Tumgik
#sistema gag
Text
A importância dos termos juvélicos.
Aviso de conteúdo: experiências de atração e relacionamentos. Menção a questões como hipersexualização tidas como exemplos.
Chamar todo e qualquer tipo de relacionamento de "hétero", "gay" ou "lésbico" é prejudicial de alguma forma. Relacionamentos não têm orientação, e sim pessoas envolvidas neles. Seguir essa lógica significa excluir pessoas multi, a-espectrais, não-binárias/cisdissidentes e as dinâmicas de relacionamentos em culturas não-ocidentais.
As pessoas multi (que se atraem por mais de um gênero), por exemplo, sofrem apagamento de suas orientações e identidades em relacionamentos há muito tempo. Lembrem-se de que quando dues homens estão em um relacionamento, sendo ume delus toren e o outro bi, o mesmo é comumente chamado de "relacionamento gay", apesar de não haver nenhuma pessoa gay envolvida. Da mesma forma acontece com relacionamentos entre um homem bi e ume mulher pan, que logo é visto como um "casal hétero". Os exemplos são diversos. Pessoas multi têm suas orientações apagadas e reduzidas independente dos fatores desde sempre.
Dito isso, a existência de termos juvélicos que descrevem o tipo de relacionamento seguindo o seu formato mais simples como "[grupo] capaz de sentir atração por [grupo], exclusivamente ou não", "um relacionamento entre [grupo] e [grupo] pode ser descrito como [descritor]" (nem sempre um desses grupos é bem definido, e muitas vezes a atração é por mais de um grupo) e suas variações evita reducionismo, apagamento e heterosseximo.
Termos juvélicos, também conhecidos como sistema GAG, são usados junto a orientações ou no lugar delas, mas que também podem ser usados separadamente. Como consequência disso, dependendo do contexto, termos juvélicos podem ou não ser considerados orientações. Esses termos foram cunhados para que as pessoas pudessem descrever suas relações ou atrações sem utilizar termos mais restritos ou até mesmo excludentes.
Eles costumam definir a atração de pessoas de um gênero/grupo por pessoas de um gênero/grupo. Um exemplo prático é o seu uso para descrever casais.
Usa-se também para descrever atrações específicas dentro de uma orientação (por exemplo, uma pessoa pode especificar que é poli embinárica e mascúlica por sentir atração por pessoas não-binárias e homens), alguma prioridade ou preferência dentro de uma orientação (por exemplo, uma pessoa pode dizer que é bi e trízica para enfatizar sua atração por mulheres ainda que sinta atração por outros gêneros), uma atração conhecida sem ter certeza se outras atrações existem ou não (por exemplo, uma mulher demi que só sentiu atração por uma ou algumas mulheres pode somente dizer que é sáfica, ao invés de “confirmar” ser lésbica ou multi, e alguém pode descrever seu amigo homem como duárico por ele ter tido relacionamentos com mulheres mas não saber se ele é hétero ou se sente atração por outros gêneros) ou para falar sobre questões envolvendo agrupamento baseado em atração, por não serem exclusivas de pessoas de alguma orientação (por exemplo, a hipersexualização das relações entre mulheres, desaprovação dessas relações e a heterossexualidade compulsória).
Exemplos de termos juvélicos são aquileano, um homem atraído por homens, exclusivamente ou não; relacionamentos entre homens são aquileanos. E sáfica, uma mulher atraída por mulheres, exclusivamente ou não; relacionamentos entre mulheres são sáficos. Existem diversos termos juvélicos na lista do site Orientando e na Múltiplas Identidades, onde é apresentados com certa frequência de forma mais completa.
E lembrem-se: mesmo que seja uma terminologia específica, ou que pareça sem sentido para quem não passa por experiências parecidas, tais termos tornam-se úteis para homologar e ajudar a entender pessoas com experiências diferentes em relação a orientação e relacionamento, como também ao falar sobre pautas envolvendo agrupamento baseado em atração, como dito anteriormente. É importante apontar que, como qualquer outro rótulo, é possível escolher não utilizá-lo para si, dependendo do contexto.
2 notes · View notes
der-papero · 7 months
Text
Questo è uno di quei post dove per raccontare un episodio devo fare tutto un giro assurdo, quindi adesso mi armo di santa pazienza, ma siete dispensati dal fare altrettanto e passare oltre. Non è un post politico, anche se può sembrare tale, non faccio più politica sui social da anni ormai, sono in una fase della vita dove mi interessa parlare con le persone, non schierarmi in una curva, pur non togliendo nessun valore al dibattito (e anche allo scontro, purché civile) politico.
L'episodio in sé è una festa di compleanno del 28 ottobre, davanti a me c'è un mio amico russo, Yuriy. Siamo a tavola, si parla di tante cose, sta per arrivare Halloween, e si scherza su usi e costumi tra Italia e Russia, e io tiro fuori quella gag stranota di Vincenzo De Luca che, sul suo canale, al grido di ALLAUIN in pieno Covid, minaccia chiusure, segregazioni, pattugliamenti armati e coprifuoco mai visti.
Congelate un attimo questo istante, perché devo parlarvi di due cose, della mia gente, i campani, e della storia della presidenza della Regione Campania.
Premetto che ho viaggiato e lavorato in talmente di quei posti da poter dire che Gennaro Savastano aveva ragione quando diceva 'a merd sta a tutt part, ten sul culor divers, quindi non cado più nei tranelli dipinti da quegli imbecilli che liquidano malamente realtà lontane nascondendo la propria sotto al tappeto, dato che il dito è sempre stato più facile da guardare rispetto alla luna, ma è un fatto che il tessuto sociale della mia terra è costruito nel quotidiano di espedienti e micromeccanismi sul bordo della legalità che fanno "sistema", nella maggioranza dei casi a danno della collettività, a volte gestibile, a volte distruttivo. Avevo già scritto tanto tempo fa qui una famosa battuta di Riccardo Pazzaglia,
Eeeehh galera ... galera ... Professo’, voi mi state trattando come se avessi commesso chissà quale delitto. E invece, in questa casa, non ci sono delitti da scoprire o, se ci sono, sono delitti di ordinaria amministrazione, piccoli sotterfugi, piccole invenzioni per sopravvivere. Quanto a voi, Dott. Cazzaniga, voi siete milanese: certe cose non le potete capire. Voi dovete sapere che, a Napoli, siamo tutti assassini ... nous sommes tous des assassins,  come diceva Jean Gabin. Però con questa differenza: che da noi ci sono delinquenti colpevoli e delinquenti innocenti. Se voi, in questo palazzo, entrate in tutte le case, voi troverete almeno un delinquente innocente.
e questo pensiero, che trovo stupendo e che rispecchia fedelmente la quotidianità della mia terra, ha un grandissimo limite, ovvero che funziona con persone come la figura impersonata da Pazzaglia (un artista che, squattrinato e in un perenne stato di necessità, vendeva dei falsi d'autore, spacciandoli per originali, tuttavia con delle storie di vita familiare inventate al momento e con tanto di rappresentazione teatrale), persone che hanno una coscienza sociale solida e un rispetto profondo per la propria comunità (i delinquenti innocenti), ma quando questo pensiero lo trasferite nella testa di coloro ai quali queste cose mancano (i delinquenti colpevoli), allora quel pensiero sarà la giustificazione perfetta dei propri atti per, nella migliore delle ipotesi, un balordo coglione, o nella peggiore, ovvero il disperato che non ha nulla da perdere, per un potenziale soldato della camorra. E questo è uno dei grandi punti dolenti della mia terra, non è, e lo ribadisco, l'origine dei mali, ma ne è uno dei vettori.
Passiamo adesso ai Presidenti di Regione. Non posso tornare indietro fino a Garibaldi, ma posso parlarvi di coloro dei quali ho una memoria politica più o meno valida, ovvero da Rastrelli in poi.
