Tumgik
#una ondata di piacere
mariocki · 1 year
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RIP Ruggero Deodato (7.5.1939 - 29.12.2022)
"I've been doing the rounds for about ten years, doing the festivals, where I'm invited for Cannibal Holocaust, you know, and other fairly violent movies; festivals that specialise in exploitation style movies. The people I've met there, the fanbase, the people who actually pay to go and see the movies, the people who take part, are the nicest, most lovely people I've ever met. They may be scary in appearance, with piercings, tattoos and stuff, but they arrive at these conventions with their kids in the prams, dressed up as little devils, but it's like a carnival. They changed my mind about people's appearance; they're incredibly peaceful. These festivals, these conventions, are about having fun in a very peaceful way; it's just a fun weekend."
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mybittersweet · 2 years
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Three acts of desire
Act three. Unity
Stavo sulle tue gambe con le tue mani che mi stringevano il culo. Ti baciavo. Non riuscivo a saziarmi di te e delle tue labbra. Hai alzato il mio abito scoprendo il culo e tirando le mie mutandine verso l'alto. Sentivo come il tessuto si stringeva e cominciava a premere sul mio clitoride ormai fradicio. Ho morso il labbro.
- Ti piace cosi, vero porca? - mi hai chiesto con un sorriso nella voce e sulle labbra.
- Mi piace molto.
Mi stavi guardando. Guardavi come piegavo la mia testa indietro. Come gemevo ogni volta che tiravi le mutandine ancora più sopra. Improvvisamente ho sentito uno schiaffo. E poi un altro più forte. Ho emesso un gemito che sembrava quasi un grido. Un altro schiaffo e un altro grido. E ancora. E ancora. Stringevo le tue spalle dal dolore e il piacere. Ti piaceva tantissimo vedermi così, sentirmi gridare.
- Dimmi quanto ti piace essere sculacciata così?
- Mi piace tanto perché amo le tue mani addosso.
- Ti farò sentire le mie mani addosso.
Dicendomi questo hai tolto il mio abito facendo scivolare le tue mani partendo dalle mie spalle percorrendo tutto il mio corpo fino ad arrivare alle gambe. Poi hai guardato le mie mutandine pensando in che modo avresti voluto toglierle.
- Strappale. Non mi dispiace.
- Quanto mi piace come sei porca.
Mi baciavi mentre strappavi le mie mutandine. Prima a destra e poi a sinistra. Sono rimasta nuda sopra di te. Con il cazzo duro che adesso stava spingendo proprio sulla mia fica. Ho cominciato a muovermi sopra per sentire come scivolava tra le labbra bagnate ma mi hai fermato.
- Devi aspettare un altro po'.
E invece del tuo cazzo ho sentito le dita sul mio clitoride. Facevi i movimenti circolari e leggeri che mi davano i brividi. Esploravi la mia fica con le tue dita. Tutti i punti dove sentivo più piacere. Alla fine arrivando a mettere prima uno e poi due dita dentro facendomi ansimare forte. Le tue dita si sono inzuppate facendo un rumore che potevo sentire mentre le muovevi dentro e fuori. Non potevo non muovermi. Per sentrile ancora più dentro.
- Ma guarda quanto sei bagnata.
- Mi fa bagnare baciarti. Mi fa bagnare guardarti e sentirti. Il tuo cazzo duro mi fa bagnare e ho tanta voglia di sentirlo dentro di me.
- Sei una troia. La mia troia.
- Si, dimmelo ancora.
- Sei la mia troia..e ora ti faccio godere tanto.
Hai preso il cazzo in mano facendo scivolare la cappella sul clitoride in mezzo alle labbra e lo hai messo dentro. Non volevo altro che questo. Mi sono abbassata prendendolo tutto.
- Oh Dio..sì
Non potevo dire altro perché ho sentito una ondata di caldo e freddo che è passata su tutto il mio corpo dalla testa ai piedi. Una sensazione fantastica. Facevo su e giù sentendo ogni centimetro del tuo cazzo che entrava dentro. Tenevi le mani sul mio culo e accompagnavi i miei movimenti aumentando il ritmo. Guardavo come stavi godendo. Come ti piaceva sentirmi tua. Completamente. Il ritmo stava diventando più veloce e hai bloccato il mio corpo con le mani per scoparmi ancora più forte. Come volevi. Sentendomi gridare a ogni colpo che facevi. Mordevo la tua spalla. Stringevo la testa.
- Un altro colpo e vengo...
A questa mia frase ti sei fermato e mi hai messo di schiena sul sedile. Ti sei avvicinato al mio viso.
- Devi venire solo nella mia bocca, troia. Solo così.
Mi hai dato un schiaffo sulla guancia. E mentre scendevi giù hai leccato entrambi i capezzoli. Le tue labbra si sono appoggiate sul clitoride. Lo hai succhiato dando tanti piccoli colpi sopra. Ho messo le mie mani sulla tua testa spingendola contro di me. Di nuovo due dita dentro. Adesso più veloce. Accompagnavano la tua lingua che mi stava leccando. Non riuscivo più a resistere e fermare il brivido che ha fatto scattare tutto il mio corpo. Un orgasmo molto intenso e pieno. Per riempirti la bocca. Hai preso tutto. Hai leccato tutto. Ti ho tirato su.
- Baciami e mettilo di nuovo dentro.
Ti baciavo e sentivo il mio sapore sulle tue labbra, sulla barba, sulla lingua. E il tuo cazzo che hai fatto entrare di nuovo nella mia fica. Mi hai fatto gridare di nuovo perché era troppo bella la sensazione di essere scopata dopo essere venuta. Lo spingevi tutto dentro. Dopo due colpi secchi lo hai tolto e hai fatto il cenno di avvicinarmi. Muovendo la tua mano sopra, sei venuto nella mia bocca tenendo la mia testa con l'altra mano. Dopo sei crollato su di me leccando e baciando le mie labbra.
- Sei fantastica!
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raffaeleitlodeo · 2 years
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Vorrei fare un appello a tutti i miei contatti ---> Nei luoghi chiusi, sui mezzi pubblici, e dove ci sono molte persone in spazi ristretti, vi prego, vi scongiuro: se vi è possibile, continuate a indossare la mascherina (specie FFP2). Fareste un grande, grandissimo, servizio alla comunità.
In questi giorni ho a che fare con la realtà del Pronto Soccorso e di alcuni reparti del S. Eugenio di Roma, e la situazione è vicina al collasso; checché ne dicano i mezzi di informazione e a prescindere dal comunicato rassicurante di quell’assessore o di quel virologo.
Gli accessi di persone con complicazioni legate al covid sta rendendo di nuovo difficile curare chi sta male, anche chi è lì per altri motivi e non per il virus.
Il personale ospedaliero si sta nuovamente contagiando in massa, e in situazioni già sotto organico (come sono i nostri ospedali pubblici) è di nuovo a rischio sia il servizio di Pronto Soccorso sia quello dei normali reparti. C’è nervosismo ed esasperazione. Si stanno provando a ripristinare corsie e spazi covid, ma nessuno era pronto per questa nuova ondata estiva e si procede con caos e difficoltà. Il personale è stanco e provato (metteteci anche il caldo record), e questo aumenta il rischio di sviste ed errori durante il lavoro. 
La mascherina (specie se FFP2) è scomoda, per carità. Anche io non la indosso con piacere, e siamo tutt* stanchi. Ma è al contempo lo strumento più semplice, economico ed efficace che abbiamo per rallentare la circolazione del virus.
Soprattutto se sei una persona giovane e in salute, con questa variante attuale puoi sviluppare covid in maniera asintomatica o quasi, e quindi trasmetterlo - senza neanche saperlo - alle persone fragili che incroci. Sono quelle che finiscono poi al Pronto Soccorso. Questa cosa succede attraverso di noi, anche se noi non ce ne accorgiamo. 
Ma il fatto che non vediamo le conseguenze dei nostri comportamenti, non significa che le conseguenze non ci siano.
Vi prego, vi scongiuro: ci sono persone che stanno morendo nei nostri ospedali, e potrebbero cavarsela se solo diminuisse questa nuova ondata di accessi per covid.
Per noi mettere la mascherina in spazi di rischio è una piccola/grande scomodità. Per pazienti, medici, infermier* oggi può letteralmente fare la differenza tra vita e morte. 
Le pandemie, purtroppo, non finiscono per decreto.
Ringrazio in anticipo chi vorrà condividere, o anche solo riflettere sulla possibilità di indossare regolarmente la mascherina dove serve. Ciao ❤
Urbano Grandier, Facebook 
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carmenvicinanza · 2 years
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Cristina Donati Meyer l’artivista
https://www.unadonnalgiorno.it/cristina-donati-meyer-lartivista/
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L’arte e le idee impegnate e innovative sono “divisive” per natura, non devono piacere a tutti, devono indurre le persone al dubbio, alla riflessione. Le certezze granitiche sono patrimonio di menti poco elastiche e curiose.
Cristina Donati Meyer, l’ARTivista, come si definisce, con le sue opere denuncia problemi sociali.
È fautrice di “una forma d’arte non addomesticabile, non comoda e non adagiata sui sofà delle gallerie rinomate”.
Nata a Milano nel 1985, da una famiglia di origini ebraiche, ha frequentato l’Istituto d’Arte Rudolf Steiner e l’Accademia di Belle Arti di Brera che ha, successivamente, lasciato.
Si definisce ARTivista perché ogni sua opera ha un contenuto di denuncia sociale. Tratta temi forti come l’immigrazione, il razzismo, l’ambiente, la violenza sulle donne.
Lavoro estetico e onirico, pittorico e materico, contaminano il suo impegno sociale ed etico.
Diverse le tecniche che utilizza per mandare i suoi messaggi al mondo. Oltre alla street art, con graffiti e stencil, realizza affissioni, performance e installazioni dal forte impatto emotivo.
Tra le sue performance più famose ricordiamo La morte della sposa del 2013, in cui è rimasta appesa in abito da sposa a Porta Romana per rappresentare le vittime di femminicidio.
Ha colorato con un colorante alimentare rosa acceso parte della Darsena, per ricordare che le donne esistono, non solo in l’otto marzo.
La sua opera Europa, affissa nel 2018 sui muri di piazza San Babila in occasione dell’incontro tra Salvini e Orban, è nata per rendere omaggio a tutte le vittime della rotta balcanica che speravano in un futuro migliore in Europa.
Una delle installazioni che ha destato più scalpore è stata quella sulla statua di Indro Montanelli a cui ha aggiunto, sulle gambe il fantoccio di una bambina eritrea. Qualche settimana prima anche Non Una di Meno aveva protestato contro la statua, colorandola con della vernice rosa.
Nel periodo della prima ondata di Covid-19, ha portato all’attenzione pubblica temi come la drammatica situazione delle RSA e dei tagli alla sanità lombarda.
Ha dedicato anche un’affissione alla comunità cinese in Italia, ingiustamente accusata di aver portato il virus nel nostro Paese e vittima di atti di razzismo.
L’installazione Le donne afghane ringraziano, raffigura una donna afghana crocifissa.
E ancora, gli ‘Umarell dell’Afghanistan’ che ritrae Europa e Stati Uniti come due anziani intenti a guardare un cantiere che rappresenta lo stato dell’Afghanistan, nel cui interno si vedono scene di guerra e abbandono.
Le sue opere si trovano affisse essenzialmente sui muri di Milano, ma si possono ammirare anche in qualche altra città italiana.
Alcune sono state vandalizzate o rimosse, perché considerate scomode.
La sua avversione principale è stata per Matteo Salvini che ha ritratto, quando era Ministro dell’Interno, in versione Robocop, con manganello alla mano, che arrivava dal mare. Mentre eseguiva la sua performance è stata identificata dalla Digos e interrotta dalla Polizia.
‘Una pisciata vi seppellirà’, subito distrutta, ritraeva due bambini intenti a orinare sugli stivali di Salvini nelle vesti di un gerarca fascista.
Subito dopo il risultato delle elezioni politiche del 2022, sui muri dei Navigli, a Milano, è comparsa l’opera Sfracelli d’Italia in cui Giorgia Meloni, leader dei Fratelli d’Italia, in tenuta da boxe, prende a pugni l’Italia dei diritti che è rappresentata da una donna dipinta di bianco, rosso e verde ricoperta dalle scritte inclusività, aborto, stabilità climatica, diritti Lgbtqia+ e così via.
