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#ti vedo e ti piango
turuin · 1 year
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"Cedete lo passo." "Cedete lo passo, tu!"
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cchiddici · 2 years
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Ti viru e ti cianciu.
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Madre di Tito:
"Tito, non sei figlio di Dio,
ma c'è chi muore nel dirti addio".
Madre di Dimaco:
"Dimaco, ignori chi fu tuo padre,
ma più di te muore tua madre".
Le due madri:
"Con troppe lacrime piangi, Maria,
solo l'immagine d'un'agonia:
sai che alla vita, nel terzo giorno,
il figlio tuo farà ritorno:
lascia noi piangere, un po' più forte,
chi non risorgerà più dalla morte".
Madre di Gesù:
"Piango di lui ciò che mi è tolto,
le braccia magre, la fronte, il volto,
ogni sua vita che vive ancora,
che vedo spegnersi ora per ora.
Figlio nel sangue, figlio nel cuore,
e chi ti chiama - Nostro Signore -,
nella fatica del tuo sorriso
cerca un ritaglio di Paradiso.
Per me sei figlio, vita morente,
ti portò cieco questo mio ventre,
come nel grembo, e adesso in croce,
ti chiama amore questa mia voce.
Non fossi stato figlio di Dio
t'avrei ancora per figlio mio".
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Fabrizio De André
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ripartiredazero-blog · 4 months
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Penso di averla superata la nostra rottura, finalmente non provo quel senso di vuoto che mi lasciava la tua presenza/assenza, non piango più la notte perché mi fai stare male, non mi sento più sbagliata per la volontà di stare insieme, non devo più elemosinare amore e finalmente vedo le cose da un punto di vista diverso. Ma ogni tanto mi torni in mente, rivivo tutti i nostri ricordi e mi manchi, mi manca quello che eri quando stavi con me, mi manca la persona buona che eri prima di cambiare dandomi la colpa di tutto, ma comunque so che quello che mi manca è solo il ricordo di noi. Tu ora non ci sei più, o meglio sei cambiato così tanto che non ti riconosco e mi va bene così, finalmente l'ho accettato, viviamo entrambi una nuova vita, ma ogni tanto ti penso...
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è un mondo malato
questo in cui vivo
forse anche tu puoi vedermi
sanguinare
tra i chili di muscoli e di pare
ci sono i morti e ci sono i morenti
salvami da questo male
vedo solo il dolore
attorno a me, il colore
del assoluto malore
il rosso del mio sangue
che scende dalle pupille color marrone
piango perché non c’è via d’uscita
piango perché non c’è una soluzione
a questo mondo distrutto
sarebbe tutto così semplice
se fossimo tutti nel giusto
nessuno che vuole primeggiare
essere meglio di ciò che può essere
invece sono qui
rinchiuso in una gabbia trasparente
mi chiedo chi è lo spettatore di tutto questo
chi si sta divertendo, con il nostro amore infetto
qualcuno ride di noi e non possiamo vederlo
ti prego salvami da tutto questo
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belladecasa · 1 year
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Un paio di settimane fa ho saputo per caso che avevi vinto un festival per un corto sull'assurdo, allora ti ho scritto per sapere se potessi vederlo. Perché, in un certo senso, lo percepivo anche come un mio risultato, dato che quando hai iniziato con il cinema noi ci eravamo appena incontrati. Poi quando non sapevi dove sbattere la testa ti consolavo e te la facevo sbattere sul mio sterno sicura che non si sarebbe mai frantumato, sicura che non si sarebbe incrinato mai di fronte alla sofferenza. Quando hai fatto i tuoi primi set non pagati, 12 ore al giorno, i primi complimenti. Quando sei andato a prendere Paolo Calabresi e non ci sembrava vero. Quando eri diventato amico di Libero De Rienzo e poi è morto e non te ne capacitavi. I primi corti che mi mandavi e le sceneggiature che ti correggevo. Mi dicevi che dovevamo scrivere una sceneggiatura insieme e io ti rispondevo che non so scrivere! Figuriamoci una sceneggiatura! C'ero sempre; in un certo senso mi sentivo una sorta di figura ancillare, pronta a raccogliere e servire i tuoi umori.
