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#Luigi Fedele
oceanusborealis · 2 years
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Robbing Mussolini (Rapiniamo il Duce) - Movie Review
Robbing Mussolini (Rapiniamo il Duce) – Movie Review
TL;DR – It might not stick the landing, but it was an interesting romp through Italy at the end of WW2.    ⭐⭐⭐⭐ Rating: 3.5 out of 5. Post-Credit Scene – There is no post-credit sceneDisclosure – I paid for the Netflix service that viewed this film Robbing Mussolini Review – If there is one genre I adore when it is done well, it is a Heist film. The setup, the betrayals, the secret moments…
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generalevannacci · 4 months
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Carlo Cunegato
IL BESTIARIO DI FRATELLI D’ITALIA: CLASSE DIRIGENTE O INDECENTE?
Il bestiario di Fratelli d’Italia sta riempendo le istituzioni di strani, vivaci e bizzarri animaletti.
Il deputato Emanuele Pozzolo, mosso da un entusiasmo giovanile, alla festa dell’ultimo dell’anno, gaio ed energico sfodera la sua arma. Spara ad un trentunenne e di fronte alla richiesta delle forze dell’ordine di consegnare i vestiti per la perizia il virile Pozzolo esibisce l’immunità parlamentare. E’ la destra della legge e ordine, solo però quando riguarda gli altri. Ribelle.
Il deputato Calogero Pisano sui social definiva Hitler “un grande statista”. Estroso.
Elena Donazzan, assessora veneta al Lavoro e alle Dispari opportunità ha definito una persona transessuale “un demonio”. Ha ricordato dei nazisti il 25 Aprile. Ha cantato Faccetta nera alla Radio. Del 25 Aprile dice: “L’antifascismo ha prodotto il terrorismo rosso. Non è un valore”. Inclusiva. Costituzionalista.
Il deputato Fabio Rampelli propone di telefonare in Africa per chiedere agli africani di non partire. Realista. Memore della battaglia mussoliniana contro gli anglicismi, della traduzione di Louis Armostrong in Luigi Braccioforte e di Benny Goodman in Beniamino Buonuomo propone di multare con decine di migliaia di euro chi usa termini inglesi. Moderno. Cosmopolita.
Francesco Lollobrigida, ministro e cognato. E’ convinto che i poveri mangino meglio dei ricchi. Ferma i treni quando ha fretta, come fossero di sua proprietà. L'Italia c'est moi. Sociologo e trenologo.
Gianbruno, ex compagno del Capo. Così fedele a “sono Giorgia, sono una donna, sono cristiana” che propone ad una collega di farlo a tre in cambio di una possibilità di carriera. In fatto di famiglia tradizionale a destra non si capisce più niente, visto che Gianbruno è l’ex compagno di quella che Libero ha definito “L’uomo dell’anno”. Fluido.
Poi c’è il consigliere regionale veneto Joe Formaggio. Inarrivabile. Si fa ritrarre con una mitraglia in mano, deve essere amico di Pozzolo. Cow boys. “La maggioranza dei veneti deve avere la pelle bianca”. Multiculturale. “ A casa mia meglio i topi che i rom”. Antirazzista. In consiglio regionale ogni tanto abbraccia eccessivamente le colleghe basite. Femminista.
Classe dirigente o indecente? Ai posteri l’ardua sentenza.
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turangalila · 1 year
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Ivan Fedele (*1953) ERINNI (1998) per pianoforte, cymbalon e vibrafono
Erinni was born from a project organized by the Festival Milano Musica dedicated to György Kurtág where six different Italian composers were asked to set six poems by Alda Merini. A double tribute, therefore, to two very different artists, in some ways very far from each other but both sharing a dazzling lucidity of expression.
Of the six composers (there were also Adriano Guarnieri, Fabio Nieder, Francesco Pennisi, Alessandro Solbiati, Fabio Vacchi) Fedele was the only one to make a choice that is quite uncommon in such cases: to exclude any participation of a voice and thus any explicit rendering of the words of the poem.
Yet again Fedele chooses a formal starting point where the compositional procedures are defined from the form and for the form. Here is the text by the Milanese poet
Erinni (from Il volume del canto)
Fino a quando dovrò, mente dannata, partorir la tua rima e la tua forza onde per gioco mi giocò l'amore? Fino a quando dovrò mandare aromi di tremende vendette alle tue Erinni? Fino a quando giocare sopra questa bussola torta che mi porta piano a farmi di me stesso capitano?
The structure of the poem shows a clear three-part division marked by the words "Fino a quando". The number of lines is irregular (3 - 2 - 3), but the scheme is very well balanced and basically symmetrical thanks also to the internal balance present within each line. This gave Fedele the idea that the three parts portray the same object as seen from three different points of view; three different images that, two to the requirements of verbal language, are presented one after the other but when transposed into music can enjoy the luxury of simultaneity. Each of the three instruments thus assumes a given point of view and develops it in a similar but slightly divergent manner. Passing through phases of impelling urgency or of suspended abandon, the course of the composition traces an elliptic form that reflects the most intimate proprieties of the poetic text. [by Claudio Proietti]
_ Ensemble Accroche Note. Michèle Renoul, piano. Luigi Gaggero, cymbalon. Emmanuel Séjourné, vibraphone. Studio recording 2004
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valoriontinuit · 2 years
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Luigi De Giovanni
Ritorno alle origini – il ritmo colore della taranta
MUSEO PIETRO CAVOTI GALATINA
9 SETTEMBRE | 9 OTTOBRE 2022
Inaugurazione 9 settembre ore 19:30 con ingresso libero
Interventi
Fabio Vergine Sindaco di Galatina
Monica Albano Amministratore LiberMedia Gestore Polo Biblio-Museale di Galatina
Salvatore Luperto direttore artistico Museo Cavoti e critico d’arte
Davide Miceli consigliere comunale
Roberto Lupo autore del saggio “Tarantismo senza tarantati”
Modera la giornalista Antonietta Fulvio
Si intitola Ritorno alle origini: il ritmo colore della taranta e si inaugurerà il 9 settembre (ore 19:30 con ingresso libero) al Museo Civico “Pietro Cavoti” la nuova personale di Luigi De Giovanni curata dal direttore del Museo e critico d’arte Salvatore Luperto che firma anche l’allestimento con Anna Panareo. Dopo i saluti del Sindaco Fabio Vergine, del consigliere comunale Davide Miceli e di Monica Albano gestore del Polo BiblioMuseale di Galatina e amministratore di Libermedia, la serata coniugherà arte e letteratura grazie agli interventi di Salvatore Luperto curatore della mostra e di Roberto Lupo autore del saggio “Tarantismo senza tarantati” (edito da Musicaos). Gli interventi saranno moderati dalla giornalista Antonietta Fulvio direttore responsabile della rivista Arte e Luoghi edita da Il Raggio Verde che organizza l’evento espositivo con il Patrocinio del Museo Civico “Pietro Cavoti” e del Comune di Galatina.
Dopo aver dipinto en plein air la costa salentina che da Leuca arriva ad Otranto, fedele ad una poetica che vuole un’arte non solo estetica ma anche etica, rintracciando attraverso segni e colori il dialogo tra uomo e Natura, Luigi De Giovanni ha concepito un nuovo progetto espositivo: Ritorno alle origini: il ritmo colore della taranta nell’idea di ripercorrere i suoi luoghi e la cultura della sua terra alla riscoperta del genius loci che finisce inevitabilmente nelle sue tele dove si dipana il racconto della gente salentina, costretta ad emigrare nelle miniere – braccia e corpi da sfruttare - o a ballare come facevano le tarantate fino allo sfinimento per nascondere il dolore e il disagio sociale.
«Il Tarantismo è un elemento distintivo della tradizione culturale della Città di Galatina. Scrive nel catalogo il sindaco Fabio Vergine. - Onorarne la memoria attraverso una mostra dedicata è un modo di restituire un momento importante del patrimonio culturale immateriale alla comunità. L’arte incontra la tradizione attraverso la felice intuizione pittorica di De Giovanni. Il tutto nella cornice del Museo Cavoti, luogo significativo dell’arte e della cultura galatinese.»
