Tumgik
#guardare avanti
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“E lascia andare. Ti prego, lascia andare. L’odio, i fastidi, le paranoie, i dubbi, le aspettative, le delusioni. Le scuse che non hai mai ricevuto. Perdona, perdonati e guarda avanti. Accetta che la vita non è sempre giusta. Ma ricordati che potrai sempre renderla felice. E poi viaggia, con le gambe e con la mente, di corsa e lentamente, nel mondo e da casa.” 
— Gianluca Gotto, “Come una notte a Bali”.
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Non possiamo mai giudicare le vite degli altri, perchè ogni persona conosce solo il suo dolore e le sue rinunce.
Una cosa è sentire di essere sul giusto cammino, ma un'altra è pensare che il tuo sia l'unico cammino.
~Paulo Coelho
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klimt7 · 8 months
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Dicono che mentre i pesci coi loro occhi riescono a vedere solo di lato e gli insetti in tutte le direzioni, noi umani possiamo guardare solo avanti.
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silviaaquilini · 1 year
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carminexacco · 1 year
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"la formula perfetta è guardare sempre avanti, mai indietro"
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I wanna be your dog/God
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Ieri ho riaperto Facebook dopo un'eternità e la prima foto che ho visto è stata quella del ragazzo di cui sono innamorata da quando avevo tredici anni, inginocchiato davanti a un cane alzato sulle zampe posteriori; entrambi si adoravano, lui sorrideva; anche il cane avrebbe sorriso se avesse potuto. Lui non mi ha mai guardato come guardava quel cane, anzi lo ha sempre fatto con disgusto e spavento. Sono sempre stata meno di un cane per lui.
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em420sblog · 1 year
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La verità è che
per quanto male faccia
chiudere certi capitoli,
è di gran lunga
più doloroso
restare aggrappati
a qualcosa
che non esiste più.
ci vuole coraggio
ad ammetterlo
ma è necessario,
quando tutto
smette di funzionare
l’unica cosa che
può salvarti
è
mettere un punto
e
andare a capo.
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ritrosia · 5 months
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Ieri sera sono uscita di casa alle 22, nel vialetto isolato di casa mia c'era una ragazzina che camminava poco più avanti di me. Quando ha sentito i miei passi, si è girata terrorizzata per poi rigirarsi con tranquillità alla vista di una ragazzina come lei e non di qualcun altro.
Voi pensate siano cazzate, questa è semplicemente la vita di una donna da quando nasce fino a quando muore: doversi guardare le spalle continuamente e sperare non ci sia qualche uomo di merda.
Mi dispiace tantissimo, oggi mi viene soltanto da piangere.
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sara-saragej · 10 months
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La vita è fatta per godersi ogni tramonto
e guardare avanti per la prossima alba.
- Namastè
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#Therapy
Dolce🥂Serata
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smokingago · 4 months
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🍀
Sai, un giorno sarai felice e ti guarderai indietro.
Quasi non ci crederai nel renderti conto perche'
milioni di cose che pensavi fossero insuperabili
adesso ti fanno sorridere.
E si, sei riuscita ad andare avanti,
con grande dignità hai lottato,
hai pianto quasi orgogliosa delle lacrime.
Hai varcato porte, abbattuto muri e risanato ferite,
ed eccoti là adesso,
a guardare tutto questo dietro te
con uno splendido sorriso.
Silvia Nelli
#smokingago
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Abbi pazienza.
Abbi fede nei momenti di fatica, sconforto, solitudine.
Resta calma quando ogni cosa è aggrovigliata, o sfugge e non torna. Una cosa è l'impegno, altra cosa è invece l'accanimento. Tu rimani aggrappata alla vita, ciò che deve andare: lascia che vada.
Sii saggia, impara a discernere.
Abbi il coraggio di avere a che fare con il buio. Come un seme d'inverno nella terra. Resta. Con la fiducia che la luce arriva. Sempre.
Ora è il momento di radicarsi.
Abbi pazienza, alcune cose - semplicemente - la richiedono. Che stare nelle cose non è subire passivamente, ma essere incubazione di vita sapiente che conosce il tempo dell'azione e lo rispetta.
Sei natura: sii natura.
Ricorda che ogni cosa è ciclica, ogni cosa per rinascere deve morire; che ogni stato è impermanente.
Con grazia ora osserva, nota, impara. Permettiti di evolvere.
Abbi "una selvaggia pazienza". Dedicati.
Presto ci sarà una nuova primavera. Fidati di me, che ti scrivo dall'ennesima.
