Tumgik
#forza panino
ottimismocinico · 9 months
Text
Tumblr media
A Mikonos vacci con Panino!
2 notes · View notes
chez-mimich · 4 months
Text
PERFECT DAYS
“Sospendere il divenire è l’unico modo per rimanere eterni”. Lo scrisse Carmelo Bene, molti anni fa, in una intervista. Ecco, se volessimo partire da un punto fermo dell’ultimo ed attesissimo film di Wim Wenders, potremmo partire da questa affermazione del grande uomo di teatro italiano. Hirayama, il protagonista silente di “Perfect Days”, vive “in” e “di” una continua ripetizione degli atti quotidiani della sua umile vita: si sveglia, si rade, si lava, si veste, va al lavoro ascoltando cassette di classici rock, blues, soul (pulisce i bagni pubblici in diversi punti di Tokyo), pranza al parco con un panino e fotografa i rami degli alberi, prima di tornare a casa passa dai bagni pubblici per una doccia, poi esce a cena sempre presso lo stesso localino di ramen, (tranne la domenica); poi torna a casa e legge (Faulkner) prima di coricarsi sul futon dell’umilissima dimora. E al mattino dopo il ciclo ricomincia da capo. La ripetizione è la forza della storia di Wenders e “La ripetizione”, detto per inciso, è anche il titolo di un libro di Peter Handke che con Wenders ha più di una similitudine. Le increspature in questa vita assolutamente monotona, ma soddisfacente per Hirayama, sono pochissime, come il rapporto minimale con un collega un po’ svitato e approssimativo nel lavoro, l’incrocio di sguardi con una donna al parco anch’essa in pausa pranzo o le poche battute scambiate con la proprietaria di un altro locale dove Hirayama è solito cenare alla domenica sera e dove incontrerà il di lei ex-marito sofferente di una malattia incurabile. Anche la sporadica visita di una giovane nipote, non scuote la vita di Hirayama. Per essere perfette le sue giornate non necessitano di nulla: il lindore ritrovato di un water, la cura maniacale della pulizia di un lavabo, l’archiviazione delle fotografie scattate al parco, la quotidianità ripetuta e autosufficiente, fanno di ogni giorno un “Perfect Day”, quasi come quella della canzone di Lou Reed che scorre nella audiocassetta, ma con un surplus di solitudine che basta a sé stessa. Mi piace ricordare qui, una seconda similitudine col pensiero di Peter Handke, che ne “Il peso del mondo” scrive: “Prendere il calamaio, caricare la penna, in questo può risiedere la salvezza”. Di cosa è fatto il film di Wenders? È certamente un film calligrafico (del resto è o non è il Giappone l’impero dei segni, come lo definì Roland Barthes?) e la calligrafia è quella delle immagini che da sole raccontano l’esistenza e l’esistente, senza bisogno di molto altro. Il loro ritmo geometrico, come nelle sequenze (in un raffinatissimo b/n) dei sogni di Hirayama o come nella poesia dell’architettura della città o nelle trame delle superstrade di Tokyo che sembrano trasportare la linfa del vivere quotidiano. Tokyo è certamente co-protagonista del film, una città che ha sempre affascinato il regista dai tempi di “Tokyo-Ga” del 1985, che a sua volta era un omaggio a quel quotidiano di cui si alimentava il cinema del più grande regista giapponese di tutti i tempi, Yasujirō Ozu. Magnifico film che va a completare il mio personale trittico della vacanze natalizie insieme a “Foglie al vento” di Aki Kaurismäki e “La Chimera” di Alice Rohrwacher. Tre film difficili da dimenticare.
Tumblr media
2 notes · View notes
nonlosoancorasblog · 7 months
Text
Appena sono andata in pausa pranzo, ti ho chiamato e ho trovato il solito muro, quello che conosco ormai fin troppo bene. Ho chiuso la telefonata ed ero distrutta, fissavo il vuoto mentre mangiavo un panino.
"G., è già un miracolo che sto mangiando, ho perso 3 kg da quando è successo".
Poi mi hai portato un caco perché sai che mi piacciono, me lo hai tagliato e mentre lo mangiavo, mi hai detto:"Hai bisogno di qualcuno che si prenda cura di te" e io non ho avuto la forza di controbattere.
Sono stanca.
4 notes · View notes
dissonanzeperpetue · 1 year
Text
Lotti con la voglia di voler mangiare.
Hai fame, ti trattieni, cosa vuoi che sia?
Non muori mica senza il dolce in più,
o un panino con il lardo che ti cola giù.
La mente ti ripete che non gliene frega,
gelato, torta o una pizzetta è indifferente,
ti tenta, ti corrompe, e tu cedi, sì,
Finisci per odiarti, per dimenticarti.
Il cibo ti rilassa e non sai perché,
ti abbraccia, ti asseconda, è fantasia.
Ma il troppo stroppia tu lo sai, LO SAI!
Non devi osare oltre i pasti e poi
non è questione di quanti kili sei
è la salute ciò che conta veramente.
Guardi quei vestiti che ti vanno stretti,
li pieghi, li conservi, o li butterai?
Prometti da domani che non sgarrerai,
ma intanto adesso è tardi non dimagrirai.
Hai smesso di specchiarti: non ti riconosci!
Sei fragile, ti dici, non ce la farai,
gli zuccheri ti danno forza è un'illusione,
ma non sai rinunciare per il bene tuo.
Il cibo ti rilassa e non sai perché,
ti abbraccia, ti asseconda, è fantasia.
Ma il troppo stroppia tu lo sai, LO SAI!
Non devi osare oltre i pasti e poi
non è questione di quanti kili sei
è la salute ciò che conta veramente.
© dissonanzeperpetue
6 notes · View notes
castelnow · 4 months
Text
L'amico pittore mi aveva fatto credere che fosse possibile spedire un panino da Cosenza a Milano. Io ci ero cascata. Mi prende sempre in giro e io non me ne accorgo. A quanto pare, fa così con tutti. Mi ha mandato, senza che glielo avessi chiesto, il suo sito dove parla di arte cinema e teatro, e forse mi ha dato una risposta all'immagine della tomba ne Il ragazzo e l'airone. Mi piacerebbe avere più tempo per pensare veramente alle cose esterne, tipo ai buchi nelle narrazioni, piuttosto che vivere nelle mie memorie. Se non ci fosse la tua mostra, caro amico pittore, Madama sarebbe ancora qui. Invece l'hai risucchiata nelle tue fauci, piccolo Picasso. Tu sei pieno di vita, lui così cupo. Entrambi riservati, chiusi nelle vostre bolle di grandi duri, ma tu, tu sai presentarti, tu sai venderti, tu sei entrato nel ''periodo blu'', e non ti interessa veramente della mia tesi. Volevi solo far conversazione perché Madama aveva lasciato la stanza. Ricerco dentro di te una versione di Madama che non conosco e non è mia, ma invece mi rimbalza solo la mia versione di te. Amico pittore, un giorno Madama si renderà conto di cosa sei per lei. Io l'ho già capito. Ma il tempo deve passare. Per ora, mi complimento per le belle riflessioni e l'avermi inclusa nella visione dei quadri. Per avermi perfino invitata alla tua mostra! Eh già, mica te l'ha detto, quello lì, che me ne sono tornata a Catanzaro. Voi vivete di segreti eppure ballate, alle cinque del mattino, a Montegiordano, dove nessuno vi può vedere. Il più grande segreto è come possiate essere amici. Come fanno una mediocrità e una genialità unirsi? Forse il mediocre sfrutta il genio per la sua genialità e il genio sfrutta il mediocre per mantenerla. Questi son per me i rapporti. Tutta questione di utilità. Deve per forza andare così.
0 notes
girlwreck · 7 months
Text
Sfogo 8/10/23
Ritorno in macchina dalla prima gita fuori porta dopo mesi almeno di domenica
Viaggio di ritorno in macchina col moroso e i suoi amici tutto bene giornata con poco sclero
però fuga ci sono un sacco di cose che mi fanno fastidio
Allora premessa io mangio praticamente solo nel giorno di riposo… stomaco perennemente alla ricerca di cibo quindi durante il ritorno prima di cena di fermiamo in autogrill così tutti vanno in bagno e io prendi da mangiare
mi ingozzo col panino e manca il cioccolatino niente tutti a voler andare lo mangio in macchina
il moroso che deve trattarmi come una bambina dj 9 anni quando in realtà ne ho 23 capisco essere attaccato alla macchina ms figa urlare che le prendo nel caso sporcassi la macchina davanti a tutti anche se detto “scherzando “ mi da al quanto fastidio e poi devo fare per forza finta di niente perché se no
inizia cosa c’è ? Tutto bene ? Sei arrabbiata ? Davanti a tutti e queste cose mi fanno al quanto fastidio
quindi nulla passata la fame
la vogli di stare qui
è tutta la poca felicità di questa giornata
0 notes
giancarlonicoli · 7 months
Text
19 set 2023 10:24
A PONTIDA BOSSI NON L’HANNO INVITATO MA IN COMPENSO ARRIVA UN PULLMAN DI BENGALESI DA TERRACINA – “BLOCCO NAVALE? NON SAPREI” - "QUALCUNO NON PARLA ITALIANO? SIAMO MILITANTI" – I POVERI RAGAZZI CHIAMATI A FAR DA CLAQUE SVENTOLANO I VESSILLI URLANDO "MATTEO, MATTEO". MA ALMENO IL PANINO E LA BOTTIGLIETTA PER IL PRANZO GLIELI HANNO DATI? – LE POLEMICHE QUANDO I BENGALESI ANDAVANO A VOTARE ALLE PRIMARIE DEM – VIDEO -
I BENGALESI SUL PRATONE DI PONTIDA
Da video.lastampa.it
In mezzo al pratone c'è anche una folta delegazione attivata da Terracina con le bandiere "Libertas sport". Della delegazione fanno parte anche numerosi ragazzi di origine bengalese che, pur parlando poche parole di italiano, sventolano con forza i vessilli urlando "Matteo, Matteo".
