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diceriadelluntore · 19 days
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Storia Di Musica #325 - Family, Music In A Doll's House, 1968
L'edificio della copertina del disco di oggi è una casa. Ma di quelle delle bambole. È anche, come per una vera casa, un susseguirsi di ambienti legati, di storie. Il disco di oggi è, unanimemente, uno dei più particolari e preziosi dischi degli anni '60 e, aggiungo io, uno dei miei preferiti in assoluto. Tutto inizia a Leicester, inizio anni '60. Roger Chapman, che già ha qualche esperienza in piccoli gruppi, forma i Farinas, con suoi amici del Leicester Art College: Charlie Whitney, che suona la chitarra, Jim King che suona il sassofono, Harry Overnall e Tim Kirchin, quest'ultimo poi sostituito da Ric Grech. Registrano un primo singolo, per la Fontana, dal titolo You'd Better Stp / I Like It Like That del 1964, che ha un piccolissimo successo. Cambiano nome in Roaring Sixties e pubblicano un nuovo singolo, We Love The Pirates, nel 1966. A questo punto cambiano nome in Family, per l'abitudine di fare tutto insieme, e quando Rob Townsend sostituisce Overnall vanno a Londra. Qui in poco tempo si diffonde la notizia che in città c'è un gruppo che mischia in maniera totalmente innovativa blues, folk, jazz, e ha un cantante che ha una voce incredibile, calda, ruvida e trascinante. Nel 1967 pubblicano la loro prima grande canzone Scene Through The Eye Of A Lens, e firmano un contratto per la Reprise, etichetta fondata nel 1960 da Frank Sinatra, che cercava più libertà d'espressione dalla sua etichetta storica, la Capitol Records. Il disco di oggi, che esce nel 1968, fu il primo di una band Inglese distribuito negli Stati Uniti dall'etichetta (che nel 1968 faceva già parte della Warner Bros.).
Music In A Doll's House passerà alla storia già solo per il titolo: infatti uscirà poche settimana prima del disco dei Beatles che John Lennon voleva chiamare con lo stesso titolo (che riprende il famoso testo teatrale di Henrik Ibsen nel 1879). Lennon fregato dall'accaduto decise poi di pubblicare il loro ultimo lavoro, un disco doppio, con la copertina bianca semplice e dal semplice titolo The Beatles (capolavoro immenso della storia della musica). Quello che rende quest'album tra i più enigmatici e inventivi di quegli anni è che fu, all'atto pratico, l'anello di congiunzione storico-musicale per quello che pochi mesi dopo diventerà il progressive. Prodotto da Dave Mason dei Traffic (Inizialmente l'album avrebbe dovuto essere prodotto da Jimmy Miller, ma quest'ultimo era già impegnato nelle registrazioni di un altro capolavoro, Beggars Banquet dei Rolling Stones), il disco sciorina in 15 brani brevi (uno solo sopra i 4 minuti) una varietà incredibile di creatività, la musica della casa di bambole apre ogni volta stanze differenti: blues revival e canti gregoriani nella stessa canzone (la favolosa Old Songs New Songs), sanno giocare con il fascino dolciastro del r&b (Hey Mr Policeman), sanno suonare il miglior beat sound inglese, come i riferimenti a Kinks e Traffic di due gioielli come Me My Friend e la languida Mellowing Grey, passano con disinvoltura al folk rock (Peace Of Mind) senza disprezzare puntatine verso la psichedelia all'epoca nel fiore della sua potenza, con il sitar orientaleggiante di See Through Windows. E come dimenticare i violini e la voce "da brividi" che aprono The Voyage, prima di trasformarsi in un saltellante rock? O lo sgangherato God Save The Queen che chiude la circense 3 X Time? I brani sono intervallati da piccoli intermezzi strumentali, chiamati giustamente Variation: Variation On A Theme of Hey Mr. Policeman, Variation On A Theme Of The Breeze e Variation On A Theme Of Me My Friend. In Old Songs New Songs suonano non accreditati la band di Tubby Hayes, virtuoso del sassofono, e alcuni arrangiamenti per archi furono effettuati dall'allora 18enne Mike Batt, che diventerà in seguito grande produttore e per anni presidente dell'Industria Fonografica Inglese. La band gira a mille, usando strumenti all'epoca innovativi come il Mellotron suonato proprio da Dave Mason, il sassofono tenore e soprano di Jim King, il violino e il violoncello di Ric Grech (il quale l'anno dopo lascerà la band per suonare il basso nei Blind Faith assieme agli ex-Cream Eric Clapton e Ginger Baker e a Steve Winwood, in pausa dal suo progetto principale, i Traffic). Ma la vera bomba è la voce di Roger "Chappo" Chapman, un ruggito blues indimenticabile, dall'animalesca vocalità, che segnerà un'epoca, e farà moltissimi seguaci (Peter Gabriel dei Genesis, che nascevano proprio in quelle settimane, ne prenderà nota).
La carriera della band proseguirà per qualche anno ancora, fino al 1973, con grandi album (tra tutti Family Entertainment, Anyway e Fearless), con una delle copertine più belle degli anni '70 (il vecchio televisore anni '50, sagomato nell'edizione originale di Bandstand del 1972) e la nomea di band degli eccessi, idea questa che venne "prepotentemente" sottolineata dai racconti che una famosa groupie, Jenny Fabian, che nel suo romanzo Groupie non usò molta fantasia per nascondere i nomi dei nostri nel raccontare le pruriginose avventure dei nostri. L’ultimo concerto della Family avvenne al Politecnico di Leicester, il 13 ottobre del 1973, e si racconta che il party post concerto fu altrettanto memorabile. Degno finale di una delle più suggestive e talentuose formazioni musicali di quegli anni.
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gcorvetti · 3 days
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Pensieri musicali.
La musica non è solo prendi lo strumento e suona, come molti di voi sanno, è anche pensiero, è un dialogo (spesso con se stessi) su come, quali suoni, quali note, quali pause, potrei continuare all'infinito perché la musica è infinita. Spesso sento dire che è stato fatto di tutto, come anche non c'è buona musica ecc ecc, tutte frasi buttate la da persone che non sanno neanche cosa sia la musica, diffidate da quelli che vi dicono "Ho fatto il conservatorio", oppure "Ho studiato una vita, tanto che ora insegno", sono persone tarate, sicuramente bravi e quindi molto ingannevoli, ma se vi capita chiedete loro di darvi una definizione di musica, vedrete che vacilla, perché ai suoi occhi la musica è quello che ha studiato, mentre ci sono persone che sono restate nella storia e non sapevano neanche tenere lo strumento in maniera corretta, tanto per dire.
LA MUSICA E' UNA FORMA D'ARTE.
