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#quinta essenza
renatagorreri · 4 months
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Tasha Tilberg: interview
Mia Le journal n. 17 Quintessence http://www.mia-lejournal.com Tasha Tilberg has been a supermodel since 2000, she is beautiful, of course, but also elegant, nonconformist, and independent. She started modeling because she wanted to be free… free to buy a tractor. And not only the tractor, but also the ranch all around: there, she raises her three children. She loves nature, yoga, music, and…
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topaudiobooksit · 2 years
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La quinta essenza: Leggi, lasciati andare e accedi al tuo prossimo livello - Paolo Borzacchiello https://ift.tt/Pcqgwxk
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Ciao🌼
Quali sono le parole
Che meglio esprimono
La tua essenza?
Quelle che
Più ti identificano, quelle a cui
Non riesci fare meno...
Insomma
Quelle che quando le scrivi
Partoriscono te?
🌹
Che domanda gentile e bella e fantastica e profonda, per quanto difficile sia senza dubbio. Potrei (potevo) tenerla lì a maturare per giorni, rifletterci, farla e disfarla trecento volte, la risposta, ma invece, anche come dimostrazione di stima e gratitudine, rispondo d'impulso e di istinto, così come viene, e mi limito a cinque (per adesso).
Complessità, è la prima parola che cito, e la citazione si estenda anche alle sue sorelle aggettivate (complesso e complessa): perché la complessità del mondo, del mio mondo, delle mie difficoltà, la ho dovuta affrontare da subito, da bambino, e la ho frequentata così tanto da rendermela amica, da non poterne fare più a meno; ed anche perché l'incapacità di affrontarla è il male sottile ma devastante che affligge l'umanità e che la spinge verso sanguinosi estremismi
Vino, è la seconda, perché il vino non è mai solo vino, ma è provenienza, territorio e terra, tradizione e storia, pazienza, coerenza e diversità, profumo, emozione e ragione, innocenza e cultura; e poi è buono, mi piace, mi conforta, mi spegne i pensieri brutti e ne accende di belli, mi regala argomenti ed occasioni per incontrare gli amici e (se bene ci pensate) insieme ad olio d'oliva e pane è quello che accomuna noi ad Ulisse, agli antichi greci, a Giulio Cesare, ai romani antichi, agli Etruschi, al Mediterraneo da quando, di essere il Mediterraneo, ha avuto coscienza.
Logica, è la terza, perché paradossalmente la logica mi emoziona, lei che di tutte le scienze è la più razionale ed astratta; perché quando è esatta è incontrovertibile, oggettiva ed indiscutibile, perché se le cose le dimostri logicamente potranno non piacere, potranno fare incazzare, ma bisogna accettarle, se si vuole rimanere nel giusto, oppure bisogna accettare di passare per scemi se non le si accetta; perché se ne fotte, la logica, delle parzialità e delle preferenze, e tira dritta per linee che sono chiare e ben marcate, eppure difficilissime da seguire.
Poesia, è la quarta, perché non si spiega, non la si definisce, al massimo la si ordina in forme convenute di cadenza metrica, ma poi la si disordina, perché arriva uno che la poesia ce l'ha dentro (Ungaretti, Caproni, Quasimodo, Montale, Thomas, Gibran, per citarne 6 di 100.000) e dice una cosa che tutti sanno che è poesia e nessuno sa perché.
Mare, è la quinta ed ultima (per adesso), ed il perché non lo spiego.
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unatestadellidra · 3 months
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TRUE CRIME - UN FIGLIO 1NFAME | La quinta essenza di un bugiardo patologico
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tonisemitoni · 4 months
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Il Tempo e le Anime (A mio padre e a mia madre) - Parte quinta
Il Maestro individuò il proprio Discepolo secondo una predestinazione che aveva fatto incontrare lontane esistenze profondamente affini: la freccia scoccata dall’arco colse esattamente il centro del bersaglio perché esso faceva tutt’uno con l’arciere. L’intima essenza di Riccardo lo indusse a incamminarsi per l’ardua via che avrebbe trasformato un fabbro realizzatore di stufe a legna e carbone…
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andre83us · 5 months
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Siamo tutti legati (per fortuna): relazioni e fraternità nella Chiesa
La quinta lezione della Scuola diocesana di teologia con Simona Segoloni: comunità, gioia e femminile Siamo tutti legati in reti invisibili ma fondamentali, che intessono la nostra essenza personale, la nostra esistenza. Su questo lo scorso 23 novembre ha riflettuto a Ferrara la teologa Simona Segoloni, intervenuta a Casa Cini per la quinta lezione dell’anno della Scuola diocesana di teologia…
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castelliditalia · 11 months
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ANTICA DESCRITIONE DI BARDI
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Il castello di Bardi, con la sua mole ed il suo inconfondibile profilo che caratterizza tutto il paesaggio circostante, è uno dei più affascinanti del Parmense, per la sua arditezza, la sua mole ed il fascino dei suoi intricanti cunicoli, i sotterranei ed i camminamenti.