La pubblicazione edita da Il Raggio Verde è impreziosita dal testo critico di Salvatore Luperto che scrive: «L’artista Luigi De Giovanni nella rappresentazione del tarantismo predilige lo scatto dei corpi, lo slancio del gesto, la linea spezzata, i toni cupi e sommessi. (…) Le opere della mostra Ritorno alle origini: il ritmo colore della taranta si caratterizzano nel tratto incisivo del segno e nelle cupe tonalità cromatiche che esprimono sensazioni interiori, suggestioni intime attraverso l’apparenza esteriore di una visione seducente del tarantismo, narrata con lirico espressionismo. Il taglio dei dipinti dà l’idea del frammento di un’unica grande tela tagliata in tante parti, mentre la striatura della pennellata e l’energia del segno rievocano la vitalità del gesto nel convulso ballo della taranta.»
L’artista sceglie di riprendere le scene descritte nei paesaggi facendo delle aie, che accolsero i frutti del lavoro, luogo di memoria, di evocazione ma anche di gioia. In alcune opere è evidente il passo zoppicante della pizzica diventata armonia negli svolazzi delle ampie gonne tenute con grazia, nei fazzoletti divenuti provocanti ed invitanti. In primo piano il corpo della che racconta di esorcismi, di rituali terapeutici e credenze popolari, di dolore e d’abbandono ma soprattutto l’amore per una terra e una cultura che sa stupire.
«La felice intuizione del De Giovanni – osserva i consigliere comunale Davide Miceli - sta nell’accompagnare, attraverso la consistenza del colore e la dinamicità del segno, il fruitore dentro la dimensione fisica del ballo, un invito alla danza, un addentrarsi nella tradizione che mentre restituisce un tratto significativo di storia locale invita ad attualizzarla e dismettere i panni dello spettatore per farsi parte attiva del processo storico-artistico.»
LUIGI DE GIOVANNI Ritorno alle origini il ritmo colore della taranta
Museo Pietro Cavoti – 9 settembre – 9 ottobre 2022
Galatina, via Cafaro n.1 | Orario: lun 10/13 mar 9/13:30 mer 9/13 |15/19 giov 9/13 |15/18:30 ven 9/13 15/19 sab 15/19 Domenica su prenotazione 0836 561568
Allestimento: Salvatore Luperto - Anna Panareo
Brevi note biografiche dell’artista
Luigi De Giovanni è nato a Specchia vive ed opera tra il Salento e Cagliari. Sin dalla più tenera età esegue disegni ed acquerelli seguito dalla madre, modellista e sarta diplomata in una delle più prestigiose scuole di Roma. Nel 1967 fa la sua prima mostra collettiva iniziando una intensa attività artistica che lo porta poi ad esporre a New York, Tokyo, Bruxelles, Madrid, Gent, Ginevra, Parigi oltre che a Milano, Roma, Firenze, Venezia, Bologna…. 1969 si diploma all'Istituto d'Arte di Poggiardo. 1970 comincia a dipingere in maniera informale usando tecniche miste e collage. 1973 con il maestro Avanessian inizia lo studio dell'imprimitura delle tele e l'uso delle terre. 1974 si diploma all'Accademia delle Belle Arti di Roma. 1970 / 1978 segue il Corso Libero del Nudo. 1974 si perfeziona nella tecnica a olio. 1980 sperimenta la tempera all'uovo e realizza alcune opere con un unico filo conduttore "Le scalate sociali". 1986 collabora continuativamente con l'antica "Galleria degli Artisti" di Cagliari. 1988 sperimenta tecniche miste con l'uso di materiali di scarto simbolo di "rifiuto" quali: segatura, trucioli metallici, pezzi di gomma inservibili, vecchi jeans, carta e tessuti e successiva performance con lancio di uova. 1988 inizia il rapporto con la Galleria "Mentana" di Firenze che lo presenta alla Fiera Arco di Madrid.1990 comincia a realizzare e ad esporre opere che hanno come filo conduttore "l'angoscia nella società attuale" e le delusioni sessantottine, cominciando ad usare i vecchi jeans come tele e come pittosculture, con successiva installazione. 1998 inizia la collaborazione con la Galleria "La Bacheca" di Cagliari. Dal 2000 collaborazione costante con la galleria "Della Tartaruga" di Roma. 2000 comincia a fare installazioni con i jeans e vari altri materiali o oggetti. 2003 comincia a collaborare con la Galleria "III Millennio" di Venezia. 2011 performance con coinvolgimento del pubblico. Nel 2012, con la curatela Toti Carpentieri, ha esposto a Lecce il ciclo di opere "Tracce di ri€voluzione", lettura dei cambiamenti che hanno caratterizzato la società e i costumi dalla seconda metà del Novecento andando a sfogliare le pagine più dolorose della storia europea e italiana: le grandi guerre, la caduta del muro di Berlino, il '68, la crisi economica e politica dei nostri giorni. Nel dicembre 2012 a Specchia ha presentato l'antologica "In itinere. Visioni, segni e figure 1966 - 2012". Nel 2013 con "Dialogo con la Natura. Oltre i 16:9" ha esposto a Brindisi, Mesagne, Tricase.
Nel 2017 e 2018 è stato invitato a Modigliana dove ha esposto le sue opere al MU.VE Museo di Arte Moderna, nel 2019 ha tenuto una personale a Lecce, Fondazione Palmieri, a Specchia, Castello Risolo, e alla Galleria d’Arte Mentana di Firenze.
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aki1975 · 9 days
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Milano - Palazzo Morandi - Arrivo trionfale del corteo del Principe Eugenio di Savoia a Milano in piazza Duomo - 1710
Nel 1499 il Duca di Milano Ludovico il Moro, che aveva usurpato il trono al nipote Gian Galeazzo Sforza, viene esautorato dal Re di Francia Luigi XII che scende in Italia per rivendicarlo.
Da allora Francesi e Spagnoli si contendono il Ducato (l’assedio di Pavia è del 1525) fino alla Pace di Cateau-Cambresis del 1559 (la “Pax Hispanica”) che inizia il dominio spagnolo su Milano fino al 1706 quando Eugenio di Savoia entra trionfalmente in città per occuparla in nome degli Asburgo d’Austria.
