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#Autostrada del Sole
conformi · 1 month
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Julio Lafuente, Gaetano Rebecchini and Calogero Benedetti, Edificio Esso, Rome, Italy, 1977-1980 VS Silvano Zorzi and Giorgio Macchi, bridge over the Po River, Autostrada del Sole (A1 Motorway), Mortizza | Piacenza, Italy, 1957-1958 (construction site photo)
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gregor-samsung · 9 months
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“ La nostra Talbot scrostata scivolava lungo l’Autostrada del Sole prigioniera del caldo di Ferragosto. Sei ore dopo – invece delle tre impiegate dalle auto normali – eravamo a Pinarella di Cervia, in una pensioncina sull'Adriatico. Ci trovavamo lì per incontrare degli amici, probabilmente la sola altra rwandese sposata con un italiano in tutto il paese. «Tutti al mare, tutti al mare, a mostrar le chiappe chiare!», cantava papà come Pippo Franco nel film Ricchi, ricchissimi… praticamente in mutande. Con la scusa che non avevamo l’autoradio, papà si ostinò a cantarla per tutto il tragitto. Quella fu la nostra prima vacanza in famiglia. Contro la volontà dei miei, ero andata a letto la sera prima col mio bikini americano: rosso, bianco e blu. Dieci anni e quello era il primo costume da bagno che avessi mai posseduto. Incapace di dormire, cominciai a posare come Naomi Campbell davanti allo specchio. Eccitata quasi al punto di esplodere, gridai canzoni di Jovanotti e Cristina D’Avena come per annunciare a tutta la costa orientale il nostro arrivo imminente. Distesa sul letto, le gambe allungate sul muro, tamburellavo i piedi a ritmo di musica, la stanza dei miei dall'altra parte di quello stesso muro. Mio padre mi aveva avvertito non una, non due, ma ben tre volte. La sua voce più grossa a ogni minaccia. Lo sculaccione che seguì fu raffinato da un crescendo di schiaffi. «Il metodo Pestalozzi», lo chiamava lui. Ma neppure le guance gonfie e i lacrimoni riuscirono a incrinare la mia gioia.
Una volta arrivati, papà si trasformò. Come una creatura marina, sbocciò a contatto dell'acqua salata, le alghe e il sole. Ad anni luce di distanza dalle ciminiere, l’asfalto e i camion di casa. Chiudeva gli occhi, cadeva all'indietro e si lasciava trasportare via dalle onde. Non lo vidi mai così libero. E nonostante tutto, rifiutai di entrare in mare. Solo pochi minuti dopo che eravamo arrivati in spiaggia, un bagnante aveva estratto dall'acqua un ratto grosso quanto un cane e io ne fui traumatizzata. Ci vollero cinque giorni prima che mi azzardassi a mettere piede sul bagnasciuga. Era gelato e costellato di sassolini. Papà mi afferrò le mani e mi spinse dentro. «E se ci trovo un ratto?». «Non succederà, stai tranquilla», mi promise. «Ma io ho paura dell'acqua, è nera e non riesco a vedere niente!». «Abbi un po’ di fede, bambina mia». Quando l’acqua gli arrivò alla gola, prese un bel respiro e mi trascinò di sotto. Non si vedeva nulla, però riuscii a distinguere una medusa e i piedi sguazzanti di decine di natanti, giovani e anziani. Quando riaffiorammo in superficie, avevamo già oltrepassato le boe. E più ci spingevamo oltre, più la visibilità aumentava. Cozze, granchi, triglie. E spugne, gigli di mare, praterie di Posidonia. Un banco di sardine ci passò accanto, solleticandoci le caviglie. Papà mi tenne per mano, nuotando sempre più giù, fin dove l’ossigeno poté portarci. «Tornate indietro! Siete fuori di testa?». Il bagnino agitò furiosamente le braccia dalla torre di controllo. «Oltrepassare le boe prevede una multa salatissima». «Per una volta non sono io quello arrabbiato», disse papà ridendo, mentre nuotavamo verso la spiaggia. «Per una volta sai che vuol dire essere al posto mio». Mi lanciò uno sguardo pieno d’amore. Ma si trasformò presto in una tristezza ancora più profonda. Per lui, le due cose, erano diventate inseparabili. “
Marilena Umuhoza Delli, Negretta. Baci razzisti, Red Star Press (collana Tutte le strade), 2020.
[ Libro elettronico ]
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wachsurfer2018 · 2 years
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Lungo l’autostrada del Sole , Cassino
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Suzuki Fronte 360 SSS, 1970. The LC10 SS and SSS Frontes were the fastest kei cars of their era. The SS was launched in 1968 by racing driver Stirling Moss and motorcycle racer Mitsuo Itoh who drove Frontes from Milan to Naples along Italy’s 750 km (466 mi) Autostrada del Sole at an average speed of 122.44 km/h (76.08 mph), not bad for a 360cc 2 stroke 3 cylinder engine. 
