, NEMICO FEROCE DEI VIZI TIPICAMENTE ITALIANI. L’ASSISTENZIALISMO E LO STATALISMO, GLI ORDINI PROFESSIONALI E IL POLITICAMENTE CORRETTO" - LA GRAPPA CHE TENEVA NASCOSTA TRA I LIBRI, IL BOOM DE "LA VOCE" E IL LIBRO A LUI DEDICATO DI GENNARO SANGIULIANO -
Postfazione di Vittorio Feltri a “Giuseppe Prezzolini, l’anarchico conservatore”, di Gennaro Sangiuliano (ed. Oscar Mondadori), pubblicata da “Libero quotidiano”
Ho conosciuto Giuseppe Prezzolini nel 1982. All’epoca aveva cento anni esatti. Era ancora lucidissimo. Lo intervistai per La Domenica del Corriere. Confesso: ero a disagio.
Nonostante non fossi di primo pelo, incontrare l’uomo che aveva segnato due o tre stagioni della cultura italiana mi metteva un po’ in soggezione. Il maestro, inoltre, aveva fama di essere una persona difficile e scostante.
Nell’ambiente giornalistico me lo avevano descritto eternamente depresso e scontroso. Tagliente e sarcastico. Pessimista, ma di quella razza intraprendente che trova proprio nel malumore e nell’insoddisfazione lo stimolo necessario per andare avanti. In questo era come il suo allievo Indro Montanelli. Le trattative furono lunghe, ma non complicate. Prezzolini, infatti, non amava i giri di parole.
Conservo ancora una sua lettera. Poche righe molto chiare: «Gentile Feltri, patti chiari e amicizia lunga. Voglio centomila lire. Cordiali saluti». Mi misi in viaggio per Lugano. Lo avevano invitato più volte a tornare in Italia. Non ci pensava neanche. Il suo Paese lo aveva emarginato per decenni. E lui rispondeva con un sentimento ambivalente: amore e odio, contemporaneamente.
Nelle pagine di questo libro c’è un aneddoto molto divertente in proposito. Nel 1982, nel corso di una premiazione al Quirinale, il Presidente della Repubblica Sandro Pertini chiese a Prezzolini perché non rientrasse in Italia.
La risposta fu una battuta fulminante: «Stia tranquillo, presidente! In Italia ci vengo tutti i giovedì a comprare la verdura». Alle otto di mattina bussai alla sua porta. Prezzolini era già sveglio da alcune ore. Mi chiese di accomodarmi in salotto per qualche minuto.
Doveva infatti scrivere un articolo per Il Resto del Carlino. «Le prendo subito qualcosa chele farà compagnia» mi disse. Iniziò ad arrampicarsi sulla libreria. Spostò alcune pile di volumi. Mi aspettavo di vedermi consegnare qualche prima edizione rara e preziosa. Invece saltò fuori una bottiglia di grappa, nascosta con cura nel fondo dello scaffale. Me la consegnò con un sorriso complice. Poi si precipitò alla macchina da scrivere nella stanza attigua. Mi preparai a una lunga attesa. Con la coda dell’occhio riuscivo a vederlo all’opera. Tempestava i tasti senza requie. In dieci minuti preparò tre cartelle e passa. Rilesse brevemente. Appuntò qualche parola nei bordi delle pagine. Quindi si alzò. Aveva finito.
Era pronto. Rispose alle mie domande con il suo stile secco e brusco ma accattivante.
Fu la sua ultima intervista. I libri e le carte del maestro sono ancora in Svizzera. L’Italia non trovò modo di riscattarli.
O forse non volle. C’è poco da stupirsi. Nel clima di soffocante conformismo del dopoguerra, Prezzolini fu rimosso velocemente. Non era classificabile. Non aveva etichette. E non le avrebbe comunque accettate. Non era stato fascista. (O meglio, lo era stato fino a quando Mussolini salì al potere. In quel momento sentì puzza di regime e traslocò in America.) Non era però antifascista. Era senz’altro di destra ma non assimilabile ai nostalgici missini.
Si era guadagnato senza difficoltà l’ammirazione e il rispetto di chi, negli Usa, si era opposto ai totalitarismi europei. Cos’era dunque? La risposta è offerta da Gennaro Sangiuliano e dal libro che stringete fra le mani. Era un anarchico conservatore, come lui stesso amava definirsi. Può sembrare una contraddizione, ma non lo è. La società, se lo Stato non interviene, si regola da sé.
Crea spontaneamente una gerarchia di valori che, per comodità, possiamo chiamare tradizione. Prezzolini confidava nella tradizione e diffidava dello Stato.
Una tradizione vitale e non imbalsamata.
Pronta all’autocritica e aperta al dibattito. Egli fu nemico feroce dei vizi tipicamente italiani. L’assistenzialismo e lo statalismo. Le corporazioni e gli ordini professionali. La retorica e il linguaggio che oggi definiamo politicamente corretto. Lui stesso, maestro di Longanesi, Montanelli e Fallaci, non volle saperne della tessera da giornalista e diventò pubblicista soltanto a ottant’anni.
Fu invece a favore del mercato e della concorrenza fin dai tempi gloriosi della Voce. Prezzolini era un liberale, razza sconosciuta agli italiani, ben nota agli americani. Forse non è un caso che proprio negli Stati Uniti Prezzolini abbia trascorso tre decenni, una parte molto importante della sua vita. Importante sotto tutti i punti di vista, non solo per la sua biografia. Insegnava letteratura italiana alla Columbia University. I suoi studenti lo ricordano con piacere. Affabile e alla mano, lontanissimo dallo stereotipo del professore serio e accigliato.
GLI USA
È questo un Prezzolini meno conosciuto, e andrebbe studiato. Egli portò aldilà dell’Atlantico la cultura italiana. Ma fece anche il contrario e diffuse quella americana in Italia. In questo campo fu un pioniere assoluto. La portata di alcuni suoi lavori geniali è ancora da valutare. Fu il primo, ad esempio, a parlare di letteratura italoamericana.
Pubblicò un’antologia sulle opere dei nostri connazionali immigrati nel Paese del Grande Sogno. È argomento oggi al centro dell’attenzione. Lui ci arrivò con qualche decennio d’anticipo. Del resto, Prezzolini aveva l’occhio allenato alle novità e sapeva come farle arrivare a una platea vasta. Non è il caso di aprire una parentesi sulla Voce, ormai considerata all’unanimità la migliore rivista culturale mai pubblicata in Italia e come tale presentata in tutte le scuole. Gennaro Sangiuliano, in questo libro documentato come un saggio accademico ma avvincente come un’inchiesta, ne racconta benissimo la nascita e la storia. Mi limito a notare una cosa.
Contrariamente a quanto pensa qualche mio collega, i giornali sono fatti per essere venduti. Questo principio Prezzolini lo teneva a mente. La Voce raggiunse le cinquemila copie, un risultato straordinario per gli anni in cui fu pubblicata
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archiveddreams · 1 year
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Untitled Score, Giuseppe Chiari (1985)
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dominousworld · 1 year
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VERRA' LA FINE DEL KALI YUGA?
VERRA' LA FINE DEL KALI YUGA?
di Giuseppe Aiello è tempo di essere chiari su molte cose, ad esempio essere orgogliosamente… 1) anti- umanisti, perché l’Umanesimo ha posto l’uomo ordinario al centro del mondo, al posto di Dio e dell’uomo divino… 2) anti- illuministi, perché la ragione individuale (che si pretende essere universale) non è la più alta facoltà dell’uomo (lo è l’intelletto), e ripiegata sul mondo, viene…
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