Tumgik
#schiocco
alechans-cutetickles · 2 months
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🇺🇸:bruh thx u sm @jav-animations for make make this mega adorable tickle art of me tickling zooble ☹️ ///💕💕💕💕💕
(🇮🇹:bruh grazie tantissimo @jav-animations per questo mega adorable disengio solleticoso su di me cha faccio il solletico a zooble ☹️ ///💕💕💕💕💕)
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deathshallbenomore · 1 year
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il saggio che ho in lettura essere come: “la logica per cui partecipazione al lavoro -> indipendenza economica -> emancipazione [almeno per certi aspetti] è frutto della società capitalista occidentale, e le donne [migranti, nel saggio] subiscono questa imposizione dai tratti razzisti e paternalisti. io propongo di rifiutare il lavoro come fonte di indipendenza ed emancipazione delle donne asserendo che per esempio: ”
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a-pathica · 2 months
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Mi ritrovo a 25 anni e l’idea dell’amore come quella dei bambini.
Mi sono ritrovata a parlare con una bambina di amore.
È fidanzata, da un anno, con Francesco.
Prima di lui c’è stato un altro che però è stato rubato dalla sua migliore amica.
Penso che se questo le fosse successo alla mia età si sarebbero strappate i capelli a vicenda e lui ne sarebbe uscito illeso, come succede il 99,9% dei casi. Anche se la colpa non è mai da una sola parte.
Non so perché ora senta la necessità di scrivere quello che mi sta passando per la testa, forse perché ora scrivere a mano non mi basta di più, ho tanto da dire e poca voce per farlo.
Ho sempre preferito scrivere che parlare.
Continuo a scegliere le parole con la stessa accuratezza con cui le mie coetanee scelgono l’outfit (ora ci siamo tutti inglecizzati) che indosseranno per una serata in discoteca.
Io in discoteca non ci sono mai stata, non ho mai fumato una canna, fumo sporadicamente le sigarette, giusto per infliggermi un po’ di dolore.
Dicono che ogni sigaretta fumata accorci la vita di 7 minuti, sto sperimentando la veridicità di questa affermazione.
Non voglio morire.
Sia chiaro.
Quando ci penso ho onestamente paura.
Chiudi gli occhi e tutto finisce.
Non si pensa più.
Le connessioni tra neuroni si fermano.
Niente stimoli.
Niente input.
Niente output.
Tutto tace.
Eppure quante volte aspiriamo nella vita ad un po’ di silenzio?
Sono consapevole che per quanto voglia ciò è impossibile. Almeno da vivi.
Motivo per il quale mi sto quasi abituando all’idea che troverò la pace a cui aspiro una volta morta.
Il discorso sta prendendo decisamente una piega tetra.
Sono una persona abbastanza noiosa.
Non amo il casino.
Mi piacciono le pantofole calde, le coperte, le tisane e i libri.
Non mi piace andare a mangiare fuori, mi piace l’intimità delle mura di casa.
Ma sono consapevole che sono in rotta di collisione con il resto del mondo.
Questo mondo di oggi che deve ostentare tutto.
Ieri sono uscita e c’era un tramonto stupendo a Roma, il volerlo immortalare mi stava quasi distraendo che stavo dimenticando di vivermelo.
E invece l’ho vissuto.
Ho notato ogni piccola sfumatura presente. Nei minimi dettagli.
Io sono così, guardo i dettagli e cerco di leggerli tra le righe.
Sono sempre stata una che ha visto nel piccolo prima di vedere nel grande.
Questa società ci ha abituati ad avere tutto e subito. Pretendiamo di conoscere le persone con lo schiocco delle dita.
PRETENDIAMO.
Non penso ci sia niente di più brutto che pretendere un qualcosa da qualcuno.
È come se lo obbligassimo a fare qualcosa che non vuole per un tornaconto solo nostro.
Ne lede ogni libertà di scelta e di pensiero.
Lo stesso errore si commette quando parlando si dice “io al posto suo…”.
Al posto suo non ci sei.
Al posto suo c’è solo la persona.
Non tu.
Per fortuna o per sfortuna, dipende dai casi, ognuno ha una propria testa e ragiona come meglio crede.
Io ho sempre pensato di ragionare con la testa di una ragazza di 60 anni fa.
Non mi sono mai sentita a mio agio in questa società.
Come un pesce fuori dall’acqua che cerca di tornare al mare.
Non mi sono voluta adeguare alla massa.
Non mi sono mai voluta adeguare a qualcuno.
Per qualcuno.
Rimarrò sola? Non so.
Ho paura? Non so.
Perché le persone cercano di cambiarsi per andare bene a qualcuno?
Capisco lo smussare gli spigoli, ma perché cambiare rinnegando quello che si è?
Io non voglio rinnegare niente di quello che sono.
Qualcuno una volta mi ha detto che siamo la somma delle esperienze che ci sono capitate. Beh, non per vittimismo, ma potrei scrivere un libro per tutte le volte che sono caduta in tutte le maniere in cui una persona può cadere e con la sola forza delle mie braccia mi sia rialzata.
Non penso di avere una vita tragica, ma penso di avere una vita in cui il coraggio le ha fatto da padrona.
Sì, sono coraggiosa.
Questo me lo devo.
In fondo credo che un po’ io mi voglia un po’ di bene, per quanto a volte litighi con me stessa sul perché non riesca a cambiare alcune cose di me che davvero non mi piacciono.
Sono abituata a fare l’elenco dei miei difetti, e non riesco a trovare mai un pregio.
Ecco, coraggiosa è il primo pregio.
Ma tornando al discorso di prima…
Vanno a scuola insieme.
Non si sono visti e neanche sentiti per tutto il periodo dell’estate.
Le ho chiesto allora perché non gli avesse scritto per tutto il periodo e la sua risposta è stata: “Avevo da fare con le amichette.”
Di risposta le ho chiesto se dopo tutto questo tempo lontani era sicura che anche da parte sua ci fosse lo stesso sentimento.
Penso di aver impiantato in lei il seme del dubbio.
Se magari prima ne era convinta, adesso non più.
Eppure 60 anni fa partivano per la guerra, passavano mesi senza vedersi e, se Dio voleva, riuscivano a mandarsi una cartolina ogni tot di tempo.
Ora il dubbio sorge non appena si ha un messaggio non visualizzato.
Maledette spunte blu.
Sorge il dubbio se non si risponde entro un tempo predefinito.
Ed ecco che la vipera del tradimento si insinua nelle nostre menti.
E distrugge tutto.
Con questo non voglio dire che prima non si tradiva, anzi forse era anche più facile tradire prima.
Senza Instagram, senza storie, senza localizzazione, senza messaggistica istantanea, senza chat segrete di Telegram (che ancora non so come funzionino).