SSS pics from Kumpon Chalermnirandorn
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nineteeneighty4 · 2 days
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Mercoledì ho guidato per la prima volta da sola in autostrada. Sono arrivata all'ospedale dove lavorava mamma, a circa 60km da qui. Ho conseguito la patente un anno fa e da allora non è trascorso un giorno senza che mi sia messa alla guida. Ad aprile dell'anno scorso non avevo l'auto, mi fu regalata da zia perché mia madre non poteva permettersela. Il primo tragitto: quello verso il supermercato, fu il panico. Avevo paura di commettere imprudenze ed errori. L'istruttore, al contrario, era convinto che fossi già brava. "Si vede" mi diceva "quando uno è portato!". Non ho mai rifatto l'esame. La prova scritta la sostenni con trentanove di febbre e mezz'ora dopo ero già fuori la motorizzazione a guardare il cielo. Mi è sempre piaciuto guidare. Da piccola io e mia madre facevamo un gioco : spesso in città mi metteva seduta sulle sue gambe e lasciava che fossi io a tenere la traiettoria /il volante. Mi divertivo più con lei che con i miei coetanei perché non mi trattava come una bambina, guardava sempre alla donna che sarei diventata. Mi diceva spesso "Tu puoi tutto, ricordalo" ed è con questa constatazione che ho imboccato l'autostrada per S. " Posso farcela!" mi sono detta. Non avevo scelta ma sapevo di potercela fare e così è stato. Ho impiegato pochissimo tempo per adattarmi al cambio di velocità. Dieci minuti dopo avevo già effettuato il primo sorpasso, euforica, e fiduciosa nelle mie possibilità. Dopo essere andata al B, sono passata su, in reparto: all'altra sede- quella sita alle falde del Vesuvio al quale ho imparato a voler bene e che ora: dopo quanto accaduto a dicembre mi incute meno timore- per salutare i colleghi di mamma. Quando ho letto la scritta "Riabilitazione" mi è venuto da piangere. È così strano che si sia dedicata una vita intera ad aiutare gli altri e che nessuno abbia potuto aiutare lei, al momento del bisogno. Entrando sono stata circuita da una folla di sconosciuti ed amici che nel vedermi si sono commossi esattamente come è successo a me nel ripercorrere quei luoghi che per lei hanno rappresentato tutto : la gioia, il successo personale, l'indipendenza, la bellezza. L'umanità. Proprio come hanno suggerito le sue colleghe a chi di questa storia ne ha solo sentito parlare " A amava il suo lavoro". È vero. Mia madre si svegliava felice di mettersi in viaggio. Proprio come lo sono stata io. Non aveva timore dei lampi, della pioggia, del vento,della distanza perché era certa che vicino al mare brillasse sempre il(suo)sole. Mercoledì il tempo era tutt'altro che sereno. A C pioveva a dirotto, e il cielo era cupo come non mai però mi è bastato avere fiducia, uscire fuori da quella zona per ritrovare l'azzurro. Un azzurro che ultimamente è più un luogo dell'anima che un posto fisico, reale.
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libero-de-mente · 9 months
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VACANZE
Non esiste cartina tornasole, come prova decisiva, delle vacanze estive per comprendere come il tempo passi. E come rimpianti si acuiscono.
Il tempo passa e smaschera le nostre incoerenze, le certezze di ieri non sono quelle di oggi così come i "non ce la posso fare" di ieri essere dei rimpianti di oggi.
Estate 2023.
Figlio uno partirà tra qualche giorno con amici in auto, destinazione Toscana; figlio 2 parte oggi con la sua Rebecca, destinazione Trentino. Uno al mare l'altro in montagna.
Entrambi lontani centinaia di chilometri da me.
Sono due ragazzi, i miei figli, che si sono visti frenare la loro vita sociale e di aggregazione, quando stava per nascere, dagli anni bui della pandemia. La scuola in DAD, le zone rosse, i coprifuoco e le mascherine a coprire i loro sorrisi da adolescenti.
Il distanziamento sociale che per alcuni adulti è stata una pausa, un gran respiro per staccarsi da situazioni tossiche, è stato per i ragazzi una brusca frenata nella loro vita sociale.
Come quando ti ritrovi a bloccare in frenata l'auto lanciata di corsa in autostrada, un rallentamento che altera inevitabilmente la media tempo/percorrenza.
L'anno scorso fu figlio 1 a fare il primo passo, chiese e ottenne di andare in Campania. Prese l'autobus autostradale una sera di agosto. Lo accompagnammo, ci salutò e salì in maniera composta sul mezzo.
Lo guardavo sbirciandolo dalla portiera dell'autobus, lo stavo osservando mentre guardava fuori dal finestrino quando venni distratto dalle voci concitate di due persone.
Uno dei due conducenti stava discutendo con un ragazzo perché sprovvisto di mascherina, per le norme in vigore non poteva salire.
Notai lo sguardo supplichevole del ragazzo, se avesse perso quel mezzo quella sera probabilmente gli sarebbero saltati tutti i suoi piani.
Ho immaginato a una famiglia che lo aspettava, a una compagna o a degli amici con cui poi partire per altre destinazioni.
Mentre pensavo a tutto ci mi ero mosso automaticamente raggiungendo la mia auto, tenevo sempre delle mascherine di scorta così ne presi una e la offrii al ragazzo.
Mi ringraziò e riuscì a salire a bordo. Fu allora che riguardando Daniele, mio figlio che probabilmente non si era accorto di quella scena, lo vidi in lacrime. Stava piangendo a singhiozzo.
Credo che sia stata una di quelle volte, in vita mia, in cui mi si è letteralmente fermato il cuore. Non potendo salire per motivi di sicurezza lo chiamai al telefono.
Lo ascoltai, lo rincuorai e gli dissi che tutto era a posto. Gli dispiaceva "lasciarci". Era la prima volta. Io sentivo il suo pianto, lui per fortuna non sentì il mio.
Quest'anno entrambi andranno per le loro strade. Strade di vacanze, più che meritate.
Sembra passato poco tempo da quando si stava attenti alla sabbia che poteva irritare gli occhi di bambini piccini, al sole che poteva ustionare pelli così delicate.
Oppure il tempo in cui correvano per la spiaggia e la paura di perderli tra la fola, che era un'angoscia costante.
