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#bullismo sui social
fancypatrosublime · 11 months
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Incoerenza in campo medico-scientifico✨🐝💛
Siamo quello che facciamo e non ciò che diciamo di essere: su Twitter sono stati colti a fare pubblicità al consumo di alcolici proprio quegli account che offendevano pesantemente coloro che hanno dubbi sulla vaccinazione, mostrando palese incoerenza in campo medico-scientifico.
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L'alcool non è un alimento: non ha alcuna proprietà salutare, nemmeno in piccole quantità; esso è causa di danni diretti alle cellule di molti organi - soprattutto fegato, sistema nervoso centrale e in particolare alle cellule cerebrali.
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Cosi come è accaduto per il tabacco, deve essere ordinario che alcuno spinga per il consumo di alcool, poiché causa di innumerevoli morti sulla strada, malattie, violenza domestica anche su minori, risse da bar; ciò vale anche per il vino.
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patriam20 · 1 year
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Un nuovo me.
Dato che mi sono comportato da bullo su Twitter, ho deciso di dare una svolta alla mia vita, e mi sono rifatto l'account.
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 Centinaia di persone nel mondo con Metodo DCS hanno risolto i loro problemi e aiutato i loro caro in tutto il mondo anche se non volevano aiuto... Ogni volta che ci tuffiamo a mare, c’è’ solo un momento di riflessione poi dopo ci si affida al nostro pilota automatico e si fa il tuffo... Tuffati ora...
  #ipnosidcs#metododcs#miracolo 
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 Chi ti ha detto impossibile? Era un Dio? Era un guru bla bla? Era un deus ex machina? Nel mondo, migliaia di persone,  a cui era stato detto che non c’era nulla da fare, hanno avuto il miracolo della loro mente, persone laiche e non. Dire che secondo la scienza ed il sistema non c’è nulla da fare, che non ci sono rimedi, che non è possibile non significa che non esista la soluzione: il miracolo della tua mente... La tua Mente è potente e può fare tutto se sai come fare... Mai dire Mai... se lo desideri, inizia anche con un solo audio mp3 DCS e capirai il primo potere del Metodo DCS... METODO DCS NON PLUS ULTRA NON È PER TUTTI ⚔️🔥⚔️ L’Ipnosi DCS Vera e Professionale è per chi: 1 non trovato soluzioni altrove 2 per chi non vuole essere aiutato 3 per chi si vergogna di farsi vedere presso un guru 4 per chi ha paura di essere manipolato 5 per chi si rifiuta di essere aiutato 6 per casi impossibili 7 per casi dove i guru ripetono no no no Solo a te la scelta ma a prescindere dal dr Saracino, approfondisci il tema dell’ipnosi Vera e professionale trascurata dai mass media e dai poteri forti anche presso un professionista dell’ipnosi Vera e professionale della tua zona in cui risiedi... Se non hai voglia di girare cappelle, puoi provare un audio mp3 DCS che fa al caso tuo o di tuo figlio... Puoi partire da un solo audio mp3 DCS che fa al caso tuo o del tuo caro oppure scaricare più di un audio mp3 DCS per avere un risultato molto più veloce e che abbraccia più angoli del tuo o dei tuoi problemi... Molta gente sceglie di base i seguenti audio DCS: NO DEPRESSIONE NO PANICO NO PASSATO NEGATIVO MOLTO CONTROLLO DEI NERVI SALUTE ED ESITO EGO ENTUSIASMO magari sono partiti da un solo audio DCS cone NO ALCOL oppure NO DROGA e poi, vedendo risultati ed effetti spettacolari, hanno voluto accelerare il tutto ... Ascolta , condividi e commenta se ti garba con amici e parentesi... La colpa non è tua La colpa è della TV e della Tv Paura che causa a te e al tuo caro, tutto di più, dall’ansia, alla paura, alla depressione, alla tristezza, all’aia tua, alle dipendenze, alla droga, all’alcol e via discorrendo.... Immagino Non ci credi ma se riflettiamo un attimo, magari, ci sono molto vicino... Tutto è partito dagli anni 60 come spiego in questo video... Seguimi e commenta se ti va.... La bella notizia che con ipnosi DCS e autoipnosi DCS, anche con un solo audio DCS mp3 professionale, che fa per te ed il tuo caro che magari non vuole il tuo aiuto, puoi eliminare e cancellare un problema alla volta... Funziona, fidati, e lo dice un mentore oltre che un guru Non colpevolizzare e non colpevolizzarti perché la colpa è della TV Paura e non tua o di tuo figlio! Solo a te la scelta se cambiare destino... Metodo DCS è l’unico Metodo al mondo  a prova di Pigro e pigrizia che non ti fa mettere la tuta, non ruba tempo prezioso a te e ai tuoi cari, che è a prova di pigro e pigrizia... Provalo e ti meraviglierai.. #passato#ricordi#mindset#potere#volere e scarica subito Audio Mp3 DCS che fa al caso tuo o di tuo figlio cambia con i Fatti e non i bla bla il tuo destino... Assurdo quanta gente si arrende a chi non crede che si possano ottenere i miracoli della propria mente... Parla e sentenzia il guru di turno e la gente ci crede... Mai arrendersi e mai dire mai... Approfondisci il mondo dell’ipnosi Vera e professionale e credi nel tuo potere mentale guidato dall’ipnosi DCS Vera e Professionale... Se ami scoprire di più e agire subito, prima che sia troppo tardi,   al posto di pensare e credere che non ci sua più nulla da fare per te o il tuo caro, come ti ha detto chi non crede in se stesso e nel potere degli essere umani, clicca ora sul sito e scarica audio mp3 DCS :
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carmenvicinanza · 4 months
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BigMama
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Non ricordo un solo giorno della mia adolescenza in cui non sono stata bullizzata da qualcuno. E non solo verbalmente. Atteggiamenti che rimbombavano nella mia testa spingendomi a rispondere all’odio con odio. E odiando innanzitutto me stessa, perché avevo iniziato a giudicarmi in base al giudizio degli altri. C’è voluto del tempo per capire che, se ti ami poco, pure gli altri ti ameranno poco.