Carlo Natale, un pittore ed incisore cremonese, nonchè allievo di Guido Reni, vissuto dal 1590 al 1683, ci ha lasciato una bellissima serie di incisioni che descrivono l'antica val Ceno corredate da interessanti annotazioni, di cui voglio riportarne alcune particolarmente suggestive. Tutte antichissime descrizioni che trovano eco ancor oggi in molte realtà del territorio.
Dovete sapere infatti che "Bardi è Cappo della Val di Ceno (...) ha una fortezza in cima à uno sasso tutto rosso, durissimo, e altissimo fuori d'ogni scalata, fortificata per ogni forte di Batteria, monitionata si di vivere, come d'Artiglieria, & altre monitione per offesa, e difesa.
Il Principe Don Federico l'ha ampliata , fortificata, monitionata, e abbellita con appartamenti, giardini, fontane, grotte, tre armerie da fuoco, da ruotta, e da taglio, e fra l'altre arme antiche, che vi sono vi è la spada di Carlo Quinto Magno Imperatore donatale dal Rè di Spagna Filippo II.
Una speceria di quinta essenza, & altre cose rare, và facendo una libraria. (...) V'è una capella ben'ornata con Reliquie, e messe cotidiane. Ha molini, cisterne, botteghe, e ciò che è bisogno. (...) Vi è la Zecha, vi sono dottori de theologia, lege, e medicina".
Tra le bottege e gli artigiani presenti a Bardi, vengono menzionati anche "tre Maestri di lima perfetissimi" e "Lettori di Casi di conscienza".
E la descrizione del territorio continua pittoresca... "Vi è San Giouanni parrochia ancor lei, nella quale se vi fà la vita Christiana. Si fanno hora un'hospitale per l'infermi e pellegrini, e una Compagna De Disciplinati. (...)
Ha miniere di ramo, di ferro, di alabastro codignino, alcuni christalli. Vi è una bellissima miniera di pietre per fare collono, & altri edifici, certi diamantini picoli tanto belli, e tagliati a facete, che paiono fatti à posta". Ancor oggi presso Bardi esiste un luogo chiamato "il bosco dei diamanti" dove io stesso ho trovato diversi cristalli purissimi di quarzo, ed anche in alcuni torrenti nei dintorni si trovano interessanti minerali.
L'autore non manca poi di citare la mitica Città d'Umbrìa: "Vi sono le ruine della Città d'Ombria, gira uno miglio, si vedono ancora le ruine delle muraglie delle case in cima al monte Occa, iui è un monte detto Barregaz, al quale si vede ancora intorno il fosso, & trinchiere intagliate con pietra, che rende segno della sua antichità, e segno, che iui era alloggiato l'essercito che espugnò detta città".
Molto interessante anche la descrizione di altri tesori e della fauna che in quel tempo viveva nelle nostre montagne:
"Si trouono in molti luoghi Medaglie d'argento con l'Impronto, de Romani avanti l'Imperatori. Ha bellissime caccie di Lepri, Pernici, Luppi ceruieri, Orsi, ha li monti Peschiere. Vi nascono Astori, Sparuieri, e falconi esquisiti: aria buonissima, e salutifera ad ogni tempo (...) Hà molti boschi, monti, valli, piane, diversi riui, e fontane, quali vi è una fontana che guarisce li Cutanei.