E allora? Come potevo non vederlo? E ho pianto due ore dal momento in cui te l'ho chiesto. Non capivo perché, non me l'aspettavo, era come se mi guardassi dall'esterno, uno straniamento. Io penso sempre di essere abituata alla sofferenza, al rifiuto, a non essere voluta, a essere fraintesa; così penso di poter sempre abbracciare nuove sofferenze, nuovi rifiuti, nuovi fraintendimenti. E invece non solo non sono pronta per quelli nuovi, ma non ho mai nemmeno metabolizzato quelli vecchi. Così piango e mi vedo anche piangere piena di sorpresa: carattere, destino, è la stessa cosa o è tutta un'altra? È la stessa cosa. Trevisan con quel carattere ha segnato il suo destino ed è morto, è morto di sé stesso. Morirò pure io di me stessa? Non lo so ancora. Se succederà perdonerò tutti, pure te, che mi hai dato così tanti strumenti appena affilati per odiarmi. E mi sono odiata ogni giorno attraverso le tue parole. Ma non si può smettere di amare chi si è amato davvero, è una condanna. E finché non smetterò di amare forse non smetterò mai di odiare me stessa. Però l'amore per me sai, non è una cometa ma una stella fissa, e ogni sera la rivedo brillare di luce e sai quanto ci mettono a morire le stelle, probabilmente muoio prima io
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Né di sospiri è degna
La terra.
A casa tua si tiene una mostra che ha per titolo due emistichi di una tua poesia. Io non penso al senso oggettivo di quella frase: ai miei occhi non ne ha; penso soltanto allo stato d'animo che ti ha condotto a scriverla, insieme a quelle che la precedono e la seguono. Ora qualcuno pretende che quei versi siano di tutti, per tutti; che abbiano una verità oggettiva dentro. Ma no, io ci vedo solo te, un abisso più profondo di tutta l'umanità considerata insieme: l'uno considerato da solo. Non c'è bisogno di aggiungere e accostare altro a te: tu sei, e vai oltre i margini. Di questo piango: di te solo. Così com'eri mentre scrivevi, dentro l'istante deserto, immerso nella profondità che mi restituisci da guardare, per trovarti.
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princessofmistake · 19 days
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Sto seduto sulla scrivania, con le ossa rotte e gli occhi rossi. Una lacrima scende stupida e ribelle lungo la mia guancia. Non ho il coraggio di asciugarla. Voglio sentirne il sapore acre quando scivolerà sulle mie labbra. Piango perché ti amo. Ti amo talmente tanto che travalico i labili confini che separano amore e dolore. Mai la felicità è stata tanto vicina alla sofferenza. Vorrei che tu fossi qui, Cristo. Ma non ci sei. Sento un senso di vuoto assurdo. Mi manca la sostanza stessa di cui è fatta la mia vita da poche settimane a questa parte. Mi sembra di conoscerti da sempre. Per me la vita ormai inizia quando ti vedo e s’interrompe purtroppo bruscamente quando dobbiamo lasciarci. [...] Il pensiero di te mi lacera il petto. Voglio che tu mi aiuti. Voglio che tu mi aiuti a urlarti quanto conti per me. Voglio che tu mi faccia uscire da questo silenzio e che tu mi permetta di comunicare tutto ciò che sento per te. Voglio che tutto il mio amore per te esca da me come acqua dal getto di una fontana e ti sommerga fino a farti chiedere aiuto per riuscire a liberarti. Ma cosa c’è di più bello che nuotare in un lago d’amore? Potresti imparare a vivere nell’acqua e respirare come in un’altra dimensione. Immergiti in me. Io mi immergo dentro di te.
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È morta la migliore amica di una delle mie più care amiche e sono sconvolta.
Sono sconvolta perché si tratta di una ragazza della mia età, morta mentre camminava per strada e una sorta di tapparella le è caduta addosso.
Sono sconvolta perché era una di quelle persone di cui senti parlare sempre, su cui ti aggiorni in amicizia, quella amica della amica a cui in qualche modo ti affezioni anche solo per la condivsione di momenti e anneddoti.
Sono sconvolta soprattutto perché io non lo posso nemmeno immaginsre come si possa sentire E. Ma come ti puoi mai sentire quando una persona con cui sei cresciuta scompare in maniera così meschina da un momento all'altro??
