Tumgik
#spioncino
vividiste · 3 months
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Oggi è il primo febbraio. In Spagna chiude la caccia e per migliaia di levrieri la vita finisce, miseramente così come era inziata. Le atrocità a cui sono sottoposti per la loro breve vita e infine per la loro morte, sono inaccettabili e tuttavia la cultura spagnola ancora le sostiene. È la tradizione.
In loro onore riportiamo un magnifico e toccante testo di Rafael Narbona, perché sappiate, perché rifiutate, perché combattiate.
Los Galgos Ahorcados - I levrieri impiccati
La Spagna è il paese dei levrieri impiccati.
La Spagna è il paese che non apprezza la tenerezza inconcepibile
di un animale che si intreccia con l'aria, disegnando acrobazie impossibili.
La Spagna è il paese degli alberi con i rami assassini,
dove una corda infame spezza una vita leggera come schiuma.
La Spagna è una terra sterile che seppellisce la poesia nel suo grembo morto.
I levrieri sono poeti in agguato nel vento, levigano gli spigoli in silenzio,
scivolando via come un filo d'acqua dal fondo di un fosso.
I levrieri sono poeti che si stagliano alla luna, componendo sagome senza eguali.
I levrieri accavallano le parole, ci saltano sopra, evitano gli accenti, così arroganti e inflessibili.
L'accento è un signore ridicolo che si infila nelle parole come una spina.
I levrieri turbano la sua routine, gettandola al vento, giocandoci finché si stufano.
Così riceve lezioni di umiltà e accetta la sua dolorosa insignificanza.
Le impronte dei levrieri non lasciano traccia. Sono veloci, alati, quasi eterei.
Non influenzati dalla gravità nè dalla durezza della pietra.
I levrieri accelerano la rotazione della terra, quando la follia si impadronisce di loro.
Lo sguardo riesce a malapena a seguire il loro galoppo vertiginoso,
ma grazie alle loro corse percepiamo la musica celeste.
I levrieri prendono in giro l'ortografia tendendo o piegando le orecchie.
Le orecchie di un levriero possono trasformarsi in una X, Y o LL.
Sforzandosi un poco sono in grado di delineare la Ñ o il numero Phi,
il numero aureo in cui è nascosto Dio,
giocando con una serie infinita che lascia con un palmo di naso gli insegnanti.
Gli insegnanti della scuola non capiscono Dio, nè i levrieri.
Dio è un bambino che utilizza i puntini di sospensione per attraversare i fiumi.
Li genera uno ad uno e salta in avanti. Quelli che avanzano, se li tiene in tasca.
I levrieri non sono mai separati da Dio,
perché sanno bene che hanno bisogno di non perdersi sulla strada,
dove si nasconde l'uomo con il forcone in mano.
Ci è stato detto che Dio è un vecchio con la barba bianca e la pelle rugosa,
ma Dio è un bambino malato
che calma il suo dolore accarezzando la testa ossuta di un levriero.
I levrieri vigilano sul mondo, mentre Dio riposa.
Ogni volta che viene commessa una malvagità, lanciano un grido e Dio si sveglia,
ma Dio non può fare nulla,
perché nessuno presta attenzione ad un bambino
che in punta di piedi non raggiunge lo spioncino della porta.
Gli uomini che impiccano i galgos hanno perso la loro anima molto tempo fa.
In realtà, la loro anima è fuggita inorridita quando ha scoperto le loro mani insanguinate.
Gli uomini che impiccano i levrieri nascondono gli occhi dietro gli occhiali scuri,
perché gli occhi li tradiscono.
Basta guardarli per capire che dietro non c'è nulla.
Gli uomini che impiccano i levrieri sono gli stessi che fucilarono García Lorca.
Non gli è importato sradicare dal nostro suolo un poeta
che dormiva tra camelie bianche e piangeva lacrime d'acqua.
Non gli è importato seppellirlo in una tomba senza nome,
con gli occhi aperti e uno sguardo di orrore sul viso.
Gli uomini che impiccano i levrieri parlano a malapena. Non amano le parole.