Il Principe vi hà introdoto hora la razza de Caualli", invero si tratta di cavalli originariamente introdotti dalla Gallia Belgica dai Romani, cavalli piccoli e forti, adatti alla montagna. Il Principe tentò di "migliorare" questi animali con diversi incroci con cavalli arabi, giungendo all'attuale razza divenuta tipica di questa zona, il cavallo bardigiano appunto, razza che rischiò di scomparire agli inizi dello scorso secolo, ma oggi fortunatamente recuperata e protagonista dell'annuale fiera che si tiene in agosto.
da Libro della descritione in rame de i Stati et Feudi Imperiali di Don Federico Landi raccolte ed intagliate da Carlo Natale pittor cremonese - sec. XVII
by Il Viaggiatore senza Meta
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livornopress · 1 year
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Rugby, al Priami due cerimonie per ricordare Franco Mazzantini (foto)
Rugby, al Priami due cerimonie per ricordare Franco Mazzantini (foto)
Livorno 10 aprile 2023 – Rugby, al Priami due cerimonie per ricordare Franco Mazzantini (foto) Franco Mazzantini, quinta essenza della palla ovale livornese – e non solo livornese -, è stato ricordato con due riuscitissime cerimonie, piene di significato, svoltesi nel pomeriggio di questo sabato al ‘Montano’ di via dei Pensieri prima e al ‘Priami’ di via Marx a Stagno poco più tardi. Accanto a…
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mancino · 1 year
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.....chiamami tempesta e disonesta se vuoi,
..... chiamami poesia e tormento,
....salvezza nei tuoi occhi,
....dove le acque inesplorate aprono una preghiera alla speranza,
....chiamami pioggia estiva,
.....quella che entra nel cuore senza fare rumore,
....tremi solo al pensiero,
....ma senti già il calore dell'amore,
...non importa se il destino ci vuole lontani
....io sento il tuo pensiero,
....sento il tormento,
....chiamami come vuoi... ribelle, voce dell'anima,
.....dimmi quale fuoco ci ha colpito,
....laddove questa passione viaggia sulla stessa frequenza ,
.....sei il sogno più bello che si possa esaudire,
... esplosione di brividi , ed emozioni,
...chiamami con il mio nome,
...una ventata di eterna pace,
...chiamami pensiero incessante
.... respiro di un attimo eterno
.....chiamami.....
.... la quinta essenza dell'anima
MarcyDF _____
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usmaradiomagazine · 2 years
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𝐋𝐀 𝐌𝐔𝐒𝐈𝐂𝐀 𝐂𝐎𝐌𝐄 𝐏𝐑𝐀𝐓𝐈𝐂𝐀 𝐃𝐄𝐋𝐋'𝐈𝐌𝐏𝐎𝐒𝐒𝐈𝐁𝐈𝐋𝐄 - Monografie oltre ai generi 𝗦𝘆𝗹𝘃𝗮𝗻𝗼 𝗕𝘂𝘀𝘀𝗼𝘁𝘁𝗶: 𝗾𝘂𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗹𝗮 𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿𝘁à 𝘀𝗶 𝘀𝗰𝗿𝗶𝘃𝗲 𝗶𝗻 𝗯𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗽𝗶𝗮 🎧 𝐀𝐒𝐂𝐎𝐋𝐓𝐀 𝐈𝐋 𝐏𝐎𝐃𝐂𝐀𝐒𝐓 La nuova stagione de La Musica come Pratica dell’Impossibile inaugura con un approfondimento sulla figura del compositore, uomo di teatro, pittore, scenografo e costumista fiorentino Sylvano Bussotti. Proprio le sue numerose personalità artistiche ci permettono di definirlo come “quinta essenza” della creatività in un continuo confronto geniale con una classicità musicale che trascendete storicismi. È la consueta voce dell'autore Michele Selva ad accompagnarci in questo viaggio nel segno della libertà del gesto: dall’arte figurativa, al teatro fino alla composizione. È proprio il palcoscenico teatrale ad affascinare Bussotti fin dalla più tenera età, a cinque anni scopre la musica attraverso gli studi di violino perfezionati al conservatorio, un insieme di fondanti epifanie creative in cui sono stati determinanti il fratello Renzo e lo zio materno Tono Zancanaro, entrambi pittori.Nel 1949 a Padova approfondisce da autodidatta lo studio della composizione e si trasferisce successivamente a Parigi, dove nel biennio 1956-1958 inizia a frequentare i corsi privati di Max Deutsch e incontra Pierre Boulez e Heinz-Klaus Metzger, che lo conduce a Darmstadt, dove conosce John Cage e da lì rimane affascinato dalla filosofia del compositore americano, la quale sembra offrirgli una strada alternativa alla scuola di Boulez ed intraprendere con fermezza