I momenti in cui entravano in acqua e "Tranquillo pa' so nuotare", in quei momenti mi passava il ricordo di mia madre. Con i piedi ben piantati sul bagnasciuga, una mano su un fianco e l'altra a mo di saluto militare sopra gli occhi per proteggerli dal sole. Per vedermi meglio.
I segnali in codice "madre", le mani che mimavano i vari "vieni più vicino", "esci che hai le dita a spugna", "lì non tocchi spostati", "quando esci facciamo i conti". Segnali come quelli nautici, quelli fatti con le bandierine dai marinai.
Erano tante le madri, allora, in fila come un plotone di esecuzione sulla spiaggia. Con tutti quei segnali, i nomi dei propri figli ben scanditi a richiamare l'attenzione se si guardava verso il mare aperto, interrompendo il contatto visivo con il genitore madre.
Credo che se questi plotoni di madri degli anni '60 e '70, fossero stati messi sulle spiagge di Utah Beach oppure Omaha Beach in Normandia, nel giorno del D-day, ci sarebbero stati moltissimi meno morti tra gli alleati.
Le vacanze con i diavoletti ti portavano a bramare di ricominciare a lavorare, a volte, a farti capire che le vacanze analcoliche non erano certo di aiuto. Così la sera, quando tutti erano a letto, qualcosa di fresco e alcolicissimissimo era irrinunciabile.
Ora che scusa avrò per bere? Tutto sarà così silenzioso e irreale.
Eppure avrò il tempo di leggere quel libro, di riguardarmi quel film, di prendere il sole senza dover tenere un occhio aperto per vedere dove sono i marmocchi.
Potrò davvero rilassarmi.
Ma non sarà così, la chat di famiglia sarà monitorata di continuo per vedere se qualcuno ha scritto o condiviso qualcosa. Cercando di frenare la voglia di chiedere, anche semplicemente come va, per non passare da genitore tedioso. Che poi ottieni esattamente l'opposto.
Mi abituerò, nella vita ci si abitua a quasi tutto, ma sono sicuro che nel mio cuore non mi rassegnerò al fatto che quelle corse appresso ai pargoli e i castelli di sabbia, forse, sono stati dei momenti di grazia assoluta.
E come si dice spesso in questo caso mentre guardiamo foto o immagini degli anni passati, quando eravamo giovani noi, "eravamo felici e non lo sapevamo".
L'importante che loro lo siano oggi, intendo felici.
Per me ci saranno altri momenti di felicità. Questa sera pizza ad esempio. Ci vuole.
Magari offrirò i miei servigi di genitore apprensivo a giovani genitori social, quelli che invece di stare sulla battigia preferiscono le stories e i selfie. Ci penserò io ai loro mocciosi.
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soldan56 · 10 months
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19 giugno del 1973, autostrada del Sole. Giorgio Almirante, di ritorno da un comizio elettorale, si ferma al “Mottagrill” di Cantagallo sull'A1 alle porte di Bologna Sud.
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susieporta · 5 months
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SONO ANCORA TANTI, TROPPI, I MODI CON CUI SI TOGLIE A UNA DONNA IL DIRITTO DI AVERE UN VITA
Tutti femministi su Facebook.
Poi se vediamo una donna senza un uomo la definiamo "sola", se non abbiamo un uomo ci definiamo "sole" e mettiamo in dubbio il nostro valore.
Dunque se non abbiamo un uomo siamo sole e reiette oppure se ci teniamo quello che abbiamo siamo dipendenti...quel che è certo che è colpa nostra se siamo sentimentalmente infelici.
E allora ci mettiamo in gioco, facciamo corsi di evoluzione personale, andiamo dallo psicologo, facciamo meditazione e le costellazioni familiari sugli uomini delle ultime 48 generazioni, ci mettiamo a dieta, andiamo dal chirurgo plastico, facciamo corsi di tantra, nella speranza che tutti questi sforzi ci portino a scovarlo, come un tesoro, l'uomo giusto che porrà fine al nostro eterno sentirci "sbagliate", "fuori posto" e soprattutto maledettamente sole e sfigate.
Se vediamo una donna decisa, autonoma e determinata, diciamo che " ha le palle".
Se viaggia da sola le chiediamo se non ha paura e se non guida di notte o in autostrada o non ha un conto corrente personale ci sembra tutto sommato normale.
Se decide di non accudire un famigliare che l'ha vessata per tutta la vita, la giudichiamo cattiva e commentiamo " ma è sempre tuo padre".
Ci sembra pacifico che non abbia un lavoro o non sia in grado di mantenersi.
Normale se al primo figlio si licenzia: " che vai a lavorare a fare se poi lo stipendio lo devi dare alla babysitter. È più conveniente se stai a casa".
Che se invecchia o ingrassa è la prima cosa che notiamo.
Se resta incinta, abortisce nell'umiliazione e nel disprezzo: si è voluta divertire, e ora che ne paghi il prezzo.
Che se non fa figli è una donna si ma non fino in fondo.
E se è arrabbiata è perché è mestruata o forse suo marito non l'ha " castigata" abbastanza ieri notte.
Diciamo che la colpa è dei genitori ma stiamo pensando che sia delle madri, che in Italia si sa che i padri sono assenti giustificati, che loro lavorano.
Quindi in buona sostanza ci sarebbero donne che crescono figli che uccidono donne e figlie che non sanno dire "no".
Insegnanti, in prevalenza numerica di sesso femminile, che non educano a scuola.
In pratica la colpa è ancora delle donne.
Che' già lavorano meno degli uomini, guadagnano pure meno e devono dipendere economicamente dagli uomini, facessero almeno il loro lavoro di genitori e insegnanti.
Sono tanti i modi con cui viene tolto ad una donna il diritto di avere una vita.
