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#lasciamo stare non ci voglio pensare più
ross-nekochan · 1 year
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Una delle mie due attuali coinquiline è di quei fuorisede che torna tutti i weekend a casa, perché è della provincia di Bologna e in circa 3h riesce a stare a casa.
Un po' la sto invidiando perché anche io ho voglia (oltre la necessità*) di tornare a casa, ma molto probabilmente non riesco per Pasqua (né per il 25 aprile né per il 1 maggio) perché i mezzi costano molto più di quanto mi aspettassi. A questo ovviamente si aggiunge un po' di tristezza nel non avere niente da fare e una persona in meno con cui far passare il tempo quando ne ho troppo senza sapere bene cosa fare.
Ma poi penso che anche se tornassi a casa resterei muta per tutto il tempo perché è da quando sono tornata da Londra a fine Gennaio che non parlo più con nessuno e quindi forse va bene anche così.
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tearsofzoe · 5 months
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Perdonami se in qualche momento
il mio cambiamento d'umore ti ha fatto pensare
che non ti voglio più, ma ti voglio!
E voglio che tu sappia che ogni giorno che passa
sono più felice di averti al mio fianco,
e mai ti cambierei per nessuno
né per nulla al mondo.
Perché anche se forse
ci diciamo cose e ci arrabbiamo,
abbiamo problemi e ci dispiacciamo,
e la nostra relazione non è perfetta,
ho sempre voglia di stare con te,
di preferire le tue braccia
prima di andare a letto e addormentarci arrabbiati...
ti sceglierò sempre!
perché davvero voglio stare con te,
perché davvero voglio che le cose
funzionino bene con te,
perché voglio che questo che abbiamo
e sentiamo non finisca mai.
Non lasciamo che il nostro orgoglio
sia più grande dell'amore che ci unisce.
“Ti amo!” Lottiamo per stare sempre insieme,
per sceglierci nonostante i nostri disaccordi.
🖤
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2stelle · 7 months
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Rispondo all'anon che ha chiesto che cavolata possa aver fatto la dirigenza. Mettiamo per ipotesi che Marotta&Co. gli abbiano detto o fatto capire che lo avrebbero preso a fine mercato, perché si sa, il Chelsea lo avrebbe lasciato andare in prestito secco e pagato (di nuovo) metà ingaggio (come è successo con la Roma, tra l'altro.) Lui a questo punto si è sentito offeso/preso in giro/non voleva aspettare il 31 agosto, mettila come vuoi, e ha contattato o intensificato i rapporti con altri club chiudendo la porta a dirigenza e compagni. So che i compagni non c'entrano nulla e il comportamento è stato sbagliato, non lo sto giustificando. Sto solo dicendo che la dirigenza potrebbe aver fatto una cavolata del genere. Avrebbe dovuto aspettare l'Inter? Non era nostro, se qualche club si è presentato con un'offerta più convincente, per me è giusto che si sia guardato intorno. Fosse stato di nostra proprietà ti avrei detto "hai ragione, è una merda", ma non era nostro. È questo che a molti sfugge. Lasciamo stare le dichiarazioni d'amore e i post, quelli lasciano il tempo che trovano, non facciamoci illudere, soprattutto da uno come lui.
Allora, diciamo che capisco bene il tuo discorso ma non lo condivido a pieno perché 1) Giuntoli ha fatto capire che il contatto con la Juventus c'era. Non dimentichiamoci che Vlahovic era sul mercato fino all'ultimo giorno di mercato (o quasi) perché speravano di fare lo scambio. 2) Lui è un grandissimo manipolatore. Termine forte, sono consapevole, ma è molto scaltro e bravo con le parole ma a volte si perde un po' e risulta ormai falso e viene difficile credere a lui, in questo caso, e non all'intera società inter con annesso allenatore e calciatori anche perché che la società si inventi cose, beh, quella è una cosa ormai quasi assodata ma solitamente calciatori e allenatore ne stanno ben fuori. Qui ci sono tutti dentro. Tutti hanno fatto capire che questa persona ha preso una decisione netta. Io, purtroppo, non riesco a pensare che l'inter gli abbia detto 'no senti sei l'ultima ruota del carro' anche perché i 30 (+ bonus) milioni li avevano per davvero quindi la cifra C'ERA. Pavard è stato preso all'ultimo solo ed esclusivamente perché la precedenza l'ha avuta lui. Poi, posso essere un po' cattivella e lanciare una lancia a favore dell'inter? Ma questi l'hanno venduto, lui piange che vuole tornare, la società stravolge il mercato 22/23 per poterlo riprendere e lo fa per accontentarlo (e perché ci serviva l'attaccante ok) nonostante certe cifre NON le possiamo pagare, ci siamo sbattuti tutti per lui e per tutti intendo compresi noi quindi no.. no non lo voglio giustificare non ce la faccio proprio
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momentidicri · 2 years
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Faccio fatica a scrivere quello che mi sta succedendo perché ho paura di espormi troppo e di perdere tutto nuovamente. Ho avuto un ritardo la scorsa settimana, ho avuto paura e lui non mi è stato accanto come avrei voluto. Tutto sembrava nero, il futuro iniziava a farmi paura. Nelle ultime settimane non ero più tranquilla: ero in continua paranoia, avevo l'ansia di non essere abbastanza: Giovedi sera ho deciso che avrei chiuso questo rapporto con Fa. perchè mi stava distruggendo un altra volta.
Capita poi che venerdì esco con le mie uniche colleghe che sanno tutta la mia storia, si ride e si scherza a tra una cosa e l'altra conosco questo ragazzo super carino, che sta al gioco, che non ha paura di rispondere alle domande delle mie colleghe e mi lascia il suo numero di telefono. Il giorno dopo gli scrivo, ci sentiamo tutto il giorno, domenica mi chiede di uscire.
Quella sera iniziamo a parlare e non finiamo più, parliamo di noi, di politica, delle nostre idee sulla vita, mi canta le canzoni in macchina, mi fa ridere. Mi riporta a casa alle 2 e neanche ho sentito che il tempo sia passato. Martedi usciamo di nuovo, altra serata in cui mi sento libera di poter essere me stessa, in cui tutto mi sembra trasparente e l'ansia se ne va piano piano. Prima di scendere dalla macchina, mi sporgo e ci baciamo a lungo.
Giovedi mi porta a cena fuori nel suo paese, dividiamo una bottiglia di vino rosso e ci lasciamo andare completamente: lui ammette le sue paure, io le mie. Mi guarda in silenzio e i suoi occhi brillano, io lo guardo e penso che sia una delle persone più belle che io abbia mai visto. Mi porta a casa sua, iniziano a baciare e a non voler smettere, smettiamo di parlare, quello che vogliamo è solo assaporare l'altro. Sono felice, sorridiamo, ridiamo, gli dico che voglio fare le cose con molta calma e lui mi rassicura.
Tutti e due vogliamo una storia seria, non siamo capaci a donarci a sconosciuti senza alcun legame emotivo, sogniamo l'amore romantico. L'altro giorno mi manda un vocale in cui mi dice "solo poche persone conoscono l'amore vero e la maggior parte di queste sono persone che hanno sofferto come noi". Gli ho detto che ho paura di mostrare le mie debolezze, che costruisco muri e mi ha risposto che anche lui si fa un sacco di paranoie prima di uscire con me ma che per la prima volta si sente tranquillo ad uscire con una persona. Eppure tutti mi dicono di stare con i piedi di piombo, ma la verità è che questa volta forse davvero o trovato quelle persona che vuole il mio bene, che non mi manipola, che non usa il suo potere. Lo so che è stupido pensare così di una persona dopo solo una settimana che la si conosce, ma ho voluto troncare la storia con Fa anche perchè non avrei mai voluto fare del male a Pa., che è davvero una delle persone più belle che io abbia mai incontrato.
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alitessaa · 2 years
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Non so bene come spiegartelo, ma voglio diventare per te quella persona che viene prima in tutto. Voglio essere la tua “migliore amica”, voglio essere la persona a cui chiederesti un consiglio se ti trovassi di fronte a un problema, quella che coinvolgeresti se finissi in qualche grosso casino per aiutarti a tirartene fuori, quella che sai che potrebbe toglierti un peso. Voglio essere per te la persona con cui parli di tutto, quella con cui ti sfoghi, quella con cui vuoi superare le tue paure, quella a cui fai vedere il lato a cui nessuno mostri mai perché a te non piace e hai paura della reazione altrui. Voglio essere per te colei che è un’amante, un’ amica e una compagna allo stesso tempo e modo, quella persona che un per certo verso sai che è tutto quello che necessiti per andare avanti. Voglio essere la persona che chiami alle tre di notte un’estate perché hai voglia di vederla e di farti un giro con lei, voglio essere quella che di pomeriggio ci prendi un gelato e la notte ci fai l’amore e, perché no, anche la mattina, dopo pranzo, di sera, all’alba, al tramronto, sempre. Voglio essere la ragazza che corteggi in un pub offrendole una birra in una sera in cui ti senti solo, e voglio essere quella che guardi e pensi ”come sono fortunato ad averla”. Voglio essere quella con cui studi, quella con cui scherzi su battute idiote e quella con cui parli fino alle quattro di notte perché non riesci a smettere. Voglio essere quella a cui dedichi poesie, quella a cui scrivi lettere d’amore, quella che porti nei musei d’arte e che baci di fronte al quadro più bello, quella che porti al cinema e ai concerti, e allo stesso tempo voglio essere la stessa con cui vai a comprare il cibo peggiore della terra e lo mangi con lei sul divano mentre guardate i programmi più ignoranti alla televisione insieme. Voglio essere la persona che accompagni la sera a casa, quella con cui vai alle feste e quella che ti fa ridere fino alle lacrime. Quella che ti stravolge e ti migliora, quella che ti fa arrabbiare, e allo stesso tempo quella che ti da pace e calma. Quell’unica persona di cui ti fidi, che ti fa godere di piacere fino allo sfinimento, quella con cui fai il gioco del solletico e poi ci fai la lotta dei cuscini. Voglio essere la persona che ti sa consolare, quella che sa premere i bottoni giusti che ci sono dentro di te e smuovere la malinconia, trasformarla in vita e farti sognare. Voglio essere la persona a cui racconti i tuoi progetti sul futuro e volere che anche lei sia uno di quelli. Voglio essere la tua compagna di avventure, disavventure, prime volte, scoperte e desideri.
Voglio essere quella persona che porti in giro per il mondo, quella con cui non ti vergogni di nulla, ne di quello che sei, ne di quello che pensi, ne di quello che vuoi. Voglio essere la prima a cui pensi quando devi raccontare qualcosa, quella che ti lascia il suo profumo addosso e ti fa sentire parte di qualcuno. Voglio essere quella persona che tieni stretta tra le braccia e non fai andare da nessuna parte, quella che tieni per mano fiero mentre cammini tra le persone e quella che guardi con ammirazione e orgoglio.Voglio essere quella con cui litighi tutta la notte, quella con cui poi risolvi tutto e ricominci da dove vi eravate interrotti.
Voglio essere la tua ragazza, bambina e donna.
Voglio creare con te un legame così profondo e vero che ce lo ricorderemo per sempre, non importa quello che succederà, ma tra venti, trenta, quarant’anni, quando magari nemmeno ci parleremo più, solo allora vorrò essere per te un solo tipo di persona: quella che ricordi come la migliore che hai avuto, e di cui avrai nostalgia.
Voglio essere per te, la persona che più ami e odi al mondo, voglio essere gli antipodi e piacerti comunque, in tutti i modi, in tutte le salse, in tutte le mie sfumature.
E non so dirtelo in altro modo.
Voglio essere la tua persona.
E pensare che mi sembra quasi ieri.
Quel giorno che ti ho conosciuto.
Mi sembra quasi ieri la prima volta che ti ho stretto tra le mie braccia.
Mi sembra quasi ieri la prima volta che ho pensato cavolo,ci sto sotto...’ Mi sembra quasi ieri dalla prima volta che le nostre labbra si sono sfiorate,eppure è già passato un mese da quel “si”. Cazzo io con te ci voglio passare i secondi,le ore,i giorni,gli anni,l’infinito!!
Voglio essere la prima persona che vedrai quando la mattina ti sveglierai,che ti dará il Buongiorno con un bacio, che porterà mano nella mano un nostro futuro figlio. Io credo in tutto questo, credo in noi e cavolo,ti amo!
È stato un miracolo averti incontrato, è mi sento sempre più fortunata di averti vicino.
La prima volta che ti ho visto ho pensato che c’era qualcosa in te di cui davvero avevo bisogno. Poi ho capito che non era qualcosa di te.
Era di te che avevo bisogno.
Tu mi fai stare bene, anche con un tuo cazzo di TI AMO mi fai venire il sorriso.
Tu fai di tutto per farmi stare bene.
Però amore per me non c’è bisogno di gioielli,basta solo i tuoi occhi che mi guardano come nessuno ha mai fatto mai.
Credo che la felicità abbia il profumo di te,di noi,di te che sorridi,di noi che ridiamo,di te che mi guardi con i tuoi occhioni,di noi che guardiamo e ci capiamo,di te che sei dolce,di noi che ci abbracciamo stessi e non ci lasciamo,credo che la felicità abbia il profumo di me e te insieme, di noi che ormai ci apparteniamo.
Io mi sono innamorata di te,
Non l'ho fatto per noia,
Nè per solitudine.
Ho capito di essermi innamorata di te, quando un giorno senza te è un giorno perso,
Quando sono arrabbiata col mondo ma non con te,Quando mi prendi la mano e non me la lasci più.
E mi innamoro ogni volta che mi baci e mi tocchi, mi fai sentire libera e protetta.
Parlare d'amore è difficile, però poi penso a te e tutto diventa facile. Perché tu rendi l'amore una cosa semplice.
Sei mio amore
Non è che mi piaci e che sto proprio in fissa con te💨
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intotheclash · 3 years
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"Le otto e due minuti! Sei in ritardo!" Fu l'accoglienza di mio padre, mostrandomi platealmente il suo orologio. Poi, rivolto a mia madre: "Maria, tira fuori il minestrone dal frigo, che pure questa sera, tuo figlio se l'è guadagnato."
Questo significava giocare sporco. Avevo tardato soltanto due minuti. Due minuti non erano un cazzo di fronte all'eternità. Chi cazzo sarà mai stato quello che aveva inventato il minestrone? Bastardo di un sadico. Speravo con tutte le mie forze che stesse marcendo all'inferno da un pezzo. E che tutti i diavoli stessero facendo a gara a chi gli infilzava il culo con più forza. Se l'era meritato! Dovevo aver fatto una faccia davvero buffa, perché i miei scoppiarono a ridere come davanti ad un film di Stanlio ed Ollio. Mia madre mi passò accanto scompigliandomi i capelli, si diresse verso il forno, aprì lo sportello e ne fece uscire la più buona di tutte le magie: pollo arrosto e patatine. Quello si che era mangiare! Altro che quell'insulsa brodaglia! Lo sconforto mutò all'istante in incontenibile euforia. Cavolo, sembrava fosse Domenica! Abbracciai mia madre e le stampai un bel bacio con lo schiocco su una guancia, feci lo stesso con mio padre. Lui ne fu felice, lo so, anche se non lo avrebbe mai dimostrato. Era poco incline alle smancerie, infatti mi allontanò delicatamente dicendo: "Va bene, ho capito, sei felice. Però adesso vedi di farmi un favore, piccolo ruffiano: togliti dai coglioni, che mi impedisci di vedere la televisione. E fallo subito, altrimenti, nel minestrone, ti ci faccio il bagno."
Mi avventai sulla mia cena come un lupo digiuno da una vita e, in men che non si dica, il piatto era di nuovo pulito. Luccicava a tal punto che poteva benissimo essere di nuovo riposto nella dispensa senza passare per il lavandino. Una volta soddisfatto l'animale selvaggio che dimorava all'interno del mio stomaco, sollevai lo sguardo e lo feci andare per la cucina. C'era qualcosa che non andava. Qualcosa che prima, in balia della fame, non avevo notato, o che avevo ritenuto del tutto trascurabile. Mia sorella non era a tavola con noi.
"Dov'è Marina?" Chiesi
"Di là, in camera sua." Rispose secca, mia madre, lanciando un'occhiata di traverso a mio padre, che, da parte sua, non diede segni di vita. Rimase con lo sguardo incollato allo schermo e la forchetta a mezz'aria. Segno che gli interessava molto di più ciò che stava guardando.
"E non cena con noi?" Era un bel po' strano. Lei aveva perennemente fame. Non prendeva un chilo neanche ad ammazzarla, ma era vorace come un pesce gatto. Molto strano!
"Ha detto che non aveva fame." Rispose nuovamente mia madre, arrossendo all'istante.
"E' impossibile!" Qualcosa non quadrava. E non potevo restarne all'oscuro.
"Ha bisticciato con tuo padre e le è passata la fame."
"Se è così, allora la strapazzo tutte le sere. Con quello che si mangia, in un anno mi compro la macchina nuova!" Disse mio padre, senza distogliere gli occhi dalla tele.
"Piantala, Alfredo! Stasera hai davvero esagerato!" Ruggì mia madre. Finalmente aveva disseppellito l'ascia di guerra.