Questa è la definizione più vicina alla realtà e quindi si può dire che la musica è soggettiva, per questo ci sono svariati punti di vista e miliardi di definizioni possibili, perché ognuno ha la sua. Tutte quelle discussioni su chi è più bravo, chi è più veloce, chi ha vinto più premi ecc ecc, tutte pippe mentali, ma vi pare che Robert Johnson desiderava diventare famoso? A lui interessava ingroppare e imparò a suonare per portarsi a letto più donne possibili, infatti una delle ipotesi della sua morte è che il proprietario del postaccio dove stava suonando l'ha avvelenato perché gli aveva già bombato la moglie, altri tempi. Esempi a parte, quando qualcuno vi dice "Eh ma è il mio gusto personale", caro mio il tuo gusto è dettato da quello che ascolti, se ascolti 100 band mainstream in croce di 5 stili diversi, ma sempre per esempio metal, non hai un cazzo di gusto, diteglielo, la varietà di ascolto determina un gusto che può avvicinarsi un pò a quello che potrebbe essere in qualche modo una mente allenata all'ascolto e quindi con una certa dose di criticismo, ma occhio alla parola ascolto che è importante, perché se metti su la musica tutto il giorno e nel frattempo fai altro non stai ascoltando la musica stai facendo altro e usi la musica come sottofondo perché oramai è così, purtroppo, si usa la musica perché abbiamo la paura del silenzio, che è comunque una parte portante della musica, le pause?!
Va bè tutto sto pippone per dirvi che oggi riflettevo su alcune cose musicali, la prima è che le mie colleghe ascoltano merda e me la devo sorbire anche io, robaccia tunz anni 90 estone con cover improbabili tipo Mike Oldfield Moonlight shadow in estone ma trunz che credetemi è un obbrobrio, secondo me lui stesso non l'ha mai sentito ha firmato il permesso e intascato i soldi, e robe simili tutto il giorno. L'altra è che Silvestrin non parlerà più di musica, almeno non metterà più degli estratti sul tubo, cosa che mi dispiace perché erano molto interessanti, nel suo canale adesso (ed ha iniziato subito) parla del Milan, ma come minchia può essere che uno che è nella musica da una vita, ha fatto anche cose orrende nella sua carriera ma per soldi figuriamoci, dicevo, come si fa a passare dalla divulgazione musicale al calcio. Per carità ognuno nel suo canale fa quello che vuole, considerando che comunque continua le sue live su Twitch dove mette musica nuova e parla della situazione musicale mondiale, non che italiana. Ma mi dispiace, anche perché non ho tempo per stare dietro alle dirette anche se mi piacerebbe.
Detto questo e visto l'argomento vi lascio ad una delle ultime scoperte, non proprio recente, ma mi han fatto troppo ridere.
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seoul-italybts · 1 year
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[✎ ITA] ELLE Korea : Intervista - Non C'è Neppure Una Stanza Vuota Nella Mente di V | 28.03.23⠸
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Non C'è Neppure Una Stanza Vuota
Nella Mente di V
TAEHYUNG x CELINE - 28 marzo 2023
Intervista 🗞 V x ELLE Korea
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. . Lae mie canzoni e genere musicale preferiti, di per sé, sono fonte di conforto, per me. Esattamente come una persona che ti sta a fianco e ti consola nei momenti difficili. . .
Twitter  |  Originale KOR & 📷
D. Immagino ultimamente starai trascorrendo parecchio tempo per conto tuo. Come va? Ti piace?
V: Mi godo il mio tempo libero. Guardo Netflix, videogioco e, di tanto in tanto, lavoro alla mia musica.
D. Questo è il tuo primo incontro con ELLE. Per noi, è un servizio tanto più speciale perché abbiamo potuto presentarti al mondo come 'CELINE BOY'. Quale pensi sia il fascino di CELINE?
V: Ha diversi pregi. Inizialmente, mi sono interessato a CELINE per la sua unicità. Ogni volta che parlo con Hedi Slimane (*direttore creativo di Celine, n.d.t.) mi trovo in sintonia con le sue idee e valori. È ormai da tanto che sono fan della sua fotografia, quindi è un piacere lavorare con lui. Ammiro anche molto le sue creazioni di moda.
D: L'annuncio della tua partecipazione a 'Jinny's Kitchen' – sequel dei varietà 'Yoon's Kitchen' e 'Yoon's Stay' – è stato una sorpresa un po' per tutti. Ti sei dato da fare in cucina nel ruolo dell' "apprendista Kim". C'è un qualche motivo specifico per cui hai scelto di imboccare questo percorso pieno di sfide?
V: Mi piace seguire i varietà. Tuttavia, apparirvi di persona è tutta un'altra storia. Penso sempre ci siano persone più adatte di me, ecco perché, finora, non ero ancora apparso in molti variety show. Ho deciso di partecipare perché, nel programma, ci sono anche alcuni tra i miei amici più cari. Questi amici, che vi avevano già partecipato, mi hanno detto che è divertente. Quando ho voltato il cartellino del nostro ristorante su 'aperto', il giorno dell'inaugurazione, ero molto emozionato.
D: Dovendo gestire un ristorante con altre persone, nonché incontrare la clientela, hai forse imparato o scoperto qualcosa di nuovo su di te?
V: Penso le mie mani siano piuttosto leste. Sebbene io sia un po' lento in ciò che faccio e dico, credo di aver acquisito una certa manualità nel lavare i piatti.
D: Anche durante le riprese per i nostri contenuti YouTube mi sei sembrato molto rilassato. Ti prendi il tuo tempo, ci ripensi e talvolta stravolgi ciò su cui è già da tempo che lavori. Che cos'è che ti motiva a continuare con i tuoi progetti?
V: Credo sia ambizione. Sto continuando a lavorare con costanza alla mia musica, ma non è così facile. Magari non riesco a completare una canzone e allora getto la spugna a metà strada. La cosa mi pesa. Se la melodia è buona ma non sono convinto del testo, mi fermo alla prima strofa. Penso di meritarmi una bella tirata di orecchie per questo (ride). È molto difficile riuscire a completare una canzone di cui essere soddisfatto, ma continuo a fare del mio meglio.
D: Quando eri a girare (Jinny's Kitchen) in Messico, hai postato una foto su Instagram in cui svelavi il tatuaggio dell'amicizia fatto insieme agli altri membri dei BTS. Ti dà forza avere quel tatuaggio?
V: A volte mi dimentico quasi di averlo, ma poi mi torna in mente e allora, "Ah, già, ho un tatuaggio!" e me ne sorprendo da solo. Inizialmente, non volevo fare post a riguardo, ma sono felice che molte persone abbiano capito quanto è importante e supportino la cosa.
D: Negli ultimi episodi della vostra serie di gruppo, "Run BTS", hai dimostrato eccellenti doti motorie. Dev'essere stato divertente schermagliare e giocare a calcio su un campo scivoloso e pieno di bolle insieme ai membri.
V: Non sono poi così portato per lo sport, ma penso che, quel giorno, fossi particolarmente in forma. Spero tanta gente in tutto il mondo si divertirà guardando la nostra partita a foot volleyball.
D: Non è poi così comune che delle superstar giochino e scherzino come fate voi (ride). Mi trovo d'accordo con il testo di "Yet to Come" quando dice "Sono cambiate tante cose, ma noi siamo sempre gli stessi".
V: Esatto! Tutti i membri dei BTS, me compreso, si vogliono bene. Amiamo la nostra squadra e le/gli ARMY più di ogni altra cosa e questo non cambierà mai.
D: L'anno scorso, dopo diverso tempo, avete partecipato di nuovo agli show musicali con "Yet to Come e "For Youth".
V: Ancora oggi, se ripenso a quei momenti, mi emoziono. Abbiamo potuto sentire le grida delle/gli ARMY dopo tanto tempo. Sono state registrazioni piene di gioia.
D: Che significato hanno le parole "innocenza" e "maturità", per te?