Piango e mi sento anche stupida perché mi dico che non ne ho il diritto o il motivo. Ma sentire di una coetanea che muore cosi, mi fa sentire così infinitesimamente piccola e impotente che bho. Non contiamo veramente un cazzo e dobbiamo goderci ogni secondo.
Io non vedo l'ora di abbracciare fortissimo la mia famiglia e la mia amica.
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i-am-a-polpetta · 1 year
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sono da poco tornata a casa dalla psicologa e credo che questa sia stata una delle sedute più devastanti che io abbia mai fatto. ho pianto: dall'inizio alla fine. è la prima volta che succede perché solitamente io non piango mai davanti a nessuno. ad un certo punto mi ha detto "si capisce da ciò che mi dici che tu non ti percepisci come persona" quanto ha ragione.... il dolore psichiatrico è un altro tipo di dolore. ti fa stare male senza farti vedere soluzioni. mi ha detto che è una fase della malattia, che le crisi regrediranno fino a farmi tornare in equilibrio. io non so in cosa credere.
domani vedo erry, ho bisogno di sentirmi parte di almeno una delle realtà che percepisco...
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trafavoleeparole · 1 year
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Passa il tempo, passano gli anni.
Tutto cambia.
Tutto muta, tutto evolve.
Tranne me,
che resto qui con un pensiero
ed una paura che non mi lascia mai:
riusciró ad amare ancora
come ho amato te?
Io non lo so,
non lo so e piango,
piango lacrime invisibili che nessuno
potrá scorgere mai.
Ti vedo persino dentro ad un fiore,
ti sento dentro l'aria, dentro al cuore
dove giacciono tutte le cose belle.
E tu non eri solo una cosa bella,
tu eri vita.
E se é vero che nel mondo
esistono 7 anime gemelle
per ciascuno di noi
io ho il terrore che,
semmai dovessi conoscerne
almeno una,
nessuno mai potrá somigliare
nemmeno lontanamente a te.
Sei stato tutto,
quel tutto che dá un senso
ed un sapore alla vita da non desiderare
altro di piú bello al mondo,
ed ora lasciamelo dire:
non so se ho piú paura di scoprire
che per me l'amore non esiste piú
o di innamorarmi di qualcuno
che non sia tu.
- Alessia L. / trafavoleeparole
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iviaggisulcomo · 1 year
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Non siamo mai cresciuti insieme perché tu non hai mai lasciato via dei ciliegi per trasferirti vicino alla mia casa di quel colore giallo paglierino scolorito dallo smog. Non abbiamo frequentato lo stesso liceo del centro, né preso lo stesso treno ogni mattina perché abitavamo in quartieri distanti.
Non sei l'unica persona a cui racconto della figuraccia con la prof. o della brutta cotta che ho preso o di tutte le piccole paure che mi farebbero sembrare strano di fronte a qualsiasi altro. Non sei l'unica persona che è sgattaiolata in pronto soccorso e mi è stata accanto quando mi sono lussato la spalla per la seconda volta. A 12 anni mio padre non mi spiega cosa vuol dire andarsene perché non sono accanto a te quando i tuoi genitori si separano.
Non dormo con te nella tua stanza lilla perché ti senti sola quella notte che anche tua madre non c'è, e non ti abbraccio forte mentre ti dico che se qualche fantasma prova a manifestarsi io me ne scappo dalla finestra e chi s'è visto s'è visto. Quando tua madre si risposa non ti vedo piangere, e non ti ho mai vista smarrita a tal punto di sentirti annientata dalla realtà e abbandonata dal mondo intero.
Non ti accompagno alla stazione quando parti per Parigi, non ti sussurro all'orecchio che ti amo da quando ho memoria della tua esistenza e non piango tornando a casa cercando in ogni modo di trattenere le lacrime. Non ti chiamo quasi tutti i giorni, poi ogni volta che posso, poi ogni volta che puoi, perché non ho sentito la tua mancanza e non avverto la costante paura di perderti.
Non ti regalo una copia dei miei libri preferiti perché non ti ho mai avuta accanto e penso che la vita sia un groviglio inestricabile pieno zeppo di nodi che possiamo sciogliere solo e soltanto con le nostre forze e che nemmeno io posso aiutarti a districare;
e quindi penso di bastare a me stesso ed è giusto che sia così, mi dico, ma questa è una storia diversa in cui tu non ci sei e dove invece io ho sempre desiderato che tu ne abitassi ogni istante, con me.