"Adesso non farmi incazzare pure tu, Maria! Che ancora mi deve passare quella di prima. Ero stato chiaro con lei, mi pare. L'avevo avvisata. Ma lei, no, lei vuole fare di testa sua. Si sente grande, allora si becca le conseguenze. In casa mia, fa quello che dico io. Giusto o sbagliato che sia. Quando sarà maggiorenne, potrà fare quello che le pare, ma, intendiamoci, fuori da qui. Fino ad allora: muta ed obbediente!" Bevve un bel bicchiere di vino rosso, tutto d'un fiato, si pulì la bocca col polsino della camicia e: "Perdio!" Aggiunse. Come a dire: capitolo chiuso! Capitolo chiuso un corno. Mia madre indossò l'armatura, salì a cavallo e partì alla carica, lancia in resta. E, cazzo, io ancora non avevo capito un bel niente! Una volta tanto che ne ero fuori, che il cazziatone e, forse, pure le sberle toccavano a mia sorella, avrei voluto godermi lo spettacolo, fin dall'inizio. Mi ero perso il primo tempo, peccato, me ne rimasi seduto in attesa di una sorta di riassunto delle puntate precedenti. Riassunto che non tardò ad arrivare.
"Complimenti! Devi essere proprio fiero del modo in cui ti esprimi! Lo punzecchiò mia madre, preparando l'assalto finale.
"Non ne sono fiero, né mi dispiace. Semplicemente me ne sbatto le palle. Mi hai conosciuto così e così sono rimasto. Non hai ricevuto brutte sorprese. E adesso, per favore, taci, che voglio ascoltare la tele."
"Taci? Mi hai detto di tacere? Certe volte sei più ridicolo che offensivo. Ti comporti come la caricatura di un dittatore. Fai questo, fai quello, parla solo quando sei interrogato, taci. Ma chi ti credi di essere? In questa casa hai rispetto soltanto per quello che dici tu. La tua parola è Vangelo. E noialtri inginocchiati ad obbedire agli ordini."
"Cazzo, ora che mi ci fai pensare, non la trovo una cattiva idea. Niente affatto cattiva!" rispose mio padre, che sembrò valutare davvero l'offerta.
"Bravo, continua pure. Se ti tolgono le parolacce e le bestemmie dal vocabolario, rimani con quattro parole contate. Sei tu che dovresti tacere, non io."
"Te lo ripeto per l'ultima volta: non farmi incazzare!"
"Altrimenti cosa fai? Mandi anche me in camera mia? Come hai fatto con Marina? Che, poi, tornando al discorso di prima, cosa ha combinato di tanto grave? Ti sei lanciato contro di lei come un cane rabbioso!"
"Le avrò detto almeno mille volte che non la voglio vedere insieme a quei vagabondi perdigiorno!"
Finalmente! Iniziavano ad uscire fuori i dettagli. Mi ero quasi stancato di aspettare. E, senza sapere di cosa stessero parlando, mi era difficile decidere da che parte stare, visto che non si trattava di me. Ora c'era da sapere chi fossero i vagabondi. Qualcosa si stava muovendo e la mia attenzione si stava risvegliando.
"Fammi capire bene," Disse mia madre con una voce da calma prima della tempesta, "Stavi tornando a casa dal lavoro ed hai visto Marina che parlava con Francesco, Alessandro e Fabio, il figlio del fattore del conte. L'hai vista parlare con loro sulla scalinata della cattedrale. E' così, vero? Avevo capito bene?"
"Precisamente!"
"E tu avresti fatto quella scenata da indemoniato solo per averla vista parlare?"
"Ridevano, anche!"
"Ah, ridevano! Ecco svelato il mistero! Certo, questo cambia tutto! Di, ma ti sei rincoglionito? Ti ascolti quando parli? Parlava e rideva...Tutto qui l'atroce misfatto?" Era offesa e furiosa. Ero sicuro che, se avesse potuto, e se fosse stata meno gentile, lo avrebbe volentieri preso a calci nel culo.
"Non era tanto quello che faceva, ma con chi lo faceva. Marina può parlare e ridere quanto vuole, ma non con quelli. Quelli non li deve neanche guardare. E' per il suo bene!" Mio padre, certe volte, era proprio uno stronzo. C'erano pochi dubbi.
"Quelli, come li chiami tu, sono figli e nipoti dei tuoi migliori amici, con i quali giochi a carte tutti i giorni e vai in cantina a sbronzarti. E ti sbronzavi con loro anche da giovane. Me lo ricordo bene. Ora vorresti salire sul pulpito e fare la predica agli altri? Te lo sei dimenticato cosa dicevano di te e della tua cricca?" Brava mamma, faccio il tifo per te, pensai.
"Che cazzo c'entra? I loro genitori sono a posto, onesti, simpatici e, non ultimo, dei gran lavoratori!"
"E Francesco, Alessandro e i loro amici, invece, come sarebbero?"
"Lasciamo perdere, che è meglio."
"Non lasciamo perdere affatto, caro mio! Con te, non si finisce mai un discorso. Si apre e si chiude a tuo piacimento. E io sono stufa! Ti ripeto la domanda: come sarebbero, secondo te, gli amici di tua figlia?" Conosceva la risposta, non era un'ingenua, o, peggio, una stupida. Sapeva benissimo come la pensasse quel retrogrado del marito, nonché mio padre, ma, evidentemente si era stancata, non gliela avrebbe fatta passare liscia. Non stavolta. Se lo sarebbe mangiato vivo. E quel “gli amici di tua figlia”, non era stato buttato lì a casaccio. Era una provocazione bella e buona.
"Degli scansafatiche e dei drogati! Ecco cosa sono! Ci tenevi tanto a sentirtelo dire? Bene, ti ho accontentata!" Urlò mio padre, sputacchiando un pochino.
"Ma bravo! Sei veramente bravo a sputare! Anche le sentenze! Sei il figlio legittimo di quella mentalità ottusa e paesana in cui sprofondi. Non sai un bel niente di loro, ma giudichi lo stesso. E trascuri che quei ragazzi lavorano tutti e tutti portano a casa la pagnotta. Tutti, tranne Francesco, che..."
"Che è un perdigiorno dichiarato! E drogato!" Soddisfatto della risposta, diede fuoco ad una delle sue pestilenziali nazionali senza filtro.
Mia madre non raccolse il guanto di sfida, non gli avrebbe permesso di buttarla in caciara. Proseguì del suo passo, lento, ma fermo: "Che fa l'università. Si è diplomato con il massimo dei voti e, con lo stesso profitto, sta proseguendo gli studi. sono sicura che riuscirà prestissimo a diventare un ingegnere navale."
"Bene! Ci sei cascata! E' bastato lasciarti parlare e ti sei messa in trappola con le tue stesse mani! Lo sapevo!" Esultò, raggiante, il vecchio.
"Ma che vai ululando? Sei già ubriaco prima di uscire?" Rispose mia madre, non aveva idea di dove volesse andare a parare.
"Lo hai appena detto tu, che vuole diventare ingegnere navale."
"Allora?"
"Andiamo, mi pare evidente. Ecco la prova che è un drogato. Abitiamo in collina, il mare più vicino è a quasi cento chilometri e lui cosa sceglie di fare? L'ingegnere navale! Solo uno stupido, o, appunto, un drogato poteva avere una simile idea!" Stavolta il vecchio non aveva tutti i torti. Come cazzo era venuto in mente, a Francesco, di studiare tanto per diventare cosa? Ingegnere navale! L'indomani mi sarei dovuto ricordare di chiederlo a Tonino.
"Se fai di questi ragionamenti, allora, mi sa che il drogato sei tu! La verità è che certi tuoi giudizi, anzi, meglio, certi tuoi pregiudizi hanno come unica fonte le bigotte chiacchiere di paese, cioè il nulla. Nessuna prova. Ti basta aprir bocca e sparlare, proprio come la maggior parte dei tuoi paesani."
"Beh, proprio nulla non direi."
"Su allora, dimmi che prove hai? Quali sono le prove che inchiodano quei ragazzi alla droga? I capelli lunghi? I vestiti che non ti piacciono? Il fatto che , senza mai far del male a nessuno, fanno quello che vogliono?"
"Certe volte, le prove non servono." Asserì con fermezza, mio padre.
"Non servono a te! Tanto li hai già condannati!"
"Ti ripeto, che non servono. Ricordi quando tutto il paese mormorava alle spalle di tua cugina Antonietta?"
"Certo che me lo ricordo..." Mormorò mia madre, abbassando lo sguardo e lanciandomi un'occhiata furtiva.
"Ricordi che tutti erano concordi nel dire che era cornuta e puttana? Nessuno fornì le prove, ma lo dicevano lo stesso. Come andò a finire?
Andò a finire che era la verità!" Concluse, soddisfatto, mio padre.
"Ma quali prove? Quale ragione? Ti risulta che fosse cornuta?"
"Cornuta no, ma puttana si! Perdio! Altro che andare a Roma a fare la cameriera, come diceva lei. Lo so io cosa andava a fare! Sul fatto dell'essere cornuta, però, è vero, si erano sbagliati. d'altra parte, suo marito, buon'anima, era brutto come la paralisi, chi altra avrebbe trovato il coraggio di andarci a letto? Solo lei. Ma, visto come stavano le cose, forse si faceva pagare!"
Mia madre ebbe uno scatto d'ira che spaventò anche me. Gli arrivò ad un palmo dal muso, furente, credo che avesse avuto una gran voglia di insultarlo. Ma, credo anche che, in quel momento le venissero in mente soltanto parolacce. E lei non diceva parolacce, così si limitò a ripetere: "Sei un...Sei un..." non riuscii mai a sapere cosa fosse, di preciso, mio padre. Non fu in grado di terminare la frase. Lui si alzò dalla sedia visibilmente soddisfatto e uscì di casa. Il caffè e la solita partita a tresette lo stavano aspettando.
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vitadiimerda · 3 years
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la voglia di ammazzarmi sta diventando sempre di più. Dio non ho chiesto a nessuna persona di farmi nascere,ma ei,un giorno i miei genitori hanno fatto “facciamo una figlio” e tac eccomi qua,che mi domando ogni secondo della mia vita del perché sono ancora qua. Nulla volevo “avvisarvi” che mi sono stancata di tutto quanto,credo che ahah di essere arrivata al limite. Ed è strano,sapete perché? perché continuo a ripetermi che va tutto bene,che non c’è ne nessun problema,che sto benissimo; ma a chi cazzo voglio prendere in giro dai.
Mi sono rotta il cazzo che ogni volta che esprimo la mia cazzo di parola vengo presa per vittima o roba del genere,a tipo ragazza che vuole l’attenzione di tutti. io? io che mi vergogno di ogni singola persona voglio l’attenzione del mondo intero? c’è dai mi fate ridere. Ditemelo che non parlo con nessuno di come sto o come sta andando la mia vita,chiedetevelo,forse appunto perché ho paura di nuovo del vostro parere personale su ciò che provo,che sento,o semplicemente su come cazzo sto. Continuate a ripetermi che devo andare da uno che mi curi “perché ho dei gravi problemi” MA DIO BASTA DIRMELO OGNI CAZZO DI VOLTA CHE ESPRIMO IL MIO PARERE,il bello che me lo dite pure in anonimo.
Bah stavo riuscendo finalmente a mangiare bene ma ho avuto un crollo..di nuovo..ho perso 5/6kg in giro di circa una settima anche di meno..perché do peso alle vostre cazzo di parole. Sto tornando a chiudermi in me stessa..mi ero promessa di non farlo un’altra volta,ma eccoci qui. Boh nulla non so più che dire sento un vuoto abbastanza grande dentro di me. Nulla mi stava tornando l’autostima,sta riandando via come niente,a volte mi trucco e faccio “cazzo che bella” esco,vedo una mia amica e faccio “dio vorrei essere lei” oppure mi sveglio bene,mi alzo mi lavo la faccia e ripeto tra me e me “non sono così male” vedo un video/una foto di qualcuna,e ciò che ho detto diventano solo parole. Vorrei tanto essere una di quelle ragazze,che hanno il viso delicato,la forma degli occhi perfetta,il naso perfetto,il sorriso cazzo,IL SORRISO,insomma..come tutte le mie amiche..è nulla,mi dispiace perché stavo riuscendo a piacermi dopo tanti sacrifici che ho fatto per tutto ciò,stavo pure mangiando di nuovo bene,ma che strano rovino sempre tutto. Fa nulla,ora faccio finta di niente vado a scuola,dirò a tutti che sto bene,perché alla fine è così,sorriderò come sempre con quel cazzo di sorriso che per carità,lasciamo stare.
Volevo accennare una cosa; chiamatemi troia quanto volete,datemi della puttana,della bagassa,però pensateci bene al significato,perché non mi pare che la do al primo che passa. Credo che la scuola è la prima cosa che mi sta facendo pensare di mollare tutto. Non c’è la faccio più,più mi impegno e più non risolvo un cazzo,bene ora non mi impegnerò più perché tanto ho capito che non risolvo nulla lo stesso,rimane sempre uguale. i miei non sanno praticamente nulla di me,anzi..togliendo praticamente. Mi guardano come per dirmi “non riuscirai a fare nulla nella vita” oltre a sentirmelo dire ogni cazzo di giorno. Detto da loro mi da una sensazione strana,credo che a tutti capita...quindi non importa. L’ultima volta che ho pubblicato una cosa del genere..molti hanno cercato di aiutarmi,quindi grazie. La maggior parte mi ha insultato,come se io non potessi esprimere ciò che dico perché è “tutta finzione” il mio corpo non la pensa così,le mie mani,le mie braccia,le mie gambe,il mio cazzo di fisico non la pensa esattamente così. Nulla mi viene da piangere,perché ciò lo vorrei dire di persona a qualcuno che mi ascolta,però senza che mi metta a piangere,perché si ho paura che la persona in questione mi prenda per bambina,ma dettagli AHAHAHAH è solo un periodo che passerà. Che poi manco ci do molto peso perché per me l’importante è bere, fumare,fare cazzate,divertirsi,gli amici ecc.. quindi che cazzo ci sto a scrivere qua. Però non so perché,ma certe notti vorrei non svegliarmi più,ho un peso enorme che mi sta schiacciando sempre di più è credo di aver toccato il fondo.Ho paura di postare ciò,per paura del vostro pensiero,sappiatelo. Per favore andate piano con le parole,ci tengo,vorrei parlare come lo fanno tutti,senza essere insultata sul mio pensiero. Sono qua solo perché ho promesso di non andarmene. Se qualcuno a letto tutto,ily grazie,ho bisogno di un abbraccio💞
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Quello che lasciamo
In effetti ho sempre scritto alla fine degli ultimi anni. Ho sempre avuto la pulsione irresistibile, nel vuoto delle pause o in vacanza di fine anno, di liberarmi di pensieri e parole che mi rigiravano in testa e forse anche per guardare avanti con un nuovo spirito.
Tumblr media
Nel 2019 ovviamente dalla Colombia, dove presente e a mio agio nei miei panni come mai prima, guardavo con soddisfazione e gratitudine ogni mia conquista, anche quella di essere riuscita a compiere quel viaggio da sola, nonostante la mia paura profonda di pianificare e raggiungere obiettivi.
https://nicobrunettiproduction.tumblr.com/post/189926836318/giusto-una-settimana-fa-ero-su-una-cima-innevata
Nel 2018  a Plataci accettavo finalmente con amore il mio stato di solitudine e godevo del mio spazio di vuoto.
https://nicobrunettiproduction.tumblr.com/post/181455638448/vorrei-davvero-condividere-con-voi-questo-che-%C3%A8-il
Nel 2017 fra le montagne innevate di Madonna di Campiglio, mi sentivo rotta, crepata e ferita un po' come alla fine di una guerra che non volevo più combattere.
https://nicobrunettiproduction.tumblr.com/post/169168161088/per-avere-luce-bisogna-farsi-crepa
Nel 2016 dal Vietnam la consapevolezza che il mondo stesse finendo. Il mondo per come lo avevo vissuto fino a quel momento…e la sensazione di sollievo del poter finalmente spogliarmi del peso di me stessa.
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E poi nel 2015 la prima percezione della crepa nel muro. Del coniglio bianco in Matrix. E di un desiderio di libertà che non poteva essere esperito nella strettissima e affollata realtà che mi ero costruita attorno.
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Quest’anno non ho scritto, mai. In tutto questo anno eccezionale non ho avuto mai avuto il desiderio di scrivere. Men che meno alla fine. Eppure qualcosa da dire ci deve essere. Questo 2020 ha cambiato molte cose per molte persone. E per me?
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E allora parto dalla fine, dalla conclusione: amo ogni cosa che questo 2020 mi ha inaspettatamente regalato. Doni quasi inimmaginabili un anno fa, mentre mi dondolavo su un'amaca in un ostello a Santa Marta. In un anno così terribile, dominato dal caos, mi rendo conto dell'infinito patrimonio di connessioni, energie, passioni di cui ho potuto godere fra un gioco serio e un impegno senza scopo. Fra un gibberish o un  playfight e uno shattered tower fra una conversazione sull'estetica in mezzo al mare delle Cinque Terre, una cima del Gran Sasso e una mano di vernice sul muro del mio nuovo studio casalingo. Fra un workshop sul metodo sperimentale e una retrospettiva.
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Test di simmetria: qualunque cosa tragga più vantaggi che svantaggi dagli eventi casuali (o da alcuni shock) è antifragile, in caso contrario è fragile. (Nassim N. Taleb - Antifragile)
Mi esplode nella testa questa frase mentre osservo le colline bolognesi intorno a me nel pieno sole di gennaio. Wow, Nico, che bello. Brava…davvero, wow…
[Mi sono costretta a scrivere anche questo commento, che mi scivolava fuori dalla testa, prima che l'imbarazzo che provo nel pensarlo lo nasconda. Lo dono quindi alla piena luce con cura e delicatezza. Perché dei privilegi che abbiamo, ho scoperto, non dobbiamo vergognarci, ma semplicemente esserne grati.]