il percorso che lo porta all’aserialismo. Un’influenza importantissima quella dei pittori in casa Bussotti, fin dal ragazzo infatti, Sylvano lavora alla composizione musicale così come al disegno e alla pittura, che lo porta ad allestire mostre d’arte in vari paesi del mondo. Dall’attività concertistica si sviluppa poi l’esperienza teatrale che gli permette di occuparsi anche di cinema e televisione. Nel 1984 nasce a Genazzano la B.O.B ovvero la BUSSOTTIOPERABALLET sintesi della sua esperienza creativa costituita da spettacoli di teatro musicale contemporaneo che trovano fama e respiro internazionale attraverso concerti, spettacoli e mostre d’arte. Questa è solo una parte del mondo di Sylvano Bussotti che vi invitiamo a conoscere o riscoprire attraverso questa nuova monografia in musica.Si ringraziano l’autore biografico Luigi Esposito e Rocco Quaglia, animatore inesauribile del pensiero bussottiano. Un programma a cura di Michele Selva Regia di Alessandro Renzi Fotografia tratta da “You turned the tables on me” (1974-1981, Roberto Masotti)
𝑺𝒚𝒍𝒗𝒂𝒏𝒐 𝑩𝒖𝒔𝒔𝒐𝒕𝒕𝒊 - 𝑹𝒐𝒃𝒆𝒓𝒕𝒐 𝑴𝒂𝒔𝒐𝒕𝒕𝒊 𝒊𝒏 𝒎𝒆𝒎𝒐𝒓𝒊𝒂𝒎 🎧 𝐀𝐒𝐂𝐎𝐋𝐓𝐀 𝐈𝐋 𝐏𝐎𝐃𝐂𝐀𝐒𝐓 🎶 𝐒𝐂𝐎𝐏𝐑𝐈 𝐈𝐋 𝐂𝐀𝐍𝐀𝐋𝐄 - La Musica come Pratica dell'Impossibile
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esolux · 2 years
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Lux
L'essere umano, attraverso i dogmi e la repressione è arrivato a reprimere il proprio inconscio a tal punto da non riuscire più a esaminare sé stesso, mettersi davanti al proprio, scendere nel punto più basso di sè e risalire per darsi la spinta a nuova luce, al vero Io. Siamo fatti di materia, ma non solo, siamo fatti di intelligibile, quell'archetipo che ci porta naturalmente a domandarci chi siamo e dov'è il nostro posto nell'universo. A molte persone sembra di non trovarlo mai. Esperienze condivise parlano la lingua della filosofia, dell'esoterismo, del paganesimo, vie che cercano di discernere il non visibile della materia, di separarsi dalla dicotomia bene-male per diventare predisposti al poli, archetipo che si identifica nella parola poliedrico, che riflette il molteplice. Ci sono molteplicità sconosciute, la materia è solo una piccola parte dell'immenso senso di vuoto che percepiamo come paura davanti a noi, a ciò che non conosciamo, a ciò che non sembra comprensibile. La risposta è nella stessa molteplicità di archetipi, idee, immaginazione, sensazioni. In natura troviamo molteplici elementi, tra cui il fuoco. Il fuoco emette calore ma e anche luce, e può rappresentare il nume della ragione. Purtroppo...
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"Lux venit in mundun et dilexerunt homines magis tenebras quam lucem." Molti preferiscono la sicurezza che viene dall'ombra di un albero, dalla protezione che esso può dare, si ha paura della luce del sole perchè acceca gli occhi, sì ha paura del fuoco che brucia la natura visibile attorno a noi. "Luce" deriva dal latino "lux lucis" dalla radice indoeuropea leuk-. Il corrispondente termine in greco è reso con l'aggettivo λευκός, «brillante, bianco». E' innegabile che la luce bianca sia un forte archetipo collettivo, simbolo di purezza, di chiarezza. Un particolare significato di luce in greco si ha con φῶς (phaos/phōs) la cui radice corrisponde a quella del verbo phainō, che significa "mostrare", "rendere manifesto". Il termine greco phos originariamente non indica soltanto la luce come mezzo per vedere ma anche la luce che emana la verità raggiunta tramite la conoscenza. Epistème (dal greco ἐπιστήμη, composto dalla preposizione epì-, cioè «su», + il verbo ἵστημι, histemi, che significa «stare», «porre», «stabilire»: quindi, «che si tiene su da sé») è un termine che indica la conoscenza certa e incontrovertibile delle cause e degli effetti del divenire (γίγνομαι) essere al di sopra di ogni possibilità di dubbio. Nel mondo moderno, il termine epistemologia viene inteso come lo studio storico e metodologico della scienza sperimentale e delle sue correnti Ma esistono vari livelli di ἐπιστήμη, il fine ultimo è la forma più certa di conoscenza che assicura un sapere vero e universale. Questo sapere può essere ottenuto in due