Rastrelli, 1995, beh, che dire, il classico governo FI/MSI (pardon, AN) degli amici che quando non c'era più da magnare rovesciarono il tavolo, dando l'opportunità ad un mastelliano (Losco, 1999) per un anno di mantenere lo status quo. 5 anni dove non è successo praticamente un cazzo.
Nel 2000 arriva Bassolino, DS (ex-ex-PD, per i più giovani). Sulla carta, l'uomo giusto. E' stato un ottimo sindaco di Napoli, nulla da dire, e sarebbe andato alla grande anche come Presidente della Regione, però aveva un grosso limite, ovvero che la regione non era arte sua, e il problema stava nel fattore di scala. L'ordine di grandezza dei problemi, da Napoli ad un intera regione, non è ovviamente lo stesso, e questo salto non l'ha retto, soprattutto nel suo secondo mandato, è vero, afflitto da vicende giudiziarie dalle quali ne è uscito pulito, ma ad ogni modo vittima di un immobilismo politico che, a mio parere, si sarebbe verificato anche in una carriera tutta rose e fiori. La Maionchi direbbe: bene, bene, bravo, ma per me è no.
Dopo 10 anni, arriviamo a Caldoro, 2010, FI (diciamo piuttosto un prodotto delle ceneri del PSI, ma la zuppa è quella). Nonostante il mio tono vagamente supponente, non avrei delle critiche da fare alla persona, anzi, Caldoro per me è quel classico bravo ragazzo figlio di papà del liceo tutti 10 in pagella che viene rovinato dagli amici, fosse per lui farebbe tutto a modino e non torcerebbe una ala ad una mosca, ma poi arriva l'amico di banco con la mano sul pacco e il rutto in canna, gli piscia sul compito di matematica e lui muto. Tradotto: ci provò anche a sistemare qui e là, talvolta con successo, ma poi una volta caduto Cosentino e tutto il sistema camorristico che ci girava intorno, anche la storia di Caldoro finì. Chi vuole capire capisce.
E arriviamo al nostro eroe, Vicienz pall 'e fierr De Luca, imperat ... ehm, governatore dal 2015. Ecco, diciamo che De Luca è la versione brutta di Bassolino. Uno dalle idee chiare, purché siano le sue, le cose le fa, e anche molto di più dei suoi predecessori, ma con questa condizione: se ti stanno bene, ok, altrimenti attaccati al cazzo, perché se non capisci il bene che sto facendo a questa terra sei un coglione. Uno frenato dalle leggi e dalla costituzione, altrimenti 'na chianett a mana smerz (= ceffone dato di dorso) te la darebbe volentieri, e non tanto come forma educativa, ma perché lui ha ragione e tu hai torto, e non ci sono altri argomenti. Un fascistone, quindi? Mmmm, sì e no, ciò che lo salva da essere un vero fascista alla Storace o La Russa è che è una persona studiata, a Napoli si direbbe nun è l'ult'm strunz, però purtroppo sì, la botta gliela dà. Ora, il punto del mio ragionamento non è fare un post pro o contro De Luca, quanto sottolineare il fatto che, al di là della persona dai modi discutibili, sono abbastanza convinto che lui sappia benissimo che, per governare una regione come la Campania, dato il ragionamento che ho fatto sopra sul "campano medio", l'unico modo è, sì, legiferare, e si spera legiferare bene, ma quando serve la pedata nel culo è necessaria, perché altrimenti si ricade sempre in quel substrato anarchico che è stampato nel nostro DNA, e che, se lasciato libero, purtroppo danni ne fa, e Bassolino questa cosa l'ha provata sulla pelle, arrivando al punto tale da non poter combinare più nulla. Lo so, è populista come ragionamento, e tanto è. Anzi, adesso ci arriviamo al populismo quello vero, tenetevi forte.
Io non so se avete avuto il coraggio di seguirmi fin qui, ma se ci siete riusciti, mettiamo finalmente insieme i pezzi. Ritorniamo alla festa di compleanno e la mia chiacchierata con Yuriy.
Nel mio racconto della storia della mia terra, tutti i vari cazzi (per quello che può essere stato possibile fare in un paio d'ore), in particolare il discorso di ALLAUIN del 2020, dove Vicienz temeva che, senza una posizione da calci nel culo, il campano medio se ne sarebbe bellamente fottuto dei distanziamenti e delle regole, mi è uscita, vi giuro, ma tipo un istinto riflesso, io manco ci ho pensato, una roba così
visti tutti quelli che han governato prima di De Luca, alla fine vince e vincerà lui perché non c'è un'alternativa, chi ci metti, quelli che non hanno mai prodotto nulla?
e lui, da cittadino di San Pietroburgo, mi ha freddato con
questa è la stessa identica frase che dice la mia gente quando supporta Putin
Ora, premesso che provai disperatamente ad arrampicarmi sugli specchi, fallendo, l'ultima cosa che voleva fare Yuriy è fare un paragone sulla persona tra Putin e De Luca, anche perché lui non sapeva manco chi cazz è Vincenzo, e infatti qui il punto non è tanto sul personaggio, quanto sul fatto che una persona forte al potere, può essere pure Gesù Cristo, crea di fatto un sistema subdolo di condizionamento nella scelta, ed è un processo purtroppo fisiologico, iniziamo a barattare spirito critico con la fiducia parzialmente poggiata sulla pigrizia, magari di più sulla paura di tornare indietro. Non ho più potere di voto in Campania, ma se potessi, io non avrei problemi a votare di nuovo lo sceriffo, però, dopo la mia chiacchierata con Yuriy, penso che nella cabina elettorale ci passerei stavolta molto più tempo, mi tremerebbe quasi la mano, perché sentirei che dietro quella X non c'è più quel pensiero naïve di credere ciecamente che Vincenzo sistemerà tutto, e lo ripeto, non perché De Luca non ne sia capace, magari ci riesce, ma lo stramaledetto punto qui è un altro, è che dietro quel voto, quella conferma, io ho aiutato a mettere l'ennesimo mattoncino su un qualcosa che, prima o poi, potrebbe diventare più grande di me, e, Dio non voglia, un qualcosa contro la quale un giorno potrei non riuscire a farci più nulla.
24 notes · View notes
fridagentileschi · 1 year
Text
Dopo l'antipatica gag che pretendeva di prendere in giro chi denunciava il grafene all'interno dei sieri, il "comico" del Sistema "avvista un UFO"
L'Agenda ormai la conoscono anche i sassi.
Anche la fiction degli UFO, facente parte sempre del solito programma, scritto anche nelle panetterie, è già partita. Quindi anche i presunti comici, iniziano a tracciare la linea per la nuova farsa.
Oltre alle crasse risate, che mancano, non ci sono più altre due cose: la Fiducia e la Credibilità del Sistema, da parte dei cittadini.
E' per questo motivo che i seggi sono vuoti.
E sono proprio questi fattori che spingeranno il vero e reale Cambiamento Epocale.
Telegram visitas
Tumblr media
11 notes · View notes
altabattery00 · 2 years
Text
Windows 11 funziona molto bene su uno smartphone con Android 13, la prova in video
Tumblr media
Su Twitter, lo sviluppatore Danny Lin ha pubblicato diversi screenshot e video del suo Pixel 6. La sua impresa? Esegui correttamente Windows 11 sullo smartphone. Un'impresa che in realtà non è proprio tale (per chi sa cosa sta facendo), grazie alla macchina virtuale offerta da Android 13.
A prima vista, Android 13 non sembra un grande aggiornamento. Le prime funzionalità conosciute sono sicuramente molto pratiche, ma non rivoluzionano necessariamente il sistema operativo. Ne è prova il passaggio a 6 applicazioni sulla barra delle applicazioni o la possibilità di modificare i profili dalla schermata di blocco.
Tuttavia, a un esame più attento, vale la pena dare un'occhiata ad alcune caratteristiche. Grazie allo sviluppatore Danny Lin, altrimenti noto come KDragOn, sappiamo ad esempio che è possibile eseguire Windows 11 sul sistema operativo. Quest'ultimo ha infatti condiviso screenshot della macchina virtuale del suo Pixel 6, su cui possiamo vedere il sistema operativo Microsoft.