A loro non piace giustificare le proprie azioni ed esprimere le proprie emozioni.
Lasciano una scia di dolore e paura.
Ridono dei poeti che passano notti insonni
cercando di trovare un verso alla fine di un sonetto.
Ridono degli sciocchi che vogliono un futuro senza bombe o rovine nere.
Ridono delle promesse fatte ai bambini,
delle rassicurazioni sull'eternità che placa la morte e ci impedisce di cadere nell'oblio.
Ogni volta che muore un levriero, un bambino rimane orfano.
I levrieri prestano la luce dei propri occhi ai bambini malati.
Li accompagnano nelle notti di febbre piene di incubi.
Li svegliano dolcemente, parlandogli all'orecchio del giorno che arriva,
con la sua freschezza e la luce rosata dell'alba.
Gli parlano della primavera e dello sbocciare dei fiori.
Parlano delle mattinate torride d'estate, quando il mare è calmo
e il sole sembra una pietra gialla che non smetterà mai di brillare.
Gli dicono che l'inverno si è nascosto dietro un cespuglio e si è addormentato.
I bambini malati sono i bambini che il giovane Rabì scelse
per mostrare al mondo la bellezza nella sua forma più pura.
Il giovane Rabì si presentò di fronte al potere delle tenebre
con un ragazzo paralizzato ed un levriero affamato,
senza ignorare che la compassione è uno strano fiore.
Un fiore che cresce solo su pendii ripidi e in profonde solitudini,
dove le preghiere fremono di paura al pensiero di risuonare in una cantina vuota.
Certe mattine mi alzo presto ed i cani sono già sulla spianata che chiamano piazza,
con la sua triste chiesa dalla facciata imbiancata a calce, e un albero dal tronco nodoso.
Raggruppati per lunghe catene, tutti sono giovani e non sanno cosa li aspetta.
Non sanno che quel giorno diversi di loro resteranno sul campo,
sopraffatti dalla crudeltà umana.
Potrei avvertirli,
ma gli uomini che preparano la loro morte vanno in giro con fucili da caccia e lunghe corde,
ed i loro occhi sembrano braci ardenti di un odio antico.
Gli occhi dei galgos svolazzano come colorate farfalle.
Blu, marrone, viola, forse un debole bagliore d'oro.
Alcuni sono seduti, altri sdraiati, assopiti. Alcuni sono in piedi, altri scomposti.
Alcuni sono così sottili che sembrano quasi levitare.
Alcuni sembrano d'argilla, altri d'argento, altri sono bianchi come l'alba.
Come l'alba che avanza nella piazza e li fa sembrare in movimento.
Si sentono le catene, le grida, le risa.
Via tutti insieme, aggiogati a un destino ingiusto.
Mi sento come Don Chisciotte alla vista dei galeotti,
condannati a spingere un enorme corazzata con un remo:
"Perché fare schiavi coloro che Dio e la natura hanno creato liberi?"
Mi sono seduto su una panchina di pietra e li ho guardati andarsene.
Un levriero bianco, dall'andatura rassegnata, si voltò e mi guardò con umanità,
con gli occhi stanchi e vagamente speranzosi.
Sapevamo entrambi che le nostre vite sono una scintilla,
un momento di chiarezza in un buio infinito,
ma ci siamo sforzati di pensare che ci saremmo rincontrati sotto un altro cielo,
vagando per una sconfinata pianura,
distanti da quel mattino omicida che si sarebbe preso le vite dei più goffi
e di quelli rimasti indietro.
Ci rincontreremo in una mattina di pienezza e splendore, senza tristezza o negligenza,
una mattinata perfetta, libera da paure e lavoro.
Guarderemo indietro, come due vecchi amici che hanno scoperto la gioia di essere altrove.
I suoi occhi nei miei occhi, i suoi sogni nei miei sogni e i nostri battiti all'unisono nel vento.
RAFAEL NARBONA😪
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Quanta inutile cattiveria 😡
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jackpanforte · 2 months
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Salire sull'aereo
Come la scala verso
Tutte le vite sospese
Vicini alla morte
Vicini a una temperatura diversa
Chi sono i miei vicini?