Le tappe fondamentali di questo periodo sono:
- 1560 - Mura spagnole
- 1563 - Carlo Borromeo Arcivescovo di Milano
- 1579 - Carlo Borromeo fonda il Collegio Elvetico in via Senato e consacra San Fedele per accogliervi i gesuiti a cui furono dati i beni sequestrati al soppresso Ordine degli Umiliati, vicino al Calvinismo
- 1595 - Federico Borromeo Arcivescovo di Milano
- 1609 - Forte di Fuentes a Colico. Federico Borromeo inaugura la Biblioteca Ambrosiana
- 1626 - Sant’Alessandro in Zebedia
- 1630 - San Giuseppe (Francesco Maria Richini). Peste manzoniana
- 1654 - Sant’Antonio Abate
- 1692 - Santa Maria della Passione
- 1706 - In seguito alla guerra di successione spagnola, Eugenio di Savoia conquista il Ducato ed inizia il dominio austriaco e il relativo gusto architettonico
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daimonclub · 6 months
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Madonne Madri e letterati
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Madonne Madri e letterati Madonne Madri e letterati. Divinità, Religiosi, Veggenti, Madri, Eroi, Atei e Letterati! La storia di Pierina Gilli e delle Fontanelle di Montichiari, le apparizioni della Madonna e Carl William Brown. Salve, Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, salve. La religione non è altro che una forma di letteratura, per fortuna però la letteratura non è solo una forma di religione. Carl William Brown Io non ho mai pensato ad altro che fare il mio dovere, pregando e confidando nella Madonna. Don Bosco Ogni tanto in qualche luogo appare la madonna, la stupidità invece continua a voler agire in clandestinità. Carl William Brown Abbiamo un infinito desiderio di amore, di comprensione, di fiducia, di bellezza, di gioia, di pace. Siamo tanto stanchi di questo mondo che da ogni parte, con la sua cattiveria, ci assale e ci turba. Enrico Medi La Madonna, il mostro di Lochness e lo stesso Dio si vedono raramente in giro; al contrario la stupidità appare dovunque. Carl William Brown In ogni pericolo invocate Maria e vi assicuro che sarete esauditi. Don Bosco Santa Maria, Madre di Dio, conservami un cuore di fanciullo, puro e trasparente come una sorgente. Padre Leonzio de Grandmaison I miracoli non finiscono mai di stupirmi. Una folla di fedeli si è infatti radunata presso il santuario di un piccolo paesino del meridione per odorare la statua della madonna che da alcuni giorni aveva la dissenteria. Carl William Brown Se insorgono i venti delle tentazioni, se vai contro gli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria! San Bernardo Uno tra i più strabilianti poteri della stupidità è senz'altro quello di far apparire la madonna. Carl William Brown Remori del Gesù che fu partorito da una madonna vergine, all'università cattolica di Roma i chirurghi plastici, ricostruendo l'imene, ridonano la verginità. Per la stupidità invece non c'è bisogno di alcun intervento. Carl William Brown La Madre di Dio è Madre nostra. La Madre di colui in cui speriamo, è Madre nostra. la Madre di colui che solo può salvare è Madre nostra. Sant'Anselmo di Aosta Dai tempi di Lutero la chiesa sa perfettamente che il denaro è lo sterco del diavolo, per questo è profondamente impegnata ad usarlo come concime per la madonna! Carl William Brown A proposito, questa riflessione persiana la dedico ad una collega che ho conosciuto alcuni anni fa, e che mi confidò che la sua massima aspirazione era quella di diventare una brava insegnante, madonna, chissà quelle mediocri o scadenti! Carl William Brown O Maria, figlia prediletta del Padre, madre ammirabile del Figlio, sposa fedele dello Spirito Santo. San Luigi M. Grignion de Montfort La madonna di Luordes ha fatto senz’altro numerosi miracoli, soprattutto in favore di quelle agenzie turistiche che organizzano i viaggi per i pellegrini in terra francese. Carl William Brown La Madonna ha procreato senza peccare anche perché lo sanno tutti che mentre prendeva il sole lungo le sponde del mar rosso è stata impollinata da un ape. Nei tempi in cui il viagra era ancora lontano la forza del desiderio poteva infatti far questo ed altro. Carl William Brown Io ti amo Maria, perché tu sei la madre di tutti gli uomini, la madre dei Santi, la consolatrice di coloro che soffrono. San Giuseppe Cottolengo Quando starete per morire ricordatevi sempre di ogni madonna con bambino e di tutto il dolore che è destinato a nascere da quei grembi materni. Carl William Brown Le immagini vitali attenuano la desolazione mortale in cui siamo avvolti e una splendida ed immobile madonna con bambino ci rammenterà sempre con estrema poesia la triste ed amorosa realtà che ci tiene prigionieri. Carl William Brown
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Madonne visioni e letterati Chi dice che agli italiani non piace fare la coda, ieri sono passato per ben due volte davanti all'ufficio postale vicino a casa mia, e con grande giubilo e vibrante soddisfazione ho notato che al suo interno c'era una fila della madonna. Dovrebbero mettere anche un sovrapprezzo per ogni servizio, perché almeno la gente sa come passare e sfruttare il tempo in un modo costruttivo e dignitoso, e la qualità, in un mondo che funziona, dovrebbe essere sempre ben retribuita. Carl William Brown Gesù, Figlio di Dio, ti supplico: per l'amore infinito che porti a tua madre, concedimi di amarla come tu l'ami e vuoi che sia amata. Sant'Anselmo di Aosta Grazie alle bestemmie e a tutte le varie imprecazioni, il Buon Dio, il suo povero figliolo e la casta Madonna sono i personaggi più citati nella storia dell'umanità, con buona pace dello spirito santo. Amen. Carl William Brown La Madonna ha creato Gesù, figlio del Padre Eterno, ed è diventata il simbolo materno e femminile più religioso della nostra divina umanità. Già solo per questo il mito del Cristianesimo dovrebbe farci capire il valore del suo ineguagliabile messaggio spirituale. Carl William Brown Non credo ai diavoli, tanto più che per esplicito riconoscimento della loro guida io non sono una parte valida del contratto, primo perché non ho un’anima, secondo perché in fatto di stupidità anche all’inferno ne sanno meno di me! Stupidità, sia ben chiaro, intesa in modo globale e non alla maniera di qualche strano e stitico scrittore. Ma veniamo invece al culto della dea madre, mito del quale nutro una certa fascinazione e al quale dedicherò nientemeno che un intero sito. La madonna stessa infatti ha deciso di aiutarmi nella divulgazione della mia lotta contro la stupidità e io non ho potuto far altro che accettare i suoi favori. Dicevo, il culto della dea madre, tutti infatti nasciamo dalla donna e tutti sappiamo sin troppo bene quanto le madri aspirino alla realizzazione dei propri figli. Ma ahimè per una madre che si rallegra ce ne sono milioni e milioni che piangono, e allora, allora risolviamo questi indovinelli. “Fermati sei bello”! A morte i diavoli e non solo loro. L'Eroe non è altro che un figlio nato dall'unione di un dio o una dea con un essere umano, è un geniale essere intermedio a metà fra gli dei e gli uomini destinato ad intervenire nel mondo con imprese eccezionali. L'eroe sa lottare con estremo coraggio e generosità, e per una ragione o un ideale ritenuti validi e giusti arriva persino al sacrificio di se stesso perché è consapevole che le sue gesta dovranno continuare ad alimentare il mito, il racconto, la narrazione. L'origine di questa storia risale ad alcuni anni fa, ma forse faremmo meglio a dire che inizia agli albori del cristianesimo e magari anche un bel po' prima. Comunque siamo nel 1992 quando una strana donna contatta un personaggio ancora più strano. I due non si conoscono ed il motivo del loro incontro è una consulenza linguistica che la signora richiede al giovane studioso di cui non conosce nemmeno il nome. Il tutto si risolve in una settimana e da origine ad alcune traduzioni in varie lingue di un piccolo libricino di preghiere che riguardano una povera veggente di campagna a cui è apparsa a più riprese la madonna. Il nostro ateo traduttore fa così la conoscenza indiretta della signora Pierina Gilli, della Madonna Rosa Mistica e di un luogo ad una ventina di chilometri da casa sua, le Fontanelle di Montichiari. Passano otto anni e in un temperato giorno di luglio il nostro eroe finalmente si ritrova con la madre nella suggestiva località che inspiegabilmente lo colpisce così a fondo da fargli avere persino un colloquio con la stessa Beata Vergine Maria, la quale tuttavia non proferisce nemmeno parola. La cosa potrà sembrare assurda a tutti, ma non al nostro strano e surreale letterato che nel frattempo è rinato più di una volta e ora si fa chiamare Carl William Brown, ovvero il fondatore del Daimon Club! Il testo della comunicazione è breve, deciso, laconico, sintetico, suggestivo. Il ricevente non ode altro che queste parole: "Caro amico, tu sei ateo, ma sei più religioso di un mistico ed è per questo che voglio che tu critichi il potere della stupidità del mondo. Io sono la madre dell'umanità, la quale diviene sempre più assurda ed egoista e si dimentica sempre più spesso di applicare il messaggio cristiano. Ora io voglio che tu comunichi il mio verbo ed in compenso io ti aiuterò nella tua battaglia contro il potere e l'autorità della banalità. Le nostre voci si leveranno alte nel cielo, nel mito, nel racconto, nella gioia e nella sofferenza. La religione non è altro che letteratura e la vita non è altro che arte, tutti devono poter comunicare, tutti devono poter conoscere senza alcuna intolleranza di sorta e visto che tu hai sempre studiato e letto le sacre opere, devi avere il diritto, anche se non credi, di poter dire la tua. Divulga perciò le mie parole e saranno stupidi, egoisti ed intolleranti gli altri se non divulgheranno le tue..." A dir poco folgorato dalla geniale intuizione il nostro eroe si senti investito di una secolare missione e colto da una strana e pacata eccitazione, dopo aver visitato per bene il suggestivo luogo se ne andò via quasi compiaciuto. La suggestiva storia per il momento finisce qui, anche perché i suoi protagonisti non vogliono andare oltre. I loro cammini sono divisi, le loro avventure sempre più strane, ma rimangono varie cose che li accomunano, e sono il mito, il racconto, il mistero, le visioni, la sofferenza, il dolore, la meditazione, la riflessione, la pace, la lotta ed il desiderio per una vita più felice. In questo i nostri attori non sono poi così diversi e per questo il nostro eroe si appresta a rendere il suo più completo, devoto e sincero omaggio alla Madonna Rosa Mistica delle Fontanelle e alla sua cara veggente Pierina Gilli di Montichiari.