Forse c’era una cosa che oggi è difficile trovare: il rispetto.
Ecco, forse ho trovato un altro mio pregio.
La mia famiglia mi ha insegnato a rispettare tutto e tutti.
Non so ammazzare neanche una mosca senza sentirmi in colpa.
Ho imparato il rispetto per ogni forma vivente: animali, piante, persone.
Ho imparato il rispetto per ogni forma non vivente.
Grazie mamma, grazie papà, grazie nonna e grazie zia.
Forse non gliel’ho mai detto.
Prima o poi lo farò.
Loro sono le colonne portanti della casa che sono.
E gliene sarò per sempre grata.
Mi hanno insegnato il senso di sacrificio. E rispettare chi ne fa.
Cerco di mantenere ogni promessa, di renderla reale.
Ma in un mondo che ti fa lo sgambetto più e più volte è difficile, ma continuo ad apprezzare la buona volontà di chi ci prova.
È un mondo malato che sta facendo ammalare anche le persone che ci vivono. Forse gli animali sono gli unici che ne restano illesi.
Quanto può essere cattivo l’essere umano?
Einstein diceva che l’uomo ha inventato la bomba atomica, ma nessun topo inventerebbe mai una trappola per topi.
Siamo davvero così stupidi?
Perché soffriamo di queste manie di grandezza?
Perché questa necessità di prevalere sull’altro e di doverlo sventolare ai quattro venti?
Comunque, continuando il nostro viaggio nella mente di una bambina di 7 anni, dopo aver impiantato in lei il seme del dubbio ho cercato di sistemare la situazione, ormai già distrutta, affermando che in caso contrario avrebbe comunque potuto trovarne un altro. O anche due. Così da avere la riserva.
Lei ha fatto spallucce.
Non penso abbia apprezzato la mia affermazione.
In realtà non l’apprezzo neanche io.
Non nutro grande simpatia per coloro che decidono di intraprendere relazioni parallele. Anzi, direi che (sì, lo so che è brutto da dire), le schifo. E non poco.
Se una persona non ti fa stare bene, bisogna avere il coraggio di lasciarla andare.
Può essere doloroso, ma anche le ferite più dolorose guariscono.
E questo lo so bene, forse daranno un leggero fastidio ogni qualvolta il tempo cambierà.
Ogni qualvolta ti ci soffermerai a pensare.
Mamma dice sempre: “Le cose che non si fanno sono le migliori.”
Ma con quanti punti di domanda ci lasciano?
Quanti finali alternativi si alternano nella mente di una persona?
Sono una persona curiosa.
Ma non nel senso che sia impicciona, mi sono sempre fatta i fatti miei e continuerò a farlo visto che aspiro a campare 100 anni.
Sono spinta da curiosità costruttiva, non mi limito a sapere il fatto in sé, ma mi piace capire, scavare nel profondo. Forse la parola più corretta da usare sarebbe comprendere il perché di una scelta piuttosto che un’altra.
Mi astengo dal dare qualsiasi giudizio.
Mi limito a dare un consiglio, senza aspettarmi che la persona lo segua, anche perché chi è che segue i consigli?
Io sono la prima a non farlo.
Mi piace sbatterci di testa, di faccia, rompermi le ossa, il cuore e l’anima.
Si dice si impari meglio sbagliando e io voglio sbagliare nel modo giusto.
Voglio passare la vita imparando, crescendo, diventando sempre più saggia.
Avrei voluto dire a quella bambina che poi tanto male non è stare soli, conoscersi.
Capire quello che realmente vogliamo.
Quello di cui abbiamo realmente bisogno.
Avrei voluto dirle di non piangere alle ginocchia sbucciate perché il cuore sbucciato quando crescerà farà ancora più male.
Avrei voluto dirle di godersi ogni attimo della sua età.
Avrei voluto dirle di avvicinarsi al mondo dell’amore il più tardi possibile.
Avrei voluto dirle che ha fatto bene a godersi l’estate con le amichette piuttosto che pensare al fidanzato.
Avrei voluto dirle che l’amore se è vero supera ogni ostacolo, ogni distanza, ogni tempo.
Avrei voluto dirle che non deve mai dare nulla per scontato, perché nel momento in cui lo fai tutto perde di valore e non è più come prima.
Non aspettatevi che una persona vi stia accanto per sempre, che vi ami per sempre.
L’amore è un fuoco di paglia, di solito la passione brucia velocemente.
La vera scommessa è alimentarlo.
Vorrei essere brava in questo.
Invece credo che tra le mie mille mila cose da fare non riesca mai ad alimentarlo come si deve, e niente.
Fa la famosa vampa e si spegne.
Azzarderei a dire che quasi a volte l’acqua per spegnerlo sopra l’abbia messa io.
Perché l’amore si identifica con il cuore?
Un muscolo involontario.
Probabilmente perché così come non abbiamo la possibilità di controllare il suo battito non possiamo decidere di chi innamorarci.
Ed ecco lì che capita di innamorarsi di chi probabilmente non avremmo mai detto.
Nel mio caso penso che avrei messo la mano sul fuoco che non sarebbe mai successo, ed invece è successo.
Ho imparato il mai dire mai proprio in questo caso.
E chi l’avrebbe detto che avrei messo le armi per distruggermi in mano a qualcuno.
Mi meraviglio con quanta facilità l’essere umano sia capace di buttare giù tutto quello che costruisce senza nessuna pietà e rimpianto.
Mentre io mi sono ritrovata a dire addio ad una macchina e a dare il benvenuto ad un’altra.
Ho provato il senso di colpa nell’averla quasi tradita per qualcosa di nuovo.
Perché è questo quello che succede nella vita, buttiamo il vecchio per fare spazio al nuovo.
Io sono così legata al vecchio che provo dolore quando lo butto.
Ecco, forse questo invidio a quella bambina, la facilità con cui nel momento in cui il piccolo Francesco deciderà di lasciarla lei troverà qualcun altro e riuscirà a chiudere Francesco in un cassettino della sua memoria che probabilmente non riaprirà mai più.
Io i miei cassetti della memoria li apro e anche spesso.
Maledette domande che attanagliano la mia mente e non la lasciano riposare.
Forse se riuscissi a lasciarmi scivolare tutto addosso sarebbe più facile.
E invece il Padre Eterno ha deciso di farmi cocciuta, testarda e con la necessità di sapere come, quando, dove e perché.
Vorrei poter chiudere tutto a chiave, buttare la chiave in un qualsiasi posto e perderla così da non poter riaprire niente, anche volendo.
Sono masochista.
Non mi taglio, non mi infliggo dolore fisico perché mi basta il dolore dell’anima.
E se per i tagli questi cicatrizzano, non so come possa guarire un’anima mal concia.