“Non è sufficiente essere donna per rappresentare una novità al governo del Paese – ha commentato. Occorrerebbe pensare da donna e avere a cuore le conquiste del movimento femminile, non avere in mente unicamente fattrici che non possono abortire e soldatesse per la patria, annichilendo tutti i diritti a fatica conquistati dalle donne“.
Cristina Donati Meyer sa di doversi guardare le spalle, è stata più volte segnalata, minacciata, intimorita, ma continua a urlare il suo dissenso con le sue opere.
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title777 · 19 days
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Silvia Dionisio
watched:
Uomini si nasce poliziotti si muore 1976
to watch:
Vacanze sulla Costa Smeralda 1968
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Eat It 1969
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Italiani! È severamente proibito servirsi della toilette durante le fermate 1969
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Il commissario Pepe 1969
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Pensiero d'amore 1969
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Lisa dagli occhi blu 1969
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La ragazza di nome Giulio 1970
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Trasplante de un cerebro 1970
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Lacrime d'amore 1970
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L'arciere di fuoco 1971
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Il bacio di una morta 1974
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Ondata di piacere 1975
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Amore mio spogliati… che poi ti spiego! 1975
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Paura in città 1976
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Natale in casa d'appuntamento 1976
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Noi siam come le lucciole 1976
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Il marito in collegio 1977
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L'inquilina del piano di sopra 1978
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Aragosta a colazione 1979
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La ragazza del vagone letto 1980
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Ciao marziano 1980
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L'ebreo fascista 1980
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Tranquille donne di campagna 1980
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Crema, cioccolata e pa… prika 1981
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notizieoggi2023 · 2 months
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https://notizieoggi2023.blogspot.com/2024/03/odio-contro-di-me-fraintesa-su-balocco.html "Odio contro di me. Fraintesa su Balocco": Ferragni fa la martire da Fazio Chiara Ferragni vuole tornare a piacere a quelli che piacciono e quindi, dopo l'intervista dai molti buchi rilasciata al Corriere della sera, questa sera è approdata in tv da Fabio Fazio. "I social media diventano un incubo quando le cose vanno male, è un gioco. Quando le cose vanno bene ti senti invincibile, quando vieni criticata aspramente ti senti un pò accerchiata ed è stato difficile negli ultimi mesi", ha detto Ferragni, scoprendo che esiste un mondo al di là delle lusinghe e dei complimenti, che ha sempre ricevuto senza colpo ferire. "Sto bene, sono contenta di essere qua, la mia storia è piccola cosi rispetto alle tragedie che succedono nel mondo. Sono stati due mesi e mezzo tosti in cui mi sono trovata al centro di una ondata d'odio. Tu penseresti che una come me è preparata ad un'ondata di odio del genere, perché sono Chiara Ferragni. Sei preparata però niente ti prepara alla violenza di certi attacchi. Niente ti prepara alla violenza che arriva da tutte le parti", ha aggiunto Ferragni, cercando di scivolare ancora una volta dalla parte della vittima. "Il 15 dicembre 2023 la sentenza dell'Antitrust è stata uno spartiacque. Se le persone hanno frainteso, vuol dire che le cose potevano essere fatte meglio. Da lì è iniziato un momento di grande cambiamento", ha dichiarato Ferragni rispetto alla sanzione dell'Antitrust. "Pensavo di non aver fatto nulla di sbagliato. In quel momento mi sono resa conto che se alcune persone avevano frainteso le mie intenzioni, qualcosa che avevo detto o scritto, vuol dire che le cose potevano essere fatte meglio. È stato un momento di grosso cambiamento", ha aggiunto l'influencer. "Avevo fatto in totale buona fede, alcune persone hanno frainteso. Chiedo scusa, non faccio più operazione di questo genere. Voglio restituire tutto [...] Se c'è stato un fraintendimento vuol dire che c'è stato un errore", ha ribadito su insistenza di Fazio. "Adesso c'è una normativa più chiara...", ha detto l'influencer, ribadendo la sua buona fede, prendendosi ancora i meriti del ddl sulla beneficenza. "Non volevo uscire di casa, mi sentivo accerchiata", ha detto Ferragni affermando di voler uscire più spesso "nel mondo reale" e di voler vivere d'ora in poi step by step. E sulla crisi con Fedez, affrontata in maniera molto superficiale da Fazio che, com'era prevedibile, la Ferragnisi è limitata a dire: "Allontanamento definitivo? Vediamo, non so. Dietro qualsiasi mossa io faccio si pensa che ci sia un pool di esperti, non è così. Non è una strategia. Non c'è differenza tra mondo reale e virtuale".
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cinquecolonnemagazine · 11 months
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Aumento di stipendio: il 47% dei campani lo richiede
Le aspettative dei lavoratori campani riguardo all'aumento dei salari per il prossimo anno sono salite in maniera decisa, come rivela il rapporto “People at Work 2023: A Global Workforce View” dell'ADP® Research Institute. Secondo l'indagine, infatti quasi la metà dei lavoratori campani (47,5%) prevede di ottenere un aumento di stipendio nei prossimi 12 mesi, con un incremento medio pari al 5,7%. Aumento di stipendio: i dati in Campania Questo nonostante lo scorso anno in Campania il 48,2% dei dipendenti abbia ottenuto un incremento medio dello stipendio pari al 5,7%. Tuttavia, le aspettative per l’anno in corso traggono giustificazione dai dati ISTAT, secondo cui nel 2022 i prezzi al consumo sono cresciuti nel Mezzogiorno dell’8,2%, implicando quindi una riduzione dei salari reali. A ciò si aggiunge il fatto che, secondo il 39% dei lavoratori campani, le aziende non hanno adottato nessuna iniziativa a sostegno dei dipendenti, per consentirgli di affrontare il complesso periodo economico. Il report, condotto su oltre 32.000 lavoratori in 17 Paesi, circa 2000 in Italia, analizza la percezione che i dipendenti hanno dell'attuale mondo del lavoro e di ciò che si aspettano e sperano di ottenere dal proprio datore di lavoro in futuro. Perché chiedere un aumento? Marcela Uribe, General Manager ADP Southern Europe, commenta: “Il riconoscimento di un aumento salariale è un tema di estrema rilevanza. Qualsiasi somma sia stata concessa ai lavoratori in passato, è improbabile che freni le nuove richieste di un aumento. Con l'impennata del costo della vita, i lavoratori delle fasce di reddito medio-basse hanno riscontrato una forte riduzione del loro reddito disponibile, e anche alcuni lavoratori con redditi più elevati ne risentono. La spesa per i beni di prima necessità, e non solo per i beni di lusso, è stata fortemente compressa a causa dell'impennata delle bollette energetiche, dell'aumento degli affitti, dell'incremento dei tassi di interesse e dell'aumento delle spese alimentari. Anche se l'inflazione ha raggiunto il suo picco, sembra che ci vorrà del tempo per tornare a livelli più sostenibili”. Oltre a un aumento di stipendio, il 31% dei lavoratori campani prevede di ottenere un bonus e il 22% una promozione. In ogni caso, come riporta lo studio, il 49,6% dei lavoratori campani afferma che la retribuzione è il fattore più importante in ambito lavorativo, seguito dalla stabilità (42,4%) e dall’avere piacere a lavorare nella propria azienda (36,7%). Un salario insoddisfacente Un dato che potrebbe essere correlato sia al tasso di insoddisfazione (47,5%) concernente il salario ricevuto, sia al percepito sull’adeguatezza del proprio stipendio rispetto al lavoro svolto: il 43,8% dei campani pensa di essere pagato meno di quanto meriterebbe. “I datori di lavoro hanno il difficile compito di soppesare le richieste di aumento di stipendio con le sfide poste dall'aumento dei costi e dal restringimento dei margini di profitto. I lavoratori sono fiduciosi di ottenere un aumento di stipendio dalla loro attuale azienda, ma in caso contrario è forte la sensazione di potersi assicurare un aumento cambiando lavoro. Le implicazioni per l'acquisizione e la fidelizzazione dei talenti sono enormi. Come dimostra la recente ondata di scioperi in molti Paesi e in diversi settori industriali, molti lavoratori ritengono che non si stia facendo abbastanza e sono disposti ad adottare misure sempre più drastiche, organizzando scioperi per far valere le proprie ragioni e raggiungere un accordo adeguato. I datori di lavoro che non sono in grado di concedere aumenti di stipendio adeguati devono pensare in modo creativo a come soddisfare il personale in altri modi, ad esempio offrendo maggiore flessibilità o altri vantaggi” conclude Uribe. I dati a livello nazionale In Italia, circa la metà dei lavoratori italiani (44,3%) vuole ottenere un aumento di stipendio nei prossimi 12 mesi, sia dal loro attuale datore di lavoro sia cambiando lavoro. In media, si aspettano un aumento dell'6%. Questo nonostante lo scorso anno in Italia il 44% dei dipendenti abbia ottenuto un incremento medio dello stipendio pari al 5,5%. Oltre a un aumento di stipendio, il 28% dei lavoratori italiani prevede di ottenere un bonus e il 19% una promozione. Tuttavia, secondo il 44% dei lavoratori italiani, le aziende non hanno adottato nessuna iniziativa a sostegno dei dipendenti e il 45,6% pensa di essere sottopagato. Foto di Nattanan Kanchanaprat da Pixabay Read the full article
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giancarlonicoli · 11 months
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26 mag 2023 19:44
FAZIO, GIÙ IL CASCHETTO – DANIELE LUTTAZZI AZZANNA GLI “AMICHETTI” GIORNALISTI DEL CONDUTTORE, CHE L'HANNO DIFESO DOPO L'ADDIO ALLA RAI: “NESSUNO DEI GIORNALISTI TV CHE SI SONO OCCUPATI DEL CASO FAZIO – GRUBER, FORMIGLI, FLORIS, GRAMELLINI, SAVIANO – HA AVVISATO L’UDITORIO DI FAR PARTE DELL’AGENZIA DI BEPPE CASCHETTO, LA STESSA FAZIO. OLTRE AL CONFLITTO DI INTERESSI, VA SEGNALATA UNA STORTURA: QUESTA PRASSI DOVREBBE ESSERE VIETATA, PER EVITARE CHE ARTISTI E GIORNALISTI DELLA STESSA AGENZIA FINISCANO OSPITI…” – VIDEO -
Estratto dell'articolo di Daniele Luttazzi per “il Fatto Quotidiano”
Riassunto delle puntate precedenti: da vent’anni Fabiofazio infarcisce di balle vittimistiche il racconto del suo rapporto con la Rai, dove peraltro ha continuato a lavorare bello paciarotto tutto il tempo. Resta da glossare lo storytelling capzioso con cui i suoi amici giornalisti (pidini e/o scuderia Caschetto e/o gruppo Gedi e/o ex collaboratori di Fabiofazio) hanno strumentalizzato il suo passaggio alla Nove evocando a sproposito l’editto bulgaro per fare propaganda anti-governativa.
(Consegniamo agli annali del giornalismo italiano anche l’altra anomalia: nessuno dei giornalisti tv che si sono occupati del caso – Gruber, Formigli, Floris, Gramellini, Saviano – ha avvisato l’uditorio di far parte dell’agenzia di Beppe Caschetto, la stessa di Fabiofazio: bit.ly/3My0evI.
E qui, oltre al conflitto di interessi, andrebbe segnalata una stortura di cui nessuno pare accorgersi: ci sono giornalisti che fanno parte di agenzie di spettacolo. Questa prassi dovrebbe essere vietata, per evitare che artisti e giornalisti della stessa agenzia finiscano ospiti, in via privilegiata, in programmi tv di artisti e giornalisti della stessa agenzia, a scapito di chi non ne fa parte: è una forma di concorrenza sleale.
Questo dumping è anche pubblicità ai privilegiati: alla lunga rende campioni televisivi pure le scartine, e solo perché l’agente potentone può piazzare, dove e quando vuole, chi vuole; in Rai, come se non bastasse, tutto a spese dei contribuenti. Sono anni che lo dico, ma è come parlare al vento: adesso capisco come si sentono quelli di Report).
A Piazzapulita, Formigli (Caschetto) ha chiesto l’opinione di Michele Serra (pidino, Gedi, ex autore e monologhista di Che tempo che fa, e amico di Fabiofazio), dopo un montaggio di frasi salviniane anti-Fazio a corroborare la narrazione falsa del martirio politico.