Qualcosa di me, del mio percorso, del mio contesto mi ha permesso di affrontare questo anno in maniera più positiva che negativa, di dimostrarmi più capace a fare cose di quanto avrei mai potuto pensarmi. È bello. Posso respirare.
E invece qualcosa proprio nel finire di questo lungo anno mi ha impedito di respirare bene. Mi ha appesantito e tenuto con la testa sott'acqua, lo sguardo fisso su un obiettivo (uno qualunque) e il cuore stretto in una morsa.
Come dice il saggio (di Interstellar XD ) per andare avanti bisogna lasciare qualcosa indietro. Ma in questo 2020 è stato difficile pensare a cosa lasciare, come se tutto sembrasse equamente indispensabile, vitale. Anche l'ansia, anche il dolore, anche l'amore…
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Eppure qualcosa dobbiamo lasciare andare per fare spazio al nuovo. 
E forse io non sono pronta. Mi tremano le gambe al pensiero. La mente sfugge. Vorrei sapere qual è la scelta giusta. Ma non lo so.
E allora sapete cosa ho deciso in questo 2021 ormai inoltrato? Che lascerò scegliere al corpo. Quello straordinario strumento di percezione che abbiamo in dotazione e che per anni ho allenato e sfruttato per ottenere performance. Ora chiedo a lui che cosa non mi serve più, cosa mi sta ingombrando, cosa mi limita nel mio desiderio di correre veloce. Come sognavo da bambina. 
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E prima di chiedere, al mio corpo rivolgo delle promesse (ufficiali e solenni come solo le parole di Bruno Lomele posso essere):
prometto di non forzarti mai a darmi ciò che non ti senti di darmi;
prometto di rispettare il tuo sentire;
prometto di non permettere mai che siano le mie paure a decidere cosa tu possa o non possa fare;
prometto di imparare ad aspettare che le cose che desidero abbiano il tempo di maturare;
prometto di chiedere scusa quando mi accorgerò di aver tradito qualcuna di queste promesse, cercando di riparare e di impegnarmi a fare meglio in futuro;
[Il post completo, in tutto il suo splendore lo trovate qua  https://www.facebook.com/amore.amorevole/posts/ti-amo-voglio-stare-con-tema-mi-amerai-per-semprenon-lo-sonon-lo-saino-non-so-se/2824308804247614/ ]
E con queste promesse di qualità, attraverso la corsa, lo yoga e tutti i modi che posso utilizzare per sentire attraverso il corpo, spero di non fare le scelte giuste. ma di fare le scelte buone, le scelte che desidero in piena libertà. Passo dopo passo.
Buon anno Nico. E buon anno a tutti.
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sandnerd · 3 years
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SAO Alicization: War of Underworld - Ep 10 - La dea della creazione Stacia
IN ITALIA L’ANIME E’ VISIBILE GRATUITAMENTE SULLA PIATTAFORMA VVVVID! SUPPORTIAMOLA! ---> https://www.vvvvid.it/show/892/sword-art-online-alicization-war-of-underworld/1005/541319/la-dea-della-creazione-stacia
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Alzi la mano chi non vede l'ora di vedere Asuna che fa il sedere a strisce a quel depravato pazzoide di Miller! Non posso vedere ma sono certa che tutti l'hanno alzata. Tuffiamoci quindi in questo nuovo episodio. Torniamo innanzitutto al dive di Asuna, con Higa che le spiega che userà l'account più cazzuto di tutti, quello della dea Stacia, e per questo avrà i poteri di amministratore, Quinella attaccati, che le permetteranno addirittura di modificare la geografia del territorio. Però occhio, perchè se usa questi poteri come se non ci fosse un domani caricherebbe troppa tensione sulla fluctlight e non penso che andrebbe molto bene per la nostra Asuna, dunque vacci piano co' sti poteri. Neanche a farlo apposta, appena la minaccia nemica viene sventata Asuna accusa un leggero mal di testa, e allora sei stupida scusa, non ti ha detto che questo quel poveretto di Higa! Comunque Asuna atterra chiedendo subito dove sia Kirito. E guarda il caso quelle che le rivolgono la parola sono Ronye e Tiese, che la ringraziano per averle salvate ed aver salvato anche il senpai Kirito. E daje Asuna, fortunata dalla testa ai piedi, di tutto l'esercito è spuntata giusto giusto nel punto esatto dove si trovava il nonnino, i romanticoni diranno che è la forza dell'amore, io che sono cinica dico che è stata una gran botta di fortuna. Però bella la scena tra i due, con Kirito che appena sente la voce di Asuna ha un minimo movimento e comincia a piangere, tentando anche di parlare, io ci scherzo su, ma ciò fa capire quanto amore c'è veramente tra i due. 
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Comunque ancora le due ragazze non hanno capito chi cacchio è questa, visto che ha detto di non essere Stacia, e lei dice che vuole spiegare la storia a tutti quanti invece di ripeterla per ogni cavaliere che si trova nel regno, e chiede di essere condotta dai cavalieri appunto. Ma non fa in tempo a seguire la due ragazze che Alice prova a farla a fettine perchè ha osato andare da Kirito senza manco chiederle il permesso. Oh biondina calma i bollenti spiriti che quelli da mo che sò fidanzati, ora non è che tu te ne prendi cura per qualche puntata e ti arroghi l'esclusiva! Asuna prova a spiegare, tra una parata e l'altra, che quello sarebbe il suo uomo, chi diavolo ti senti Raperonzolo, ma Bercoulli interrompe lo scontro fra le due e dice che questa qui non è una nemica o una spia perchè ha aperto un burrone largo un botto, impedendo all'esercito oscuro di avvicinarsi. Dunque chiede a Ronye e Tiese di mettere su un bel pò di tè e di chiamare tutti per ascoltare ciò che ha da dire Asuna, massì siamo solo nel bel mezzo di una guerra interrazziale, il tempo per bere il tè c'è. Dopo un piccolo teatrino che speravo tanto non ci fosse tra Asuna e Alice, nel quale battibeccano ancora su Kirito, ci riuniamo in consiglio con i cavalieri presenti, che ascoltano ciò che ha da dire Asuna. Ed in sostanza lei dice la verità, che esiste un mondo esterno in cui due fazioni opposte si contendono l'Underworld, che lei viene da parte di coloro che vogliono proteggerlo e che la fazione opposta a loro, che è riuscita anch'essa ad entrare nell'Underworld, vuole sostanzialmente mettere le sue mani malate e pazzoidi su una entità sola, dopodiché annienterebbe tutto l'Underworld. E questa entità è naturalmente Alice, sempre lei, la serie si chiama Alicization per un motivo. 
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Intanto applaudo Bercoulli per la sua apertura mentale, poichè accetta l'esistenza di un altro mondo oltre al loro visto che in passato manco sapeva dell'esistenza di un Dark territory ed ora ci sta combattendo contro; il cavalierone inoltre dice ad Asuna che è un po’ in ritardo visto che i nemici sono già arrivati ed hanno già schierato l'esercito. La ragazza allora si chiede sconvolta se gli account dei personaggi oscuri non fossero protetti da password. LO SO Asuna, ci ho perso dieci minuti anche io su sta cosa, cazzarola Hige fai tutto l'esperto ma una cacchio di password a quegli account potevi metterla, ma che cavolo ti pagano a fare quelli della Rath. Ma lasciamo stare, il piano prevede che Asuna ed Alice vadano nel mondo reale, di modo che i nemici non si interessino più all'Underworld. Mi ero rassegnata a non sapere mai il perchè, con gli anime se ti fai domande è finita, ma Renly, menomale che c'è lui, fa la stessa domanda che ci facciamo noi dall'inizio della stagione: perchè questi cattivoni vogliono la sacerdotessa di luce? Hanno il conto in rosso e non possono pagare la bolletta della luce? A rispondergli è Scheta, mamma mia menomale che c'è anche lei, se mi chiedeste chi preferisco fra tutti la mia risposta sarebbe lei, non so come cavolo faccia a saperlo, ma spiega che è perchè Alice è riuscita a spezzare il sigillo dell'occhio destro. La stessa Scheta ammette che anche a lei è capitato di avvertire in alcune situazioni un dolore all'occhio destro, precisamente quando pensava a quanto doveva essere bello tagliare la Central Cathedral con le proprie mani, Scheta sei strana ma ti amo. 
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Dunque la sacerdotessa è Alice perchè è riuscita a ribellarsi al sigillo imposto dalla Somma defunta, e lo stesso Bercoulli, che credo l'abbia sperimentato, spiega che il dolore si attiva quando si nutrono dubbi verso la Chiesa Assiomatica e l'alto prelato, pace all'anima sua (anzi no). Dopotutto anche a Eugeo nella scorsa stagione era successa la stessa cosa quando aveva preso a schiaffi con la sua spada i due maniaci che volevano violentare Ronye e Tiese, aveva in parole povere messo in discussione l'indice dei Tabù. Cioè questo significa che se ad avere lottato contro Quinella fosse stata, che so, Fanatio, rompendo il proprio sigillo, allora la sacerdotessa di luce sarebbe stata lei? mah. Comunque poco male, perchè l'occhio esplode ma poi si riforma, alla faccia della punizione, la Somma era anche stupida a non pensare ad una punizione un po’ più duratura. Alice poi ricorda una cosa fondamentale, e cioè che la Somma aveva detto "codice 871", e ad Asuna si accende un campanello perchè lo riconosce come un codice imposto dalla Rath. Ma facciamo ordine: la Rath sta facendo un esperimento per ottenere intelligenze artificiali capaci di pensare autonomamente, ma con la presenza di un sigillo del genere come cavolo potrebbero farlo? (anche se io lo farei alla fin fine, tanto l'occhio si riforma). E la conclusione a cui arriviamo dunque è che qualcuno sta sabotando l'esperimento dall'interno della Rath! Vorrei tanto sapere perchè, ma sono grata che intanto stiano spiegando queste cose, non voglio chiedere troppo. 
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Dunque ora non solo abbiamo i nemici dichiarati, ce n'è un altro sotto copertura, perchè un nemico solo era noioso. Andiamo avanti, Bercoulli fa una domanda che a mio avviso dal loro punto di vista doveva uscire prima, e cioè chiede perchè sono tanto fissati con questa sacerdotessa di luce e cosa vogliono farci nel mondo reale. Beh noi lo sappiamo, e lo sa Asuna, ma se lo dicesse credo che non si attirerebbe le simpatie dei presenti, per cui dice che non può dirlo e che spera che Alice deciderà da sola cosa fare, dopo aver visto il mondo reale (e quanto fa schifo aggiungo io). Ad ogni modo per ora conviene pensare alla minaccia del Dark territory, al limite con le truppe sarebbe possibile anche stringere la pace, in seguito penseranno al mondo reale. Asuna si offre di combattere anche lei, nonostante avverte che potrà usare il suo potere di controllo geografico solo un'altra volta o due. Arriva l'ora di andare a dormire, ma Asuna non ne vuole sapere, e tenta di andare da Kirito, ma viene fermata da Alice, e le due ricominciano a fare a gara su quanto sono state con lui. Ed ancora Asuna non dice chiaramente alla bionda che lei è FI-DA-NZA-TA con quello lì, e quindi c'è poco da fare. No, meglio battibeccare come delle bimbe, ed a migliorare la situazione arrivano Ronye, che solo perchè gli puliva la stanza pensa anche lei di potersi infilare nell'harem, ed un'altra, penso la maestra di spada all'accademia, questa l'avevo totalmente rimossa, che pure lei vuole unirsi al Kirito party. Asuna non fa una piega davanti a tutte queste che in sostanza corrono dietro al suo fidanzato, ed afferra una chitarra per cantare kumbaya nella tenda di Kirito mentre quel poveretto tenta di dormire abbracciato alle due spade. 
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Finisce l'episodio, ed io sono contenta che finalmente abbiano deciso di spiegarci qualcosa mettendo in pausa la battaglia, è stato illuminante finalmente ragionare e collegare alcuni eventi tipo il sigillo nell'occhio destro e capire che è connesso al perchè Alice sia la sacerdotessa di luce, mi mandava in bestia che tutti prendessero per buona questa tesi senza mai chiedersi il perchè. La mia contentezza però è un pò guastata dalle beghe tra le ragazze per accaparrarsi il SeNpAi, che mi hanno fatto scendere tutto l'hype che la battaglia mi aveva fatto salire, siamo tornati ai tempi della prima stagione in cui ogni individuo di sesso femminile cadeva ai piedi di Kirito e ciò abbassa di molto la qualità della storia, anche perchè Asuna potrebbe tranquillamente dire che sono ultrafidanzati e in Sao si sono pure sposati e cresciuto una bambina, e così chiudevi la bocca a tutto l'harem. Ma Sword art online e l'harem sono sempre andati a braccetto, anche se ciò non piace a tutti, quindi faccio come al solito e ci passo sopra. Mi resta l'interrogativo sul perchè Asuna sia arrivata così tardi mentre Miller e Vassago abbiano potuto nel frattempo preparare un intero esercito, mah. E Kirito? ora che Asuna è in giro si sveglierà finalmente? Riusciranno i due eserciti a fare pace alla faccia di Miller? Vedremo! Alla prossima! -sand-
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giulia-liddell · 4 years
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Ci sono dei sospetti ed i sentimenti di qualcuno fanno rumore
Parole: 4938 Beta: server di Discord Fandom: Sanremo RPF (Cenone di Natale AU/Sanremo Family AU) Ship: Jdato (ah l’ho scritto, hallelujah) Avvertimenti: cugini impiccioni, misgendering (involontario) da parte della famiglia che non sa di Anita, Cally usa per un momento il deadname di Anita (ma per un motivo preciso e non è esattamente misgendering... è più una battuta?), a little teeny tiny bit of angst, a good deal of fluff, cryptid?, it's cute I promise Note autore: Questo non ha molto senso senza (X) scritta da @lacrime-di-gioia... (Devo davvero fare un masterpost santo cielo)... Se vado avanti di questo passo finirò di postare i miei arretrati per il prossimo Sanremo... A mia discolpa sono stata presa da eventi familiari e altri strani fandom italiani... 
Tutti sembrano essere molto concentrati sullo stupido film che hanno scelto di andare a vedere al cinema estivo. Non è che nessuno abbia veramente deciso. Enrico e Giordana hanno fatto dei bigliettini con le possibili date e poi ne hanno pescata una. Sarebbe impossibile mettere d’accordo tutta la famiglia. Però questo… Elodie è convinta che nessuno possa essere contento di questo. Probabilmente nemmeno il regista e lo sceneggiatore. È così… Senza senso. Insomma forse lo avrebbe sopportato meglio se fosse stata accanto a Levante, che invece, grazie ad una clamorosa ondata di sfiga nell’assegnazione dei posti, è finita praticamente dalla parte opposta. Non può neanche dire di essere l’unica. Riccardo è sicuramente quello a cui sta andando peggio: nascosto nelle ultime file con il telefono in mano per messaggiare Eugenio. Anche Rancore ed Anastasio sono stati separati dal caso ma sono ad una distanza molto minore e lei riesce a vedere ogni singolo maledetto sguardo che si lanciano. Soprattutto perché Rancore è accanto a lei. Insomma la situazione non è delle migliori e questo le da molto tempo per pensare, in particolare agli strani eventi dell’altra sera che ancora non è riuscita a togliersi dalla testa. Quel discorso di Claudia che insisteva di aver visto Antonio truccato dentro al locale… Non è gelosa, però…. Ecco non è carino sentire la tua ragazza parlare del suo ex così tanto e con così tanto interesse… E poi sicuramente non poteva essere davvero Antonio… E questo rende la convinzione di Claudia nel dire che fosse lui ancora più fastidiosa… Poi c’è la questione di Cally e della scala… E quell’abbraccio… Insomma Cally è davvero l’ultima persona che avrebbe mai motivo di avvicinarsi a Diodato per qualsiasi motivo. Avevano proposto di raccogliere tutte le battute che aveva fatto su di lui in un libro! A questo punto Elodie è certa che potrebbero star guardando il film più bello della storia dell’uomo e lei non riuscirebbe a smettere di pensare perché mai adesso tutte le strade portano ad Antonio quando prima non lo considerava nessuno.