RIUSCISCE A ESEGUIRE WINDOWS 11 SUL SUO PIXEL 6 L'impresa non è nuova, perché il collettivo di sviluppatori di Renegade Project aveva già trasposto Windows 11 su un OnePlus 6 T. Tuttavia, le prestazioni sono impressionanti, oltre a dare una panoramica delle capacità di Android 13 in quest'area. Infatti, sebbene l'accelerazione grafica non sia stata attivata, KdragOn spiega che i risultati ottenuti sono molto corretti.
Per mostrare di cosa è capace il suo smartphone, lo sviluppatore è arrivato addirittura al lancio di Doom, dopo aver collegato una tastiera. Se questa esperienza è soprattutto una gag in esecuzione nel mezzo, mostra che Google non ha pasticciato la funzionalità. In quanto tale, quest'ultimo sarà probabilmente il primo aggiornamento davvero notevole.
Resta da vedere se l'azienda di Mountain View continuerà il suo slancio e se la vecchia fantasia di ottenere un dispositivo unico per tutti i suoi usi diventerà realtà. Fino ad allora, le prossime beta di Android 13, disponibili tra qualche mese, ci diranno già qualcosa in più.
0 notes
olitaly · 2 years
Link
0 notes
corallorosso · 3 years
Photo
Tumblr media
Che cosa ha portato alla luce quel 13 febbraio Ci voleva così tanto per capire da che parte stavano realmente queste quinte colonne che ci hanno rintronato pontificando di “democrazia normale”, di “competenza” o di “ritorno alla responsabilità”, mentre allestivano le trappole in cui far cadere i timidi tentativi di frenare l’eterno dominio degli amici degli amici; mentre scavavano la fossa in cui precipitare e seppellire l’intollerabile critica – ovviamente criminalizzata come “populistica” – del privilegio spudorato e cinico? I Massimo Giannini e le Concita De Gregorio, così indignati per “i troppi errori” del premier alla guida del governo giallorosa. E se gli chiedi quali sono in concreto questi errori ribaditi apoditticamente, farfugliano di mancato rispetto di timing previsti per le conferenze stampa serali o altre risibile quisquilie provocatoriamente strumentali. Si capisce perché Lilli Gruber ci propina sistematicamente la presenza buonistica del Gandhi all’amatriciana Walter Veltroni, quello che ha disarmato unilateralmente ogni forma di resistenza alla tracotanza del berlusconismo (edulcorandone l’artefice nella contorta perifrasi “leader del principale schieramento avversario”) in una sorta di francescanesimo dolciastro: offrire l’altra guancia agli sganassoni dell’avversario. Quella Destra che ne ha approfittato subito per massacrare la nostra Costituzione democratica di matrice antifascista e dilagare nel Paese. Era tanto difficile smascherare i reali intenti di penne al lavoro nelle testate reazionarie; le imbarazzate acrobazie di un Alessandro Sallusti per accreditarsi come commentatore distaccato, mentre vellica le pulsioni revansciste del proprio audience forcaiolo? Ormai dovremmo aver capito che tutti questi personaggi non chiedono altro che la propria cooptazione, magari solo uno strapuntino, nel sistema di potere bipartisan che è venuto consolidandosi alla fine della stagione welfariana; e sorgeva l’alba dei più biechi regolamenti di conti da parte di chi “non aveva imparato niente, non aveva dimenticato niente”. Un sistema che non tollera il benché minimo uso critico della ragione, in quanto sovversivo. Sicché sembrerebbe palese il motivo per cui, accompagnato da cori gregoriani che ne tessono le lodi celesti, il silente Mario Draghi è stato tratto dall’urna umbra in cui era conservato; in attesa del momento in cui ascendere alla carica di presidente della Repubblica. Per riportare indietro di quattro decenni le lancette della storia a favore di ben precisi interessi. Come risulta dal bestiario imbarazzante del governo dei “migliori”, arricchito dalla seconda ondata di sottosegretari misurati sul metro Cencelli. Come si evince dai consigliori che accompagnano il mellifluo banchiere, in perenne grisaglia scura, da cerimonia nunziale. In primis il Brambilla che ha sciacquato i panni nel Potomac. L’iperliberista Franco Giavazzi, propugnatore della messa in salamoia dell’intervento pubblico in economia per favorire il più sfrenato privatismo. Quell’interesse privato, fisiologicamente orientato alla speculazione, oggi in stato di totale fibrillazione per l’arrivo di una montagna di euro da Bruxelles. Infine, nel breve periodo in cui durerà l’effetto demistificazione (attraverso la finestra aperta il 13 febbraio scorso sui reali intenti del golpe bianco), potremmo liberarci finalmente dell’equivoco Beppe Grillo; il pifferaio che ha giocato a fare il capopopolo virando l’indignazione a gag e allestendo un carro di Tespi chiamato Movimento. Mentre nessuno pareva accorgersi della sua intrinseca natura di borghese piccolo, piccolo; affascinato dalla frequentazione dei potenti. Magari le telefonate con Draghi. L’estasi da parvenu che gli ha fatto scambiare Roberto Cingolani per lo zar dell’ambiente. Il tipo che pretendeva di “tirare il pacco” chiamato ministero della Transizione ecologica riempiendolo di renziani e confindustriali. di Pierfranco Pellizzetti
8 notes · View notes
Photo
Tumblr media
"BRUXAS... é como chamam por aí... As insubordinadas, divergentes, antenadas. Sábias, ditas loucas... profundas, espiritualizadas. As perigosas... Mulheres que lutam...contra preconceitos, ignorância, machismo, opressão, violência, exploração. Mulheres que amam, sem medo de parecerem impuras, se envolvem, se entregam, se rendem...verdadeiramente femininas... Mulheres que cuidam, dos próprios filhos, dos filhos de todos, das chagas de muitos, das milenares e desprezadas tradições originais, da fé, da natureza, dos conhecimentos intuitivos, marca que jamais deveria ser apagada... Mulheres que guardam...em si, o poder de gestar, de nutrir, de guiar...a vida! Mulheres que preservam...as últimas chances do mundo sobreviver ao caos...os saberes simples das ervas, da compaixão, do respeito a toda Criação Divina. Sim...as guardiãs de tudo que é digno e eterno... tão bem resolvidas. Que despertam amor e ódio. Mulheres que servem...e vivem a amparar umas às outras, totalmente descrentes da subcultura da competição. Mulheres que estudam, leem, observam, questionam, argumentam, se impõem... Mulheres que sofrem...por não se ajoelhar ante à repressão dos sistemas... Mulheres fantásticas, surreais, feiticeiras, endiabradas, filhas do mal? Não...mulheres como vocês e eu. Foram perseguidas e queimadas e ainda são amordaçadas... eram mulheres...eram irmãs, são BRUXAS! E devem meter muito medo... E você? As teme? Ou é uma delas?"