Serra dice: “[...]Possono piacere o non piacere, ma questo sono: questo era Biagi, questo era Luttazzi, questo era Santoro, questo è Fazio. Si sono messi lì da soli, nessuno li ha messi lì per nomina partitica. Ci sono state due onde anomale nella storia del servizio pubblico. La prima è quella del famoso editto bulgaro di Berlusconi, che non aveva molte simpatie per le persone che ha fatto tacere; e la seconda è questa ondata. Le due ondate sono state in coincidenza di governi molto di destra”.
Ma questo paragone è forzato: nessuno ha fatto tacere Fabiofazio. Peccato che Formigli non gli abbia obiettato: “Fabiofazio aveva dalla sua il Pd e Berlusconi e Conte e Renzi, oltre a Repubblica, Stampa, Corriere della Sera ed Espresso: quali condizioni non c’erano più per lavorare serenamente in Rai? Il nuovo governo Meloni? A Pajetta che se ne andava da una Tribuna politica perché ‘qui c’è Almirante, che è un nemico’, questi replicò: ‘E lei di fronte ai nemici scappa?’”.
Formigli avrebbe sollevato un tema importante: Fabiofazio ha detto che se ne andava perché non è “un uomo da tutte le stagioni”; dunque se ne va proprio adesso che la Rai avrà più bisogno di voci alternative alla destra? Questo vale anche per le dimissioni di Lucia Annunziata (pidina, agenzia Caschetto, ex Gedi, pure lei “non ci sono le condizioni”).
Legittimo che Fabiofazio se ne vada in una tv privata dove potrà fare il conduttore-produttore senza i paletti della tv pubblica, ma in tal caso la sua uscita dalla Rai non è quella, sofferta, dell’epurato politico, come lui e i suoi amici giornalisti hanno insinuato per giorni. [...]
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tempestainmare · 2 years
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Maleficio
Mentire sempre anche d'avanti l'evidenza è la REGOLA PRINCIPE NOI, ma mentire e mentire è mentitre. (francesismo irregolare).
Che nottata piena di messaggi.
L' è tornato a tormentarmi una NOTTE INTERA "SANA SANA" (dialetto napoletano a modo mio).
Intera, per la durata del sonno notturno.
Prima le COSE serie.
Mercatino dell'usato NO ma una pesca di beneficenza si. Il messaggio di una di NOI.
Ottima idea, con umiltà mai e tanta presunzione ti dico: NO! Troppe malattie in giro, nuova ondata di calore per non parlare della sedicesima ondata variata di SARS-COVID.
Le malattie meglio evitarle e come dite voi PREVENZIONE.
Però... per gli amanti delle spese sono iniziati i saldi. I prezzi sono già accessibili. Ieri ho preso belle cosette FIRMATE e non timbrate a poco prezzo.
Cara VV, dove posso trovare uno zainetto cammello nel beige small size?
Cara B., il vostro colore preferito, un neutro da abbinare a qualsiasi combinazione. Gli zainetti sono ovunque, a breve li vedremo anche nei supermercati. Non disperare. Chi persevera, PERDURA.
Cara VV, mio cognato ha regalato a mio marito uno stoccaggio di detersivo e detergenti per il corpo. Come smercciarli?
Cara Silvia, fosse per me li terrei. Non si è mai visto che il bagnoschiuma e il detersivo per i piatti non finisca in una casa. Se proprio non vuoi avere il fastidio in casa, dividili con chi conosci, amici e parenti.
Cara VV., ma il lavoro per le femmine NOI è necessario?
Cara Alessandra, che io sappia no. Conosco il NOI modus vivendi e non vivande. La Noi legge recita "il lavoro è dell'uomo e mai della donna. La donna è sacra agli dei dell'Olimpo."
Cara VV, vuoi fare un piacere a NOI? Spiega alle femmine della mia dio-mensione come si fa a costruire una nave con i mattoncini #lego. Sono stanca di spiegare sempre la stessa cosa, ovvero come mai le mie possibilità economiche non corrispondano al vero.
Cara Diana, a me non devi alcuna spiegazione. La vita altra è proprio questa, apparire non è costruire che non è scrivere. Finchè sono parole, lascia il tempo che trova (NOI). Cambia amicizie. L'unico consiglio che posso dare.
Cara VV, si dice stazione ferroviaria, metropolitana, tangenziale ma come mai i NOI non si capiscono più?
Cara Sissi, lo dici proprio a me? IO sono letterale per eccellenza, mi manca un pezzo come tutti sapete, quello che dici è. NOI vive di interpretazioni ma permettimi di dire che a furia di interpretare non si capisce più niente.
Cara VV, faccio un lavoro e sono fiera di essere te.
Cara Beatrice, ti auguro fortuna e tanta felicità.
Cara VV, dove posso trovare un negozio di Bijoux a parte il tuo? Non mi piacciono per niente la tua linea di orecchini in legno tantomeno quello spaiati colorati.
Cara Benedetta, non ho una linea di orecchini, tantomeno non ho un negozio tutto mio. A parte la mancanza di liquidi, non sono interessata al commercio. Gli orecchini in legno esistono ed è artigianato che io sappia. Ce ne sono di negozietti. Uno l'ho visitato ad Ischia Ponte ed ho acquistato io stessa un braccialetto rigido legno maculato; nella mia città ce ne sono parecchi. Pozzuoli di fronte la cumana. Poi Napoli Centro vari vicoletti tra Port'Alba, Piazza del Gesù e la Pigna Secca. Fiorenzano ha chiuso per riaprire più fritto di prima.
Diceva la regia, San Biagio dei librai, Mezzocannone tutto, i presepi e... NAPOLI.
NOI e #AMAZONPRIME.
4 luglio: Independence Day (la nostra festa, non lo dite a nessuno).
Cara VV, mi aiuti? Spieghi a mia madre che il passaggio è solo tale?
Cara Vanessa, con tutti i SOCIAL che avete voi giovani d'oggi lo chiedi proprio a me che uso una cosa così da falliti che nessuno ne conosce più l'esistenza? Mamma di Vanessa, gli adolescenti possono mentire. I ragazzini, le prime cotte, gli amori estivi. Sono cose che si fanno a 17 anni. I babbo servono proprio a questo, a reggere il gioco. Almeno sai dove la lasci e dove devi andarla a riprendere.
Settimana piena di eventi.
Today is my day.
5 luglio- BIKINI PARTY 6 luglio- KISS DAY 7 luglio- CHOCOLATE DAY
*VV
Bikini party. Mamme care oggi non voglio essere nei vostri panni, anche perché entrare in una 38 sarebbe SATANICO. Il bikini è un costume allucinogeno per la zona inguinale. Cerette, creme, olio. Una giornata al centro estetico. Chi bella vuol apparire, assai deve soffrire. Direi proprio lotta ai peli superflui.
Kiss day. Ma che tipo di bacio intendi mamma? Una festa un po' vaga nel significato. Il Bacio è arte, cibo, cultura, letteratura, anatomia. Domani che faccio? Perdono.
Chocolate day. Ancora peggio. Giovedì siamo tutti appiccicati allo schermo a vedere quello stagionato di Jonny? Quella che fa i cioccolatini è animale blue. Jonny sceglie lei. Lei però deve continuare il viaggio, una stronza come suo padre e sua madre.
Il 6 luglio, nel paese della mia famiglia, loro comandavano un tempo, esiste una panchina con su scritto "del bacio". Ci si reca per la foto bacio con la panoramica sullo sfondo (io).
I 100 scalini del piffero. Non so quante volte sono caduta per colpa vostra e delle vostre cattiverie mentali.
E per noi piccini?
Ad itinere.
L'AMORE è anche questo, la lettera scarlatta L.
Parliamo di lui inesistente. E' tornato per lasciare un messaggio. A me vai bene tu nel letto e tutte le altre nella testa perchè le desidero.
Amore caro, a me va bene il conto in banca. Ti lascio l'IBAN. Si paga in anticipo. Al contrario di quanto si pensi, SI VIVE D'AMORE, è UNA PROMESSA.
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inesistenzadellio · 4 years
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Rabbia pandemica.
Io la rabbia la capisco. Lasciamo stare il modo, il fatto che ci sono più voci che dicono che siano state fomentate dalla camorra o qualunque altra cosa che possa essere solo deprecabile. Parliamo della rabbia, dimenticandoci di tutto il resto. Voi volete dirmi che non siete arrabbiati se richiudono tutto. Io si e a me è piaciuto un sacco il primo lockdown, mi ci sono proprio divertito e sono serissimo. Però la rabbia delle persone la capisco, perché parliamoci chiaro, questo rancore viene dal fatto che tutti abbiamo avuto il sentore che quando le cose andavano bene chi ci governa non abbia fatto un cazzo se non questionare sulle inutilità. Che sia davvero così o meno, ne possiamo pure discutere, ma il messaggio trasmesso è stato quello, e il messaggio è tutto, Salvini docet. 
Nella mia testa si affollano domande come: 
- Perché quando avevamo solo 80 contagi al giorno non hanno fatto un piano per il trasporto pubblico invece di perdere tempo con i monopattini? Bellissimi per carità, ha pure senso nell’ottica di misura accessoria, non però come pilastro portante della nuova mobilità. Poi avete presente che le stagioni cambiano, l’inverno, la pioggia.
- Perché abbiamo disincentivato lo smartworking? Io mi ricordo Sala quando ha deciso che era l’ora che i milanesi tornassero in ufficio non so per quale cazzo di motivo. Certo che alcune cose possono essere fatte meglio in persona, ma insomma, si poteva evitare, o comunque modulare meglio il tutto. 
- I banchi a rotelle. Abbiamo perso settimane dietro sta stronzata. I nostri figli devono tornare a scuola. Col cazzo. Ora non dico tutti, ma almeno da una certa età in cui si è sufficientemente autosufficienti, dovevano stare a casa. Davvero mi volte dire che le scuole non c’entrano niente con l’aumento dei contagi? Qual era il problema? L’impatto psicologico di altri sei mesi di scuola a distanza? Perché l’impatto psicologico di lockdown totali e riaperture ad intermittenza è meglio? Senza poter uscire mai, andare a bere o farsi una passeggiata giusto per il piacere di farla.
- Le vacanze all’estero. Ce n’era bisogno? Non era il caso di vietarle proprio. Noi stavamo andando bene e intorno a noi tutti avevano migliaia di contagi al giorno. E dovevamo sorbirci ogni giorno le lamentele di sti stronzi che tornavano dalla Francia e da Malta (cazzo andate a fare a Malta) e dovevano farsi il tampone, poverini. Dopo ferragosto questo. Prima abbiamo girato lo sguardo dall’altra parte. Non dovevamo farci le vacanze in Italia per aiutare il nostro settore turistico? No. E si, c’erano dei motivi economici per cui le vacanze all’estero andavano lasciate stare, ma tanto ora con quei pochi soldi guadagnati, con un nuovo lockdown possibile, ci si puliscono il culo.
Potrei continuare all’infinito. Davvero pensavamo di averla scampata, quando tutte le fonti più autorevoli dicevano che una seconda ondata ci sarebbe stata? Quando intorno a noi tutto bruciava. Ma a noi piaceva ascoltare Zangrillo dire cose. Ecco, a me pare che come al solito non siano riusciti a guardare ad un palmo dal loro naso, o per meglio dire, non abbiano voluto perché avrebbero perso voti, che adesso perderanno lo stesso, perché il detto “meglio una gallina domani che un uovo oggi” è sacrosanto, ma questa gente che ci governa non sa manco cosa sia una gallina. Ed infatti quest’estate le spiagge affollate, le discoteche affollate, gli aperitivi affollati e poi i giornalisti vanno ad intervistare il povero cristo che alle 17:59 si stava bevendo la sua birra in piena solitudine a un minuto dall’ora del divieto. Non era meglio dedicare più tempo a gestire questi situazioni in modo consono, invece di parlare di plexiglas? E ma le discoteche sono comunque esercizi, ci sono persone dietro che hanno bisogno di lavorare. Giustissimo, ed infatti adesso lavoreranno tantissimo. Oltre a dare soldi a loro per continuare a farli campare, dobbiamo darli anche a tutti gli altri. Ed invece biblioteche, teatri, e luoghi ed eventi che potevano fare da valvola di sfogo sociale oltre che fare bene in generale, chiusi da marzo, Posti in cui sarebbe stato facilissimo fare contigentazione, in modo da far lavorare altra gente che adesso avrà bisogno di sussidi.
Per non parlare del fatto che dovevano creare molti più posti letto in terapia intensiva di quello che hanno fatto. C’era un piano, solo 3 regioni su  21 lo hanno rispettato. La Campania per esempio non l’ha fatto. Per non parlare di confindustria, ma mi sto dilungando troppo e tanto si va sempre a parare sulla stessa cosa.