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Madonna Rosa Mistica Per concludere questo breve e simbolico articolo, voglio aggiungere che dopo circa 30 anni da quel fatidico giorno di primavera dei primi anni novanta, Sabato 7 dicembre 2019, vigilia della grande Solennità dell’Immacolata, durante la concelebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo di Brescia, S.E. Mons. Pierantonio Tremolada, è avvenuta l’ufficiale proclamazione della canonica istituzione del Santuario diocesano Rosa Mistica-Madre della Chiesa. Si tratta di un passaggio storico che segna profondamente un lungo percorso ecclesiale iniziato in questi luoghi da oltre 50 anni, e ancor prima presso la Chiesa parrocchiale di Montichiari. Tutti hanno accolto con riconoscenza questa decisione, maturata non senza molte difficoltà che inevitabilmente accompagnano questi percorsi, e così questo complesso fenomeno spirituale e mariano sorto in questi luoghi potrà continuare il suo percorso di sostegno e consolazione della nostra Chiesa, anche in forma ufficiale. P.S. Per maggiori informazioni, eventuali chiarimenti e materiale esplicativo contattare il sito ufficiale dell'Associazione che cura il Santuario della Madonna Rosa Mistica di Montichiari. Carl William Brown Coloro che verranno in nostro aiuto saranno visibilmente protetti dalla Madonna. San Giovanni Bosco Tu che mi sorridesti all'alba della vita, torna di nuovo a sorridermi, Madre, ora che la sera è ormnai vicina. Santa Teresa di Lisieux Venga presto, o Maria, il giorno in cui ogni uomo riconosca te come Madre e Dio come Padre e tutti finalmente si sentano fratelli. Amen. San Massimiliano Kolbe Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen http://www.daimon.org/rosamistica/index1.htm Sulla tematica della madre potete anche leggere: Mamma, morte e memoria Halloween e la festa dei morti Read the full article
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Mattarella ricorda giudice Daga, fedele servitore dello Stato
“Luigi Daga, magistrato in servizio presso il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del Ministero di giustizia, veniva gravemente ferito in Egitto, trenta anni or sono, in un attentato terroristico che ne causava la morte a soli 46 anni.     Magistrato dotato di eccellenti capacità e di non comuni doti umane, Luigi Daga ha esercitato in modo esemplare la funzione giurisdizionale, al…
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mariotolvo62 · 10 months
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Francesco De Mura, rappresentante del barocco napoletano e maggior erede...
Dopo aver frequentato per circa un anno la bottega di Domenico Viola, a partire dal 1708 entrò a far parte dello studio di Francesco Solimena, dove rimase fino al 1730. L'influenza del Solimena e della sua tecnica pittorica si vede in maniera evidente nei dipinti risalenti al periodo 1720-30, tra le quali è da annoverare il Cristo morto in croce con san Giovanni del 1713 dipinto nella Chiesa di San Girolamo alle Monache. Nell'Immacolata e angeli (1715-1718), dipinta per la Chiesa di Santa Maria Porta Coeli a Napoli (ora nella Sacrestia del Divino Amore), già si vede il suo distacco dallo stile di Mattia Preti (impartitogli da Domenico Viola) verso un graduale schiarimento della sua tavolozza. Nel S. Antonio da Padova della pinacoteca del Pio Monte della Misericordia e nella Madonna col Bambino e s. Domenico del Museo Duca di Martina (Villa Floridiana) si procede verso il Rococò e il metodo di Luca Giordano. Verso il 1723 gli furono commissionate le tre tele per la cappella di S. Paride nella cattedrale di Teano, prima delle sue più grandi commissioni. Nel 1727 sposò Anna d'Ebreù. A partire dal 1728, con i dipinti per la Chiesa di Santa Maria Donnaromita il De Mura iniziò a mostrare un percorso pittorico più personale, forse anche influenzato dalle tematiche arcadiche in voga a Napoli in questo periodo. Dal 1741 al 1743 soggiornò a Torino dove ebbe modo di conoscere il pittore Corrado Giaquinto e l'architetto Benedetto Alfieri. Tornato a Napoli fu accolto da un vasto consenso al punto da essere ricevuto alla corte spagnola e mantenne contatti con diversi artisti attivi soprattutto a Roma, in particolare con il pittore francese Pierre Subleyras. Con la sua tecnica cromatica influenzò i contenuti realistici tipici del classicismo-rococò il Settecento artistico napoletano. La scuola barocca, in particolare dei maestri Francesco Solimena e Luca Giordano, è evidente nelle sue opere laiche - quali gli affreschi dei palazzi reali di Torino e Napoli - ed ecclesiastiche, come l'Epifania nella Nunziatella a Napoli, la decorazione della Chiesa di Santa Chiara a Napoli e la Moltiplicazione dei pani nella cattedrale di Foggia. Alla sua morte lasciò tutte le opere e i bozzetti in suo possesso alla storica istituzione di carità del Pio Monte della Misericordia di Napoli. Nella sua fiorente bottega si formarono quattro protagonisti dell'ultima fase della stagione rococò a Napoli (in quanto molto attivi nella decorazione degli edifici borbonici e degli appartamenti della migliore aristocrazia napoletana): Pietro Bardellino, Fedele Fischetti, Giacinto Diano e Girolamo Starace-Franchis. Altri allievi comunque validi, ma impegnati a soddisfare principalmente "committenze periferiche" furono: Oronzo Tiso, Nicola Peccheneda, Nicola Menzele (1725-1789), Romualdo Formosa, Vincenzo Cannizzaro, Vincenzo De Mita (1751-1828), Francesco Palumbo e Luigi Velpi.
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saturdaynightmatinee · 10 months
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CALIFICACIÓN PERSONAL: 6.5 / 10
Título Original: Rapiniamo il Duce
Año: 2022
Duración: 90 min
País: Italia
Dirección: Renato De Maria
Guion: Renato De Maria
Música: David Holmes
Fotografía: Gianfilippo Corticelli
Reparto: Matilda De Angelis, Filippo Timi, Isabella Ferrari, Tommaso Ragno, Pietro Castellitto, Eugenio di Fraia, Antonio Scarpa, Marcello Macchia, Gio James Bertoia, Luigi Fedele
Productora: BiBi Film, Friuli Venezia Giulia Film Commission
Género: Action; Comedy; Crime
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notiziariofinanziario · 11 months
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Silvio Berlusconi ha gestito tanto business, dalla finanza all’immobiliare fino ai cinema
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Silvio Berlusconi ha avuto diversi interessi, a cominciare dal sodalizio personale e imprenditoriale con Ennio Doris in Mediolanum, ai Cinema, fondato da Medusa e la 21 Invest di Alessandro Benetton. E poi gli interessi immobiliari, centri commerciali e l’area ex Cotorossi a Vicenza, poi venduta, dove è stato edificato il tribunale di Borgo Berga. E ancora in Friuli, un centro commerciale a Tavagnacco. Era il 1993 e quelli erano i primi anni per un settore ancora in erba, che sarebbe esploso solo un decennio dopo in termini di strutture, superfici e offerta. In molti ancora lo chiamano “l’ex Berlusconi”, perché realizzato proprio dalla Fininvest. Anni in cui la struttura di Tavagnacco attirava molti clienti che cominciavano ad apprezzare la filosofia dei mega-centri. Oggi si chiama centro commerciale Friuli ed è di proprietà di una società tedesca facente capo a Deutsche Bank, che lo acquistò nel 1999, per 121,5 miliardi di lire dal gruppo assicurativo Mediolanum, che a sua volta lo aveva rilevato da Fininvest. Con un fatturato delle società controllate o fortemente partecipate superiore ai 5 miliardi di euro e circa 20mila dipendenti totali, il gruppo che fa riferimento alla Fininvest fondata da Silvio Berlusconi è una delle maggiori realtà imprenditoriali italiane e si pone tra i protagonisti internazionali della comunicazione, dell'intrattenimento e della finanza. La galassia di Berlusconi, già prima dell'ingresso in politica del Cavaliere, aveva il suo cuore in Fininvest, controllata con un sistema di 7 holding di