Nello spioncino deformati sono i loro
Corpi stanchi e pieni di odori
Il pranzo delle 13, il sudore sotto la pioggia
Il respiro dei no ricevuti
Il respiro dei no pronunciati
Sembrano tutti burattini a undicimila metri
Non so tenere tutto dentro
La realtà è solo una serie di preconcetti
La realtà è solo un'opinione timida
Che aspetta qualcuno che la condivida
Con te o almeno
Con dieci minuti di te
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ricorditempestosi · 1 year
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buoni propositi per il 2023:
perdonare me stesso per aver spalancato porte della mia vita a chi non meritava nemmeno di guardare dallo spioncino
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volumesilenzioso · 4 months
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demoni
nel mio corpo risiedono soltanto demoni, di un angelo che voglia custodirmi non si intravede neanche l’ombra. sono rinchiusa in questa cella da anni, anni che sembrano secoli, spenta, prosciugata, rassegnata osservo tutti i miei demoni dallo spioncino di questa gelida cella che gentilmente mi ospita, li guardo decidere per me, decidere della mia vita, tutti sorridenti. mi trovo in questo buco nero, ci sono loro a farmi compagnia, mi sussurrano “fallo” in continuazione, a volte gridano e mi fanno immaginare scene che nessuno vorrebbe vedere, mi fanno immaginare morta, sempre in modi diversi, e ormai da un po’ ho iniziato a trovare conforto in quelle immagini che qualsiasi altra persona troverebbe raccapriccianti. tolgono un pezzo di vita dal mio corpo ogni giorno, la cella si fa sempre più piccola e man mano diventa più fredda. tutt’intorno non c’è niente, mi riempie solo un immenso vuoto fin dentro le ossa. sento il rumore, il rumore mi fa uscire fuori di testa, genera in me reazioni talvolta incontrollabili, e tutto l’odio che ho dentro lo proietto sul mio corpo mescolandolo alla rabbia che non mi abbandona mai, e ad ogni proiezione corrisponde una cicatrice, e ad ogni cicatrice corrisponde una storia che non vorrei mai dover raccontare, e ad ogni storia corrisponde un motivo per il quale preferirei di gran lunga essere morta. a volte sento bussare alla porta, ogni volta che la apro, di fronte a me ci sono loro: i miei demoni. ve li presento. uno è, appunto, la rabbia. eppure, se gli altri fossero in grado di vederlo con i loro occhi, penserebbero sia il più calmo, buono e gentile di tutti. perché rabbia è timido, si nasconde dagli altri, ma dentro questa cella fa un macello, semina caos da tutte le parti. il secondo che vale la pena nominare è odio, questo mi da il tormento perché sono la sua vittima migliore. per quanto possa estendersi anche al mondo esterno, il suo luogo preferito in cui scoppiare sarò sempre io, odio mi odia, ma io sono odio e odio è me e questo significa, per forza di cose, che io mi odio. lui è il demone che urla più forte di tutti. poi c’è solitudine, che se ne sta in disparte e cerca di non essere pesante, fa quasi tenerezza, poverino. ma quando si fa sentire, si fa sentire così forte da toglierti il respiro. lui è il mio preferito, ma forse è solo perché penso di meritarlo, è come se lo avessi invitato a vivere dentro di me senza pagare l’affitto. e poi ce ne sono altri mille, e quelli che ho nominato continuano a moltiplicarsi, e nessuno di loro sembra volersi spegnere mai, e tutti insieme sono immortali e gridano, gridano, gridano tutto il giorno e tutta la notte senza interruzioni.
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firewalksbymyside · 4 months
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Premessa: la mia dirimpettaia è una simpatica vecchina di 95 anni, con la demenza senile, incredibilmente lasciata sola dai figli. Ogni tanto le do una mano, quando si dimentica come si fanno le cose, soprattutto. Come chiudere i rubinetti o spegnere la sveglia, cose così.