✍🏻 Gi Stadnicki 🎯🌟💯
@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@
"WITCHES ... that's what they call it ... The insubordinate, divergent, attuned. Wise, said crazy ... deep, spiritual. The dangerous ... Women who fight ... against prejudice, ignorance, oppression, violence, exploitation. Women who love, without fear of appearing impure, get involved, surrender, surrender ... truly feminine ... Women who take care of their own children, of everyone's children, of the wounds of many, of the ancient and despised original traditions, of faith, of nature, of intuitive knowledge, a mark that should never be erased ... Women who keep ... in themselves, the power to gestate, to nourish, to guide ... life! Women who preserve ... the last chance of the world to survive chaos ... the simple knowledge of herbs, compassion, respect for all Divine Creation. Yes ... the guardians of all that is worthy and eternal ... so well resolved. That arouse love and hate. Women who serve ... and live supporting each other, totally disbelieving the competition's subculture. Women who study, read, observe, question, argue, impose themselves ... Women who suffer ... for not kneeling in the face of systems repression ... Fantastic, surreal women, witches, devils, daughters of evil? No ... women like you and me. They were chased and burned and are still gagged ... they were women ... they were sisters, they are WITCHES! And they must be very scared ... Is that you? Do you fear them? Or is it one of them? "
✍🏻 Gi Stadnicki 🎯🌟💯
Tumblr media
3 notes · View notes
elbiotipo · 4 years
Note
*Te pasa un billete de 100, de los de Evita, de Roca no.* Cuéntenos de Marcos, que lo amo.
gracias por la aclaración (y los 100 pe, me compro un alfajor con eso)
MARCOSSSS my boy marquitos, algunas de estas cosas las dije ya en posts dispersos pero los repito de vuelta:
Es de River Plate (punto en común con Pancho, que literalmente vive en el Río de La Plata)
La primera cosa que bioprogamó de chico fue un árbol de mandarinas que diera fruta en verano en vez de invierno. Desafortunadamente, eso significaba que SOLAMENTE daba frutas en verano.
Estudia biosistemática aplicada en el Instituto Biotecnologíco del Tigre (fundado a fines del siglo XXI), pero más que nada para conseguir el título; la mayor parte de su experiencia con bioprogramación es por práctica en el bioclub. Ha considerado varias veces poner su propio taller, pero no sabe que podría hacer.
Es uno de los miembros más viejos del bioclub Mariposa Tecnicolor, junto con Florencia, se unieron en el mismo año cuando eran adolescentes y son amigos desde entonces.
Marcos le quiso invitar a salir a Florencia un tiempo después de conocerse. Florencia es lesbiana, y hasta ahora no pierde un momento para cargarle por eso.
Tiene cabello (y pelo en general) flourescente, o sea, que no se nota a la luz del día, pero en la oscuridad brilla de un patrón entre el cian y el verde fluor. Ha habido varios chistes al respecto.
También tiene un tatuaje de un árbol evolutivo en su brazo, que tiene el equivalente de un puerto USB para conectarse con máquinas genéticas. Los nodos del tatuaje tienen biochips que son capaces de analizar, almacenar, e incluso modificar, secuencias individuales, patrones genéticos, y una leve capacidad de predicciones ecológicas. Es una maquinaria biocibernética extremadamente compleja e intrincada que fue implantada a lo largo de varias sesiones, y aunque muchos biopunks prefieren bioprogramar ‘a máquina’, tener esa perspectiva es muy valiosa.
También almacenan música, sobre todo biopunk argentino. Si lo enchufás a un parlante te haces alta joda.
Sí, lo usan de disco externo a veces.
Un running gag es que todo el mundo le pone apodos diferentes todo el tiempo. Marqués, Marquitos, Marx, Marcus, Marco Antonio, y la lista sigue y sigue. Hasta ahora no ha podido hacer nada al respecto.
Marcos tiene una moto Yamaha antigua del año 2030yalgo, aunque a estas alturas es más repuestos que original, y anda a biodiesel. No es muy buen mecánico, pero es una herencia del bisabuelo que se comprometío a cuidar.
Sabe un montón del espacio y de astronaútica, más que nada de lo que aprendió de chico cuando quería ser astronauta. Viste el meme ese de “oh so you like space? name every spaceship” bueno Marcos te PUEDE nombrar todas las naves espaciales del Vostok 1 en adelante.
Tiene la perspectiva de que la ciencia y la tecnología pueden solucionar la mayoría de los problemas del mundo, que mientras más libres sea la sociedad de utilizar la biotecnología más capaces seremos de hacerlo responsablemente, y que el destino de la humanidad está en el espacio. Esa perspectiva no suele encajar con el mundo en el que vive...
Tiene ascendencia peruano-argentina por parte de su padre, y italo-argentina por parte de su madre.
Marcos es católico (del estilo “uy che hace mil que no voy a la iglesia...”) y tiene creencias del catolicismo andino, sobre todo por parte de su abuela paterna y su tía. Sabe unas pocas palabras y rezos en quechua.
El padre de Marcos fue marinero en la Armada Argentina, y murió en una de las misiones de paz de la ONU. La madre de Marcos es profesora de programación y sistemas (programación “nomal”, no biológica)
El hermano mayor de Marcos, Martín, es oficial en el Servicio Ecológico Nacional (la famosa Genedarmería) y es más alto que él, y no pierde un momento para cargarle por eso. Se llevan como uno se podría imaginar, siendo hermanos.
Tiene insomnio. Trata de aprovechar esas horas para bioprogramar. Sus códigos terminan siendo una maraña de spagethi sin comentarios que no tiene ningún sentido al otro día.
Es el cocinero del grupo, pero no porque sea demasiado bueno en eso, simplemente por lo que aprendió de los días que tenía que cuidar la casa solo. Le salen bien las cosas simples; pizzas, fideos con salsa, asado...
Es peronista (o mejor dicho su equivalente en 2143). Obviamente. Un poco fanático a veces...
No tiene mascotas propiamente dichas (Fito no cuenta como mascota, es un ciudadano che) pero si se encarga del sistema acuapónico del club, así que sabe más de peces de lo que uno podría pensar. También sabe cocinar pacú gracias a eso.
Tema favorito: Cuando Seas Grande - Miguel Mateos
16 notes · View notes
dilebe06 · 5 years
Text
Strong Woman Do Bong Soon
...Min Min e Bong Bong ♥️
Tumblr media
Quando guardo qualcosa, solitamente uso due modalità: gli "occhi del cuore" e gli "occhi della logica".
I primi mi permettono di emozionarmi, di provare rabbia, gioia, tristezza, divertimento. È il cosiddetto impatto emotivo.
I secondi mi fanno vedere le "vaccate".  (Detta in modo povero)
Una serie può essere emozionante e carica di pathos quanto ti pare ma se ha buchi di trama grossi quanto triceratopi ne devo tener conto. 
E viceversa.
Il mix dei due solitamente mi da il risultato tramite cui stilo un voto o giudico una serie.
Questa storia ha mandato un po' in tilt questo sistema, perché gli occhi del cuore sono super soddisfatti mentre l'occhio clinico cinico tentenna parecchio.
Da un punto di vista emotivo sono pienamente appagata, perché Min Min e Bong Bong sono fottutamente adorabili. 
Perchè questa serie è spassosa, leggera, frizzante, tenera, piena di gag, con spazio anche a momenti più introspettivi e seri:
La solitudine del Presidente e il suo rapporto disastroso con la famiglia si bilancia bene con la questione della forza di lei e il suo percepire se stessa.
I loro personaggi acquistano consapevolezza lungo la via - sopratutto lei - creando una storia d'amore un po' diversa dalle altre. 
Come un pò diversi sono caratterizzati i personaggi principali: finalmente il presidente dell’azienda non è uno stronzo arrogante che tratta tutti dall’alto in basso e che incontrando la protagonista cambia carattere.
Min Min è un tenerone tutto panna e fragole. Un micettino esilarante, le cui movenze, parole ed espressioni mi hanno spesso fatto rotolare dalle risate.
oltre ad avermi insegnato la famosa mossa del delfino
Tumblr media
Innamorato di Bong Soon dal primo episodio praticamente, vive questa storia d’amore alla luce del sole. Lui è innamorato e giustamente, TUTTO IL MONDO DEVE SAPERLO, come un quindicenne alla sua prima cotta. lol 
Bong Bong è inizialmente più fredda verso questo amore, per poi cadere tra le braccia del Presidente e vivere questo affetto pienamente ma con più maturazione rispetto alla cotta che aveva per Gook Doo. Ho adorato il personaggio di Bong Soon e la chimica tra i due attori principali è stata straordinaria. 
Molto carina è stata anche come viene affrontata la questione del triangolo amoroso ( che poi è diventato romboidale praticamente XD) e come la serie abbia lasciato spazio alla comprensione per Gook Doo che la sua storia con Bong Soon sarebbe rimasta sempre un’amicizia. mi è dispiaciuto un sacco per questo comunque
Ed a proposito di Gook Doo: le sue scene con Min Min, valgono TUTTO il drama.