BigMama, rapper italiana, una delle voci del genere più interessanti con un flow tagliente che tocca temi importanti e dolorosi. Il suo è un processo dirompente per cercare di sensibilizzare un mondo assuefatto dall’odio che ha sperimentato sulla sua pelle per tutta la sua esistenza.
Il suo vero nome è Marianna Mammone ed è nata a San Michele di Serino, in provincia di Avellino, il 10 marzo 2000. Ha iniziato a scrivere canzoni a tredici anni, la musica è stata la sua forza e il sogno che ha deciso, con tenacia, di realizzare.
La voglia di uscire dalla provincia e prendere in mano il suo destino l’ha portata a trasferirsi a Milano dove ha potuto ampliare i suoi orizzonti, prendere contatti nell’ambiente musicale e iniziato a pubblicare vari freestyle.
Nel 2022 è uscito il suo primo EP intitolato Next Big Thing e ha cantato sul palco del Concertone del Primo Maggio di Roma conquistando il pubblico con un intenso discorso sulla body positivity.
Discriminazione, omofobia, bullismo, sono centrali nei suoi testi così come nei discorsi pubblici, non ha filtri quando viene chiamata in causa su politica e cambiamento sociale.
Al Festival di Sanremo 2023 ha duettato con Elodie e si è fatta conoscere al grande pubblico. Nell’edizione del 2024 sarà, per la prima volta, in concorso con il brano La rabbia non ti basta. Anche l’annuncio ufficiale della sua presenza all’Ariston si è portato dietro una valanga di odio sui social e da parte di certa stampa che la accusa di fare la vittima per farsi strada nel mondo dello spettacolo.
Soltanto lei sa quanto sia difficile riuscire a camminare nel mondo, quanti rospi si è trovata a ingoiare e sassi da scansare (nel senso vero del termine), gli ostacoli che ha dovuto sormontare, tra cui un tumore al sangue, oltre ad abusi e porte in faccia.
È una giovane donna potente e consapevole di se stessa e dei messaggi che porta avanti, che ha un grande talento e determinazione e va avanti con la sua verità e la grinta di chi non vuole essere una vittima, ma padrona della sua vita e delle sue scelte. 
Sono donna, grassa, rapper e queer: le ho tutte, dichiara con ironia e fierezza.
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aurozmp · 9 months
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perché nutri questa rabbia verso di te?
perché non riesco mai a trovare pace con me stessa, con i miei pensieri. dal di fuori si può presumere che abbia una bella vita, un bel lavoro, una vita sociale attiva, ho finalmente (quasi) trovato stabilità con la mia famiglia, ho degli amici. ma c’è quel qualcosa, quella punta di tristezza, malinconia e pessimismo che non mi fa vivere come potrei meritare. quella sensazione di essere sempre inferiore, che mi fa isolare all’improvviso quando sono in mezzo alla persone, che mi fa vedere il mio corpo come magari in realtà non è. mi sforzo sempre nell’essere migliore, nel guardare gli altri e cercare di migliorarmi in tutto che non mi concentro mai su ciò che ho, sulle potenzialità in mio possesso e nel migliorarmi senza cambiare. ho sempre la sensazione che tutti ce l’abbiano con me, che tutti mi odiano, che tutti mi parlano dietro e non è assolutamente “egocentrismo”, è solo aver passato anni di bullismo, anni di cattiverie in casa, anni di solitudine, anni di depressione. sui social sono una persona che nella realtà potrei solo sognare. la foto che ho postato in costume, a parte tutti gli insulti sul fisico che ho ricevuto, (che tra l’altro a voi 4 figli di troia vi ringrazio molto per le belle parole che avete speso per me), nella realtà io, per togliermi il copricostume in spiaggia e stare “normale”, come tutti, faccio una fatica che manco avessi otto braccia e cinque gambe. ho vergogna nel mostrarmi, nell’apparire, nell’essere guardata e giudicata. non posso resistere alle critiche, ci do un peso così eccessivo che solo io so che notti e momenti ho passato. la rabbia che provo verso me stessa deriva dal fatto che non mi accetto, non mi basto, non mi do importanza. mi sento minacciata dagli altri, da tutti, mi sento in una bolla, sto gridando ma nessuno mi sente, sto gridando ma sono da sola perché appena qualcuno mi aiuta io lo allontano perché penso che il loro aiuto, in realtà, sia una beffa. c’è molto altro da dire, questo è il nulla. ma mi fermo qui.