Ieri sera, Max è venuto alla stazione a prendermi, abbiamo parcheggiato in cortile e piano piano ha scaricato la macchina. La signora lo ha visto dallo spioncino e lo ha fermato, io ho origliato dal salotto e ho sentito questa conversazione:
"Ma tu sei l'amore della signorina?"
"Sì sono io"
"E quando la fai diventare signora?"
"Per quello è un po' presto"
"E i bambini? Non li volete?"
"So che lei vorrebbe i maschi, io le femmine. Vedremo cosa deciderà la vita"
"Bravo"
E l'ha detto senza timore, senza paura o paranoie e non poteva proprio immagine che io invece li stavo ascoltando.
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patrizio-t · 1 year
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E’ una vita che busso al tuo cuore
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E’ una vita che busso alla tua porta.
Mi senti?
Sono fermo da giorni sul pianerottolo.
Tanto che la vecchia del piano di sopra,
quando passa mi lascia una scatola di cibo per gatti.
Poi finalmente mi apri.
Con la tua solita espressione, di sfida:
come a dire - Cosa porti di buono? - 
Svuoto le mie tasche bucate: nulla.
Mi guardo dentro, fuori.
Ho solo un cuore. Grande ma non basta.
Che dovrei portare ancora? mi chiedo.
Cerco di guardarti negli occhi.
E vedo solo lo spioncino della porta.
Cerco una via di uscita, mi arrocco.
Complicata la vita, mi dico
complessi gli umani
per questo bacio che non regge il tempo che passa.
Smetto di bussare
e provo a rimettere il cuore nella sacca.
Che però non entra più.
E’ ingrossato dice il medico.
E’ innamorato dico io.
E’ follia, dice lui.
---
testo: PatrizioT © - foto: Aleksandra Kirievskaya
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moodygi · 1 year
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Con te, ho chiuso la porta a chiave, e allora perché sbircio dallo spioncino?
#me
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musicaintesta · 1 year
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Per i ragazzi c'è un sacco di roba da studiare.
S'insegna la grammatica a scemi di ambo i sessi.
A me invece
m'hanno scacciato dalla quinta classe.
Hanno cominciato a sbattermi nelle prigioni di Mosca.
Nel vostro
piccolo mondo
di appartamenti
crescono ricciute liriche per le camere da letto.
Che vuoi trovarci in queste liriche da cani pechinesi?
A me, per esempio,
ad amare
l'hanno insegnato
nelle carceri di Butyrki.
M'importa assai della nostalgia per il Bois de Boulogne,
e dei sospiri davanti ai panorami marini!
Io, ecco,
m'innamorai
dallo spioncino della cella 103,
di fronte all' "Impresa pompe funebri".
Chi vede tutti i giorni il sole
dice con sufficienza:
"Cosa saranno mai quei quattro raggi?"
Ma io
per un giallo illuminello
sopra un muro
avrei dato allora qualunque cosa al mondo.
Vladimir Majakovskij
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odioilvento · 1 year
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Qui, comunque vada. Perché puoi chiudere porte, aprire portoni, sbirciare dallo spioncino o shakerare il mondo, ma se qualcuno è nel cuore da lì non esce.
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elorenz · 10 months
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Uno dei peggiori risvegli di sempre.
Col latte appena messo sul fornello sento suonare il campanello. Lo ignoro e mi siedo al tavolo cercando di mettere a fuoco l'ambiente. Risuonano, socchiudo la porta della cucina col piede e mi stropiccio gli occhi, la luce del giorno comincia a perdere la sua tonalità bianca. Prendono a bussare alla porta. A quel punto spegno il latte sul fuoco e spio dallo spioncino. Due poliziotti in divisa stanno fermi davanti al portone di casa, si guardano l'un l'altro tesi.