«Psst! Tarek!» esclama a bassa voce Elodie dando un colpettino sulla spalla a Rancore, lui distoglie lo sguardo da Anastasio, forse per la prima volta dall’inizio della serata, ed inarca un sopracciglio «Che c’è?» chiede confuso «Per caso sai se Cally ha pianificato di fare qualche scherzo a Diodato?» dice lei sporgendosi in avanti per farsi sentire meglio. Tarek corruga la fronte e piega la testa come per dire “Davvero? Mi vuoi chiedere questo adesso?” e poi fa spallucce «Che io sappia, no? Ma chi può mai sapere con Cally? Ma perché cazzo ce stai a pensa’ adesso?» risponde. Elodie si guarda intorno come per assicurarsi che nessun membro della famiglia stia seguendo la conversazione «Non ti pare di aver notato dei comportamenti strani in Cally e Diodato? Fuori dal normale? Come se si fossero avvicinati?» chiede con un tono che non suona assolutamente da cospirazionista. Tarek trattiene una risata «Ma Cally e Diodato? Sul serio? Vicini loro? Questa è bella!» ribatte divertito, Elodie sbuffa «Dico sul serio! Non hai notato se si sono detti qualche parola in più o cose così… Se si sono scambiati sguardi… Per esempio, pensandoci, mi sono accorta che le pause sigaretta di Cally sembrano essere straordinariamente coordinate con le uscite di scena di Antonio… Lui va in bagno o a prendere un po’ d’aria e due minuti dopo Cally va a fumare… Poi Cally torna e dopo due minuti rispunta anche Antonio… Non è strano?» insiste Elodie avvicinandosi un altro po’. Tarek la guarda confuso e leggermente preoccupato «Elo…? Stai… Stai bene?» chiede con cautela e appena nota lo sguardo omicida di lei si affretta ad aggiungere «Non fraintendermi! È che… Mi sembra un’ipotesi assurda e non capisco perché tu ti sia fissata con questa strana teoria di Cally e Diodato che improvvisamente siano amici.» Elodie si ferma a pensarci un attimo ed annuisce lievemente dovendo dare ragione a Rancore «Ma tu non sai delle cose…» suggerisce. La nonna Marina si volta dalla fila più avanti per guardarli male e gli fa cenno di fare silenzio. «Che cosa?» chiede improvvisamente interessato Tarek ignorando completamente la richiesta di silenzio. Elodie sorride con soddisfazione. L’unica luce proveniente dal proiettore del cinema le dà un’aria un po’ minacciosa. «Ho beccato Cally in camera di Antonio ieri sera.» annuncia con calma godendosi la reazione di sorpresa di Rancore. «Elo… Te devi spiega’ però… Se mi dici così sembra che vuoi dire che sono andati a letto insieme. Cally è una lesbica, lo sai vero?» riesce finalmente a rispondere Rancore dopo essersi ripreso dalla confusione «Sì, lo so che Cally è una lesbica! Infatti… Non sto assolutamente dicendo quello… Ma sai è strano… In pratica è salito in camera sua dalla finestra… E li ho visti nel letto abbracciati… Insomma è stato strano… Pensavo che siccome tu sei pappa e ciccia con lui ne sapessi qualcosa o che avessi sentito qualcosa da Marco.» spiega Elodie rischiando di alzare troppo il tono di voce per l’agitazione. Tarek si ferma un attimo a pensare «Sì è tutto molto strano. Cioè: Cally che socializza con Diodato? Strano. Cally che va in camera di Diodato? Assurdo. Cally che entra dalla finestra e si abbraccia nel letto a Diodato? Fantascienza. Io… Non credo di aver notato un comportamento insolito da parte sua… Fa le stesse battute di sempre… Antonio è lo stesso tizio schivo, perfettino ed adorato dai nonni di sempre… Aspetta…» Rancore si volta di nuovo verso Marco ed Elodie alza gli occhi al cielo «Non è il mom-» sta per dire, ma lui la interrompe «Lasciami fare.» dice mentre attira l’attenzione di Anastasio. Fa un paio di gesti ed indica Cally a qualche posto di distanza da Marco, poi dopo un altro paio di gesti indica Antonio che si trova in un angolo dall’altra parte. Marco corruga la fronte e poi fa una faccia preoccupata girando un dito per disegnare un cerchio vicino alla sua tempia mentre con l’altra mano indica Rancore. Lui sembra quasi offeso e scuote la testa prima di insistere ancora con i gesti per ottenere una risposta. Anastasio scuote la testa confuso. Tarek gli fa un segno di approvazione e finge di mandargli un bacio prima di rivoltarsi verso Elodie. «Se non vi date una mossa con il vostro primo bacio, vi strangolo entrambi» dice seria prima di ritornare sul discorso «Quindi neanche lui ne sa niente?» chiede curiosa e Rancore scuote la testa «Dice di no… E dice che sono un cospirazionista fuori di testa e dovrei farmi vedere da uno bravo. Gli ho detto che il motivo per cui gli piaccio è che è un po’ una crocerossina e se mi facessi curare non vorrebbe più uscire con me. Ha detto che ho ragione perché il discorso vale anche per lui.» spiega Rancore abbassando lo sguardo. Elodie strizza gli occhi poco convinta «E tu avresti capito tutto questo da quattro gesti?» chiede. Tarek fa spallucce «Abbiamo un nostro linguaggio per capirci. E poi ho letto il labiale.» Elodie scuote la testa «Vuoi due… Arghh… Lasciamo perdere…» commenta «Noi, cosa?» chiede Tarek non capendo cosa possano aver fatto di sbagliato «Ah, comunque ha anche detto che non dovremmo spettegolare, che Cally ha sicuramente una spiegazione e se davvero lo vuoi sapere dovresti chiedere a lui direttamente.» aggiunge subito ed Elodie sbuffa mentre rotea gli occhi «Oh, certo… Ovviamente ha detto tutto questo… Qualcos’altro?» chiede sarcastica. Tarek esita per un momento «Non ti piacerà… Ehm… Ha detto che se sei gelosa di Antonio ne dovresti parlare con Levante e non tirare in mezzo Cally.» Elodie sta per strangolare sul serio Rancore quando la nonna Marina si volta di nuovo per rimproverarli «La volete smettere?» aggiunge per buona misura al gesto del silenzio e in un colpo tornano tutti e due a stare seduti muti e composti.
Il destino sembra giocare brutti scherzi ad Elodie che non riesce a trovare un momento per parlare con Cally in privato dello strano incidente della scala. Ormai sta quasi per tramontare il sole quando riesce a separarsi dagli altri che stanno facendo l’ultimo bagno della giornata per andare da Cally piazzato sulla sua sedia a sdraio. «Ehi!» esclama per attirare la sua attenzione mentre si avvicina «Posso?» aggiunge indicando una sdraio accanto a lui. Cally si limita a fare un cenno con il capo mentre appoggia il telefono e si toglie gli occhiali da sole «Senti un po’…» comincia Elodie dopo essersi seduta «Com’è che hai passato questi giorni in spiaggia invece che in acqua? Mi sono mancati i tuoi tentativi di annegarci tutti.» dice per rompere il ghiaccio. Cally si fa sfuggire una risatina ed alza le mani in segno di difesa «Ehi ho diritto anche io di rilassarmi un po’, no?» risponde sorridendo. Elodie annuisce «Certo, certo… Però ecco è un po’ strano da parte tua… Insomma hai avuto tanti comportamenti strani di recente: Claudia mi ha detto che ti ha visto messaggiare spesso e che crede che tu ti stia sentendo con qualcuna, ma che non ti senti pronto a parlarne; poi l’altra sera ti ho visto… Okay, non ci voglio girare troppo intorno perché mi pare più giusto essere diretta. Ti ho visto in camera di Antonio. Eri abbracciato a lui nel suo letto ed è una cosa strana e non capisco perché tu fossi lì. Tra l’altro ho visto anche la scala e non capisco perché tu sia entrato dalla finestra. Stai per caso combinando qualcosa?» dice Elodie seriamente guardando Cally negli occhi. Lui rimane un momento in silenzio come se stesse ancora cercando di elaborare quello che gli ha detto, poi si limita a sorridere «Che carina, ti preoccupi della mia salute mentale…» dice sarcastico «Ti assicuro che non sta succedendo niente di strano. Intanto con chi mi scambio messaggi sono fatti miei. Si dà il caso che si tratti di un’amica comunque. Se chiedi a Rancore ti può confermare che gliene ho parlato. E per quanto riguarda Godgiven… Davvero? Credi che io possa fare il buono con Godgiven? Dai, Elo… Mi sono accorto che stava avendo una crisi perché non ha superato benissimo la sua rottura con Levante… E poi da quando ha parlato contro zia Rita ha perso un po’ la sua posizione privilegiata… Insomma mi ha fatto pena. Non sono così bastardo da prendere a calci una persona che è già a terra. E faceva davvero pena… Era una scena molto patetica… Questo non cambia assolutamente quello che penso di Godgiven.» risponde Cally con calma con un ampio sorriso. Elodie annuisce e poi la sua faccia si rabbuia di nuovo «Allora la scala? Perché sei entrato dalla finestra?» chiede confusa e Cally scoppia a ridere «Entrato dalla finestra? Non ho mica dodici anni! Sono entrato dalla porta, perché ho incontrato Godgiven in corridoio. La scala sarà stata usata per sistemare gli scuri, no? Non ti ricordi che qualche giorno fa era saltato uno dei blocchi ed uno degli scuri continuava a sbattere?» risponde tranquillamente. Elodie resta un momento a fissarlo, come se si aspettasse di notare qualche segno di menzogna. Alla fine scuote la testa e sospira «Sì… Ha senso… Forse sono solo un po’ paranoica… Ieri sono uscita con Claudia e lei ha detto che le era sembrato di vedere Antonio nel locale, forse truccato da donna. Io le ho detto che se ha visto qualcuno di truccato sicuramente non era lui, anche perché l’ha visto solo di sfuggita e insomma con il buio e la confusione è facile sbagliare… Ma lei ha insistito… Insomma un po’ mi ha dato fastidio…» spiega Elodie passandosi una mano tra i capelli «Scusa se ti ho tirato in mezzo alle mie paranoie su Antonio.» aggiunge. Prima di rispondere Cally si allunga verso il suo zaino per bere qualche sorso dalla sua borraccia «Ehi, figurati non fa niente… Per quello che vale credo che tu abbia ragione, non poteva assolutamente essere Antonio. Solo… Non andare in giro a dire che ho consolato Godgiven, potrebbe rovinare la mia reputazione.» dice facendole l’occhiolino «Magari però parla con Claudia delle tue paranoie. Mi sembra più giusto che cercare di accusarmi di avere strane connessioni con Godgiven.» conclude rimettendosi gli occhiali da sole «Adesso ti prego, vai a farti anche tu l’ultimo bagno. Ti voglio bene Elodie, ma stai disturbando i miei ultimi quindici minuti di pace prima della cena e delle attività di gruppo, ho ucciso per molto meno.» aggiunge facendo un gesto con la mano ad Elodie per indicarle di allontanarsi. Lei ridacchia e saluta prima di correre verso l’acqua.
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Appena è di nuovo solo Cally tira fuori il telefono per scrivere ad Anita. Non riesce a credere di essere riuscito a mentire con così tanta facilità anche ad Elodie ed averla convinta così in fretta. Per un attimo aveva davvero temuto il peggio
Cally: Ehi, a quanto pare siamo quasi stati beccati. Ma ho evitato la crisi 😉 Non c’è di che
Anita non visualizza il messaggio, neanche dopo averlo ricevuto da quasi dieci minuti e Cally non capisce perché. Strano. Di solito risponde subito. Abbiamo pensato questo sistema apposta per mantenere una sensazione di compagnia… Sa che non dovrebbe voltarsi a guardarla, però non riesce a trattenere la sua curiosità. Si toglie gli occhiali e si gira per cercarla nelle file di sdraio dietro a lui. Ormai molte persone se ne sono andata e riesce anche a leggere alcuni numeri degli ombrelloni. Quello che è stato occupato da Anita nell’ultima settimana è completamente vuoto. Cally si rigira e si ferma un momento per considerare la situazione. Nessun motivo di preoccuparsi. Avrà avuto voglia di prepararsi in anticipo per la cena e si è dimenticata di avvisarmi. O magari non voleva disturbare la mia conversazione con Elodie e per quello non mi ha mandato un messaggio. Cally inizia a raccogliere le sue cose e sblocca il telefono per provare a chiamarla mentre si avvia per lasciare la spiaggia. Il telefono continua a squillare a vuoto. Può essere che sia successo qualcosa? Magari Claudia ha detto ad Anita di averla vista al locale? Oh no. Starà già dando di matto. Cazzo. Sono un cazzo di idiota, dovevo stare più attento. Improvvisamente si sente insicuro su quello che dovrebbe fare. Se è agitata dovrebbe andare a tranquillizzarla, ma allo stesso tempo vederselo piombare in camera potrebbe farla agitare ancora di più… Però non risponde al telefono e non ha modo di avvisarla o di chiederle se sta bene.  
Continuando a riflettere su cosa dovrebbe fare ormai Cally è arrivato davanti alla camera di Anita. Esita per un momento e poi prova a bussare alcune volte. Non sente alcun rumore provenire dall’interno della stanza e nessuno gli apre la porta. Forse è già scesa per la cena? Forse è andata a fare una passeggiata? Cally non riesce a smettere di fare ipotesi. Decide di ritirarsi in camera sua e farsi una doccia. L’unica teoria che spera non sia vera è quella che non riesce a togliersi dalla testa. E se pensasse che ho detto io a Levante ed Elodie del locale? Se pensasse che ho fatto in modo che venisse vista da Claudia? Di certo non mi vorrà più rivolgere la parola. Cazzo. Appena rientra nella sua camera contempla di mandare un altro messaggio ad Anita, ma rinuncia appena tira fuori il telefono.  
Scende puntuale per la cena sistemandosi a tavola in mezzo al caos. È ancora preoccupato ma si sforza di sorridere. Per qualche motivo a lui sconosciuto si piazza accanto a Riccardo. Forse sa che con la sua attenzione concentrata solo su Eugenio non ci sarà il pericolo che voglia iniziare una conversazione. C’è la solita confusione ed il solito vociare tipico di ogni loro cena, ma a tavola non riesce a vedere Anita. «Chi manca?» chiede ad un certo punto indicando gli unici posti rimasti vuoti. Raphael poco distante da lui si guarda intorno e fa a mente una conta veloce dei presenti «Credo… Bugo… E… Antonio direi…» risponde a Cally con un sorriso. Cally annuisce ed aspetta che l’attenzione di zia Ama ricada sulle assenze. Tre. Due. Uno. «Come mancano Bugo ed Antonio? Oh. Qualcuno li ha visti? Sono in ritardo? Stanno male?» chiede subito zia Ama a tutta la tavolata, guardandosi intorno preoccupata. Alcuni si voltano a guardarsi a vicenda e fanno spallucce, altri scuotono la testa. In un attimo il vociare di tutti è improvvisamente aumentato. Zio Morgan si copre la faccia con una mano ed alza la voce per farsi sentire «Bugo sta finendo di vestirsi. Abbiamo solo sprecato più tempo del previsto a farci la doccia.» dice con tono esasperato. Ama annuisce «Oh. Oh, bene. Meno male. E Antonio?» chiede ancora a tutti. Nessuno sembra avere qualcosa da dire in proposito. Proprio quando Ama sembra sul punto di smettere di respirare per l’agitazione, Diodato fa il suo ingresso nella sala e si va a sistemare velocemente al suo posto, seguito poco dopo da zio Bugo che si piazza accanto al marito. A tavola ritorna la pace «Ah eccovi tutti e due! Bene, possiamo mangiare allora.» commenta zia Ama rimettendosi a posto. Cally lancia qualche occhiata furtiva verso Anita che sembra determinata a non alzare lo sguardo dal suo piatto. Non riesce a vederle il volto, ma riesce a vedere che i suoi movimenti sembrano quasi rallentati, come se le costassero fatica. Sembra… Spenta. Qualcosa decisamente non va. Cally stringe le posate come se dovesse spezzare il metallo. Vorrebbe alzarsi ed andarle a parlare, ma significherebbe attirare l’attenzione della famiglia che lei non vuole. Devo solo aspettare.
La cena scorre terribilmente lenta per i gusti di Cally che si sforza di tentare di seguire le conversazioni degli altri, un po’ per non sembrare troppo isolato ed un po’ perché ha bisogno di distrarsi dalla sua preoccupazione. Ogni tanto, quando nessuno lo vede, prova a guardare Anita, ma la vede sempre con lo sguardo rivolto verso il suo piatto che resta quasi del tutto pieno. Mentre le conversazioni si fanno più rilassate e si passa al caffè, Anita si alza molto discretamente e si allontana. Cally aspetta che esca dalla porta e con una scusa si allontana anche lui lasciando a metà un discorso con Rancore che lo fissa confuso.
Cally esce dall’edificio in tempo per vedere Anita che si dirige alla svelta verso la spiaggia e cerca di raggiungerla affrettando il passo. Cazzo è più veloce di quello che pensassi. Che cosa le sarà preso? Vede Anita che si toglie le scarpe e quasi si strappa via la sua giacca elegante, buttandola da una parte.