Ecco, io la rabbia la capisco. La capisco bene. Perché la prima volta non si sapeva che cazzo fare e ci stava tutto, Ora però lo sapevano benissimo e non hanno fatto niente di importante ed impattante, o hanno fatto troppo poco. E girano i coglioni pure a me che dopo 8 mesi mi sarei pure rotto le palle di stare chiuso in casa mentre gli stronzi per mesi sono andati ai comizi e a manifestazioni contro la dittatura sanitaria. 
Ecco, io la rabbia la capisco.
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ilmerlomaschio · 3 years
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Ho incontrato un uomo maturo e ho goduto come non mai
Lara Stella
https://www.prive-advisor.com/ho-incontrato-un-uomo-maturo-e-ho-goduto-come-non-mai/ 
L’estate era ormai finita e dovevo ammettere che c’era qualcosa delle giornate in spiaggia a mancarmi terribilmente: gli sguardi sul mio fascinoso corpo esposto al sole e a tutti coloro che volevano ammirarlo. La mancanza era così grande che avevo cominciato a mettere foto sempre più spinte di parti del mio corpo sul web.
I miei piedini smaltati di rosso sui miei sandali tacco dodici, la foto delle calze che finivano sulle cosce poco prima di vedere il mio sedere tondo, la mia scollatura sempre più accentuata a mostrare quei due meloni maturi. Tanti piccoli dettagli che non svelavano nulla di me, se non il mio crescente ego che aumentava ad ogni apprezzamento.
Certo, non erano per niente paragonabili alle calde occhiate sul lettino che ricevevo silenziose: queste erano molto meglio. Erano dirette, a volte anche volgari, e dovevo ammettere che nonostante lo shock iniziale di leggere certe parole rivolte a me, avevano poi un lato decisamente intrigante che mi si rispecchiava nel corpo.
Un giorno, dopo aver sfogliato i vari commenti, cominciai a fantasticarci sopra durante una rilassante doccia. Immaginavo questo uomo misterioso senza forma apparente mentre mi accarezzava il corpo, mentre percorreva le mie linee nude prendendomi senza remora alcuna.
Con gli occhi chiusi e la doccetta che mi scaldava il corpo già bollente, feci un passo avanti a scontrarmi con il freddo muro. I miei seni schiacciati sulle piastrelle mi fecero avvertire una sensazione unica di eccitazione. “In fondo sei una puttanella” diceva la voce immaginaria della mia testa rifacendosi ad un commento. “Te li strizzerei quei capezzoli fino a farti urlare di piacere.”
L’eccitazione in doccia
Cominciai ad ondeggiare sul muro come fosse un corpo pronto a darmi piacere ed estrassi persino la lingua alla ricerca del sapore di quell’uomo immaginario, leccando però solo il vapore sulla parete. Ero in estasi e lo ero per nulla. Mi toccavo, mi pizzicavo, andavo a cercare un piacere che non potevo certo darmi da sola, mentre la doccia continuava a solleticarmi i capelli.
Affondai le dita sul mio sesso, sempre di più, sempre più a fondo, alternando le mie mani sul clitoride sfregandolo e stringendolo ossessivamente. Godevo, ma non abbastanza, piagnucolavo sapendo che nessuno dei miei sforzi avrebbe rimpiazzato la realtà dei commenti che mi bramavano.
Avevo bisogno di un uomo, delle sue mani ruvide, dell’invadermi del suo sesso in ogni buco che madre natura mi aveva fornito.
Con la voglia ancora sulla pelle uscii dalla mia doccia ed ancora con l’asciugamano solo a coprirmi ed i capelli che gocciavano fino al pavimento, esposi tutta la mia voglia ancora in circolo fotografando il mio labbro mordicchiato in maniera peccaminosa con sotto il mio corpo bagnato e seminudo. Non tardarono certo i soliti commenti che questa volta mi colpirono direttamente.
«Ti strapperei quell’asciugamano da dosso e ti sbatterei lì davanti allo specchio così che tu possa vedere le smorfie del tuo piacere.»
«Già, peccato la distanza.»
risposi già eccitata da quelle sole semplici parole.
L’incontro
Quando scoprii che quell’uomo abitava nei paraggi di casa mia, non ragionai più spinta dalla sola e impellente voglia di sentire quelle parole divenire realtà. Gli diedi l’indirizzo di casa e lo aspettai esattamente com’ero. Non ebbi neanche tempo per razionalizzare che cosa avessi appena fatto, ero così tesa che non mi importava di altre futili cose.
Chissà che cosa sarebbe successo, chissà che cosa mi avrebbe fatto; queste domande continuavano a susseguirsi nella mia mente accompagnate dalle supposizioni che tenevano teso e bagnato il mio corpo nella sua attesa.
Quando suonò al campanello mi si fermò il cuore solo per qualche momento per poi riprendersi condito da tutta la perversione che mi portavo dietro. Non mi feci fermare da nulla, nemmeno alla presenza di quell’uomo decisamente più grande di me.
Alla vista dei suoi capelli brizzolati e dei suoi occhi profondi, non riuscii a dire né pensare nulla se non connesso alla mia crescente lussuria. Un uomo maturo avrebbe sicuramente trattato il mio corpo come meritava e questo accresceva la mia impazienza.
«Sei proprio come immaginavo, così giovane e così porca.»
Le sue parole come le sue mani arrivarono dritte al mio corpo e si convogliarono in voglia liquida che senza impedimenti mi inumidiva tra le gambe. Lo guardai negli occhi e mordendomi il labbro mi accertai che il suo sguardo fosse sul mio volto per lasciar poi cadere l’asciugamano a terra e decretare con una sola mossa la mia resa. Una sola occhiata mi percorse dalla testa ai piedi rendendomi così ancora più nuda.
«Lo sapevo che eri una puttanella e adesso sarai la mia.»
Mi cinse la vita e mi fece aderire al suo corpo che sebbene vestito mostrava già segni chiari della sua virilità. Una sua mano scese poi sul mio sedere, stringendolo con le unghie, mentre l’altra armeggiava con la patta dei suoi pantaloni per liberare il suo grosso sesso.
Mi distaccai per guardarlo e nell’attimo in cui lo feci mi salì l’impellente voglia di assaggiarlo.
Lussuria
Come se mi avesse letto nel pensiero, mi mise una mano sulla spalla a farmi scendere ed io acconsentii maliziosa.
Mi avvicinai alla punta bagnata del suo membro sospirandoci sopra prima di farlo sparire tra le mie labbra. Cominciai a giocare con la lingua muovendola sul glande, ma all’uomo brizzolato non bastavano i miei giochetti da ragazza e prendendomi per i capelli mi spinse a divorare sempre di più la sua asta facendola penetrare fino alla gola.
Quando riuscii a prendere aria, mi staccai da lui pronta a prendermi la mia dose di piacere. Mi trascinai fino al divano e mi stesi languida sulla sua superficie di pelle. Lui mi raggiunse lasciandosi dietro i vestiti ed arrivando da me completamente nudo.
Infilò una mano tra le mie gambe portando via un po’ del bagnato che da minuti continuava a palesarsi su di esse.
«Una puttanella vogliosa. Dimmi, quanta voglia hai di sentire il mio grosso cazzo fotterti?»
Ed ecco che le parole volgari di nuovo facevano breccia nel mio intimo fino a spingermi a rispondere.
«Tanto.»
sussurrai a fior di labbra mentre lui già bramoso si spingeva alla mia entrata.
Rozzo.
Forte.
Virile.
Mi entrò dentro fino a toccarmi l’anima.
Spalancai gli occhi e la bocca per assecondare quell’improvvisa ondata di piacere che mi invase. Dalle stesse labbra uscirono poi versi di goduria ad ogni suo movimento secco. Non riuscivo a trattenermi, non volevo farlo.
«Sentila come gode la troietta.»
mi incitò spingendosi ancora oltre la mia pelle.
Il rumore dei nostri corpi che sbattevano l’uno sull’altro si alternavano ai miei lamenti guduriosi, incitandoli. Più il suo bacino schiaffeggiava le mie cosce, più la mia voce urlava con tutto l’animo la lussuria che ne scaturiva. Le sue dita possenti tenevano salda la mia pelle imprimendosi su di essa mentre cercava di tramutare l’ardore di mille parole in gesti.
Mi scopava, mi fotteva, mi possedeva come nessun ragazzo aveva mai fatto con il mio corpo. Aveva tutto il vigore di un uomo passionale e tutta la resistenza di uno maturo, un’esperienza unica che stavo vivendo pienamente dentro di me. Quando il suo climax salì, le gocce di sudore avevano sostituito quelle della doccia sulla mia pelle e il mio corpo era completamente devastato dall’amplesso tanto lungo quanto intenso.
«Ho voglia di sporcarti tutta.»
disse rantolando un piacere che non vedeva l’ora di uscire.
«Fallo.»
esclamai mentre con le mani stringevo sui miei seni l’attesa del suo seme caldo.
Uscì dal mio sesso e schiacciò il glande sul mio pube, lo sentii bollente ad annunciare i fiotti che altrettanto intensi mi avrebbero ricoperto il corpo. Con quel calore improvviso sulla mia pelle, lui mi sorrise rivestendosi e guardando soddisfatto il suo lavoro.
Rimasi nuda sul divano, stesa ed esposta ai suoi occhi, ad essere ammirata ancora una volta. Mi sentivo puttana, mi sentivo bellissima, mi sentivo pienamente soddisfatta e nella mia mente sentivo di aver trovato quel tassello vuoto lasciato dal mio esibizionismo estivo.
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toscanoirriverente · 3 years
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Matteo Renzi: «Conte mi accusa? Malato di complottismo. Ma con Draghi sono arrivati i risultati»
Senatore Renzi, Giuseppe Conte sul «Corriere» la accusa di essersi prestato a un’operazione per farlo fuori. «Nessuna operazione men che mai segreta: ho lavorato alla luce del sole perché pensavo che Draghi fosse meglio di Conte. Dopo le prime settimane lo penso ancora di più. Non solo non mi nascondo, dunque, ma rivendico questa operazione. Le accuse che Conte mi rivolge sono per me medaglie al merito».
Non crede quindi che vi fossero, come dice Conte, interessi politici economici che convergevano per farlo saltare? «Il complottismo è la malattia di chi non si assume mai le proprie responsabilità. Tutti i media erano schierati contro la crisi, il Pd diceva o Conte o morte, Confindustria sponsorizzava i ministri uscenti fino all’ultimo. Ma quali complotti? Un interesse economico per sostituire Draghi con Conte effettivamente c’era: quello dei nostri figli. Il debito pubblico oggi è in mano più sicure. E io sono orgoglioso di ciò che abbiamo fatto da soli, controcorrente».
Non lo ha fatto saltare, come sostiene Conte, perché Iv non decollava nei sondaggi? «Solo da noi si confondono i sondaggi con la politica. La decisione costante basata sul consenso anima il Grande Fratello, non il Parlamento. Temo che Casalino e Conte non abbiano fino in fondo capito la differenza. Quanto ai sondaggi: ci danno sempre per morti. Però nel 2018 abbiamo impedito il governo Di Maio, nel 2019 abbiamo impedito il governo Salvini, nel 2021 abbiamo impedito il governo Conte ter. Lasciamo pure che gli amanti dei reality si trastullino coi sondaggi, noi facciamo politica. E i risultati arrivano. Gli altri fanno le somme dei sondaggi, noi facciamo la differenza con la politica».
Uno dei punti da lei contestati a Conte era il Pnrr. L’ex premier dice che il suo e quello di Draghi sono praticamente uguali. «Per fare un paragone bisogna conoscere almeno uno dei termini della questione. Conte non aveva letto il Pnrr del suo governo come scoprimmo con sorpresa a dicembre 2020. Da quello che dice evidentemente non ha letto neanche quello di Draghi. La svolta tra i due governi è evidente non solo sul Pnrr, ma anche sui vaccini, sulle riaperture, sul ruolo internazionale dell’Italia. E naturalmente passare da Arcuri a Figliuolo è un piccolo passo per il governo, un grande passo per gli italiani. Spero che si faccia presto una commissione di inchiesta così capiremo che fine hanno fatto in banchi a rotelle di Azzolina, i ventilatori cinesi di D’Alema, le mascherine di Arcuri. Troppi soldi sono girati sempre dagli stessi uffici, presto capiremo perché».