modi, tramite ragionamento  (diànoia) o intuizione (noesis), che sono complementari tra loro, non si escludono vicendevolmente. Noesis è un sapere interiorizzato, non trasmissibile a parole ma che si fonda (e si limita) alla sfera intuitiva delle idee, che tramite l'intuizione vengono riconosciuti in archetipi e nel sapere universale. E' difficile che ciò avvenga perchè la δόξα (conoscenza sensibile o opinione) influenza εἰκασία (l'immaginazione) che si basa sulla πίστις (credenza), ammette la validità di un archetipo sul piano della verità oggettiva; la ἐπιστήμη (conoscenza intellingibile) attraverso il διάνοια (pensiero discorsivo) proprio inteso come "ragionamento o ragionamento interiore" può portare a νόησις, l'intellezione, lo stato di noesis, principio di tutte le cose, pensiero intelligibile che porta all'anima mundi, dal greco ψυχὴ κόσμου, alla quinta essenza, considerato principio incorruttibile di vita e di moto, intermedio tra anima e corpo, assimilato al "fuoco" o all'anima del mondo. Non esiste una guida, ma i greci la sapevano lunga, infatti affermavano "conosci te stesso", dal greco antico γνῶθι σαυτόν, gnōthi sautón, o anche γνῶθι σεαυτόν, gnōthi seautón, una massima iscritta nel tempio di Apollo a Delfi. Qui mi fermo perchè le strade sono tante, ma si dice e si pensa che tutte portino a Roma. Buon viaggio.
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renatagorreri · 4 months
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Alchimia contemporanea
Mia Le Journal n. 17 Quintessence http://www.mia-lejournal.com Quattro sono gli elementi: fuoco, acqua, aria e terra. Ciascuno con le sue caratteristiche, opposte e complementari. Sono tutti elementi tangibili, terreni e naturali, che ci ancorano al nostro essere umani, fatti di corpi mortali e corruttibili. Oggetto di studio fin dai tempi dei grandi filosofi aristotelici, i quattro elementi…
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gonzabasta · 2 years
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thebeautycove · 2 years
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MARIE JEANNE GRASSE - IRIS PALLIDA - Matières Premières Collection - Eau de Parfum - Novità 2022 - Back to Grasse fields. Where flowers have soul. And scents seem to say: I have a message for you.
••••• Nessuna storia da raccontare. Nessuna ispirazione da svelare. O forse sì, la più vera e bella. Quella di un fiore. Di materie prime eccezionali. Di luoghi che sono storia da annusare. E profumi che sono incanto sensoriale. Una lista infinita di magnifiche ossessioni. La forza di una natura intatta e preservata in bellezza, questo è il messaggio che Georges Maubert (quinta generazione della famiglia Robertet ndr) consegna alla nuova creazione Iris Pallida, per la collezione Matières Premières del rinomato brand da lui fondato, Marie Jeanne Grasse. Un omaggio alla preziosa eleganza dell’iris, alla tradizione di famiglia nella profumeria d’eccellenza, ad un territorio patrimonio culturale dell’umanità. Affidata al profumiere Alexis Dadier, Iris Pallida, esaudisce un preciso desiderio di Georges, creare una fragranza che avesse nell'iris il culmine espressivo. La composizione ha richiesto oltre un anno e mezzo di percorso creativo e 160 trials prima della stesura definitiva. Il risultato è di grande impatto sensoriale, accordi di estrema ricercatezza raccolti in una partitura essenziale, per nulla scontata, fedele tributo al pregio odoroso dell'iris. La fragranza esprime, nella sua congruità compositiva, l’odore grezzo dei pregiati rizomi d’iris, usualmente riconosciuto come polveroso, asciutto, legnoso secco, vagamente fruttato e con nuance di cacao.Sono necessari almeno quattro anni di maturazione affinchè i rizomi di iris concentrino la loro essenza in ironi. Per ottenere due chili di burro d'iris servono mille chili di rizomi essiccati, ciò rende questa nota una tra le più nobili e quotate nella palette olfattiva della profumeria di tutti i tempi. Per rendere ancora più sfaccettata e sontuosa la sua eleganza aromatica sono stati abbinati pregiati estratti e burri di Iris Florentina, Iris Pallida e Iris Germanica.