Riesce ad arrivare accanto a lei che ormai è sul bagnasciuga. Sta affondando i piedi nella sabbia e si è sbottonata di fretta metà della camicia, probabilmente facendo saltare qualche bottone. Ormai è buio e l’unica luce viene dagli edifici lungo la costa. Una leggera brezza arriva dal mare e le scombina i capelli. La spiaggia è completamente deserta. La sabbia è fredda. «Anita…» comincia Cally sottovoce, lei si volta di scatto e spalanca gli occhi appena lo vede «Lasciami in pace, Cally.» dice secca e cerca di allontanarsi. Lui vorrebbe afferrarle un braccio ma si ferma all’ultimo e decide di limitarsi a seguirla «Voglio solo parlare… Qualcosa non va e… Voglio capire come stai... Se ti posso aiutare…» cerca di spiegarsi lui mentre la segue lungo la spiaggia. Lei si gira all’improvviso e lo fissa con gli occhi lucidi «Ah davvero? Ti interessa come sto?» chiede con tono rabbioso. Ha completamente abbandonato ogni parvenza di compostezza. Cally corruga la fronte e studia la sua espressione confuso «Come? Certo che mi interessa! Perché non dovrebbe? Io… Sono io il problema? Cos- Cosa ho fatto? Posso rimediare?» inizia a chiedere preoccupato, ma Anita sta già andando via costringendolo ad inseguirla ancora «Lascia perdere. Puoi andare a fare quello che vuoi, sei libero.» risponde lei con lo stesso tono di prima «No, ti ho detto che ne voglio parlare! Voglio capire cosa non va…» prova a continuare lui. «Smettila di seguirmi!» grida Anita cominciando a spostarsi verso l’acqua per non essere seguita. Entra di fretta a grandi falcate finché le onde leggere non la toccano poco sopra al ginocchio, infradiciando completamente i suoi pantaloni. Cally si ferma un attimo al limite dell’acqua, poi guardando fisso Anita negli occhi si toglie di fretta le scarpe, lascia il telefono lì accanto ed entra nell’acqua con i jeans ancora indosso. «Ti inseguo a nuoto fino in Spagna se è necessario. Voglio sapere che cosa succede.» insiste piazzandosi davanti ad Anita. Lei non evita affatto il suo sguardo, lo fissa decisa con le lacrime agli occhi «Com’è che adesso ti interessa, eh? Pensavo ti facessi solo pena! Pensavo che non fossi altro che una scena patetica!» gli grida in faccia mentre la voce le si spezza. Cally si blocca. È… È quello che ho detto ad Elodie. «T- Tu hai sentito?» chiede sorpreso. Lei stringe i denti «Sì. Sì, ho sentito. Hai fatto partire una chiamata, idiota! Se pensavi che non fossi altro che un patetico caso umano potevi anche risparmiarti di uscire con me e di fingere di essere mia amica. Non voglio la tua pietà, non voglio la pietà di nessuno. Me la sono cavata bene per i fatti miei fino ad adesso e posso tranquillamente continuare da sola!» risponde di fretta continuando ad asciugarsi la faccia nel vano tentativo di non far sfuggire altre lacrime. Cally cerca di allungare le mani verso di lei, ma vedendola scattare appena le ritrae immediatamente «Anita… Io non provo pena per te… Non è questo… Se mai ti ammiro! Io ho solo… Elodie ci aveva visti ieri e stavo cercando di convincerla che non fosse successo niente!» spiega Cally con tono più calmo sperando che Anita capisca che sta dicendo la verità «Sembravi piuttosto convincente! In fondo non mi potevo davvero aspettare che tu cambiassi idea su di me, no?» risponde Anita sempre più agitata «Sembravo convincente perché sono bravo a mentire! E ci tenevo molto a convincere Elodie in quel momento! Non volevo che si insospettisse su di te!» cerca di rispondere Cally mentre si agita anche lui e gesticola furiosamente con le braccia. Anita ride amaramente e ricomincia a camminare nell’acqua seguita da Cally «LO HAI APPENA AMMESSO TU STESSO! Sei molto bravo a mentire! Volevi soltanto evitare che Elodie potesse anche solo pensare che tu potessi avere qualcosa a che fare con me. Perché ovviamente ti vergogni di essere stato carino con me… QUINDI PERCHÉ TI DOVREI CREDERE, EH? PERCHÉ MAI TI DOVREBBE INTERESSARE PIÙ IL MIO BENESSERE CHE LA TUA REPUTAZIONE DI FRONTE AL RESTO DELLA FAMIGLIA?» la voce di Anita è carica di rabbia, ma anche di una profonda tristezza e Cally non riesce più a trattenersi dallo scoppiare «PERCHÉ MI PIACI! E TANTO!» si lascia sfuggire alla fine. Proprio quando riesce a raggiungerla di nuovo lei si ferma di colpo e lui accidentalmente va a sbattere contro di lei facendo cadere entrambi nell’acqua più bassa. Anita riesce a tenersi sollevata facendo leva sui gomiti con l’acqua che le arriva all’altezza del petto, mentre Cally si è piazzato sopra di lei. Anita, ormai fradicia esattamente come lui, lo fissa confusa «C- Cosa?» chiede con un filo di voce. Cally mantiene per un attimo il suo peso su un solo braccio in modo da poter usare l’altro per spostarle una ciocca di capelli da sopra gli occhi e sorride leggermente. «Non… Non volevo dirtelo… Non volevo darti un altro peso da sopportare in questo periodo delicato… Sei così… Allegra, piena di energie, forte, decisa in tutto quello che fai… Hai un senso dell’umorismo, cosa che francamente non avrei detto possibile… E hai un ottimo gusto in fatto di musica… Mi hai fatto divertire come non mi capitava da tempo… Insomma fare da cupido per gli altri cugini è divertente, ma ogni tanto vorrei essere considerata anche io.» comincia a dire Cally sorridendo sempre di più e guardandola negli occhi, poi abbassa la voce fino quasi a sussurrare appena sopra il rumore delle onde «E sei così bella… E sicura di te… E dannatamente sexy… Specialmente quando balli… E mi piaci. Mi piaci davvero tanto.» conclude senza distogliere il suo sguardo da lei. La presa di Anita nella sabbia si allenta per un momento ed entrami vengono trascinati leggermente più avanti dall’onda successiva. Lei cerca di balbettare una risposta «Io- Io- N- Non capisc- Tu hai- Cred- Io- Io ti-» Cally la interrompe con delicatezza «Non importa, Ani… Non devi per forza provare lo stesso… Davvero non avrei voluto aggiungere anche questo alla tua lista di problemi…» cerca di consolarla. «No, no, no, no.» comincia subito a dire lei mentre cerca una posizione più stabile, da seduta, che le permetta di tenersi ancorata con una mano sola. Con la mano libera accarezza una delle guance di Cally e lo fissa con un’espressione indecifrabile. Passa con delicatezza il pollice sulle sue labbra «Posso?» chiede a bassa voce guardandolo negli occhi. Cally spalanca gli occhi ed apre leggermente la bocca prima di annuire lievemente. Anita si avvicina per baciarlo lentamente, con cautela, come se avesse paura che lui possa scappare. Le sue labbra scivolano delicate su quelle di Cally ed entrambi riescono a sentire il sapore dell’acqua salata mescolato a quello dell’altro. Cally prende il suo volto tra le mani e si spinge in avanti per approfondire il bacio facendo cadere di nuovo entrambi, stavolta a metà tra l’acqua ed il bagnasciuga. Con le mani le stringe i capelli ed i fianchi mentre continua a baciarla con più foga. Quando devono separarsi per riprendere fiato ad Anita sfugge una risatina adorabile e Cally sorride. Oh, wow. «Quindi, Ani, posso ufficialmente chiederti un appuntamento?» domanda Cally «Altrimenti ho una lista di mie conoscenti, più mie ex che mie conoscenti, che ti posso presentare…» aggiunge con una finta espressione pensierosa. Anita gli dà un piccolo colpo sul braccio «Tu provaci e vedi cosa succede!» lo rimprovera sorridendo «Farai meglio a chiedermi un appuntamento!» aggiunge continuando a sorridere. «Allora, Anita, vuoi uscire con la sottoscritta?» chiede Cally e lei finge di doverci pensare su «Mhhh, non so… Ero tentata di chiedere ad uno del locale di uscire, dato che voleva il mio numero…» l’espressione di Cally si rabbuia per un momento ed Anita ride «Sì, certo che voglio uscire con te… E nessuno ha chiesto il mio numero, non preoccuparti.» aggiunge subito e Cally si rilassa prima di mettersi in piedi ed aiutarla ad alzarsi. La stringe a sé per un momento e le lascia un leggero bacio sulle labbra quando il suo telefono abbandonato sulla spiaggia comincia a squillare. Cally sospira e lo va a recuperare trascinandosi dietro Anita che tiene per mano «Pronto?» risponde e subito la voce di Rancore arriva dall’altro capo «Ah, ma allora sei vivo! Stavamo per far partire le squadre di ricerca! O meglio zia Ama stava per farle partire… Insomma sei sparito così nel nulla… Tutto okay? Dovremmo fare il nostro importantissimo torneo di tombola familiare. Non puoi perdertelo. Già manca Diodato che ha detto a nonno Tricheco di aver il mal di testa e si è rifugiato nella sua stanza…» dice in fretta cercando di non sembrare troppo allarmato dalla sua improvvisa assenza. Cally si trattiene dal ridere «Scusami Tarek… Sono andato a fare una passeggiata per fumare in pace, poi quell’amica di cui ti ho detto mi ha chiamata e ho perso la cognizione del tempo… Certo, non mancherò al torneo di tombola. Dovremo battere Lauro prima o poi! Adesso arrivo.» risponde con calma ed attacca prima che Rancore possa dire di più. Si volta verso Anita che si è appoggiata a lui «Quindi tu avresti il mal di testa, eh? Bella scusa per saltare il torneo di tombola.» scherza e lei lo fissa con sguardo interrogatorio «E tu avresti parlato al telefono con una tua amica?» chiede forse con un tono troppo sospettoso. Lui ridacchia «Sei tu, Ani.» la rassicura prima di raccogliere le sue cose e tornare indietro.
Cally la riaccompagna sotto la sua finestra e la aiuta a salire la scala, che per fortuna nessuno ha ancora spostato per rientrare in camera. Al momento tutti sono dall’altra parte e non li potrebbero vedere neanche per sbaglio, Anita però chiude subito le tende della finestra. «Mi sa che ti devo lasciare qui, principessa.» commenta Cally mentre si dirige verso la porta «Posso avere un ultimo bacio?» chiede Anita con fare innocente e Cally le fa cenno di avvicinarsi. Lei lo spinge contro la parete e lo bacia lentamente mordendogli leggermente le labbra e lasciandosi sfuggire un paio di sorrisi. Quando si allontana Cally deglutisce e si prende un momento per calmarsi prima di farle un occhiolino e sgusciare fuori dalla porta. Corre verso la sua stanza per mettersi al volo dei vestiti asciutti ed in un attimo raggiunge gli altri nel salone per unirsi alla tombola. Come al solito si piazza in un angolo insieme a Rancore ed Anastasio. Suo cugino lo guarda storto per un attimo «Hai i capelli bagnati.» commenta «E… Ti sei cambiato?» aggiunge confuso. «Sì, mentre tornavo un’auto mi ha schizzato con del fango e mi sono dovuto fare una doccia rapida…» mente con facilità mentre prende la sua schedina. Poco dopo sente il telefono che vibra per una notifica e lo tira fuori per guardarlo discretamente.
Rik: Congratulazioni a te e alla tua ragazza 😉 Diventa più bravo con le scuse però Non piove da una settimana Ti sfido a trovare del fango
Cally lancia un’occhiata a Riccardo dall’altra parte della stanza. Apparentemente sta ancora attaccato al telefono, come letteralmente ogni maledetto minuto di questa vacanza. Ma che cazzo?!
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lovemeorhatemeluu · 4 years
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Se ancora sto a pensarci ti scrivo :
Si,ti amavo alla follia e ancora ti amo. Non è vero che non ti penso,ti penso.. È solo che provo a non farlo. Ti prego andiamo avanti lasciamo stare i problemi che ci sono stati. Proviamo a riprovarci. Come stai? Mi hai pensato in questo tempo? Ti sono mai mancata? Si sta meglio senza di me? Non voglio averti lontano dalla mia vita,la tua assenza è pesante. Parlo di te. Di ciò che facevamo insieme e che ancora adesso preferisco fare con te. Nessuno riesce a sostituirti,ne vorrei sostituirti ma tu non mi vuoi più nella tua vita.. E cosa devo fare io? Forse è solo stato un brutto periodo dove tutti e due avevamo tanti pensieri,tanta rabbia dentro. Ci riproviamo? Impegnamoci a fare di meglio. Non riesco a pensare solo alle cose negative che hai fatto perché sono sempre stata brava a perdonartele e anche tu lo fai e lo sai se vuoi. Ma non hai saputo trattenerti e abbiamo fatto casino. Io non ci so stare senza di te. Tu?
Piuttosto lo scrivo qua,perché non posso scriverti per adesso.
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folliafluida · 4 years
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Questo font proprio non mi piace, però mi piace meno non poter andare a capo. Spesso andare a capo diventa fondamentale, quando braccia potenti ti trascinano verso il fondo devi trovare la forza di tirar loro un calcio e andare a capo. Un calcio concettuale, ideale, sia chiaro, sono una pacifista, un po' figlia dei fiori, un po' fatina fricchettona e blablabla. Nata troppo tardi o troppo presto, condizione di disagio percepita universalmente dalla "gioventù bruciata" secondo me.  Comunque non ci so andare a capo con i pensieri. Dove iniziano? Dove finiscono? Nso', sincera, è per questo groviglio che ho in testa che sono sveglia alle cinque del mattino a scrivere cose strane che nessuno leggerà e me ne fotto convinta se il vaccino di Frida è tra quattro ore, ci vado in after cazzo.  Sono scorpione, ascendente vergine, luna in cancro, perciò perdonate se cerco di essere poetica e spesso non ci riesco. Non dico "sempre" perché ho imparato che sempre non esiste, come non esiste "mai". C'è un po' di chiarore nell'oscurità e un po' di tenebra nella luce. Sta tutto nel modo in cui scegli di agire o le cose sono già scritte? E' caos ordinato o geometria dionisiaca? E' libero arbitrio o tutto è come deve essere? E' coincidenza o fatalità?  Credete che veniamo gettati nel mondo senza scopo, che sia tutto casuale - gli eventi del mondo e le persone che entrano nelle nostre vite per travolgerle e poi andarsene -, che le stelle fossero proprio lì proprio allora quando siete nati senza alcun motivo? O siete convinti che abbiamo una qualche sorta di compito da soddisfare? E se abbiamo uno scopo, lo abbiamo tutti o solo alcuni di noi? Megalomane questa prospettiva, non è vero? Ma non è forse un'utopia la democrazia nella nostra società? Vabbè, lasciamo stare, troppe domande mandano in confusione, ci torno un'altra volta.  Perché ho iniziato a scrivere? Non me lo ricordo più. Volevo parlare di qualcosa, l'ho dimenticato.  Gli occhi si abituano bene all'assenza di luce, quando la luna illumina le pietre bianche e sembra mattina mi piace pensare che stia facendo l'amore con il sole. A volte dimentico la virgola, a volte la inserisco ovunque, quando ci perdiamo a pensare mettiamo le virgole? La vocina che sta dentro la nostra testa respira tra una frase e l'altra?  Ma voi ci credete nelle streghe? Cioè pensate che ancora oggi ne esistano? Io sì, ne sono convinta. La magia è una vibrazione speciale, trasparente, invisibile agli occhi, ne serve un terzo aperto all'energia universale e all'amore, che è causa prima degli eventi del mondo. Quando P. legge le mie mani dice che non ne ha mai viste di così strane, vorrei saperle leggere anche io o sentirmi dire qualcosa di più. Poi mi chiedo se non sia tutta una stronzata questa storia delle mani. "Sembra ci sia scritta la storia del mondo, sono le mani di qualcuno che vive da molto tempo". Non esagerare, amore mio, vorrei conservare almeno un briciolo di umiltà. Non sono simpatica. Però le sue parole mi commuovono immensamente e riecheggiano nella mia testa perché non riesco a trovare un senso a tutto ciò. E' la prima persona al mondo che apprezza le mie mani, comunque. Me ne sono sempre vergognata prima di conoscerlo. Ha smosso il lato spirituale di me.  "Sono una donna di scienza" dicevo, ma quale scienza? Oggi vedo meglio ciò che sfugge al mio sguardo, è l'energia che nasce nella mia pancia ad osservare il mondo per me. Ci vedo connessione, filamenti verde neon ci collegano tutti quanti, piante, animali, umani. Gli umani non sono davvero animali secondo me, sono troppo stupidi e marci per essere animali, sono una categoria a parte. Sono quelli che, per deficienza di capacità sensoriale, hanno sviluppato un sesto senso pragmatico, che li ha resi in grado di costruire strumenti che ampliassero le loro capacità e poi si sono fatti schiacciare dalla superbia che li ha vinti e corrotti ed è una storia spaventosa e troppo paradossale per essere vera. Eppure è vera. Ma vera che significa? Perché se poi salta fuori che siamo dentro Matrix e la realtà sta al di sotto del velo di Maya, allora no che non è vera. E' costruita.  Ecco, io voglio andare al di là delle costruzioni, di ogni costruzione, quelle in cemento e quelle sociali, tacite o esplicite. Basta costruzioni, finzione, è tutto così effimero e povero.  Sto cercando l'equilibrio, a volte mi sembra di averlo trovato, lo collaudo a piedi nudi per sentire le vibrazioni che mi attraversano. Mi sembra di essere in uno stato di trance a volte. Il mondo psichedelico mi avvolge e mi stringe, ma non mi sento in gabbia, sono profondamente libera. Leggera, sollevata da terra, quasi come se indossassi scarpe di nuvola, trasformata in vento. Ho sentito i miei piedi tramutarsi in radici e abbracciare il cuore pulsante della Terra. Vorrei imparare tutto ciò che può essere imparato, sperimentare tutto ciò che può essere sperimentato e vorrei poter capire. Vorrei che le domande che mi pongo trovassero qualche risposta, non che originassero altre mille domande, perché mi fa incazzare e mi fa impazzire. Il sublime, è la mia limitatezza a farmi volare, sono parte dell'Assoluto, coscienza felice.  Vorrei prendervi tutti per mano e riempirvi di baci, amici miei,  perché vi amo, davvero. Vi amo davvero, non siete soli.