V: 'Innocenza' significa che ci sono ancora tante esperienze da provare, mentre la 'maturità deriva da quelle già vissute. Non è facile spiegarlo a parole.
D: Il tuo primo brano solista, "Stigma", rilasciato nel 2016, ci ha svelato la tua passione per il jazz. Che cosa fai per riuscire ad eccellere in ciò che ti piace?
V: È importante fare sempre del proprio meglio, specialmente in ciò che ci piace. La pratica è fondamentale. Dopodiché, può anche capitare che, col tempo, si perda un po' interesse ma, come esistono persone la cui mera esistenza è fonte di conforto, le mie canzoni e genere musicale preferiti mi infondono tanto coraggio. Ogni tanto, vado ancora a riascoltare "Stigma".. Non tutti i giorni, però (ride).
D: Ricordo ancora quand'eri in modalità 'V, maestro della (musica) trot' e cantavi "Shanghai Twist", negli episodi più vecchi di Bangtan Gayo. Sono pure tornatə indietro un paio di volte, mentre guardavo su V Live, perché era troppo divertente. Ci sono forse dei tuoi video del passato che ti piace andare a rivedere?
V: Ah, non è facile scegliere. Mi piace molto filmare Run BTS perché è l'unico varietà in cui non sono teso. È il contenuto in cui appare il mio lato più naturale.
D: Nell'episodio (di Run BTS) in cui ognuno dei membri doveva recarsi in un luogo che considerava prezioso per il gruppo, tu sei andato all'Ilchi Art Hall, mentre gli altri sono andati allo Stadio Olimpico.
V: Il luogo in cui abbiamo tenuto il nostro showcase di debutto è ancora uno tra i più vividi ed importanti nella mia memoria. Simboleggia il nostro inizio e mi ricorda quei momenti preziosi e come eravamo allora.
D: Ormai, ti sei esibito su moltissimi palchi. Ma provi ancora trepidazione o ansia?
V: Quando vedo le/i nostrə fan faccia a faccia, mi agito ancora un po'. Solitamente, tra il palco ed il pubblico, c'è un po' di distanza, ma quando le/li incontro da vicino sono teso ed emozionato.
D: Al di là delle interpretazioni che la gente dà alla musica dei BTS, tu in che occasione pensi di essere maturato di più?
V: Leggere i messaggi e le lettere mandati dalle/gli ARMY, in cui ci raccontano le loro vite, mi ha permesso di maturare molto. Contengono storie riguardanti ciò che fanno, ciò che le/li rende felici, quali sono le difficoltà che stanno affrontando ecc. I loro racconti mi infondono coraggio. Leggo anche i messaggi in inglese, grazie alla traduzione automatica, ma a volte il traduttore non mi ascolta (ride).
D: Sai prestare orecchio ed aprirti al prossimo, grazie alla tua grande sensibilità?
V: Ho molto a cuore ciò che provano le altre persone. Più che essere sensibile, direi che presto attenzione e compartecipazione, cercando di cogliere i sentimenti altrui.
D: Un'occasione in qui hai avvertito chiaramente l'affetto della gente?
V: Ah, ovviamente quello delle/gli ARMY. Mi scrivono su Weverse quasi tutti i giorni e avverto sempre tutto il loro amore ed affetto nei miei confronti.
D: Menzioni spesso i tuoi alter-ego. Come descriveresti quello che ci hai mostrato durante le nostre riprese?
V: Cerco di seguire la musica ed adeguarmi all'atmosfera che si respira sul set. Quindi le canzoni che vengono riprodotte durante un servizio fotografico o simili sono molto importanti perché determinano il tipo di persona che mostrerò.
D: Oggi, durante il nostro servizio fotografico, ti ho visto ballare un paio di volte, quindi immagino la nostra selezione musicale fosse buona (ride). In che occasioni ti trovi in pace con te stesso?
V: Quando faccio un pisolino. Mi sono fatto parecchie dormite, ultimamente, visto che non ho molti impegni. È la gioia più grande della mia vita.
D: Che complimento ti faresti?
V: Sei stato fantastico, durante il servizio/le riprese di oggi (ride)!
D: L'argento ed il grigio sono due colori apparentemente simili. Se tu dovessi paragonarti ad uno dei due, quale sceglieresti?
V: Mi piace il grigio.
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS ⠸ 
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chez-mimich · 1 year
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JAMES BRANDON LEWIS: “EYE OF I”
È stato detto, quasi sempre in tono dispregiativo, che il jazz è un genere musicale per intellettuali, anzi per “intellettualoidi”. Antonio Gramsci in uno dei suoi più noti passi dei “Quaderni dal carcere”, scriveva che “tutti gli uomini sono intellettuali, ma non tutti svolgono la funzione di intellettuali”. Essendo io di stretta osservanza gramsciana, non posso che condividerne il pensiero. Se poi qualche dubbio in proposito vi resta e lo volete fugare al più presto, non dovrete far altro che acquistare “Eye of I” l’ultimo disco di James Brandon Lewis, uscito da qualche giorno per l’etichetta “ANTI-Records” e che vede, oltre che Brandon Lewis al sax tenore, Chris Hoffman al violoncello e Max Jaffe alla batteria e percussioni. Certo che chi avesse ancora nelle orecchie le storie dell’agronomo George Washington Carver, raccontato in “Jesup Wagon”, probabilmente penserebbe che si tratti del disco di un altro musicista, sia per sonorità che per tematiche, ma questo ribaltamento di obiettivi poetici e musicali, questa concezione diversa della musica, insomma questa versatilità multiforme, non sono segno di debolezza, ma anzi punto di forza di James Brandon Lewis. E non solo questo, poiché “Eye of I” è anche la dimostrazione teoretica che il jazz, non è affatto esclusivamente cibo per la mente contorta di eccentrici “intellettuali”, ma una prova di forza della musica stessa e delle capacità dell’uomo di crearla e veicolarla. Come si dice in certi casi questa era la doverosa premessa, prima di ascoltare il suono nudo e crudo di James Brandon Lewis, semplicemente ciclopico sassofonista che come il famoso “bacio come un rock” della canzonetta, ci tramortisce sul ring. “Selvaggio e spontaneo” lo definisce il comunicato stampa che accompagna l’uscita del disco, un lavoro che sposa decisamente le sonorità del free jazz e del groove, senza disdegnare l’intimità della ricerca, quasi monocorde, ispirata ad uno dei suoi più grandi e riconosciuti maestri, John Coltrane. Se si cominciasse l’ascolto da “The Blues Still Blossoms” questa eredità sarebbe ancora più evidente, con quel sax così solo e così pieno di senso che sembra lenire la banalità e prendersi cura della nostra anima. Spira invece tutt’altra aria nel primo brevissimo, ma programmatico brano, “Foreground“ con il sax che ancheggia e spara bordate vigorose ed energetiche. Se rimane tutto godibilmente groove in “Someday We’ll All be Free”, secondo brano del disco, preparatevi ad ingaggiare una battaglia nel quarto possente ed impietoso pezzo “Middle Ground”, con quella incredibile sventagliata di note da un sax che in 47 secondi inonda di energia pura mente e cuore. Non è da meno il brano che dà il titolo all’album, “Eye of I”, anche se giocato su toni più riflessivi e su una più complessa dialettica armonica e disarmonica, dovuta alle possenti percussioni di Max Jaffe. Nel disco i vuoti e i pieni si alternano ed ecco arrivare la rarefatta simmetria di “Within You Are Answers” e “Womb Water” (scritta in collaborazione con Cecil Taylor), la seconda più problematica con quel basso continuo del violoncello di Chris Hofman che la rende ancora più inquieta. L’attacco dolcemente elettronico della brevissima “Background” ci riporta in ambiente “free”. Questi pezzi brevissimi, come frammenti, sorta di meteoriti sonore, impreziosiscono e non poco la struttura dell’album. Di Free Jazz vive anche “Send Seraphic Being”, mentre “Even the Sparrow” simile a una colonna sonora circense, briosa e apparentemente disarticolata, offre una varietà mutevole di atmosfere, sempre sostenute dal sax di James Brandon Lewis. Infine ecco l’iniziale atmosfera notturna di “Fear Not” che si trasforma cammin facendo in una lunghissima cavalcata che raccoglie in sé sonorità persino un po’ pop-rock, in una costante tensione musicale di grandissimo livello, dove l’infinito assolo del sax di James si dispiega fino nell’eternità. Secondo The New York Times, Brandon Lewis è “un sassofonista che incarna e trascende la tradizione”, parole assolutamente condivisibili. Ottimo lavoro James!