[Gloria Momoli]
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jack-di-picche · 2 years
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Sei bella. E non per quel filo di trucco. Sei bella per quanta vita ti è passata addosso, per i sogni che hai dentro e che non conosco. Bella per tutte le volte che toccava a te, ma avanti il prossimo. Per le parole spese invano e per quelle cercate lontano. Per ogni lacrima scesa e per quelle nascoste di notte al chiaro di luna complice. Per il sorriso che provi, le attenzioni che non trovi, per le emozioni che senti e la speranza che inventi. Sei bella semplicemente, come un fiore raccolto in fretta, come un dono inaspettato, come uno sguardo rubato o un abbraccio sentito. Sei bella e non importa che il mondo sappia, sei bella davvero, ma solo per chi ti sa guardare..
Angelo De Pascalis
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kon-igi · 20 days
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IL RAGAZZO E LA MONTAGNA
C'era una volta un giovane esploratore, la cui più grande passione era addentrarsi in tundre, scendere in ghiacciai e percorrere deserti alla ricerca della Gemma Preziosa.
Ogni luogo della terra aveva una propria Gemma Preziosa - scintillante, tenebrosa, rubescente o lattiginosa - e lui aveva viaggiato già mezzo mondo ed esplorato mille lande impervie per trovarle e collezionarle tutte.
Nella sua casa aveva una stanza intera piene di tali meraviglie, tutte racchiuse in teche di cristallo, ma il giovane esploratore non amava tornare nella propria casa, se non per riporvi i suoi tesori.
Intendiamoci, adorava la propria casa e la propria città, voleva bene ai suoi genitori e stava bene con i suoi tanti amici, ma il suo animo inquieto lo portava puntualmente a guardare le nuvole fuori dalla finestra, desiderando di poterle cavalcare e andarsene via col vento.
Un giorno sentì parlare dell'Ultima Montagna e di come al suo interno fosse la celata la pietra più preziosa di tutte: il Cuore di Gea.
L'Ultima Montagna si trovava nel paese di Finisterrae e il suo vecchio mappamondo non aveva ancora finito di girare che lui si era già messo in cammino.
Non fu un viaggio facile, né per le gambe né per il cuore, perché dovette salutare molte persone - Finisterrae era lontana - e parte del suo percorso lo dovette fare a piedi, passo dopo passo, senza mai più incontrare anima viva (tranne i ragni, che gli tennero compagnia nelle lunghe notti insonni ma che però non erano gran conversatori).
Quando arrivò all'Ultima Montagna rimase con la bocca spalancata per qualche minuto (i ragni controllarono preoccupati se ci fossero delle carie ma uscirono soddisfatti): un'enorme montagna scintillante di materiale translucido giallo paglierino svettava fino a quasi bucare la volta del cielo.
Ma il suo stupore si tramutò ben presto in preoccupazione quando, a un esame più attento, il giovane esploratore si rese conto che la montagna era in realtà un enorme conglomerato di Crisoberillo come non se n'erano mai visti in alcun libro di geologia.
Molto bene - pensò con stanca autoironia, guardando il suo piccone - sulla Scala delle Durezza di Mohs il crisoberillo ha un punteggio di 8,5 ma volendo considerare il bicchiere mezzo pieno mi è andata anche bene... la montagna poteva essere fatta di Rubino o di Zaffiro!
E cominciò a scavare una galleria per raggiungere il Cuore di Gea.
Man mano che avanzava a fatica all'interno della montagna, egli si rese conto di una cosa molto strana: per ogni colpo di piccone e di scaglia di crisoberillio che cadeva a terra lui sentiva di perdere qualcosa.
Ma cosa? - si chiese.
Non lo so - si rispose.
E allora pensò di riempire quei vuoti nel cuore immaginando il momento in cui avrebbe finalmente scalzato dalla roccia il Cuore di Gea... la gioia di sentirlo pulsare tra le proprie mani, gli occhi socchiusi per schermarsi dal bagliore di mille soli di puro cristallo, lo stupore delle persone al suo ritorno, la teca gigante già pronta al centro della sua collezione.
Quello di cui in un primo momento il Giovane Esploratore non si rese conto è che ogni picconata stava sottraendo un minuto alla sua vita e le picconate erano tante e il tempo scorreva avanti in una sola direzione, dritto come la galleria che sventrava la montagna.
Le mani che impugnavano il piccone invecchiavano, come invecchiavano le domande che lui si faceva...
Perché? Da dove? Verso cosa?
Quando le domande diventano opprimenti, i colpi del piccone rallentavano, salvo poi riprendere forza al pensiero della gemma che ogni giorno si avvicinava.
E poi, dopo mille eternità l'ultima picconata, la parete che crolla ed ecco il Cuore di Gea, sospeso nel buio luminescente di un antro nel ventre della colossale montagna.
Ma il Giovane Esploratore non poteva più definirsi tale.
Non stava più esplorando nulla e di certo non era più giovane.
Con passo incerto e polverose mani tremanti si avvicinò al Cuore di Gea e fece per prenderlo.
Ma si fermò.
Verso cosa? E perché?
E poi la domanda giusta.
Da dove?
Da dove vengo? Cosa ho lasciato? Chi ho lasciato?