Se vogliamo cambiare qualcosa, iniziamo da un po' di sana autocritica e facciamo più attenzione al linguaggio che utilizziamo.
Come diceva Montanelli, i figli sono i figli del tempo in cui nascono.
E pure gli adulti, aggiungerei.
Gloria Volpato
#siamotuttipiumaschilistidiquantocrediamo#nessunopuoproclamarsiinnocente#abbiamopersoancora#ifiglisonofiglidituttianchequellicheuccidono
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sottileincanto · 10 months
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Questa è una mia (piccolissima!) bucket list dei posti da visitare in Italia, per ora. Ma mi piacerebbe tantissimo aggiungerne altri. Chi mi aiuta?
Grazie ❤️
Urbino
Ferrara
Pienza
Lago di Capodacqua
Chiesa di Santa Maria di Cartignano
Ninfeo del Bramante
Gennazzano
Altopiano di Navelli (Chiesa della Madonna del Campo)
Sant'Angelo di Roccalvecce (VT)
Borgo Rasiglia (Umbria)
Castello di Torrechiara
Castello di Gradara
Cappella contarelli, S. Luigi dei francesi, Roma
Arezzo
San Gimignano
Parco delle forre, monumento naturale di Corchiano (VT)
Scarzuola (Umbria)
Villa dei Volusii Saturnini, Area di servizio Feronia Ovest, Autostrada del sole (direzione Roma)
Vicenza (Palladio)
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kon-igi · 1 year
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Kon cosa fare x resistere? Ho un senso di apatia perenne, da ormai due anni, con alti e bassi... più bassi che alti ..che poi proprio alti non sono. Non mi manca nulla, assolutamente nulla. Ho tutti gli strumenti per cambiare senza troppi ostacoli se non me. Vorrei farmi degli amici ma vivo in una perenne dualità: avere il terrore del costante giudizio della gente (che mi ha portato ad isolarmi) al desiderio di avere qualcuno con cui uscire, alla mancanza di affinità con qualcuno...UNO. Sono una persona estremamente sensibile e il porre attenzione a qualsiasi cosa è un enorme difetto. Ho tanta paura di non guarire mai. Sono molto giovane e fin dall' adolescenza ho avuto a che fare con quella che forse è depressione? Boh. Mi faccio seguire ovviamente ma ho paura Kon di fare una brutta fine. Di continuare a essere così...vorrei cambiare soprattutto per il mio compagno che è una persona squisita, e vedo quanto è difficile stare accanto a una persona così. Allo stesso tempo però non ho le energie per cambiare ...quel qualcosa che mi sproni a forzarmi a reagire...non trovo niente di bello che mi smuovi qualcosa dentro. Non so se mi spiego
Ma non mi potevi chiedere delle cose tipo quali patogeni sono responsabili del patereccio delle dita o - che ne so - la differenza tra ketoprofene, ibuprofene e flurbiprofene? :(
Dunque, è da quando mi hai mandato questo ask che mi arrovello su come risponderti ma ciò che descrivi è così grande e profondo che non credo di sbagliarmi nell'affermare che sia un tratto comune alla maggior parte delle persone che conosco.
Il problema non sei tu come persona ma l'idea che hai plasmato di te osservando, ascoltando e adattandoti alle persone attorno a te.
Sei circondata da persone di merda?
No... sei circondata da persone.
Se sei fortunata, ce ne saranno mediamente di merda così come di stupende ma il fatto è che, probabilmente, alcune tue esperienze del passato hanno minato la tua capacità di autodeterminazione e quindi la tua autostima.
Vuoi che ti sveli un segreto?
Non esistono persone che non abbiano subito ALMENO un trauma del cazzo durante la loro giovane età.
Un trauma diverso per ognuno a cui ognuno ha reagito diversamente ma che da lì in poi ha determinato il come avrebbero visto e vissuto se stessi nel rapporto con gli altri.
Ma oramai è andata e tu sei anche quei traumi, che forse hanno deviato qualcosa di te ma che nel bene e nel male hanno contribuito a fare di te la te attuale.
E la te attuale non è per nulla malaccio.
Pensa, puoi uscire nuda per strada correndo e cantando Anarchy in the UK con un passamontagna in testa e tutti penserebbero a un flash mob delle Pussy Riot senza nemmeno chiamare la polizia, puoi entrare in un negozio di fiori e infilare la faccia in un mazzo di calicanto per annusare il profumo di luoghi che non conosci ma di cui senti nostalgia, puoi piangere da sola su una panchina e aspettare una persona gentile che venga a chiederti se hai bisogno di aiuto, puoi andare a un comizio di salvini e ridergli in faccia così forte da pisciarti addosso e poi ridere ancora più forte quando la gente si scansa inorridita, puoi prendere un neonato in braccio e invidiargli con amore l'innocenza del sonno, vibrare assieme alle voci del coro della Nona Sinfonia di Beethoven, urlare in autostrada, addormentarti negli occhi un raggio di sole che filtra dalle persiane e poi chiedere a una persona che piange da sola su una panchina se ha bisogno di aiuto.
Non credi di poterlo fare ma puoi.
E soprattutto, non devi vivere nel senso di colpa della tua presunta irriconoscenza nei confronti di chi ti sta accanto.
Il tuo benessere deve sempre essere il punto di partenza per il benessere del tuo compagno, mai viceversa perchè altrimenti non stai amando ma accontentando e questo implica un tuo progressivo annullamento.
Vabbe'... come hai letto, non è che poi io abbia elencato tutte quelle soluzioni magiche - che a onor del vero nemmeno mi hai chiesto - però se hai ancora piacere a parlarmi (io ne avrei), mi puoi trovare come kon_igi su telegram.