0 notes
enkeynetwork · 8 months
Link
0 notes
cinquecolonnemagazine · 11 months
Text
Consegne cibo a domicilio: Uber Eats Italia chiude
Il servizio di consegne cibo a domicilio non sembra essere più un mercato appetibile. A dirlo sono i responsabili della comunicazione di Uber Eats nel loro comunicato con il quale annunciano la chiusura del ramo d'azienda in Italia. Non si è avuta una crescita in linea con le aspettative, si legge nella nota. Che la rivoluzione digitale stia avvertendo la sua prima crisi? Consegne cibo a domicilio: dalla pandemia alla chiusura di Uber Eats Italia Durante il lockdown, lo ricorderete, per gustare una pizza, un panino o una qualunque specialità da ristorante, bisognava prenotare ciò che si desiderava, recarsi in loco per il ritiro e gustare tutto a casa. L'alternativa era farsi consegnare a casa quanto ordinato. Ogni le attività di ristorazione, dalla più grande alla più piccola, ha messo in piedi, dall'oggi al domani, il suo servizio di consegna a domicilio. La pandemia è stata anche l'epoca in cui il digitale ci ha aiutato ad affrontare i momenti più difficili. Potremmo dire, senza tema di smentita, che oggi esista un'app per ogni nostro bisogno. Ed ecco che le app per il "delivery" sono sorte come funghi o semplicemente le abbiamo scoperte e imparato a utilizzare. Non è un mistero che tutte le aziende legate al mondo digitale a partire dagli anni della pandemia hanno aumentato notevolmente il loro giro di affari. Le abitudini acquisite per necessità, infatti, si sono rivelate molto comode anche a emergenza finita. Evidentemente non abbastanza. Le imprese digitali, financo il colosso Amazon, non è stato immune dalla tagliola dei licenziamenti. Ora tocca a Uber Eats. La chiusura di Uber Eats Italia Il 15 giugno Uber Eats ha comunicato la dismissione del servizio di consegne a domicilio del cibo in Italia. Dopo sette anni (erano presenti infatti dal 2016), la crescita ottenuta non è stata in linea con le aspettative per cui la chiusura è l'unica scelta anche se difficile come si legge nella nota ufficiale. Una crescita ottenuta grazie alla presenza in 60 città in tutte le regioni del Paese e alla partnership di migliaia di ristoranti e di rider. Uber non abbandona l'Italia, si legge ancora nella nota, dove saranno ancora attivi i servizi di trasporto che rappresentano la punta di diamante dell'azienda. Cosa accadrà ora Uber non abbandonerà neanche i propri dipendenti del ramo Eats poiché, ha assicurato, farà il possibile per loro "in conformità con le leggi vigenti, assicurando al contempo una transizione senza problemi per tutti i nostri ristoranti ed i corrieri che utilizzano la nostra piattaforma". I sindacati, dal canto loro, denunciano che la maggior parte dei dipendenti si troverà, già a partire dal prossimo mese, senza lavoro e senza reddito (la chiusura del servizio, infatti, scatterà già dai primi giorni di luglio). Secondo quanto affermato dalla segretaria confederale Cgil Francesca Re David "I lavoratori inquadrati come collaboratori occasionali e a partita Iva, che sono la forza lavoro utilizzata per la consegna del cibo, pur perdendo l'attività lavorativa non avranno diritto agli ammortizzatori sociali né ad alcun sostegno pubblico per un'eventuale ricollocazione". Le nostre riflessioni sul mondo del lavoro di oggi le abbiamo già espresse qualche tempo fa. La storia ci parla di rivoluzione industriale, l'attualità di rivoluzione digitale, quando si parlerà di rivoluzione sociale? In copertina foto di postcardtrip da Pixabay Read the full article
0 notes
cdprocaccini · 1 year
Text
Werther von Witten conquista la Polonia
Dopo una lunga esposizione alla droga miscelata nell’acqua non dormiva né di giorno né di notte, non mangiava più.  Ad un certo punto, perse la pazienza, e, dopo aver fatto delle operazioni bancarie, prendendo dei soldi, che erano in comune al fratello e alla madre, e versandoli sul proprio conto, fece le valige e andò alla stazione centrale.
Dopo un lungo vagare avanti e indietro, senza sapere cosa fare, prese un pullman per Malpensa. Una volta arrivato, passò la notte nell’aeroporto, dove c’erano centinaia di barboni che dormivano al caldo, tutti accomodati a terra. Aspettò l’alba e si chiese: “Dove vado?”, “Parto col primo aereo per dove mi capita.”.
 Infatti, apparve sul tabellone un check-in con un volo per Varsavia: “Beh, non ci sono mai stato, facciamoci un salto!”. Pagò 250 euro per il volo, tutto sommato una buona cifra per usufruire del servizio all’ultimo! Salì sull’aereo, mangiò quello che gli portavano, un panino, e dopo un breve tempo era arrivato all’aeroporto di Varsavia.
Ora, pensò, “Il Polacco è incomprensibile!”. Dall’aeroporto, prese un bus per il centro città alla stazione. Poi in stazione, disse: “Dove vado?”. Andò alla biglietteria e vide sullo schermo delle partenze un treno per Vienna, e, arrivato il proprio turno, gli fecero capire che il treno per Vienna stava per partire, e che poteva fare il biglietto a bordo, poi gli dissero: “Corri!”.
Con la sua valigia, si mise a correre sul binario. Il treno era stracolmo e lui stava in piedi, ma tanto, con tutta la roba che aveva in corpo, la stanchezza non era un problema. Continuando a non stare in piedi come un cammello, andò nel vagone ristorante e si sedette, e per 6 euro prese un’acqua minerale gasata. Poi, arrivato il cassiere, fece il biglietto, e pian pianino si fece notte. Il treno si svuotava sempre di più e, ad un certo punto, si alzò, andò verso la porta del treno e, come una scimmia, si sporse fuori. Il treno andava piano, ma pur sempre troppo veloce per saltare giù. Qualche barlume in testa, lo fece desistere e, il treno arrivò in stazione, poco prima della frontiera. Si disse: “non c’è più bisogno di saltare”. L’unica cosa, che si rimproverò, fu che lasciò la borsa con tutte le sue cose sul treno.
Scese al sottopassaggio per andare in biglietteria, e chiedere un biglietto per Varsavia. Questo, per disorientare i suoi inseguitori immaginari. Poi tornò verso i binai e nascose il biglietto sotto una lastra di ferro. Andava avanti e indietro sui binari, poi nascose la sua giacca con le chiavi sotto un camioncino. Poi, attraversando i binari, gli passò davanti un treno merci, che andava molto piano, allora si disse: “potrei saltare”. Allora fece un salto, si aggrappò con tutte le sue forze, e la forza centrifuga che veniva dalla presa della barra di salita insieme alla mano di Dio lo appoggiarono pianissimamente sull’alta scala. Era seduto, sano e salvo. Il treno merci, dopo un po’, si fermò e lui scese dall’altra parte. Passò attraverso una boscaglia, vide una macchina parcheggiata, con della gente lì presente, di notte. Allora esclamò: “Polizia! Chiamate la polizia!” e loro gridarono: “Via! Via!”.
Andò allora verso una casa, suonò. Ormai era ridotto in camicia e pantaloni, visto che aveva buttato la giacca e i documenti, e aveva perso la borsa sul treno. Gli aprì un ragazzo sui vent’anni, gli offrì di sedersi sulla poltrona, e lui si accomodò e osservò le persone nella casa: gli sembravano molto strane. Le persone dicevano a una bambina di avvicinarsi a lui, allora egli si alzò e uscì dalla casa ed esclamò: “Sono un ebreo ortodosso e non posso toccare nessuno!”.
Allora disse loro di chiamare alla polizia, e loro, dopo un po’ di resistenza, la chiamarono. La polizia lo fece salire in macchina, ma egli si dimenava, si tolse la camicia e i pantaloni, e rimase in mutande. Così capirono che era meglio chiamare l’ambulanza, che dopo un po’ arrivò. Dopo tanta fatica per tirarlo fuori dalla macchina, arrivò al reparto psichiatrico dell’ospedale, al secondo piano.