Lei ha presentato una denuncia sul servizio di «Report» che ha mandato in onda un filmato di un suo colloquio con Marco Mancini, sostiene di essere stato intercettato e seguito. «La versione di Report è piena di contraddizioni. La testimone si confonde più volte sul chi è partito prima, sul cosa ha ascoltato, dice cose che poi nega, afferma di aver visto le macchine andare in due direzioni diverse, il che da un autogrill imporrebbe di andare contromano. Su questa cosa vogliamo solo sapere se la Rai manda in onda dei video falsi. E non per me, ma per i cittadini che pagano il canone e hanno diritto a un servizio pubblico di verità. Noi difendiamo il giornalismo di qualità, non un racconto che fa acqua da tutte le parti. Sono a disposizione per intervenire stasera in diretta a Report e commentare i servizi sapientemente tagliati dalla redazione. Sono certo che Ranucci — nominato vicedirettore da questa Rai — mi chiamerà sicuramente. Ci metto la faccia e chiedo par condicio rispetto a chi mi accusa con voce camuffata. E dopo Report sono pronto ad andare al Copasir e in Vigilanza: su questa cosa si va fino in fondo».
Mancini è un personaggio controverso. «Stiamo parlando di un dirigente dello Stato peraltro molto vicino all’allora premier Conte. In ogni caso io non ho nulla da nascondere: se volessi organizzare qualche incontro riservato le garantisco che non lo farei all’autogrill di Fiano Romano, uno dei più trafficati d’Italia, ma tra quattro mura protette. Chi vice di complotti ha un grande nemico: il buon senso. Se sono con Mancini all’autogrill, all’aperto, significa che non ho paura di farmi vedere. Gli scandali veri sono gli incontri segreti di Davigo, il grande moralizzatore che comunica notizie riservate a Nicola Morra, parlamentare dei Cinque Stelle, in un sottoscala del Csm. Io non sono Davigo, giustizialista con gli avversari e divulgatore di notizie con i parlamentari amici».
La campagna vaccinale sembra aver ingranato, ma con le riaperture non c’è il rischio che riprendano i contagi? «Le riaperture sono un dovere morale e una priorità economica. Prima togliamo questo folle coprifuoco meglio è. Il virus non diventa più cattivo alle 22 e noi abbiamo bisogno di tornare al ristornate, al cinema, a teatro. Per uccidere il virus servono i vaccini, non le prediche laiche di qualche catastrofista. Chi tifa per la quarta ondata — come qualche virologo già in crisi di astinenza da Tv — dovrebbe domandarsi perché in Israele, nel Regno Unito, negli Stati Uniti sono già tornati alla normalità. Meno allarmismo e più vaccini. E meno male che la coppia Draghi-Figiuolo ha preso il posto di Conte-Arcuri».
I suoi avversari le contestano le conferenze in Arabia Saudita. «E questo dice molto di loro. Come tanti ex premier, anche italiani, viaggio per il mondo. I miei movimenti bancari sono segnalati come per tutti i politici, la mia dichiarazione dei redditi e pubblica, la mia attività rispetta la legge. Se vogliono impedirmi di fare ciò che è lecito e legittimo possono cambiare la legge. Non chiederò loro invece di cambiare argomento semplicemente perché non ne hanno altri. Aver tolto Conte per mettere Draghi è stato un servizio al Paese. Parlino pure delle conferenze se non sanno cosa altro dire, ormai è l’argomento a piacere di tutte le interviste».
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scatchan · 3 years
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Ciao a tutti sono scat Chan, oggi vi racconterò una mia esperienza successa quattro anni fa a casa di una mia amica.
Era un giorno di inverno, precisamente dicembre, ero a casa di una mia amica per un compito scolastico, di terza media
Dovevamo fare una ricerca su Giosuè Carducci, quel giorno avevo mangiato del cibo messicano piccante mischiato con due banane e un pollo rinforzante con caffè alla fine, il caffè l ho bevuto di nascosto dato che i miei non volevano che lo bevessi, inoltre non andavo in bagno da due giorni ma mi sentivo bene quindi decisi di prepararmi per il pomeriggio e andare a casa della mia amica,
Una volta arrivata lei mi accolse con un abbraccio, non vedeva l ora di incominciare la ricerca insieme a me, dato che per una settimana è stata col raffreddore e non ci siamo visti per nulla.
Dopo pochi minuti sua madre se ne andó a lavoro me tre suo padre non c'era, così abbiamo iniziato il nostro lavoro intente a finirlo Il prima possibile perché volevamo giocare, dopo circa un'ora e mezza finimmo il lavoro e tutte soddisfatte ci mettemmo davanti la TV per giocare con la Xbox One, dopo qualche minuto iniziai a sentire una strana pressione sulla pancia ma essendo poco meno di un leggero fastidio lo ignorai, pensando fosse colpa del piccante, continuammo a giocare divertendoci e sgranocchiando cereali al farro, dopo un oretta di gioco la mia amica volle chiare chiedendomi se mi andava di giocare al twister, accettai subito pensando fosse un ottima idea dato che non ci giocavo da molto tempo, beh che dire mai scelta fu più sbagliata, appena mi alzai dal divano sentii un leggero crampo che mi constrinse ad incrociare leggermente le gambe, ancora una volta ignorai l urgenza della situazione credendo fosse solo un po' di gas intestinale nel gergo scorreggia, laia amica mi chiese se fosse tutto apposto, le dissi di si lasciando andare qualche leggera flatulenza, leggermente udibile, così dissi di iniziare il gioco.
Iniziammo il gioco e già dopo poche mosse ci ritrovammo ingrovigliati tra noi stessi, ogni tanto inoltre sganciavo qualche scorreggia a per aglievare la pressione sullo stomaco che si faceva sempre più persistente, alla fine del primo round dovetti stare un po' ferma in piedi perché non mi sentivo bene ma dopo poco ricominciammo a giocare facendo altri quattro round, non sto qua a dirvi quanto fu difficile per me resistere alla pressione che pian piano si trasformava in dolore, alla fine dell' sesto round non potei piu ignorare i segnali che il mio corpo mi mandava capendo che avevo una grave urgenza di andare in bagno, ma non volevo dire niente alla mia amica pensando che avrebbe riso di me, inoltre tra un oretta mia madre sarebbe venuta a prendermi, quindi pensai di poter resistere ancora un po'chino, dissi alla mia amica che ero stanca ma lei voleva fare un altro giro al twister, il settimo per la precisione, prima di fermarsi, dato che non volevo essere una seccatura accettai, iniziato il gioco mi dovetti bloccare per stringere le chiappe il più forte che potevo tre volte di fila, la mia amica si preoccupi di nuovo per ma me ma la rassicuarai dicendole che era tutto apposto e che ero solo un po' stanca.
Dopo pochi minuti lei fini con la testa sotto al mio sedere, e proprio in quel momento mi venì un crampo così forte da farmi bloccare e irrigidire tutta, non volevo avere un incidente davanti alla mia amica, soprattutto in quella posizione.
Non sto a dirvi che tutti i miei tentativi per bloccare la ondata puzzolente che si faceva strada tra le mie viscere era inutile, presto iniziai a scorreggiare senza controllo e subito dopo sentii un calore scoppiettante invadermi il retro dei pantaloni (per la precisione dei Blue jeans abbastanza aderenti), sentii una poltiglia semi solida schiacciarsi sul mio sedere, mentre continuava ad uscire sentivo il mio ano andare a fuoco,
All inizio uscii un ceppo non molto solido di cacca seguito subito dopo da un ondata di merda molliccia incredibilmente puzzolente, potevo sentire la poltiglia che si riversava nei miei pantaloni e si schiacciava contro il mio sedere, mi lasciai andare completamente arredato n una mega cagata durata forse qualche secondo, ma che mi sembró un eternitá.
Nel mentre potevo sentire il sedere caldo grazie alla cacca, il carico mi sembrava che norme anche senza guardarlo.
da sotto il mio sedere la mia amica assistette in prima fila alla più grande disfatta che mi fosse capitata, penso che dal suo punto di vista si vide tutta la mia merda riversarsi su di lei, in quel momento ero immobilizzata dalla paura e dalla vergogna per quello che avevo appena fatto, in pochi millisecondi elaborai la situazione rendendomi conto di essermi cagata i pantaloni letteralmente sopra alla mia amica, l odore era diventato insopportabile ma tutto sommato metobolizzando lentamente la cosa iniziammo a darmi un senso di piacere, cosa che mi fece stare ancora più male, dopo pochi secondi tornai in me e mi spostai subito da scopre la mia amica con uno scatto, non l avessi mai fatto, dopo lo scatto scivolai col piede e finii per sbattere col sedere per terra, schiacciando tutto il casino che avevo fatto contro il mio sedere, a quel punto la mia amica mi guardo con una faccia sbalordirà e una mano sul naso, in quel momento avevo paura che mi gridasse di uscire dalla sua casa, o meglio dalla casa dei suoi, ma la sua reazione successiva mi lascio a bocca aperta, infatti lei inizio a sorridere inconsciamente e guardandomi mi chiese sei fossi appena fatta la cacca addosso, vedendola con quel sorriso stampato in faccia mi tranquillizzai e le risposi di si, nel mentre che io arrossivo come un peperone lei saltava di gioia chiedendomi di farglielo vedere meglio, dopo mi confesso che era una fanatica dello scat ovvero tutto quello che riguardava la cacca compreso farsela addosso, sentendo questo mi sentii molto sollevato, da quel giorno iniziammo a parlare più spesso di questo fetish e anche io inizia ad appassionarmici, purtroppo dopo quello che successe a casa della mia amica noni ricordo nientaltro, so solo che fu il mio giorno più imbarazzante della vita
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3nding · 4 years
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Gentile Governatore De Luca,
finalmente il sipario su questa lunghissima campagna elettorale cominciata l'otto marzo è finita. Le luci si sono spente e gli spettatori, come da copione, hanno applaudito. 70% di consensi e lei è ancora il Presidente della Regione Campania. Non entrerò nel merito dei precedenti cinque anni, perché se guardare indietro a ieri non serve, figuriamoci indietro a cinque anni fa.
E' stata una campagna elettorale estenuante, per lei, ovviamente. Ma anche per me. Ogni giorno, da almeno quattro mesi a questa parte, ho dovuto ascoltare - un po' per senso civico, un po' perché costretta - tutte le dirette in cui vantava una perfetta gestione della pandemia, nonostante la totale assenza di fondi. E io, un po' perché i numeri parlano, un po' perché a tratti condividevo la sua linea d'azione, ho finito per crederle che stesse gestendo la situazione meglio che poteva.
Ho sopportato i suoi slogan, i teatrini televisivi con Salvini, Fontana, Zaia.
Come dicevo, ho sopportato questi sketch - perché converrà con me che la politica è tutt'altro - perché in un modo o nell'altro a casa mia mi sentivo al sicuro, tra i confini della mia regione.
Poi, però, è successo. Lo immaginavo, la famosa seconda ondata di ottobre. Stavolta è toccato a noi. A mia madre e mio padre, lui infermiere in forze presso l'Asl Napoli 1. Come giusto che fosse, il reparto è stato chiuso, lui e tutti i suoi colleghi sono stati prontamente messi in quarantena e sottoposti a tampone naso faringeo. Stesso trattamento per i pazienti.
A casa, invece, siamo rimaste io e mia madre. Nonostante i miei genitori abbiano contratto il virus negli stessi giorni e accusassero entrambi la stessa sintomatologia, a mia madre non spettava il tampone. Abbiamo, allora, atteso l'esito di quello di mio padre. E, come immaginavamo, era positivo.
Da quel momento in poi, siamo stati abbandonati da chiunque. Abbiamo contattato il nostro medico curante che, molto gentilmente, ha inviato segnalazione all'Asl Napoli 2 della presenza di altri due possibili positivi. Non siamo stati mai ricontattati da nessuno. Ho telefonato a tutti i numeri messi a disposizione dalla regione per assistenza relativa all'emergenza sanitaria. Oltre a non averci aiutati in alcun modo, non ho avuto il piacere di parlare al telefono con una sola persona gentile o a modo o che avesse un minimo di empatia per la situazione che stavamo vivendo. Oggi, è l'ottavo giorno che siamo chiusi in casa.
Nella giornata di ieri mia madre è stata molto male. A parte sintomi come tosse forte, dolori muscolari e perdita dell'olfatto, a causa della febbre alta ha improvvisamente perso conoscenza. Abbiamo chiamato il 118 che, di tutta risposta, ci ha detto di telefonare al medico curante, perché loro non potevano venire a prendersela. Ha capito, Presidente? Il medico curante. Con tre casi Covid in casa.