Oddio, che cazzo è successo? Chi è morto? Mia madre? Forse a casa è caduta dalle scale e si è spezzata il collo, porca troia! Le avevo detto di vendere quella stamaledetta casa e alla fine c'è morta... aspetta! È ancora via e non può essere lei. Mio fratello? Forse facendo il turno di notte è successo qualcosa, un alcolizzato oppure un drogato deve... oh merda... qualche vicino pezzo di merda deve aver sentito che mi spacco di canne ed hanno chiamato la polizia... oh Gesù sono qua per me, hanno un foglio in mano, forse è un mandato di perquisizione, merda cazzo ho pure la bilancia di precisione... la uso per il lievito dei dolci e per le ricette ma a loro non frega un cazzo, mica ci spaccio porca vacca! Mi devo sbarazzare del fumo, dove diavolo lo tengo, dov'è??
Bussano nuovamente.
Okay, calmo sorridi e sii cortese. Apro la porta di un piccolissimo spicchio, una leggera fessura che lascia intravedere metà del volto. Buongiorno saluta il poliziotto, Buongiorno rispondo acuto come se qualcuno mi strizzasse le palle. Mi schiarisco la gola e riprendo il controllo, apro un po di più la porta. Prego dico scendendo di qualche tono sulla voce. Il poliziotto abbocca all'invito e mi spiega che è stato chiamato per disturbo alla quiete pubblica e violenza domestica, dice che la signora del piano di sopra ha chiamato perché quelli sotto di lei, i miei vicini, hanno scatenato l'inferno questa mattina.
"La verità è che mi sono appena svegliato" il poliziotto guarda il suo orologio che segna le 11 "e non ho sentito nulla. Comunque urlano spesso." Ah si? Domanda lo sbirro. Cazzo ma perché non chiudi quella bocca penso maledicendomi.
"Eh, sì" rispondo "sa come sono le famiglie..." ed alzo le spalle. A quel punto l'altro poliziotto va a bussare alla terza porta nel disimpegno del palazzo. Lo sbirro che rimane mi osserva, io sorrido come un ebete. Quindi non ha sentito nulla? Mi domanda nuovamente. "Uhm, no" dico "ho il sonno pesante" e sorrido nuovamente. Dopo qualche secondo di silenzio mi ringrazia e raggiunge il collega. Chiudo la porta, verso il latte nell'acquaio, mi accendo una sigaretta e prendo il macchinario che misura la pressione.
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pump-e-bucanieri · 2 years
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Avena
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Sciogli via il miele dal cucchiaino soffi la cenere dallo spioncino. Ecco, d’autunno, mi risveglio al pallore Eccolo Ottobre mi arriva nel cuore. Amico mio caro che leggi con me la senti la nebbia che pesante che è? Senti il macigno che stiamo vivendo D’estate, d’autunno e via via dicendo? Ma che ce ne importa se abbiamo la nebbia, cancella via tutto, di latte, di panna. e come un bel foglio bianco d’avena ci lascia riscrivere quel che non c’era.
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stocatzo · 1 year
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potrei anche provare a parlare di ieri sera, del fatto che è stata la bella serata che mi ero immaginato, di come oggi (sonno a parte) sappia che devo stare nel mio, non devo avere ASPETTATIVE.
Quanto tempo è passato da quando ho incontrato una persona appassionata, decisa, spiritosa e intelligente? Non saprei, non credo di essere in grado di quantificare tutto il tempo.
EPPURE (perchè non può andare come vorrei io)
so che i sogni che sono invecchiati con me relativamente ai rapporti che vorrei (e sottolineo vorrei) sembrano irrealizzabili, oppure li percepisco così grazie al mio superpotere che merdifica tutto ciò che immagino nell'euforia dello slancio iniziale.
In realtà mi sto rendendo conto di una cosa che già so: io non ho rinunciato a nulla, sono nella spasmodica attesa di qualcuno che possa guarire la mia smania di essere così, che sappia abbracciarmi così forte da farmi sentire casa.
Devo SMETTERLA di attendere, di restare dietro il mio spioncino in attesa di qualcuno che succeda, di qualcosa che mi strattoni.
Per favore riprenditi in mano quello che ti spetta, ti prego
06/03/2023
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Se la vita è una scopata, io me la sto vivendo sbirciando dallo spioncino.
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gcorvetti · 1 year
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Che te pare?
