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#educazione ai sentimenti
aitan · 6 months
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[...] Introdurre ore obbligatorie di Educazione Sentimentale come già si è fatto con l’Educazione Civica e come si sta facendo in questi giorni con l’Orientamento al futuro significherebbe solo oberare gli insegnanti di altri impegni burocratici da assolvere senza convinzione e ammorbando gli alunni con altri messaggi che hanno lo stesso potere di convincimento dei bigliettini dei baci al cioccolato.
L’educazione al rispetto di se stessi, degli altri e dell’ambiente in cui si vive, il senso di comunità e la capacità di superare i conflitti dovrebbero essere principi trasversali, impartiti con un costante dialogo educativo, con lo sviluppo del senso critico e, non ultimo, con la forza dell’esempio. [...]
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susieporta · 7 months
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Se è amore sconvolge la vita
Quando incontriamo l'amore non racchiudiamolo nei contatti fisici, non tratteniamolo nelle nostre difese, e neppure affoghiamolo nelle turbolenze dei nostri sentimenti. L'amore, comunque si presenti, apre un mondo: il mondo della vita ben diverso dalla semplice sopravvivenza. Ma per questo non dobbiamo leggere l'amore a partire dal nostro desiderio, che è troppo angusto per esserne all'altezza.
Non possiamo attenderlo nelle modalità che ci siamo costruiti a partire dalla nostra educazione, dai nostri principi, dal concetto che abbiamo di noi, dalla letteratura che abbiamo frequentato, dall'esperienza che abbiamo maturato. L'amore ci chiede innocenza. Quella del bambino che si apre al mondo. Perché il dono che ci fa amore, non è la persona che lo suscita, ma il mondo che, attraverso quella persona, si dischiude ai nostri occhi.
Un mondo mai visto perché le nostre difese, in quell'occasione, sono cadute. E, con le difese, anche i nostri modi, lussuriosi o pudichi, di concepire l'amore. Vertigine del pensiero che si trova tra pensieri mai pensati, tonalità affettive per le cose di tutti i giorni che, per consuetudine, prima ci erano indifferenti, luminosità dello sguardo che si è aperto in modo del tutto nuovo sul mondo, parole nuove rispetto a quelle abituali che prima dicevamo e sentivamo.
La nostra anima, come effetto di ogni incontro d'amore, ci cede il suo segreto e ci fa conoscere quel mondo sconosciuto che noi siamo e, fino ad allora, ignoravamo.
Questo è l'amore, e non l'altro che ci ama o non ci ama come vorremmo che lui ci amasse.
Perché quando le nostre attese pregiudicano l'amore, già abbiamo perso l'innocenza, e con essa la chiave che ci porta alla scoperta di tutte le nostre parti segrete che, con l'avanzare degli anni, rischiano di morire senza essere mai nate.
Ma per accedere ai doni dell'amore dobbiamo in qualche modo mettere da parte il nostro io e la nostra abituale visione del mondo, perché l'altra parte di noi stessi che pure invocava di vivere.
(Articolo su "Io Donna" - Repubblica) 4 maggio 2014
Umberto Galimberti
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gregor-samsung · 4 months
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“ Le invenzioni e le scoperte portano benefici a tutti. Il progresso della scienza è una faccenda che riguarda tutto il mondo civile. Non ha una vera importanza il fatto che un uomo di scienza sia inglese, francese o tedesco. Le sue scoperte sono a disposizione di tutti e per trarne profitto non occorre niente di più dell'intelligenza. Il mondo dell'arte, della letteratura e del sapere, è internazionale; quel che vien fatto in un paese, non vien fatto per quel paese, ma per l'umanità. Se ci domandiamo che cosa eleva la umanità al disopra delle bestie, che cosa ci permette di considerare la razza umana più importante di qualsiasi specie di animali, scopriremo che non sono cose delle quali una nazione può avere la proprietà esclusiva, ma sono tutte cose che il mondo intero può spartirsi. Coloro che tengono a queste cose, coloro che desiderano vedere l'umanità feconda nel lavoro che soltanto gli uomini possono fare, non baderanno gran che ai confini nazionali e si cureranno ben poco di sapere a quale Stato un individuo deve fedeltà.
L'importanza della cooperazione internazionale al difuori del campo della politica mi è stata dimostrata dalla mia stessa esperienza. Fino a poco tempo fa ero occupato nell'insegnamento di una nuova scienza che pochi uomini al mondo erano in grado di insegnare. Il mio lavoro si basava soprattutto sull'opera di un tedesco e di un italiano. I miei allievi venivano da tutto il mondo civile : Francia, Germania, Austria, Russia, Grecia, Giappone, Cina, India e America. Nessuno di noi era cosciente di un senso di diversità nazionale. Ci sentivamo un avamposto della civiltà, occupati a costruire una strada nella foresta vergine dell'ignoto. Tutti collaboravano all'impresa comune e nell'interesse di questo lavoro le inimicizie politiche delle nazioni sembravano insignificanti, temporanee e futili. Ma non è soltanto nell'atmosfera piuttosto rarefatta di una scienza astrusa che la collaborazione internazionale è vitale per il progresso della civiltà. Tutti i problemi economici, la questione di garantire i diritti della mano d'opera, le speranze di libertà in patria e di umanità fuori, poggiano sulla creazione di una buona volontà internazionale. Finché odio, sospetto e paura, dominano i sentimenti degli uomini, non possiamo sperare di sfuggire alla tirannia della violenza e della forza bruta. Gli uomini devono imparare ad essere coscienti degli interessi comuni dell'umanità che sono identici, piuttosto che ai cosiddetti interessi dai quali le nazioni sono divise. Non è necessario, e neanche desiderabile, eliminare le differenze di educazione, di usi e di tradizioni tra le diverse nazioni. Queste differenze danno ad ogni singola nazione la possibilità di contribuire in modo distintivo alla somma totale della civiltà del mondo. “
Bertrand Russell, Le mie idee politiche. Una guida per orientarsi nelle ideologie politiche di tutti i tempi, traduzione di Adriana Pellegrini, Longanesi & C. (serie ocra, collana Pocket saggi n° 525), 1977; pp. 144-46.
[1ª Edizione originale: Political Ideals, New York: The Century Co., 1917; full text Here]
NOTA: nella prefazione l’autore puntualizza: «Questo libro è stato scritto nel 1917, ma pubblicato soltanto in America. Avrebbe dovuto essere una serie di conferenze, ma il ministero della Guerra lo impedì. Il primo capitolo doveva essere una conferenza da tenersi a Glasgow, presieduta da Robert Smillie, presidente della Federazione Minatori. Poco prima della data fissata per la conferenza il governo mi proibì l'ingresso in quelle che venivano chiamate « zone proibite », tra le quali era compresa Glasgow. Queste zone comprendevano tutto quanto si trovava vicino alla costa, e l'ordine era inteso contro le spie, per impedire che facessero segnalazioni ai sottomarini tedeschi. Il ministero della Guerra fu tanto cortese da dire che non mi sospettava di spionaggio a favore dei tedeschi; mi accusò soltanto di fomentare il disinteresse industriale, allo scopo di por fine alla guerra. Smillie annunciò che avrebbe tenuto la riunione di Glasgow nonostante la mia inevitabile assenza e infatti lesse la conferenza che avrei dovuto tenere io. Il pubblico rimase piuttosto sorpreso dalla differenza dal suo solito stile; ma alla fine, Smillie annunciò di aver letto la conferenza proibita. Il governo aveva troppo bisogno di carbone per agire contro di lui.»