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siciliatv · 8 days
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La Sicilia come meta di viaggio per gli amanti dei Casinò
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La Sicilia avrebbe tutti gli ingredienti per essere una regione alla pari di Malta per quanto riguarda l'attrazione di turisti che amano il gambling e di conseguenza tutti i giochi da casinò, poker compreso. Ma la legislazione vigente al momento in Italia non permette di aprire altri casinò. In questo articolo facciamo il punto della situazione sul mondo del gioco in Sicilia.   Ci sono Casinò fisici in Sicilia? La risposta è no. Ad oggi gli unici casinò legali presenti sul territorio italiano sono tutti al nord e sono tutte strutture storiche: in Casinò di Venezia è il più antico ed è attivo addirittura dal 1638; più recenti ma comunque dalla grande tradizione quelli di Sanremo (1905), Campione d’Italia (1917) e Casinò de La Vallée a Saint Vincent (1947). Queste quattro sale da gioco incassano in totale circa 250 milioni di euro, a cui si aggiunge tutto l’indotto.   Il progetto Casinò a Taormina: Sogno o Realtà? E’ noto come l’ex Sindaco di Messina Cateno De Luca non molto tempo fa aveva lanciato l’idea, con tanto di progetto nero su bianco, di un casinò a Taormina, una delle mete più suggestive della Sicilia, che sarebbe quindi stata promossa come sito per questo sogno ad occhi aperti, battendo la concorrenza anche di Palermo, Siracusa, Catania e Agrigento. Ma ovviamente le problematiche tecniche e soprattutto legislative sono davvero enormi da superare.   Quanto potrebbe “aiutare” il Ponte di Messina? Premettendo che a meno di 300 km a sud della Sicilia sorge Malta, vera e propria capitale del gioco Europeo grazie ad una legislazione snella che ha permesso l’apertura non solo di tanti casinò fisici ma anche di moltissime piattaforme online come My Empire Casinò Recensioni. In questo panorama però il progetto del Ponte di Messina potrebbe dare una nuova ondata di modernità alla Regione e portare tantissimi appassionati dal centro sud proprio in un eventuale nuovo casinò.   Turismo in Sicilia: manca solo un Casinò E’ proprio così: quale altra regione nel Mediterranea vanta una varietà di attrazioni turistiche come la Sicilia? Mare cristallino, siti archeologici, isole vulcaniche, città storiche, tradizione musicale e culinaria, squadre di calcio come Palermo, Catania e Messina su tutte. Esatto: mancherebbe proprio un casinò nel vero senso della parola, capace di valorizzare ancora di più il territorio e di offrire un ulteriore motivo ludico e di intrattenimento per viaggiare fino in Sicilia da tutta Europa.   I Casinò Online grande passione dei Siciliani In attesa che qualcosa in questo senso si muova, i siciliani si divertono a giocare online sui migliori siti del momento. Roulette, Blackjack, Poker, Dadi, Slot e Baccarat sono fra i prodotti più cliccati dai cittadini dell’isola. Del resto ormai, con la possibilità di poter giocare ovunque ci si trovi e a qualsiasi orario tramite mobile app, i casinò online stanno spopolando e non sembrano aver nessuna intenzione di interrompere la loro cavalcata.   Quale Futuro per la Sicilia e il mondo del Gioco? Quanto potranno incidere le imminenti elezioni europee sul futuro del gambling in Sicilia. La risposta è poco o nulla. La regolamentazione per l’apertura di casinò tradizionali in Italia è molto restrittiva e in mano al Governo. Ma nessun esecutivo purtroppo ha mai espresso anche la sola minima apertura al dialogo per l’apertura di una sala da gioco in pieno Mediterraneo. Read the full article
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lamilanomagazine · 17 days
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A Livorno un Festival di Musica Sacra Barocca, lo ha annunciato il suo ideatore, Federico Maria Sardelli
A Livorno un Festival di Musica Sacra Barocca, lo ha annunciato il suo ideatore, Federico Maria Sardelli. Livorno ospiterà in autunno, su proposta e ideazione di un suo grande cittadino, Federico Maria Sardelli, un festival di musica sacra barocca, portando musicisti di altissimo livello e aprendosi a un nuovo pubblico. Sardelli, che è direttore d'orchestra, musicista e musicologo, ha infatti presentato in Comune il progetto di un festival tematico, predisposto insieme a Roberto Sbolci, musicista, direttore artistico Hortus Harmonicus, per approfondire proprio nella sua città un momento della cultura musicale italiana che in tutta Europa è estremamente seguita ed apprezzata. Perché proprio a Livorno? Lo ha spiegato lo stesso Sardelli a Palazzo Comunale. Il movimento barocco si afferma nel XVII secolo e Livorno proprio il 19 marzo 1606 viene elevata al rango di città con la nomina del gonfaloniere e la consegna del "capperuccio" da parte del Granduca Ferdinando I de' Medici. La Livorno del Seicento e Settecento è stata una perla nel Mediterraneo, era una città mercantile viva e operosa, Vivaldi vi rappresentava le sue opere, Goldoni vi soggiornava e vi ha anche ambientato anche "Le smanie per la villeggiatura". Se n'è perso il ricordo ma qui sono nati e vissuti notevoli compositori. Da qui l'idea di una rassegna musicale che porti a Livorno i capolavori dei giganti della musica sacra da Vivaldi, a Lully a Händel, associandoli alla riscoperta dei compositori barocchi livornesi: Stuck, Carbonelli, Campioni e altri. La prima edizione del festival si articolerà in un ventaglio di 5 spettacoli di altissima qualità musicale. La musica sacra, espressione più alta e raffinata della produzione d'ogni compositore, permette di spaziare fra voci soliste, coro e strumenti in una grande varietà di forme e colori. I luoghi prescelti per il Festival sono luoghi particolarmente significativi della storia di Livorno: il Santuario di Montenero, la Cattedrale, la Chiesa di San Ferdinando, il Teatro Goldoni.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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gianlucacrugnola · 24 days
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Tanz Akademie - Hullabaloo
“Hullabaloo” il disco d’esordio dei Tanz Akademie è un viaggio musicale che esplora un ampio spettro di emozioni umane attraverso una varietà di stili e tematiche. L’album si apre con una serie di tracce che esplorano temi complessi e profondi, utilizzando una fusione di suoni punk, noise e barocco per creare un’esperienza audace e coinvolgente. “The Vampire” si distingue per la sua analisi di…
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cinquecolonnemagazine · 2 months
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Coachella: Un'esplosione di musica e arte nel deserto