La struttura olfattiva privilegia questi burri e assolute d'iris di qualità eccelsa, una formula incisiva e concisa nella quale legno di sandalo, vetiver e patchouli sono sostegno ad un accordo iris più apertamente contemporaneo, con una sottile, fresca modulazione di nocciola. L'iris evolve poi nello spessore sensuale di muschi, cashmeran e ambroxan, il loro apporto concede al sillage un'armonia olfattiva viva, palpabile, i sentori sono genuini, limpidi, lontani da certi stereotipi d'antan e sbrigative suggestioni nostalgiche. Questo iris è attualissimo, gli accorderei l'ulteriore superlativo di godibilissimo quando entra in gioco la nocciola. Sa raccontarsi con seducente schiettezza quando le sue sfumature si fanno rutilanti e soffici, più mature e appassionanti. Su pelle avanza con eleganza ma il suo incedere è vivace, spensierato, non cede il passo alla modernità ma la rappresenta con un personalissimo, carismatico linguaggio olfattivo. Eloquente la sua scia (concentrazione 28%), messaggera di una freschezza amabile, inaspettatamente longeva.Splendida, vale molto più di quanto possa dire. Creata da Alexis Dadier. Eau de Parfum 100 ml. Nella boutique online ©thebeautycove    @igbeautycove
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cristianofabris · 2 years
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PALAZZO GENTILCORE: CILENTANITA' ALLA QUINTA ESSENZA
PALAZZO GENTILCORE: CILENTANITA’ ALLA QUINTA ESSENZA
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La “quintessenza”
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Simbolo analogo e complementare a quello dei Quattro Elementi, ma meno conosciuto e diffuso, è il simbolo della Quintessenza, in alchimia rappresentato con un triangolo equilatero inscritto in un cerchio e nel quale a sua volta è inscritto un quadrato con un altro cerchio inscritto al suo interno. Totale: quattro figure inscritte l’una nell’altra. A differenza degli altri quattro simboli, visti fin troppo in ciondoli e tatuaggi, questo simbolo resta decisamente poco conosciuto, così come il concetto che denota.
Il quadrato, il cerchio ed il triangolo simboleggiano rispettivamente il corpo materiale, l’anima e lo spirito. Per quanto riguarda il triangolo equilatero, già abbiamo visto come esso si colleghi al Divino (vedi il mio post relativo alla simbologia dei Quattro Elementi). In alchimia, essi si traducono in Mercurio, Sale e Zolfo. 
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L’incisione a sinistra, in cui si scorgono un uomo ed una donna raffigurati all’interno del simbolo alchemico, è tratta dall’Atalanta Fugiens, trattato di Michael Maier (musicista e medico tedesco) del 1500, in cui compaiono numerose incisioni legate all’alchimia. L’incisione reca un’iscrizione:  'Dal primo ens (Vedi ens) procedono due contrari, da essi vennero i tre principi e da essi i quattro stati elementari; se separate il puro dall'impuro avrete la pietra Filosofale'. Il concetto di Quintessenza è strettamente legato al concetto di Pietra Filosofale, l’elemento in grado (secondo gli alchimisti) di trasformare i metalli di basso valore in oro, in quanto “opportunamente incanalato da un operatore nelle corrette condizioni psicofisiche e spirituali, esso svilupperebbe un campo energetico di grande potenza, in grado di scardinare i legami delle componenti atomiche e trasformare gli elementi gli uni negli altri” (Roberto Tresoldi, Alchimia - Storia, procedimenti, segreti alla ricerca della Pietra Filosofale). 
Secondo l’alchimia più moderna, la Quintessenza è identificabile con la forza vitale presente in tutto l’Universo: “La forza vitale non trae origine dal fuoco, dalla terra, dall’aria e dall’acqua. Questa forza vitale è una sostanza separata che riempie l’universo. Questa sostanza, o quinta essenza (”Quintessenza”), è l’obiettivo veramente importante che gli alchimisti perseguono.” (Frater Albertus, The Alchemist’s Handbook)
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Il concetto di Quintessenza fa capo ad Aristotele, secondo il quale le sostanze coinvolte nel concetto possono essere di due tipi: sostanze sensibili che nascono e muoiono, e sostanze sensibili “incorruttibili”; queste ultime corrisponderebbero ai cieli, ai pianeti, alle stelle, fatti di materia “incorruttibile” (etere o quinta essenza). (Cfr: Tresoldi)
Fonti: 
 Roberto Tresoldi, Alchimia - Storia, procedimenti, segreti alla ricerca della Pietra Filosofale
Frater Albertus, The Alchemist’s Handbook 
Foto: 
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