Un abbraccio <3
P.S.
Ho presunto il tuo gender perché hai parlato di compagnO ma se sei un uomo non fa proprio nessuna differenza... tranne che a correre nudo per strada con un passamontagna in testa e cantando Anarchy in the UK le palle sbattono e fanno male, quindi occhio.
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conformi · 1 month
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Quadrangle of the Nuns | East Building, Uxmal, Mexico, 906 AD VS Silvano Zorzi and Giorgio Macchi, bridge over the Po River, Autostrada del Sole (A1 Motorway), Mortizza | Piacenza, Italy, 1957-1958 (construction site photo)
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lacooperativa · 9 months
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Il Sindaco
Ovviamente è soltanto un soprannome per un collega particolare. Il Sindaco nasce da una madre e da un padre. Temo al pensiero di come sia cresciuto, anzi tra chi sia cresciuto e non mi riferisco ai genitori ma agli amici o ai compagni di scuola.
È un buono, anzi un buonissimo. Non si è mai sposato o fidanzato o accompagnato. Né a donna, né a uomo. Probabilmente prendere la patente è stato il suo traguardo più grande e ancora di più fare di quella patente il suo lavoro nella coop.
Il Sindaco è lento. Nel guidare, nel pensare (suppongo), nel parlare. Non che non sia pure profondo ma è lento. In strada massimo a sessanta all'ora, in autostrada mai sopra i cento. Era già pronto da anni alla rivoluzione dei 30 all'ora nella città di Bologna.
Come dicevano Beta7 e Frenc: fortunè. Vero in fondo, non capire un cazzo a volte è una grande fortuna. Non è che il Sindaco non capisca nulla ma è abilissimo a farti venire il dubbio in tal senso.
Comunque gli è morto il papà anni fa, è restato lui con la mamma pensionata e a inizio settembre andrà in vacanza a Riccione con un altro nostro collega, quella grandissima merda di Ronaldo (soprannome). È già il secondo anno. Vanno a Riccione, stanno sotto l'ombrellone tutto il giorno e appena il sole cala vanno a cena e poi passeggiano sul lungomare giusto prima di coricarsi. Temo anche che si corichino nello stesso letto. Ma contenti loro, contenti tutti.
Forse l'unico momento "alto" nella sua vita è stato quando lavorava di notte. Il Sindaco odia lavorare di notte tanto quanto ama dormire. E ama tanto dormire quanto odia doversi alzare presto per andare a lavoro o da qualsiasi parte ci sia da alzarsi presto.
Insomma quella notte, quando lavorava alla distribuzione delle paste ai bar per conto di quella pasticceria che quando fallì ci regalò un puffo esagerato, venne fermato dai Carabinieri. Sicuramente in ritardo e irritato, non trovò meglio che chiedere al Maresciallo di Granarolo se non avesse altro da fare che rompere i coglioni alla gente che lavora.
Il Maresciallo non capì la retorica insita nella domanda del Sindaco e gli ritirò la patente. Il padre del Sindaco andò a intercedere per il figlio e pagata una multa cospicua riportò a casa l'unico vero attrezzo da lavoro che serve per lavorare in cooperativa.
Che allora era uno straccio di carta rosa con una foto e le generalità del titolare della patente.
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dilebe06 · 1 year
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Mentre affrontavo Arsenal Military Accademy, ho buttato l’occhio su devil in law. La tua recensione è più invitante della serie. 😂 Di partenza faccio fatica con lingue che non siano cinese o koreano e questo mi rende spesso irritanti i protagonisti. La trama è trash. Il che non mi dispiace, visto che Dinasty per me è iconico. Ma ci deve essere dietro un filo logico che qua non c’è. Per la suocera.. siediti lungo il fiume e aspetta il cadavere del tuo nemico altro che fine a tarallucci e vino!
@lisia81 Perdonameeeee! ma questo è l'unico modo che ho per rispondere al tuo commento. Almeno finché Tumbrl non si decide ad intervenire e salvare il mio blog.
Se ti ho fatto venire così voglia di vederlo tanto da non aver nemmeno aspettato di finire Arsenal, vuol dire che ho scritto un commento troppo invitante! XD Ma questo è il fascino dell' incidente in autostrada: sai che sarà una brutta vista ma devi buttarci un occhio lo stesso! XD
La lingua thailandese è una difficoltà anche per me: all'inizio avevo difficoltà anche con il cinese ma poi l'abitudine ha preso il sopravvento e adesso vedo serie cinesi senza problemi. Per il thailandese - sarà che ne vedo in numero inferiore - ogni volta ci metto 3/4 episodi ad armonizzare l'audio della lingua.
Per la trama...sì è trash. Ma è un trash illogico. Anche a me piace la roba trash, mi diverte e mi rilassa vedermela ogni tanto. Ma qui è esasperata: non c'è nessun senso logico perché il lead accetti la protagonista come nuova moglie al funerale della prima consorte.
Così come i propositi di vendetta alla luce del sole della lead. Come ho scritto, io pensavo che lei volesse vendicarsi di nascosto: un doppiogioco che avrebbe portato angst e conflitti emotivi dall'inevitabile innamoramento dei due lead. Invece, facendo sapere dei suoi piani, ha reso tutto così surreale e confuso.
Per la suocera: non so esattamente come finisca perché appunto l'ho droppato. Ma dopo aver letto un commento dove ci si lamentava del perdono immediato per la donna, ho capito che da me questa serie si era presa anche troppo tempo.
