Un conto è riempire le giornate, un conto è dare loro un senso. (parafrasando citando)
Grazie illustrissimo. Il conoscere persone come lei mi dà fiducia nel genere umano. Il suo riconoscere i miei dubbi riguardo le dispute degli psichiatri americani su cluster e roba varia, sul fatto che la psicologia non è una scienza, sul fatto che lei si ricordi di me e si ricordi delle mie doti "artistiche", forse sarò modesto io ma è oltremodo commovente.
E' oltraggioso che nei luoghi accademici dove si dovrebbe valorizzare l'arte la si degrada a compiti per casa, ma al tempo stesso lei ricorda le mie qualità e non i difetti.
Trovare un senso alla vita. Alle giornate. E alla faccia del bias cognitivo/collettivo di questi ciarlatani o perlomeno fenomeni da baraccone in confronto a lei, che non curano, ma vivono i propri lavori credendo di curare. Lei mette di fronte alle persone la realtà, cruda ma vera, mentre loro ti danno la pillola e nemmeno indorata.
Lei è un vero insegnante, medico nel vero senso della parola e persona d'altri tempi.
Grazie.
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フデアライバケツ
筆洗いバケツは、筆を洗ったり、インクや絵の具を薄めたりするために使用される小さな容器です。通常、アーティスト、書道家、画家が筆を洗浄し、ケアするために特別に設計されています。
筆洗いバケツは通常、浅いプラスチック製または金属製の容器で、広い開口部と取り外し可能な蓋が付いています。その主な目的は、筆を洗浄し、インクや絵の具を希釈するための便利なスペースを提供することです。
バケツの底には通常、網目状または凸凹のある表面があり、筆をこすりつけて余分なインクや絵の具を取り除くことができます。この表面はまた、筆を洗浄する際に筆の毛を柔らかくするのに役立ちます。
筆洗いバケツは、アーティストが筆をきれいに保ち、さまざまな色を混ぜたり、特定の色合いを作成したりするのに役立ちます。それは、アーティストが自分の作品中に一貫したストロークと色を維持するのに役立つ便利なツールです。
筆洗いバケツは、アートや書道用品を扱うほとんどの店舗で入手でき、アーティストに不可欠なツールとして広く使用されています。それらは、効率的かつ効果的に筆を洗浄し、維持する簡単で実用的な方法を提供します。
手抜きイラスト集
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Ricapitolando: i migranti che pagano cinquemila euro evitano di finire in un cpr, quelli che non li hanno ci finiscono dentro e buonanotte al secchio.
La norma contenuta nel decreto del ministro dell’Interno (di concerto con i ministri della Giustizia e dell’Economia, quindi c’è pure la firma del presunto “illuminato” Nordio) pubblicato sulla Gazzetta ufficiale di ieri, che stabilisce l’importo della “garanzia finanziaria” introdotta dal decreto Cutro, completa quella che tecnicamente è un’estorsione.
Lo stato italiano taglieggia e ricatta i migranti, esattamente come fanno quelli che consentono loro di attraversare il deserto o li imbarcano sui gommoni.
Ci sarebbe tanto, tantissimo di cui vergognarsi.
A meno che, naturalmente, non si conosca la vergogna.
Alessandro Capriccioli, Facebook
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Parlami delle tue mani
che hanno sempre accarezzato
lacrime e sorrisi.
Parlami del tuo cuore
e dei suoi battiti.
Portami agli anni che corrono
per strade senza curve.
Parlami di ciò che vuoi
lasciami vedere negli occhi
un lago pieno di barchette.
Raccontami di quando
tornando dalla fontana
il secchio pieno di vita
ride.
Federico Tavan
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"L'istruzione non è il riempimento di un secchio, ma l'accensione di un fuoco.“ William Butler Yeats
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QUEL POST CON CUI EMPATIZZERANNO IN TRE (ME COMPRESO) Parte 1
Non è una storia triste, non ci sono plot twist né morali strazianti per cui togliete pure il secchio da sotto la sedia ché i testicoli rimarranno al loro posto (figura retorica gender-inclusiva).
L’altro giorno @der-papero ha rebloggato un mio post in cui c’era l’immagine di una mazza ferrata per ‘resettare’ un pc dicendo ‘Non fare male ai computer che sono stati i miei unici amici per tanti anni! (o qualcosa del genere) ed è a quel punto che io ho pensato la stessa cosa, anche se in modo più specifico e meno informatico del suo.
Dal 1979 a oggi ci sono stati degli ‘amici’ che sono diventati una sorta di pietra miliare temporale a cui posso tornare con la memoria in modo microscopico e con una precisione quasi eidetica, al punto che li posso usare come una personalissima radiodatazione al carbonio per conoscere gli eventi contestuali occorsi in un dato periodo.
Quando ero piccolo ho sempre creduto che tutti giocassero ai videogames, sia con la propria console a casa che nei bar o nelle sale giochi e invece ho lentamente scoperto che non solo quasi nessuno aveva un console per videogames a casa ma che anche i cabinati che erano nelle sale giochi o nei bar per molti non erano affatto un’attrattiva.
Beh... per il sottoscritto le cose andavano in modo molto differente.
Alle console che ho posseduto dedicherò la seconda parte di questo post ma ora vi dico che sul viale pedonale principale di Viareggio (quello del carnevale, per intenderci) c’erano due sale giochi ENORMI (posso confermarlo a distanza di anni che non era solo lo sguardo di bimbo) e mio nonno paterno lavorava li vicino, ragion per cui mi bastava mendicargli mille o duemila lire, cambiare tutto in monete da 200 lire (i gettoni dovevano ancora arrivare) e giocare come se non ci fosse un domani.