Una volta arrivato all’ospedale, gli fecero la solita routine di check-up, una TAC realizzata con un macchinario rotto, dicendo che tutto andava bene alla testa.
Poi tentarono di fargli un prelievo del sangue, ma Werter si rifiutò, così dieci operatori lo agguantarono, cercando di trovargli la vena. Tuttavia, lui si divincolò, e si mosse freneticamente. Insomma, non riuscivano a fargli il prelievo!
La prima notte, dormì in corridoio, e il mattino dopo lo chiamarono per fare colazione insieme a tutti i pazienti. La colazione non era male.
Werter si guardò un po’ in giro, e fece amicizia con un tizio che parlava tedesco, anche perché era finito in un angolo del mondo in cui non si parlava né inglese né tedesco, ma solo polacco.
Capì che “no” in polacco vuol dire “sì”, così si spiegavano alcuni malintesi che si erano creati fin qui! Gli consigliarono di dire “Niet”, che in russo vuol dire “no”, e pare che anche i polacchi lo interpretino come un “no”. Poi gli insegnarono come dire “grazie”, una parola impronunciabile!
Nel frattempo, si svolse il pranzo, che, con sua grande sorpresa, era un ottimo hamburger impanato e altre cose buone. Del resto, sembrava ritornasse la sua solita fame. Poté avere del te, ma solo senza zucchero. Allora chiese all’infermiera di portargli dello zucchero. Lei gli prese quindi in cucina un sacchetto pieno di zucchero.
Aveva a disposizione solo 18 euro, da spendere per un mese, che, tradotto in soldi polacchi, erano in realtà una bella somma, anche perché c’era stato un improvviso calo di inflazione, e i prezzi alla vendita della merce erano bassi, quindi 18 euro gli bastavano.
Aveva un buffo pantalone da pinocchio, che gli fungeva da pigiama. Comunque, la gente era incuriosita, e, in ogni caso, solitamente gentile.
Dopo un mese di ricovero, lo vennero a prendere in ospedale suo fratello e i suoi due figli, e lo riportarono in Italia. Vide per la prima volta un I Pad, era di suo fratello. Fare delle foto, vedendole così in grande, lo affascinava!
Da lì, seguì una lunga catena di TSO, e non si esagera se si dice che erano stati almeno dieci! Ma questa è un’altra storia…
0 notes
stupidachesei96 · 1 year
Text
14/04/2023
Colazione caffèlatte con 4 fette biscottate di cui 2 con Nutella
Camminata
Oggi mi sento stanchissima ho fatto tutto quello che dovevo fare così pomeriggio non esco
Bene ho incontrato una che conosco quanto mi sento vacca ah no non è che mi sento lo sono proprio
Ok è quando che non hai voglia che comunque dimostra quanto tieni ai tuoi obbiettivi pomeriggio ho fatto la mia solita mezz'ora di cyclette
Ora devo trovare la forza di studiare
Aggiornamento serale:
Niente pomeriggio non ho studiato ho dovuto lavorare nuovamente sono stanca
Ho mangiato un panino con uovo e formaggio
0 notes
deadlyneko-chan · 1 year
Text
Non preoccuparti, ci sono io qui per te
Tumblr media
PARTE 10
-------------------------------------------------------
Subito dopo aver raggiunto la cucina e dividendoci i compiti, ci siamo divisi per prendere i vari ingredienti e con in mente lo scherzo dei ragazzi, ho mandato Raph a prendere la maggior parte dei condimenti che mi servivano dal frigorifero. Lanciai uno sguardo rapidamente dietro, assicurandomi che Raph non stesse guardando nella mia direzione, sicura che stesse cercando tutto quello che voleva che mettessi nel suo panino. Ho aperto l'armadietto con dentro il pane, che ho appoggiato da parte, poi mi sono girata verso l'armadietto con dentro il sale e il pepe insieme ad altre spezie. Come mi aspettavo saltò fuori la Signora Coccolina, misi le orecchie indietro con le zanne in mostra, con un leggero ringhio allungai la mano verso il peluche. La presi rapidamente e la tenni stretta con una mano intorno al viso, con le orecchie tese ho sentito un’imprecazione provenire dall’ingresso della cucina, ho guardato con la coda dell’occhio e ho visto le teste leggermente sporgenti dei ragazzi e di April. In uno scatto mi girai sul mio posto con il braccio tesso verso l’alto e rapidamente lancia il peluche contro di loro, ho lanciato anche il mio sguardo incazzato al gruppo, con un respiro profondo mi girai di nuovo sul posto continuando a prendere gli ultimi ingredienti. Il tutto fatto così velocemente che Raph, con tutti gli ingredienti stretti tra le mani, non notò nulla di quello che era successo. Gli sorrisi e insieme abbiamo iniziato a preparare i panini per tutti, ho aiuto Raph a prepararli per gli altri e mentre preparava gli ultimi due mi sono mesa a preparare il suo panino preferito, non appena finì di preparargli il panino e gli posai il piatto con sopra il suo mega panino.
Però è stato in quel momento che io e Raph abbiamo sentito qualcuno atterrare dietro di noi, dal suono delle risatine sapevo già cos'era. . . ma prima ancora che potessi impedire a Raph di girarsi. Quest'ultimo grido dalla paura indietreggiando contro uno degli armadietti, con dei pentoloni e altri utensili che iniziarono a cedere verso la sua testa, con un movimento rapido della mano creai una barriera intorno a lui proteggendolo dalla cascata di pentole e utensili. Ho girato lo sguardo verso l’isola, dove si trovava la Signora Coccolina seduta tranquillamente e con lo sguardo fisso su di noi due, con uno dei miei ruggiti che risuono per tutta la cucina con un calcio lanciai la coniglietta fuori dalla cucina.
April: Che diavolo! Tsukiko devo riportarla tutta interra!
Tsukiko: NON MI INTERESSA!
Al mio urlo April ritiro indietro di qualche passo lontana da me e Raph, con un altro movimento della mano liberai Raph dalla barriera senza voltarmi verso di lui, con le orecchie indietro e la coda arruffata che si agitava dietro di me e con i miei piccoli canini in mostra mi avvicinai velocemente verso di lei. Per tutto il tempo con Raph che mi chiamava, quando la pressi velocemente per il coletto della maglietta anteriore e la spinsi con forza contro una delle pareti libere della cucina, gli sibilai in faccia per tutto il tempo e con lo sguardo fisso nel suo.
Tsukiko: Chi sei tu per sfruttare una debolezza di uno dei tuoi amici?! Uno dei nostri fratelli?!
Con le ultime parole lanciai un'occhiata agli ai ragazzi, che distolsero lo sguardo rimanendo in silenzio, proprio quando stavo per dire qualcos’altro una mano massiccia si appoggiò sulla mia spalla. Spostai lo sguardo su quello di Raph, che mi guardava con uno sguardo fraterno e con uno dei suoi sorrisi gentili sul viso, con un sospiro lasciai andare il coletto della maglietta di April e lentamente Raph mi allontanò da lei. Sempre con un sorriso gentile sul suo muso, mi guidò verso il bancone dove si trovava il suo panino ormai distrutto, accigliata rimisi apposto tutti gli starti caduti e aggiungendo le salse che si trovavano ormai spalmate sul bancone, dopo nemmeno un minuto finì di preparare per la seconda volta il panino di Raph. Nel mentre lui dava quelli che avevamo preparato per i ragazzi e per April. Dopo dei ringraziamenti borbottati per i panini sentì tutti lasciare la cucina in silenzio, lasciando così di nuovo me e Raph da soli, alla fine porsi il panino al ragazzone che presse con entusiasmo e mangiò con gusto.
Alla fine uscì dalla cucina, lasciando Raph da solo per il momento a riordinare la cucina mentre trottavo verso il bagno, ma alla fine fui afferrata per la vita e spinta contro una parete. Alzai lo sguardo incrociandolo con quello di Leo, rimanemmo in silenzio per alcuni secondi, ma alla fine distolsi lo sguardo dal suo.
Tsukiko: ' Cosa vuoi Leo? '
Leo: ' . . . Ehi, gattina... scusa per ieri sera ma... non sono riuscito ad aprire il portale... '
Tsukiko: ‘. . . Non preoccuparti Leo...’ * Forse stasera ci riesci. *
Con uno dei suoi soliti sorrisetti, che mi portavano sempre la sensazione di farfalle che svolazzavano nello stomaco e il cuore che sembrava volesse saltarmi fuori dal petto, lentamente ricambiai il sorriso. Alla fine ci dividemmo, io per il bagno e Leo che si univa a Mikey nella sala giochi, dopo una doccia e essermi sistemata tornai verso la cucina dove trovai Raph seduto suo uno degli sgabelli e con aria molto turbata.
Tsukiko: Ehi, fratellone. Tutto bene?
Raph: Sinceramente... No, non sto bene. Non appena te ne sei andata quel maledetto coniglietto è riapparso   dal nulla e mi ha parlato! L'ho detto agli altri, ma non mi hanno creduto... È abbastanza umiliante. Sono il maggiore e il Leader ed ho paura di un coniglietto. . .