Lana Del Rey canta: “Mi amerai lo stesso quando non avrò nient’altro che la mia anima dolorante?”
Mi chiedo se davvero esista qualcuno capace di amare una persona nonostante l’anima che non si regge in piedi.
Ci vuole tanto amore ad amare chi non ci ama.
E ci vuole grande forza di volontà a lasciare andare le persone.
Lasciare andare qualcuno è la più grande forma di generosità.
Come può un rapporto cambiare per “colpa” di una frase sbagliata?
Dicono che la lingua riesca a ferire più di un coltello.
E perché le permettiamo di ferirci?
Sento ancora quel formicolio al cuore quando ripenso ad alcune frasi, che siano belle o brutte.
Nella maggior parte dei casi sono tutte le parole che più mi hanno ferita.
Quelle che più mi hanno fatta sentire inadatta.
Ma non penso di essere inadatta per davvero.
Penso sinceramente che alcune situazioni non vadano con altre.
Ecco di nuovo quella sensazione.
La me di dentro urla, si sta spolmonando. E la me di fuori non riesce a tirare fuori niente.
A volte penso se possa essere liberatorio salire sulla prima montagna e urlare, fino a non avere più aria nei polmoni. Fino ad essere stremati per l’urlo e non per altro.
A volte vorrei farlo.
Poi penso che le persone mi prenderebbero per pazza.
Anche se è mio uso e costume credere che i pazzi stiano fuori e le persone mentalmente stabili siano chiuse nel primo reparto di psichiatria disponibile.
Forse in mezzo a loro troverei la mia pace, chissà.
Vorrei fare un appello a me stessa: smettila di provare a fidarti delle persone.
Sono destinate tutte ad andare via. E tu speri ancora nelle cose irreali.
Chiudi gli occhi e immagini cose che sai anche tu non succederanno mai. E ti addormenti con il cuore un po’ più leggero, perché quello ti da pace.
Perché sono così?
Cos’è che realmente voglio?
O sono solo lo specchio di quello che gli altri vogliono da me?
Vorrei bastare a me stessa.
Essere sicura di me, delle mie capacità, senza il bisogno che qualcuno mi ricordi quanto valga.
Amo stare da sola, e non capisco perché continuo a far entrare persone nella mia vita che la mettono sottosopra.
Inizio ad essere quasi certa di essere masochista.
Sto per prendere il treno.
L’ennesimo.
Quanti treni ho preso, e non ne ho mai perso uno.
Anche quando ero in ritardo.
Sono stata sempre brava a prenderli.
A farli coincidere con altri.
Ad aspettare il meno possibile alle coincidenze.
Non mi è mai piaciuto aspettare.
Non sono una che sta con le mani in mano aspettando che arrivi la manna dal cielo.
Mi sono sempre data da fare, ho organizzato la mia vita in ogni minimo dettaglio e la vita ci ha provato ripetutamente a far saltare ogni mio piano.
A volte ci è riuscita.
A volte no.
Mi chiedo dunque, perché se non riesco ad aspettare un treno che dovrebbe portarmi altrove dovrei riuscire ad aspettare una persona?
Beh, il treno prima o poi arriva e anche se in ritardo a destinazione ci porta.
Ma le persone?
Arrivano?
Tornano?
Riescono a portarti realmente dove vuoi che ti portino?
Non si può decidere dove queste ti porteranno. Bisogna lasciarsi guidare.
E io non sono brava in questo.
Sono stata abituata a guidare, e non riesco a far sì che le persone guidino me.
Eppure io vorrei qualcuno che mi portasse al mare.
Scorrendo la ricerca di Instagram in una di quelle pagine di frasi fatte e depresse ho letto trova qualcuno che ti faccia dimenticare di avere un telefono.
Chissà com’è prendere il treno della vita.
Quello che dicono passi solo una volta.
Quello del hic et nunc, del carpe diem.
Non penso di aver mai colto un’occasione, troppo presa ad organizzarmi la vita che probabilmente mi sono dimenticata di viverla.
Ho messo da parte tutti i sentimenti, cercando di reprimerli.
Li ho messi così schiacciati bene in un cassetto che pensavo di averli sistemati lì a vita.
E invece il cassetto è esploso, lasciando venire fuori tutto quello che credevo di non poter provare.
La depressione.
Se mi avessero detto che un giorno ne avrei sofferto sinceramente gli avrei riso in faccia.
E invece sono qui, a distanza di due anni, con questo mostro dietro le spalle che mi attacca all’improvviso, quando sono più vulnerabile.
E so da me che la spinta per “guarirne” devo darmela da sola, ma le persone che, intorno a me, si limitano a dire: “Dai, su. Muoviti. Se ti fermi è perché sei tu che vuoi stare male” mi istigano sempre di più ad isolarmi.
Mi piace stare sola.
Mi piace l’equilibrio che raggiungo.
Se sto male non devo dar conto a nessuno.
Se sto bene non devo dar conto a nessuno.
Solo a me stessa.
Chissà quale organo ne risente di più.
Il cuore?
Il cervello?
Penso che i miei siano andati entrambi in sovraccarico e il mio esplodere ne è stata semplicemente una conseguenza.
Come se nel cassetto avessi messo più di quanto avrei dovuto e ora non si riesce più a chiudere e tutti i sentimenti repressi siano usciti uno dietro l’altro, sovrapponendosi anche a volte.
Tocco un po’ anche di bipolarismo probabilmente.
Meriterei un oscar come migliore attrice per tutte le volte che ho riso quando avrei voluto piangere.
Meriterei un oscar come migliore attrice per aver mentito sul mio stato di salute mentale a tutti, compresa la famiglia.
Meriterei un oscar come migliore attrice per tutte le volte che mentre ridevo pensavo a come sarebbe stato buttarsi dal Canale di Mezzanotte.
Ci sono andata.
Mi sono seduta sul bordo del ponte.
Penso che più di una volta sia stata sul punto di farlo.
Perché non l’ho fatto?
Probabilmente perché io sono ancora qui e posso scegliere di vivere, lei non ha avuto scelta.
E se l’avesse avuta sicuramente avrebbe voluto vivere.
Per cui, mossa da un minimo di lucidità, sono scesa giù e sono tornata a casa, mettendo la maschera perfetta.
Ma non a tutti si può mentire.
E gli occhi sono lo specchio dell’anima.
Non vedo i miei occhi brillare da un po’.
Chissà se ricapiterà.
E se la nostra vita fosse un libro scritto a penna?
Un cosiddetto manoscritto.
Senza bozza.
Senza margine di correzione, perché si sa, non si può cancellare con la gomma e riscrivere tutto.
Si può solo mettere una linea e andare avanti, fino alla fine del racconto. Fino alla fine del libro.
E lì, dove la penna inizia a incantarsi, arrivano le decisioni prese d’istinto.