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lamilanomagazine · 1 month
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Rieti, “PretenDiamo Legalità”: concluso il progetto della Polizia di Stato nelle scuole
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Rieti, “PretenDiamo Legalità”: concluso il progetto della Polizia di Stato nelle scuole. Si è conclusa la prima fase del progetto “Pretendiamo Legalità”, promosso dalla Polizia di Stato con la collaborazione del Ministero dell’Istruzione e del Merito, giunto quest’anno alla settima edizione e rivolto alle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado. In tutte le scuole della provincia di Rieti che hanno aderito al progetto, si sono tenuti incontri con personale specializzato dell’Ufficio Minori e Vittime vulnerabili della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Rieti, volti a stimolare la riflessione sulla cultura della legalità, per una migliore convivenza tra le persone e per la partecipazione democratica alla vita della propria comunità, nel rispetto delle regole. Gli “insegnanti in divisa”, con approcci diversi a seconda dell’età dei destinatari del messaggio, hanno illustrato a centinaia di studenti gli argomenti indicati nel progetto: per la Scuola primaria, Amicizia-Pace, Natura-Sviluppo sostenibile, Costituzione –Inclusione mentre per la Scuola Secondaria Cittadinanza digitale e sicurezza on-line, Educazione all’affettività, rispetto, empatia. Le problematiche connesse all’uso dei social media, le insidie presenti nella rete, le devianze giovanili, quali le baby gang ed il bullismo, e la violenza di genere sono i temi che hanno suscitato maggiore interesse fra gli alunni. Al progetto è stato abbinato un concorso destinato agli studenti che hanno partecipato agli incontri che hanno preparato lavori sui diversi temi sviluppati, realizzando disegni, plastici, fumetti, video e spot. Per la Scuola secondaria di secondo grado, testimonial d’eccezione è stato il Commissario Mascherpa, protagonista del graphic novel edito da Poliziamoderna che, con le sue indagini, è stato fonte di ispirazione per  i ragazzi. Nei giorni scorsi, un’apposita Commissione, presieduta dal Vicario del Questore e composta da appartenenti alla Polizia di Stato ed esponenti dell’Ufficio scolastico Provinciale, ha esaminato tutti i lavori presentati, selezionando quelli ritenuti più rappresentativi, vincitori del concorso a livello provinciale, che saranno poi inviati al Dipartimento della Pubblica Sicurezza per partecipare alla selezione nazionale. Nella provincia di Rieti le scolaresche selezionate, che saranno premiate dal Questore di Rieti in una cerimonia ufficiale in corso di programmazione, sono state le seguenti:   Per la Scuola Primaria: Primi ex aequo Gli alunni delle classi 1^ e 2^ B della Scuola Primaria di Poggio Bustone con il plastico: “Preservare il laghetto”; gli alunni della classe 3^ della Scuola Primaria di Leonessa con l’elaborato: “Bullismo e Cyberbullismo, dobbiamo conoscerlo per combatterlo”.   Per la Scuola Secondaria di Primo Grado: Gli alunni delle classi 1^ C e 1^ D dell’Istituto Comprensivo “Ulivi” di Scandriglia con il video: “Quando il gioco si fa duro”.   Per la Scuola Secondaria di Secondo Grado: Gli alunni Coccia Sara, Giovannelli Liam, Mei Desireé, Ottaviani Viola, Rinaldi Carlo e  Simeone Giorgia, della classe 4^ C Audiovisivo e Multimediale del Liceo Artistico di Rieti – I.S. “Elena Principessa di Napoli” con i fumetti del “Commissario Mascherpa”.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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enkeynetwork · 1 month
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notizieoggi2023 · 2 months
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«Ho subito 43 interventi chirurgici e tutti dicono che sembro un mostro ma non mi interessa» Dalia Naeem è una modella irachena che è diventata nota sui social perché è anche conduttrice di varie trasmissioni televisive. Ciò che ha attirato l'attenzione degli utenti di tutto il mondo è il suo aspetto: la 30enne, infatti, avrebbe fatto ricorso a 43 interventi di chirurgia estetica per "aggiustare" quei difetti che non le andavano a genio. Dalia, per il suo aspetto, viene spesso criticata su Instagram ma a lei non interessa ciò che pensano le altre persone. Dalia Naeem sui social Dalia Naeem, in una delle sue apparizioni televisive, ha spiegato come spesso sia vittima di bodyshaming e bullismo da parte degli utenti sui social. Le persone criticano il suo aspetto fisico dopo le 43 operazioni di chirurgia estetica subite: «Gli hater continuano a scrivermi sotto ai post social che sembro un mostro ma a me non interessa ciò che dicono, io mi piaccio come sono». Stando a quanto raccontato da Dalia, nel corso degli anni, sarebbe ricorsa a vari trattamenti di filler alle labra, a diverse mastoplastiche per ingrandire il seno e ad alcuni interventi al naso. Dalia, la Barbie irachena L'obiettivo di Dalia Naeem sarebbe quello di assomigliare il più possibile alla nota bambola della Mattel, Barbie. Effettivamente, dopo tutte queste operazioni chirurgiche, la modella è chiamata anche "Barbie irachena", anche se, qualcuno tra i suoi 995mila follower su Instagram sarebbe preoccupato per la sua salute.
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stemk17 · 1 year
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Il nuovo me.
ex https://twitter.com/SteMk17
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Lascia fuori i tuoi problemi da qui, grandi o piccoli che siano: vivi il momento, libera la mente dai tuoi guai (e non crearne agli altri).