Leggo che lo Zio Bill (Gates) quello che ce l'ha micro e soft, ovvio che la moglie lo ha lasciato va bè i soldi però troppi anni con sto micro e soft porella avrà voluto qualcosa di più macro e hard, comunque levando queste basse battute da bar, infatti me la disse un tizio in una delle antiche serate alcoliche di una volta, sembra oramai veramente un ricordo lontano quel periodo che è una grossa fetta della mia vita a pensarci, fortuna che la scorsa settimana ho "festeggiato" 3 anni ad alcol zero, si solo acqua, no no no bevande zuccherate o pseudo non alcoliche, che sono fatte per non farti perdere il vizio, non contengono alcol ma il gusto è quello, psicologico sottile. Ma torniamo allo Zio Bill, leggo che dice che le AI o IA sono una cosa buona, riporto dal post: "Le AI cambieranno il mondo e risolveranno le diseguaglianze". Link in fondo. Ora, partendo dal fatto che Bill, come dicono anche nell'articolo, non è proprio al di fuori dei giochi, si lui non ha più niente a che fare con Microsoft, incassa solo i soldi, ma diciamo che è come Mangiafuoco, questa frase "risolveranno le diseguaglianze" è più o meno la stessa che disse per internet e il lavoro online, non ho trovato il video ma in un'intervista degli anni 90 diceva più o meno che : "Pensate potrete lavorare da casa, senza dovervi spostare, risparmierete denaro e avrete una vita più tranquilla". Adesso, io c'ho lavorato online, più di una volta, ma non per la pandemia, lavori che sono concepiti così da farsi online da casa, si è vero la vita è più rilassata ma bilancia il fattore di altissimo stress di quei lavori, questa come esperienza personale, per quanto riguarda il denaro, il salario non ne fece menzione, giustamente dipende dal tipo di lavoro e dal datore, ma diciamo che questi lavori online sono più o meno come quando vai a fare una stagione estiva nel villaggio turistico, una rottura di coglioni continua e pagata male. Poi c'è anche stata la pandemia, che lui aveva anche previsto, non dico che è colpa sua come certa gente, ha semplicemente fatto una previsione con un margine di errore molto ampio, poteva anche sbagliarsi; con la pandemia si è stati costretti un pò tutti a fare le cose online, con tutte le problematiche di questo mondo, connessioni lente, computer non all'altezza, utenti non all'altezza, ecc ecc, ho letto di persone che volevano distruggere il pc perché non riuscivano a visualizzare la chat, la sentivano ma non vedevano, solo per lezioni a scuola, figuriamoci se c'è un datore di lavoro che ti dice :" LEI perché non accende la webcam, voglio vedervi in faccia tutti, su su, non sia timido" e tu sei a casa con la faccia addormentata il caffè in mano e il pigiama sporco di salsa della pasta della sera prima.
Eh i tempi sono cambiati, non siamo più schiavi di un lavoro monotono e logorante, adesso siamo schiavi di tutto, rinchiusi dentro le nostre vite miserabili e dallo spioncino guardiamo quelle degli altri, senza pensare che ognuno di noi ha la sua battaglia da combattere, ma se la battaglia è più o meno la stessa perché non la combattiamo insieme? Semplicemente perché il sistema vuole che tu ti isoli così potrà bombardarti mediaticamente a libitum, cosa se ne fanno di persone che si incontrano e parlano tra loro per ore, giornate intere; niente! Il sistema si inceppa. Zio Bill che paraculo.
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bicchiere · 1 year
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Svuoto 'na clique dentro il back prima del live Te che te vuoi vive' la mia Trap Life Guardavo dallo spioncino che dovevi nasce Diffidando del vicino, horror movie, Slasher Flash di noi, in 18 dentro 'na cucina Col mio ex bro che cucina, in dritto dalla sera prima Young Vets, sempre sopra al blocco in jeans & Black Cat Rapper Noyz, torno per fumarmi voi toys
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hermioneblk · 2 years
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Only Murders in the Building - S01 | E07 - 08 - riassunti e commento
7. Il ragazzo della 6B
Questo episodio per quanto un po’ esasperante è tutto concentrato sulla figura di Theo il figlio di Teddy lo sponsor del podcast. Dato che Theo è sordo nessuno dirà una parola durante tutto l’episodio e un po’ vedremo Theo leggere le parole sulle labbra degli altri e un po’ osserveremo il linguaggio dei segni tutto con sottotitoli che ha reso sicuramente la visione più ardua ma la recitazione è stata superba.