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gloriabourne · 5 years
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The one where Fabrizio meet Silvia
(questa fanfiction è collegata a The one with the jacket, ma credo sia comprensibile anche senza aver letto la parte precedente)
    Quando Silvia si era svegliata quella mattina, le era sembrata una giornata come tante altre.
Aveva coccolato un po' Nike prima di uscire, aveva registrato qualche storia su Instagram andando al lavoro ed era entrata negli studi radiofonici con il sorriso sulle labbra, come tutti gli altri giorni.
Ma appena arrivata in studio, era cambiato tutto.
Attorno al solito tavolo dello studio in cui lei e Katia conducevano il loro programma, c'erano tre sedie e non due come al solito.
Aggrottò la fronte confusa e poi disse: "Abbiamo qualche ospite di cui mi sono dimenticata?"
Katia sbuffò mentre si avvicinava a Silvia e rispose: "Non siamo noi ad averlo dimenticato. Sono quelli ai piani alti che dimenticano di dirci le cose."
Silvia sospirò. Non era la prima volta che si ritrovava a dover gestire un'intervista con un ospite inatteso, ma era pur sempre una scocciatura dover improvvisare delle domande con il rischio di chiedere la cosa sbagliata.
"Chi abbiamo?" chiese togliendosi il giubbotto e appoggiandolo sullo schienale della sedia.
"Fabrizio Moro."
Silvia si immobilizzò, sentendo per un attimo il sangue raggelarsi nelle vene.
Non aveva nulla contro Fabrizio, anzi lo reputava un ottimo artista. Ma, anche se quello doveva essere un incontro di lavoro, Silvia era consapevole che nessuno dei due avrebbe potuto evitare di sentirsi in imbarazzo.
C'erano delle implicazioni personali di mezzo, questioni che in un certo senso li accomunavano e allo stesso tempo li dividevano, e Silvia non aveva idea di come avrebbe potuto affrontare quell'intervista senza sembrare impacciata.
  Come previsto, Silvia non era l'unica a essere imbarazzata per la situazione.
Da quando Fabrizio aveva messo piede nello studio, non aveva detto nulla di più dello stretto necessario, rispondendo alle domande che gli venivano fatte senza dilungarsi troppo.
Per tutta la durata dell'intervista, era stata più che altro Katia a parlare - cosa di cui Silvia le era profondamente grata - togliendo così un po' di imbarazzo a entrambi e alleggerendo la tensione.
Nonostante tutto, però, non era semplicemente per nessuno dei due stare lì, seduti l'uno accanto all'altra.
Silvia non riusciva a fare a meno di pensare che il posto che per nove anni era stato suo, ora apparteneva a Fabrizio. Tutte le cose che Ermal aveva fatto con lei, ora le faceva con Fabrizio.
E Fabrizio, allo stesso modo, non poteva evitare di pensare che quella accanto a lui era la donna che lo aveva preceduto, la persona che Ermal aveva amato per quasi un decennio.
"Silvia, sei silenziosa oggi!" disse Katia a un certo punto, cercando di coinvolgere la collega nella conversazione.
Fabrizio si voltò verso Silvia, aspettandosi una domanda da parte sua, ma lei si limitò a dire: "Stai facendo un ottimo lavoro, non mi sembrava carino interrompere."
Katia le lanciò un'occhiata incerta, consapevole che in realtà ci fosse molto di più dietro quella risposta, poi disse: "La nostra Silvia evidentemente vuole lasciarmi sola oggi. Allora, Fabrizio, stavamo dicendo..."
Silvia trattenne a stento un sospiro di sollievo mentre Katia riprendeva le redini della trasmissione.
Non era certa di riuscire a mantenere la professionalità necessaria con Fabrizio. Proprio non ce la faceva! Non riusciva a non pensare al fatto che quell'uomo fosse il nuovo fidanzato del suo ex.
Qualche attimo dopo, sentì Katia dire: "Fabrizio, grazie per essere stato con noi. Spero che tornerai a trovarci."
"Grazie a voi per avermi ospitato qui" rispose Fabrizio, rivolgendo lo sguardo però solo verso Katia.
A quel punto Silvia, per mantenere almeno una parvenza di normalità, disse: "Noi ovviamente torniamo domani alla solita ora. Adesso vi lasciamo con l'ultimo singolo di Fabrizio Moro, Ho bisogno di credere."
Le prime note della canzone risuonarono nello studio, mentre Silvia si toglieva le cuffie e le appoggiava al tavolo.
Katia e Fabrizio fecero lo stesso un attimo dopo e, mentre Katia continuava a parlare con il loro ospite, Silvia uscì velocemente dallo studio.
Non poteva restare dentro quella stanza un minuto di più.
Non era gelosa, né tanto meno arrabbiata per la presenza di Fabrizio. Come aveva detto a Ermal qualche giorno prima, era felice per loro. Vedeva dai loro sguardi, dai loro gesti quanto fossero innamorati l'uno dell'altro e lei voleva solo che Ermal fosse felice.
Eppure si sentiva strana, come se una mano invisibile le stesse stritolando lo stomaco.
Rimase per qualche minuto appoggiata al muro del corridoio, con gli occhi chiusi e una mano premuta sul petto, cercando di recuperare fiato e di ignorare quella sensazione sgradevole che si era impossessata di lei.
"Tutto bene?"
Silvia spalancò gli occhi sentendo la voce di Fabrizio terribilmente vicina.
Il cantautore se ne stava davanti a lei e la osservava leggermente confuso e preoccupato.
"Sì, tutto bene, grazie" mormorò Silvia.
Fabrizio annuì e fece per allontanarsi, per poi cambiare idea all'ultimo momento.
Ritornò davanti a lei e, vagamente indeciso, disse: "So che è stato un po' imbarazzante prima. Avrei voluto evitarlo, ma purtroppo questo tipo di decisioni non spettano a me."
"Lo so, non preoccuparti. Ti capisco."
"È per questo che hai 'sta faccia da funerale?"
Silvia si lasciò sfuggire un sorriso. Chissà che espressione aveva se Fabrizio le stava dicendo una cosa del genere.
"Scusa, è che non avevo proprio idea di come comportarmi. Sai, dopo che Ermal mi ha detto di voi, le cose sono diventate un po' strane. Lo sospettavo da un po', ma incontrarti ora che ne ho la certezza è un po' più difficile" spiegò lei.
Fabrizio sospirò e si appoggiò alla parete opposta, rimanendo di fronte a Silvia. "Ermal mi ha detto che avete parlato al matrimonio di Dino. Mi è sembrato strano che tra tutte le persone che conosce, lui avesse deciso di dirlo proprio a te."
"Siamo ancora amici" replicò lei, vagamente infastidita. Le sembrava che Fabrizio stesse insinuando che lei ed Ermal non avessero diritto di raccontarsi cose della loro vita privata.
"Lo so. Ma tu come ti sentiresti se il tuo fidanzato si confidasse con la sua ex? E non una ex qualsiasi, ma una con cui ha condiviso quasi dieci anni della sua vita."
Lei non rispose.
Non poteva immaginare come si sentisse Fabrizio. Lei non aveva mai dovuto fare i conti con un fidanzato che si portava dietro gli strascichi di una relazione importante, come quella che avevano avuto lei ed Ermal.
"Credo che una parte di me sarà sempre un po' gelosa di te e del rapporto che hai con Ermal. So che state cercando di restare amici e io non voglio mettermi in mezzo. Non sono il tipo di persona che vieta al proprio fidanzato di uscire con un'amica. Però non è semplice stare al mio posto" disse Fabrizio, ammettendo una debolezza che non era riuscito ad ammettere nemmeno ad Ermal.
Era sincero. Non avrebbe mai impedito a Ermal di frequentare Silvia, se era quello che voleva.
Ma allo stesso tempo, non poteva negare che la cosa lo turbasse e che più di tutto lo turbasse il non poterne parlare con Ermal. Sapeva che se lo avesse fatto, Ermal avrebbe rinunciato a qualsiasi rapporto potesse ancora avere con Silvia.
Fabrizio ne era certo, sapeva che Ermal avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui. E non voleva che lui si privasse di un'amicizia solo per farlo stare più tranquillo.
"Conosco Ermal da tanto tempo e posso assicurarti che, anche se capisco cosa provi, non hai niente di cui preoccuparti" disse Silvia.
Fabrizio sospirò ma non disse nulla.
"Ho visto il suo sguardo mentre parlava con te al telefono, il giorno del matrimonio. Poche volte l'ho visto felice come in quel momento. E, se la cosa può farti stare più tranquillo, io voglio solo che sia felice e non ho intenzione di allontanarlo da te. Tu lo rendi felice come io non ho mai saputo fare" aggiunse, cercando di rassicurare Fabrizio.
Lui sorrise, sentendosi effettivamente più tranquillo.
Non avrebbe mai pensato che proprio la ex fidanzata di Ermal avrebbe potuto rassicurarlo in quel modo.
Però, lo aveva fatto. Stentava a crederci ma era così.
  Aveva impiegato tutto il pomeriggio per decidersi a chiamare Ermal.
Non gli aveva detto che sarebbe stato ospite nel programma di Silvia ed era certo che non gli fosse giunta voce di quell'intervista, preso com'era a fare il turista a Creta.
Però sentiva il bisogno - quasi il dovere - di dirglielo.
Non che ci fosse qualcosa di male o di strano in ciò che era successo quella mattina, nulla che in realtà valesse la pena di essere raccontato, eppure Fabrizio si sentiva nervoso all'idea di tenere nascosta una cosa simile a Ermal. E si sentiva ancora più nervoso all'idea di parlargliene.
Così ci aveva pensato per tutto il pomeriggio, cercando di decidere quali fossero le parole più giuste da utilizzare oppure se fosse il caso di non utilizzare parole per nulla e di non dirgli niente.
Alla fine aveva deciso di dirgli semplicemente ciò che era successo, niente di più e niente di meno. Anche se era consapevole che non sarebbe stato facile, che la sua voce sarebbe stata tremante e che avrebbe faticato a trovare le parole.
Avviò la videochiamata e si sistemò meglio contro la testiera del letto mentre aspettava che Ermal rispondesse.
"Bizio!" rispose Ermal entusiasta.
Sorrideva con gli occhi, oltre che con le labbra, e dietro di lui si vedeva il mare.
"Ti disturbo?" chiese Fabrizio.
"Assolutamente no! Come stai?" chiese Ermal, passandosi una mano tra i capelli e spostandoli all'indietro.
"Bene. Tu? Che hai fatto oggi?"
Ermal iniziò a raccontare la sua giornata, mentre camminava sorridendo per le vie della città e ogni tanto si fermava per far vedere a Fabrizio il panorama dietro di lui.
Fabrizio lo ascoltò attentamente, rapito dall'entusiasmo con cui Ermal raccontava ciò che aveva fatto quel giorno.
Era una delle cose che amava di più di lui, quel suo raccontare con gioia ed entusiasmo anche le cose più banali.
"E tu invece? Hai fatto qualcosa di interessante oggi?" chiese Ermal al termine del suo racconto.
Fabrizio sospirò. Era arrivato il momento di dirglielo, non poteva più rimandare.
"Ho fatto un'intervista in radio, questa mattina. A R101."
Ermal rimase in silenzio per qualche secondo.
Era una radio importante, piena di speaker e di trasmissioni diverse, eppure il tono di Fabrizio gli aveva già detto indirettamente in quale programma era stato ospitato.
"Eri al programma di Silvia?" chiese qualche attimo dopo.
Fabrizio annuì con un cenno, poi disse: "In realtà, lei non ha parlato molto durante il programma. È stato un po' imbarazzante per entrambi."
"Mi dispiace, Bizio" rispose Ermal.
In quel momento avrebbe voluto essere insieme a lui, sdraiato sul suo stesso letto, con le braccia attorno al suo corpo e le labbra premute sulle sue, con la sola intenzione di farlo smettere di pensare a quella giornata. Ma purtroppo non era così.
"Tranquillo, è tutto ok. Abbiamo parlato un po' dopo il programma."
"Ah, sì?" chiese Ermal stupito.
Sapeva benissimo che Fabrizio era sempre stato un po' geloso di Silvia, anche se aveva sempre cercato di nasconderlo.
"Sì, beh, eravamo entrambi un po' tesi e in quel momento nessun altro avrebbe capito come ci sentivamo. Parlarne tra noi è stata la cosa migliore" disse Fabrizio.
Ermal sorrise. "Molto maturo da parte vostra."
"Avevi dubbi?" chiese Fabrizio fingendosi offeso.
"Qualcuno, in effetti" scherzò Ermal, provocando una smorfia sul volto di Fabrizio.
"Quando torni, ti faccio vedere io..."
"Ah, sì? Che mi fai vedere?" chiese Ermal, con il tono improvvisamente più basso e lo sguardo lucido.
Fabrizio scoppiò a ridere. "Sicuramente non quello, visto che non fai altro che prendermi in giro."
Ermal si unì alla sua risata, constando forse per la prima volta quanto fosse contagiosa.
Gli piaceva ridere con Fabrizio, forse più di ogni altra cosa. Lo rendeva felice il solo sentire quel suono uscire dalla sua bocca, anche se a dividerli c'era lo schermo di un telefono.
"Ti amo. Lo sai, vero?" disse Ermal a un certo punto.
Quei momenti, quelli in cui si trovavano lontani, erano quelli in cui aveva la sensazione di non riuscire a dimostrare abbastanza i suoi sentimenti a Fabrizio. Come se la distanza accentuasse ogni cosa e rendesse tutto più difficile.
"Certo che lo so, Ermal. Ti amo anch'io" rispose Fabrizio sorridendo. "Però questo non cambia le cose. Quando torni, sicuramente non ti faccio vedere quello che pensi tu!"
Ermal scoppiò a ridere di nuovo.
Se anche solo un anno prima gli avessero detto che Fabrizio lo avrebbe reso così felice, avrebbe stentato a crederci.
Certo, fin dal loro primo incontro aveva capito che sarebbe stata una persona importante nella sua vita, ma non avrebbe mai creduto fino a quel punto.
Non avrebbe mai pensato che Fabrizio che sarebbe diventato l'unica persona al mondo con cui avrebbe voluto trascorrere il resto della vita, l'unica persona al mondo in grado di risollevargli il morale e di farlo ridere di cuore, in grado di sopportarlo nei momenti difficili e supportarlo nelle cose belle.
E invece era successo.
Fabrizio era diventato quella persona in così poco tempo che Ermal quasi non se n'era accorto e si era appropriato di un posto che Silvia in realtà non aveva mai avuto, perché Ermal ne era certo: per quanto avesse amato Silvia, ciò che provava per Fabrizio era qualcosa di diverso.
Era qualcosa di più, qualcosa che andava oltre l'amore. Qualcosa che nemmeno lui riusciva a spiegare.
Qualcosa di cui, ormai, non poteva più fare a meno.
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capi-o-frat · 5 years
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Ragazzi non ci fate caso ma mi diverto a fare questi test
1. Età. 18
2. Altezza. 1.55
3. Capelli lunghi o corti? Medi
4. Posta una tua foto. Sisi comm
5. Fumi? Se sì quale marca di sigarette? Le mast regina di contrabbando quando non ho un euro
6. Look naturale o costruito? Dipende
7. Caratteristica dei tuoi occhi. Grandi, marroni
8. Che fai nella vita? Butto il sangue
9. Ti senti bella o brutta? Bella onest, me lo fanno pensare
10. Hai tatuaggi? Se sì, quali? Ho una leonessa sul braccio e un cuoricino sul polso
11. Hai piercing? Se sì, quali? Ne avevo due, uno sul naso e uno vicino al collo, poi è passata la capata e li ho tolti
Ora passiamo alle cose interessanti.