La vita reale è già triste: perché mostrare bassa autostima anche in quella virtuale?
MESSAGGIO SU TWITTER, DIFFUSO:
Questo account (@StefMk17) sostituisce il mio precedente (ex @SteMk17), perché prima era solo una persona maleducata, che non sapeva interagire con gli altri su Twitter.
Mi scuso con tutti quanti ❤️: sono davvero pentito del mio bullismo sui social.
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cinquecolonnemagazine · 4 months
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Violenza: quali conseguenze sui giovani
La violenza, nelle sue diverse forme, è un fenomeno che sta assumendo dimensioni sempre più ampie tra i giovani con conseguenze devastanti. L'Osservatorio indifesa di Terre des Hommes, insieme a OneDay e alla community di ScuolaZoo ha condotto un'indagine su 4.000 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 26 anni. I risultati tracciano un quadro allarmante. Orientamento sessuale, condizioni economiche, disabilità e credo religioso, i motivi che accendono le violenze. Ansia sociale, disturbi alimentari e autolesionismo le conseguenze più diffuse. Violenza tra i giovani: i numeri Dei 4.000 giovani tra i 14 e i 26 anni coinvolti dall'inchiesta di Terre des Hommes, il 65% ha dichiarato di essere stato vittima di violenza. Tra questi, il 63% ha subito atti di bullismo e il 19% di cyberbullismo. Ha subito violenza, sia fisica che psicologica, il 70% delle ragazze intervistate, l'83% di chi si definisce non binario e il 56% dei ragazzi. Mentre le violenze psicologiche e verbali colpiscono in egual misura si maschi che femmine (il 71% delle femmine e il 69% dei maschi), il bullismo colpisce più i maschi con una media del 68% contro quella della 60% per le femmine, il cyberbullismo colpisce più le ragazze (21%) che i ragazzi (16%). Tra gli atti di violenza più segnalati dalle ragazze ci sono il catcalling (61%) e le molestie sessuali (30%). Le percentuali salgono per chi si definisce non binario: violenze psicologiche o verbali e bullismo sono all'80%, il Cat calling al 66%, le molestie sessuali al 36%, il cyberbullismo al 27%. Le conseguenze della violenza Il bersaglio principale della violenza, nelle sue diverse forme, è l'aspetto fisico (79%); seguono l'orientamento sessuale (15%), la condizione economica (11%), l'origine etnica e geografica (10,5), l'identità di genere (9%), la disabilità (5%) e la religione (4%). Sui giovani le violenze hanno sui giovani conseguenze pesanti: il 75% dei ragazzi e delle ragazze che subiscono violenza perde l'autostima, la sicurezza e la fiducia negli altri. Il 47% afferma di soffrire di ansia sociale e attacchi di panico, mentre il 45% si allontana dai suoi coetanei. Nel 28% dei casi si verificano difficoltà di concentrazione, basso rendimento scolastico e depressione, paura e rifiuto della scuola (24%), disturbi alimentari (24%), autolesionismo (20%). Il 46,5% dei ragazzi, inoltre, è stato testimone di violenze: nel 68% dei casi ha assistito ad aggressioni e nel 63% a scherzi pesanti. I pericoli del web Se la scuola è percepita come il primo luogo in cui è possibile subire violenze (lo afferma il 66% degli intervistati), il secondo è rappresentato dal web, come indica il 39% delle risposte. Per le ragazze è il terzo posto più pericoloso (36%) dopo la scuola e la strada (41%). Per chi si definisce non binario, invece, la classifica dei luoghi più pericolosi, dopo la scuola e la strada (44%), sono la famiglia (al 44%) e il web (36%). Il rischio maggiore del web, per il 56% dei ragazzi è il cyberbullismo seguito dal Revenge porn (45%), furto d'identità, perdita della privacy (35%), l’adescamento da parte di estranei (35%), le molestie (30%), l’alienazione dalla vita reale (25%), lo stalking (23%), la solitudine (9%) e il sentirsi emarginati (6%). La percentuale dei giovani che ritiene che sul web non si corrano rischi non arriva neanche all'1%. Come superare i pericoli del web? Il 60% dei ragazzi intervistati ritiene che sarebbe utile una maggiore regolamentazione della rete. Il 30% pensa che anche con i controlli la situazione sicurezza non cambierebbe, mentre solo l'8% vede i controlli come una limitazione della propria libertà. In copertina foto di Tumisu da Pixabay Read the full article
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staipa · 4 months
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/la-tua-cattiveria/?feed_id=1276&_unique_id=65a7bee0d416a %TITLE% Sempre di più, sempre più spesso si stanno ripetendo eventi di questo genere in rete. Si tratta di Cyberbullismo. Non è molto diverso da quello di cui ho parlato in passato (https://short.staipa.it/4bdv2) e sui cui temi, per chi lo volesse, propongo anche qualche evento su chiamata (https://short.staipa.it/zswjq). Il solito trito e ritrito bullismo di cui tutti hanno sentito parlare un milione di volte e di cui tutti sanno l'esistenza pur se spesso lasciandolo proseguire per inerzia. C'è qualcosa di diverso però da come era il bullismo qualche anno fa, perfino di come era il Cyberbullismo, anni fa. La differenza sostanziale è che tu che stai leggendo, io che sto scrivendo, il giornalista di turno, perfino il telegiornale, perfino la paginetta social del paesino locale non sono più solo complici silenziosi che stanno a vedere e non muovono un dito e che stando zitti permettono all'atto di bullismo di procedere. Tu che stai leggendo, io che sto scrivendo, i media, chiunque condivida, discuta, rielabori, scriva su alcuni temi, ci trasformiamo