Coachella Valley Music and Arts Festival, conosciuto semplicemente come Coachella, è un evento di risonanza mondiale che si tiene ogni anno ad Indio, in California, nella Coachella Valley. Il festival si svolge nell'arco di due weekend consecutivi ad aprile, trasformando l'Empire Polo Club in un'oasi di musica, arte e cultura. Un'esperienza multisensoriale Non è solo un festival musicale, ma un'esperienza multisensoriale a 360 gradi. Il festival vanta una lineup di artisti di fama internazionale, che spazia dal pop al rock, dall'hip-hop all'elettronica. Oltre alla musica, il festival offre anche un'ampia varietà di installazioni artistiche, sculture e performance, creando un'atmosfera unica e suggestiva. Un palcoscenico per la moda Coachella è diventato anche un punto di riferimento per la moda. I festivalieri sfoggiano outfit boho-chic, capi vintage e accessori stravaganti, creando un vero e proprio spettacolo di stile. Il festival è diventato un trampolino di lancio per nuovi trend e ha contribuito a rendere la moda Coachella un fenomeno globale. Un'oasi nel deserto Il festival si svolge nel deserto del Colorado, creando un'atmosfera unica e suggestiva. Le temperature elevate e il clima arido rendono il festival un'esperienza impegnativa, ma anche indimenticabile. I festivalieri si accampano in tende o in camper all'interno del festival, creando una comunità temporanea di persone provenienti da tutto il mondo. Coachella: un festival inclusivo e sostenibile Coachella si impegna a promuovere l'inclusione e la sostenibilità. Il festival ha adottato diverse iniziative per ridurre l'impatto ambientale, come l'utilizzo di energia solare e il riciclaggio dei rifiuti. Il festival è aperto a tutti, indipendentemente dalla razza, dal sesso, dalla religione o dall'orientamento sessuale. Foto di Dom Carver da Pixabay Read the full article
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thanxgodisholyday · 2 months
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I Ferrinis tornano con “La Voglia Che Mi Fai”
Ascolta il singolo9 
Il gruppo musicale Ferrinis, composto da Maicol Ferrini e Mattia Ferrini, torna con un nuovo singolo “La Voglia Che Mi Fai”.
Reduci a distanza di soli pochi mesi dall’uscita del loro primo album “Ferrinis” composto da 8 brani inediti.
La canzone è un mix di emozioni che passano da uno stato di attrazione mentale a fisica, la band con questo singolo racconta un normale rapporto tra due persone che si amano.
Questo singolo andrà a far parte della versione deluxe dell’album “Ferrinis” .
Testo :
Se ti racconto un segreto cosa fai
Tienilo solo per te
Perchè me lo porto dentro da oramai
Troppo tempo per non dire niente
La verità
È che mi piace guardare tutto ciò che fai
E spenderei ogni giorno tutte le ore per Conoscere meglio chi sei
Adoro quando balli
Da sola a piedi nudi a casa
Poi cerchi ogni difetto allo specchio
Io ti vedo perfetta lo sai
La voglia che mi fai fai fai fai fai
La sento vibrare non posso aspettare
La voglia che mi fai fai fai fai fai venire
No non passa mai
Io mi rimetto in gioco insieme a te
Ti prego non mi deludere
E mi manca l’aria
Quando mi guardi in quel modo
Ipnotico e euforico
Spegni la luce
E senti solo le mani che si rincorrono su di te
So che ti piace
Sentire la mia pelle con il calore che sale
Adoro anche litigare perchè poi la pace è Come solo noi sappiamo fare
In un attimo mi fai spogliare di ogni piccola distrazione
La voglia che mi fai fai fai fai fai
La sento vibrare non posso aspettare
La voglia che mi fai fai fai fai fai venire
No non passa mai
La verità
È che mi piace ascoltare ogni suono che fai
E rimarrei
Qui sdraiato per ore per averti su di me
La verità è che mi fai venire voglia
Mi fai venire voglia
La voglia che mi fai fai fai fai fai
La sento vibrare non posso aspettare
La voglia che mi fai fai fai fai fai venire
No non passa mai
BIOGRAFIA
Il gruppo musicale Ferrinis composto da Maicol Ferrini e Mattia Ferrini annuncia il primo album chiamato “Ferrinis”. Si tratta di un progetto composto da 8 brani tutti inediti.
In questo disco i Ferrinis hanno deciso volontariamente di non inserire nessuna featuring in quanto è un progetto che ha il loro stesso nome e quindi personale.
I Ferrinis hanno optato per una cosa diversa dal comune. Di solito un album segue un filo logico un solo genere, invece il gruppo ha unito vari generi musicali tenendo fede al pop.
Il pregio è nella sua varietà, nella libertà con cui i Ferrinis si sono mossi tra suoni, melodie, atmosfere e temi differenti, senza lasciare nulla di intentato.
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robachetira · 2 months
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I Ferrinis tornano con “La Voglia Che Mi Fai”
Ascolta il singolo9 
Il gruppo musicale Ferrinis, composto da Maicol Ferrini e Mattia Ferrini, torna con un nuovo singolo “La Voglia Che Mi Fai”.
Reduci a distanza di soli pochi mesi dall’uscita del loro primo album “Ferrinis” composto da 8 brani inediti.
La canzone è un mix di emozioni che passano da uno stato di attrazione mentale a fisica, la band con questo singolo racconta un normale rapporto tra due persone che si amano.
Questo singolo andrà a far parte della versione deluxe dell’album “Ferrinis” .
Testo :
Se ti racconto un segreto cosa fai
Tienilo solo per te
Perchè me lo porto dentro da oramai
Troppo tempo per non dire niente
La verità
È che mi piace guardare tutto ciò che fai
E spenderei ogni giorno tutte le ore per Conoscere meglio chi sei
Adoro quando balli
Da sola a piedi nudi a casa
Poi cerchi ogni difetto allo specchio
Io ti vedo perfetta lo sai
La voglia che mi fai fai fai fai fai
La sento vibrare non posso aspettare
La voglia che mi fai fai fai fai fai venire
No non passa mai
Io mi rimetto in gioco insieme a te
Ti prego non mi deludere
E mi manca l’aria
Quando mi guardi in quel modo
Ipnotico e euforico
Spegni la luce
E senti solo le mani che si rincorrono su di te
So che ti piace
Sentire la mia pelle con il calore che sale
Adoro anche litigare perchè poi la pace è Come solo noi sappiamo fare
In un attimo mi fai spogliare di ogni piccola distrazione
La voglia che mi fai fai fai fai fai
La sento vibrare non posso aspettare
La voglia che mi fai fai fai fai fai venire
No non passa mai
La verità
È che mi piace ascoltare ogni suono che fai
E rimarrei
Qui sdraiato per ore per averti su di me
La verità è che mi fai venire voglia
Mi fai venire voglia
La voglia che mi fai fai fai fai fai
La sento vibrare non posso aspettare
La voglia che mi fai fai fai fai fai venire
No non passa mai
BIOGRAFIA
Il gruppo musicale Ferrinis composto da Maicol Ferrini e Mattia Ferrini annuncia il primo album chiamato “Ferrinis”. Si tratta di un progetto composto da 8 brani tutti inediti.