PS: se proprio vuoi vederti una bella serie tailandese, fatta bene e particolare, vediti PS: I hate You. Io l'ho adorata! se ti piace il genere beninteso. XD
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ermatmblr · 9 months
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Prima di proseguire, intendiamoci (o iniziamo a litigare): c’è questa distinzione tardo novecentesca che ancora qualche ritardatario usa come spilletta identitaria o bio sulle app di dating, quella tra turisti e viaggiatori. La democratizzazione del viaggio, il suo addomesticamento, la trasformazione della bellezza in commodity globale ha sfaldato questa distinzione (se mai è stata vera). Siamo tutti turisti, anche chi si infligge la Transiberiana è un turista, anche i pacchetti turbo esotici per farsi un giro in Corea del Nord o nella zona di esclusione di Chernobyl sono turismo, la differenza tra Civita di Bagnoregio e Ulan Bator ormai è quantitativa, non qualitativa, sono solo molti chilometri, molti soldi e diversi giorni di ferie in più, non c’è nessun salto esistenziale. Siamo tutti clienti della stessa industria, che ha solo diversificato i canali di accesso: autostrada del Sole, volo Emirates con scalo a Dubai per acclimatarsi al grado di orientalismo desiderato, i viaggi pensosi con mediatore culturale al seguito in Nord Africa, sei mesi in Sud-est asiatico senza un soldo, l’Africa in bicicletta dal Cairo a Città del Capo.
Viaggiare fa male?
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nineteeneighty4 · 1 month
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Come canta Mecna : stiamo mischiando sogni e incubi, in questi giorni matti.
Siamo in una casa in legno, antica. Non ci sono mobili, né televisori. Soltanto un letto in ferro una madia e un armadio. Assomiglia moltissimo alla villa dello zio S, quella che ero solita esplorare da bambina perché aveva tutta una serie di rampe interne che si sviluppavano su più piani e conducevano fino alla mansarda,dove vi erano riposte le provviste e gli antichi ricordi di un tempo. Mia madre se ne sta immobile nel letto, con tutta la schiera di parenti disposta attorno al capezzale ciascuno avente tra le mani il proprio rosario. È viva, benché non si muova. Mia zia continua a ripetere che si tratta di un miracolo, che certe cose accadono soltanto nei film o nei libri. Il potere della fede, e la voglia di rivedere la sorella, l'hanno strappata al regno dei morti e ricondotta in quello dei vivi. Io e lei ci guardiamo da lontano. Ho paura di varcare la soglia della camera da letto perché il suo volto non è il solito : roseo. Appare emaciato, scarno, violaceo anche in certi punti. Poi mia madre mi fa cenno di avvicinarmi e dice di sentirsi strana, infastidita da quell'atmosfera. Il mondo reale è qualcosa di opprimente, e lei ci sta a forza come un sub al quale termina la bombola di ossigeno. Le domando di cosa ha bisogno, e mi risponde che non le occorre nulla. Forse vorrebbe solamente riposare in pace, per tutti i secoli dei secoli ma le zie la trattengono, toccano, vestono e lavano come fosse un nuovo Messia giunto sulla Terra e la stanza si trasforma in un sepolcro, al quale mancano le pareti rocciose e la nudità tipica del Cristo. Poi la scena muta. Ci troviamo in un parco. È notte, non ci sono stelle in cielo. L'aria è fredda come lo è solitamente durante il mese di dicembre. Mi sussurra che ognuno ha un proprio destino al quale è impossibile sfuggire. Nell'enunciare ciò non vi è rabbia o risentimento sul suo viso, bensì serenità. Vorrei rimanesse accanto a me ma la sua tonalità di pelle mi suggerisce che il suo mondo non è il mio ma un altro a me del tutto sconosciuto, probabilmente grigio solo all'apparenza. Le chiedo di restare e mi risponde che vorrebbe ma non può. D'improvviso siamo in autostrada e c'è un sole che spacca le pietre. Fa caldo, la vita fuori sembra un dipinto di Matisse. I papaveri sono fioriti, e ondeggiano sul ciglio della carreggiata. Il cielo è turchese intenso. Alla radio stanno passando "This must be the place" e sembra andare tutto bene. Poi lo schianto. Un camion proveniente dall'altro senso di marcia irrompe nella nostra corsia e i colori del giorno lasciamo spazio al buio più profondo. È notte, l'auto si ribalta, prendo la mano di mamma e le dico " Io non so come salvarti mamma, aiutami a capire!" allora lei mi fa una carezza negli ultimi istanti della sua vita e mi risponde "lasciami andare".
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earaercircular · 1 year
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Climate Angels should wear Prada
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The pressure on luxury labels is growing. They must meet the expectations of eco-conscious Generations Y and Z and face an EU challenge to greenwashing. A visit to Prada.
Even the name sounds promising: Valvigna[1], valley of the vines. In the middle of Tuscany, right on the Autostrada del Sole, is the third "garden factory" of the fashion label Prada. The 33,000 square meter plant expresses a humble respect for nature. 980 vines entwine, following the genius loci: shady pergolas. 8,700 climbing plants make as well facades green, as atriums and even the sky-high glass roof of the canteen, 74,000 ground cover plants spread out in beds, 29,000 bushes ensure that the factory is harmoniously embedded in the spring-like hilly landscape near Arezzo[2]. This is where the productive heart of the Milan luxury group beats. And that is at first glance: incredibly green.