Hai mai:
12. Perso la verginità. No
13. Fatto sesso in luoghi pubblici.
14. Fumato erba. Base
15. Fatto uso di droghe pesanti. No
16. Bevuto tanto da vomitare. Base
17. Tradito. No
18. Rubato. No
19. Deluso qualcuno. Se sì (e vuoi dirlo), chi e perché? Si
20. Detto una bugia per far star meglio qualcuno. Si
L'ultima volta che:
21. Hai abbracciato qualcuno. Mezz'ora fa
22. Hai baciato qualcuno. 3 settimane fa
23. Hai fatto l'amore.
24. Hai bevuto. Ieri
25. Ti sei sentito in imbarazzo. Prima
26. Hai pensato di fuggire. Prima
27. Hai pianto. Oggi per un film
28. Hai riso fino a sentirti male. Prima
29. Hai avuto la febbre. 5 anni fa
30. Ti sei fatto film mentali che non avevano senso. Sempre
Ora prendi il tuo telefono e dimmi:
31. L'ultimo messaggio ricevuto. 'fra stanno male'
32. La foto più bella che hai nel rullino. No
33. L'app che usi di più. Insta
34. Il messaggio che più ti ha fatto emozionare. Eh chi se lo ricorda più
35. La persona più importante della tua rubrica. Ma perché
36. La persona che odi di più nella tua rubrica. Non c'è
37. La nota che hai salvato che ti piace di più. No
38. Il video che più ti fa ridere. No
39. La cosa che non cancelleresti mai dal telefono. Ehhhhh
40. La canzone che ascolti sempre. 07\31 Mecna
Ora invece devi scegliere:
41. Treno o aereo? Se non abitassi a Napoli direi treno, ma guarda un po' mannaggia
42. Thè caldo o freddo? Freddo base
43. Amare o essere amato? Amare
44. Baciare o essere baciato? Ma comme
45. Piangere o fingere di star bene? Fingere di stare bene
46. Dolce o salato? Salato
47. Film o telefilm? Dipende
48. Cinema o Streaming? Dipende
49. Spotify o YouTube? YouTube
50. Cuore o cervello? Cuore
Come approcci con chi ti interessa:
51. Mandi tu il primo messaggio o aspetti di riceverlo? Riceverlo
52. Ti esponi o resti vaga? Vaga
53. Esprimi i tuoi sentimenti o li mascheri? Dipende dalla situa
54. Lasci correre o sei pignola? Pignola purtroppo, ma ci sto lavorando
55. Combatti per far rimanere o lasci andare? Dipende se ne vale davvero la pena
56. Sei gelosa o no? Base
57. Cerchi di dominare o vuoi essere dominata? Nessuno deve dominare nessuno secondo me
58. Baci per prima o aspetti che sia l'altro a farlo? Pazzo, ovvio che aspetto sia l'altro
59. Solitamente fingi che non ti importa? Si
60. Esci in pubblico o preferisci evitare? Ma ch m n fooooo pubblico per sempre
Ora arriviamo alle cose personali:
61. Ami qualcuno? Oggi non lo so più, ma mi sento molto legata ad una persona
62. Il tuo più grande rimpianto. Eh, non mi far scendere la depressione però
63. Il tuo più grande rimorso. Ancora
64. Ti manca qualcuno? In questo momento no, oggi si
65. La tua paura più grande. Essere tradita
66. L'esperienza che ha segnato di più la tua vita. No dai
67. L'amore che avresti voluto che durasse. È durato il tempo che bastava, quindi va bene così
68. La cosa più immorale che hai fatto in amore. Eh boh
69. Se potessi tornare indietro, c'è qualcosa che diresti o che non diresti? Si base
70. Ti piaci? In questo periodo si
71. La cosa che cambieresti a tutti costi del tuo carattere. Non voglio essere impulsiva
72. La cosa che ti ha fatto piangere di più nella tua vita. Eh vabbe lasciamo perdere
73. Il problema psicologico più grande che hai. Ne ho tanti hahajahahahah che cazzo ne so
74. La delusione più grande che hai ricevuto. Ohhhh ma cre sti domand depress
75. La volta in cui ti sei sentita più stupida. Eh in questo periodo mi sono sentita tantissime volte stupida, però poi ci passo sopra e mi dico 'ok tutto apposto non preoccuparti, tanto la prossima volta ti sentirai ancora più stupida'
76. Il nome che ti fa battere il cuore. No
Passiamo all'arte:
77. La canzone con la melodia che più ti emoziona. Quella di twilight
78. La citazione di una canzone che più ti rispecchia. Si dice meglio soli che mal accompagnati e sono sia solo che mal accompagnato, perché quando sono solo io mi faccio compagnia
79. La canzone che esprime la tua situazione. Lo sai chi sono Luchè ft Coco
80. Il tuo cantante preferito. Non so non ne ho uno preciso
81. Il film che ti ha fatto piangere di più. Hachiko base
82. È quello che ti ha fatto ridere di più? Boh mi viene in mente natale in crociera
83. Sai disegnare? No
84. L'arte che più ti piace. Cantare
85. Libro preferito? Il rumore dei tuoi passi
86. Quando ascolti una nuova canzone, poni attenzione più sul testo o sulla melodia? Testo
L'atmosfera si riscalda.
87. Hai mai pensato di far sesso con qualcuno di irraggiungibile? Si
88. Hai mai ripensato a un avvenimento hot vissuto? Si
89. Sei mai stato attratto da qualcuno del tuo stesso sesso? No
90. La persona più bella del tuo stesso sesso? Kylie
91. E del sesso opposto? Paolo Crivellin
92. Hai mi vissuto situazioni imbarazzanti hot? Si
93. A che età la prima volta? Eh Com'è stata? Non è stata
94. La cosa più strana che ti è successa in quel campo? Eh ok si
Dulcis in fundo. Vorrei ma non posso.
95. Il luogo che più ti piacerebbe visitare. Prossima tappa Amsterdam
96. Il messaggio che vorresti inviare. Ciao stronzo, sono felice che ti stai divertendo però sciolt è normale stai andando avanti
97. La cosa che vorresti fare più di tutte. Aprire un'attività a Valencia
98. La cosa che vorresti comprare. Ua un vestitino bellissimo da Zara
99. La camera dei tuoi sogni. Tutta moderna con il parquet
100. L'incontro con la star che vorresti. Ormai non c'è più, ma avrei voluto incontrate Lucio Battisti
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rem289 · 6 years
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Solo bei post di testo su questo blog
Salve Ragazzi, sono Rem (perchè devo precisarlo se sono sul mio blog? Vabbè...). Come al solito mi trovo qui a scrivere un piccolo Journal spiacevole, ogni volta mi auguro sempre che sia l’ultimo ma... sembra che certe piaghe non riescano mai a dissiparsi.
Allora, oggi mi trovo qui a rispondere ad un post che purtroppo circola da un mese senza che io o Aoimotion ne fossimo al corrente, purtroppo abbiamo scoperto la sua esistenza solo poche ore fa. Ho deciso di non rebloggarlo perché non voglio certa roba sul mio blog, comunque vi riporto qui il link se volete leggerlo e farvi un idea. Adesso mi scuserete, ma da qui in poi mi riferirò direttamente all’autrice del suddetto post, quindi il soggetto di questo testo cambierà.
Buonasera, Sig.na @spanish-vega​.
Sono Rem (sì, non devi temere, solo ed esclusivamente Rem) mi dispiace fare la tua conoscenza in questa spiacevole circostanza, sì, perché per quanto tu asserisca di aver collaborato piacevolmente con me, io non ricordo di averti mai conosciuta fino ad oggi e ti posso assicurare che Landsec non mi ha mai parlato di te. Perdonami anche se mi esprimo nella mia lingua madre, ma visto che tu l’hai fatto, ho pensato che fosse una buona idea che io facessi altrettanto.
Non aver paura di arrivare in fondo a questo post, non ho intenzione di infierire su di te direttamente, anche perché non so quanto tu sia coinvolta in questa faccenda, per quanto ne so potresti essere benissimo un mezzo per uno scopo, non sarebbe la prima volta che vedo una cosa del genere. Come puoi vedere, ti ho menzionata, in modo che tu possa avere diritto di replica immediata, cosa che tu non hai concesso né ha me, né alla mia amica. Ti chiedo solo, in caso avessi delle rimostranze, di riferirti direttamente a me.
Fatta questa premessa ora vado a rispondere al tuo post, esponendo la mia versione dei fatti.
Allora facciamo un passo indietro: stavo lavorando alla seconda metà di Black Jack. Fino a quel momento ero stata io a mantenere i rapporti con i traduttori, è vero, ma solo per questioni personali mie e di Aoimotion che non devo stare qui a spiegare pubblicamente. Con il tuo collaboratore ero in confidenza, quindi mi capitava di avere contatti anche per questioni non legate strettamente alle traduzioni, e in qualche modo anche se non fiscalmente c’è da dire che in modo abbastanza indiretto riuscivo ad avere un buon controllo sulle opere, anche grazie al fatto (se hai collaborato con Landsec lo saprai bene) che da qualche tempo passavo ai traduttori abitudinari le pagine pulite da riempire, che mi venivano chieste puntualmente a distanza di qualche giorno dalla pubblicazione ufficiale. Quindi è vero che non è mai stato chiesto ai traduttori di chiedere il permesso di tradurre ogni opera a noi autrici, ma questo tipo di contatto che avevo instaurato era qualcosa di molto simile. Senza contare il fatto, che questo tipo di atteggiamento dovrebbe essere alla base dell’educazione e del vivere civile. Perché se dovessi pensare di prendere qualcosa di una persona e modificarla, chiederei sempre e comunque il permesso. Io l’ho sempre fatto quando ho chiesto qualcosa in prestito agli amici.
Ma torniamo alla nostra storia. Un giorno le cose cambiano: io ho meno tempo di dedicarmi alla burocrazia che riguarda il nostro progetto e ho alcune questioni personali che mi impediscono di seguire certe cose come facevo prima. Così ne discuto con la mia buddy e conveniamo che essendo Aoi l’autrice della storia e dei dialoghi che venivano tradotti, era più che legittimo che si occupasse lei di intrattenere i rapporti con i traduttori, è una decisione che è stata presa con molto entusiasmo da parte di entrambe, perché poteva essere comunque una nuova occasione di imparare. Così scrivo privatamente ai traduttori abitudinari e dico loro che Aoi si occuperà di gestire le traduzioni, loro mi rispondono (qualcuno sempre con commenti fuori luogo, ma lasciamo perdere...) e in seguito, forse, la contattano solo per chiederle qualche pagina bianca di BJ.
Black Jack finisce. Nell'arco di qualche mese pubblichiamo una parte di OD e altre piccole opere e dei traduttori nessuna traccia. Avevamo pensato che essendo finito Black Jack, probabilmente non avrebbero tradotto più nulla di nostro dato che si trattava di soli contenuti originali. Ovviamente sarebbe stato comprensibile e legittimo e noi non avremmo avuto nessun problema su questo. Senza contare il fatto che ci rendiamo perfettamente conto che come noi, queste persone incastrano le traduzioni con la propria vita privata.
Esattamente un giorno dopo questo discorso che io e Aoi abbiamo avuto, vedo una parte pubblicata e tradotta di OD da parte di Landsec e penso “ma guarda un po’, alla fine ha chiesto ad Aoi le pagine bianche” rebloggo questa parte tradotta e Aoi mi chiede se Landsec aveva contattato me per chiedere le pagine o il permesso di tradurre. Ovviamente questo non era accaduto, così ho cancellato il reblog. Ne è scaturita una forte discussione per cui poi sia io che Aoi ci siamo scusate con Landsec, senza avere alcuna risposta da parte sua. Che ha preferito discutere la questione non direttamente con noi ma in separata sede. Ovviamente io ho potuto vedere di persona quanto detto nella suddetta sede e ho chiuso totalmente i rapporti con il gruppo di cui tu probabilmente fai parte. E sia ben chiaro che non ho alcuna intenzione di riallacciarli.
Purtroppo Landsec non ha mai risposto alla mia domanda del perchè non avesse chiesto ad Aoi quelle pagine bianche. Quella parte di OD fra l’altro era molto difficile da pulire, aveva molti balloons trasparenti. Quindi alla fine la risposta me la sono data da sola, è inutile girarci intorno: il problema si è posto sin dall’inizio, non avete mai considerato e rispettato lei in qualità di autrice quanto avete fatto con me. E il problema non è suo, è vostro che avete deciso a priori di trattare il cuore di un progetto con una sufficienza vergognosa. E questo atteggiamento sia a livello artistico che umano è orrendo. Io detesto questo tipo di atteggiamenti elitari, li odio in modo viscerale. Soprattutto nel momento in cui si riversano su persone che mi sono care. E il post che ti sei premurata di scrivere ne è l’ennesima dimostrazione in quanto fortemente denigratorio. Purtroppo per voi nel momento in cui non rispettate Aoi, non rispettate nemmeno me.  Con quale presunzione giudicate il suo ruolo nel nostro duo, e con che ipocrisia, visto che in questo fandom ci sono altre coppie di artisti che stimate, idolatrate con cui collaborate e di cui riconoscete i rispettivi ruoli. Capite che quando affermate che il suo ruolo di scrittrice è infimo, insultate anche i vostri amici scrittori che collaborano con artisti? Capite quanto è stupido tutto questo?
Abbiamo sempre lavorato insieme, fianco a fianco, in realtà abbiamo due ruoli diversi ma che si fondono e compattano quando realizziamo qualcosa, che sia un’opera o un Journal. Sono stata io due anni fa a contattare Aoi, proprio perché avevo letto una sua fic in italiano e me ne ero innamorata, ho trovato avesse un grande talento e volevo assolutamente che lo sviluppasse, poi abbiamo visto di avere notevoli affinità artistiche e abbiamo deciso di collaborare. Col senno di poi, se forse non l’avessi spinta io a questa collaborazione, lei ora starebbe molto meglio, mi duole averlo fatto.
Ti ricordo sempre, cara Vega, che senza di lei i comics che tu hai tradotto tanto “faticosamente”, non sarebbero mai esistiti. Affermare che il lavoro del traduttore è più faticoso di quello dell’autore e quindi ideatore dell’opera è semplicemente penoso, per chiunque lo pensa o abbia il coraggio di scriverlo. Questo è il motivo per cui io per prima ho deciso di chiudere del tutto i rapporti con le traduzioni e i traduttori, e il fandom in generale.
Dopo questa lunga parentesi volevo anche precisare che Landsec non ha smesso di tradurre per colpa nostra, ricordo molto bene che aveva scritto un lungo post di ritiro ben prima che saltasse fuori questa questione, dicendo che avrebbe probabilmente tradotto i nostri comics e quelli di altri artisti, ma mi era sembrata comunque un’affermazione molto leggera e astratta, visto che anche in quel caso nè io nè la mia collaboratrice sapevamo nulla al riguardo. Ma alla fine mi rendo conto che è sempre più semplice dare la colpa agli altri piuttosto che ammettere ai propri followers che si è perso l’interesse in qualcosa. Quindi ti prego di stare sempre molto attenta quando muovi certe accuse. 
Ora passiamo alla richiesta della cancellazione delle traduzioni. Una delle poche cose corrette che hai detto in quel post è che Landsec ha cancellato le traduzioni che ha fatto per noi da solo, senza che noi dovessimo chiederglielo. La richiesta a cui ti riferisci è attuale ed è stata fatta perché si sono creati problemi con altre persone (che comunque già c’erano da molto tempo perché ero io la prima a non sopportare certi atteggiamenti che ritenevo prepotenti e maleducati), che mi hanno portata a decidere di estraniarmi totalmente da Zootopia e in particolare da questo fandom (perché la mia stima per il film in purezza e i suoi personaggi è rimasta e stavo rischiando di rovinarla). Presto BJ sarà cancellato dai nostri canali e preferisco che anche le copie editate che conosco e che si trovano in giro per il Web spariscano, ad una persona in particolare ho chiesto di cancellare tutto perché volevo chiudere definitivamente la collaborazione e non mi andava che detenesse ancora le mie opere, ho avuto i miei motivi per farlo, non sono pazza, non preoccuparti. L’altro traduttore che tu hai citato non riesco a ricordarlo per cui di certo non gli ho chiesto alcun ché, ma visto che l’hai gentilmente citato chiedo anche a lui di eliminare quanto meno Black Jack e di smettere di tradurre se sta ancora traducendo.
Questa esperienza mi ha insegnato che è sempre meglio non concedere tutto a tutti perché se poi i risultati sono livore e post come quello che hai scritto, tanto meglio che nessuno metta le mani sul nostro lavoro.
Passiamo alla questione Jack Savage. Pensavo di essere stata chiara a suo tempo ma evidentemente non riesco mai ad esserlo. Prima di tutto concedimi di dirti che non è affar tuo o dei tuoi amici se io e Aoi ci avventuriamo in imprese che voi ritenete suicide, continuate a dire di non aver interesse nel nostro lavoro eppure noto che siete sempre attentissimi ad ogni aggiornamento che pubblichiamo. Come al solito raccogliete ciò che dalle dichiarazioni vi fa più comodo e le usate per sputare sentenze sulle persone (ricordo: Persone). Il suggerimento di cambiare i connotati di Jack ci è arrivato molto tempo fa da altre persone appartenenti al vostro caro fandom. All'inizio avevamo qualche dubbio, ma per come si sono evolute le cose effettivamente ci è sembrata una buona idea per dare un nuovo taglio al cordone ombelicale legato sempre non tanto al film quanto all’universo Zootopia. Perché l’essenza a questo personaggio l’abbiamo già data, se il problema è ancora la sua figura e il suo nome, abbiamo la libertà di cambiarlo, il character design è qualcosa che da disegnatrice adoro fare, quindi non avrò alcun problema a realizzare una nuova figura per Jack.
Ultima cosa, molto importante che mi sento di correggerti: Il meme che hai fatto tu o chi per te, devo dire che è erroneo. 
il post a cui ti riferivi l’avevo scritto io di mio pugno e non vedo perché tu abbia usato il nome di Aoimotion sull’ometto del meme, se avevi paura di me ti avviso che non ho mai mangiato nessuno;
ponendo l’ipotesi di lasciarlo così com'è, Mickey e Aoi  sono abili in molte cose ma credo che non sappiano disegnare, quindi non vedo perché dovrebbero discutere su chi ha fatto quel disegno dato che in realtà la disegnatrice sono io. 
è l’incarnazione perfetta delle caratteristiche che io stessa ho dato a Jack e che ho descritto nel suddetto post: ciuffo, cicatrici, muscoli e anche le strisce sulla spalla.
Quindi potrebbe essere un po’ un boomerang per te. Potevi benissimo mettere due ometti sulla sinistra con “Aoimotion” e “Rem” sulle rispettive magliette e a destra Mickey che reggeva l’immagine originale di Jack Savage tratta dall’artbook, sarebbe stato un modo più coerente e intelligente per esprimere il tuo concetto.