In questo disco i Ferrinis hanno deciso volontariamente di non inserire nessuna featuring in quanto è un progetto che ha il loro stesso nome e quindi personale.
I Ferrinis hanno optato per una cosa diversa dal comune. Di solito un album segue un filo logico un solo genere, invece il gruppo ha unito vari generi musicali tenendo fede al pop.
Il pregio è nella sua varietà, nella libertà con cui i Ferrinis si sono mossi tra suoni, melodie, atmosfere e temi differenti, senza lasciare nulla di intentato.
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wildbunch-ita · 2 months
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I Ferrinis tornano con “La Voglia Che Mi Fai”
Ascolta il singolo9 
Il gruppo musicale Ferrinis, composto da Maicol Ferrini e Mattia Ferrini, torna con un nuovo singolo “La Voglia Che Mi Fai”.
Reduci a distanza di soli pochi mesi dall’uscita del loro primo album “Ferrinis” composto da 8 brani inediti.
La canzone è un mix di emozioni che passano da uno stato di attrazione mentale a fisica, la band con questo singolo racconta un normale rapporto tra due persone che si amano.
Questo singolo andrà a far parte della versione deluxe dell’album “Ferrinis” .
Testo :
Se ti racconto un segreto cosa fai
Tienilo solo per te
Perchè me lo porto dentro da oramai
Troppo tempo per non dire niente
La verità
È che mi piace guardare tutto ciò che fai
E spenderei ogni giorno tutte le ore per Conoscere meglio chi sei
Adoro quando balli
Da sola a piedi nudi a casa
Poi cerchi ogni difetto allo specchio
Io ti vedo perfetta lo sai
La voglia che mi fai fai fai fai fai
La sento vibrare non posso aspettare
La voglia che mi fai fai fai fai fai venire
No non passa mai
Io mi rimetto in gioco insieme a te
Ti prego non mi deludere
E mi manca l’aria
Quando mi guardi in quel modo
Ipnotico e euforico
Spegni la luce
E senti solo le mani che si rincorrono su di te
So che ti piace
Sentire la mia pelle con il calore che sale
Adoro anche litigare perchè poi la pace è Come solo noi sappiamo fare
In un attimo mi fai spogliare di ogni piccola distrazione
La voglia che mi fai fai fai fai fai
La sento vibrare non posso aspettare
La voglia che mi fai fai fai fai fai venire
No non passa mai
La verità
È che mi piace ascoltare ogni suono che fai
E rimarrei
Qui sdraiato per ore per averti su di me
La verità è che mi fai venire voglia
Mi fai venire voglia
La voglia che mi fai fai fai fai fai
La sento vibrare non posso aspettare
La voglia che mi fai fai fai fai fai venire
No non passa mai
BIOGRAFIA
Il gruppo musicale Ferrinis composto da Maicol Ferrini e Mattia Ferrini annuncia il primo album chiamato “Ferrinis”. Si tratta di un progetto composto da 8 brani tutti inediti.
In questo disco i Ferrinis hanno deciso volontariamente di non inserire nessuna featuring in quanto è un progetto che ha il loro stesso nome e quindi personale.
I Ferrinis hanno optato per una cosa diversa dal comune. Di solito un album segue un filo logico un solo genere, invece il gruppo ha unito vari generi musicali tenendo fede al pop.
Il pregio è nella sua varietà, nella libertà con cui i Ferrinis si sono mossi tra suoni, melodie, atmosfere e temi differenti, senza lasciare nulla di intentato.
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diceriadelluntore · 1 year
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Storia Di Musica #278 - Charles Mingus, Mingus Ah Um, 1959
Le storie di giugno nascono dalla lettura di uno dei libri più belli sulla musica scritto da un non esperto musicale, Natura Morta Con Custodia Di Sax, che Geoff Dyer, sublime scrittore britannico, dedica a storie di jazz. In questo bellissimo saggio, che pesca da fonti storiche, un po’ inventa, un po’ sogna, Dyer scrive storie di alcuni tra i più grandi interpreti di questa musica particolare, creativa, magmatica, pilastro della cultura mondiale da cent’anni. Per mia indiretta colpa, in tutte queste storie di musica non mi era mai capitato di raccontare del personaggio che ho scelto, e uno dei protagonisti del libro, per un mese monografico anche piuttosto particolare: Charles Mingus. Contrabbassista, genio e sregolatezza, uno dei musicisti più importanti del jazz. Arrabbiato, per via di una infanzia passata a cercare di combattere quel sentirsi minoranza di una minoranza (pur essendo di famiglia piccolo borghese, soffriva terribilmente le sue origini meticce, tra genitori con discendenze afroamericane, asiatiche e nativo americane), nato In Arizona nel ’22 ma cresciuto poco prima della Seconda Guerra Mondiale nel tristemente famoso sobborgo di Watts a Los Angeles. Mingus si avvicina da giovanissimo al violoncello, ma poi si appassiona al contrabbasso, che studia con i migliori insegnanti, tra cui Herman Reischagen, primo contrabbasso dell’Orchestra Filarmonica di New York. Nel 1947 entra nell'Orchestra di Lionel Hampton, è già leader di propri gruppi e ha già fatto i primi tentativi di composizione. Mingus si approccia alla musica grazie ai canti gospel delle congregazioni religiose che frequentava regolarmente a Watts e a Los Angeles, realtà con cui venne a contatto durante gli anni dell'infanzia. Ascolta il blues e il jazz ma ha una varietà di conoscenze e di curiosità che compariranno qua e là nel corso della sua leggendaria carriera musicale: si dice ascoltasse Bach ogni giorno, studia Richard Strauss e Arnold Schönberg, non nasconde una passione per Claude Debussy e Maurice Ravel. Suona con il Mito Charlie Parker, ma il suo idolo è la big band di Sir Duke Ellington. E nel 1953 ha l’occasione della vita: viene chiamato da Ellington a suonare con lui. Leggenda vuole che Juan Tizol, portoricano, bianco, trombonista, che in quel momento scrive dei pezzi per l’Orchestra, gli scrive un assolo da suonare con l’archetto. Lui lo traspone di un’ottava per renderlo cantabile, e lo esegue come se lo strumento fosse un violoncello. Tizol lo apostrofa dicendogli che «come tutti i neri della band non sai leggere bene la musica»; Mingus, che è un gigante di mole (tra i suoi demoni, un’ingordigia da romanzo) lo prende a calci nel sedere. Tizol, sempre secondo la leggenda, nella custodia del trombone aveva un coltello, che prontamente afferra per scagliarsi contro Mingus mentre Duke dà l’attacco del brano. Questi, agilmente nonostante la sua mole, con il contrabbasso preso in braccio, salta e scivola sul pianoforte, correndo e dileguandosi fra le quinte. Rientra in un lampo sul palco con in mano una scure da pompiere e sfascia la sedia dell’esterrefatto Tizol. Ellington, che si dice non licenziò mai un suo musicista, lo “spinse” a dimettersi, e nella sua autobiografia (dal titolo già profetico, Beneath The Underdog, tradotta in italiano con il titolo magnifico di Peggio Di Un Bastardo) Mingus racconta: “Duke mi disse <<Se avessi saputo che scatenavi un simile putiferio avrei scritto un’introduzione>>, gli risposi che aveva perfettamente ragione”. Il suo era uno stile libero, che in pratica rimarrà unico. Esempio perfetto è il noto Pithecanthropus Erectus (1956), primo grande disco da solista, che dà un’idea generale della sua musica: bruschi cambi di atmosfera, di tempo e ritmo, un tocco “espressionista” che, di fatto, lo rendono quasi precursore del free jazz, considerazione tra l’altro che lo faceva andare su tutte le furie. Mingus