Quegli scarabocchi che nessuno riuscirà mai a decifrare, neanche noi.
Perché quelle decisioni prese di pancia sembrano così sensate nel momento in cui le prendiamo mentre con il senno di poi si rivelano dei veri flop?
Perché, a volte, l’istinto prevale sulla ragione, perché autoinfliggersi dolore sperando in qualcosa che sicuramente non capiterà.
La legge di Murphy parla chiaro: se c'è una possibilità che varie cose vadano male, quella che causa il danno maggiore sarà la prima a farlo; Se si prevedono quattro possibili modi in cui qualcosa può andare male, e si prevengono, immediatamente se ne rivelerà un quinto; lasciate a sé stesse, le cose tendono ad andare di male in peggio.
E allora mi chiedo, perché si molla la presa in alcune situazioni?
Perché non siamo più così bravi da lottare per quello in cui crediamo?
Perché non mi fido più delle mie sensazioni?
Ho sempre viaggiato con il mio sesto senso.
A volte bene, altre male.
Penso faccia parte del gioco.
Non credo nemmeno si possa pretendere che la vita giri sempre bene, penso sia impossibile vivere una vita senza cadere.
Dovrebbero essere le imperfezioni a rendere le cose perfette.
Il sudore dei sacrifici rende tutto più bello.
Ma ai sacrifici bisogna essere abituati.
E come ci si abitua?
Come può una persona abituarsi alla sofferenza per avere cose belle.
Ma perché si deve soffrire per arrivare al bello?
Per apprezzarlo di più?
E perché non godere delle piccole cose, ma aspettarsi sempre cose plateali?
Perché non compiacersi dei gesti ripetuti, seppur piccoli, ogni giorno, ma riempirsi gli occhi e soprattutto la bocca per un qualcosa che accade una sola volta e per un tempo breve.
Ho rivisto la piccola Giada.
Le ho chiesto di aggiornarmi sulle sue vicende amorose.
Mi sono così appassionata a questa storia d’amore che mi sembra quasi di viverla in prima persona.
Ci siamo sedute a terra.
Ha trovato dietro la tenda del salotto i regoli.
È stato come tornare indietro di quasi 20 anni.
Ricordo l’emozione, quando arrivava il momento dei regoli alle elementari.
La felicità nell’aprire quella scatola che sembrava magica perché quei piccoli rettangoli avrebbero dovuto insegnarmi a contare.
Anche se, diciamocelo sinceramente, tutti li abbiamo usati per costruire la famosa torre.
Apprezzo dei bambini in genere lo stupore davanti alle piccole cose; il trovare il buono e il bello anche nelle piccole cose.
Quelle più insignificanti.
Poi com’è che si diventa così materialisti?
Qual è il preciso istante in cui le piccole cose, anche le più stupide, smettono di bastarci e iniziamo a volere e a pretendere sempre di più?
Ho sempre avuto paura di crescere, di perdere il mio contatto con l’innocenza della tenera età, non essere più considerata la bocca della verità, diventare agli occhi del resto degli adulti una persona che sputa veleno perché dice quello che pensa.
Io non credo di sputare veleno, non penso nemmeno di essere così vipera come mi dipingono. Credo che la verità tendenzialmente faccia paura, fa paura a tutti, anche a me che sembro così dura e tosta.
La verità quando ci viene detta, nuda e cruda, ci spoglia di ogni maschera e ci costringe a guardarci allo specchio, come se fossimo tanti vermi privati di un guscio protettivo.
L’adulto è viscido, e di questo ne sono sempre stata convinta.
Ha sempre secondi fini, non sa bastarsi a sé stesso, cerca perennemente il confronto con altri per sentirsi superiore, non sa competere in modo sano, è cattivo e diventa egoista, egocentrico, cercando di creare una storia in cui risulta essere il protagonista assoluto.
Per non parlare degli adulti nelle relazioni: è un continuo prevalere sull’altro nel 90% dei casi, non si sa più viaggiare l’uno accanto all’altra.
Ho quasi 25 anni e la voglia di provare gli stessi sentimenti di Giada, la voglia che qualcuno provi per me gli stessi sentimenti che prova Giada.
La purezza.
Non perché servo a qualcuno, non mi piace essere sfruttata.
Ho sempre fatto mio il detto: “Non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te”, ma puntualmente ricevo altro. Ricevo quello che probabilmente se fossi realmente stronza farei alle persone.
Non so sfogarmi, non so buttare giù quello che provo se non scrivendo.
Mi sento così bene quando scrivo.
Non saprei come fermarmi.
Ho tanto da dire, continuo ad avere sempre tanto.
E continuo ancora a meravigliarmi delle mie capacità paragonate a quelle di persone più grandi.
Perché continuo a sottovalutarmi?
Apriamo i regoli, con l’intenzione (ovviamente) di fare la Tour Eiffel.
Iniziamo a mettere da parte tutti i pezzi che ci servono e intanto penso che vorrei essere circondata una vita intera da bambini e animali, dalle anime pure, da chi non fa male a qualcun altro per il puro scopo di goderne; voglio essere circondata da chi se fa male a qualcuno sa chiedere scusa.
Arriva il momento della fatidica domanda, chiederle come fosse andato il ritrovo con Francesco.
Ne ho quasi timore, soprattutto dopo l’ultima chiacchierata, ma i bambini hanno quell’innocenza disarmante contro cui nulla vince.
Il sospiro di sollievo tirato dopo aver saputo che ancora ad oggi stanno insieme è stato rumoroso, tanto da scambiare uno sguardo complice con la mamma.
A distanza di circa un anno io e Giada ci siamo riviste.
Qualcosa è cambiato, io sono cambiata e anche lei.
Se lei è cresciuta in altezza, in bellezza e anche in intelligenza, io sono diventata più vecchia, scorbutica e meno paziente verso ogni genere umano.
Non vedo Giada da un anno e quanto vorrei poter parlarle ancora. Interfacciarmi con lei e con l’ingenuità con cui vede il mondo: senza malizia, senza cattiveria, senza alcun melodramma irrisolvibile.
Mi chiedono spesso perché sia così attirata dai bambini e dagli animali, probabilmente la risposta si trova in questo: non fanno melodrammi e se dovesse accadere la situazione si placa in un tempo così breve da non destare nessuna preoccupazione.
Quanto sarebbe bello tornare piccoli, dove le uniche preoccupazioni sono soltanto i giochi non comprati da mamma e papà, le merende e il pisolino pomeridiano fatto controvoglia.
A ventisette anni il pisolino pomeridiano è quasi diventato un default per me, senza il quale non saprei neanche sopravvivere alle persone che mi sono intorno.