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donaruz · 1 year
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Tito non sei figlio di Dio
Ma c'è chi muore nel dirti addio
Dimaco ignori chi fu tuo padre
Ma più di te muore tua madre
Con troppe lacrime piangi Maria
Solo l'immagine d'un'agonia
Sai che alla vita nel terzo giorno
Il figlio tuo farà ritorno
Lascia noi piangere un po' più forte
Chi non risorgerà più dalla morte
Piango di lui ciò che mi è tolto
Le braccia magre la fronte il volto
Ogni sua vita che vive ancora
Che vedo spegnersi ora per ora
Figlio nel sangue figlio nel cuore
E chi ti chiama "Nostro Signore"
Nella fatica del tuo sorriso
Cerca un ritaglio di Paradiso
Per me sei figlio vita morente
Ti portò cieco questo mio ventre
Come nel grembo e adesso in croce
Ti chiama amore questa mia voce
Non fossi stato figlio di Dio
T'avrei ancora per figlio mio
(DIpinto "Il Cristo morto"di Andrea Mantegna, pinacoteca di Brera a Milano)
#fabernostrum
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whateverpeoplesayiwas · 3 months
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Specchio, ogni mio riflesso
Il mio riflesso
In quel maledetto specchio
Cambia ad ogni mia promessa infranta
Mi deforma e mi distrugge
Non ho più un viso riconoscibile
Piango sangue all'ora esatta
In cui la mia morale sfugge
E divento così feribile
In un mondo così inetto
La scelta è solo un vincolo
È meglio essere tutto, essere trino
Come Dio o un suo impostore
Mi guardo intorno, buio e disperazione
C'è chi fuma, chi va a dormire tardi la notte
Chi piange senza testimone
Mi chiedo dove sono finito
Sono finito nel ghetto
Dove vivono tutti i riflessi del mio io
E se guardarti mi consola
Provare la tua assenza mi distrugge
Io non esisto, sono solo un riflesso
Di mille versioni di me stesso
Non posso neanche trovarci una coerenza
In tutto questo macello
La mia terapista dice che non c'è successo
Nel districarsi in questo mare nero immenso
Ma allora cosa posso fare
Se non, essere e amare ogni tuo aspetto
Tu che fuggi e io che ti cerco
All'infinito in questo inferno
Così dantesco e così eterno
Dopotutto sono solo uno specchio
Di te e di me stesso
Ti prego
Amami anche solo una volta
Come ho giurato di fare
Tutte quelle notti in cui mi sono fatto male
Piangendo catrame, pensieri tossici
Di cui ho ancora fame
Perché avere solo il tuo ricordo qui
Fa male
Vedo solo un ombra salutante
Tu prendi la via del vento
Come una foglia senza peso
Aspettami ti prego
Ancora un viaggio sullo stesso treno
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giu0lia3 · 2 years
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Mi gira la testa, vedo tutto nero piano piano anche il suono sta scomparendo no vi prego non statemi addosso il soffitto viene giù e io sto soffocando.
A volte parte all’improvviso, a volte le voci lo fanno partire, non ho il controllo, respirare piano mi fa capire solo che crollo.
Piango e stringo i pugni. Dirmi di stare tranquilla non fermerà quest’emozioni.
Non so esprimere quello che provo, ma so che urlarmi contro non fermerà il mostro.
Mi riempiono di gocce per fermare queste urla, ma il tempo che fa effetto ed è già un’altra volta.. tornato.
Qui intorno un casino sembra sia passato un tornado.
Mi gira tutto la stanza sembra un quadrato, seguo i suoi lati questo non sta aiutando.
Mi colpiscono piano le spalle ma sto crollando.. in basso.
Tocco il divano ma non sento più nulla.
È come se fossi chiusa dentro una culla.. fatta di pensieri che la notte mi turba..
Ti sto dicendo di starmi lontana ti prego non urlar..
Mi sento gli occhi addosso manco fossimo allo stadio.
Forse mi merito di stare in questo stato.
La vista va insieme ecco ci risiamo..
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valentina-lauricella · 8 months
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In occasione della seconda visita della cugina Geltrude Cassi Lazzari a Recanati (colei per cui scrisse il Diario del primo amore - 1817)
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ELEGIA II
Dove son? dove fui? che m’addolora? Ahimè ch’io la rividi, e che giammai Non avrò pace al mondo insin ch’io mora.