Tsukiko: Per quel che conta Io ti credo fratellone. Inoltre da quella cosa proveniva uno strano odore, sotto quel tessuto cucito e quell’imbottitura ho sentito l’odore di quella poltiglia che trasportano quei maledetti insetti. Quindi non solo è un peluche inquietante, ma è anche un mutante. Inoltre avere paura di qualcosa non è segno di debolezza o altro fratellone. Tutti quanti abbiamo paura di qualcosa l’importante è esserne coscienti e di batterle a testa alta. E so che tu lo farai quando arriverà il momento. Inoltre sarò al tuo fianco qualunque sia il tuo piano. * E forse un bello scontro potrebbe aiutarmi mi sento un po' irrequieta. * 
Così segui Raph in giro per la tana senza trovare alcuna traccia di quel maledetto coniglio, alla fine abbiamo deciso che avremmo fatto molto prima se ci fossimo separati, non so quanto tempo sia passato da quando io e Raph ci siamo separati. Però ho sentito le grida di April e velocemente corsi verso la cucina, ho tenuto l orecchie ben tese e ho subito capito che non c’era alcun segno di April o della Signora Coccolina, poi ho sentito il grido di aiuto di Donnie con un sibilo infastidito corsi verso il suo laboratorio.
Tsukiko: Donnie!
Subito dopo aver salito le scale ho sentito le leggere grida di panico di Raph e la voce della Signora Coccolina, entrai e con un sibilo lanciai un calcio direttamente nella testa grossa di quel maledetto coniglio, al mio calcio lasciò andare il bastone di Donnie e cade sul pavimento lontana da noi due.
Tsukiko: Fratellone stai bene?
Raph: Sì! Grazie mille per l’aiuto sorellina.
Tsukiko: Ti aiuterò sempre fratellone, anche gli altri nostri fratelli, Pops e April.
Raph: Sono felice che tu faccia parte della nostra famiglia.
Tsukiko: Lo sono anche io.
Non un attimo vidi lo sguardo di Raph da sereno e felice a uno di preoccupazione e orrore, subito dopo sentì qualcosa di affilato tagliarmi il fianco al quale gemetti dal dolore in modo che non cresce e ho anche visto la lama continuare ad andare avanti verso Raph, velocemente l’afferrai sentendo il palmo della mano essere tagliato. Ma riuscì a fermare la lama prima che potesse raggiungerlo il suo piastrone, mentre guardavo la lama ho visto che era una delle armi presenti nel bastone di Donnie, ma prima che potessi straparlo dalla pressa di quel maledetto coniglio liberò il bastone dalla mia pressa lacerando ancora di più la ferita nella mia mano. Mi girai velocemente verso la Signora Coccolina, mentre creavo un’altra barriera intorno a Raph che gridava il mio nome con paura, che ovviamente la fece crescere abbastanza da farla arrivare alla stessa altezza di Raph, che anche lui a notato e si è tappato la bocca. Con ho gemito ho schivato tutti i colpi mentre mi tenevo il fianco con la mano ferita, ma mentre schivavo un altro colpo misi il piede in una delle tante piccole pozze del mio sangue e perso l’equilibrio, che il peluche prese a suo vantaggio facendomi un altro taglio ma nella mia coscia. Mi morsi le labbra per trattenere il grido di dolore non appena mi ritrova con la schiena per terra e la Signora Coccolina su di me con la lama pronta a infilzarmi, con il cuore a mille creai una barriera intorno a me e salvandomi da un colpo fatale, ma proprio quando stava per colpire di nuovo la mia barriera vidi la testa del busto di Donnie entrare in contato con il peluche e liberandomi dai suoi attacchi. Raph vi si lanciò subito dopo dietro mettendola K.O, lentamente mi rizzai in piedi che grazie alla mia guarigione avanzata le ferite avevano già messo di sanguinare anche se facevano un male cane!
Raph: OH DIO! Sorellina!
Tsukiko: Sto bene fratellone, hanno già smesso di sanguinare, inoltre rinchiudi quella cosa da qualche parte prima che si svegli.
Raph: Va bene! Bene! Ma mentre la rinchiudo vai a disinfettare le ferite e a fasciarle.
Tsukiko: Sì, Signore! Con l’aiuto di Raph mi misi in piedi e poi lentamente zoppicai verso il bagno, evitando l’area principale in modo che i ragazzi non mi vedessero e si preoccupassero, non appena raggiunsi il bagno ripulì le ferite dal sangue secco e le disinfettai prima di bendarle come meglio potevo con una mano. Proprio quando finivo di fasciarmi la mano ho sentito le urla di Mikey risuonare per tutta la tana, mi copri rapidamente le orecchie con le mani in modo da attutire il suono anche se era doloroso, quando non sentì più le grida alla fine mi liberai le orecchie e stringendo i denti mi incamminai velocemente verso la stanza principale.
Tsukiko: * Devo sbrigarmi, Raph incontrerà di nuovo la Signora Coccolina e non voglio lasciarlo da solo con quel maledetto coniglio *
Proprio mentre passai davanti ad una stanza con la porta semi aperta sentì la voce di Leo Mikey, Donnie e April mi fermai ascoltandoli per alcuni secondi dando una tregua alle mie ferite mentre mi appoggiavo alla parete.
Leo: Vederla crescere sempre di più ad ogni urlo non ti ha convinto di smettere?
Mikey: Scusa, ma se va bene Raph e Tsuki mi hanno sentito.
Leo: Già anche gli astronauti se è per questo.
April: Perché non urliamo tutti aiuto? Oh... Se lo facciamo lei cresce. Non è una mossa furba.
Mikey: Temo che quella dello scherzo sia stata una pessima idea.
Tsukiko: Solo adesso la pensi così?
Tutti: Sorellona! Tsu! Genietta! Gattina!
Leo: Grazie al cielo sei qui! Adesso puoi liberarci! 
Rimasi in silenzio per alcuni secondi osservandoli, con un sospiro zoppicai lentamente a loro, ed ovviamente ricevetti qualche sguardo confuso e preoccupato. Solo quando fui ad un passo da loro notarono il mio pigiama strappato e sporco di sangue, con la mia mano bendata. Lentamente con un gemito di dolore mi abbassai guardando tutti quanti negli occhi.
Leo: C-Cosa ti è successo?
Tsukiko: La Signora Coccolina si è dimostrata molto capace nell’usare la lama nascosta nel bastone di Donnie. Mi spiace Donnie il pavimento del tuo laboratorio è un po’ sporco.
 Mikey: Come mai non c’era Raph con te?
Tsukiko: Raph c’era. L’ho protetto dall’essere colpito dritto nel petto dalla lama mentre mi tagliava il fianco. Raph mi ha salvato la vita mettendola K.O e chiudendola da qualche parte, dandomi il tempo di prendermi cura delle mie ferite.
E proprio quando ho visto uno dei ragazzi aprire la bocca per dire qualcosa, lo sentì ancora prima di vederlo o sentirlo con il mio udito, mi alzai in piedi velocemente girandomi verso l’ingresso. Con un sibilo continuo mentre guardavo una gigantesca zampa venire verso di me, stringendo i denti mi lancia in avanti con uno Shunpo spingendo fuori la zampa anche se quando mi ritrovai fuori dalla stanza fui lancia lungo il corridoio e colpendo una parete, in tutto questo potevo sentire i ragazzi chiamare il mio nome. Ho alzato lo sguardo verso il peluche, mentre mi aiutavo ad alzarmi con la parete dietro di me, mi alzai velocemente prima di usare un altro Shunpo a arrivando il più velocemente possibile alle rampe da Skateboard. Non appena arrivai ad uno dei banconi che si affacciavano direttamente sulla stanza principale mi fermai per controllare le ferite, quella sul fianco e della coscia si erano riaperte, potevo vedere il sangue lentamente macchiare le bende bianche, ma prima che potessi fare qualcosa sentì la voce di Raph riecheggiare con quella di quel maledetto peluche.
Raph: Siamo partiti con il piede sbagliato... ma non farmi del male.
Signora Coccolina: Ahah... Sei davvero uno sciocchino.
Raph: Ehm! Sei enorme. Ehm! Hai incontrato Mikey? Aspetta, dove sono tutti gli altri?
Signora Coccolina: Ahaha... Non ti devi preoccupare per loro. Tra poco ti unirai a loro e anche quel gatto troppo cresciuto.
Raph: Senti! E non parlare così della mia sorellina! All'inizio mi hai spaventato. Ma adesso! Ma adesso vedo che sei soltanto il classico bullo anche se gigante. E Raph non ha di certo paura dei bulli.
Signora Coccolina: È ancora da dimostrare!
Vidi Raph evitare il primo colpo, ma prima che il didietro di quel maledetto peluche gigante lo toccasse con uno Shunpo mi ritrovai al fianco del coniglio e con un calcio la lancia contro la parete più lontana possibile da Raph, all'impatto vidi crearsi una ginnastica crepa.
Raph: Sorellina tempismo perfetto! Come sati?