Credo di averti detto tutto quello che ti volevo dire, segnalerò il tuo post in quanto diffamatorio, lacunoso e offensivo. Se avrai rimostranze da fare, ti ripeto di rivolgerle a me. Dato che sai, anch'io sono in grado di risponderti e dirti la mia, come hai potuto vedere e ti posso anche dire che sono piuttosto incazzata.
-Rem, Rem, sempre Rem e ancora Rem-
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Metal, mi vuoi sposare?
<Porca di quella puttana...> me ne sto impalato in mutande davanti alla lavatrice con in mano una mia camicia con trama floreale che una volta era verde marino. Una volta sì, adesso, non so come, è diventata vagamente rossa e non voglio parlare di quei poveri fiori.
<Che c'è Erm?> Fabrizio fa capolino con la testa dalla porta e mi guarda con un cipiglio confuso sul volto.
<La mia camicia, Fabrì, la mia camicia> lui mi guarda senza capire per poi spostare lo sguardo sull'indumento fra le mie mani <e le mie mutande sono diventate rosa. Rosa, Fabrì, capisci che c'è?> lo guardo intensamente negli occhi e per un secondo spero quasi prenda fuoco. La mia camicia, porca di quella puttana.
Lui torna a guardarmi negli occhi e fa quel sorrisetto che potrebbe quasi farmi impazzire se non fosse un fottuto coglione incapace di fare il bucato. Si sporge del tutto e mi supera per andare a controllare il resto del bucato disastrato.
<Ehy, le mie però sono diventate verdi> sono di spalle ma mi giro per guardarlo male, lui quasi mi ignora e inizia a ridere con in mano le nostre mutande. Dio, perché a me?
<Però dai, rosa sono carine> aggiunge ridendo e a questo punto gli lancio l'ultima occhiataccia prima di andarmene in cucina. Figuriamoci se adesso gli lascio fare un casino anche con la colazione.
Con Fabrizio è sempre un po' così, non mi dispiace poi tanto, infondo lui è l'amore della mia vita no? Va così da prima di San Remo, non è stata quella collaborazione a far nascere qualcosa fra noi anzi, quella è venuta fuori proprio per il colpo di fulmine che c'è stato prima. Non so nemmeno io perché ma già dalla prima volta le cose hanno iniziato a funzionare in modo naturale, come se fosse semplicemente destino che farle insieme fosse la cosa giusta. Sanremo è stata solo una delle prime conferme che insieme funzionavamo bene, l'Eurovision è stata l'ultima conferma che serviva a tutti e due. Non è facile gestire un colpo di fulmine del genere, specialmente se sei un cantautore che sta lottando per il suo posto nel mondo. All'inizio non eravamo poi così convinti, eravamo confusi e onestamente non sapevo nemmeno io da dove cominciare. Alla fine ha solo funzionato, era più forte di noi e ci siamo trovati insieme senza nemmeno accorgercene. È stato bello, è servito del tempo ma non penso di averne mai perso con lui o dietro di lui. I casini non sono mancati ma insomma, stiamo pur sempre parlando di me e Fabrizio. Parlando di lui, mi è appena arrivato alle spalle e mi ha abbracciato stretto stretto come fa praticamente solo lui.
<Scusa, mi dispiace per la tua orribile camicia> appoggia la testa nell'incavo fra la mia spalla e il collo, praticamente mi ha soffiato le scuse contro il collo. È furbo questo, negli ultimi anni ha imparato come avere a che fare con me.
<Fabrizio...> gli sussurro con un mezzo tono di rimprovero.
<Sì?> mi chiede ridacchiando contro il mio orecchio.
<Non mi pare sia questo il modo di porre delle scuse appropriate...> lo sento ridere ancora più forte e mi parte un sorriso spontaneo, è più forte di me, riesce a farmi sorridere pure quando sono arrabbiato.
<Oh, guarda che io non dico le bugie, quella camicia è veramente orribile> strofina lentamente il mento sulla mia spalla e quasi vorrei strangolarlo, quando ne ha voglia sa proprio fare le cose. Peccato che si impegna solo per farsi scusare tutti gli altri casini che combina. Non che mi dispiaccia, quando si scusa, intendo.
<Da quando, scusa?> a questo punto sono io a ridacchiare <non dire stronzate, Fabrì.>
<Dai Ermal, dammela buona per sta volta> ce l'ho talmente attaccato che lo sento sorridere contro di me.
<Per sta volta? Sono anni che te la do buona ogni volta> mi giro nella sua stretta trovandomelo così faccia a faccia, lui mi sorride di nuovo con una dolcezza che non pensavo mai possibile in nessuno, Fabrizio per primo. Invece mi ha stupito, forse è persino lui il più dolce fra noi.
Mi da un bacio sulla guancia, io gli sorrido arreso a perdonarlo pure questa volta e lentamente mi allontano da lui. Non mi sono ancora messo una maglietta e sinceramente gironzolare mezzo nudo appiccicato al mio ragazzo in un appartamento che è più vetro che altro non mi sembra una grande idea. Lo so, sono proprio un portento quando si tratta di grandi idee e Fabrizio è nei dintorni a distrarmi.
Mi allontano definitivamente da lui e sento il suo sguardo bruciarmi sulla schiena. Sì, diciamo pure la schiena, è più poetica così la faccenda.
Mi avvio verso la camera da letto acquisendo una nuova consapevolezza, ormai mi sa proprio che dovrò mangiare la colazione che riuscirà a combinare il mio ragazzo.
A distrarmi dalla mia ultima realizzazione è la "sedia di Fabrizio". Cosa intendo quando parlo di questa sedia? Parlo della sedia su cui, da alcuni anni ormai, si sono stazionati i suoi vestiti. Ogni volta provo con le buone a convincerlo a fare un po' di ordine ma come ho già detto è bravo a fare le cose quando si impegna, di solito il suo obbiettivo è distrarmi e che posso dire, ci riesce che è una meraviglia.
Supero la sedia lanciandole una mezza occhiataccia e vado ad aprire il mio armadio, grazie al cielo almeno qui un po' di ordine ci è rimasto. Ovunque non mette le mani Fabrizio c'è ordine in realtà, in pratica vivo nel caos ma se vogliamo metterla su questo piano ha messo le mani anche sul mio cuore, il disgraziato. Sarà per questo che ho iniziato a fare cazzate, tipo correre sotto la pioggia con lui e finire col baciarlo. Forse finchè non mette mano al mio armadio questa cosa può funzionare. Sorrido ai miei stessi pensieri e prendo una maglia arancione, ha la scritta "Bali" in blu gigantesca che occupa quasi metà dello spazio e qualche disegnino stilizzato ai lati di essa. Me l'ha regalata lui un paio d'anni fa, quando l'ho praticamente costretto ad andare a Bali per una mia sottospecie di crisi di mezz'età. Ci tengo a chiarire il "sottospecie", giusto perché chiarire le cose è importante.
<Ermal! Porta il culo qui> urla dalla cucina, fa una breve pausa e poi aggiunge <amore> Dio, amo quest'uomo. Dove ne trovo un altro così?
Mi infilo la maglia, un paio di pantaloncini che penso siano suoi dato che li ho trovati per terra e lo raggiungo pregando non abbia ancora dato fuoco alla cucina, di nuovo. Lasciamo stare, che è meglio.
Alla fine non ha dato fuoco alla cucina, anzi, sembra si sia pure impegnato e che abbia combinato qualcosa di decente. Si gira di scatto verso di me con un piatto in mano e il grembiule allacciato alla vita.
<Pancake!> esclama tutto contento e lo guardo alzando un sopracciglio.
<Pancake? Da quando sai farli, scusa?> continuo a fissarlo sempre più confuso. È mai possibile che dopo tutti questi anni lui riesca ancora a stupirmi? A quanto pare, la risposta è sì.
<Da tutta la vita, Erm> fa di nuovo il suo classico sorrisetto e questa volta posso pure concedermi di pensare che me ne sono trovato proprio uno figo <poi non dire che non ti amo.>
<Mai pensato Fabbbbrì> mi metto a ridere e lui mi fulmina subito con lo sguardo, è una vita che lo prendo per il culo e continuerò fino alla fine dei miei giorni. Anche sulla sua tomba, se necessario.
<Non ho capito, Metal, che stavi dicendo?> fa quella sua cosa a metà fra un ghigno e un sorrisetto e sul serio, come faccio ad amare questo coglione? Mi fa sentire bipolare oltre che infinitamente stupido. Poi mi ricorda subito perché nonostante tutto lo amo. D'improvviso torna a sorridere con tutta la dolcezza del mondo, come se gli fosse tornato in mente un ricordo che ama particolarmente, e mi invita a sedermi. Mi siedo e lo osservo silenziosamente mentre mette sul tavolo i nostri piatti, si slaccia il grembiule, lo appoggia su una delle sedie vuote e si siede di fronte a me.
<Ti vedo silenzioso, che c'è? Mi pare che la storia della camicia orribile l'abbiamo superata con successo> accenna un mezzo sorriso poi allunga la mano sopra il tavolo verso la mia e me la stringe. Si accorge sempre quando c'è qualcosa che mi frulla per la testa, a volte anche prima di me.
Penso sia uno di questi il motivo per cui funzioniamo, lui capisce, capisce sempre tutto e ogni volta sa cosa fare per farmi sentire bene. Perché poi magari ha pure quella sua aria da duro, con lo sguardo scuro quasi sempre crucciato e il leggero strato di barbetta, ma ha quel tipo di sensibilità che quando entra in contatto con la mia la fa vibrare in sintonia con la sua.
<Oggi vedo i nostri ricordi ovunque> faccio una pausa cercando le parole giuste per spiegargli bene quello che sento e lui semplicemente mi lascia i miei tempi continuando a sorridermi incoraggiante <Sono passati così tanti anni e ne abbiamo combinate così tante... È bello rivivere tutte quelle cose che oggi ci hanno portato ad essere noi, così come siamo, così come siamo cambiati, insieme.>
Lui mi sorride mentre mi accarezza la mano e so che capisce quello che gli sto dicendo, lui mi capisce sempre.
<È molto bello, Ermal. Sono immensamente felice di aver fatto tutto quello che abbiamo fatto e di essere cambiato insieme a te, non c'è altro che vorrei dalla vita> il cuore mi batte sempre un po' più veloce quando mi dice cose del genere, usa quel suo tono che mi fa sentire il primo e l'unico al mondo.
Rimaniamo a guardarci e a sorriderci per dei minuti che mi sembrano quasi un'eternità, solo io e lui nel nostro piccolo mondo.
Alla fine torniamo sulla Terra un po' a malincuore e iniziamo a mangiare i suoi pancake continuando a chiacchierare tranquillamente. Devo anche dire che sono piuttosto stupito, sono i pancake più buoni che abbia mai mangiato e non pensavo che Fabrizio fosse capace di una cosa del genere. Non finirà mai di stupirmi quest'uomo.
Faccio appena in tempo a finire di mangiare e a riprendermi dai miei pensieri quando si alza, mette i piatti nel lavello e dopo avermi preso la mano mi trascina letteralmente di peso in camera ignorando le mie proteste.
<Fabrizio, porca troia, che cazzo hai in testa?> gli sbraito dietro appena si ferma in camera e mi molla la mano. Subito sento la mancanza della sua stretta, passano gli anni ma questa cosa proprio non passa mai.
<Tu, io e le tue splendide mutande rosa oggi andiamo a spasso> mi sorride come se mi avesse appena fatto la proposta più normale del mondo.
<Aspetta, dove vorresti andare scusa?> gli chiedo mentre lo fisso cercare qualcosa di indossabile dalla sua amata sedia del caos.
<Ti devo portare in un posto, anzi, è una sorpresa> prende una camicia a fiori hawaiani che ha visto giorni migliori, probabilmente era pure una delle mie a guardarla meglio, e un paio di pantaloncini al ginocchio neri <mettiti qualcosa di più... pubblicamente accettabile? Vabbè conciati in modo che te se possa vedè e non provare ad uscire da qui finché non ti chiamo io> finisce il suo discorso afferrando il suo solito cappello e gli occhiali abbandonati sul mio armadio.
Provo a lanciargli uno sguardo supplicante ma ormai è tardi, si è già defilato fuori sbattendosi la porta alle spalle. Non cambia mai.
Dopo un po' che mi sono imbambolato a fissare la porta, mi giro e finalmente mi decido a cercare qualcosa da mettere.
Fabrizio fa così "Ermal, preparati, ti porto in un posto però non ti dirò un cazzo di niente perché è una sorpresa". Una volta sono finito in un ristorante elegantissimo con le infradito per capirci. Il bello è che ogni volta Fabrizio aspetta che mi vesta e poi rimane sullo stesso stile, sì, di sua spontanea volontà si è presentato in ristorante in infradito con me. Questa volta almeno mi ha dato un indizio.
Dall'armadio tiro fuori una camicia con una fantasia geometrica (con una a fiori sembreremmo troppo una coppia di adolescenti e non penso sia il caso) e un paio di jeans neri con i brillantini bianchi sulle tasche. Non so di preciso a cosa pensavo quando li ho comprati ma mio malgrado ho una fissa per i brillantini sui vestiti, diciamo che ho giacche molto più brillantinose in quell'armadio.
Mi vesto e dopo essermi infilato le scarpe vedo Fabrizio spuntare da dietro la porta semi aperta.
<Forza Ermal, è ora di andare> accenna un sorriso ma sembra piuttosto nervoso. Di solito a quest'ora se la sta ridendo sotto i baffi per quello che mi ha preparato, mi sale una leggera ansia a pensare che questa volta pure lui è nervoso.
Semplicemente annuisco e lo seguo fuori dalla camera fino alla porta d'ingresso, qui si siede e si infila le sue scarpe. Altra abitudine a cui mi sono arreso. Solo adesso noto che si porta a presso una borsa frigo e qualche idea inizia a farsi spazio nella mia mente.
Quando ce la fa si rialza e ci avviamo fuori casa, chiudo la porta a chiave e subito Fabrizio mi prende la mano. Lo fa poche volte ma devo dire che quando lo fa è parecchio piacevole.
Mi lascio guidare da lui fino in strada dove lo vedo proseguire a passo lento ma sicuro verso la spiaggia, mi ci trascina abbastanza spesso solo perché sa che io la adoro. Me lo ricordo ancora quanto mi ha fatto impazzire per farmi trasferire qui ma alla fine ne è valsa decisamente la pena.
Arriviamo in breve tempo e ci fermiamo un secondo per togliere scarpe e calzini, Fabrizio fa qualche magia per riuscire a reggere scarpe e borsa con una sola mano per continuare a tenermi per mano con l'altra. Lo fa come se fosse poco ma per me anche le piccole cose che fa fanno ancora un grande effetto, non parliamo delle sorprese che si inventa ogni tanto, rischio ogni volta di sciogliermi come un gelato al Sole.
Ci sistemiamo in un angoletto abbastanza tranquillo ma che permette comunque di avere una buona visuale sul mare. Iniziamo a parlare ma Fabrizio non sembra qui, ogni tanto mi sorride ma principalmente sembra perso a controllare l'ora sullo schermo del telefono.
Sto per dirgli che forse è meglio andarcene, che forse non è giornata da sorprese, quando lo vedo alzare lo sguardo e guardare dritto verso il mare. Sorride e gli si illumina tutta la faccia come una lucina di Natale, non capisco finché non sposto anche io lo sguardo verso il mare e allora lo vedo. Uno di quei piccoli aerei che si portano dietro gli striscioni delle pubblicità ma questo è diverso, c'è scritto "Metal, mi vuoi sposare? Tuo Fabbbbrì".
Mi giro verso di lui e un po' mi viene da piangere, un po' da strozzarlo. Ma che gran coglione, sto piangendo come un fiume in piena. Si gira anche lui e noto che continua a trafficare nella tasca destra dei suoi pantaloncini e, onestamente, non penso di poter sopravvivere a quello che sta per succedere.
Qualcuno si gira proprio quando Fabrizio tira fuori una scatolina e poi niente, penso di essere svenuto perché adesso sento la sabbia sotto le spalle e ho l'amore della mia vita sopra di me che mi guarda preoccupatissimo. Penso si sia preso proprio uno spavento con i controfiocchi, si è persino tolto gli occhiali e il cappello, gli riesco a vedere gli occhi un po' lucidi ma forse sono solo io.
<Fabrì?> ha un sussulto quando mi sente e subito la sua mano raggiunge la mia.
<Sì?> sembra ancora molto preoccupato, che carino, questo è il mio fidanzato.
<Sì> gli sorrido ma lui sembra confuso così libero la mano dalla sua, lo prendo per il colletto e me lo avvicino ancora di più <sì che ti sposo, coglione> finalmente capisce e poi si avvicina delicatamente e mi da il bacio più appasionato che mi abbia mai dato. Dio, grazie per avermi destinato questo coglione. Lo abbraccio e lo stringo forte a me, non credo possa esistere uomo più felice di me adesso, sul serio.
Dopo un po' di tempo si è riuscito a liberare della mia morsa, dopo avermi chiesto almeno tre volte se ce la facessi senza svenire ha ripreso la scatolina e finalmente è riuscito a mettermi questo benedettissimo anello. Tutta la gente attorno a noi ha incominciato ad applaudire e a questo punto non sono riuscito più a resistere, gli sono saltato di nuovo adosso e ho ripreso possesso delle sue labbra.
Penso di essere fortemente, terribilmente ed irrimediabilmente innamorato dell'amore della mia vita.
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