Tumblr media
In tutto ciò si deve considerare anche la questione della forza di lei e del concetto di essere una eroina: la trovo una bella trovata, ma devo ammettere che certe volte sia stato affrontato un pò superficialmente. Ma ci tornerò sopra dopo. 
Ci sono altre due menzioni da fare: la prima è legata all’inserire il thriller nella storia e legarla ai due personaggi. L’ho trovata un idea molto interessante e mi è piaciuto molto come hanno gestito i diversi generi nell’arco degli episodi: si parte con la commedia, poi il thriller, un altro pò di risate e magari un pò di tristezza per concludere il tutto.
Non è facile riuscire a gestire tutto quanto, ma la serie fa davvero del suo meglio. anche se la parte thriller mi angosciava e molte volte ho skippato queste scene  mea culpa
La seconda menzione riguarda alcuni personaggi ma non tutti che ruotano attorno ai protagonisti.
Tralasciando Oska, preso direttamente da Secret Garden, che però ha fatto solo un cameo maledettiiiii OSKA meritava una puntata a parte  ho trovato davvero spassoso il team Leader, che mi regalato bellissime urla, tante risate e un cringe incredibile per le mise che indossava. 
L’ho amato.
Tumblr media
Carino anche il Segretario Goong a cui è andata tutta la mia stima per non essersi suicidato, una volta che i due piccionicini si sono messi insieme e lo hanno costretto ad assistere a scene di puro diabete. 
Questa serie presa così, senza pensarci troppo è molto, molto carina. Si lascia vedere per i suoi personaggi sopra le righe, il buon mix tra i generi, le gag e la storia d’amore.
Da un punto di vista clinico invece, sono più perplessa. Mettendo da parte gli occhiali dell’emozione, ho trovato alcune questioni della trama gestite in modo superficiale:
Una su tutti, quella della forza. Non solo non si capisce come abbia fatto Bong Soon a recuperarla - la forza dell’amore? - ma la stessa storia non la prende sul serio, quando la famiglia di lei nemmeno chiede come l’abbia persa.
Si limitano a dispiacersi per lei e poi..tutto come prima. 
Tumblr media
D’altronde non si sapeva nemmeno che questa forza potesse tornare. 
Un’altro punto da chiarire è il videogioco di Bong Soon. Ero convinta che volesse lavorare nel campo dei videogiochi, ma invece voleva fare solo IL SUO GIOCO e poi stop. 
Un desiderio dunque, non un lavoro vero. 
Perchè anche se sono contenta che alla fine la vediamo salvare il mondo grazie ai suoi poteri - simbologia dell’accettazione della sua forza e punto d’arrivo della sua evoluzione - la questione del videogioco viene totalmente accantonata. Probabilmente lo stesso gioco era una metafora per l’acquisizione della consapevolezza dei suoi poteri. 
Ma la cosa più grave, per me, è stata l’inutilità e le lungaggini dei Mafiosi e dei ragazzini. Signore, che ho fatto di male per vedere un finto monaco coreano indiano che vuole andare alle terme con gli scagnozzi del Capo mafia? Che ci azzecca tutto questo con la storia che stiamo raccontando? Torniamo nel merito per cortesia. 
Questi due gruppi di persone sono inutili fino all’ultimo episodio e ancora non ho capito il senso di averli inseriti.
Detto tutto ciò... Strong Woman Do Bong Soon è una serie carina, da vedere e che consiglio? Si. 
Una serie da vedere senza impegno e capace di farti ridere, di farti stare in ansia, ma anche di farti emozionare. 
Voto: 7 1/2
Il mezzo è per Il team Leader, che vera Regina del Dramma, interrompe la cerimonia nunziale del suo amato. Un mio sogno proibito.
Tumblr media
20 notes · View notes
pablo-vl-blog · 4 years
Text
Fiebre amarilla
¨Los Simpson¨ vieron la luz por primera vez en 1987, de la mano de su creador, Matt Groening, como segmentos cortos dentro del show de Tracey Ullman. Pronto la audiencia reclamó mas contenido y Fox adaptó en 1989 este formato en una serie de una media hora de duración, siendo el primer paso de una acción transmedia convirtiéndose en un producto de alcance global que permanece aún en nuestros días, y, al menos, así será hasta 2021, año en el que finaliza el contrato con la Fox cuando nuestra familia amarilla tenga 32 temporadas.
Tumblr media
Lo cierto es que ¨Los Simpson¨ es una serie de culto y un exponente indiscutible de la cultura de masas. Son la viva imagen de la típica familia norteamericana llevada a los máximos extremos: un padre torpe e inculto, una orgullosa ama de casa, un hijo desobediente y travieso, una hija intelectualmente ignorada y un bebe hiperactivo.
Los Simpson han sabido desde el primer minuto ganarse a los espectadores y han demostrado que la idea de que el cine de animación esta reservada para un público infantil es errónea.
Springfield es uno de los puntos de conexión que en mi opinión más atractiva hace la serie, cada capítulo no sigue un hilo argumental pero el pueblo siempre es el mismo, eso como espectador me ha provocado siempre tenerle un cariño especial, los creadores son conscientes de ello y es por ello en el año 2008 inauguraron  ¨The Simpsons Ride¨ un parque temático donde se recrea a tamaño real los lugares más emblemáticos de la ciudad, un lugar donde se hace posible la interacción con los personajes (eso si ficticios), el único lugar del mundo donde poder tomar una cerveza Duff en la mismísima taberna de Moe o comprar productos de la saga y demás merchandising en el  Kwik-E-Mart, el famoso Badulaque de Apu. 
Además de la reproducción de un corto de aproximadamente seis minutos en 3D, ampliando aún más esta experiencia inmersiva. 
Tumblr media
Como dato curioso de este pueblo, bajo el nombre de Springfield se encuentran numerosas teorías, algunos dicen que esta basado en un pueblo de Oregon, lugar de nacimiento del creador, lo cierto es que a lo largo y ancho de los Estados Unidos existen exactamente 35 pueblos con ese mismo nombre, Matt Groening le resulto cómico este hecho y lo dejó así para que ¨muchos espectadores se sintieran identificados¨, de nuevo tratándoles de adentrar en la saga.
Un hecho indiscutible del éxito de la serie, además del talento de sus creadores, ha sido el ¨matrimonio perfecto¨ que ha creado con la cadena Fox. Lo cierto es que Fox ha contribuido mucho en el éxito de Los Simpson, impulsando distintas iniciativas encaminadas a conectar a los espectadores. Una de las más llamativas tienen que ver con las famosas cabeceras, Matt Groening ha creado una diferente para cada capítulo, enseñando mil y una maneras de sentarse en un sofá para disfrutar de la serie. La cadena Fox, lanzó en 2012 una campaña promocional en la que invitaba a los espectadores a crear una de las cabeceras para un capítulo, la más creativa sería emitida, este concurso fue denominado ¨couch gag¨.
El usuario debía ingresar a la sección del concurso en la página de facebook de la serie y allí era llevado a la sección del concurso en la página web de Fox en inglés. Una vez ubicado allí aparecen los pasos a seguir: Escribir la idea en menos de 100 palabras en el espacio que se brinda. Tras una larga lista de cabeceras se escogió la ganadora.
https://www.formulatv.com/videos/7375/los-simpson-dientes-de-leon-cabecera-especial/ 
El vigésimo aniversario de Los Simpson también estuvo acompañado de un concurso organizado por Fox, mediante la llamada ¨caza de referencias¨. Fox creó un juego en el que dejarían  referencias, tributos y pistas sobre Los Simpson en los programas de prime-time y sus anuncios.