Tsukiko: Non preoccuparti fratellone prima pensiamo al peluche gigante e poi pensiamo a tutto il resto.
Raph: Okay! Ma non sforzarti troppo.
Tsukiko: Non posso fare promesse di questo tipo fratellone. Soprattutto quando stiamo combattendo.
Raph: Allora come una vera squadra ci guardiamo le spalle avvicenda.
Ci sorridemmo dandoci il pugno l'un l'altro, ovviamente con la mano non ferita, subito dopo riportammo la nostra attenzione sul coniglio di pezza che si stava staccando dal muro. Subito dopo essersi liberata dal muro saltò sopra di noi, atterrando sopra una delle estremità delle piattaforme da Skateboard, vidi Raph correre sulla per la rampa prima che potessi fermarlo. Sibilai quando vidi la Signora Coccolina strappare una delle condutture dell'acqua, usandola come una gigantesca pistola d'acqua su Raph, che gli fece perdere l'equilibrio e scivolare giù per la rampa e verso l'altra finendo poi nel canestro da canestro a testa in giù. Nemmeno il tempo di riportare l'attenzione sul coniglio che fui inondata da uno spruzzo d'acqua, finendo a mia volta contro una parete con Raph che mi chiamava, non so per quanto tempo mi ha tenuta fissa contro la parete con quel maledetto getto di acqua gelida. Però mi ero abbastanza stufata e rapidamente pressi Tessen e lo lanciai, come meglio potevo nella mia situazione attuale, ma so che l’attenzione della Signora Coccolina si sposto da me alla mia arma che andava verso di lei. Non molto tempo dopo mi senti liberare dal getto d'acqua persistente, mentre bloccava il mio colpo e lanciava la mia arma chi sa dove, scivolai per terra a carponi, tossendo tutta l'acqua che avevo inalato e vidi anche la pozza d’acqua sotto di me dipingersi di rosso. Deve averlo notato anche Raph dal suo tono di voce preoccupato che continuava a chiamarmi, potevo anche sentire le voci degli altri ancora legati in quella stanza, ma proprio in quel momento senti la risata di Pops.
Splinter: Come sei ridicolo Raph! 
Signora Coccolina: Non devi più ridere! Detesto le risate. Perciò finiscila!
Splinter: Nessuno disturba la mia famiglia. O le mie maratone televisive. Ti sei fatto un nemico, anche molto potente coniglio.
E così iniziò il combattimento tra Splinter e Coccolina, con un gemito mi rialzai con l'aiuto del muro, ci rimassi appoggiata per alcuni secondi cercando di trattenere la tosse e riprendere fiato. Ora oltre al dolore delle ferite ora sentivo dolore anche al petto e di quanto faticavo per respirare avevo sicuramente qualcosa... che poteva essere controllata dopo da Donnie o guarire da solo mentre aiutava Raph a liberarsi. Con il respiro più profondo che potevo mi spostai con uno Shunpo verso il canestro, ci saltai sopra velocemente rimanendo in equilibrio precario sul panello e appoggiai entrambe le mani sui piedi di Raph ed iniziai a spingere in modo da liberarlo, potevo vedere quanto fosse preoccupato per me dal suo sguardo e entrambi potevamo vedere come l’acqua sporca di rosso sporcare le sue game e il canestro. Però continuai a spingere, con Raph che protestava e mi pregava di smettere, proprio quando mi mancava solo da spingere le gambe vidi un enorme ombra ingrandissi sempre di più su di noi. Senza pensarci mi lanciai tra le braccia di Raph, che mi tenne contro di lui senza stringermi troppo e mi strinsi a mia volta contro di lui creando una barriera. Che ci ha salvata dall'avere un incontro ravvicinato con il didietro e la coda batuffolosa di Coccolina. Ma essendo una sfera perfettamente rotonda iniziammo a fare un paio di giri mortali da una rampa all'altra, fino a quando non rallentammo e in fine ci fermammo del tutto, allora e solo allora lasciai cadere la barriera. Nauseata, stordita e con tutto il peso di Raph su di me non ha aiutato il dolore alle mie costole, che gridavano pieta dal peso opprimente, con delle spinte leggere da parte mia e dei gemiti di dolore finalmente Raph si tolse da sopra di me. Adesso eravamo entrambi distesi sul pavimento cercando di riprenderci dal giro pazzo, la risata di Pops ci aiuto a radicarci e riprenderci dal capo giro, così mi rivolsi a Raph e vidi il suo piastrone sporco del mio sangue e anche lui si stava guardando prima di spostarlo su di me.
Tsukiko: Tutto bene fratellone?
Raph: Dovrei essere io a chiedertelo! La nausea è sparita. Bel salvataggio comunque! Ma! Adesso! Tu, invece? Tutto bene? E non dire che stai bene! No! Quando ho il piastrone sporco del tuo sangue.
Tsukiko: Ti guardo le spalle fratellone. E parlando sinceramente non sto bene, ho ingerito un sacco di acqua e non so se era potabile o no... E credo che le ferite si siano abbiano ripreso a sanguinare. Ho dolore al petto che mi impedisce di prendere respiri profondi per via del dolore. E non preoccuparti non appena tutto questo sarà finito mi farò controllare da Donnie e sistemare da Leo.
Raph: Ti tengo in parola sorellina.
Gli sorrisi stringendogli la mano, ma all'improvviso la pressa di Raph sulla mia mano si strinse e fui lanciata via, quando mi fermai nel rotolare sul pavimento che ovviamente non aiutava la mia situazione attuale.
Tsukiko: * Spero che D abbia finito di prepararmi la tuta da combattimento... Non posso continuare a ridurmi così... Che male! *
Mi rimisi impedì come meglio potevo e vidi la Signora Coccolina seduta su il mio fratellone, con una scarica di adrenalina e rabbia mi lanciai con uno Shunpo contro il peluche prendendola per una delle sue lunghe orecchie colorate e flosce, la lanciai il più lontana possibile liberando così Raph che aveva un mega batuffolo in bocca che sputo subito pulendosi la lingua con le mani. Risi leggere alla scena anche se una leggera fitta mi colpì il petto, ma prima che l'adrenalina finisse mi caricai verso il coniglio di pezza, e senza fermarmi gli saltai addosso e iniziai a lanciarla in giro contro ogni parete in lessa creando ogni volta dei nuovi crateri e crepe. Mentre ero impegnata a lanciare di nuovo il coniglio sentì la battuta di Pops e la sua risata, che mi facilito nel lanciare la Signora Coccolina in giro, facendola rimpicciolire sempre di più.
Splinter: Uuuh~ Qualcuno deve avere la bocca impastata. Ahahaha~!!!
Proprio in quel momento con l'ultimo grammo di forza, trattenendomi dal gemere dal dolore e tenendo la faccia il più neutra possibile, calciai la Signore Coccolina come un pallone da calcio che rotolo lungo il pavimento, fino ad arrivare a pochi passi da Pops e Raph. Ora davanti a loro e al suono delle risate di Pops la videro rimpicciolisci ancora di più, portandomi una mano sula bocca per attutire il gemito di dolore ripresi fiato come meglio potevo e cercando di liberarmi dai giramenti di testa, in fine lentamente zoppicai verso di loro mentre appoggiavo la mano ferita sulla ferita sul mio fianco e mentre portavo il braccio sano davanti a me per proteggere le mie costole già maltrattate.
Tsukiko: * Addio al mio nuovo sacco da box. *
Raph: Guardala Pa! Si sta rimpicciolendo.
Signora Coccolina: BASTA! Siete come i bambini del mio programma! Le loro risate mi indeboliscono! AAHH!!
Mentre mi avvicinavo anche se dolorante sorrisi divertita alla scena, in fondo un coniglietto di peluche che si stava rimpicciolendo sempre di più, che stava colpendo continuamente la tavola da Skateboard che Raph usava come scudo è una scena molto divertente.
Raph: Non smettere Pa. Se ridi diventa piccola.
Splinter: Come faccio a ridere davanti a un coniglio così feroce? AHAHAHA~!!! Scusami non sono riuscito a dirlo con la faccia seria. Ahahahaha~!!!
Ho continuato a guardare la scena comica, con un sorriso divertito sul muso, anche se lentamente il mio sguardo si sposto verso i miei piedi e guadai la pozza d’acqua e sangue crescere sempre di più. Alla fine quando ritornò alla sua taglia Raph la colpì con lo skateboard e la lanciò verso di me, la osservai mentre Raph con Splinter ancora sulla sua schiena si avvicinavano, la vidi strisciare lentamente all'indietro quando vide Raph e Splinter avvicinarsi a lei.
Signora Coccolina: Non rimettermi nel baule. Non riportarmi da quei bambinaci.
Raph: Ahah... Invece è un'ottima idea. Mi piace così tanto che urlerò dalla felicità. O anche no. 
Alla fine dovette fermarsi quando sentì la sua schiena colpire la mia gamba, velocemente e come meglio potevo la spinsi sulla schiena tenendola giù e con uno dei miei artigli principale puntato e pronto ad affondare nel suo muso morbinoso, mi guardava con paura al quale sorrisi anche se il dolore si stava attenuando, una cosa brutta, tanto che sentivo le gambe diventare sempre più pesanti ogni secondo e anche la mi vista si stava sempre più offuscando.