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Chiudiamo le nostre emozioni e i nostri stati d’animo come beni preziosi nella cassaforte della nostra buona educazione, tenendo a distanza dai nostri sentimenti coloro che amiamo, e questa delicatezza alla fine ci allontana gli uni dagli altri. Si serbano i propri segreti, non ci si sbottona, si coltiva la discrezione come una religione, e si condivide istintivamente l’idea di Brassens secondo il quale mostrare il cuore o il culo è la stessa cosa.
Siamo incapaci di comunicare pacificamente, di superare le nostre vecchie ferite, arriva un momento in cui bisogna squarciare, schiacciare l’altro, sopravvivere, vincere. I vincitori non sono mai generosi, hanno talmente sofferto prima di prevalere, hanno avuto talmente tanta paura di perdere, che devono farla pagare ai vinti e vendicare i loro morti nel sangue. Occhio per occhio. Non esiste perdono, c’è soltanto un accumulo di odio che si trasforma in pulsioni che nessuno controlla, l’animalità fa parte dell’umanità, è orribile, è esecrabile, ma è nella nostra natura, il mondo va avanti soltanto con la violenza. Non c’è alcuna logica, alcuna ragionevolezza, è assurdo, ma bisogna andare avanti. Con il bene e con il male. Non c’è nient’altro da fare. Andare avanti. Domani, si ricostruirà sulle macerie e sui cimiteri.
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Jean-Michel Guenassia, da Le terre promesse
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thedreamerscrapbook · 2 years
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Un piccolo riassunto
Molto spesso, quando ci viene fatta una domanda importante, veniamo assaliti da un senso di vuoto incommensurabile e l'unico ammasso di lettere latine che ci passa davanti tipo striscione attaccato all'aereo delle pubblicità anni '20 è "non lo so". E ci odiamo per questo, ci sentiamo sbagliati, iniziamo a ripercorrere a ritroso la nostra infanzia cercando disperatamente il momento in cui siamo scivolati dalle braccia di nostra mamma finendo di fontanella sul bordo duro e freddo della vasca da bagno. Ci odiamo per la nostra indecisione, per la nostra ignavia, la scambiamo per mancanza di personalità. Ci sentiamo degli sfigati senza scopo, ci culliamo nella disillusione del nichilismo alla terza ora di filosofia e per un attimo ci sentiamo capiti, ascoltiamo Kurt Cobain e ci sentiamo capiti, ma subito dopo ci sentiamo di nuovo sbagliati allora ci fumiamo le canne al parchetto con altra gente che come noi non ha capito un cazzo della vita, e ci sentiamo capiti sia da loro che dalle canne, ma alla fine a un certo punto sentirti capito non ti basta più e allora vai avanti così, a crederti un deficiente così tanto menomato da non conoscere nemmeno la riposta a una domanda alla quale la risposta può darla solo lui tipo "cosa vuoi fare nella vita (o nei prossimi 5 anni)?"
Poi passano gli anni, smetti di fumarti le canne perchè ti fanno venire la paranoia, con quelli con cui te le fumavi e ti capivano a un certo punto smetti di capirti e vi perdete di vista; qualcuno continua a fumare le canne, qualcuno smette e passa alle droghe pensanti. Tu fondamentalmente passi all'alcol e ti provi tutte le vite che puoi addosso tipo come se fossi il commesso di Foot Locker della tua vita, hai le vesciche ma vai avanti e a un certo punto pensi pure di aver trovato la risposta alla tua domanda. Fai psicoterapia, trovi un lavoro stabile. Hai una relazione tutto sommato felice. Bevi solo nei weekend. Coltivi degli hobby. Arrivi addirittura ad essere in pace con il fatto che la tua vita non conta un cazzo se non per te.
Poi vabbè c'è una pandemia mondiale rimani bloccato in casa per mesi anni, ti rubano gli ultimi anni di spensieratezza però non ho voglia di parlare di questo adesso. GRANDE BUCO.
Tornando al discorso di prima, sulle grandi domande della vita, prossima volta che vi capiterà di non conoscere la risposta a una domanda, soprattutto se riguarda voi stessi e cosa volete, provate a chiedervi anche se la risposta potrebbe esistere in un mondo dalle infinite possibilità. Mi sono accorta molto tardi di due cose importanti: che la mia indecisione in realtà mascherava la paura dei miei veri desideri, e che la mia confusione mentale che credevo fosse dovuta a qualche rotella fuori posto era invece dovuta alla mia educazione inesistente e il mio clima familiare instabile che mi ha distaccata completamente dai miei sentimenti e la mia interiorità.
A ventisei anni inizia il mio viaggio verso l'accettazione di cosa provo, di cosa voglio, e di dove voglio andare. Credo proprio che possa iniziare da qui, senza paura e senza vergogna. Giusto per rompere due pattern, così en passant, ma recuperando una vecchia pratica che mi faceva stare bene. In realtà non ho mai smesso di scrivere qui, ha continuato ad essere il mio diario fuori tempo massimo ai confini estremi di ciò che è moralmente accettato sul web. Penso che riprenderò a premere sul tasto pubblica ora, che riprenderò a buttare bottiglie nel mare con dentro i miei pensieri, i miei grazie, le mie disgrazie le mie maledizioni e i miei porchiddii. Che alla fine l'esistenza è ciclica e bla bla bla.
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giancarlonicoli · 6 months
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22 nov 2023 09:59
“SMETTIAMO DI PENSARE LA SOCIETÀ GENDER FLUID” - MASSIMO AMMANITI, UNO DEI PIÙ IMPORTANTI PSICOANALISTI ITALIANI, PARLA DELL’OMICIDIO DI GIULIA CECCHETTIN E MENA DURO SULLA FINTA RIVOLUZIONE CULTURALE: “LE DIFFERENZE DI GENERE CI SONO, NON LE POSSIAMO CANCELLARE NÉ DOBBIAMO FARLO. LA PSICOLOGIA DELL'UOMO E DELLA DONNA È MOLTO DIVERSA E NON POSSIAMO NON TENERNE CONTO. RICONOSCENDO L’ALTRO, IMPARIAMO L’EMPATIA. I GENITORI? LA DEVONO SMETTERE DI ESSERE TROPPO COMPIACENTI CON I FIGLI…” -
Estratto dell’articolo di Maria Sorbi per “Il Giornale”
L'uccisione di Giulia impone una riflessione collettiva. Sui giovani, sui genitori, sui valori che predichiamo e su quelli che invece dimostriamo a fatti. Ci aiuta a mettere a fuoco le vie per «correggere il tiro» Massimo Ammaniti, psicoanalista e medico neuropsichiatra infantile, illuminare sulle tematiche dell'età evolutiva.