El ganador recibió el pack de premios definitivo de Los Simpson, incluyendo un viaje para dos a Los Ángeles para asistir a una lectura de guión de uno de los capítulos con los galardonados actores y productores de la serie, un sistema de entretenimiento doméstico, merchandising variado y entradas para el parque Universal Studios Hollywood, hogar del ya mencionado ¨The Simpsons Ride¨.
Tumblr media
Homer, protagonista de la serie, traspasó la pantalla para conectar con los espectadores en una iniciativa de nuevo de Fox, en la que el personaje contestaba en directo las preguntas de los fans a través del hastag  #Homerlive en Twitter, este acontecimiento tuvo una gran acogida y fueron muchas las preguntas que recibieron. 
https://www.youtube.com/watch?v=4SHwxAnOg90
En 2007, Los Simpson continuaron su expansión y se adentraron en un sector actualmente al alza como son los videojuegos, en septiembre del mencionado año salía al mercado ¨Los Simpson-El videojuego¨, para la ya obsoleta Playstation 3 y su vecino y competidor Xbox.
Tumblr media Tumblr media
Estaban inspirados en la serie que bien es cierto expandieron la historia contada y fueron muy bien acogidos por los más jóvenes seguidores de la serie. 
De nuevo vinculado a los videojuegos se encuentran las aplicaciones para móvil, de la mano del gigante ¨Electronic Arts¨ lanzarón el juego para telefonía inteligente llamado  "The Simpsons Tapped Out".
 Se presenta un momento posterior a una explosión nuclear en Springfield. El usuario debe reconstruir la ciudad usando rosquillas virtuales como moneda de cambio. Pero estas rosquillas se pueden adquirir con dinero real, y es así cómo Electronic Arts ha recaudado nada menos que 23 millones de dólares (Unos 17 millones de euros). Este modo de recaudación está en auge en el mercado de los contenidos para móviles y es denominado in-app purchase. Cabe destacar que la aplicación es completamente gratuita.
Tumblr media
Reconozco haber jugado a esta aplicación hace unos años y he de decir que me sorprendió la calidad gráfica, los dibujos y la fluidez con la que se mueven los personajes. Te permiten estar conectados con el ¨universo Simpson¨ todo el tiempo que el usuario desee.
Ninguna otra serie televisiva de dibujos animados ha producido relecturas de textos artísticos como lo han hecho ellos, representando a William Shakespeare, Edgar Allan Poe, Tennessee Williams, Orson Welles, Alfred Hitchcock, Stanley Kubrick y Francis Ford Coppola, entre otros. Obras tales como Hamlet, El Cuervo, Un Tranvía Llamado Deseo, El Ciudadano, La Ventana Indiscreta, El Resplandor o Drácula han sido bienvenidas por las masas, aplaudidas por los cinéfilos y admiradas por los intelectuales.          Cabe mencionar estos ¨guiños¨ artísticos por parte de los creadores más aún cuando hemos sido espectadores de obras literarias de la saga en diferentes formatos, tanto cómics como libros. Son innumerables las ediciones que existen pero mencionaré algunas de ellas:  ¨Bart Simpson: Guía para la vida¨,  ¨Guía de Springfield¨ y en mi opinión el mas reseñable  ¨Simpson Comic¨ desde 1993 existen estos cómics con una tirada mensual, son artículos de autentico coleccionista y un auténtico tesoro para los amantes de la saga en los que además cuentan historias tanto paralelas como exclusivas de la serie. 
Tumblr media
Uno de los elementos más reclamados por todos los fieles de la serie ha sido la película. El largometraje dirigido por David Silverman comienza su desarrollo en 2001, junto a un equipo de redacción encargado de los primeros guiones de la serie, entre quienes se encontraba Matt Groening. El guión de la película fue reescrito más de un centenar de veces y tuvo una espectacular acogida, aparecen nuevos personajes y debido al formato de largometraje las secuencias y las tramas son mas complejas. La película, como he mencionado antes gira en torno al querido Springfield y es que el gobierno decide cerrar el pueblo con una cúpula acristalada algo que no reciben bien en el pueblo.  
Tumblr media
Me gustaría destacar también, el merchandising que hay detrás de esta serie, desde juegos de mesa:  Monopoly, The Simpsons: Cluedo, The Simpsons: Scrabble, un parchís y un ajedrez en 3D, pasando por material de oficina e incluso ropa.
Son innumerables la cantidad de acciones transmedia que durante sus mas de 30 años de existencia Fox junto con sus creadores han logrado levar a cabo. A lo largo este pequeño ¨artículo¨ he tratado de explicar y mencionar las que a mi parecer más llamativas resultan, me parece notable la adaptación camaleónica que han tenido a los diferentes medios y plataformas en las que se han introducido y espero que esta aventura dure porque no, 30 años más. 
Pablo Vidal Lizasoaín
3 notes · View notes
abr · 4 years
Quote
Stanchi di sentirsi definire una categoria di «pagati a pie’ di lista per tutti gli atti compiuti» nel gratuito patrocinio degli imputati non abbienti dove «compiono più atti possibile per aumentare la parcella» (schema in realtà non possibile visto che il sistema di liquidazione è per fasi), e scandalizzati dalla gag cabarettistica di Davigo sull’uxoricidio più conveniente del divorzio perché ce la si caverebbe con 4 anni (matematicamente impossibile), gli avvocati scaldano i muscoli distribuendosi i fogli con gli articoli 24, 27 e 111 della Costituzione (diritto inviolabile alla difesa, presunzione d’innocenza, giusto processo): quelli che poi sventolano, in 120 a beneficio di tv e fotografi, quando lasciano la sala appena Davigo inizia a parlare. I magistrati in platea, invece, punteggiano di prolungati applausi la presidente della Corte d’appello Marina Tavassi «lieta di accogliere» chi «per tanti anni abbiamo avuto qui protagonista», il procuratore generale Roberto Alfonso quando gli rinnova «la nostra solidale amicizia», e il presidente Anm Luca Poniz che critica «gravemente impropri» l’«ostracismo preventivo» e il «veto ad personam».
https://www.corriere.it/politica/20_febbraio_01/prescrizione-leggefinisce-sotto-attaccoe-milano-avvocaticontestano-davigo-e07d4afa-4535-11ea-9d28-c32ca6f6093f.shtml
Cronache da Bisanzio. O dal Sinedrio, coi Gran Sacerdoti a stracciarsi le vesti. 
1 note · View note
girodivite · 5 years
Link
Periodicamente assistiamo a una generazione che si incanta davanti sull’Idiota Assoluto. Periodicamente questa generazione si forma sulle gag “esilaranti” dell’Idiota Assoluto. In queste gag, assolutamente incomprensibili, l’Idiota Assoluto la scampa sempre e sopravvive, pronto a nuove avventure assolutamente idiote. Il genere non riesce a essere né evolutivo né portatore di una qualche deviazione dallo standard dell’idiozia. Periodicamente esiste una generazione che ha bisogno di questi eroi, se ne gode ed è pronta - quando raggiunge l’età adulta - a rimpiangere questi idioti che hanno popolato di idiozia il loro immaginario. Una generazione alimentata a idiozie è, ovviamente, una generazione anch’essa idiota, utile ai poteri dominanti per la loro assoluta incapacità di ribellarsi. Il cerchio si chiude. Salvo che poi la cosa non funziona. Una generazione idiota è anche una generazione assolutamente inadatta a essere utilizzata da un vero Potere: non la si può mandare al lavoro, perché nel lavoro combinerebbe i peggiori disastri frutto della propria indomita idiozia; non la si può mandare in guerra perché anche lì i danni che sono capaci di fare sono incredibili. L’Idiota Assoluto insomma, alla fin fine, è l’elemento più distruttivo e capace di far danno che una qualsiasi società vorrebbe avere dentro di sé. Si giunge così al paradosso: è proprio l’Idiota Assoluto che è capace di sabotare alla base il Potere: non il Rivoluzionario di professione sempre pronto a vendersi o a sostituire il Potere, non il Tecnico detentore delle conoscenze e delle competenze che - se applicate - potrebbero rendere tutto il sistema perfettissimo e inattaccabile, non lo Schiavo disposto a qualsiasi delitto purché comandato. L’Idiota Assoluto è lo strumento creato dalla Provvidenza che governa i sistemi sociali per permettere la sopravvivenza dell’umanità dalla propria seriosa e pervicace tendenza all’autodistruzione.