si appassiona alla musica di New Orleans, seguendo l’idea di big band di Ellington, e da questo punto in poi viene fuori tutta la sua incontenibile vitalità, spesso oltremodo eccessiva e davvero fuori le righe: altro caso leggendario fu la “maratona” intrapresa con il fido Dannie Richmond, il suo batterista per quasi tutta la carriera, a chi consumava più amplessi e tequila nei bordelli di Tijuana; da questa esperienza nacque quel capolavoro assoluto che è Tijuana Moods, registrato nel 1957 ma uscito solo nel 1962. Miles Davis disse di lui: “Era sicuramente pazzo, ma è stato uno dei più grandi contrabbassisti che abbia mai sentito. Mingus suonava qualcosa di diverso, era diverso da tutti gli altri, era genio puro”. La prova è il disco di oggi, uno dei capolavori assoluti del jazz, che esce nel 1959, il suo primo per la Columbia. Il titolo Mingus Ah Um è una parodia di una declinazione latina (gli aggettivi latini della I classe sono solitamente ordinati enunciando prima il nominativo maschile singolare che finisce con "us", poi il femminile "a" e infine il neutro "um"). In copertina un dipinto di S. Neil Fujita, che già aveva creato un disegno per un altro disco leggendario, Take Five di Dave Brubeck. Il disco è una sorta di enciclopedia del jazz, sia per la varietà dei brani proposti, sia per il futuro successo di alcuni, diventati standard tra i più famosi di tutti i tempi. Better Git It In Your Soul è un omaggio alla musica ritmica dei gospel e dei sermoni di chiesa, pezzo già leggendario, che fa da apripista al primo immenso capolavoro. Goodbye Porky Pie Hat è un omaggio al Pres, Lester Young, immenso sassofonista, scomparso poche settimana prima che l’album venisse registrato (per la cronaca in due leggendarie sessioni di registrazioni agli studi Columbia, il 5 e il 12 Maggio, sotto le cure mitiche di Teo Macero, il grande produttore di Miles Davis). Il porky pie hat è un cappello che ricorda nella forma il famoso pasticcio di carne inglese, e per dare un’idea di come è quello che indossa sempre Buster Keaton nei suoi film, ma era anche un cappello dal valore simbolico interraziale per i musicisti jazz, e Young lo teneva sempre in testa durante le esibizioni: il brano è divenuto uno standard da migliaia di interpretazioni, uno dei brani più famosi della storia del jazz. Self-Portrait In Three Colors era stata originariamente scritta per il film Ombre, opera prima di John Cassavetes, ma la canzone non appare né nel film né nel disco colonna sonora. Open Letter To Duke è un chiaro omaggio alla figura di Duke Ellington, composto riunendo insieme alcuni pezzi da tre precedenti brani di Mingus (Nouroog, Duke's Choice e Slippers). Jelly Roll è un riferimento al pianista pioniere del jazz Jelly Roll Morton, che si autoproclamò l’inventore del jazz nella prima decade del 1900; Bird Calls passò in un primo momento per un omaggio alla leggenda del bebop Charlie "Bird" Parker, con cui Mingus suonò molte volte, ma fu lo stesso Mingus a chiarire: «Non era stata intesa per suonare come qualcosa di Charlie Parker. Doveva piuttosto assomigliare al cinguettio degli uccelli - almeno la prima parte». Completano il capolavoro Pussy Cat Dues, Boogie Stop Shuffle dal ritmo irresistibile ma soprattutto Fables Of Faubus, primo dei grandi brani politici di Mingus: fu “dedicato” al governatore (democratico!) dell’Arkansas, Orval Eugene Faubus, convinto segregazionista, che nel 1957 tentò di impedire l'ingresso a scuola di nove ragazzi neri in un liceo di Little Rock, in deroga ad una decisione della Corte suprema che aveva reso illegale la segregazione nelle scuole. L'episodio ebbe un punto di svolta quando il presidente Dwight Eisenhower federalizzò la Guarda nazionale dell'Arkansas e permise agli studenti di colore di entrare nell'istituto sotto scorta. Faubus decise allora di chiudere tutte le scuole superiori di Little Rock fino al 1958. Mingus scrisse anche un testo, molto sarcastico, sul Governatore, e si dice che la Columbia lo censurò. In realtà però il testo fu aggiunto dopo da Mingus, quando il brano era stato già registrato, ma non si perse d’animo e lo pubblicò cantato nel suo disco del 1960 Charles Mingus Presents Charles Mingus, con il titolo di Original Faubus Fables. Il disco è uno dei capisaldi del jazz, uno dei cinquanta dischi selezionati dalla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti per essere inclusi nel National Recording Registry in conservazione per i posteri e la prestigiosa Penguin Guide, la bibbia della critica jazz, lo inserì nella Core Section con il loghino della corona, la massima valutazione per un disco. Con Mingus suonano il fido Richmond alla batteria, John Handy, Booker Ervin e Shafi Hadi ai sax (alto e tenore), Willie Dennis al trombone, Horace Parlan al piano (che suona pure Mingus) e Jimmy Knepper, leggendario trombonista, personaggio da cui si partirà per la seconda tappa di questo mese Mingusiano.
Che vi dico già verrà pubblicata Martedi 13 Giugno.
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gcorvetti · 11 months
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Bonus.
Ieri nella ricerca musicale mi è capitato di aprire un video di KEXP un canale che mi piace per la varietà musicale che propongono e mi sono capitati sti due matti che nel turbine di una musica che viene riprodotta da un pc uno balla e cambia le canzoni l'altro decanta liriche con movimenti e danze strane. Quello che dico sempre è che il valore di una band si vede dal vivo, non c'è magheggio da studio che tenga se dal vivo non fai una performance come si deve qualsiasi musica fai e questi due tizi sono fantastici secondo me. Quello che mi ha colpito subito sono state le tappine con i calzini del cantante :D roba da far rabbrividire i modaioli, ma tutto è performance quando si sale su un palco dall'abbigliamento alle movenze al contatto col pubblico, oltre che alla musica e molti non considerano tutti gli aspetti concentrandosi solo sulle note da suonare. I testi sputati al microfono sul sociale sono di sicuro il punto di forza di questo duo fuori dagli schemi, avanguardistico a modo loro. Nella ricerca e nell'ascolto ci sta tutto perché in ogni singolo elemento può essere utile nella costruzione di un'idea che va oltre gli schemi, qualcuno potrebbe essere scettico che un musicista ascolti sta roba ma quando dico che ascolto di tutto non mento, non mento mai veramente, quindi anche questo mi è piaciuto, anzi mi è piaciuto molto e lo sto riascoltando volentieri. Sleaford Mods sono inglesi di Notthingham e basta guardare il video per capire che non c'è molto da capire, semplicemente uno fa la musica al computer e uno scrive i testi e li canta, semplice ma efficacie, meritevoli di un ascolto, anche più di uno.
youtube
P.S. Forse qualcuno li conosce già, ma io non li conoscevo :D
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sounds-right · 2 months
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Sammy Love remixa "One and One" di Robert Miles... E ci racconta la sua musica
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Abbiamo incontrato Sammy Love, che ha da poco pubblicato un remix di un brano davvero importante, "One and One" di Robert Miles. L'ha remixato con Enea Marchesini e la voce è quella di Maria Nayler.