Professor Ammaniti, l'esigenza di una rivoluzione culturale è evidente. Ma crede si sta seguendo la strada giusta?
«Si parla con troppa scioltezza di fluidità e la cosa mi lascia piuttosto perplesso.
Le differenze di genere ci sono, non le possiamo cancellare né dobbiamo farlo.
Sono d'accordo nel dire che non vadano estremizzate ma vanno riconosciute».
Perché lo dice parlando dell'assassinio di Giulia?
«Perché la psicologia dell'uomo e della donna è molto diversa e non possiamo non tenerne conto. Una ricerca dell'università di Cambridge ha dimostrato come nella donna sia molto più spiccata la capacità di immedesimarsi nell'altro e come invece l'uomo sia meno elastico in questo. E infatti vediamo come Giulia abbia cercato di capire il disagio dell'ex ragazzo e gli sia andata incontro, calandosi nei suoi panni. Filippo invece è rimasto imbrigliato nel suo narcisismo, in un'idea di realtà che aveva nella sua testa ma che non esisteva più».
Quindi la vera svolta culturale per prevenire tutto questo, dove sta?
«Riconosciamo le differenze di genere, il rispetto dell'altro. Capiamo l'importanza dell'empatia».
[…]
i genitori. Cosa sbagliamo? Perché non riescono a proteggere i figli e a insegnare il rispetto?
«I genitori devono smettere di compiacere i figli. È ora che imparino a gestire il contrasto con loro. Le famiglie hanno uno, al massimo due figli, e li tengono sotto la campana di vetro. In particolar modo, le mamme dei figli maschi li mettono sul piedistallo in maniera eccessiva, sono genuflesse davanti a loro. Il figlio maschio viene sempre giustificato».
La cronaca racconta di 'bravi ragazzi' che d'improvviso diventano killer. Quali sono i segnali di un rapporto amoroso malato?
«La possessività, la gelosia eccessiva e il controllo sono tre componenti che possono portare alla degenerazione del rapporto […] ».
Cosa pensa dell'ora di educazione ai sentimenti nelle scuole?
«Un intervento servito, senza dubbio. Purché non sia la lezioncina tenuta da qualche prof dalla cattedra […]».
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cinquecolonnemagazine · 11 months
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Come farsi ascoltare dai bambini
I bambini sono un mondo meraviglioso ma, in alcuni casi, anche una sfida. Che siate genitori o educatori è fondamentale conoscere la psicologia dei più piccoli, per riuscire non solo a convivere e interagire correttamente con loro ma anche ad aiutarli nel loro percorso di crescita, formazione ed educazione. Comefarsi ascoltare dai bambini senza per questo creare in loro disagio, timore o addirittura traumatizzarli andando a ledere le loro sicurezze e la loro autostima? Innanzitutto, comprendendo le loro esigenze e il loro modo di ragionare. Come farsi ascoltare dai bambini: per prima cosa bisogna conoscerli I bambini non ragionano come noi e questo è abbastanza intuitivo da capire. Tutti siamo stati piccoli ma, forse, non ci ricordiamo più come il nostro cervello si muoveva e si comportava anni fa. Il sistema cognitivoinfantile non funziona esattamente come quello degli adulti. Diciamo che fino all'età scolare, quindi intorno ai sei anni, si comportano in maniera molto simile agli altri cuccioli di mammifero. Infatti: - riconoscono esclusivamente i bisogni primari come la fame, la sete, il sonno, il caldo, il freddo, la necessità di espletare bisogni fisiologici ma, ad esempio, non sanno comprendere il bisogno di affetto o di attenzioni e lo scambiano spesso con altri sentimenti, cosa che genera capricci o frustrazione; - non capiscono il sarcasmo né sanno distinguere lo scherzo dalla realtà, il bene dal male o la fantasia dalla verità infatti molti bambini definiti "bugiardi" non lo sono affatto, semplicemente fino all'età scolare quasi tutti usano la fantasia come se fosse realismo; - agiscono soprattutto per istinto anche se questo li porta a fare azioni scorrette che, loro, non riescono a percepire come tali, ad esempio picchiare il fratellino che ha rubato il giocattolo per loro è giusto, sono gli adulti che devono fargli capire come funziona la condivisione; - imparano moltissimo per imitazione ed ecco perché l'esempio è sempre la miglior forma di insegnamento. Per approcciare correttamente i bambini e, quindi, imparare le tecniche più efficaci per farsi ascoltare e crescerli ed educarli in serenità e correttezza, sarebbe importante informarsi e leggere il più possibile sull'argomento. Consigli pratici su come farsi ascoltare dai bambini Esistono alcune tecniche molto efficaci da poter mettere in pratica con i bambini di età compresa tra due e sei anni per farsi ascoltare. Come per molte altre cose, non è complicato se si sa come farlo. Innanzitutto, mai pretendere ascolto dai bimbi se: - sono malati o non si sentono bene, quando un bimbo ha malessere fisico tutte le sue energie sono concentrate su quella sconosciuta e fastidiosa sensazione di disagio; quindi, non è in grado di concentrarsi su altro; - stanno attraversando una crisi emotiva, quindi, sono totalmente fuori controllo con un grosso capriccio, un pianto disperato o un attacco di rabbia, in questo caso bisogna assolutamente calmare il piccolo e solo dopo analizzare e spiegare con calma il tutto; - hanno paura o sono terrorizzati, non riusciranno a recepire niente se si sentono in situazione di pericolo o minaccia; - sono stanchi, assonnati, infastiditi da situazioni esterne o non dipendenti da loro. I bambini, di fatto, amano ascoltare gli adulti. I grandi sono i loro punti di riferimento: quelli che li nutrono, li coccolano, badano a loro, li proteggono. Perciò i bimbi ammirano gli adulti, fondamentalmente, e, se presi per il verso giusto, non vedono l'ora di ricevere istruzioni che, nel loro immaginario, serviranno a farli crescere e conquistare nuovi obiettivi. Alcune tecniche infallibili per farsi ascoltare dai bambini Vediamo insieme due tecniche che non falliscono mai quando ci si vuole far ascoltare dai più piccoli. Ricordiamo che l'attività principale di qualsiasi bambino è il gioco. Per loro giocare non è un passatempo ma un vero e proprio strumento di crescita, di interazione, di sviluppo fisico e intellettuale. Se desideriamo che i bambini ci ascoltino iniziamo dicendo loro che si fa un gioco e cerchiamo di comunicare ciò che vogliamo rendendolo divertente e interattivo. La favola con la morale, fin dalla notte dei tempi, è sempre stato uno strumento educativo e formativo. L'abitudine di raccontare le favole ai bambini nasce proprio con un intento didattico fin da tempi antichissimi. Pensiamo alle favolette di Esopo, tutte inventate per insegnare qualcosa. Se desideriamo farci ascoltare dai bambini e, contestualmente, insegnar loro un concetto particolare, utilizziamo l'escamotage del "ti racconto una storia". Loro impareranno ma non si sentiranno attaccati o giudicati e, piano piano, svilupperanno anche la capacità di ascoltare. Fonte foto: https://pixabay.com/it/photos/mani-amicizia-gli-amici-figli-2847508/ Read the full article
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bergamorisvegliata · 11 months
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L'ANGOLO DI RITA
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Equivocamente si crede e si pensa che il #RISPETTO sia quella forma che raggiungiamo quando l'altro ha timore di noi.