Vorrei tanto sapere di Giada, dei suoi amori, se è riuscita a continuare la sua storia con Francesco, mi piacerebbe dirle che ho trovato probabilmente l’equilibrio a cui aspiravo, ma so che mi guarderebbe interrogativa perché: come lo spieghi l’equilibrio ad una bambina?
Ho paura a dirlo forte, non tutte le persone sono felici se lo sei anche tu, ma ho trovato quella sorta di pace interiore che sembrava non potesse arrivare per me.
Sto per iniziare a fare una cosa che mi piace. Non mi interessa della fatica. Ho scoperto che con le persone giuste accanto sono ancora più forte di quello che credevo. Ho capito chi sì e chi no. Chi mi fa fiorire e chi cerca di estirparmi come un’erbaccia.
Grazie delle delusioni, dei momenti no, dei momenti in piena sbronza, delle scelte sbagliate, dei viaggi in macchina, del mare che calma in inverno e abbronza l’estate. Grazie dell’amore, delle amicizie nate dal nulla, del cuore rotto, dello scudo contro le parole che fanno male. Grazie per le serate a guardare le stelle in balcone con la sigaretta accesa, i lividi addosso per l’equitazione che libera la mente, i lividi dello stress mentale. Grazie per gli addii e le riscoperte di alcune persone. Grazie per il mio essere leggera, saper capire quando essere pesante e quando no, quando farne melodramma e quando no. Grazie perché ho capito quanto valgo, ho capito che non mi accontento di tutti e che chi mi sta accanto lo fa per scelta, per amore e ha rubato un pezzetto del mio cuore e lo custodisce preziosamente. Grazie anche a chi il pezzetto del mio cuore lo ha preso a pugni, a cazzotti e ci ha ballato sopra con la speranza di vedermi a terra strisciare come magari fanno loro. Mari splende anche grazie a voi. Soprattutto grazie a voi.
L’ultima foto non poteva non essere il mio panorama sul mio golfo preferito.
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at1nys-blog · 2 months
Note
Can I get HCs for the cram school boys finding out their crush is a half demon? :O (blue exorcist)
If is okay for you I’m making reader Mephistopheles’ child in every HC. I hope this turned out how you imagined. Please leave a feedback even in anon is okay
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Rin Okumura’s HC
Boy is like “???!!!!! What?”
I mean he still has to come to the realization HE is half a demon
Found out by accident because overheard Mephistopheles
After being very confused he is chill
100% asks you about your childhood with your… condition?!
Rin: so… how was your childhood considering.. your condition yk?!
YN: dude… really?
He asks you a lot about Gehenna and about your father, mostly if they should trust him because is Mephisto we are talking about
Rin: you truly believe him?
YN: he is my dad?!
You help him with homework because… self explanatory
Fascinated by your demon form. He would learn to draw so he can have scratches of you in his notebooks (will fail? Possible. Would he give up? After a while)
A LOT OF TIME SPENT WITH KURO
Is a must like, at first is just when possible then it becomes once a week and then every day?!!!!
You don’t complain, you like Kuro
Cooking dates
He teaches you how to cook even though you can have all the food you want with a schiocco of fingers
He introduces you to manga
Asks you your favorite hobby so he would try and learn it
Yukio Okumura’s HC
100% saw it coming
Maybe not that Mephisto is your dad, which took him a couple of minutes to realize, but he saw it coming you are half demon
Very chill, I mean he is half a demon too
But still suspicious about you a little
Asks you how it is to have him as a father
Asks you to show your powers so he can work a routine for your training (he is amazed by your powers but wants to keep it professional)
Sometimes would use you as a spy
Doesn’t know what fun means sometimes
YN: Yukio you should get out your room and have some fun
Yukio: No
YN: COME ON *tries to get him off his chair but fails*
Yukio: No
Always there if you get hurt, I mean as much as you could get hurt
Sometimes forgets you are half demon and heal faster than humans
Yukio: here take this so you won’t bleed much
YN: …
Yukio: Right
If you are a Meister trusts you with the mission
If you are a student…
He is careful you don’t get in trouble
You think is because your dad told him to, and is actually because your dad told him to (but he wants to make sure his crush is fine)
A good friend overall
Ryūji Suguro’s HC
Man is dying inside
His crush???? A half demon????? When???? Why????
He avoids you… FOR WEEKS
Doesn’t talk to you. Doesn’t acknowledge you in class. Nothing
Renzo and Miwa knock some sense into him
He is shy to say the least when he apologizes to you because 1: he likes you and 2: he feels like trash for avoiding you
Mephisto would follow him around school as a dog just to piss him off (he broke his little baby’s heart)
Would be careful about what he talks to you because of your nature no matter how many times you assure him you are with the good guys
YN: Bon…
Bon: don’t call me that
YN: okay, sorry. Suguro I told you already I’m not the bad guy here
Bon: Uhm… sure
The more you spend time with him the more he realizes you are actually good
Feels stupid for his prejudice on you
Gives you an anonymous gift to apologize (he might or might not have written a letter too)
Introduces to his family immediately as his friend. Renzo’s brothers teased him about that
Makes sure you eat
Bon: try this one, is my favorite food here
YN: thanks but I’m not in the mood
Bon: then maybe this? This is not my favorite but you might like it
Also make sure you are safe during missions and are not hurt
Very observant about you
Renzō Shima’s HC
Shima would NOT care about it
Renzo: you are half demon???😍😍
YN: yes, are you okay with that?
Renzo: MY CRUSH IS SO SPECIAL
YN: you know I might betray you all one day?
Renzo: whatever you want to do my dear
Totally wrote back home about him having a special S/O just to make his brothers jealous
Already planning the wedding
No fr he is so in love with you and the fact you are half a demon means nothing to him.
Very open about his feelings for you
Would do everything to make you happy
I mean EVERYTHING
If you attend Cram School as a student/teacher would leave little gifts on your desk
If not would try and find a way to come see you
100% asks you to things (festivals; out on Valentine’s Day etc) with a big gesture
Boy is CLINGY AF
And jealous too
Random person: *looks at you for 1s*
Renzo: that is my partner you are looking at you perv
YN: Renzo…
Do not expect him to cook for you unless you want the kitchen on fire
Not very romantic but tries his best
Totally told you what your dad asked him to do
Konekomaru Miwa’s HC
Scared. Not only because you are half demon, or because your dad is the principal of the school but because this thing is new to him overall
Avoids Renzo for advice and goes to Rin or Yukio
Also asks Izumo and Shiemi
Gentleman throughout
Boy is chatty but you like listening to him
Actually asks Mephisto if he can ask you out
You found out because your dad can’t keep secrets for his own good
Would shyly ask you to show him your power
Miwa: not to bother you or anything but… can I maybe, just if you want, see your powers?