Theo aveva visto i quattro ragazzi entrare nel suo appartamento restando nascosto in una stanza con uno spioncino e aveva visto Zoe rubare l’anello con lo smeraldo. Quando la notte della festa sull’attico vanno tutti in cima con lo stesso ascensore Teddy si accorge che Zoe gli ha rubato l’anello e ordina al figlio di riprenderselo. Theo affronta Zoe e durante un battibecco per sbaglio lui la spinge giù dal balcone. Tim ha visto tutto. Theo corre dal padre e lui gli dice che non si deve preoccupare poi minaccia Tim affinché non dica niente.
Mentre Charles è impegnato con la fagottista Mabel e Oliver sulle tracce di Theo scoprono le malefatte del padre: la stanza dove stava nascosto Theo con lo spioncino è un luogo in cui il padre Teddy tiene tutta la refurtiva i gioielli che ruba dalla sua ditta di onoranze funebri, spoglia i cadaveri di tutti i loro averi e se ne appropria per rivenderli. Tim dunque aveva cominciato ad indagare su questi traffici.
8. Fan fiction
Theo imprigiona Mabel e Oliver e chiama il padre. Teddy li minaccia affinché chiudano il podcast ammettendo che si è trattato solo di un suicidio…
Tornando a casa Oliver e Mabel si imbattono in tre fan del loro podcast e li invitano a collaborare con loro all’indagine. Hanno anche parlato con la poliziotta che ha dato loro il telefono di Tim e lei li sprona a trovare un movente e risolvere il caso. Grazie all’aiuto dei fan si giunge alla conclusione che Tim è stato ucciso da Teddy dato che lo ha scoperto mentre indagava sui suoi traffici cosa che hanno approfondito grazie alle informazioni salvate sul telefono di Tim: voleva smascherare il traffico di gioielli di Teddy trovando lo smeraldo. Il podcast viene fatto uscire con questa conclusione e la poliziotta è soddisfatta e ha mandato ad arrestare Teddy anche per i suoi traffici. Però nel frattempo arriva la risposta dell’esame tossicologico fatta al cadavere di Tim: è stato avvelenato. Tra l’altro Theo e Teddy erano stati visti grazie alle telecamere lontani dall’appartamento di Tim all’ora dell’omicidio dunque vengono scagionati: hanno sparato a Tim dopo averlo avvelenato…
Quando Charles va a bussare all’appartamento della sua fagottista e la trova morta…
Commento:
La trama sta andando sempre meglio e l’intuizione del giovane fan è interessante soprattutto perché nessuno di noi spettatori c’era arrivato: perché Teddy avrebbe dovuto sponsorizzare un podcast che parlava di un omicidio fatto da lui? Già chi è stato allora? Alcune riflessioni: se la gatta è stata avvelenata proprio come Tim non può essere stato il suo padrone e dunque non fingeva quando aveva paura del sangue…
L’episodio 7 senza battute parlate è stato arduo da seguire per me perchè detesto leggere i sottotitoli… Ma è stato un tocco artistico che ci ha permesso di entrare nell’ottica di Theo, il figlio sordomuto di Teddy.
La nuova donna di Charles, la fagottista è insopportabile e solo dopo averla vista fatta fuori (sarà vero o è successo come al cane?) si può sperare che non ci sarà anche nella seconda stagione… Però il modo piuttosto ironico con cui è stata presa quella storia d’amore non la rende così detestabile, anche se se ne poteva fare a meno. Il personaggio di Mabel diventa sempre più interessante, è adorabile come si rapporta a quei due che ai suoi occhi sono decisamente anziani!
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