direttamente nei carnefici inconsapevoli, nei bulli più o meno consapevoli. Non sfogando la nostra rabbia, frustrazione, o giudicando qualcuno, ma anche solamente discutendo e riportando la notizia in un luogo virtuale dove altri ne abbiano accesso. O commentandola. Non mi metterò a riportare i casi, tanto chiunque stia leggendo avrà in mente cosa è accaduto in questi giorni, o avrà in mente casi passati o futuri quando questo articolo verrà riletto, e varrà così fino a quando questo articolo diventerà totalmente incomprensibile. Se questo avverrà (e non avverrà) vorrà dire che il fenomeno sarà scomparso e che le persone avranno imparato ad usare consapevolmente queste tecnologie. Quello che accade è che un evento, una situazione, un commento, una foto, un video diventano improvvisamente virali, diventano improvvisamente di pubblico dominio in una maniera dirompente -l'affermazione corretta sarebbe "diventano disruptivi"- questo genera una pioggia di commenti, spesso da persone che criticano e giudicano la situazione, e questo ne amplifica la visibilità. Ne parlavo paragonando questo genere di fenomeni alla vita del vecchio bar di paese quando scrivevo de La percezione della realtà nei social (https://short.staipa.it/6p4y1). In qualche modo si può pensare che questo sia un meccanismo normale, solamente ingrandito dalla presenza su Internet, e dalla condivisione sui social, ma è così solo in parte. Se ci limitiamo a questo assunto ci sentiamo assolti in molti. Troppi perché si possano comprendere e mettere nella giusta prospettiva alcune situazioni e finiamo quasi sempre per derubricare i casi eclatanti, come i suicidi di chi ci finisce in mezzo, a fatalità, a colpa degli haters, o a colpa di animi fragili che in qualche modo hanno finito per cercarsela. Assolverci ci fa sempre sentire bene, ci fa sentire un po' migliori dei colpevoli che ci circondano, se poi riusciamo a sentirci migliori anche delle vittime il bias è fatto. Cosa sfugge in questo ragionamento semplificato? Sfugge che ognuno di noi ha un ruolo. E se prima dell'era dei social i ruoli potevano dividersi in vittima, bullo e osservatore e la bilancia poteva (e doveva) essere regolata dai numerosi osservatori, ora tutto è molto più complesso. I ruoli sono diventati almeno tre: vittima, bullo, condivisore, osservatore. Posto che io non sto scrivendo in questo momento né alle vittime, né ai bulli, il difficile è scegliere come posizionarsi tra gli ultimi due ruoli, il condivisore e l'osservatore. Per farlo è necessario comprendere meglio come funzioni oggi il veicolare delle notizie. Intanto i due ruoli: Condivisore: si tratta di chi (volontariamente o meno) contribuisce al fatto che una determinata notizia diventi virale (disruptiva) Osservatore: si tratta di chi vede la notizia e la lascia passare senza schierarsi, condividere, opporsi o sfruttarla in qualche modo
I social network (ma anche i media tradizionali come la televisione e i giornali) campano su quello che ritengono essere di interesse dei loro utenti. Se si parla molto di qualcosa, quel qualcosa viene amplificato maggiormente per produrre guadagni da quell'audience. Non importa come se ne parli, ma importa che se ne parli. Questo dovrebbe essere il primissimo elemento che dovremmo avere in testa quando ci approcciamo a determinate notizie. Condividi la notizia? Stai dicendo che vuoi che se ne parli di più. Commenti la notizia? Stai dicendo che vuoi che se ne parli di più. Metti una reazione sulla notizia? Stai dicendo che vuoi che se ne parli di più. Commenti criticando la vittima? Stai dicendo che vuoi che se ne parli di più. Commenti criticando i bulli e difendendo la vittima? Stai dicendo che vuoi che se ne parli di più. Non condividi, non commenti, non metti reazioni? Stai dicendo che quel tema è di scarso interesse e non ti interessa se ne parli. Bada bene, non stai dicendo che non vuoi che se ne parli, ma solo che non è di tuo interesse. Non solo, ti stai spostando dalla parte dell'osservatore, di quello che vede ma non si schiera e non difende la vittima. Il problema è tutto qui. Se un tempo l'osservatore poteva in qualche modo diventare difensore, nella attuale situazione di uso dei social network l'osservatore può quasi solo peggiorare la situazione o lasciarla tale. Perché anche commentando per difendere la vittima il rischio è quello di scatenare ulteriori visualizzazioni, ulteriori bulli, ulteriori haters. E quindi? Meglio fingere che nulla stia accadendo che schierarsi per difendere qualcuno? Io non ce l'ho una risposta e probabilmente di volta in volta, di caso in caso io stesso scelgo un comportamento differente perché anche avere una risposta prefissata sarebbe una semplificazione scorretta. Il pensiero critico, l'uso consapevole della tecnologia, non hanno necessariamente una risposta univoca ma sono una ricerca di un modo diverso di pensare e di ragionare, appunto maggiormente consapevole. Scegliere un'azione nella consapevolezza di quali conseguenze questa azione possa portare e non lasciandosi trasportare dal puro impeto del momento. Quello che resta è che è anche colpa nostra quando qualcuno lontano si uccide, o anche solo soffre, a causa della nostra partecipazione alla viralità -disruptività- di una notizia che lo riguarda. È importante esserne consapevoli, è importante rendersi conto che la goccia nell'oceano, funziona nel bene, ma funziona anche nel male e se tante gocce se ne stessero semplicemente zitte, talvolta, qualcuno potrebbe non morire.