Ieri sono stata molto male anch'io. Ho avuto veramente paura. Ho visto mia madre chiudere gli occhi mentre le parlavo e non rispondermi più. Cosa sarebbe successo se non ci fosse stato mio padre ad assisterla ieri (e anche oggi che non riesce ad alzarsi dal letto)? Tutte le famiglie - e sono tante - che si trovano nella nostra stessa situazione e non hanno un infermiere che possa prendersi cura della famiglia, come fanno?
Caro Presidente, io lo capisco che per lei mia madre è solo un +1 nel bollettino dei positivi che tanto premurosamente ci indica ogni sera sulla pagina della Regione. Ma vede, mio padre, mia sorella e io avremmo perso il pilastro che tiene in vita casa nostra e se le fosse successo qualcosa, non avrei mai potuto incolpare nessun medico (né quelli che non sono ancora venuti a fare il tampone a mia madre, né quelli che mi hanno risposto male al numero verde, né quelli del 118 che non volevano venire a prendersi mia madre). Avrei incolpato lei. Perché sono stufa dei teatrini. Da oggi, per i prossimi cinque anni, la sua priorità non dovranno essere i lanciafiamme. Ma le persone, mia madre.
Con profondo rispetto,
una figlia molto preoccupata.
Asl Napoli 2 Nord Vincenzo De Luca Regione Campania
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gazemoil · 3 years
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I 50 MIGLIORI ALBUM DEL 2020
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Il quarto ed ultimo articolo della nostra List Week dedicata alle classifiche musicali di fine anno vede come sempre protagonisti gli album, il classico ed intramontabile lungo formato al quale siamo tanto affezionati. Ecco i nostri 50 Migliori Album del 2020. 
50.  Fleet Foxes - Shore (Anti, 2020)
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VOTO: 70/100
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49. Arca - KiCk i (XL, 2020)
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VOTO: 70/100
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48. Black Thought -  Streams of Thought, Vol. 3: Cane And Abel (Passayunk Productions, 2020)
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VOTO: 70/100
ascolta
47. Kelly Lee Owens - Inner Song (Small Town Supersound, 2020)
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VOTO: 70/100
ascolta
46. HMLTD - West Of Eden (Lucky Number, 2020)
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VOTO: 70/100
ascolta
45. Porridge Radio - Every Bad (Secretly Canadian, 2020)
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VOTO: 70/100
ascolta
44. Oneohtrix Point Never - Magic Oneohtrix Point Never (Warp, 2020)
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Psichedelia, elettronica, futurismo, avanguardia e tantissime altre sfumature dentro l'ultimo disco di Oneohtrix Point Never, l'onnivoro progetto di Daniel Lopatin, che durante la pandemia ha deciso di dare forma alla nostalgia per il passato ripercorrendo i suoi ultimi dieci anni di musica e mettendoli dentro Magic Oneohtrix Point Never. Il disco è assemblato per ricordare un programma radio dove le voci spesso si sovrappongono e la continua oscillazione tra un canale ed un altro alla ricerca di un suono decifrabile tra le interferenze talvolta fa emergere dall'etere canzoni da mondi distanti. Non è facile sintetizzare e reinventare un progetto artistico così complesso e borderless che negli anni non si è mai accomodato in nessun genere, ne nell'ambient, né nell'IDM e neppure nell'elettronica progressive, ma Lopatin lo fa in maniera abbastanza accessibile prendendo in prestito elementi dal linguaggio pop e continuando il suo lavoro di ricerca sul suono, scandagliando, trasformando e traducendo. Il risultato è un totale ibrido di influenze diverse. 
Tuttavia non è un disco facile, non manca la sperimentazione, le cacofonie barocche, contrapposte a momenti di totale minimalismo elettronico ipnagogico. Per quanto filosofico ed hippie possa sembrare, l'unico modo per spiegarlo è dicendo che non ci si può addentrare in Magic Oneohtrix Point Never con la testa, bisogna lasciarsi trasportare dal tappeto sonoro di Lopatin e della sua squadra, tra cui notiamo sicuramente Caroline Polachek, fidarsi delle proprie sensazioni ed imbarcarsi nella navicella spaziale che sorvola pianeti marziani e città iper-tecnologiche saccheggiate da una qualche catastrofe causata dall'uomo stesso. Non è tanto strano immaginarsi visioni assurde mentre si ascolta il disco, dato che Lopatin ha usato la fantasia per creare i suoi personaggi ed ambientazioni, talvolta giustificando i testi con storie improbabili, al limite tra la science-fiction e la distopia. Non è però tutto sensazioni e suoni astratti, a volte ci offre qualcosa di più palpabile, seppur non concedendosi troppo alla classica formula-canzone, in momenti come la power ballad No Nightmares con The Weeknd inconfondibile in veste di guest vocal, oppure Long Road Home. 
VOTO: 70/100
di Viviana Bonura
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43. Le sacerdotesse dell’isola del piacere - Alle Onde (V4V / Cloudhead, 2020)
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Alle Onde è il ritorno, quasi in sordina, de Le Sacerdotesse dell’Isola del Piacere, una delle migliori band del sottobosco italiano che da anni tiene accesa la fiaccola dell’emo rock percorrendo una traiettoria tutta in salita, soprattutto dopo il gioiellino Interpretazione dei sogni che attraverso riferimenti letterari da Freud a Kafka ha fatto tornare in vita un immaginario ben preciso per tracciare delle suggestioni e tradurle su un piano emotivo dentro una sfera molto personale. Ed è quello che continuano a fare nel terzo disco, immergendosi dentro altri libri e scrivendo ancora ricordi biografici tra le righe. Questa volta ad ispirarli è il mare e la natura, quello della Woolf, di Shakespeare e di Conrad, quindi elementi tutt’altro che pacifici ed idilliaci, ma tempestosi ed irrequieti, incontrollabili come i tumulti degli esseri umani, ma molto più grandi e permanenti dell’essere umano. Tornano le chitarre tra lo slowcore, l’emo e l’indie rock, gli anni ‘90 dei Dinosaur Jr. e delle band internazionali di oggi che si ispirano a quel sound, ma aumentano le distorsioni e gli assoli - e si vede anche nella durata dei brani. Tutto registrato per la maggior parte in presa diretta con un risultato che può piacere o meno, che non lascia molto spazio per le aggiunte stilistiche, l’innovazione su un piano musicale e compositivo, sulla costruzione del suono, ma gioca tutto al contrario sull’estemporaneità e sulla voglia di fare un disco rock dove la soddisfazione è proprio quella di poterlo suonare con immediatezza. Un disco sicuro non molto nuovo ma che funziona.
VOTO: 70/100
di Viviana Bonura
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42. The Microphones - Microphones in 2020 (P.W. Elverum & Sun, 2020)
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VOTO: 70/100
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41. King Krule - Man Alive! (True Panther, 2020)
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VOTO: 70/100
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40. Taylor Swift - folklore (Republic, 2020)
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VOTO: 70/100
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39. Run the Jewels - RTJ4 (Jewel Runners / BMG, 2020)
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VOTO: 70/100
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38. Pinegrove - Marigold (Rough Trade, 2020)
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VOTO: 70/100
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37. Kevin Morby - Sundowner (Dead Oceans, 2020)
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VOTO: 70/100
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36. Deftones - Ohms (Reprise, 2020)
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VOTO: 70/100
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35. Oliver Tree - Ugly Is Beautiful (Atlantic, 2020)
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VOTO: 70/100
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34. The Weeknd - After Hours (XO / Republic, 2020)
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VOTO: 70/100
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33. Dua Lipa - Future Nostagia (Warner, 2020)
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VOTO: 70/100
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32. Wilma Archer - A Western Circular (Domino, 2020)
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VOTO: 75/100
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31. Holy Fuck - Deleter (Last Gang, 2020)
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A distanza di quattro anni dal loro ultimo album tornano gli Holy Fuck, una band sui generis a cui piace giocare secondo le proprie regole, unendo la tensione del rock e dell’elettronica in melodie estatiche su cui lasciare danzare l’inconscio. Il loro quinto e squisito ritorno si chiama Deleter, un disco di nove tracce fatto di mimesi elettronica distorta e punk, realizzata senza l’ausilio di computer ed altre moderne tecnologie, ma solo da strumenti reali come loro tradizione. Proprio per questo particolare gusto nell’approccio musicale, il disco sfugge agli schemi ed è estremamente liberatorio da ascoltare. Prende in prestito dai paesaggi musicali astratti della micro-house e dal mondo del clubbing, ma li spezza con chitarre elettriche e batterie che pur essendo fortemente elaborate in post-produzione mantengono quel carattere estraneo alla musica che stiamo sentendo, e per questo il risultato è accattivante.
VOTO: 75/100 
di Viviana Bonura
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30. Blu & Exile - Miles (Fat Beats, 2020)
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VOTO: 75/100
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29. Ichiko Aoba - アダンの風 (Windswept Adan) (Hermine, 2020)
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VOTO: 75/100
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28. Fontaines D.C. - A Hero’s Death (Partisan, 2020)
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VOTO: 75/100
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27. Colapesce & Dimartino - I Mortali (Sony Music, 2020)
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VOTO: 75/100
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26. Slow Pulp - Moveys (Winspear, 2020)
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VOTO: 75/100 
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25. Pufuleti - Catarsi Awa Maxibon (La Tempesta Dischi, 2020)
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Pufuleti, nome d’arte di Giuseppe Licata, ad ogni ascolto mi sembra sempre di più il fratello perduto di Slowthai. I punti in comune ci sono: immigrato, voce fuori dal coro, liriche irregolari, flow stralunato e atmosfere un tantino surreali da farti sentire a disagio ma anche farti spuntare un ghigno d’approvazione in viso. Di origini siciliane, ma trapiantato in Germania da piccolo, con Catarsi Awa Maxibon è al secondo disco in studio sotto il nome Pufuleti, ma è attivo nella scena rap tedesca da più di una decade come Joe Space.
Forse è anche per l’esperienza del rap in un’altra lingua che quando Pufuleti decide di impadronirsi dell’italiano lo fa con un’approccio del tutto anticonvenzionale - oltre a non porsi problemi nel mischiarlo con tedesco e inglese. Nelle dieci tracce hip-hop un pò lo-fi del suo secondo disco infilza rime assurde ed ogni tanto pure oscene, dal fascino sgangherato e spigoloso, su basi che omaggiano la vecchia scuola americana ma in cui risuonano anche tutti quegli elementi bizzarri e freschi della nuova ondata alternativa italiana, grazie pure ai continui esilaranti riferimenti alle televendite fine anni ‘90 e inizio 2000 che ci piacciono tanto. Catarsi Awa Maxibon è fantastico perchè è assurdo, delirante, geniale nell’adozione di nuove vie semantiche “che diventano ricerca affannosa di un assurdo che dia senso alle piccole cose”. Certe atmosfere visionarie e un pò malate sono impossibili da ignorare, e questo fin dal primo ascolto che si rivela subito dirompente ed inarrestabile grazie alle tracce dalla breve durata cucite come un pezzo unico di una trasmissione televisiva.
VOTO: 75/100
di Viviana Bonura
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24. Helena Deland - Someone New (Luminelle, 2020)
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VOTO: 75/100
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23. Thundercat - It Is What It Is (Brainfeeder, 2020)
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VOTO: 75/100
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22. Touchè Amore - Lament (Epitaph, 2020)
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VOTO: 75/100
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21. Hayley Williams - Petals For Armor (Atlantic, 2020)
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Con Petals For Armor Hayley Williams debutta da solista senza i Paramore, band storica dalla fama leggendaria e storia travagliata da vicende personali che la frontwoman non ha sempre trovato modo di affrontare e canalizzare. Il suo primo disco è il risultato artistico di un lavoro profondo e personale di ricanalizzazione. A volte bisogna proprio ripartire dall'inizio, anche da adulti, ed è quello che ha fatto la Williams concettualmente, facendosi custode dell'esperienza artistica di quindici anni di carriera per diventare la custode della sé più giovane e bambina, quella che ha assimilato modelli di affettività tossici senza volerlo e li ha riproposti nella sua vita sentimentale che ad un certo punto è diventata di dominio pubblico. Scava nei suoi traumi per la prima volta da sola ed utilizza la musica per parlare alla sé del passato e ricostruire la Hayley del presente. I brani sono pieni di riferimenti autobiografici, abitati da atmosfere paranoiche, rabbie tranquille, erotismo e femminilità, metamorfosi che passano attraverso stati contorti e mostruosi, prendendo la forma dei propri demoni per poterli esorcizzare. Musicalmente sperimenta con un pop ed un rock raffinato tra St. Vincent ed i Radiohead, l'elettronica ed il jazz.