Ci hanno insegnato e fatto credere che il rispetto si ottiene con la paura, con il controllo ed il dominio sull'altro.
Dove l'altro soffoca sé stesso in una forma di "riverenza" verso di noi.
Niente di più errato!
Ris-PETTO, lo ritroviamo nella parola stessa, è compresa di un suffisso che rimanda al RICONOSCIMENTO e di una successiva parola che rimanda ad una parte del corpo dove Risiede il nostro CUORE.
Ebbene: Ris-Pettare SIGNIFICA ri-conoscersi vicendevolmente in una forma di relazione che fa spazio ai sentimenti di TUTTE le persone coinvolte.
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Dunque: il rispetto, anche nella relazione genitoriale, NON si ottiene quando i figli hanno paura di noi, delle nostre reazioni, di essere puniti, ecc.
RAGGIUNGIAMO il Ris-PETTO dei nostri Figli quando noi per primi ci APRIAMO e Ri-conosciamo i Sentimenti dentro di loro.
In questo RIS-PECCHIAMENTO, nel quale i neuroni-specchio stessi sono coinvolti, si raggiunge il RIS-PETTO RECIPROCO.
Quando una persona sa che deve sottomettersi a noi, non ci sta rispettando: ci sta riflettendo paura.
Quando siamo in una relazione di dominio sull'altro NON stiamo agendo un comportamento regolativo: stiamo abusando del nostro potere per piegare la volontà dell'altro.
Imparate, dunque, a Ris-Pettare in primis voi stessi, ossia: ad aprirvi ai Sentimenti che avete nel cuore (nel petto).
Accoglieteli.
E poi sarete in grado di Ris-Pettare l'altro, i vostri figli, attraverso un ATTO di RICONOSCIMENTO.
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Quando il falso "rispetto" nasce dall'essere dominati si hanno 2 effetti: adulazione e fanatismo.
Queste 2 forme sono pericolose, perché creano pensieri ossessivi e al limite dello "psichismo".
Inoltre: è sufficiente che il leader dominante faccia un passo falso che i "sottomessi" passano dall'adulazione e fanatismo alla distruzione completa del leader stesso.
Questo è ciò che rischia di accadere in adolescenza, se costruiamo una forma falsata di "rispetto": i figli passano dalla sottomissione alla ribellione distruttiva.
Buona Riflessione!
@pedagogistarita
#pedagogia#educazione#genitorialità
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lamilanomagazine · 1 year
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Trieste: Apre la mostra"8X4=100 | a 100 anni da La Coscienza di Zeno"
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Trieste: Apre la mostra"8X4=100 | a 100 anni da La Coscienza di Zeno". Mercoledì 3 maggio alle ore 18 alla Sala Fittke (piazza Piccola 3) apre la mostra “8X4=100 | a 100 anni da La coscienza di Zeno” con i risultati degli 8 workshop condotti da 4 artisti del territorio che hanno guidato tanti ragazzi under30 utilizzando i loro specifici linguaggi ad elaborare il “racconto di sé”, nell’ambito del fitto calendario di mostre ed eventi di FITTKEgiovani. Partendo dall’importante ricorrenza del centenario del romanzo simbolo di Trieste e capolavoro di Italo Svevo, si è dunque identificato il filo conduttore tematico della “narrazione” per caratterizzare i diversi laboratori che si svolti da febbraio ad aprile al Polo Giovani Toti - Youth Center (piazza del Cattedrale 4). L’Assessorato ai Giovani del Comune di Trieste, attraverso il PAG Progetto Area Giovani e in collaborazione con l’associazione Casa dell’Arte di Trieste e il Museo Sveviano, ha così offerto la possibilità a tanti giovani tra i 18 e i 30 anni di partecipare ad una serie di 8 workshop gratuiti in cui si sono affrontati i temi dei libri animati, videoanimazione, poesia visiva e stampa 3D, rispettivamente con gli artisti e creativi Annalisa Metus, Goga Mason, Christian Jugovac e Cecilia Donaggio Luzzatto-Fegiz. Come sottolinea l’assessore Nicole Matteoni: “Questo progetto conferma ancora una volta l’accoppiata vincente tra servizi educazione e giovani e quello delle biblioteche riuscendo a divulgare e a condividere con le generazioni l’animo e spirito letterario della nostra città”. La mostra, visitabile tutti i pomeriggi dalle 17 alle 20 fino a mercoledì 10 maggio, presenta i risultati dei progetti elaborati, poster e microinstallazione pop-up su carta, ma anche video d’animazione e oggetti simbolici in materiale termosplastico, e infine tante immagini del making of del processo creativo. Partendo dalla bidimensionalità della pagina scritta del romanzo, i 4 artisti hanno accompagnato i ragazzi fra concetti e parole chiave del romanzo, fino al prototipo di un gadget per il centenario di Zeno. Con la paper engineer Annalisa Metus si è partiti da una mappa infografica per lavorare alla creazione di pagine pop-up, mentre con l’artista Goga Mason, attraverso il disegno e la tecnica del cutout, ci si è concentrati sulla figura dell’inetto protagonista del romanzo e il suo possibile riscatto. Con il grafico Christian Jugovac si è utilizzato il lettering per reinterpretare in chiave visiva e tipografica alcuni passaggi del testo sveviano, e infine con l’artista multimediale Cecilia Donaggio Luzzatto-Fegiz sono stati elaborati oggetti simbolici per restituire tridimensionalmente alcuni concetti e parole chiave del romanzo. Una mediazione inedita tra scrittura 2D e materia che, con la stampa 3D, si è estesa verso il design, brandizzando il prodotto letterario per elaborare uno o più prototipi di gadget per il centenario di Zeno. In questo progetto il centenario della pubblicazione de “La coscienza di Zeno” è stato una suggestione, uno stimolo e un esempio per riflettere sull’attualità di alcuni temi che il romanzo di Italo Svevo esplora: il rapporto padre-figlio, i sentimenti, la dipendenza, il senso di inadeguatezza e inettitudine, le ossessioni e, naturalmente, il diario. Il racconto autobiografico ha avuto un ruolo centrale di natura formativa ed è stato uno strumento di indagine che ha consentito di rielaborare il proprio vissuto e le proprie esperienze traducendole in qualcosa di tangibile e, in questo caso, anche di artistico. Il percorso espressivo ed esperienziale in cui l’ispirazione letteraria si è fusa con la libera e personale interpretazione di alcuni focus tematici, è stato mediato dal curatore del Museo Sveviano, Riccardo Cepach, che ha fornito una mappa concettuale, isolando passaggi significativi e interpretativi che hanno avuto anche l’obiettivo di stimolare la curiosità e l’appetito per un’opera che ha segnato il Novecento. Il progetto “8 narrazioni x 4 workshop | a 100 anni da “La coscienza di Zeno” ha sviluppato la Linea 6 “Artisti Emergenti” del progetto CAD-Coinvolgimento Attivo Democratico che vede il Comune di Trieste come capofila e Euroservis srl e AIESEC Italia in qualità di partner. Iniziativa cofinanziata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale a valere sul Fondo per le politiche giovanili - anni 2020-2021, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Trieste e dell’Ufficio Scolastico Regionale FVG.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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aitan · 6 months