YN: sure *powers on display*
Miwa: wow
If you are a student helps you studying
Flash cards are his way to go and would freak out if he looses his
Miwa: please tell me you have seen my flash cards
YN: *joking* no, sorry
Miwa: *full on panic attack*
YN: calm down I was joking. Here
Miwa: NEVER AGAIN
Quality time is his favorite time
He would make you see all his favorite movies so you can get quotes
Introduces you to the concept of inside jokes (he is big on inside jokes. I can see him randomly dropping a joke and laughs at Renzo and Bon not understanding what he is saying)
Always asking you how are you feeling and/or how your day went
Makes you list of human things you should try
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intotheclash · 4 months
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L'inizio
“A poco a poco devi creare intorno a te una nebbia; devi cancellare tutto ciò che ti circonda, finché non si possa dare più nulla per scontato, finché più nulla è certo o reale…”
Questa frase, giunta chissà da dove, gli trapanò la testa in un nanosecondo e invase il suo cervello a ranghi compatti, come una falange dell’antica Roma.
Fortunatamente il foro prodotto permise anche alla musica, che proveniva dal potente impianto stereo poggiato sulla libreria, di entrare e ricamarsi il suo spazio, con un subitaneo effetto benefico.
“C’è un tempo per andare dritti giù all’inferno, c’è un tempo per tornare a saldare il conto…”
La musica e le parole che gli fecero drizzare i peli delle braccia e allargare il cuore, erano quelle della Gang, uno dei suoi gruppi preferiti. Il migliore nella vasta costellazione delle band italiane. Li aveva sempre amati, fin dal loro esordio, oramai molti anni prima. Li aveva ascoltati crescere, passo dopo passo, aveva approvato e condiviso senza riserve la scelta di passare dall’inglese all’italiano per la scrittura dei testi, anche se, lo sapeva con certezza, non sarebbero comunque mai arrivati a tutti con la dovuta forza. Peccato. E peccato anche non averli mai incontrati di persona. Chissà, forse le cose sarebbero potute andare diversamente. Chissà!
“Quando un uomo decide di fare una determinata cosa, deve andare fino in fondo, ma deve prendersi la responsabilità di quello che fa. Qualunque cosa faccia, deve prima sapere perché lo fa e poi deve andare avanti con le sue azioni senza dubbi o rimorsi…”
Queste invece erano le parole del Libro. Dischi e libri insieme. Mescolati tra loro, impastati col suo stesso sangue, a formare un unico corpo con la consistenza del cemento armato e l’elasticità di una tela di ragno.
A ciò stava pensando l’uomo intento a radersi, ben piantato di fronte allo specchio del bagno. E radersi, per lui, non era una semplice operazione quotidiana di pulizia, che so, come lavarsi i denti o farsi la doccia,ma un vero e proprio momento catartico, una pulizia, vero, ma quasi più interiore che esteriore. Del resto anche la stanza da bagno somigliava più ad un luogo di meditazione e purificazione, piuttosto che al luogo che tutti conosciamo e vogliamo che rimanga. Era amplissima e luminosa, bianca, completamente bianca, muri, maioliche, sanitari, cornice dello specchio e la lunga mensola che correva su tre lati delle pareti: tutto rigorosamente bianco. Le uniche concessioni al colore e che davano carattere al luogo erano: la sedia a dondolo in bambù ed una stampa raffigurante l’Urlo di Munch; poste una di fronte all’altra.
“Bruciami l’anima, fammi ridere il sangue nel cuore, bruciami l’anima…”
Questo era il disco.
“C’è di male che una volta che ti conoscono, tu sei una cosa data per scontata e, da quel momento in avanti, non sarai più capace di rompere i legami dei loro pensieri. Io personalmente amo la libertà ultima di essere sconosciuto…”
Questo invece era il libro.
“E passala sta cazzo de palla, Salvato'! E’ vero che l’hai portata tu, ma ci dobbiamo giocare tutti! Cazzo!”
Questa era una voce nuova! E non proveniva né dal libro, né dal disco.
L’uomo terminò di radersi, si risciacquò il viso con abbondante acqua fresca e si affacciò sul vicolo sottostante. Un gruppo di una decina di ragazzini stava giocando al calcio in strada. Era una partita vera, cinque contro cinque, chi arriva prima ai dieci goal segnati, e i maglioni gettati in terra erano le porte regolamentari. La scena lo commosse e lo riportò indietro nel tempo, in un’altra galassia. Anche lui, secoli prima, era stato uno di quei monelli e si era battuto come un leone con i suoi coetanei, nei vicoli del suo paese, così simili a quelle vie della vecchia Roma che, in senso lato, erano diventate la sua nuova dimora.
Ma non aveva tempo per affogare nel miele dei ricordi. Con uno schiocco della lingua li ricacciò indietro e tornò alle sue faccende. Ammirò per l’ultima volta allo specchio il suo lavoro, approvò con un accenno di sorriso il disegno perfetto del pizzetto e si passò ripetutamente il palmo della mano sui corti capelli neri a spazzola. Gli sarebbe piaciuto rasarli a zero, lo aveva anche fatto tempo prima, molto tempo prima, ma si era accorto che dava troppo nell’occhio. Troppe persone lo notavano e non poteva permetterselo; così aveva optato per quel taglio anonimo.
Era vero che, negli ultimi due o tre anni, i pelati erano tornati di moda ed erano cresciuti in maniera esponenziale. E anche se le teste rasate erano ancora ben lungi dal raggiungere il numero delle teste di cazzo, si poteva tranquillamente affermare che la forbice si era ristretta.
Andò in camera ed iniziò a vestirsi. Erano le otto di sera di un bel sabato di fine settembre. L’aria era fresca e pulita e lui aveva un appuntamento cui non poteva mancare. Indossò il suo impeccabile vestito nero, comode ed eleganti scarpe di pelle, anch’esse nere, infilò la pattada sarda nella tasca interna della giacca e fece poi scivolare la sua trentotto special nella fondina ascellare perfettamente nascosta dal taglio dei suoi abiti. Infine spense la luce ed uscì in strada. Il lupo era sceso dalla montagna. La caccia era iniziata.
“Il mondo è un luogo misterioso. Specialmente al tramonto.”
Era di nuovo il libro a far udire la propria voce.