Che vidi, o Ciel, che vidi, e che bramai! Perchè vacillo? e che spavento è questo? Io non so quel ch’io fo nè quel ch’oprai.
Fugge la luce, e ’l suolo ch’i’ calpesto Ondeggia e balza, in guisa tal ch’io spero Ch’egli sia sogno e ch’i’ non sia ben desto.
Ahimè ch’io veglio, e quel che sento è il vero; Vero è ch’anzi morrò ch’al guardo mio Sorga sereno un dì su l’emispero.
Meglio era ch’i’ morissi avanti ch’io Rivedessi colei che in cor m’ha posto Di morire un asprissimo desio:
Ch’allor le membra in pace avrei composto; Or fia con pianto il fin de la mia vita, Or con affanno al mio passar m’accosto.
O Cielo o Cielo, io ti domando aita. Che far debb’io? conforto altro non vedo Al mio dolor, che l’ultima partita.
Ahi ahi, chi l’avria detto? appena il credo: Quel ch’io la notte e ’l dì pregar soleva E sospirar, m’è dato, e morte chiedo.
Quanto sperar, quanto gioir mi leva E spegne un punto sol! com’egli è scuro Questo dì che sì vago io mi fingeva!
Amore, io ti credetti assai men duro Allor che desiai quel che m’ha fatto Miser fra quanti mai saranno o furo.
Già t’ebbi in seno; ed in error m’ha tratto La rimembranza: indarno oggi mi pento, E meco indarno e teco, amor, combatto.
Ma lieve a comportar quello ch’io sento Fora, sol ch’anco un poco io di quel volto Dissetar mi potessi a mio talento.
Ora il più rivederla oggi m’è tolto, Ella si parte; e m’ha per sempre un giorno In miseria amarissima sepolto.
Intanto io grido, e qui vagando intorno, Invan la pioggia invoco e la tempesta Acciò che la ritenga al mio soggiorno.
Pure il vento muggia ne la foresta, E muggia tra le nubi il tuono errante, In sul dì, poi che l’alba erasi desta.
O care nubi, o cielo, o terra, o piante, Parte la donna mia; pietà, se trova Pietate al mondo un infelice amante.
Or prorompi o procella, or fate prova Di sommergermi o nembi, insino a tanto Che ’l sole ad altre terre il dì rinnova.
S’apre il ciel, cade il soffio, in ogni canto Posan l’erbe e le frondi, e m’abbarbaglia Le luci il crudo Sol pregne di pianto.
Io veggio ben ch’a quel che mi travaglia Nessuno ha cura; io veggio che negletto, Ignoto, il mio dolor mi fiede e taglia.
Segui, m’ardi, mi strazia, a tuo diletto Spegnimi o Ciel; se già non prima il core Di propria mano io sterpomi dal petto.
O donna, e tu mi lasci; e questo amore Ch’io ti porto, non sai, nè te n’avvisa L’angoscia di mia fronte e lo stupore.
Così pur sempre; e non sia mai divisa Teco mia doglia; e tu d’amor lontana Vivi beata sempre ad una guisa.
Deh giammai questa cruda e questa insana Angoscia non la tocchi: a me si dia Sempre doglia infinita e soprumana.
Intanto io per te piango, o donna mia, Che m’abbandoni, ed io solo rimagno Del mio spietato affetto in compagnia.
Che penso? che farò? di chi mi lagno? Poi che seguir nè ritener ti posso, Io disperatamente anelo e piagno.
E piangerò quando lucente e rosso Apparrà l’oriente e quando bruno, Fin che ’l peso carnal non avrò scosso.
Nè tu saprai ch’io piango, e che digiuno De la tua vista, io mi disfaccio; e morto, Da te non avrò mai pianto nessuno.
Così vivo e morrò senza conforto.
O sol, vedesti in tutto il mondo mai Tanto immenso dolor quant’io sopporto?
Ed ella m’abbandona; e tu che fai, Misero? come l’alma anco ti resta? Solo, in tanto desir come vivrai?
Gelo in mirar l’orribile tempesta Che m’aspetta, e gli affanni e i pianti e l’ire. O sventurato! Ei non può far che questa
Fera vita io sostenga: io vo’ morire.
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