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Eugenia di York si confessa, la nipote di Re Carlo è stata bullizzata
22 dicembre 2023 10:15 Le critiche feroci sul suo aspetto le hanno causato anche “problemi con il cibo”, come la principessa ha raccontato in un podcast   Tgcom24   Bullismo e disturbi alimentari    Spesso l’aspetto della principessa Eugenia di York e di sua sorella maggiore Beatrice è stato oggetto di scherno da parte dei media o dagli hater sui social. L’attenzione su di lei era costante,…
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carmenvicinanza · 7 months
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Laura Bates
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Basta una scintilla per provocare un incendio. Basta un post sui social per bruciare una vita.
Laura Bates, scrittrice femminista britannica, è la fondatrice di Everyday Sexism Project, piattaforma che raccoglie le storie di esperienze di sessismo, bullismo e discriminazioni subite da donne di tutto il mondo e di ogni età.
Tra le 100 donne più importanti per la BBC nel 2014, l’anno precedente era stata insignita dell’Ultimate New Feminist Award della rivista Cosmopolitan. Nel 2015 ha ricevuto la prestigiosa British Empire Medal dalla regina Elisabetta per i servizi resi per l’uguaglianza di genere. Nel 2018 è stata nominata Fellow della Royal Society of Literature e nel 2020 è diventata socia onoraria del St John’s College, di Cambridge.
Collabora con il Time, The Guardian, The Independent e il Women Under Siege Project.
Nata a Oxford il 27 agosto 1986, cresciuta tra Londra e Taunton, si è laureata in letteratura a Cambridge nel 2007.
Dopo aver collaborato con la psicologa Susan Quilliam alla riedizione del libro The Joy of Sex, è stata attrice e educatrice.
Sperimentando sessismo e discriminazione sulla sua pelle e lavorando a contatto con adolescenti già schiave della propria immagine, nel 2012, le è venuta l’idea di creare il sito Everyday Sexism che, dopo soli tre anni, aveva già raggiunto centomila voci e, nel 2014, è diventato un libro.
Ha scritto anche Men Who Hate Women, Fix the System, Not the Women, Girl Up, The Trial, Sisters of Sword and Shadow e The Burning che in italiano è stato tradotto col titolo Il fuoco.
Con uno stile pulito e incalzante, spinge a riflettere su tematiche delicate e scottanti come il cyber bullismo, il revenge porn e l’uso inopportuno dei social che possono sconvolgere e distruggere vite umane. Il suo invito è chiaro: reagire, denunciare e chiedere aiuto se ci si trova in situazioni del genere e, soprattutto, punire i carnefici e non le vittime.
Alla conferenza Trust Women, a Londra, ha lanciato una campagna di collaborazione internazionale per combattere la violenza sessuale e domestica nei confronti delle adolescenti, e nei loro rapporti sentimentali.
«Nel Regno Unito, tra i 13 e i 17 anni, il 33% delle donne ha avuto esperienza di un qualche genere di abuso sessuale e negli Stati Uniti 1 milione e mezzo di ragazze in età scolare, ha sofferto di abusi fisici da parte del partner. Molti giovani, per esempio, credono che si possa chiamare “stupro” soltanto se a commetterlo è uno sconosciuto nell’ombra di un angolo di strada, mentre non si rendono conto che in realtà il 90% degli stupri vengono commessi da persone conosciute dalle vittime».
Laura Bates svolge un lavoro di comunicazione capillare e ostinato, soprattutto in favore delle giovani generazioni, affinché si dotino degli strumenti necessari per individuare e contrastare la violenza fisica, verbale e quella agita attraverso il web.