cui quattro sono riconducibili a Silvio Berlusconi con una quota complessiva del 61,21%. Nelle altre 3 holding ha fatto entrare con una quota ciascuno i cinque figli: Marina e Piersilvio con il 7,65% rispettivamente nelle holding IV e V; Barbara, Luigi ed Eleonora con una quota complessiva del 21,42% nella holding XIV. Nel suo portafoglio figurano le partecipazioni nelle tre quotate Mfe (47,9%), Mondadori (53,3%), Banca Mediolanum (30%), ed altri investimenti tra cui il Teatro Manzoni (100%). La storica quota del 2% in Mediobanca è invece stata ceduta nel maggio 2021, raccolta soprattutto da Delfin. La gran parte del patrimonio immobiliare, incluse le residenze più famose è invece custodito nella società Dolcedrago, di proprietà esclusiva del Cavaliere. Nel 1994 all'interno di Fininvest c'erano già il Milan, Mondadori e le televisioni. Nel 1995 nacque la società di distribuzione cinematografica Medusa, nel 1996 Mediaset, in cui confluirono le tv e Publitalia, venne quotata in borsa, seguita a ruota da Mediolanum, società di risparmio gestito di cui è comproprietaria la famiglia Doris. MEDIASET: il gruppo vede al vertice Pier Silvio Berlusconi come A.d. e Fedele Confalonieri come presidente: è quotato alla Borsa di Milano dal 1996. Nel novembre del 2021 l'assemblea ha approvato definitivamente la trasformazione in MediaforEurope, trasferendo la sede legale ma non fiscale in Olanda. I conti del 2022 non sono ancora stati approvati, ma nel 2021 Mediaset-Mfe ha registrato ricavi netti per 2,9 miliardi, in crescita dell'11% rispetto al 2020, con un utile netto di 374 milioni, in aumento del 169% rispetto all'anno precedente e circa il doppio del 2019 pre-Covid. Mediaset opera in Italia attraverso due concessionarie pubblicitarie televisive, entrambe controllate al 100%: Publitalia '80 (tv free) e Digitalia '08 (tv pay). In Spagna l'attività di raccolta pubblicitaria è affidata a Publiespana. Per le attività pubblicitarie all'estero c'è Publieurope, società con sede a Londra. Le attività online del Gruppo sono gestite da Mediamond, concessionaria costituita pariteticamente con Mondadori. Mfe, inoltre, possiede il 40% di 2i Towers, controllante di Ei Towers, ed è salita fino al 29,9% del gruppo media tedesco Prosieben. MONDADORI: al vertice del gruppo Marina Berlusconi (presidente) e Antonio Porro (amministratore delegato). Si tratta del maggiore editore di libri e magazine in Italia e possiede inoltre uno dei più estesi network di librerie sul territorio nazionale. Il gruppo ha registrato nel 2022 ricavi netti a 903 milioni, in crescita del'11,8% rispetto all'anno precedente, e un utile di 52 milioni, il miglior risultato netto degli ultimi 15 anni. L'anno scorso Mondadori era tornata a distribuire il dividendo dopo 10 anni di assenza della cedola per gli azionisti. Oltre 600 i punti vendita in gestione diretta e in franchising con le insegne. A questi canali si aggiunge il sito mondadoristore.it per l'attività di e-commerce, in un sistema multipiattaforma di presidio di tutti i canali di vendita. BANCA MEDIOLANUM: controllata da Fininvest e dal gruppo Doris, è leader del mercato finanziario italiano con oltre un milione di clienti. L'anno scorso ha registrato un utile netto di 521 milioni, ottenendo buoni risultati nonostante la forte correzione dei mercati. E anche questa volta non ha deluso gli azionisti, a partire appunto dalle famiglie Doris e Berlusconi, distribuendo nel complesso 369 milioni di dividendi. E le previsioni economiche del gruppo per il 2023 sono nettamente migliori dei risultati dell'anno scorso. TEATRO MANZONI: un'ampia proposta di spettacoli ha contrassegnato le stagioni del Teatro Manzoni fin da quando, nel marzo 1978, Silvio Berlusconi aveva preso l'impegno di preservare la storica sala dalla minacciata trasformazione in un supermarket, affidandone la direzione a un appassionato di teatro come Luigi Foscale. IL CALCIO: il gruppo Fininvest è ancora presente anche nel mondo del calcio. Nell'aprile del 2017, dopo 30 anni dall'acquisto del pacchetto di maggioranza, il gruppo ha ceduto il Milan ad una cordata cinese, che poi l'ha ceduta al fondo Elliott. Nel settembre 2018 Silvio Berlusconi intraprese una nuova avventura calcistica con l'acquisizione del 100% della Società Sportiva Monza 1912. Read the full article
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lamilanomagazine · 11 months
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Silvio Berlusconi è morto oggi, aveva 86 anni
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Silvio Berlusconi è morto oggi, aveva 86 anni. Silvio Berlusconi è morto oggi 12 giugno 2023 all’ospedale San Raffaele di Milano. Il leader di Forza Italia e fondatore di Mediaset aveva 86 anni. Silvio Berlusconi era tornato al San Raffaele venerdì scorso dopo un ricovero di 45 giorni a causa di una polmonite e di una forma di leucemia, poi era tornato a casa. In mattinata, il fratello Paolo e i figli erano accorsi in ospedale. Silvio Berlusconi, un politico, un imprenditore, quattro volte Presidente del Consiglio. Dopo aver iniziato la sua attività imprenditoriale nel campo dell'edilizia, nel 1975 ha costituito la società finanziaria Fininvest e nel 1993 la società di produzione multimediale Mediaset, nelle quali convergono altre società come Arnoldo Mondadori Editore e Silvio Berlusconi Communications, rimanendo figura simbolo della sua famiglia. Nell'ottobre 1993 entra in politica e nel gennaio 1994 fonda Forza Italia, nel 2008 confluito ne Il Popolo della Libertà e poi rifondato nel 2013. Le sue politiche hanno segnato la vita pubblica italiana dalla metà degli anni novanta in poi, ampiamente sostenuto dai suoi seguaci politici e dai suoi elettori, entrando fortemente anche nella cultura di massa e nell'immaginario collettivo italiano ed estero. Berlusconi fu eletto alla Camera dei deputati nel 1994, è stato confermato nelle successive quattro legislature, mentre nel 2013 è stato eletto per la prima volta senatore. Ha ottenuto quattro incarichi da Presidente del Consiglio: il primo nella XII legislatura (1994-1995), due consecutivi nella XIV (2001-2005 e 2005-2006) e, infine, nella XVI (2008-2011). Con 3339 giorni complessivi, è il politico che è rimasto in carica più a lungo nel ruolo di presidente del Consiglio dell'Italia repubblicana, inoltre, ha presieduto i due governi più duraturi dalla proclamazione della Repubblica. Secondo la rivista americana Forbes, Berlusconi nel 2021, era il sesto uomo più ricco d'Italia e il 318º più ricco del mondo. Nel 2009 Forbes lo ha classificato 12º nella sua lista delle persone più potenti del mondo. Primogenito di una famiglia della piccola borghesia milanese, trascorre la sua infanzia nel Basso Varesotto, dapprima a Saronno e poi, durante l'occupazione tedesca, a Lomazzo, mentre il padre si era rifugiato in Svizzera. Il padre Luigi era impiegato alla Banca Rasini, della quale, nel 1957, divenne procuratore generale; la madre Rosa Bossi era casalinga e in precedenza aveva lavorato come segretaria alla Pirelli. Oltre a Silvio, dal loro matrimonio nacquero Maria Antonietta  e Paolo. Cresciuto nel quartiere Isola, in via Volturno, al numero 34, nel 1954 conseguì la maturità classica al liceo salesiano Sant'Ambrogio di Milano. Si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Milano dove, nel 1961, si laureò con 110/110 e lode, discutendo una tesi in diritto commerciale. La tesi, intitolata Il contratto di pubblicità per inserzione, fu premiata con 500 lire dall'agenzia pubblicitaria Manzoni di Milano. Nel 1964 conobbe Carla Elvira Lucia Dall'Oglio, che sposò a Milano, nella parrocchia di viale San Gimignano, il 6 marzo 1965 e dalla quale ebbe in seguito i due figli: Maria Elvira, detta Marina e Pier Silvio. Una storia di successo: dopo le prime saltuarie esperienze lavorative giovanili come cantante e intrattenitore sulle navi da crociera insieme all'amico Fedele Confalonieri e come