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occhidibimbo · 1 year
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Uno dei momenti più emozionanti e sorprendenti che si possano vivere: quello in cui si ha la notizia che presto si diventerà genitori! Un insieme di forti emozioni che travolgono, che sorprendono, che aprono le porte a una nuova vita, a nuovi sentimenti, che sappiamo essere il preludio ad un inevitabile cambiamento nella nostra vita e in quella di coppia, che ci fanno sentire completamente nuovi e diversi e che ci mettono anche di fronte a nuovi ruoli, a nuovi pensieri e a nuove e importanti responsabilità. Diventare genitori è un percorso complesso, fatto di momenti di immensa felicità e di amore, ma anche di momenti altrettanto critici e delicati, di esperienze inaspettate, mai provate fino a quel momento, ricche di emozioni completamente nuove, che portano a nuovi assetti di vita personale e di coppia e che necessitano di grande consapevolezza e senso di responsabilità verso il proprio bambino ma anche verso la propria coppia e se stessi. Un momento che ci fa mettere in dubbio se si sia davvero pronti a gestire un cambiamento così importante nella propria vita e in grado di affrontare una serie di responsabilità e di adattamenti inevitabili dal momento in cui nostro figlio verrà alla luce, soprattutto nel caso in cui ci si trovi ad affrontare un ruolo genitoriale da soli, senza il sostegno di un compagno al proprio fianco. I cambiamenti, dopo la nascita di un bambino, soprattutto se poi si tratta del primo figlio, sono davvero molti. Cambiamenti nelle proprie abitudini, minor tempo da poter dedicare a se stessi, maggiori spese economiche ed anche un carico diverso di intense emozioni che, quando si annuncia una nascita, ci chiediamo se sapremo affrontare e gestire in modo sereno ed efficace. Affrontare il ruolo genitoriale, soprattutto se si è single, non è facile. Per una donna, gestire da sola una gravidanza, in special modo se non si può contare su un appoggio concreto e fidato di persone care, può già rappresentare un momento davvero delicato. Non poter condividere né la propria gioia né le proprie ansie, dubbi e timori con un compagno che ci sostiene, come ad esempio nel momento in cui si avesse la necessità, durante la gestazione, di avvalersi di un servizio di pediatria prenatale per accertarsi dello stato di salute del nascituro, possono causare uno stress davvero notevole in una futura mamma e rendere poco sereno ed appagante un momento così ricco di significato come quello della gravidanza. Oggi la genitorialità, se vissuta in coppia, fortunatamente non coinvolge più soltanto le donne come in passato. La tendenza, infatti, è quella di una partecipazione attiva anche dei papà e non soltanto a partire dal momento della nascita del bambino, ma anche durante il periodo della gravidanza. Un ruolo, quello genitoriale, che oggi viene condiviso e che vede l’uomo coinvolto nella nascita del proprio figlio e successivamente nella sua cura e nella sua educazione tanto quanto la futura mamma. Se infatti è indubbio che il legame naturale che esiste tra la mamma e il bambino che porta in grembo è unico e speciale, oggi ai padri non è delegato unicamente come in passato il ruolo di sostentamento economico della famiglia, ma anche quello di sostenere la genitorialità unitamente alla mamma. Una presenza fondamentale, quella del papà, di grande sostegno e di partecipazione per la donna durante la gravidanza, il parto e nella gestione di momenti delicati come ad esempio quello immediatamente successivo al parto, quando i nuovi ritmi, le nuove dinamiche, le nuove responsabilità, i timori e le preoccupazioni possono portare la neomamma a dover affrontare periodi difficoltosi, i quali, se affrontati insieme da entrambi i genitori, con coinvolgimento e comprensione, potranno essere superati con molta più facilità e serenità. Oggi i papà partecipano ai corsi di accompagnamento al parto assieme alle proprie compagne, si informano su come potranno prendersi cura del piccolo allo stesso modo in cui lo fanno le mamme,
cercano di essere presenti alle ecografie e agli accertamenti di routine, condividono con le loro compagne ogni momento di gioia ed anche di ansia che potrebbe precedere il momento della nascita, anche quando si rendano necessarie visite specialistiche e consulenze di pediatria prenatale, seguono il momento del travaglio, entrano in sala parto, accolgono assieme alla mamma il piccolo appena venuto alla luce... Un ruolo diverso e davvero importante, quello dei papà, che gli ultimi studi hanno evidenziato sia fondamentale anche per il benessere e la serenità del neonato e che dà la possibilità ad un padre di vivere ed esprimere emozioni come fino a non molto tempo fa non faceva, in quanto non considerate adeguate ad un ruolo tipicamente maschile. Un compito senza dubbio arduo, quello di diventare genitore e quello di fare il genitore, che non si esaurisce, né per il papà né per la mamma, con i primi anni di vita del bambino e che non andrebbe mai preso alla leggera, che comporta davvero un grande cambiamento e forti responsabilità. Una scelta che, sia si sia giovani sia si decida di affrontare l’evento in età più adulta (al momento, infatti, l’età media in cui si ha il primo figlio è statisticamente aumentata: se fino a qualche anno fa erano più le neomamme tra i venti e i venticinque anni, oggi vediamo molte donne partorire per la prima volta a più di trenta), sicuramente rappresenta un importante passaggio ad una fase diversa, tutta nuova, della propria vita, che soltanto se vissuta in piena consapevolezza e responsabilità ci permetterà di affrontare tutti quei piccoli e grandi momenti faticosi che, come sa bene chi ne ha già avuta l’esperienza, senza dubbio accompagneranno la nostra vita da genitore, ma che allo stesso tempo ci permetteranno di vivere le occasioni più gioiose della nostra vita.