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belladecasa · 1 year
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Oggi non è stata una giornata facile, a pochi chilometri da me avveniva l'ennesima tragedia. È la seconda volta che mi scampo una catastrofe naturale. La prima, impressionante, volta, fu ad Amatrice: la sera del terremoto ero lì con degli amici, tornammo mezz'ora prima. Il mattino dopo venni a sapere che i proprietari del locale in cui stavamo erano morti. Certi giorni penso che la sorte mi stia comunicando l'inevitabilità della catastrofe nella mia vita, che è solo questione di tempo perché accada anche a me. Ho visto i bambini e vecchi sulle spalle dei vigili del fuoco perdere tutto e ho pensato che la vita è proprio una fregatura. Ci affanniamo per niente, lavoriamo per niente. I muri e le ossa, tutto quello che ci sembra solido, si frantuma con uno schiocco di dita della natura. Il dottore mi ha detto che devo cominciare a pensare la vita in maniera più terrena, perché sì, razionalmente ho ragione, la vita è una fregatura, mi ha detto. Ma provi a toccare la corteccia di un albero, la materialità dell'albero, quando si trova sola, so che può sembrarle stupido. Ovviamente sì, mi sembrava stupido, ma domani lo farò andando verso il centro per uscire con il ragazzo ventenne che mi era tanto piaciuto. Alla fine gli ho chiesto di vederci perché tanto che senso ha crucciarsi per un eventuale rifiuto, per la paura di essere brutta o banale se mi posso sgretolare da un momento all'altro? E se sapessi di dover perdere la vita dopodomani che cosa rimpiangerei? Di non aver messo abbastanza cuore nella vita, non aver detto a mia madre che è stata la madre migliore, non aver messo la mano tra i ricci di un ventenne prodigio o sulla corteccia di un albero
#s
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io-e-la-mia-mente · 3 months
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Da che ho memoria sento dire : " ho tutto il peso sulle mie spalle , ho dolori alla schiena perchè da lì passa tutto il peso dei pensieri " ... Si dice che per ogni detto ci sia sempre un fondo di verità, così come per le favole o per i proverbi , quindi perchè per le spalle e la schiena si dovrebbe fare eccezione ? Da parte mia, e qui mi collego al secondo post che mi è stato chiesto di scrivere , posso solo dire che la schiena e le spalle sono punti importanti per il benessere del nostro corpo , basti pensare a quanto un individuo possa trarne piacere dalla loro manipolazione , seppur a volte dolorosa e goduriosa allo stesso tempo, per la presenza di varie contratture ( chi non ne ha mai avuta una alzi la mano , e la alzi anche chi , nel manipolarla , non ha mai provato una sorta di piacere fisico accompagnato dal rilassamento ) .. Posso dire di aver provato , oltre al piacere del classico massaggio , delleeeee , come dire, scariche di piacere causate dall'abbattersi , sulla mia schiena , di quei momenti di sadismo che avevano pervaso la Sua mente, fino ad arrivare a guidarne le mani .. Ho portato per giorni i segni del Suo passaggio , la cosa brutta era che non li potevo vedere se non davanti ad uno specchio , ma li sentivo, tutti .. Cercavo di sfiorarli come meglio potevo, accarezzando la base del collo e poi giù , in fondo , dove finisce la schiena e iniziano i glutei .. E' bello poter vedere i segni e accarezzarli nei giorni avvenire ma , per averli , delle pene si devono sopportare ed io le ricordo benissimo , tutte quante .. Ricordo le Sue unghie graffiarmi la pelle, dal collo ai glutei , ricordo come i brividi , dapprima a fior di pelle , poi sempre più profondi, mi facevano inarcare e poi chiudere le spalle .. Ancora risuona nelle mie orecchie , quel sibilo , che la frusta faceva vibrando nell'aria , prima di giungere, con uno schiocco acuto , sulla mia schiena , nuda e già provata dalle tante percosse precedenti , portando con se i gemiti del mio dolore e il bagnato tra le mie cosce .. Il ripetersi costante di quelle azioni , perpetuate nel tempo , a me parso infinito , era quasi divenuto come una cantilena , con i suoi ritmi, con le sue cadenze , con le pause e le riprese , dove la mia schiena aveva la sola funzione di fungere da spartito bianco , su cui il Maestro stava scrivendo le Sue note , e , i miei urli altro non erano che la Sua musica finita .. Non rimpiango nulla di quei momenti, rimpiango invece il fatto che non potrò riviverli presto .. Non giudicate il mezzo con cui una persona giunge o prova piacere, non giudicate il modo in cui due persone scelgono di vivere il proprio rapporto di coppia .. Siamo in un paese libero , con troppe teste che dicono di essere prive di tabù , e di avere una mentalità aperta ma che si comportano esattamente al contrario .. Sono felice di essere come sono , e di riuscire a vivere ciò che sento , mostrando il perbenismo in pubblico , anche se a mio avviso è sbagliato fingere , e il perverso nel privato ( se si vuole vivere sereni purtroppo non si può sempre mostrare ciò che siamo , non si può dire che ci piace essere frustati o legati come salsicce, si potrebbe finire con il restare soli o venire ricoverati in qualche struttura sanitaria ) , e tutto mai da sola , sempre con il mio amato Padrone
schiava-di-ING
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quandotuttosifabuio · 2 months
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Malinconia è una ninna nanna di suoni perduti, l’eco di risate, schiocco di sassi sulla superficie del mare che rimbalzano oltre il tempo.
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pizzettauniversale · 3 months
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Io anche stufa di lavorare con gli incompetenti. Collega, sempre la stessa, promette all’azienda delle modifiche al progetto entro stasera alle 19:30, dando per scontato che tutti i reparti fossero pronti al suo schiocco di dita e quindi ce la siamo presa in culo tutti, me compresa che ancora sto sui mezzi perché mi sono fermata per finire sto cazzo di progetto mentre lei bella comoda da casa perché non viene quasi in ufficio. E comunque il progetto non è finito perché ci sono varie cose da fare e cazzi suoi.