Tsukiko: Ho sei vuoi puoi diventare il mio nuovo sacco da box. Ho distrutto l'altro e il nostro fratello geniale, sa quello con la maschera viola, non lo ha ancora sostituito. 
Alle mie parole e all'artiglio ancora puntato sul muso la coniglietta alzò lo sguardo verso di me mentre le facevo un sorriso psicopatico e alla sola vista sposto lo sguardo su Raph e Pops.
Signorina Coccolina: Preferisco le risate e i bambinaci. 
Raph lanciò uno sguardo verso di me e quando vide la mia situazione generale, non più in grado di mantenere l’artiglio tesso o il sorriso lascia andare il peluche, il quale striscio il più lontano possibile da me. Ma fu presse e rimessa di nuovo nel suo baule da Raph, con ancora Pops sulla sua schiena, lentamente mi allontanai dalla pozza in crescita sotto i miei piedi e mi avvicinai ad una parete asciutta e mi lasciai scivolare sul pavimento cercando di fare respiri superficiali.
Raph: Fa buon viaggio! Mai e poi mai resteremo amici. Ahahaha...
Splinter: Ahahah... Vorrei vedere!
Raph: Mai e poi mai.
Alla fine la voce dei ragazzi arrivo, ancora legati in una delle stanze, richiamo l'attenzione su di loro. Con un gemito il più silenzioso ho riaperto gli occhi, anche se non sapevo quando si fossero chiusi, non volevo spostarmi dalla mia posizione anche se volessi le gambe si sentivano troppo pesanti.
Leo: ALLORA?! Come sta Tsukiko?!
April: C'è qualcuno qui?
Mikey: Potete venire a slegarci? 
Donnie: Detesto questa vicinanza!
Splinter: Ahahaha... Adesso ci occupiamo anche di loro. Se ne abbiamo voglia. Ahahaha!!! E cosa centra Tsukiko?
Alla fine Raph si guardò intorno in preda al panico fino a quando non mi vide, seduta per terra sul punto di essere incosciente, Raph corse verso di me con Pops che mi guardava con orrore e preoccupazione. Raph mi prese il mio dolcemente possibile e mi tenne contro il suo piastrone, appoggia la testa contro la sua spalla e prima che chiudessi d nuovo gli occhi ho sentito la mano di Pops sulla mia testa, alzai lo sguardo e vidi Pops ancora appollaiato sulla spalla di Raph altrettanto preoccupato.
Splinter: Figlia mia... Cosa è successo?
Tsukiko: Ho abbassato la guardi e sono stata colpita. Oltre al problema di non avere un guscio Pops, la pressione dell'acqua continua non ha aiutato le mie costole e le mie ferite...
Raph: Non ti preoccupare Leo e Donnie ti sistemeranno.
Tsukiko: Non preoccuparti fratellone. Non sento niente. Mi sento solo stanca. E ho tanto tanto freddo.
Alle mie parole Raph corse verso le veci dei ragazzi, non appena varco l'ingresso della stanza dove si trovavano i ragazzi e quest'ultimi mi videro tra le sue braccia fradicia con il pigiama ormai completamente rosso, tremante e con il respiro superficiale. Ovviamente entrarono nel panico e non appena Pops li liberò dalle corde tutti si lanciarono verso di me domandando me e Raph, con un gemito affannoso appoggiai la fronte sulla sua spalla, dopo pochi secondi riaprì gli occhi quando senti la mia mano sana essere pressa. Spostai lo sguardo e vidi Leo che mi guardava con preoccupazione, gli strinsi leggermente la mano sorridendogli, anche se i brividi aumentarono e di istinto lasciai andare la mano di Leo e avvolsi il braccio e poi l'altro introno al suo collo cercando il suo calore così famigliare. Il più dolcemente possibile Raph mi trasferì nelle braccia in attesa di Leo, mi tenne contro di lui e lentamente sprofondai il viso nel suo collo, godendomi: il suo calore, il suo tocco, il suo profumo, il senso di conforto e sicurezza che mi erano mancati la notte scorsa.
Leo: Ehi, gattina perché sei tutta fredda e fradicia?
Raph: La Signora Coccolina ha usato una delle tubature dell'acqua come una pistola d'acqua gigante ad alta pressione. E posso dirlo anche o l’acqua era fredda molto fredda. La pressione dell'acqua è stata abbastanza da tenerla contro una parete e la tenuta lì per un po’ di tempo. Si è liberata con il suo Tessen e grazie Pops che la tenuta impegnata, mi ha aiutato a liberarmi e mi ha protetto con uno scudo dall’essere travolto dal didietro di quel orribile peluche. Ma oltre a ciò ha detto che sente dolore a prendere respiri profondi. Ed ha comunque continuato a combattere.
Tsukiko: Devo andare a cercare il mio Tessen. Non so dove sia finito dopo che quel maledetto coniglio la spruzzato da qualche parte...
Leo: Oooh~! No! Gattina io, te e Donnie andiamo in infermeria e guardiamo un po' cosa succede. Inoltre in queste situazioni io e Donnie siamo i dottori in famiglia. A parte Pops.
Mikey: Non ti preoccupare sorellina, io, Raph e Pops cercheremo la tua arma mistica.
April: Io ti porterò dei vestiti asciutti e caldi.
Tsukiko: Grazie mille ragazzi. E scusate per prima...
Donnie: Non preoccuparti genietta, posso capire il tuo punto di vista.
Leo: Eh... Posso capire perché lo ai fatto ' e ti chiedo ancora scusa. '
April: Non preoccuparti ragazza tutto dimenticato.
Mikey: Ed è stato abbastanza divertente stare tutti insieme in una stanza.
Tsukiko: Grazie ragazzi...
Sorrisi a tutti prima che iniziassi a tossire, tenendo le costole per il dolore, con questo tutti si divisero a svolgere i loro compiti. Leo e Donnie entrarono nell'infermeria e Leo mi aiuto a stare in piedi, non volendo bagnare e sporcare di sangue il nostro unico lettino. Mi tenne stretta contro di lui, anche se con qualche problema tanto che ero scivolosa e le mia gambe erano troppo pesanti. Alla fine April tornò con in mano un pigiama e degli asciugamani, aveva presso il mio pigiama preferito. Leo e Donnie uscirono dalla stanza dopo che mi misero a sedere su una sedia, lasciandomi con April che taglio con delle fobici il pigiama e lentamente mi asciugo, ma quando vide le mie ferita ancora sanguinanti mi copri il petto legandoci intorno un asciugamano e mettendomi delle mutande nuove mi coprimi in modo da far vedere solo la ferita sulla gamba. Velocemente chiamò Leo, che corse dentro e con uno sguardo veloce sulle mie ferite presse ago e filo, disinfettante e una ciotola con acqua calda e pulita con un panno pulito. Si mise subito a pulire la ferita al fianco e che poi disinfettò, prima di ricucirla ero così esausta che non sentivo l’ago o altro, poi passò al taglio della coscia e per finire alla mia mano anche se con qualche difficoltà. Dopo aver avvolto ogni ferita con delle bende mi lasciò di nuovo con April che finì di mettermi il pigiama, chiamò di nuovo Leo e Donnie, con Leo che mi prendeva in braccio e mi metteva sul lettino coprendomi subito dopo con le coperte. Non appena fui coperta fino al mento lentamente i brividi iniziarono a fermarsi, Leo rimasse vicino a me, appoggiando una mano sulla mia testa per accarezzarmi e stringendo la mano sana con la sua libera, Donnie si avvicinò mettendosi gli occhiali e iniziando a scansionarmi dalla testa ai piedi accigliandosi nella zona del torace.
Donnie: Alle alcune costole inclinate, nessuna costola rotta. Per questo sentì male a respirare, ti prenderò uno o due campioni di sangue per vedere se l'acqua che ai ingerito fosse depurata o no.
Leo: Io ti prendo un po' di anti dolorifici, antibiotici per ogni precauzione e ti fascerò anche il torace.
Tsukiko: Mi affido a voi dottori...
Così entrambi i gemelli si misero al lavoro, Donnie prelevò solo una fialetta di sangue tanto che ne avevo perso già abbastanza per la tana, Leo mi misurò subito la pressione e la temperatura. Mi controllo abbastanza bene da notare subito le leggere borse sotto gli occhi, mi guardò per alcuni secondi diritto negli occhi mentre le toccava dolcemente con il pollice, distolsi lo sguardo dal suo guardando Donnie che prendeva la fialetta piena di sangue e ci lasciava per andare nel suo laboratorio per fare tutti i test che doveva fare. Quando fui sicura che se ne fosse andato riportai lo sguardo verso quello di Leo, ci guardammo per alcuni secondi in silenzio, con il pollice di Leo che adesso mi sfiorava ripetutamente la mia guancia.
Leo: Sei riuscita a dormire ieri sera?
Tsukiko: . . .
Leo: Gattina... Dimmi. Ti prego.