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malelieve · 2 years
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Paola Egonu, nata a Cittadella (PD, Italia) il 18.09.1998. Pallavolista. Medaglia d'oro (2021) e di bronzo (2019) ai Campionati Europei. Medaglia d'argento (2018) e di bronzo (2022) ai Mondiali. Medaglia d'oro (2022) alla Nations League. Medaglia d'argento (2017) al World Grand Prix. Cara @paolaegonu mi chiamo Marco e faccio un lavoro che mi dà l'opportunità, e la fortuna (non senza sacrificio), di girare il mondo, soggiornando mesi lontano da casa, e di interagire con persone di diverse culture, etnie, religioni. Ogni giorno, soprattutto di fronte alle difficoltà, faccio esercizio di apertura mentale e di tolleranza e questo mi ha sempre permesso di tornare tra le mie mura arricchito da affetto, stima e spesso da nuove importanti amicizie. Le uniche persone che mi creano imbarazzo e vergogna, sono proprio i miei connazionali. La maggior parte di loro è razzista, ignorante e inadatta all'interazione con altre culture poichè vive con spirito colonialista questa meravigliosa esperienza di vita lavorativa. Sono gli stessi che a casa loro conducono una frustrante vita da schiavi (soprattutto dei propri pregiudizi), gli stessi che abusano di uno slogan sempre più inappropriato quale "italiani brava gente", gli stessi che, per citare un cantante a me caro, "vorrebbero dar fuoco ad ogni zingara, ma l'unica che accendono è quella che dà loro l'elemosina ogni sera". In questi anni ho visto aggiungersi a queste categorie anche quegli italiani che girano la testa per non vedere e quelli che sminuiscono i tuoi sentimenti perchè non sanno cosa volesse dire, ancora, nascere con un colore della pelle diverso, nel 21° secolo, In Italia. Cosa assurda. Ti scrivo solo per ringraziarti, perchè se tanti ITALIANI fossero ITALIANI come sei ITALIANA tu, con il tuo esempio sportivo e personale, fatto di sacrifici e vette scalate, questo paese sarebbe più forte, più unito e culturalmente più ricco. Ciò che posso fare, è darti un immenso abbraccio e la promessa che i miei figli cresceranno con valori quali bontà d'animo, coraggio, educazione, fraternità e onestà e che faranno dell'integrazione e dell'apertura mentale una unica, grande, bandiera sotto cui crescere. Con affetto e stima. (presso Milano) https://www.instagram.com/p/CjxofzoN-bksnVDKujW84rUNn1EEcGztCvbilA0/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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canesenzafissadimora · 6 months
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Se è amore sconvolge la vita
Quando incontriamo l'amore non racchiudiamolo nei contatti fisici, non tratteniamolo nelle nostre difese, e neppure affoghiamolo nelle turbolenze dei nostri sentimenti. L'amore, comunque si presenti, apre un mondo: il mondo della vita ben diverso dalla semplice sopravvivenza. Ma per questo non dobbiamo leggere l'amore a partire dal nostro desiderio, che è troppo angusto per esserne all'altezza.
Non possiamo attenderlo nelle modalità che ci siamo costruiti a partire dalla nostra educazione, dai nostri principi, dal concetto che abbiamo di noi, dalla letteratura che abbiamo frequentato, dall'esperienza che abbiamo maturato. L'amore ci chiede innocenza. Quella del bambino che si apre al mondo. Perché il dono che ci fa amore, non è la persona che lo suscita, ma il mondo che, attraverso quella persona, si dischiude ai nostri occhi.
Un mondo mai visto perché le nostre difese, in quell'occasione, sono cadute. E, con le difese, anche i nostri modi, lussuriosi o pudichi, di concepire l'amore. Vertigine del pensiero che si trova tra pensieri mai pensati, tonalità affettive per le cose di tutti i giorni che, per consuetudine, prima ci erano indifferenti, luminosità dello sguardo che si è aperto in modo del tutto nuovo sul mondo, parole nuove rispetto a quelle abituali che prima dicevamo e sentivamo.
La nostra anima, come effetto di ogni incontro d'amore, ci cede il suo segreto e ci fa conoscere quel mondo sconosciuto che noi siamo e, fino ad allora, ignoravamo.
Questo è l'amore, e non l'altro che ci ama o non ci ama come vorremmo che lui ci amasse.
Perché quando le nostre attese pregiudicano l'amore, già abbiamo perso l'innocenza, e con essa la chiave che ci porta alla scoperta di tutte le nostre parti segrete che, con l'avanzare degli anni, rischiano di morire senza essere mai nate.
Ma per accedere ai doni dell'amore dobbiamo in qualche modo mettere da parte il nostro io e la nostra abituale visione del mondo, perché l'altra parte di noi stessi che pure invocava di vivere.
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Umberto Galimberti
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a-dreamer95 · 3 years
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Mi risuonano in mente le parole di una delle mie professoresse del liceo, oggi più attuali che mai: " Rispondere è educazione, prendete una parte del vostro tempo e rispondete ai messaggi, alle email, ai saluti". Una professoressa esemplare, che ci ha insegnato, senza volerlo, le basi del vivere sociale. Oggi siamo sempre tutti coi telefoni in mano ma sempre senza il tempo di rispondere a un messaggio di auguri, a una email, a una chiamata. Ora con i social è anche peggio: non ho ancora capito se accorciano o aumentano la distanza tra le persone. La cosa positiva è che i maleducati si palesano bene, capisci che certi amici tanto "amici" in realtà non lo sono, forse non lo sono mai stati se non ti ricambiano nemmeno il "follow". Ora si "defollowa", si "ghosta", si "blocca" e non si parla più. Si fa prima. 
Ma questi comportamenti denotano soltanto maleducazione, paura di assumersi le proprie responsabilità, mancanza di rispetto e grande immaturità. Eppure va di moda, sento dire pure che "fa figo"... "fa figo" far soffrire gli altri? Senza reciprocità le relazioni non vanno da nessuna parte. Sarebbe bello potersi fidare ciecamente di tutti, ma non in questo mondo dove l'egoismo dilaga.
Tuttavia, io sono gentile con le persone che mi hanno delusa, facendo loro credere che non si sia rotto niente tra di noi quando, invece, è cambiato tutto. È un mio modo di difendermi che ho sviluppato negli anni, sono accondiscendente verso di loro mentre tengo i miei sentimenti per me. Non c'è gusto a discutere, abbiamo caratteri e punti di vista diversi che non si incontreranno mai. Ricordo solo che non devo fidarmi e, così, mi proteggo. A volte ometto cose, dico solo cosa loro vorrebbero sentirsi dire e si va avanti nelle nostre vite normalmente. Chissà se loro pensano che io sia così buona come cerco di far credere, evitando litigi e accettando tutto, oppure se sanno di questo lato del mio carattere. Chissà se, in realtà, anche loro fingono. Tutto sommato non c'è nulla di male nel mio comportamento, ma semplicemente non sono me stessa. Forse è perfino segno di maturità: mi infurio di meno rispetto al passato e mi faccio meno "nemici". Le relazioni rimangono un mistero e la verità non esiste, ovvero, esistono tantissime verità: ognuno ha la sua. 
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umi-no-onnanoko · 3 years
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Anche gli uomini piangono
Siamo spesso soggetti ad un brutto stereotipo,quello per il quale un uomo,se davvero vuole essere tale,non deve piangere o manifestare i suoi sentimenti.
Credo questo preconcetto sia non solo antiquato,ma profondamente sbagliato;dopotutto perché una donna può essere "debole" ed un uomo non può esternare le sue emozioni?
Certo che gli uomini piangono,ma spesso in silenzio,in sordina. Non è solo il nostro cuore di donne che può crollare,ma anche il loro cuore va in frantumi.
Eppure la storia e la mitologia ci raccontano di uomini che piangono, di figure leggendarie capaci di esternare i propri sentimenti,perché proprio in questo o anche in questo sono veri uomini.