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alechans-cutetickles · 2 months
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(🇮🇹:un altro post- 🇺🇸:another post-)
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🇮🇹:gooseworx si merita il solletico -//- 💕
🇺🇸:gooseworx deserve tickling -//- 💕
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orotrasparente · 1 year
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ci sono dei periodi, che possono durare giorni, in cui sento il bisogno di allontanare tutti, non cerco nessuno, non voglio nessuno attorno, semplicemente mi chiudo a riccio e basta finisce lì, vado in letargo, uno schiocco di dita e non ci sono più
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dhr-ao3 · 2 months
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From Wiltshire With Love
From Wiltshire, With Love https://ift.tt/tnA27FY by Rose_tortora16 (TRADUZIONE ESEGUITA SU CONSENSO DELL’AUTRICE) Hermione convince Draco a spiare per l'Ordine, diventando la sua responsabile. Ma quali sono le sue vere motivazioni? Difficile dirlo, visto che nemmeno lui riesce a capirlo.   .................................................... ............ Draco la interruppe. “Potresti avere la mia bacchetta, ma non hai il controllo del flusso di informazioni qui. Non è in gioco la tua vita”. La Granger si irritò per la sua affermazione. “La mia vita è in gioco ogni giorno.” "COSÌ. COME. LA. MIA." Ringhiò di rimando. "Dammi la mia maledetta bacchetta e non essere così dannatamente ovvia quando mi contatti." Strinse gli occhi. "Te l'ho già detto che la prossima volta sarò più attenta." Sarà meglio che lo sia. “Ancora una cosa.” "Cosa, Malfoy?" sbottò, ancora arrabbiata per non aver ottenuto le informazioni che desiderava. Le puntò il dito contro affinché capisse quanto fosse importante. “Devi imparare l'Occlumanzia. Se vieni catturata, sono morto. " Ricambiò il suo sguardo con aria di sfida. "Lo siamo entrambi." Non poteva contraddirla. Gettò la bacchetta a terra, smaterializzandosi con uno schiocco. Words: 4833, Chapters: 1/86, Language: Italiano Series: Part 1 of From Wiltshire, With Love Fandoms: Harry Potter - J. K. Rowling Rating: Explicit Warnings: Graphic Depictions Of Violence Categories: F/M Characters: Hermione Granger, Draco Malfoy, Harry Potter, Ron Weasley, Remus Lupin, Nymphadora Tonks, Kingsley Shacklebolt, Lucius Malfoy, Theodore Nott, Pansy Parkinson, Lavender Brown, Bellatrix Black Lestrange, Neville Longbottom, Ginny Weasley, Severus Snape Relationships: Hermione Granger/Draco Malfoy, Harry Potter/Ginny Weasley, Theodore Nott/Pansy Parkinson Additional Tags: War, Wizarding Wars (Harry Potter), Slow Burn, Enemies to Lovers, Angst, Romance, Humor, Drama, Action/Adventure, Mystery, Hurt/Comfort, Enemies to Friends to Lovers, Not Canon Compliant - Harry Potter and the Deathly Hallows, Espionage, POV Draco Malfoy, POV Hermione Granger, BAMF Draco Malfoy, BAMF Hermione Granger, Spy Draco Malfoy, Death Eater Draco Malfoy, strategist hermione granger, Dark Draco Malfoy, Morally Grey Draco Malfoy, Possessive Draco Malfoy, Implied/Referenced Rape/Non-con, Implied/Referenced Suicide, Dubious Consent, Snark, Banter, Dirty Talk, Smut, Explicit Sexual Content, Sexual Tension, Minor Character Death, Possessive Sex, Light Dom/sub, Light BDSM, Fanart, Golden Trio antics, surprise BAMFs, female bad-assery in general, Debates!, Girls Night Out (with illegal activities), Sexting with D.A. Galleons, No character bashing - except Umbridge, Gratuitous Wielding of the Sword of Gryffindor, Morally Grey Hermione Granger, HEA, The only gritty war AU that ends with dick jokes, NSFW Art, Draco Malfoy in the Muggle World, Britpicked, Draco Malfoy is Clueless About Muggle Things, Snarky Draco Malfoy, Snarky Hermione Granger via AO3 works tagged 'Hermione Granger/Draco Malfoy' https://ift.tt/30okuCf February 27, 2024 at 10:13AM
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turuin · 1 year
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Lo sapete, ho la soluzione all'indovinello
un albero che cade nella foresta senza nessuno intorno a sentirne il rumore, che rumore fa?
fa il suono di quando non ne puoi proprio più.
Non è un botto o uno schiocco o un tuono o un ringhio o un rombo, non parte l'ouverture 1812 nella tua testa, non squillano le trombe che fanno cadere le mura di Gerico, non sorge un'armata delle tenebre pronta a ridurre il mondo a brandelli.
C'è un punto, nel tempo e nello spazio, dove ce la fai ancora, e un punto immediatamente successivo, nel tempo e nello spazio
(perché dimentichiamo che quello che a noi appare continuità è, invece, una velocissima serie di istantanee che trascorrono nel momento in cui le pensiamo)
un istante successivo in cui non sei più quello che ce la fa
(a sopportare a tollerare a passare oltre a cercare strade a migliorare a pazientare a scusare a mettersi da parte a)
sei quello che non ce la fa più.
Non fa rumore, è una cosa terribile: è una consapevolezza, silenziosa, un monolite, un passo che non pensavi di poter fare, invece il tuo cervello ti dice: ecco qua, era facile? non c'è da aver paura. Piede avanti, ecco tutto, c'è quella linea dietro di te dove ce la facevi ancora
(a non pensarci, a lasciar correre)
ed ecco! Senza accorgertene. Ora sei di qua. Si vive lo stesso, visto? Si respira! Non sei morto! Non è cambiato il mondo. Avevi paura del buio.
Come i bambini.
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bicheco · 24 days
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Il neoromantico
- È davvero brutto quando quello a cui più tieni al mondo, ti viene a mancare, così (schiocco di dita)
- Parli dell'amore
- Ma quale amore, parlo dei soldi.
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thecatcherinthemind · 28 days
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La mia Pasqua è iniziata quando a mezzanotte lui mi ha chiesto "Posso raccontarti una cosa che non sa nessuno?".
Eravamo davanti ad una chiesetta, una delle tante di questa cittadina sperduta che non avevo mai visitato e meno che mai avevo raggiunto in auto prima di ieri sera, quando ho dovuto attraversare stradine buie con la nebbia per poterlo rivedere. Non so perché io l'abbia fatto, probabilmente avevo bisogno di uscire ed ero comunque disposta a farmi i chilometri pur di vedere un volto familiare.
Abbiamo parlato ininterrottamente per quasi sei ore, senza mai stancarci, e se non ci fosse stato il cambio d'ora probabilmente sarebbero state sette. Scattate le quattro, come al magico rintocco delle campane di Cenerentola, ho sentito l'esigenza di andarmene, perché oltre quell'ora sono stata sveglia per poche persone in vita mia e il superamento della soglia bisogna guadagnarselo. Tornando a casa mi sono sentita sporca, come se avessi sbagliato a passare la serata con lui, come se stessi tradendo qualcuno.
Poco fa mi è arrivato un suo messaggio, in cui mi ha ringraziata di averlo ascoltato e in cui ha ribadito di essere disposto a starmi vicino in questo periodo buio, perché non vuole lasciarmi sola. Non riesco a vederla come una bella cosa, perché penso solo di aver dato l'impressione di non farcela da sola.
Un anno fa a quest'ora stavo per essere scaraventata nel periodo più buio della mia vita e sento di essermi spostata pochissimo e sempre in cerchio. Mi sono ripromessa di non permettere mai più a nessuno di mettermi in condizione di essere distrutta con uno schiocco di dita.
Ora capisco la sensazione di tradimento che mi porto addosso: sto tradendo me stessa. Non abbasserò mai più il muro. Giurin giurello.
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gradazioni · 1 month
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ora schiocco le dita e smette di piovere
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