1 note · View note
Text
I fumi della "libertà"
I fumi della “libertà”
E’ veramente pazzesco, anzi tutto da ridere, una gag della storia: se tutto il sistema mediatico europeo è in ginocchio da Greta i cui genitori l’hanno saggiamente ritirata dalla scuola dell’obbligo perché evitare in futuro la iattura di capire qualcosa di ciò che dice par coeur, le reali politiche ambientali vengono completamente contraddette. Basti pensare che per compiacere gli Stati Uniti e…
View On WordPress
1 note · View note
eeyc · 2 years
Text
“Se vive muy ‘a gustito’ como un borrego”
LeRaúl publica la novela gráfica ‘1983,99’, el demoledor retrato de una sociedad decadente en manos de dirigentes tan ineptos y mezquinos que hacen que la pesadilla distópica del Gran Hermano se degrade en algo así como el Gran Cuñao
Óscar Vegas
Diario16.es 
LeRaúl acaba de publicar 1983,99 (Autsaider Cómics) retratando en sus viñetas de humor gráfico –lo de humor, por decir algo– una sociedad decadente, híper consumista y sofronizada que suministra, gratuita y voluntariamente, ingentes cantidades de información para que su propia conducta sea manipulada por unos dirigentes tan ineptos y mezquinos que hacen que la pesadilla distópica del Gran Hermano se degrade en algo así como el Gran Cuñao para, de paso, involucionar hacia un nuevo estadio que podríamos llamar Feudalismo 2.0. Hablamos con él sobre el contenido de su obra y su peculiar estilo.
Tumblr media
¿Estamos tan cerca de 1984 como indica el título de su libro?
Lo estamos desde antes de que Orwell le diera fecha. El 1984 de hoy es una versión más colorida que la que retrataba Orwell en su libro. Hemos accedido a esta realidad incluso pagando por ella. Nos la ofertaron y todos la hemos comprado… Las cámaras de nuestros smartphones nos convierten en nuestros propios carceleros, regalamos nuestros datos, la postverdad en los medios… Las redes, las guerras entre occidente y oriente, el minuto del odio… (Se llamaba Ben Laden y no Goldstein, pero es el mismo personaje. Todo es como en 1984 pero con una estrella de oferta muy fluorescente… ¡y menuda oferta oiga! estamos en 1983,99… desde mi punto de vista.
Es curioso que, como autor, para cada viñeta utiliza usted un estilo diferente. ¿Cada gag, cada situación le pide una manera distinta de visualizarla?
Sí, y es algo que mantengo constante. Para mí, cada viñeta es como para un director de cine una película, cada una es distinta y exige una narrativa, montaje, o color diferente. Dependiendo de la temática, la intento plasmar con el estilo o dirección gráfica que mejor se adecue a la idea. Como una capa más de comunicación. Esto no suele ser habitual en el humor gráfico, pero tal vez ese sea mi estilo. Es más lento el proceso, pero me divierto mucho más así… De eso también se trata.
Tumblr media
En sus viñetas uno se ve retratado en la ¿inevitable? complicidad que tenemos con el sistema ¿Hay alternativa?
Dicen que siempre hay una alternativa pero es muy complicada llevarla fielmente a cabo, prácticamente es convertirse en un paria. No hay mucha gente capaz de renunciar a esta rueda, el coste es muy alto y se vive muy a gustito como un borrego. Consumimos cualquier cosa de igual manera ya sea una religión que una bebida refrescante. Solo hay que darle like a lo que te gusta. Es fácil, por eso es difícil desprenderse de todo esto. Somos consumidores y eso le interesa a todos los sistemas, los inventados y los que inventarán.
Desde su anterior recopilación de viñetas, ‘¿Y si nos quitan lo bailao’, han pasado casi diez años, ¿No le sorprende que los mismos temas político-sociales sigan, desgraciadamente, vigentes?
No, los conceptos no cambian. Los temas principales en los que se basa la sociedad ya sea en democracia, dictadura o el sistema que te quieran vender, hoy y ayer y dentro de mil años siempre serán los mismos. Unos mandan y otros no. Todo se basa en lo mismo, en la naturaleza del ser humano que no es más que un mono depredador que hace lo que sea por sobrevivir, vivir o dominar al resto…aunque sea vegano.
Tumblr media
“Consumimos cualquier cosa de igual manera ya sea una religión que una bebida refrescante. Solo hay que darle like a lo que te gusta”
Y en este periodo de tiempo, sin caducar ninguno de nuestros males, han florecido las fake news, la mentira como una opción válida y el ascenso de la ultraderecha.
Todo es como un gif de la historia. Las fakes news no son tan news. La mentira y la manipulación siempre han existido, solo que ahora con internet es más fácil y rápido. Toda esta manipulación ha traído el ascenso no solo de la ultraderecha sino de la ultraizquierda e incluso del ultracentro, todas igual de tóxicas.
De todas las mentiras que tenemos que trasegar a diario, ¿cuál considera usted la más perniciosa?
La de creer que eres de un lado o de otro, políticamente hablando. Solo existe arriba o abajo. Lo demás es pose y fantasía brilli-brilli.
Uno de los opios del pueblo que trata en su libro son las redes sociales. ¿En qué medida somos cómplices de esta manipulación? ¿Caminamos hacia la autodestrucción?
Ahora son las redes sociales, el pan y circo. Las redes sociales, como toda droga o afición no sana, te puede atrapar y destruir.  Todos estamos enganchados y son pocos los que las utilizan para hacer cosas útiles y que no sea chutarle gasolina al ego. Nos han dado redes y nos han atrapado. Creíamos que iban a ser sociales y gratis. Y no hay nada gratis. El paso que vamos a dar ahora en el metaverso pues va a ser igual… Comprar y vender… Nada va a cambiar excepto los que estén ganando con ello, que van cambiando de nombre y de look. No vamos hacia la autodestrucción, sino a meternos en un agujero más feo. Pero bueno, si te toca lo más cerca de la puerta y con buenas vistas, pues bien, ¿no? Disfrutad del libro. Compremos humor y no humo… o lo que nos dé la gana.
0 notes
levysoft · 6 years
Link
4chan è lo specchio della storia di internet. Ricettacolo di otaku ossessionati da anime e gag politicamente molto scorrette, 4chan ha dato i natali ai meme come oggi li conosciamo, ha visto aggregarsi Anonymous, lievitare il Gamergate, e plasmarsi l’alt-right. Ora, questo ventre di reazionari frustrati e shitposting potrebbe essersi guadagnato un piccolo posto nella storia della matematica.
È su 4chan, infatti, che è apparsa la dimostrazione di un teorema matematico, noto ora come problema di Haruhi. Per i matematici, si tratta del miglior limite inferiore oggi noto di lunghezza delle superpermutazioni. La situazione però è imbarazzante: è possibile mantenere credibilità accademica citando un teorema dimostrato da 4chan?
Il problema di Haruhi prende il nome da The Melancholy of Haruhi Suzumiya, un anime di 14 episodi del 2006 famoso perché si può guardare con gli episodi rimescolati in ordini diversi: l’ordine cronologico degli episodi è diverso sia da quello con cui è stato mandato in onda originariamente in televisione, sia da quello dell’edizione in DVD.
Qualcuno sulla piattaforma anonima ha cominciato tempo fa a chiedersi come fare per guardare tutti i possibili ordinamenti di Haruhi nel minor tempo possibile. Per capirci, poniamo si tratti di soli tre episodi: 1, 2 e 3. La sequenza più corta che contiene tutte le possibili combinazioni di 1, 2 e 3 — detta superpermutazione — è di nove cifre: 123121321. Notare che le combinazioni si sovrappongono: 123 e 231, per esempio, o 132 e 321.