VOTO: 75/100
di Viviana Bonura
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20. Grimes - Miss Anthropocene (4AD, 2020)
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Specialmente in questi ultimi anni Grimes, nome d’arte di Claire Bucher, ha vissuto in un mondo tutto suo. La producer, cantante e multistrumentista è sempre stata un personaggio sui generis, ma con una vita privata che ultimamente si lega sempre di più a quella pubblica è inevitabile che la sua personalità fuori dagli schemi si scontri con i canoni dell’essere una figura sotto ai riflettori, dunque confrontarsi con l’essere messa in discussione, ma ancora di più per il suo stile di vita e delle idee davvero bizzarre, spesso per gli altri non comprensibili. Ed è su questo precario e non ben definito equilibrio tra l’essere visionari e l’avere una fantasia piuttosto spiccata che nasce l’album più importante della sua carriera, Miss Anthropocene. Invece di rispondere al fuoco incrociato che l’ha vista protagonista di polemiche e critiche ha deciso di allontanarsi ancora di più dalla mondanità costruendo un universo inventato parecchio più inquietante e contorto di quello reale, dove il disastro climatico si intreccia a malvagie divinità aliene che desiderano soggiogare l’essere umano e mandare il mondo in rovina. La parte strumentale è quasi ambiziosa tanto quanto il concept - ma al contrario di quest’ultimo funziona sicuramente meglio ed è eseguito con più chiarezza - e vede Grimes ampliare ancora la sua palette sonora, rivelando una raffinata e lineare evoluzione del suo interesse di vecchia data verso la nostalgia della cultura rave e l’allettante musica pop dalle varie parti del mondo. I territori esplorati sono davvero tantissimi e l’eclettismo dell’artista è il punto forte di un disco che nel bene e nel male si è conquistato il diritto di guidarci verso le nuove rotte della musica pop.
VOTO: 75/100
di Viviana Bonura
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19. Lido Pimienta - Miss Colombia (Anti, 2020)
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VOTO: 75/100
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18. R.A.P Ferreira - Purple Moonlight Pages (Ruby Yatch, 2020)
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VOTO: 80/100
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17. Phoebe Bridgers - The Punisher (Dead Oceans, 2020)
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VOTO: 80/100
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16. Shabaka and The Ancestors - We Are Sent Here By History (Impulse! Records, 2020)
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VOTO: 80/100
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15. Ghemon - Scritto Nelle Stelle (Carosello Records, 2020)
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Hit dopo hit, ma senza rinunciare all’identità, in Scritto Nelle Stelle si sente tutta la ricerca nel suono fatta da Gianluca Picariello, in arte Ghemon, negli ultimi anni per conciliare il pop con l’hip-hop, l’Italia con le influenze della black music. La formula perfetta si trova in mezzo, giocando sul modern soul e l’rnb in un contesto pop raffinato e a volte vagamente pop-funk, a metà tra l’elettronico ed il suonato, con un risultato dalla grande musicalità - anche nei momenti in cui si sente la sua formazione hip-hop - un groove costante ed un cantato super caldo. Gioca ancora con le rime e la tecnica, ma il contesto è più rilassato, luminoso, frizzante e sembra che anche le riflessioni di Ghemon abbiano trovato riconciliazione e liberazione dentro questo sound ibrido dalle vibrazioni buone che gira attorno al mainstream, ma lo rielabora in chiave artistica con decisioni da musicista che tiene gli occhi aperti sul panorama internazionale piuttosto che da hitmaker come possono fare i colleghi Ghali o Achille Lauro, o ancora da fenomeno indie sulle righe di Carl Brave o Franco126. Scritto Nelle Stelle è un disco con un sound personale, che in Italia in questo momento ha pochi termini di paragone, vario ed omogeneo allo stesso tempo. Ghemon unisce gli opposti con stile - e non vediamo l’ora di sentirlo a Sanremo per la seconda volta.
VOTO: 80/100
di Viviana Bonura
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14. Fiona Apple - Fetch the Bolt Cutters (Epic Records, 2020)
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Fiona Apple è una di quelle che scrive canzoni perché ne ha bisogno per vivere e sopra ci ha costruito un’intera carriera senza farsi distrarre dalle attenzioni dell’industria discografica, anche a costo di essere guardata male e boicottata da tutti.  Il suo quinto album, Fetch The Bolt Cutters, arrivato dopo ben otto anni di attesa testimonia che le cose non sono cambiate perché quel fuoco brucia ancora ed è il fuoco di chi è nato per fare musica. Non si può non parlare tuttavia di evoluzione artistica, perché se le motivazioni che spingono la Apple a fare musica sono sempre le stesse, di certo non si può dire lo stesso per le modalità. Adesso c’è anche la maturità di un’artista che nel suo continuo sperimentare, scavare e ricercare le soluzioni meno ovvie, vedere dove nessun altro guarda, mette in tavola la propria anima adulta ma non invecchiata con una visceralità spiazzante. La Apple ripercorre il proprio vissuto, dall’infanzia fino all’età adulta, con la consapevolezza di chi sa che l’obiettivo finale non è l’assoluto controllo o la comprensione delle cose, per questo non perde i modi di fare di chi ha ancora da scoprire, da cadere e da imparare giocando o facendosi male e di riflesso la vivacità compositiva della musica è impressionate. La Apple ci dice che la parola “equilibrio” può significare cose ben diverse da persona a persona e lei lo ha trovato dentro un sottile spazio di convivenza dove all’interno ci saranno sempre e comunque i traumi terribili del suo passato e problemi di salute mentale con cui fare continuamente i conti, insieme ad un desiderio bruciante di vita. La vita e la morte, infondo, sono cose che si possono provare allo stesso tempo dentro alcune emozioni ed in questo Fetch The Bolt Cutters è assolutamente un trionfo.
VOTO: 80/100 
di Viviana Bonura   ascolta
13. clipping. - Visions Of Bodies Being Burned (Sub Pop, 2020)
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VOTO: 80/100
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12. Sevdaliza - Shabrang (Twisted Elegance, 2020)
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VOTO: 80/100
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11.  Charli xcx - how i’m feeling now (Asylum, 2020)
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Nel bel mezzo della pandemia ed a pochi mesi di distanza dal suo ultimo ed acclamatissimo disco, la regina - indiscussa - del nuovo pop Charli XCX ci ha raccontato come se la stava passando con una raccolta di undici tracce messe insieme di fretta e furia, neanche del tutto finite, che spiegano perfettamente come ci si sente ad essere presi alla sprovvista. how i’m feeling now è stato un fulmine a ciel sereno un pò come tutta la situazione che abbiamo vissuto, un progetto per nulla confezionato che incapsula il recente passato musicale dell’artista attraverso getti d’ispirazione istintivi suggestionati dalla sua sfera emotiva in una situazione di isolamento ed alienazione. Il risultato è davvero eccentrico e spigoloso, molto personale e riflessivo, ma al contempo bello per intrattenersi con del buon pop d’avanguardia. Vanta tra le produzioni quelle di Dylan Brady (100 gecs) che satura ancora di più tutto l’universo accelerato di Charli, fondendo il bubblegum pop della prima con l’elettronica sperimentale del secondo.
VOTO: 80/100
di Viviana Bonura
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10. Idles - Ultra Mono (Partisan, 2020)
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VOTO: 80/100
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09. Adrianne Lenker - songs (4AD, 2020)
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Non sempre la semplicità corrisponde alla facilità e songs di Adrianne Lenker - frontwoman dei Big Thief - ne è la testimonianza. Il suo è un disco semplice fino all’osso, solo voce e chitarra acustica, ma non è spoglio, perché dentro la cantautrice e musicista esplora, anzi distilla, i temi dell’amore e della perdita, inteso sia come lutto sia come fine di una relazione, con disarmante e struggente frontalità, nella più totale e vulnerabile sincerità. Un dolore palpabile, sulle corde gentilmente accarezzate della sua chitarra, dentro la voce naturalmente comunicativa e dal timbro indimenticabile, nella scrittura vivida e presente dei brani guidata dal suo modo intuitivo di esprimere le emozioni e la spiritualità. Sembra tutto fatto senza sforzo, ma sedersi su una sedia e registrarsi senza interruzioni ed omissioni, lasciarsi trasportare, fare i conti con sé stessi e guarirsi è tutto fuorché ordinario e lo si capisce in momenti come la conclusiva my angel o come che raggiungono picchi emotivi altissimi. Il suono della pioggia, lo scricchiolio delle sedie, i respiri, sono tutti i segni di un qualcosa che non si nasconde, di un qualcosa di integrale e di integro. La Lenker ci fa vedere tutto e ci fa immaginare. Le montagne sulle quali si è appartata per scrivere il disco, il freddo della rugiada, le passeggiate, i colori, i letti di morte, la solitudine, lo sguardo della donna di cui è innamorata, l’esitazione dentro un accordo preso un secondo dopo. Fare un disco che sembra un disco con così pochi elementi non è cosa facile, ma la Lenker ci è riuscita. Le canzoni di songs hanno tutto il potenziale per potersi evolvere e diventare cavalli di battaglia indie-rock dei Big Thief, ma anche così sono finite, complete e bellissime. 
VOTO: 80/100
di Viviana Bonura
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08. Yves Tumor - Heaven To A Tortured Mind (Warp, 2020)
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Un’altra personalità che ha intenzione di riscrivere le coordinate del pop a modo suo è il misterioso Yves Tumor che emergendo dalle viscere scure del post-industrial e della musica noise completa la sua metamorfosi in falena affascinante dell’rnb e dell’art rock, abbandonando i detriti sperimentali da brivido e lavorando invece sulla sua sorprendente capacità nel rendere orecchiabile ed armonico qualcosa di fondamentalmente dissonante e pure disturbante. S’illumina di una trasognata attitudine pop il nuovo disco Heaven To A Tortured Mind, senza tradire il bisogno di essere fluido e trasgressivo, ma sicuramente meno dilagante e disorientante. Lui è un artista che avevamo già intuito essere sulla buona strada per il successo col disco precedente, ma stavolta stupisce davvero per la maturità. Astratto, ma ora anche molto più concreto, Heaven To A Tortured Mind trova l’occasione per schiacciare l’occhio a sensualità jazz e psichedeliche, regalandoci ballate al buio trasversali.
VOTO: 80/100
di Viviana Bonura
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07. The Strokes - The New Abnormal (RCA, 2020)
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Quella degli Strokes è una carriera leggendaria e lo sappiamo benissimo tutti. Per una band che ha influenzato in maniera indelebile il primo decennio degli anni duemila ed ha vissuto quasi tutto il successivo sopra le spalle dei loro brani immortali non deve essere stato facile ritornare con un nuovo disco inedito. Più volte abbiamo creduto che l’intenzione di Casablancas fosse quella di continuare a fare musica con il suo side-project The Voidz e che con gli Strokes non ci fosse più la scintilla di un tempo - vedi il ritorno a mani basse con l’EP Future Present Past del 2016 - ma a smentirci, fortunatamente, c’è The New Abnormal dove la band è animata da un’energia tutta nuova. Con la produzione di Rick Rubin il disco riesce a spingere alcuni limiti della band ed offrire delle tracce stravaganti, creative e dalle strane scelte, al contempo ritrova quel brio chiassoso dei primi lavori che ne sporca i suoni e riporta alle origini del loro rock da garage. I riferimenti agli anni ‘80 ci sono, dalla copertina fino ai rimandi musicali, ma The New Abnormal non è un disco vecchio o prevedibile, anzi estremamente orecchiabile, classico ed audace. Sì, gli Strokes continuano ad essere rilevanti anche vent’anni dopo.
VOTO: 80/100
di Viviana Bonura
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06. Against All Logic - 2017-2019 (Other People, 2020)
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Anche questo per Nicolas Jaar sembra essere un anno d’oro. Il poliedrico produttore americano-cileno vive un periodo particolarmente prolifico e la musica registrata sotto lo pseudonimo Against All Logic è interessante tanto quanto quella con il suo nome di nascita, se non di più. Tanto è vero che a finire sulla nostra lista non c’è Cenizas, ma 2017-2019 che segue l’eccellente disco di due anni fa in cui si avventura sui territori meno battuti della musica techno con un approccio innovativo fuori dal comune. Quello di 2017-2019 è un suono distorto e duro che fa da controparte all’avvolgente e calda musica house del debutto, ma è ugualmente eccentrica ed ambiziosa. Il mix è ipnotico, caotico ma incredibilmente diretto, le successioni dei brani sono fluide ed i ritmi sempre serrati, centrati su bassi profondi spesso al limite della trama sonora, strane percussioni e melodie accattivanti.