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agrpress-blog · 7 months
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Francesco Greco è un giovane e talentoso regista che girerà a Sacrofano un corto contro la violenza sulle donne. Al suo attivo già numerosi successi e premi. Inizia la sua carriera artistica come sceneggiatore di vari soggetti televisivi e cinematografici per poi passare alla regia prima di programmi come Fashion night e opere prime. Il suo Bolle di sapone, un cortometraggio che tratta con delicatezza una tematica sociale importante come la violenza domestica, raccontata dal punto di vista di una bambina, raccoglie applausi e riconoscimenti. Il corto viene presentato nelle scuole e divulgato su diversi canali, attirando l’attenzione di testate giornalistiche nazionali. Nel 2022 Francesco vince il primo premio al festival internazionale “Bulli ed Eroi” nella categoria giovani registi, con il cortometraggio: I colori del silenzio. Quest’anno lo stesso festival decide di premiarlo come miglior regista per la capacità di trattare tematiche sociali difficili con una sorprendente sensibilità. Il suo Un fiore nella rete lascia con il fiato sospeso e aiuta a riflettere ancora una volta su un tema giovanile importante. Francesco Greco ha inoltre diretto la bellissima serie Matt, Gio’ e la bolla di Nerone, L’Elisir, Uno di troppo… Il suo ultimo capolavoro da regista, finito di girare a ottobre, a Sacrofano, è Turannah. Si tratta di una tecno-opera prodotta da La voce dell’essere e da Lp produzioni che ha come obiettivo la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla sicurezza stradale. È in lavorazione il suo nuovo lavoro che lo vedrà alla regia di Testa o Croce. Si tratta di un filmato che, per la tematica affrontata, riuscirà a emozionare e far riflettere spettatori di ogni età. Francesco, come e quando nasce la tua passione per il cinema e la regia? La mia passione per il cinema e per la regia nasce dall’esigenza di realizzare da me ciò che scrivevo. In passato ho realizzato sceneggiature per altri registi, che naturalmente interpretavano a loro modo, e questa cosa non mi andava molto a genio. Nutrita questa passione, oggi posso realizzare prodotti che dalla scrittura della sceneggiatura arrivano alla costruzione delle scene. Hai vinto, con i tuoi lavori, numerosi premi e riconoscimenti. Quali i cortometraggi a cui sei più legato? Premi e riconoscimenti fanno piacere, ma non rimango mai legato al “girato”, al prodotto finito e a ciò che vince. Quello che mi lascia qualcosa di intenso sono i set, la costruzione, le persone con cui ho lavorato. E di ogni set porto con me tanti bei ricordi, così tanti da non poterne scegliere uno. Sei sceneggiatore e regista dei tuoi lavori, ma quanto conta il lavoro di squadra? Il lavoro di squadra è tutto, ho grande fiducia dei miei collaboratori, perché remiamo sempre tutti nella stessa direzione, ognuno fa girare alla perfezione la sua piccola ruota, rendendo il meccanismo perfetto. Quanto è importante parlare di tematiche e sensibilizzare l’opinione pubblica e soprattutto gli studenti? Uno studente, ma anche un adulto, può ascoltare migliaia di storie di violenza, di bullismo e di tanti altri argomenti sui quali è necessaria la sensibilizzazione, la denuncia. Ma se ne sentono così tante ormai che a volte si fa finta di nulla, e non perché si è disattenti. Con l’audiovisivo si può davvero lasciare il segno: un cortometraggio ben fatto sa essere molto più efficace di parole o di uno scritto. Senza nulla togliere allo scritto, parte fondamentale del mio lavoro. Molti tuoi lavori sono ambientati a Sacrofano, paese in cui vivi. Cosa rappresenta per te questo luogo e perché e il set ideale di molti lavori? A Sacrofano sono cresciuto e ho creato alcuni dei rapporti più importanti della mia vita. Ho girato moltissime scene qui perché, conoscendo ogni angolo del paese, riesco sempre a trovare il posto più adatto per girare una scena. Quali sono i progetti in corso? Il mio prossimo progetto, Testa o Croce, tratterà il tema della violenza sulle donne.
Rispetto a Bolle di sapone, altro cortometraggio in cui ho trattato questa tematica, in questo ho deciso di essere più crudo e di creare più suspence, ma sempre, con l’obiettivo di sensibilizzare su una tematica importantissima e purtroppo, attuale
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giancarlonicoli · 7 months
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10 ott 2023 15:20
"L’IDEA CHE SIANO TUTTI COMPARSE TRANNE TE È IL PROBLEMA GRANDE CHE HA LA COMUNITÀ DI ITALIA VIVA" – ELENA BONETTI, EX MINISTRA RENZIANA, SVELENA SU MATTEONZO: "IL PARTITO HA INIZIATO A FARE DEL BULLISMO E DEL LINGUAGGIO POPULISTA LA SUA CIFRA QUOTIDIANA. DA QUANDO HO LASCIATO ITALIA VIVA I MIEI SOCIAL SONO INVASI DI INSULTI DEI TUOI SOSTENITORI E NEI TUOI DISCORSI NON TI HO SENTITO SPENDERE UNA SOLA PAROLA DI PRESA DI DISTANZA. HAI PREFERITO INVECE PARLARE DEI TUOI EX COLLEGHI COME PERSONE ‘NATE COMPARSE’” - "CHI DISSENTE E PROVA A RIMANERE LO ESPELLI CON UNA CONFERENZA STAMPA..." -
Dal profilo Twitter di Elena Bonetti
Caro Matteo, arrivati a questo punto, dopo il tuo ultimo intervento pubblico, anche io penso che sia arrivato il momento di dire le cose con grande franchezza.
Da quando ho fatto la scelta di lasciare Italia Viva i miei social sono costantemente invasi di insulti volgari, violenti e sessisti dei tuoi sostenitori e finora nei tuoi discorsi non ti ho sentito spendere una sola parola di presa di distanza da questo odio social. In questo clima hai preferito invece parlare dei tuoi ex colleghi come persone “nate comparse”. 
L’idea che siano tutti comparse tranne te è il problema grande che ha la comunità di Italia Viva con la libertà di pensiero. Se c’è qualcosa che proprio tutti hanno capito in questo mese è il problema di IV col dissenso: chi dissente e se ne va viene insultato e regolarmente attaccato a mezzo social, chi dissente e prova a rimanere lo espelli con una conferenza stampa. Ma anche restando nel tuo modo di vedere il mondo, osservo che c’è un po’ troppo nervosismo per delle semplici comparse che se ne vanno.