Tsukiko: Ho dormito per forse due, tre ore, non so...
Leo: Incubi?
Tsukiko: . . . Sì. . .
Leo: Ne vuoi parlare?
Tsukiko: No...
Leo: Quando vuoi parlarne io sono qui.
Gli sorrisi appoggiando una mano sulla sua guancia accarezzando con il pollice una delle sue striscia rosse, al quale chiuse gli occhi godendosi il contatto, mentre appoggiava lentamente la sua fronte sulla mia  e rimanemmo così per qualche minuto. Però mi dovetti allontanare e girare la testa dall’altra parte mentre mi coprivo la bocca con l'altra mano sana per tossire. Con questo come segnale Leo si allontanò da me per avvicinarsi all’armadietto delle forniture mediche, prese le medicine e le bende, tornando subito dopo appoggiando il tutto su un tavolino vicino al lettino. Presse un bicchiere d’acqua e mi diede le pasticche aiutandomi a sostenere il bicchiere mentre bevevo qualche sorso per buttare giù gli antidolorifici e antibiotici, mi controllo di nuovo e ascolto attentamente il mio respiro mentre aspettavamo che gli antidolorifici facessero il loro lavoro. Quando mi aiuto a mettermi seduta un rossore inondo le nostre guance mentre alzavo la maglietta avevo un top che non mi stringeva, meno male che April lo aveva presso dalla mia stanza mentre Leo mi cuciva le ferite, lentamente mi avvolse le bende su tutto il torace fino ad arrivare sotto il mio seno. Non appena finì con il viso completamente rosso si voltò prendendo tutto quello che aveva posato sul tavolino e rimettendolo apposto nell’armadietto, nel mentre lasciai ricadere la maglietta subito dopo rimettendomi distessa contro il mare di cuscini che mi sostenevano in modo confortevole, ero completamente esausta.
Leo: Dovresti riposare un po'. Più dormi prima guarisci.
Tsukiko: Va bene, Dottor Leo
Rise del soprannome e mi accarezzo la testa dolcemente lasciando che i mei capelli arruffati gli scorressero tra le dita, lentamente chiusi gli occhi lasciando cullare in un sonno tanto necessario, ma prima di lasciarmi sprofondare completamente nell’incoscienza pressi la mano libera di Leo e la strinsi. Non so per quanto ho dormito. . . Ma mi svegliai di soprassalto con le costole che pulsavano leggermente, il cuore che batteva come se avessi corso per tutta New York per ore, potevo sentire il sudore sulla fronte e sulla schiena raffreddarsi. Mi guardai intorno e lentamente mi ricordai che ero nell'infermeria, provai a prendere un respiro profondo e senti solo una leggera fitta colpirmi, oltre a quello non ho sentito nulla delle mie altre ferite. Mossi le braccia, ma una rimasse ferma come se fosse trattenuta, lentamente abbassai lo sguardo notando Leo seduto su una sedia con la braccia appoggiate sul letto e la testa appoggiata tra di loro, con un sorriso lentamente liberai la mano dalla sua presa e la portai sulla sua testa ed iniziai ad accarezzarlo. Si mosse leggermente prima di aprire gli occhi e incrociandoli con i miei, mi sorrise prima di guardarsi intorno e prese il cellulare guardando l'ora al quale si acciglio, prima di rimetterlo via e alzarsi in piedi stirandosi nel mentre.
Leo: Come ti senti?
Tsukiko: Molto meglio. Sento solo una fitta ogni tanto al torace, ma per il resto sto bene. Le altre ferite non le sento per ora.
Leo: Bene... Donnie è passato mentre dormivi e mi ha detto i risultati. Fortunatamente l'acqua che ti ha colpito era quella purificata quindi niente problemi di avvelenamento, niente febbre o raffreddore. Sei sana a parte le tue costole, il taglio sul fianco e quella sulla coscia, ed anche la mano. La tua guarigione è entrata subito in azione non appena hai iniziato a dormire hanno iniziato a guarire molto velocemente.
Tsukiko: Perché sei qui?
Leo: In che senso?
Tsukiko: Da quello che hai detto potevi lasciarmi qui tranquillamente e andare a dormire nella tua stanza. infondo come hai detto la mia guarigione è partita alla grande non appena ho dormito e che tutte le mie ferite stanno guarendo velocemente.
Leo: Gattina hai dormito per solo due ore. E ti ho sentito agitarti un po' mentre dormivo. Quindi intuisco che hai avuto un altro incubo.
Tsukiko: Ho solo rivissuto un ricordo di quando vivevo con mio "padre"...
Leo: Vuoi parlarne?
Tsukiko: Non c'è niente da dire che non sapete già tutti. * A parte la mia morte, che vengo da un altro universo, dove voi ragazzi siete una delle tante serie televisive e film sulle tartarughe mutanti ninja *
Leo: Gattina...
Tsukiko: Ho solo rivisto un girono in cui mio padre mi ha lasciato sola per una o due settimane... non lo ricordo veramente, ma mi aveva lasciato cibo già comprato nel frigo e dei soldi per il cibo d'asporto... Però in quei giorni ho visto quanto ero sola... Ho odiato ogni singolo giorno e quando mio "padre" è tornato mi sono sentita felice, ma ancora più sola...
Non so quando, ma ad un certo punto le lacrime mi scesero lungo le guance senza il mio consenso e non ne capivo nemmeno il motivo ho smesso molto tempo fa di versare lacrime per quell'uomo, proprio quando stavo portando la mano ad asciugarmi il viso mi ritrovai stretta delicatamente tra le braccia e il piastrone di Leo.
Tsukiko: Leo...
Leo: So che stai tenendo un sacco di sentimenti repressi nel profondo del tuo cuore, lo faccio anche io, ma da quando sei entrata nelle nostre vite e nella nostra famiglia con te posso darne liberò sfogo. Quindi sentiti anche te libera di sfogarti con me e come dici sempre a noi non è debolezza provare quello che provi. Infondo i genitori, anche se ci hanno maltrattato in ogni modo inimmaginabile, sono pur sempre i nostri genitori. Gli ameremo sempre, anche se la nostra testa la pensa in altro modo, il cuore non lo fa. Quindi è normale che tu ti senta triste per tutto l'amore che non hai potuto dare a tuo padre.
Alle sue parole mi strinsi contro di lui e iniziai a piangere, ricordando ogni singolo giorno che ho passato nella speranza che mio padre si rivolgesse a me, sentivo il desiderio che per solo una volta si fosse rivolto a me con un sorriso felice e che mi abbracciasse dicendomi quanto gli dispiacesse di avermi trattato in quel modo. Cosa che non è mai successa per tutta la mia vita e della mia morte prematura, alla quale sicuramente mio padre avrà gioito insieme a tutta la sua famiglia, al solo pensiero mi strinsi ancora di più contro Leo con le costole che protestavano e anche le ferite della mano e del fianco. Gli ignorai e continuai a piangere e a singhiozzare contro il suo collo, mentre mi cullava e confortava con dolce parole sussurrate contro il mio orecchio. Non molto tempo dopo ho sentito le braccia massicce di Raph avvolgermi da dietro con la mano molto famigliare di Pops che mi accarezzava sulla testa, ovviamente sentì la mano di Donnie prendere la mia sana dal collo di Leo e stringerla, con Mikey che si arrampicava sul letto ed evitando ogni ferita mi avvolse le braccia il più delicatamente possibile intorno alla vita mentre affondando un lato del viso nel mio addome. Come uno tsunami tutti i pensieri che mi erano passati stamattina per la mente volarono fuori dalla finestra e continuai a piangere tra le braccia della mia vera famiglia.
Tsukiko: * Appartengo a questa famiglia, al clan Hamato, appartengo a questo luogo insieme alla mia famiglia. Non sono un intruso... Io faccio parte di questa famiglia! *
Alla fine tutte le lacrime finirono, insieme ai ricordi di una vita in cui desideravo così tanto che mio padre mi ammesse e accettasse, ma che ormai quella vita di attesa era finita e un'altra mi attendeva con la mia nuova famiglia.
Tsukiko: * Anata wa hitori ja nai *
Strinsi la mano di Donnie che ricambiò subito la pressa e strofina la guancia contro quella di Leo, al quale mi strinse leggermente la pressa e a sua volta ricambiò il gesto, con un sorriso felice lentamente mi staccai da Leo e liberai la mano dalla pressa di Donnie. Sedendomi dritta con l'aiuto di Raph che aveva già riposizionato la montagna di cuscini come sostegno per la schiena e li guardai tutti. Raph rimasse alla mia sinistra appoggiando una delle sue mani sulla mia spalla con Pops sempre appollaiato sulla sua spalla, Donnie e Leo rimassero alla mia destra con la mano di Leo sulla mia spalla mentre quella di Donnie si trovava sul mio ginocchio, Mikey rimasse nella stessa posizione anche se aveva allentato un po' la pressa per potermi guardare in viso.
Tsukiko: Cosa ci fatte qui ragazzi? Vi ho svegliato?