Three weeks ago, far away in Berlin, a different picture came to mind. Climate activists sprayed the shop window and logo of the Prada store on Kurfürstendamm[3] with the signal colour orange. The Italian fashion brand's flagship store was vandalized beyond recognition. "We can't afford the rich anymore," read the signs of the Last Generation[4]. Their colour attack was probably more against the status symbols of wealth than against the manufacturer. But the protest hits Prada and the whole industry in a sore spot.[5]
The pressure on European luxury labels is growing. On the one hand, they have to meet the expectations of their climate-conscious customers from generations Y and Z, whose influence is rapidly increasing globally. On the other hand, the European legislators require the fashion industry to adapt to increasingly strict EU guidelines in terms of sustainability. Brussels no longer wants to be satisfied with declarations of intent and insists on real progress. This is a declaration of war on the greenwashing[6] that is widespread in all sectors of the economy.
In addition, the climate issue for the fashion world is very fundamental. Can an industry that thrives on constantly arousing new desires go green at all? Is expensive luxury fashion sustainable just because it rarely ends up in the dustbin and more and more often in hip resale shops?
Lorenzo Bertelli, 35, sees Prada on the right path towards environmentally friendly production. In a light gray slim-fit suit and a casual shirt, the designated corporate heritage leads through the bag factory in Valvigna. This son of Miuccia Prada and Patrizio Bertelli, who took over the leather goods store founded in Milan in 1913 and transformed it into a globally coveted fashion brand with 612 of its own stores and 24 factories, has been Head of Marketing since 2019 and has been responsible for sustainability since 2020. In a few years he is to replace his parents at the top of the group and lead one of the few still independent luxury companies in Italy into the future.
Today, the dark-curly Prada offspring has to ensure that the family business sharpens its profile in a climate-friendly manner. The Milan label is trying to adopt a more transparent sustainability strategy and catch up with the pioneers in the industry.
The flagship project is green nylon
"We want to be the engine of change," says Bertelli, who lives out his passion for horsepower as a rally driver, but drives electrically in everyday life. He points to initial successes. The company's greenhouse gas emissions were reduced by 34 percent in 2022 compared to 2019, already exceeding the target of 29.4 percent set for 2026. "Our strong growth allows us to accelerate the process," he says. Two thirds of the electricity used across the Group comes from renewable sources. Four years ago, fur was completely banned from the collections of Prada and the young brand Miu Miu. In 2019, Prada was the first fashion company to take out a loan of 50 million euros, the interest rates of which are linked to the fulfilment of sustainability goals.
Lorenzo Bertelli scores particularly well with a flagship project: It's called Re-Nylon[7] and gets a lot of praise. Because it's not marketing. Rather, it ties in with the breakthrough of the mother 35 years ago.
When Miuccia Prada sent her first collection down the Milan catwalk in 1988, the granddaughter of the master of fine leather accessories shocked the fashion scene with a black nylon backpack.
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Can a piece made of water-repellent, functional fabric even be considered a luxury? And how! The nylon satchel made of cheap synthetic fibre made from petroleum conquered wealthy customers and became a cult object. Miuccia's backpack was the perfect anti-statement of traditional luxury. The designer became the darling of a generation that wanted to break away from the classic status symbols. The sales success of the minimalist sack was the reason for Prada's rise to become a cool global brand. Nylon became a trademark of Prada.
Two years ago, the company completed its move away from the dirty stuff. Since 2021, Prada has only used 100 percent recycled synthetic fibres from old fishing nets, carpeting and other textile waste. The luxury group now processes more than 1 million meters of green nylon a year for its clothing, shoes and bags. The material was developed by the Italian chemical company Aquafil[8]. The pioneer from Arco on Lake Garda saves 90 percent of climate-damaging CO2 emissions in the production of regenerated Econyls and also eliminates mountains of nylon waste from the world. Bertelli says: "For Prada, Re-Nylon is a milestone on the way to the circular economy".
In this way, the loop was closed for his family. In 1988, when Miuccia Prada celebrated her brilliant debut, she also gave birth to her son Lorenzo. The 35-year-old has now made her avant-garde nylon cool again.
The decision was made at Prada at a critical moment. In 2019, the company turned around after a five-year weak phase that saw the label lose its shine and suffered a decline in sales and profits. The Renaissance succeeded. In 2022, Prada experienced the best financial year in its history. A record turnover of 4.2 billion euros was achieved, one billion more than in the pre-Covid year 2019. In the first three months of this year, turnover increased by 22 percent. The Miu Miu brand even increased its store sales by 42 percent. The shoe brands Church's and Car Shoe also belong to the group.
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For the young Bertelli, business success is the prerequisite for his sustainability strategy. "My first thought in the morning is for the 13,768 employees whose salary I have to guarantee," he says in Valvigna. That's why the Re-Nylon project is so important. It brought many young customers into the Prada stores, he says. "Re-Nylon proves that sustainability pays off".
In other areas, however, Bertelli hesitates. For example leather goods. The issue is gaining in importance as awareness of the environmental impact of leather manufacturing and concerns about animal husbandry grow. And because leather, which accounts for the majority of raw material consumption at Prada, has a particularly large carbon footprint among the materials used in fashion. Other luxury manufacturers are experimenting with leather-like materials that come from the laboratory rather than from a slaughterhouse[9]. Bertelli doesn't think the market is ready for this yet. "Consumers still want real leather," he says.
That doesn't sound very ambitious. Because in order to achieve its own sustainability goal, Prada must now reduce its absolute emissions of climate killers, including emissions caused externally by the supply chain, by 42 percent by 2029. While until now the environmental impact has been reduced in-house, Prada now has to address emissions that are beyond its direct control and are therefore far more difficult to influence. Example: procurement of raw materials. There is no plan yet on how to achieve this goal. The fact that Bertelli recruited reinforcements at the beginning of the year made one sit up and take notice. He recruited the experienced sustainability manager Chiara Morelli from the French luxury group Kering, which is considered the industry leader in climate protection.