venditore porta a porta di scope elettriche insieme all'amico Guido Possa, iniziò l'attività di agente immobiliare e, nel 1961, fondò la Cantieri Riuniti Milanesi Srl insieme al costruttore Pietro Canali. Il primo acquisto immobiliare fu un terreno in via Alciati a Milano, per 190 milioni di lire, grazie alla fideiussione del banchiere Carlo Rasini (titolare e cofondatore della Banca Rasini, nella quale lavorava il padre di Silvio). Nel 1963 fonda la Edilnord Sas, in cui è socio d'opera accomandatario. Nel 1964, l'azienda di Berlusconi apre un cantiere a Brugherio per edificare una città modello da 4000 abitanti. I primi condomìni sono pronti già nel 1965, ma non si vendono con facilità. Berlusconi riceve l'onorificenza di cavaliere del lavoro dal presidente della Repubblica Giovanni Leone. Nel 1968 nasce la Edilnord Sas di Lidia Borsani e C. (la Borsani è cugina di Berlusconi), generalmente chiamata Edilnord 2, che acquista da Leonardo Bonzi 712000 m² di terreni nel comune di Segrate, per i quali questi aveva già ottenuto tra il 1962 ed il 1965 dal comune l'autorizzazione a costruire per 2,5 milioni di metri cubi in cambio dell'impegno a provvedere alle opere di urbanizzazione. Nel 1969 il comune rilascia una prima licenza edilizia ma i lavori sono rallentati da una serie di ostacoli posti da vari organi di controllo, in particolare la Giunta provinciale amministrativa. Solamente nel 1972 la situazione si sblocca, in seguito all'insediamento di una nuova giunta nel comune di Segrate e al parere favorevole della Commissione regionale di controllo, investita delle funzioni precedentemente attribuite alla Giunta provinciale amministrativa. Nell'area sorgerà Milano 2. Nel 1972 viene liquidata la Edilnord e creata la Edilnord Centri Residenziali Sas di Lidia Borsani, Nel 1973 viene fondata la Italcantieri Srl, trasformata poi in SpA nel 1975, con Silvio Berlusconi quale presidente. Il 2 giugno 1977, a coronamento di questa ampia e riuscita attività edilizia, Silvio Berlusconi viene nominato cavaliere del lavoro dal presidente della repubblica Giovanni Leone. Nel gennaio 1978, viene liquidata la Edilnord per dare vita alla Milano 2 Spa, costituita a Segrate dalla fusione con l'Immobiliare San Martino Spa. Dopo l'esperienza in campo edilizio, Silvio Berlusconi allarga il proprio raggio d'affari anche al settore della comunicazione e dei media. Nel 1976, infatti, la sentenza n. 202 della Corte costituzionale apre la strada all'esercizio dell'editoria televisiva, fino ad allora appannaggio esclusivo dello Stato. Nel 1976, Berlusconi rileva Telemilano dal fondatore Giacomo Properzj. Si tratta di una televisione via cavo, operante dall'autunno del 1974 nella zona residenziale di Milano 2. A tale società due anni dopo viene dato il nome di Canale 5 e assume la forma di rete televisiva a livello nazionale, comprendente più emittenti. Sempre nel 1978, Berlusconi fonda Fininvest, una holding che coordina tutte le varie attività dell'imprenditore. Per il canale ha acquistato, nel 1980, i diritti televisivi del Mundialito, un torneo di calcio fra nazionali sudamericane ed europee, compresa quella italiana, solitamente trasmesso dalle reti RAI. Per tale evento, nonostante gli iniziali pareri sfavorevoli da parte di ministri del governo Forlani, ottiene dalla Rai l'uso del satellite e la diretta per la trasmissione in Lombardia, mentre nel resto d'Italia l'evento viene trasmesso in differita utilizzando un consorzio di emittenti locali come se fosse un'unica emittente nazionale. Nel 1982 il gruppo si allarga con l'acquisto di Italia 1 dall'editore Edilio Rusconi e di Rete 4 nel 1984 dal gruppo editoriale Arnoldo Mondadori Editore. stabilendo di fatto un vero e proprio duopolio televisivo con la televisione di stato, la RAI. Negli anni seguenti il gruppo si diffonde in Europa: in Francia fonda, nel 1986, La Cinq (poi parzialmente ceduta a soggetti terzi e chiusa nel 1992), in Germania, nel 1987, Tele 5 (Telefünf; ceduta a Leo Kirch, chiude nel 1992, per poi riaprire nel 2002 ad opera di Tele München), in Spagna Telecinco (fondata nel 1990 e ancora oggi attiva). Nel campo editoriale diventa, ed è, il principale editore italiano nel settore libri e periodici; nel gennaio 1990 acquisisce la maggioranza azionaria di Mondadori. Nel 1977 entrò nella società del quotidiano il Giornale con una quota del 12% e nel 1979 aumentò la sua quota al 37,5%, diventando azionista di riferimento. Nel campo della distribuzione audiovisiva, Berlusconi è stato socio dal 1994 al 2002, attraverso Fininvest, di Blockbuster Italia. Berlusconi effettua anche investimenti nel settore delle grandi distribuzioni, acquisendo il gruppo Standa dalla Montedison nel 1988 e i Supermercati Brianzoli dalla famiglia Franchini nel 1991. Nel 1995 il gruppo Standa vende Euromercato al gruppo Promodès-GS. Nel 1998 scorpora e vende il gruppo Standa; la parte "non alimentare" al gruppo Coin e la parte "alimentare" a Gianfelice Franchini, ex proprietario dei Supermercati Brianzoli. Il Gruppo Fininvest, con le partecipazioni nelle società Mediolanum e Programma Italia, ha una forte presenza anche nel settore delle assicurazioni e della vendita di prodotti finanziari. Il 20 febbraio 1986 Berlusconi divenne proprietario del Milan, club calcistico di cui è stato presidente dal 24 marzo 1986 al 13 aprile 2017. Il 13 aprile 2017 la holding della famiglia Berlusconi, la Fininvest, comunicò di aver ceduto la totalità delle quote del Milan in suo possesso all'imprenditore cinese Li Yonghong. Durante il periodo in cui Berlusconi deteneva la maggioranza azionaria, il Milan ha vinto 8 campionati italiani, 1 Coppa Italia, 7 Supercoppe italiane, 5 UEFA Champions League, 2 Coppe Intercontinentali, 5 Supercoppe UEFA e una Coppa del mondo per club FIFA, per un totale di 29 trofei ufficiali in 31 anni. Nei primi anni 1990 Berlusconi aveva esteso l'attività sportiva del Milan, trasformandolo in una società polisportiva, costituita comprando i titoli sportivi di società lombarde di varie discipline quali baseball, rugby, hockey su ghiaccio, pallavolo. La polisportiva si sciolse nel 1994, dopo la vittoria elettorale: le squadre in essa confluite (Amatori Milano di rugby, Gonzaga Milano, già Mantova, di pallavolo, Devils Milano di hockey e Milano Baseball) seguirono destini diversi. Il 28 settembre 2018, tramite la Fininvest, è divenuto proprietario del Monza, club calcistico allora militante in Serie C. Nel 2020 ha ottenuto la promozione in Serie B e nel 2022 in Serie A.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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valentina-lauricella · 11 months
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Come della letteratura anteriore era idolo il Petrarca, della odierna è il Leopardi. Il Petrarca, tranne le poche poesie politiche e di vario genere, cantò un solo dolore, l'amoroso; il Leopardi cantò tutte le forme del dolore umano. Il dolore dell'uno è consolato dalla fede religiosa, comune a' suoi tempi; il dolore dell'altro sdegna come puerile questo conforto; onde il lutto e la costernazione che attrista il suo carme è più vario, più profondo, più universale del petrarchesco e più rispondente alle condizioni della psiche moderna. Inoltre, l'arte di coprir l'arte e la trasparenza del pensiero è maggiore nel Recanatese che nell'Aretino il quale, da un sentimento sempre identico dovendo cavare sempre nuovi motivi poetici, dà non di rado nello studiato e nel monotono e fa dell'arte artifizio. Onde non è meraviglia se il Leopardi regna oggi sul trono dove una volta sedeva il Petrarca, e il culto suo va crescendo sempre più fervoroso e universale. L'uomo moderno ama il canto leopardiano come interprete fedele del proprio dolore, e il Leopardi come un amico sublime col quale in tutto sente e consente. Ben doveva dunque esser contrassegnato da una ricca reflorescenza di studi leopardiani l'anno centenario dalla sua nascita.