Io non so se la seguente descrizione possa avere un senso per la maggior parte di voi ma dovete considerare quanto fosse ENORME il trip sinestesico nell’entrare in uno di quei luoghi: prima di tutto passavi dalla luce del sole a una penombra che assomigliava molto a un buio luminoso, poi le tue orecchie venivano sopraffatte da parecchi decibel di musichette a 8 bit che si mescolavano a formare un meraviglioso cachinno eustordente e infine l’odore di sigaretta che permeava ogni centimetro cubo dell’ambiente con una coltre di fumo in cui lampeggiavano gli schermi dei cabinati come finestre su altri mondi.
(in effetti a posteriori posso capire perché la mia passione non fosse così condivisa)
Ho parlato del 1979 perché quello fu l’anno in cui da flipper, biliardini e altri giochi analogici (che io schifavo) si passò al primo videogame completamente elettronico a grafica vettoriale: ASTEROIDS.
Ora, siccome sono ben consapevole che la maggior parte di voi non ha la minima idea di cosa io stia parlando, sappiate che quando parlavo di finestre su altri mondi era proprio quella la sensazione che allora si provava: dalla visione passiva di un programma televisivo su tubo catodico passavi a poter FARE COSE SULLO SCHERMO, un qualcosa che pochi fra voi possono capire quanto fosse pazzesco.
E quello per me segnò un altro modo di considerare lo scorrere del tempo.
Per esempio, nell’Agosto del 1983 giocai per quindici giorni a Moon Patrol nel piccolo bar dell’Isola del Giglio dove andai in vacanza coi miei genitori
mentre al Bar Sombrero del mio quartiere nell’inverno del 1984 a Mag Max e Kung Fu Master, quest’ultimo a scrocco perché avevo imparato come accedere al sensore che veniva toccato dalla monetina e dava 1 credito
la stessa estate, nella sala giochi in pineta, scoprii e finii Bubble Bobble (l’intro musicale mi dà ancora i brividi) mentre il Juke Box mandava in loop una canzone che dopo ho scoperto essere Sweet Dreams degli Eurythmics.
Trojan nel bar Moreno sotto a una tenda minuscola, R Type al chiosco sul viale dei tigli, Tiger Road al bagno Aretusa, Circus Charlie nel bar della stazione vecchia vicino al biliardo dal panno verde consumato e segnato dalle sigarette, Knuckle Joe in un hotel in Val d’Aosta per la gita di terza media, Wiz nel bar vicino casa di mia nonna materna, Bomb Jack al maneggio dove Diego con 200 lire giocava tutto il giorno e regalava crediti, Bank Panic al bar del cinema all’aperto e New Zeland Story in quello del palazzetto dello sport mentre mangiavo un Paciugo all’amarena, prima Green Beret e poi Iron Horse nella pasticceria sotto casa di mia nonna paterna con l’odore di sfoglie alla crema, Robocop e Xain’d Sleena al bar del liceo, finiti entrambi a memoria prima che suonasse la campanella, i tornei di Dark Stalker con i miei amici al bar della stazione nuova e poi ancora X-Men e Avengers.
Centinaia di giochi che meriterebbero decine di post perché con mille lire potevo andare in un mondo dove non ero più il ciccione sfigato che non sapeva giocare a pallone... ero quello che poteva sconfiggere i nemici e alla fine vincere, sempre.
L’ultimo arcade cabinato a cui giocai - e poi dopo quella data praticamente scomparvero per essere sostituiti dalle Slot Machine - fu Metal Slug, in data 1997, dopo aver lasciato Figlia Grande all’asilo nido nel piccolo ritaglio di tempo prima di andare nello studio medico dove avevo appena cominciato a lavorare.
Naturalmente lo finii ma finì anche col chiudersi quella parentesi durata appena vent’anni ma lunga una vita intera.
Chi di voi è abbastanza vecchio da capirmi?
@axeman72? @renatoram? @ilnonnodiinternet?
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Il secchio gli disse: "Signore, il pozzo è profondo"
"Più fondo del fondo, degli occhi, della notte e del pianto"
Lui disse: "Mi basta, mi basta che sia più profondo di me"
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Durante la visita in un ospedale psichiatrico, uno dei visitatori chiese al direttore: "In base a quale criterio decidete chi dev'essere ricoverato qui?"
Il direttore rispose: "Riempiamo una vasca da bagno con acqua e dopo aver dato al paziente un cucchiaio, un bicchiere e un secchio, gli chiediamo di svuotarla. Secondo il modo in cui decide di svuotarla, decidiamo se ricoverarlo o meno."
Allora il visitatore: "Ahhh ho capito. Una persona normale userebbe il secchio, perché più grande del bicchiere e del cucchiaio."
Il direttore: "Assolutamente no! Una persona normale toglierebbe il tappo dallo scarico. E adesso dimmi preferisci stanza singola o condivisa?"
MORALE: A volte la vita ci offre più opzioni di quelle che sembrano, basta vederle.
E ora dimmi la verità: Anche tu avevi scelto il secchio, vero !
Ossimoro
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Una delle unità di un reggimento composto da 30enni, che aveva già completato l'addestramento, era impiegato nella guerra antipartigiano su diversi campi, aveva bombe a mano e armati di tutto punto...
Musicisti semipensionati
Propongo una taglia su La Russa, 100mila euro a chi gli rovescia un secchio di merda in testa, in pubblico
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