Splinter: In verità, abbiamo sentito tutto quello che hai detto. Leo ha aperto la sua comunicazione, non appena avete iniziato a parlare... Perché non hai mai detto nulla.
Tsukiko: Come si fa a dire qualcosa che pensi di aver accettato e che invece scopri che lentamente ti sta divorando lentamente portando dubbi su tutto quello che ti circonda? Ho avuto paura oggi quando vi ho visti tutti insieme e agire come una famiglia, che ho sempre desiderato, il dubbio, la tristezza, il rimpianto e la sensazione di non essere parte della famiglia mi hanno colpita. Per questo sono sparita nella mia stanza, il dubbio mi mangiava la mente, ma Raph mi ha chiamato e mi ha fatto dimenticare tutti i pensieri e i sentimenti che mi stavano lentamente divorando.
Mikey: Ehi! Sei la mia sorellona anche se non abbiamo lo steso sangue o lo stesso mutagene che ci scorre nelle vene. Tu sei e sarai per sempre la mia sorellona.
Alle parole di Mikey nuove lacrime mi scivolarono lungo il viso e lentamente strinsi la testa di Mike contro il mio addome, al quale rispose stringendo di nuovo le braccia intorno alla mia vita, il momento tra noi due non durò molto perché la voce di Donnie porto la mia attenzione su di lui.
Donnie: Che tu lo voglia o no sei parte della nostra famiglia genietta. Inoltre sei la mia assistente/aiutante progettista per i nostri gadget, attrezzature e per sollevarmi di nuovo il morale quando uno dei miei progetti non va come voglio o quando esplodono. Sei sempre lì a passarmi i progetti e capire dove non funzionava e mi passi un attrezzo per studiare l’errore o per ricominciare da zero. Oltre al fatto che da quando ci sei ci aiuti a mantenerci sempre in salute con la tua abilità mistica curativa, la tua abilità di ascoltarci e di trovare sempre le parole giuste per aiutarci a tenerci sani di mente, le tue abilità in cucina hanno aiutato ad avere una vasta gamma più ampia di piatti da mangiare e non solo la pizza. Oltre al fatto che ti metti sempre davanti a noi per proteggerci in combattimento come una sorella maggiore. Non so te ma! Tutte queste cose e altre ancora ti rendo un elemento essenziale per questa famiglia, senza di te non sarebbe lo stesso e. . . Sì! Con la tua presenza tutto è cambiato. . . Ma è cambiato in meglio.
Sorrisi a Donnie stringendogli una mano, sapendo che un abbraccio in quel momento sarebbe stato un po' troppo per lui, ma con il tempo migliorerebbe nel contato fisico e nell'esprimere le sue emozioni.
Raph: Interessante non so se ti ricordi, ma sei il mio braccio destro, non mi fiderei di nessuno più di te per tenerci tutti al sicuro se io non potessi. Inoltre sei la mia sorellina e che tu lo voglia o no, che la tua mente lo pensi o no, questo non cambierà mai. Qualunque cosa accada tu sarai sempre la mia sorellina.
Con il sorriso sempre stampato sul viso e con le lacrime di felicità che mi rigavano sempre il viso, spostai la mano bendata a quella di Raph che strinse il più dolcemente possibile, mentre mi sorrideva a sua volta. Lentamente lasciò andare la mia mano e si mise seduto sul bordo del letto, avvolgendomi le spalle con il braccio e tirandomi dolcemente contro il suo fianco, dove mi ci accoccolai iniziando a fare subito le fusa seguita da un coro di Aww.
Leo: E cosa posso dire io che non è già stato detto di miei fratelli o dovrei dire i nostri fratelli. Sei parte della nostra famiglia dal primo giorno in cui ci siamo incontrati. Inoltre sei la migliore ninja e combattente tra di noi oltre ad essere fantastica con le tue armi e abilità mistiche. Insomma sei un portento in tutto quello che fai gattina siamo fortunati ad averti nella nostra famiglia.
Ridacchia alle parole di Leo, asciugandomi le lacrime ormai secche sulle mie guance, ed ovviamente anche Leo si unì con me, Mikey e Raph sul letto il quale protestò leggermente per il peso eccessivo. E i tre insieme mi avvolsero di nuovo in un caldo e confortevole abbraccio stando attenti alle mie ferite, al quale mi ricordai che Pops e Donnie non si erano uniti nell’abbraccio, spostai lo sguardo e trovai la tartaruga in viola guardarci con desiderio e con un sorriso allungai la mano sana verso di lui invitandolo ad unirsi al gruppo. Senza alcuna protesta o riluttanza si unì a noi appoggiandosi accanto a Mikey. Con ancora il sorriso sul viso accarezzai ad ognuno la testa per qualche minuto, al quale ognuno fu contento delle coccole, per tutte le volte che hanno apprezzato le coccole o quando Pops gli dava il permesso di abbracciarlo non ricevevano molto affetto fisico se non l'uno dall'altro. Con quello in mente pressi la decisione di coccolare di più i ragazzi, ma i miei pensieri furono sviati dalla voce di Pops, che vidi seduto vicino ai pedi del letto mentre ci osservava.
Splinter: Sei come una figlia che non ho mai avuto Tsu, quindi non pensare mai che tu non faccia parte di questa famiglia. Sono onorato di averti come figlia e come parte del clan Hamato. Adesso ti lasciamo riposare in pace, forza ragazzi andiamo tutti quanti a letto, che quel letto non reggerà ancora per molto tempo il vostro peso. 
Alle sue parole i ragazzi si lamentarono, allungai velocemente entrambe le mani afferrando la mano di Leo e quella di Raph, anche se sentì il dolore colpirmi la mano ferita. Però non lascia la pressa, non appena pressi la mano ad entrambi mi guardarono leggermente preoccupati per la mia mano ferita.
Tsukiko: Vi prego non voglio dormire da sola...
Alle mie parole si guardano l'un l'altro, prima di farsi un cenno e Raph mi rassicuro che sarebbe tornato il prima possibile mentre usciva lo vidi prendere Mikey e Donnie, nel mentre Leo tolse le bende per controllare le ferite, ci spalmo sopra una pomata della città nascosta utile per accelerare la guarigione, mettendomi subito dopo delle nuove bende. Rimanemmo lì aspettando il ritorno di Raph io ridendo delle pessime battute di Leo, che stranamente riuscivano a farmi ridere anche se sapevo che erano pessime, alla fine Raph trono da noi con un sorriso stampato in faccia.
Raph: Tutto pronto! Vieni sorellina, ormai Pops è andato a dormire quindi possiamo fare più o meno quello che vogliamo. E consisteste in una serata film in un mega fortino di cuscini e lenzuola!
Sorrisi eccitata pronta ad alzarmi, ma Raph si paro davanti a me e mi presse in stile sposa, con le mie proteste inascoltate arrivammo in soggiorno e vidi il più grande fortino fatto di cuscini e lenzuola. L’ho adorato con tutto il cuore e dentro vidi subito Donnie e Mikey, già con i loro pigiami, coperti dalla loro coperte preferite e pronti a qualunque cosa avessero programmato per la serata. Leo appari di nuovo, già nel suo pigiama blu con cappello abbinato, mi presse dalle braccia di Raph che sparire nella sua stanza molto probabilmente per cambiarsi. Fui portata verso il fortino e adagiata in un grande mucchio di cuscini mi misi subito comoda, non appena fini di muovermi per sprofondare il più possibile nel materasso di cuscini, Leo mi coprì subito dopo con la mia coperta preferita. Al quale con un sospiro soddisfatto sprofondai ulteriormente nel mio lettino di fortuna, poi sentì qualche secondo dopo due pesi sulle mie gambe, guardando in basso ho visto che i pesi erano le teste di Donnie e Mikey. Sorrisi ai due prima di vedere la testa di Leo appoggiarsi sul mio stomaco, lontano dalle coste e sul lato non ferito, anche coperto dalla sua coperta preferita. Alla fine ho visto anche Raph unirsi a noi, ma invece di appoggiare la testa non so ormai dove, mise uno suo braccio sotto la mia testa come un cuscino e mi strinse leggermente contro di lui. In modo da confortarmi, ma anche evitando di infastidire i nostri fratelli e le mie ferite, con il calore e il conforto di tutti e quattro iniziai subito a fare le fusa. Così tutti e cinque comodi e coperti dalle nostre coperte preferite iniziamo una lunga, terrificante e forse divertente, serata di film del horror e di storie. Ovviamente fui la prima ad addormentarmi, al suono confortevole della voce dei ragazzi che raccontavano le loro storie o quando scherzavano tra di loro, ma quella sera dormi senza altro che sogni meravigliosi di tutte le cose che avevo ricevuto dalla mia famiglia.
0 notes
ottimismocinico · 1 year
Text
youtube
Forza panino!
1 note · View note
testimanifesti · 5 years
Photo
Tumblr media
30 notes · View notes
surfer-osa · 5 years
Text
undefined
youtube
Passano gli anni, passano i panini, ma Feiez manca sempre tantissimo.
12 notes · View notes
Photo
Tumblr media
Tapparella, Elio e le Storie Tese (1996)
259 notes · View notes