I molti scritti già pubblicati su questa materia ci facevano ancora desiderare un libro che studiasse di proposito quel sentimento che fu il suo sospiro perpetuo, l'amore, e ci fornisse accurata notizia delle donne che gli apparsero via via nel corso della sua misera vita e diedero palpiti al suo cuore, armonie a' suoi canti. Questo doveva fare una signora colta e gentile, e questo fece la signora Emma Boghen Conigliani, scrittrice già lodata per altri pregevoli lavori tra i quali mi piace ricordare le Rose di macchia, gli Appunti storico-critici sulla Divina Comedia e gli Studi letterarii. Il libro ha titolo La donna nella vita e nelle opere di G. Leopardi, (un elegante volumetto di pag. 404, edito testè dal Barbera). La chiara autrice ha quivi raccolto non solo quante notizie erano state finora pubblicate intorno alle donne legate al Leopardi di parentela o a lui care d'amicizia o d'amore, ma eziandio quelle non poche né poco importanti che ancora si desideravano; e noi dobbiamo saper grado alle sue indefesse e felici indagini se finalmente ci è dato rivedere vestite di nuova e più viva luce le imagini di Antonietta Tommasini, della Carniani-Malvezzi, di Marianna Brighenti, di madama Padovani, di Paolina Ranieri e d'altre.
Dei ritratti, preposti alle biografie delle donne leopardiane, altri erano già comparsi nel numero unico del foglio A GIACOMO LEOPARDI XV GIUGNO MDCCCLXXXVII (Lapi, Città di Castello) altri nello studio psico-antropologico del Patrizi, altri finalmente nell'articolo del Mariotti I ritratti di G. Leopardi (Nuova Antologia, 16 gennaio 1898); ma qui la Boghen-Conigliani, coi già noti, ci esibisce per la prima volta quelli finora sconosciuti della Tommasini, della Brighenti e della Ranieri. Il ritratto del poeta impresso nel frontispizio dell'opera, tra i diversi che se ne hanno, è forse il più vero. Tra le tante peregrine notizie onde è ricco il libro, attraggono particolarmente la nostra attenzione quelle relative a madama Padovani, una delle fiamme o, per dir meglio, uno dei desiderii amorosi, presto spento, del poeta a Bologna. Il sottoscritto (che di necessità qui si registra) l'aveva già rivelata al pubblico in un suo recente lavoro, additando in lei quella che Giacomo scrivendo al Papadopoli diceva strega piena di grazia e di bellezza, ed esponendo tutto ciò che può sapersi intorno ai suoi rapporti col poeta. Ma delle notizie riferentisi particolarmente all'esser suo non avendo io saputo dare quante io e il pubblico ne avrebbe desiderato, la signora Boghen-Conigliani ha sopperito abbondevolmente al mio difetto. La seducente donna era dunque una tal Rosa Simonazzi modenese maritata in Luigi Padovani, ispettore della civica illuminazione a Modena, e da lui per tempo separata. "Bella, di un brio indiavolato, leggera, avida di piaceri e di lusso , sentendo lodare la sua voce e la sua dispozione alla musica, tolte a pretesto le condizioni economiche disagiate e la speranza di fortuna, volle andarsene nel 1826 a Bologna per studiarvi il canto. Là prese pensione in casa del vecchio tenore Vincenzo Aliprandi dove pure alloggiava il Leopardi. Di statura alta e di forme scultorie, riusciva attraente soprattutto pei grandi occhi vivacissimi, scintillanti di brio, di spensierata allegrezza, di malizia birichina, di mordacità". Cantò a Torino, a Milano ma con poca fortuna; passò all'estero, ma ne ritornò povera come prima. Forse, penso io, era una di quelle donne per le quali il teatro non è altro che un richiamo di lucrose avventure. Un vecchio professore il quale la conobbe personalmente, afferma che già carica d'anni e di malanni era tuttavia sempre bellissima e allegra, tanto da far immaginare quale splendida creatura avesse dovuto essere in gioventù; ed asserisce d'averla sentita ricordare Giacomo Leopardi e vantarsi d'averlo molto ben conosciuto, con tali parole da lasciar comprendere chiaramente che ella era stata amata dal poeta; e questo è pure narrato da una vecchia parente de la Padovani.
Ma se nella copia e nella novità della materia biografica noi ammiriamo la ricercatrice accurata e fortunata, nei sentimenti, nei giudizi e nel modo di esporli noi vi troviamo , e con tanto maggior gradimento, la donna. Quella delicata gentilezza tutta femminea che spira come aura profumata in tutto il suo libro, quel garbo onde tempera fatti e giudizi che suonerebbero troppo aspri ad orecchio di spirituale persona, quel discorso tutto signorile famigliarità acquistano all'autrice con la lode anche la simpatia del lettore.
Ed ora qualche breve osservazione. Alle biografie di sette donne leopardiane tien dietro e chiude il libro un capitolo avente per titolo La donna nella vita e nelle opere di G. Leopardi, dove si studia il sentimento amoroso del poeta ne suoi scritti, e si parla di altre donne leopardiane di cui l'autrice, forse per manco di sufficienti notizie, non aveva ancora dato una biografia speciale. Anche quest'ultimo capo, che comprende quasi la quarta parte dell'opera è, come tutto il resto assai ben fatto e interessante; ma non era meglio collocarlo a principio e anzi che escluderne le donne di cui si fa la biografia a parte, accogliervi di queste solo le notizie sufficienti e necessarie a farci conoscere i rapporti avuti e i sentimenti nutriti dal poeta verso la donna considerata nella madre, nella sorella, nella parente, nell'amica e nell'amata, e rimetterne ad una seconda parte la compiuta biografia? Se ben m'appongo, l'opera, così ripartita, avrebbe guadagnato di retto organamento e di ordine lucido. Il difetto forse si spiega dalla difficoltà in cui l'autrice si trovava di rifondere in un sol tutto i non pochi scritti già pubblicati sparsamente sotto forma di articoli in parecchi giornali.
Per venire a qualche particolare, non credo giusti i dubbi dell'autrice sulle cause del viaggio del Leopardi e del Ranieri a Roma l'inverno tra il 1831 e '32, quando noi consi- deriamo più fatti cioè: la passione tremenda di Giacomo per la bella dama fiorentina da cui senza dolore acerbissimo non poteva al- lontanarsi; l'amor furibondo che trascinava il Ranieri dietro la celebre attrice Pelzet recitante a Roma; l'amicizia o, meglio, l'amore ardente da innamorato che in quei primi tempi avvinceva il poeta al bello, biondo, gentile, lusinghiero, Ranieri (come lettere ancora inedite presto chiariranno); la cura gelosa di costui nel voler sempre seco l'immortale amico suo, noi non dobbiamo più esitare a concludere e ritenere per fermo che il poeta per compiacere l'amico fece violenza al proprio cuore e partì seco per Roma sottoponendosi per lui ad accerbissimo esilio e al dissesto delle sue povere finanze. Io credo colla Boghen-Conigliani che quando Giacomo scriveva al fratello di lungo romanzo, di dolore e di lagrime come circostanze necessarie alla narrazione del suo viaggio di Roma parlasse di sè non del Sodale (comechè questi si vagliasse in romanzi e lagrime non minori), ma questo non solo non esclude ch'egli siasi mosso da Firenze per compiacere l'amico suo, ma anzi lo spiega e conferma. L'egregia scrittrice non vede chiara la ragione del raffreddamento del poeta verso la contessa Teresa Carniani-Malvezzi, e la cerca in un'arrischiata e male accolta dichiarazione amorosa, quando la lettera del Leopardi rife- rita dalla stessa autrice, ce la rivela lumino- samente là dove dice: "Contessa mia, l'ultima volta ch'ebbi il piacere di vedervi, voi mi diceste così chiaramente che la mia conversazione da solo a sola vi annoiava, che non mi lasciaste luogo a nessun pretesto per ardire di continuarvi la frequenza delle mie visite". Fu dunque la soverchia assiduità, ripresa così severamente dalla contessa la cagione dell'intiepidito affetto. Altre imperfezioni potrei notare, da taluni giudizi avrei motivo di dissentire, ma queste ad ogni modo, come le dianzi osservate sarebbero mende così lievi che poco o nulla tolgono al valore di quest'opera veramente bella e interessante. La quale, contribuendo alla letteratura leopardiana nuova e larga copia di materia storica, rimarrà certamente tra le più importanti pubblicazioni del primo centenario del sommo poeta e avrà la fortuna che merita un lavoro maturamente pensato e felicemente eseguito.