Its industrial strength should also help the glamorous group. In the chic garden factory in Valvigna, where 770 employees work, not only are all the bag collections designed and developed through to the production of the prototypes. Patrizio Bertelli, 77, also controls the other 23 factories of the group from here. Ever since he and his wife turned the outdated family brand into the world-famous "The Devil Wears Prada" label, Bertelli has relied on the company's vertical integration.
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At the age of 18, the Tuscan already owned a small leather business. For decades, he was ridiculed in the industry for his factory weakness. Now the competing brands of the luxury groups LVMH[10] and Kering[11] are copying it. In a race to secure the technical know-how, all fashion houses are now expanding their own production in Italy or taking on contract manufacturers. Starting from a high level, Prada is now investing a further 130 million euros in the expansion of its own factories in two years. 30 percent of the goods are already produced there. The control should now support the tour de force in environmental protection. "Our industrial model is a strong accelerator of the sustainability strategy," says Lorenzo Bertelli.
He also knows that there is still a long way to go before (climate) Angels wear Prada. And: The luxury industry cannot push itself. Prada's gross operating profit was 78 percent of sales last year. So there is no shortage of money. "If you have more, you should also do more," says Bertelli.
Source
Ulrike Sauer, Klima-Engel sollen Prada tragen, in: Süddeutsche Zeitung, 15-5-2023; https://www.sueddeutsche.de/wirtschaft/prada-nachhaltigkeit-luxus-mode-italien-recycling-1.5861212
[1] In the garden factory of Valvigna, Tuscany, architecture explores the uncontaminated relation between constructions, rigour of design and freedom of natural elements. The restoration of a damaged environment and the mitigation of the impact of buildings on landscape are the priority.  The industrial headquarters in Valvigna hosts the production division and the development of the Prada and Miu Miu leather goods collections, the warehouses for raw materials, the historical archives of the leather goods and footwear collections, the offices for general services and industrial administration, an auditorium, systems areas and the Prada Group. https://www.pradagroup.com/en/perspectives/stories/sezione-luoghi/valvigna.html
[2] Arezzo is a city and commune in Italy and the capital of the province of the same name located in Tuscany. Arezzo is about 80 kilometres southeast of Florence at an elevation of 296 metres above sea level. As of 2022, the population was about 97,000.
[3] The Kurfürstendamm is one of the most famous avenues in Berlin (sometimes called Ku'damm in short). The street takes its name from the former Kurfürsten (prince-electors) of Brandenburg. The broad, long boulevard can be considered the Champs-Élysées of Berlin and is lined with shops, houses, hotels and restaurants. In particular, many fashion designers have their shops there, as well as several car manufacturers' show rooms.
[4] The Last Generation (German: Letzte Generation) is a group of climate change activists. Their civil disobedience methods, such as desecrating artworks or blocking roads, often generate public outrage. In 2022, the group performed 276 road blockades in Germany. In Rome, they threw soup at a van Gogh painting behind glass, called The Sower. In Potsdam, they threw mashed potatoes onto a Monet painting. None of the artworks they attacked were damaged. The group was formed by participants of the 2021 Hungerstreik der letzten Generation which had blockaded highways in Berlin. They chose their name to signal that Earth is approaching climate tipping points, and that their generation is the last one that can prevent climate collapse.
[5] Read also: https://www.tumblr.com/earaercircular/681528665945915392/verbose-and-empty-this-is-how-you-distinguish?source=share
[6] Read also: https://www.tumblr.com/earaercircular/712601625867567104/only-really-green-can-be-called-green?source=share & https://www.tumblr.com/earaercircular/706325269171060736/half-of-environmental-claims-companies-make-are?source=share
[7] The Prada Re-Nylon collection is a groundbreaking evolution of the brand’s most recognisable signifier, nylon - an emblem of Prada’s distinct viewpoint on modern luxury, an industrial beauty, and contemporary life for more than four decades. https://www.prada.com/it/en/pradasphere/special-projects/2020/prada-re-nylon.html
[8] Since 1965, the Aquafil Group has been a pioneer of the circular economy and a landmark in terms of quality and product innovation for Italy and the globe. We primarily manufacture Nylon 6 fibres and polymers but also Nylon 6.6 and Dryarn. Our flagship product is ECONYL® nylon, which revolutionizes the world of synthetic fibres through a closed-loop model. Today, Aquafil remains a leader in the research of new production systems for sustainable development. https://www.aquafil.com/the-group/
[9] Read also: https://www.tumblr.com/earaercircular/667203430752894976/swiss-watch-industry-aims-for-circular-watches?source=share
[10] LVMH Moët Hennessy Louis Vuitton (commonly known as LVMH), is a French multinational holding and conglomerate specializing in luxury goods, headquartered in Paris. The company was formed in 1987 through the merger of fashion house Louis Vuitton (founded in 1854) with Moët Hennessy, which was established following the 1971 merger between the champagne producer Moët & Chandon (founded in 1743) and the cognac producer Hennessy (founded in 1765).In 2023, with a valuation of $500 billion, LVMH became the most valuable company in Europe.
[11] Kering is a French-based multinational corporation specializing in luxury goods. It owns the brands Balenciaga, Bottega Veneta, Gucci, Alexander McQueen and Yves Saint Laurent. The timber-trading company Pinault S.A. was founded in 1963, by François Pinault. After the company was quoted on Euronext Paris in 1988, it became the retail conglomerate Pinault-Printemps-Redoute (PPR) in 1994, and the luxury group Kering in 2013. The group has been a constituent of the CAC 40 since 1995. François-Henri Pinault has been president and CEO of Kering since 2005. In 2020, the group's revenue reached €13.1 billion.
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