Quindi per vedere tutti i possibili ordinamenti di tre episodi bisogna guardarsi nove episodi in totale. La domanda è: dato un numero arbitrario di episodi diversi, qual è la superpermutazione più corta?
La risposta è: non lo sappiamo. La cosa difficile è proprio tener conto delle sovrapposizioni nel modo più efficiente possibile. Possiamo però mettere dei limiti superiori e inferiori, ovvero sapere che non può essere più lunga o più corta di tot. Nel 2011, un utente di /sci/, la imageboard scientifica di 4chan, aveva postato in una conversazione la dimostrazione di un nuovo limite inferiore.
La questione però è diventata virale pochi giorni fa, quando il matematico, informatico e imprenditore Robin Houston ha twittato la dimostrazione, e commentato che — data la fonte — la situazione è bloccata “in uno strano limbo”:
In effetti, 4chan non è proprio un canale ortodosso per comunicare risultati accademici. Tutto questo pone una serie di problemi al sistema dell’accademia, che si basa da un lato su canali ufficiali di pubblicazione, dall’altro sul riconoscimento del proprio contributo, citato dai colleghi come presupposto di lavori successivi. Postare un teorema su 4chan sfascia tutte queste convenzioni.
I post di 4chan scompaiono dopo poche ore: se qualcuno non avesse archiviato il thread, la dimostrazione sarebbe stata rapidamente dimenticata. Inoltre, nessuno sa chi sia l’autore: su 4chan sono tutti anonimi. In seguito la dimostrazione è stata preservata sulla wiki di /sci/, e riscritta da altri in modo più chiaro, ma entrambe le versioni non sono la fonte primaria, che resta il thread originale su 4chan.
Nulla ovviamente vieta di citare e discutere accademicamente la dimostrazione di 4chan, ma vedere un articolo di matematica con 4chan tra le citazioni è un po’ come leggere Nature e trovarci citata Nonciclopedia, per capirci. C’è un problema di credibilità. Non è solo la famigerata peer review il problema: molti matematici e fisici discutono e citano regolarmente gli articoli in versione bozza postati sui cosiddetti archivi di preprint come arXiv. Ma arXiv ha dei meccanismi per garantire una minima qualità dei propri contenuti (per i più audaci esiste non a caso un archivio “alternativo,” chiamato viXra, che accetta di tutto), è un mezzo noto, accettato e formale.
Se parte del futuro della matematica passerà tra un meme, un anime o una storia di Instagram saranno le strutture della ricerca a doversi adeguare
4chan, beh, è famoso fondamentalmente perché è un serbatoio di meme scemi, apologia del nazismo e persino pedofilia. Eppure, un teorema è valutato per la sua correttezza, non per dove è stato pubblicato: e per quanto se ne sa, la dimostrazione è fondamentalmente corretta. A rincarare la dose ci ha poi pensato lo scrittore di fantascienza Greg Egan, che pochi giorni fa ha dimostrato un nuovo limite superiore per lo stesso problema, annunciandolo su Twitter.
In pratica la letteratura più recente sulle superpermutazioni è ora un macello di archivi di imageboards, wiki anonime, blog, pagine non ufficiali e post sui social. Sembra più Encyclopedia Dramatica che una disciplina scientifica.
Forse, a ben rifletterci, è un mutamento inevitabile. “Tra sei edizioni della medaglia Fields, almeno un vincitore avrà fatto le elementari con un iPad in mano. Difficile credere che questa sproporzione vertiginosa tra la tecnologia avuta a disposizione in passato e ora non cambierà radicalmente la forma della matematica che verrà prodotta.[...]” ha scritto il matematico Fosco Loregian, qualche mese fa, parlando di nuovi mezzi di comunicazione e branche scientifiche. “Oggi ci sono teoremi che nascono da discussioni online su StackExchange, esistono libri di matematica pura che vengono sviluppati in crowdsourcing — per la disciplina è un evento epocale.”
Ma del resto la matematica non è mai stata aliena a diffondersi in modo anarchico. Fermat ha annunciato il proprio teorema scribacchiando sul margine di un libro. Évariste Galois ha delineato i fondamenti della teoria dei gruppi in appunti frettolosi scritti pochi giorni prima di morire in duello. Alexander Grothendieck, considerato uno dei più grandi matematici del Ventesimo Secolo, ha pubblicato ben poco sulle riviste accademiche, facendo circolare i suoi scritti in modo informale e persino, per un periodo, cercando di vietarne la pubblicazione.
Non c’è niente di necessario nella letteratura accademica come la concepiamo: le file di sobrie riviste nelle biblioteche, o gli archivi online che oggi le sostituiscono, sono alla fine il relitto di un protocollo di comunicazione nato secoli fa e che sta sempre più stretto a tutte le comunità scientifiche. Se parte del futuro della matematica passerà tra un meme, un anime o una storia di Instagram saranno le strutture della ricerca a doversi adeguare, non viceversa. Alla fine, Archimede vergava i propri teoremi sulla sabbia — un supporto ancora più precario di 4chan.
2 notes · View notes
tuseriesdetv · 4 years
Text
'Future Man' se despide con su temporada más surrealista
Tumblr media
Si habéis llegado hasta aquí, podéis estar contentos con el resultado final de Future Man. Esta tercera y última entrega ha sido todo lo que se podría esperar de esta serie que, de manera bizarra y sin hacerse notar mucho, ha conseguido acompañarnos durante tres años. Absolutamente todo tiene cabida en Future Man: el humor negro, el humor más gamberro y carta blanca para que cualquiera pueda formar parte de las aventuras de reparto. 
Durante la entrega más corta de todas (solo ocho episodios) hemos visto como los tres héroes se esconden en el pasado de los problemas que crearon en el futuro, siempre teniendo en mente poder regresar a sus respectivos presentes. La huida y su sucesión de escondites temporales son una excusa perfecta para dejarnos con una serie de gags y de cambios en la historia: las dotes amatorias de Wolf hacen que nazca la novela erótica, y las capacidades de caza de Tiger la convierten en una estrella sobre la que se escriben cuentos y leyendas. 
El que sufre la mayor crisis de identidad durante el arranque de la temporada es Josh. Convencido de que es un especie de nuevo mesías y que Dios le está guiando hacia la seguridad de su casa, se lleva un golpe de realidad cuando se encuentra con la voz que le estaba ayudando. El Bin Laden de una realidad alternativa estaba seguro de ser el best friend de Josh y le estaba guiando hacia la perdición. Cuando Susan (Seth Rogen) se involucra de lleno en la trama, el trío termina en Haven. 
Tumblr media
Esta especie de paraíso en el que conviven infinidad de personajes célebres como Marilyn Monroe o el mismísimo Jesucristo es una trampa temporal. Josh, Wolf y Tiger entran en un bucle que dura miles de años y en los que repiten una y otra vez las mismas experiencias con gente distinta. Josh termina teniendo una relación sentimental con todos los miembros del Haven, Wolf es ninguneado por todos, llegando a creerse que es el secuaz de Josh, y Tiger tiene una especie de revelación pacifista con la ayuda de una cabra. ¿Veis? Solo en esta serie frases como esta tienen sentido.
El gran obstáculo de la temporada es el llamado 'Big Suck', una especie de agujero negro temporal que crearon los tres en la temporada pasada y que ha causado que las líneas temporales se solapen y confluyan. Este accidente temporal les lleva de vuelta al año 2.000, donde un estudiante universitario se carga el sistema por un error.
Esta temporada final nos permite despedir a unos personajes que han crecido y madurado entre tanta matanza y tanta broma. Además, la serie aprovecha el final de la serie para hacer crítica del whitewashing que se lleva tanto en Hollywood, la película Aloha es un ejemplo. En un sketch final nos presentan a las personas reales en las que se basa esta historia y nos explican lo bien adaptados que están sus personajes. 
0 notes