Franco RIDELLA
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inapat16 · 11 months
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Suso Cecchi d’Amico, the forgotten screenwriter of the Italian cinema
Suso Cecchi d'Amico grew up in a stimulating intellectual environment, far from the fascist indoctrination. She was born of the union of Leonetta Pieraccini, painter, and Emilio Cecchi, man of letters, critic and journalist. Her father introduced her to the cinema: he was the director of the Studios Cines of Rome, where young talents were evolving. In the 1930s, she began to write with him: they translated plays together. These years were also marked by her meeting with the musicologist Fedele d'Amico, her future husband. He came from a line of intellectuals who provided Italy with its musical and theatrical training structures. Suso Cecchi d'Amico was therefore surrounded by illustrious characters at a time when the relationship between cinema and other arts was in full construction.
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Her encounters in the theatrical and literary world led her to become a screenwriter. Her first attempt was a failure. She wrote the script for Avatar for the young producer Carlo Ponti. But this adaptation of Theophile Gautier was never shot. She then participated, in 1946, in Mio figlio professore by Renato Castellani, a film made with her father, Aldo Fabrizi, Fulvio Palmieri, Fausto Tozzi and Castellani. She then became involved in a wide variety of projects. Suso collaborated with Luigi Zampa, Vittorio De Sica and Michelangelo Antonioni. Proof of her eclecticism, she participated in 1958 in the writing of the founding film of the Italian comedy, The Pigeon by Mario Monicelli. Among all these encounters, the most decisive is the one with Luchino Visconti for whom she became his main scriptwriter. The new generation of Italian filmmakers also called on her. She also collaborated with Francesco Rosi and with Luigi Comencini.In a few years, Suso Cecchi d'Amico became one of the best and most fashionable screenwriters, the one who is asked to write a good film. She saw her work as that of a craftperson and when asked about a potential transition to directing, she answered s ironically:
« To be a director you have to have a dominant character, to believe firmly in it. Even my friend Monicelli, the most human person I know, even he is not an easy person at all. I would have been very mediocre. »
Overall, Suso Cecchi d'Amico wrote more than a hundred screenplays, spanning more than fifty memorable years of Italian cinema in full renewal. But today her name seems to be forgotten. That’s why this trajectory is very revealing of the central place given to the director but also of how the great names of Italian cinema have ended up erasing her name... when they could never have existed without her.
Juliette Corbel Vivas
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personal-reporter · 11 months
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Arona ricorda la nascita della Repubblica
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In occasione del 77° Anniversario della Festa della Repubblica, prevista per venerdì 2 giugno, l’Amministrazione Comunale di Arona celebrerà la Commemorazione dell’evento con un programma da non perdere. Alle 9.30 ci sarà il ritrovo presso Via Isonzo per la tradizionale parata alla presenza dei Cittadini, Autorità, rappresentanti delle Associazioni e le partecipazioni della Filarmonica Aronese e della Fanfara Alpina Bandella del Lago Maggiore, che sarà lungo Via Isonzo, Via Monte San Salvatore, Via San Luigi, Via Vittorio Veneto, Via Torino, Corso Liberazione e l’arrivo in Piazza De Filippi per la deposizione della corona al Monumento dei Caduti. La manifestazione proseguirà con il corteo da Piazza De Filippi sfilando per Via Garelli fino ad arrivare in Piazza San Graziano dove si esibirà la Fanfara Alpina Bandella del Lago Maggiore diretta dal Maestro Augusto. Il nome di Arona, secondo qualche studioso, rappresenta un accrescitivo di “ara”, proveniente da Area, anche se non è da escludere l’ipotesi secondo cui sarebbe connesso a una voce preromana. Reperti archeologici dell’età palafitticola rinvenuti a Mercurago, nella zona dei Lagoni, testimoniano che l’insediamento umano  ad Arona è di origine antichissima, mentre al periodo romano sono state attribuite cinque lapidi con iscrizioni. Nel Medioevo, nel periodo della dominazione dei Franchi, fece parte del comitato di Stazzona e nel secolo XI fu assoggettata all’arcivescovo di Milano. Alla fine del XII secolo, l’abate del locale monastero di San Salvatore affermò, per un breve periodo, la propria signoria sul borgo. La distruzione di Milano da parte di Federico Barbarossa, avvenuta nell’anno 1162, provocò l’esilio di numerosi milanesi che ad Arona trovarono rifugio, erigendo un castello a difesa del borgo. Nel 1265 la famiglia Visconti estese i suoi domini sul territorio, che dal 1439 passò a Vitaliano Borromeo, i cui discendenti lo tennero sino al 1797. Arona nel 1817 venne aggregata alla diocesi novarese staccandosi da quella lombarda nel 1838 ottenne il titolo di città. Da vedere sono la collegiata di Santa Maria Nascente, consacrata nel 1488,  la chiesa dei Santi Martiri Graziano, Felino, Carpoforo e Fedele, le cui origini risalgono al X secolo,  la chiesa di Santa Maria della Piazza o della Madonna di Loreto, eretta per volontà della famiglia Borromeo,  il Palazzo di Giustizia, eretto dai Visconti,  la cappella Beolco, in stile barocco, al cui interno c’è un  bell’altare rustico; il Sacro Monte, realizzato in onore di Carlo Borromeo, dominato da una statua di notevoli dimensioni, detta Sancarlone. Read the full article
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adrianomaini · 11 months
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carmenvicinanza · 1 year
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Laura Gonzenbach
https://www.unadonnalgiorno.it/laura-gonzenbach/
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Laura Gonzenbach è stata una scrittrice e etnologa che ha raccolto racconti storici, fiabe e leggende delle classi popolari della Sicilia del diciannovesimo secolo.
Il suo titanico lavoro di raccolta delle tradizioni orali dell’isola è stata una delle rare opere folcloristiche ottocentesche realizzate da una donna.
Nata a Messina, il 26 dicembre 1842, era figlia di Peter Victor, colto mercante e banchiere svizzero che fu, per quarant’anni, console della Confederazione Elvetica a Messina, la madre, che proveniva da una piccola città tedesca, morì quando lei aveva solo cinque anni. Da quel momento venne accudita e seguita negli studi dalla sorella Magdalena, donna di grande cultura che, nel 1874, fondò una scuola femminile, l’Istituto-Convitto Gonzenbach destinato alle giovani desiderose, in barba alle convenzioni del tempo, di intraprendere una carriera scientifica e accademica. Insieme alla sorella ha seguito il dibattito europeo sull’emancipazione femminile.
Laura Gonzenbach è stata una delle pioniere della ricerca antropologica nel mondo. Dopo inesauste esplorazioni linguistiche e storiche tra persone di diversi ceti e tante donne, nel 1870 ha pubblicato a Lipsia il suo libro in due volumi dal titolo Sicilianische Märchen ovvero Racconti popolari siciliani.
Un’opera monumentale per dimensioni e rilevanza, che ha influenzato scrittori come Giovanni Verga che se ne servì nella stesura dei materiali preparatori de I Malavoglia per l’inesauribile ricchezza di proverbi e espressioni idiomatiche e Luigi Capuana che ne fece il fondamento della sua produzione fiabesca.
Un libro composto in una lingua stratificata che riporta il caleidoscopico dipanarsi dell’inventiva isolana insieme alle pratiche più deteriori e controverse messe alla berlina con pungente ironia. Racconti di miseria e di bontà fiaccata da eventi tragici. Storie senza censura di un popolo che, con una battuta, ha sempre addolcito i tanti rospi amari ingoiati.
L’edizione completa comprende 92 racconti in versione tedesca, due racconti in versione originale in dialetto messinese e note comparative. Una fedele narrazione che, attenendosi alle fonti, comprende anche episodi brutali e sessuali.
Laura Gonzenbach è morta il 16 luglio 1878 a Messina.
Il suo lavoro è stato a lungo dimenticato fuori dalla Germania fino al 1964, quando che una riedizione parziale, una traduzione di 38 dei suoi racconti, è stata pubblicata in Italia, seguita nel 1999 dall’edizione completa, di Luisa Rubini. Nel 2006 è seguita anche un’edizione in inglese a cura di Jack Zipes dal titolo Beautiful Angiola.
Alcuni dei manoscritti originali sono andati durante il terremoto di Messina del 1908.
Grazie a Laura Gonzenbach, il patrimonio folcloristico e storico dei racconti siciliani è stato sottratto alla semplice tradizione orale e consegnato per sempre alla memoria di un intero popolo.
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