Pensiamo a un Ettore, un Ettore governatore di popoli,spietato guerriero che uccise Patroclo credendolo Achille,ebbene? Quello stesso uomo tolse l'elmo e preso tra le braccia suo figlio lo levò al cielo piangendo chiedendo per lui gloria e benedizione divina; Orfeo? Non pianse forse per essersi reso conto della sua stupidità nel voltarsi per vedere il bel volto di Euridice per poi pagare il prezzo di perderla per sempre? Ed infine, non pianse Ulisse ricongiuntosi al figlio ed alla moglie che tanto lo attesero?
La figura di un uomo tutto d'un pezzo non esiste da oggi,ma da molto tempo,sebbene essa nel tempo stia andando a sciamare è spesso ancor oggi presente in quei luoghi ancora attaccati alla tradizione e alla cultura d'altri tempi,dove l'uomo è il capo famiglia e come tale doveva essere forte ed imperturbabile:una figura che non doveva mostrare paure, stati d’animo, emozioni.
Non era concepibile vedere gli uomini piangere, era segno di debolezza e conseguentemente non erano degni di rispetto e non vi si poteva fare affidamento anche nella vita privata oltre che in quella pubblica.
L’uomo doveva essere una sorta di robot asettico a cui non era concesso esternare sé stesso. In realtà questa tipologia di uomo rappresentava un modello tanto falso quanto poco credibile,in quanto impossibile per un qualsiasi soggetto,in quanto essere umano, non provare emozioni.
Ma come le lacrime mostrano fragilità e debolezza, esse mostrano anche forza e sensibilità. Tale sensibilità che viene rilegata esclusivamente alla sfera femminile,in realtà fa parte dell'intero genere umano e di conseguenza anche della sfera maschile.
Le donne e gli uomini,tuttavia, sempre più fanno a gara una con altro per celare e nascondere i propri sentimenti,per paura o per educazione ricevuta tendono a tenere le loro sensazioni,emozioni e spesso pensieri per sé stessi limitandosi.
Mi chiedo perché però,vedere una donna forte,che non cede agli ostacoli,che non si abbatte e non piange davanti alle difficoltà oggi come oggi venga visto come segno di vittoria,da stimare; mentre, se un uomo piange,si mostra debole,sensibile,venga visto come una sconfitta personale per l'individuo e sociale per il collettivo.
Un uomo non può commuoversi di fronte ad un film? Non può piangere per un lutto o un problema che lo affligge? Non può riconoscere di essere debole ed aver bisogno d'aiuto?
Alcuni lo fanno,alcuni imparano a farlo e lo insegnano ai loro figli,ma i più vengono emarginati e ritenuti uomini di classe B, non veri,non uomini Alfa capaci di guidare la futura società.
Piangere però non indica debolezza, bensì sicurezza, perché significa che l'uomo non si vergogna a mostrare i suoi sentimenti e le sue sensazioni, sa che può fidarsi e non ha nulla da temere,perché è semplicemente sé stesso.
Oggi è molto più facile, rispetto agli anni passati, incontrare uomini sensibili, educati ai sentimenti e che non si vergognano di mostrare alla propria partner la propria commozione sia quando sono felici, sia quando sono tristi. Si tratta di un pregio e non di un difetto, perché significa che sono uomini talmente sicuri di sé da fregarsene dei condizionamenti esterni che impongono di nascondere i propri sentimenti e di vergognarsi delle proprie emozioni.
Viceversa,vi sono donne insensibili,che non mostrano ciò che sentono ai loro fidanzati,amici o famigliari; eppure noi vediamo le donne troppo spesso unicamente come esseri evanescenti e puri,dimenticandoci che anch'esse possono non esserlo,come esse possono essere forti e non fragili agnellini.
A forza di trattenere le proprie emozioni molti uomini sviluppano una spessa corazza, dietro la quale nascondono le proprie insicurezze e alla fine non riescono più a esternare nulla o peggio ancora diventano l'alter ego di loro stessi,nascondendo la loro vera essenza dietro un velo di Maya tessuto per essere la rappresentazione di un uomo forte, che non vuole cedere mai,quello che per alcuni è lo stronzo che piace alle ragazze, tuttavia,dovrebbero essere memori dell'esperienza del velo Mayieriano che una volta squarciato rivela la sua vera essenza.
Lasciamo gli uomini liberi di essere loro stessi,alle volte anche bambini ed i nostri bambini diventeranno uomini liberi di essere vivi.
-umi-no-onnanoko (@umi-no-onnanoko )
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newsintheshell · 3 years
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J-POP Manga, tutti gli annunci per il 15° anniversario della casa editrice
Fra i titoli in arrivo nei prossimi mesi ci sono 86, Shadows House, Kusuriya no Hitorigoto e il webtoon BJ Alex!
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J-POP Manga festeggia i suoi primi 15 anni debuttando su Twitch, la nuova casa digitale di Edizioni BD e J-POP Manga. Durante il corso della ”Quinceanera” Marco Schiavone, Georgia Cocchi Pontalti e Jacopo Costa Buranelli hanno fatto gli onori di casa, accogliendo amici e collaboratori della casa editrice e “regalando” a sorpresa 10 nuovi titoli che usciranno nel 2021.
MISSION: YOZAKURA FAMILY di Hitsuji Gondaira
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Il nuovo shonen targato Shueisha! Taiyo Asano è uno studente liceale molto timido e l'unica persona con cui riesce a parlare è la sua amica d'infanzia, Mutsumi Yozakura, la ragazza più popolare della scuola. Il rapporto tra i due procede normalmente fino al giorno in cui Taiyo scopre la verità sulla famiglia di Mutsumi. La casata Yozakura è infatti una famiglia composta dalle migliori spie del mondo! Senza contare che il capo famiglia, il fratello maggiore Kyoichiro, ha sviluppato un ossessivo istinto protettivo nei confronti della sorella e considera il ragazzo come una minaccia per l’incolumità di Mutsumi. Fin dove si spingerà Taiyo per salvare la sua migliore amica dalle folli missioni che la sua famiglia svolge quotidianamente?! Azione adrenalinica, commedia familiare e molto altro: la missione ha inizio!
6 volumi - In corso - Uscita prevista: autunno
86 – EIGHTY-SIX di Asato Asato e Motoki Yoshihara
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La Repubblica di San Magnolia è una nazione unita sotto una bandiera dai cinque colori, con un governo solido e dedito al mantenimento del benessere dei suoi orgogliosi cittadini. Da 9 anni questo paese è in guerra con il suo vicino, l'Impero Giad, che dispone di un’avanzata tecnologia bellica consistente in una serie di droidi militari auto-guidati chiamati Legion. In risposta alla minaccia, la Repubblica innalza un muro difensivo attorno ai suoi 85 distretti e respinge l'attacco nemico utilizzando i Juggernaut, comandati a distanza dagli Handler, strateghi militari localizzati nel centro di comando della capitale. Ufficialmente la Repubblica ottiene vittorie senza perdite ma la verità è ben diversa... ogni Juggernaut è infatti pilotato dai cittadini abbandonati nell’86esimo distretto: i Colorata, una minoranza discriminata e perseguitata dal governo in mano alla maggioranza Alba. Abbandonati fuori dalle mura e obbligati a battersi per la difesa della Repubblica che non li considera neanche umani, Shin “The Undertaker” e i suoi compagni d’arme dovranno affidarsi alla guida della giovane Handler, Lena Milìzé, appartenente ad una casata nobiliare degli Alba. Riusciranno i due comandanti a cambiare le sorti della guerra e a far cessare le discriminazioni del governo di San Magnolia?!
