Non mi dilungherò nel sottolineare l'ennesima contraddizione ed ipocrisia di una strenua difenditrice (anzi, strenuo difensore) della famiglia tradizionale. Nemmeno il tempismo con il quale due strade "divise da tempo" abbiano portato proprio ora alla fine della relazione. E, nemmeno sull'opportunità di tirare in ballo figlia e padre (ma, su i figli, Salvini docet).
Piuttosto sottolineerò la grossa risata che mi sono fatto leggendo "Non ho altro da dire" seguito da "post scriptum".
Seguita purtroppo dalla grossa sofferenza causata dal contenuto del post scriptum stesso. Cioè, veramente. Ma come accidenti si fa a scrivere una sesquipedale cazzata del genere, sbagliata da ogni punto di vista: intere catene montuose sono diventate polvere a causa dell'acqua, ma di cosa parliamo.
E vabbè, da politici abituati dalla mattina alla sera a sparare cazzate non si può certo pretendere un post geologicamente corretto...
Il misterioso volto megalitico di Borzone in Liguria
Il misterioso volto megalitico di Borzone in Liguria.
Da moltissimo tempo mi riproponevo di andare a vedere questo monumento preistorico che non è molto distante da dove abito io (Sestri Levante).
Con un amico, qualche mese fa ormai, abbiamo colto la palla al balzo ed in un sabato pomeriggio soleggiato di novembre siamo andati a vedere la splendida Abbazia di Borzone e da lì, percorrendo il breve sentiero (circa 6 chilometri tra andata e ritorno) indicato, si raggiunge il bel monolito.
Ho scattato diverse foto ma ve lo dico: le immagini non rendono come dal vivo.
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"La paura e il dolore possono farti reagire in due modi, o decidi di soccombere e passi il resto della vita a prendertela con il destino e sballarti pur di non pensarci, o diventi una roccia e non c’è più niente che ti possa abbattere."
— Federica Bosco - Ci vediamo uno di questi giorni
(NdR) Per Cittadini di ex città fortificate fuoriporta significa abbandonare la città per una escursione nei dintorni della città stessa. Un significato adatto a questa categoria di articoli che parlano di qualcosa che esula da Firenze. Un'altra città o un'altro argomento, qualcosa che non ha niente a che vedere con Firenze ma che ha stimolato l'editore o gli autori nel narrarlo.
Vissuto nel XII secolo, Galgano Guidotti era un nobile cavaliere di Chiusdino, antico borgo situato nelle vicinanze della famosa Abbazia che ha poi preso il suo nome.
Galgano era abile con la spada, era arrogante e autoritario, normalmente si faceva giustizia da sé e spesso, quando non era chiamato a guerre o battaglie al fianco dell’esercito senese, amava gareggiare con altri cavalieri in giostre e tornei.
Stanco di questa vita che gli appariva sempre più vuota e inutile, Galgano si ritirò in solitudine sulla collina di Montesiepi per un lungo periodo di riflessione e pentimento, nel quale cercava il contatto e la comunicazione con Dio.
La leggenda vuole che intorno al 1180 Galgano decise di abbandonare per sempre la sua spada, come mezzo di combattimento e di morte, per trasformarla in “croce”, simbolo di pace e amore e così fece.
Galgano conficcò miracolosamente la sua spada in una roccia come un coltello arroventato affonda nel burro; l’elsa e l’impugnatura della spada presero così la forma di una croce e per il cavaliere divenne un altare personale sul quale poter pregare.
Oggi si può ammirare la spada nella roccia nella Rotonda di Montesiepi, a pochi metri dall’Abbazia di San Galgano.
A Siena si trova il Palazzo di San Galgano, fatto costruire nel ‘400 dai monaci cluniacensi, gli stessi che hanno fondato l’Abazia di San Galgano; particolarità di questo palazzo sono delle spade in ferro, poste sotto le eleganti bifore, che sembrano affondare nelle pietre del bugnato della facciata e che ricordano la spada nella roccia di Montesiepi.
Molte sono le similitudini di questa leggenda con quella di Re Artù; entrambi gli episodi sono avvenuti nel XII secolo e anche in quel caso c’era una spada nella roccia, la celebre “Excalibur”.
Pochi sanno invece che uno dei cavalieri della Tavola Rotonda di Re Artù si chiamava Galvano (Sir Gawain)!
(da "Lo Struscio Toscano" di Franco Ciarleglio, Sarnus Editore)