VOTO: 80/100
di Viviana Bonura
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05. Moses Sumney - græ (Jagjaguwar,2020)
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L’arioso e tentacolare secondo disco della gemma dell’art-pop Moses Sumney è un tripudio di sfumature emotive e musicali. Diviso in due parti (la prima uscita in versione digitale all’inizio dell’anno) esplora gli spazi grigi - “grey areas” - tra la musica, le parole e soprattutto nell’individuo, mettendo in discussione la nostra esistenza binaria. Momenti strumentali organici che spaziano dal jazz al soul si susseguono elevando il linguaggio del disco e schiarendone le ombre, insieme a distorsioni elettroniche ed arrangiamenti sperimentali che ne intrecciano la traiettoria. Anche questa volta il collante è la splendida ed anamorfica voce dell’artista, intenta a spezzarci letteralmente il cuore. Sebbene la paura della solitudine di Sumney definisca ancora gran parte dell'album, il suo abbracciare questi spazi di mezzo apre nuove possibilità di auto-determinazione e attualizzazione. Spirituale, sperimentale, vivido e dolce sono le parole per descrivere græ.
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VOTO: 80/100
di Viviana Bonura
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04. Rina Sawayama - SAWAYAMA (Dirty Hit, 2020)
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E’ davvero un coraggioso nuovo mondo quello che si sta creando la musica pop negli ultimi anni e Rina Sawayama vi sta contribuendo a pieno, mostrandoci esattamente come nel suo debutto SAWAYAMA. Sempre a fianco dell’alchimista del pop Clarence Clarity che si è occupato delle produzioni i due riescono a definire con chiarezza la direzione artistica del disco. Estremamente contemporaneo, contaminato e stiloso, incorpora elementi del teen pop dei primi anni 2000 à la Christina Aguilera con le sue evoluzioni bubblegum molto più moderne ed elettroniche, ed ancora il nu-metal dei Deftones coi ritmi club. Sembra fin troppo ambizioso ed eccessivo, ma SAWAYAMA unisce con entusiasmante maestria suoni aggressivi ed altri decisamente più inoffensivi facendo tesoro dell’eredità culturale dell’artista e contemporaneamente esplorando i temi dell’identità, sentimenti personali e filosofie più in generale sul mondo. E’ un disco importante perchè si posiziona con prepotenza nelle cerchie del pop pur avendo un’anima estremamente anticonvenzionale, strana e piena di giustapposizioni.
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VOTO: 80/100
di Viviana Bonura
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03. Lucio Corsi - Cosa faremo da grandi? (Sugar Music Italia, 2020)
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C’era una volta il cantautorato narrativo e Lucio Corsi lo ha preso e rispolverato con grazia. E’ una ninna nanna di nove ballate per adulti Cosa faremo da grandi: “Perché nemmeno da vecchi si sa cosa faremo da grandi”. L’album è ricco di storie senza tempo e personaggi semi fiabeschi, fuori dagli schemi della società odierna. Il cantautore maremmano fa da eccentrico narratore in questo dolce album con tante nuove storie raccontate in versi di canzoni oniriche. Le melodie serene e allietanti dei brani di Cosa faremo da grandi? non sono un manifesto del sound attuale, ma nel complesso l’album è molto originale grazie alle parole ricercate all’immaginario che le storie suscitano. La ricerca e gli arrangiamenti valorizzano il fatto che l’album sia un puzzle di figure semplice e pure come i disegni dei bambini. E’ un lavoro che nasce nel 2020, ma potrebbe essere traslato indietro nel tempo o collocato in un’Italia futura: il suo essere senza tempo lo rende eccentrico e speciale.
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VOTO: 85/100
di Agnese Centineo
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02. Laura Marling - Song For Our Daughter (Chrysalis / Partisan, 2020)
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Giunta al settimo album in studio a soli trent’anni, la cantautrice e musicista Laura Marling continua a volare sotto i radar del grande successo, probabilmente perché durante la sua carriera è riuscita a far sembrare semplicissime cose molto più complesse ed intricate, giungendo ad una maturità artistica notevole per la sua età. Song For Our Daughter conferma la natura taciturna dell’autrice, anzi risparmia moltissimi elementi a favore di una semplicità che fa emergere solo l’essenziale, premiandone la scelta coraggiosa con un risultato che lo colloca tra i suoi lavori più completi. E’ un disco che si pone poeticamente come un dialogo con una figlia immaginaria, ma che in realtà è una lettera a cuore aperto alla sè più giovane, quella di una volta. Come se avesse vissuto chissà quante vite o la sua anima fosse davvero vecchia, la Marling compensa alla mancanza di sperimentazione e strumentali assolutamente non protagoniste con una delle scritture più belle di quest’anno. Apparentemente troppo delicato e sottile, Song For Our Daughter è invece un disco robusto capace di mantenere viva l’attenzione con storie toccanti piene di colpi e riflessioni inaspettate, cantate dall’elegantissima voce senza tempo di un’autrice la quale statura viene spesso paragonata a quella della leggendaria Joni Mitchell. Chissà se allora la sua avventura diventerà un classico.
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VOTO: 85/100
di Viviana Bonura
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01. Perfume Genius - Set My Heart On Fire Immediately (Matador, 2020)
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Il quinto album di Mike Hadreas, in arte Perfume Genius, si destreggia fluido tra melodie sublimi e dissonanze cupe con la delicatezza di uno degli artisti più sensibili degli ultimi anni, abbracciando le gioie ed i dolori del corpo umano e le sue innumerevoli ed intangibili aspirazioni. Hadreas ha dimostrato durante tutta la sua carriera come ogni disco è capace di rappresentare una metamorfosi - artistica e personale - e Set My Heart On Fire Immediately non fa eccezione. Come No Shape mantiene una sensibilità rock ed un riguardo verso l’orecchiabilità in funzione della radio, mentre come Too Bright alterna struggente momenti di tenerezza ed alienazione, mettendo in circolo dramma, emozioni, piacere e sofferenze in maniera meno intricata e sicuramente più risolta. Gli arrangiamenti sono vivi, così come le sue parole. Quella di Perfume Genius è una musica estremamente intima e liberatoria, una musica che colpisce perché nella sua vulnerabilità è capace di umanizzare qualsiasi esperienza. L’artista è riuscito a teatralizzare in musica un travagliato percorso e dopo aver imparato a trascendere dal corpo umano ne ha finalmente abbracciato la sua essenza concreta.
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VOTO: 85/100
di Viviana Bonura
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MENZIONE A:
Mac Miller - Circles (Warner Records, 2020)
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Nicolas Jaar - Cenizas (Other People, 2020)
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Soft Kill - Dead Kids, R.I.P. City (Soft Kill, 2020)
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Emma Ruth Rundle & Thou - May Our Chambers Be Full (Sacred Bones, 2020)
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Empress Of - I’m Your Impress Of (Terrible, 2020)
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CLICCA QUI per visualizzare l’archivio completo delle nostre valutazioni di quest’anno.
3 notes · View notes
lanimadellamosca · 3 years
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L’insostenibile leggerezza dell’essere siciliano
Un compagno di liceo che sta giù mi ha mandato un pacco pieno di dolci terroni, non torroni ma proprio terroni, non sono io che gioco con le parole, sono i pasticcieri, guardate:
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C’è scritto proprio nella ragione sociale, Dolci Te/orroni, in una sorta di linguaggio inclusivo.
Ebbene dicevo, un compagno di liceo che ho incontrato di recente… Incontrato in senso lato, perché il periodo non è propizio agli incontri, incontrato in senso virtuale, su whatsapp, la cosa è andata così...
Grazie o per colpa del confinamento dovuto alla prima ondata di epidemia, nella primavera scorsa si è costituito da qualche parte, magari, come dice quel rimbambito di Giuliani, in Spagna passando dalla Germania con soldi del Venezuela, un gruppo whatsapp dei miei compagni di classe ‘64-’69 del secolo scorso; e in estate, dopo un incessante lavoro di intelligence mi hanno trovato, come fosse nel film Commando, ricordate? Arnold Schwarzenegger che vive in montagna con la sua bambina, taglia alberi e se li carica in spalla, e un ex commilitone lo viene a scovare per costringerlo a una losca operazione. Ecco, una cosa così: ero in montagna con mio figlio, volevo andare sul Servin ma appena arrivati ai 1300 siamo entrati in una nebbia che non si vedeva niente e così siamo tornati indietro; siamo tornati non per paura di perderci, che come cantava Dalla dalla Vaccera al Servin non si perde neanche un bambino, ma perché non c’era spettacolo, e siccome mio figlio è un uomo di spettacolo, che coi tempi che corrono non lo auguro a nessuno, con la nebbia non valeva la pena portarlo sul Servin perché tanto non c’era spettacolo nemmeno lì. Stavamo tornando a casa e lui mi dice: i tuoi compagni di liceo ti cercano, ti vuoi fare trovare? E io gli rispondo: sì, certo! E così sono entrato in questa combriccola di compagni di classe in transito intorno ai settanta. Anni, no chilometri.
Dove ero rimasto? Sì, il pacco...
Uno di questi compagni, che oltre che compagno di classe è stato per qualche breve periodo anche mio compagno di banco, che non vedo da cinquantun’anni, da quando Neil Armstrong mise piede sulla luna, giorno più giorno meno, insomma questo compagno di classe avendo sentore che avessi un po’ di nostalgia di colori, odori e sapori siciliani, mi ha spedito un pacco pieno come si vedeva sopra di dolci terroni, torroni ma non solo. Un pacco quasi come quelli che mi mandava mia mamma, anche l’illustrazione è in pieno canovaccio, guardate:
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Quel carretto che è raffigurato nella scatola, pensate, mia mamma me lo spedì, una volta, lo conservo gelosamente, è fatto di cartone pressato, come fosse di cartapesta, ma guardate che meraviglia:
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E niente… volevo dire che nel pacco ho ritrovato un po’ delle cose che mi mandava mia mamma, non parlo delle prelibatezze, quelle va da sé che fa piacere e sono speciali che neanche Eataly, ma parlo dei sentimenti e delle sensazioni, la parte di gran lunga più importante di un pacco.
Per quella insostenibile leggerezza dell’essere siciliano che ci fa evitare i discorsi troppo pesanti e che ci fa essere discreti nella sfera dei sentimenti, non starò a perdermi in sdolcinatezze a fronte delle quali i dolci te/orroni sono amari; dirò solo che nel pacco c’era questa cosa qui:
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Questa l’han fatta a Modica, è torrone di semi di sesamo, e l’etichetta dice che si chiama cubaita, ma noi a Pachino, che è a poche decine di chilometri, la chiamiamo ghiugghiulena, con quel suono gh gutturale liquido che solo un siciliano madrelingua può pronunciare. Pensate un po’, a Modica la chiamano cubaita e a Pachino la chiamiamo ghigghiulena: poche decine di chilometri, tre o quattro, e non ci si capisce nemmeno sui dolci, per non dire sul senso della vita; e difatti per un pachinese essere modicano voleva dire appartenere a uno stadio inferiore nella evoluzione del genere umano. Non so cosa pensassero i modicani dei pachinesi perché con un modicano, io, credo di non avere mai avuto il coraggio di parlarci.
Che poi, a proposito di cubaita, mi ricordo di avere sentito usare da qualcuno una espressione tipo: “cubaita? Nènti!”, per dire che non c’era da scialare, che si era a secco, che non c’era da spassarsela. Un po’ come dicono i napoletani, mi pare di ricordare che c’era un mio amico napoletano che lo diceva sempre: “acqua nun ce n’è, paparella nun galleggia!” Espressioni che per una singolare coincidenza ben rispecchiano la situazione dopo le ultime misure per contenere l’epidemia in periodo di feste natalizie. Credo di non essere lontano dalla verità se penso che il sentimento più diffuso nel pianeta in questo momento sia come mancare di cubaita, come essere paperelle e non avere acqua per galleggiare. 
Ma io non mi posso lamentare: grazie a Corrado, è così che si chiama il mio compagno di classe ‘64-’69 del secolo scorso, grazie a Corrado cubaita ne ho, e per solidarietà non ne farò mancare un assaggio a figli, nipoti ed amici.
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