Dici che siamo andati via per paura di un congresso democratico. Un congresso senza lo spazio per dissentire e sopravvivere come minoranza non ha nulla di democratico.  È per le mie idee che mi sono dimessa da ministra e sono tornata a casa. Io ho avuto questo coraggio e non accetto lezioni sulla paura da te. Ho detto e ridetto i motivi per cui ho lasciato IV.
Le nostre strade si sono separate quando IV ha smesso di essere un partito riformista e antipopulista e ha iniziato a fare del bullismo e del linguaggio populista la sua cifra quotidiana. Le strade si sono separate sulle idee e sul metodo. Sulle idee, di’ cosa vuoi fare. Ma il metodo lo si vede chiaramente sui miei social.
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livcaprarablog · 8 months
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Questa generazione 🆘petta
Conscia del fatto che io, in questo momento, mi stia dando la “zappa sui piedi” in prima persona, voglio decisaaffrontare questo argomento. Abbiamo mai pensato alla profondità delle scelte di qualsiasi individuo di questa generazione? Io la definisco, perciò una generazione da una parte sospetta e dall’altra “alterata”: pensiamo ad un gruppo di ragazzi X: nel contesto della classe possono essere i bulli, le ragazze possono essere le più “popolari” d’altronde, le più desiderate e facili da “prendere”. Loro non si fanno scrupoli, ed usano qualsiasi modo per fare del bullismo. Sono i pecoroni più maldestri, che vogliono diventare il capo branco della situazione, ma alla fine, rischiano solo di mettersi in coda verso quel maledetto gruppo che gestisce tutte le menti. Dall’altra parte troviamo i ragazzi Y: loro sono i più “casa e chiesa”. La maggior parte di loro sono ragazzi che nel contesto scolastico diventano Icaro: una volta entrati nelle scuole superiori, spiccano il volo (con la loro fantasia), iniziano a darsi delle arie che propriamente non gli si addicono e diventano gli snob “dei miei stivali”. Solo che c’è un piccolo problema, le loro ali sono come quelle di Icaro, perciò fatte di cera, se si avvicinano troppo al sole rischiano di schiantarsi. Poi, alla fine, c’è la categoria dei “neutri”- no, aspettate, la lingua latina e greca non c’entra nulla non tutto ciò. Non sto intendendo sostantivi neutri, ma teenager che ragionano in modo totalmente neutrale ed autonomo con la loro singola mente, compiendo scelte ritenute da loro stessi MIGLIORI.
Vorrei, anche, porvi davanti ad un’altra questione: molte volte i “giovani di oggi” sono ritenuti maleducati: pensiamo mai che il problema potrebbe essere delle famiglie? Alcuni genitori credono ad ogni singola menzogna dei figli, definendola “pura verità” o azzardo a dire “parola di Dio”. Purtroppo cari genitori, molte volte non è così, anche perché i giovani hanno la capacità di avere una bugia in tasca in qualsiasi momento, e voi, da buoni genitori, ci crederete sempre, ovviamente perché sono vostri figli. Molte volte ancora, la colpa non è solamente dei genitori, della loro superficialità e della loro (probabile) assenza: la colpa è anche degli insegnanti. Ad esempio dopo una cosa che mi è accaduta, personalmente, oggi, posso affermare che più ti comporti bene e più ti riservano solamente pesci in faccia. Come possono essere educati i giovani, se i primi maleducati sono coloro che svolgono il ruolo di educatori per conto dell’istituzione scolastica?
Adesso arriva il momento chiave, quello che una “fissata” come me, aspetta sempre, perciò “diamo a Cesare ciò che è di Cesare”: vogliamo parlare dei gusti musicale di oggi? Non me né capacito di come gli idoli (sia musicali che non) siano potuti cambiare così velocemente e radicalmente. Parliamo della musica? Beh le classifiche le scalano solamente i trapper, calcoliamo che le classifiche sono basate sulla musica scaricata, oggi la musica la scaricano per il 99,8% solamente gli adolescenti. Del buon rock e pop non guasterebbe proprio.
Insomma, io la definisco a 360º una generazione sospetta.
Anche l’uso delle emoji e dei media hanno cambiato la visuale sociologica, ecco perché ho deciso di usare quest’emoji nel titolo (🆘), molte volte troviamo questa emoji accompagnata ad altre parole. Tutto ciò quasi sempre nelle “bio” di Instagram, in modo tale da formare, nel modo più banale possibile, parole intere in modo diverso. La mia domanda sarà sempre la stessa: “l’utilità di tutto ciò qual’è?”. Qui sotto un elenco delle parole che creano con questo meccanismo.
🆘petta
🆘stupida
🆘stronza
E molte altre ancora…
I complimenti poi? Beh i complimenti (finti o veri che siano) si fanno su Instagram o social simili. Piccolo esempio: una ragazza di nome E, pubblica una foto in riva al mare, subito dopo un esercito è pronto per commentare tutto ciò. Le parole o i complimenti usati frequentemente sono i seguenti:
Ma quanto sei bella; bona come la cugina; t’amm; mia ragazza; ti amo; che bella; mia moglie; vabbè sei stupenda; bellissima miaaa; la più bella di tutte; la mia donna, è la più bella…
Ovviamente vi risparmio i commenti al maschile, sarebbero un ammasso di composti della parola “bro”.
Fine. Grazie per l’attenzione
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