E voltandosi vide che la lunga galleria che portava all'esterno era disseminata di corpi, congelati nell'atto di colpire la roccia.
Erano tutti lui, metro dopo metro sempre più vecchio, bloccati nell'attimo in cui aveva deciso di cancellare un ricordo per fare spazio al pensiero della Gemma Più Preziosa.
Sono morto? - si chiese.
Sì, ogni volta - si rispose.
Il Cuore di Gea lo guardava con occhio pulsante ma la mano, dimagrita e raggrinzita, scese sul fianco.
Non era quello che voleva... quello era ciò che aveva deciso di volere per cancellare i veri desideri, quelli che lo tenevano vivo in attesa del domani.
E il vecchio ragazzo si voltò e tornò indietro, accarezzando con una mano sempre più giovane tutti i sé che aveva lasciato morire per non aver voluto ricordare come vivere.
E li perdonò tutti, uno a uno, finché la luce del sole non gli baciò le palpebre socchiuse e lui non ritrovò la voglia di esplorare, mai perduta ma solo addormentata sotto a una pesante coperta di tristi rimpianti.
E come il mappamondo tornò a girare, il vero Cuore di Gea riprese a battergli nuovamente nel petto, perché Finisterrae è quel luogo che comincia nel punto in cui appoggi il piede per iniziare il viaggio verso il domani.
Questo post è dedicato a @seiseiseitan, per me il più grande esploratore <3
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siamodiamantirari · 2 months
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come si fa ad andare avanti senza guardare il passato?
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ninoelesirene · 2 months
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C’era una volta una locomotiva. Aveva paura di lasciar andare. Non le piaceva lo stridore dei binari, né il rombo sordo delle gallerie. Pensava che allungare il convoglio, agganciando via via alle sue spalle i vagoni preferiti incontrati nel cammino, l’avrebbe mantenuta stabile e sicura.
Un giorno, però, uno dei vagoni si ribellò. Emanò un fischio improvviso, gridando: “io non voglio essere solo un vagone, io sono una motrice!”.
La locomotiva, sgomenta, cominciò a sentirsi ballonzolare a destra e sinistra e si rese conto che il vagone s’era messo d’impegno per sganciarsi, esponendo l’intera carovana alla possibilità di deragliare.
“Come è possibile? - gridò - ti ho portato con me per tutto questo tempo, facendomi carico del tuo peso, senza dire nulla! Cosa ho fatto di sbagliato?”
“Non ti sei accorta che il tuo compito, come il nostro, è quello di guardare avanti, e non ti sei accorta che, avendoci alle tue spalle, non hai potuto capire chi volesse restare e chi, invece, aveva altri progetti.”
“Ma se ci separiamo sarà una catastrofe! Se una cosa finisce è morta.”
“Ti sbagli, la catastrofe è di chi rallenta il suo percorso verso l’unica direzione possibile: il domani” e, dicendo così, assestò un colpo più forte, staccandosi dal convoglio e lanciandole un fragoroso bacio.
“Ti voglio bene” disse, mentre innescava i motori pronto a imboccare il prossimo scambio.
La locomotiva era attonita, ma non poté fare a meno di notare che era più leggera e poteva articolare meglio i movimenti. Le curve erano fluide, il cigolio meno invadente. Stava andando più veloce.
Rimase sospesa dentro se stessa per qualche minuto. Pensò a chi avrebbe davvero voluto con sé. Il convoglio procedeva per inerzia, con la velocità accumulata dopo la separazione, poi, a un tratto, senza pensarci e con il cuore che le batteva all’impazzata, la locomotiva tirò la leva che l’avrebbe sganciata anche da tutti gli altri vagoni ed esclamò: “io sono libera e voi siete liberi. Non siamo vagoni, siamo motrici. E a volte siamo stazioni, altre destinazioni.”
La carovana cominciò a sfaldarsi con un gran fragore che sapeva, però, di un inizio. Era simile a un Big Bang ferroviario.
Non potendosi voltare, la locomotiva accettò di non sapere con certezza quali vagoni l’avrebbero seguita verso una meta comune; ma andava bene così. Urlò un fortissimo “grazie!” in direzione del vagoncino ribelle, che ormai procedeva spedito, verso Ovest.
Quel binario era suo e suo soltanto, ora. E non era la fine.
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abr · 5 months
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Abbiate fede, conservate la calma: la notte passa, lasciate pur lavorare gli autoinculanti, si stan scavando la fossa da soli ovunque, dall'Argentina alla Svezia passando per l'Olanda.
L'unico errore da evitare è rifugiarsi per disperazione reazionaria impotente nelle nostalgie retrò, diventando mentecatti (nazional)social-isti a propria insaputa. Realizzando il sogno dei woke di una "estrema destra" (sic) come la vorrebbero e la descrivono loro: la Repubblica Sociale popolazzaro-peronista, quindi autoinculante. Guardare avanti, non indietro.
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