2 volumi - In corso - Uscita prevista: maggio
PORNOGRAPHIC PICTURES di Osamu Tezuka
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Uno dei manga autobiografici di Osamu Tezuka, sullo sfondo della società giapponese dalla fine della seconda guerra mondiale al suo dopoguerra. In questa raccolta sono raccontate le vicende di alcuni uomini di Osaka, devastata dopo il conflitto, che  resistono imperterriti alla disperazione di quei giorni funesti. Un orfano in cerca di vendetta, un ladro di alimentari, un uomo d’affari che approfitta della crisi nazionale per fare soldi e molti altri. Lo stesso Tezuka si fa protagonista della sua opera attraverso il personaggio di Osamu Takatsuka.  
Volume unico - Uscita prevista: estate
YAKEPPACHI NO MARIA di Osamu Tezuka
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Yakeno Yahachi, un vivace ragazzino noto come "Yakeppachi" dà origine a una bella ragazza di nome Maria mentre è in trance; la sua personalità è identica a Yakeppachi. Maria in realtà, è l’ "ectoplasma" di Yakeppachi, una sostanza filamentosa e simile alla nebbia che viene generata dal mezzo spirituale durante una seduta spiritica, chiamata anche "corpo astrale". Prendendo la forma di una bambola donatale dal padre di Yakeno, Maria inizia ad andare a scuola con il ragazzo, portando caos e bizzarrie all’interno dell’istituto. Riusciranno i due a convivere e a superare la marea di problemi che la loro relazione causerà? Un bizzarro manga di educazione sessuale creato dal “Dio del Manga” appartenente al periodo dell’Ero Guru Nonsense (fine anni ‘60 e inizio anni ‘70), in cui gli autori di manga cominciavano ad abbattere i tabù dell’epoca per dimostrare una volta per tutte che il manga poteva dimostrarsi molto più che semplice fumetto per ragazzi.
Volume unico - Uscita prevista: estate
LE ROSE DI VERSAILLES EXTRA di Ryoko Ikeda
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La mitica avventura di Oscar e degli altri protagonisti della Versailles di Riyoko Ikeda continua e si completa in questo nuovo indispensabile cofanetto della Lady Oscar Collection! Dopo aver concluso nel 1973 la saga portante, dal 1984 al 2018 la Ikeda è tornata in più occasioni a narrare nuove storie delle "Rose di Versailles", in una lunga sequenza di racconti che approfondiscono e proseguono le vicende della serie originale: "La Duchessa in nero", "Le Storie Gotiche" e gli "Episodes". Anche per questi splendidi extra arriva finalmente l'edizione definitiva, con pagine a colori, in Italia!
Box - Uscita prevista: estate
DAISY JEALOUSY di Ogeretsu Tanaka
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Una nuova opera dalla Dea dello yaoi, Ogeretsu Tanaka (Yarichin Bitch Club, Neon Sing Amber, Escape Journey) che con il suo stile di disegno inconfondibile continua a esplorare le sfaccettature dell’amore, senza mai dimenticarsi una buona dose di erotismo. Misaki, che ama i videogiochi fin dall'infanzia, aspira a far parte della società Gold Games e per questa ragione si iscrive a una scuola di design. Lì incontra Kaname, talentuoso designer emergente, un rivale su cui vuole prevalere; la frustrazione generata dalla sua differenza di abilità cresce in Misaki fino a quando non esplode di gelosia... Kaname si sta solo prendendo gioco di Misaki o non percepisce i suoi veri sentimenti? 
Volume unico - Uscita prevista: estate
KAORI NO KEISHOU – THE INHERITANCE OF AROMA di Hyuuga Natsu,  Ikki Nanao e Nekokurage
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Maomao, ragazza addestrata dal padre nell'arte delle erbe medicinali, viene rapita e venduta come serva nel palazzo interno dell’Imperatore. Decisa a ogni costo a non farsi notare più del necessario, nasconde la sua intelligenza e le sue competenze, non riuscendo però a ingannare il capo eunuco Jinshi, che la osserva svelare la "maledizione" dietro alle misteriose morti dei neonati eredi imperiali. Viene così promossa ad assistente assaggiatore del cibo destinato alle nobili consorti dell'imperatore, e i suoi giorni tranquilli sono destinati a finire…
7 volumi - In corso - Uscita prevista: estate
KUSURIYA NO HITORIGOTO – THE PHARMACISTS’S MONOLOGUE di Hyuuga Natsu, Ikki Nanao e Nekokurage
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Maomao, ragazza addestrata dal padre nell'arte delle erbe medicinali, viene rapita e venduta come serva nel palazzo interno dell’Imperatore. Decisa a ogni costo a non farsi notare più del necessario, nasconde la sua intelligenza e le sue competenze, non riuscendo però a ingannare il capo eunuco Jinshi, che la osserva svelare la "maledizione" dietro alle misteriose morti dei neonati eredi imperiali. Viene così promossa ad assistente assaggiatore del cibo destinato alle nobili consorti dell'imperatore, e i suoi giorni tranquilli sono destinati a finire…
7 volumi - In corso - Uscita prevista: estate
SHADOWS HOUSE di Somato
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Emilico è una giovane e allegra bambola vivente, assistente personale della nobile Kate Shadow. Quest’ultima è una delle regali ombre senza volto che vivono in una vasta villa, in cui le bambole viventi, come Emilico, trascorrono gran parte del loro tempo a ripulire la fuliggine emessa all'infinito dai loro misteriosi padroni. Quali pericoli e oscuri segreti incontreranno lei e Kate, mentre diventano profondamente coinvolte nei meccanismi interni della società delle ombre? 
6 volumi - In corso - Uscita prevista: aprile
BJ ALEX di Mingwa
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Dopo Killing Stalking e Blood Bank, arriva il nuovo BL targato Lezhin che ha fatto impazzire il mondo! Ogni sera alle 22.00, Dong Gyun si chiude nella sua stanza e guarda uno spettacolo di Cam Boy dal vivo condotto dal suo BJ (Broadcast Jokey) preferito: Alex. Alex, con indosso una maschera a proteggere la sua privacy, si spoglia in cambio di donazioni sfoggiando il suo fisico scultoreo e molto altro... causando tumulti nel cuore del timido Dong Gyun, che si ritrova vittima di un'inevitabile cotta per un ragazzo di cui non conosce né il volto, né l'identità. Una sera, Dong Gyun beve troppo a un ritrovo con i colleghi dell'università, e quando si risveglia, con lui c'è un bellissimo ragazzo senza maglietta che somiglia molto al suo Alex...
Uscita prevista: autunno
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Autore: SilenziO)))  - Twitter @s1lenzi0​
[COMUNICATO STAMPA]
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