Che stai facendo di bello in questo momento dal punto di vista musicale e personale? Serate, produzioni quello che vuoi...
Oltre ad essere A&R della D:SIDE, label che ho creato 4 anni fa grazie a Luca Facchini e Luca Peruzzi, sto lavorando a nuovi progetti musicali sia per per me che per altri artisti. Ho puoi curato la nuova compilation D:SIDE DREAM PARADE VOL 3. E' uscita il 15 marzo. E poi la radio, radio con la nuova stagione del programma radiofonico  "CHIHUAHUA" che conduco con Ronnie Milani...
Cosa significa rielaborare un brano storico come "One and One "di Robert Miles?
Semplicemente, è un sogno che si avvera. Per me ed Enea Marchesini è stato toccare il cielo con un dito, ma  anche un grande senso di responsabilità e rispetto verso una canzone che abbiamo sempre amato. E' soprattutto verso un artista che è stato per entrambi la fonte d'ispirazione della nostra carriera musicale.
Ci racconti quali sono le tue radici musicali? 
Sono cresciuto con musica a 360 gradi, ho sempre ascoltato di tutto, perché in ogni genere musicale ho sempre trovato una o più canzoni che mi hanno accompagnato nella vita. Questa "varietà di ascolto", me la sono poi portata anche nella creazione delle mie produzioni.
Come ti presenteresti come artista a chi non ti conosce? 
Amo definirmi un artigiano della musica. Fare ciò che amo con grande passione e serietà.A chi non conosce e vuole capire chi sono, dico sempre di ascoltare ciò che faccio, le mie canzoni, perché io sono esattamente quella canzoni e la musica che creo.
Come vedi l'attuale panorama discografico e musicale? 
A dire il vero è un momento un po' confuso. Sembrano tutti più preoccupati ad attirare follower che a proporre e promuovere ciò che è il loro "prodotto musicale". A mio modesto parere, questa 'strategia' tenderà sempre più ad abbassare la qualità dei brani. C'è una continua corsa a fare più musica di quantità che di qualità. 
 Come hai conosciuto Jaywork Music Group? Come ti trovi con questa realtà?
Ho avuto la fortuna di conoscere Luca Facchini e Luca Peruzzi e di entrare a far parte del mondo Jaywork, molti anni fa, quando ho iniziato a proporli i miei brani. Da subito ho riscontrato grande professionalità e serietà. Sono inoltre grato a entrambi per avermi dato fiducia e carta bianca nella creazione di D:SIDE.
A che punto ti senti della tua carriera?
Cerco sempre nuove sfide, per me ciò che conta è avere sempre delle motivazioni, Dopo quasi 30 anni che mi dedico alla musica, mi sento ad un punto della mia carriera in cui non mi sento affatto appagato. Anzi, ho voglia di raggiungere ancora molti obiettivi che mi sono prefissato e che voglio raggiungere
Ci dici quali sono gli artisti musicali più importanti per te e perché?
Sicuramente nel campo della musica elettronica i Kraftwerk e Giorgio Moroder. Perché senza le loro intuizioni e sperimentazioni, tutto ciò che è diventata la Dance e le sue varianti, dall'house fino alla techno,(ma anche la musica Pop ) non sarebbe mai esistita..
Che consigli daresti a un giovane che sogna di fare il dj e/o il produttore?
Avere passione per la musica e di non intraprendere l'arte del djing per moda. Se si ha passione si possono creare le basi per fare qualcosa bello. Fare gavetta e lavorare sodo per realizzare i propri sogni, perché niente arriva dal nulla. 
Sammy Love 
Dj/producer/A&R D:SIDE label
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djs-party-edm-italia · 2 months
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Sammy Love remixa "One and One" di Robert Miles... E ci racconta la sua musica
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Abbiamo incontrato Sammy Love, che ha da poco pubblicato un remix di un brano davvero importante, "One and One" di Robert Miles. L'ha remixato con Enea Marchesini e la voce è quella di Maria Nayler.
Che stai facendo di bello in questo momento dal punto di vista musicale e personale? Serate, produzioni quello che vuoi...
Oltre ad essere A&R della D:SIDE, label che ho creato 4 anni fa grazie a Luca Facchini e Luca Peruzzi, sto lavorando a nuovi progetti musicali sia per per me che per altri artisti. Ho puoi curato la nuova compilation D:SIDE DREAM PARADE VOL 3. E' uscita il 15 marzo. E poi la radio, radio con la nuova stagione del programma radiofonico  "CHIHUAHUA" che conduco con Ronnie Milani...
Cosa significa rielaborare un brano storico come "One and One "di Robert Miles?
Semplicemente, è un sogno che si avvera. Per me ed Enea Marchesini è stato toccare il cielo con un dito, ma  anche un grande senso di responsabilità e rispetto verso una canzone che abbiamo sempre amato. E' soprattutto verso un artista che è stato per entrambi la fonte d'ispirazione della nostra carriera musicale.
Ci racconti quali sono le tue radici musicali? 
Sono cresciuto con musica a 360 gradi, ho sempre ascoltato di tutto, perché in ogni genere musicale ho sempre trovato una o più canzoni che mi hanno accompagnato nella vita. Questa "varietà di ascolto", me la sono poi portata anche nella creazione delle mie produzioni.
Come ti presenteresti come artista a chi non ti conosce? 
Amo definirmi un artigiano della musica. Fare ciò che amo con grande passione e serietà.A chi non conosce e vuole capire chi sono, dico sempre di ascoltare ciò che faccio, le mie canzoni, perché io sono esattamente quella canzoni e la musica che creo.
Come vedi l'attuale panorama discografico e musicale? 
A dire il vero è un momento un po' confuso. Sembrano tutti più preoccupati ad attirare follower che a proporre e promuovere ciò che è il loro "prodotto musicale". A mio modesto parere, questa 'strategia' tenderà sempre più ad abbassare la qualità dei brani. C'è una continua corsa a fare più musica di quantità che di qualità. 
 Come hai conosciuto Jaywork Music Group? Come ti trovi con questa realtà?
Ho avuto la fortuna di conoscere Luca Facchini e Luca Peruzzi e di entrare a far parte del mondo Jaywork, molti anni fa, quando ho iniziato a proporli i miei brani. Da subito ho riscontrato grande professionalità e serietà. Sono inoltre grato a entrambi per avermi dato fiducia e carta bianca nella creazione di D:SIDE.
A che punto ti senti della tua carriera?
Cerco sempre nuove sfide, per me ciò che conta è avere sempre delle motivazioni, Dopo quasi 30 anni che mi dedico alla musica, mi sento ad un punto della mia carriera in cui non mi sento affatto appagato. Anzi, ho voglia di raggiungere ancora molti obiettivi che mi sono prefissato e che voglio raggiungere
Ci dici quali sono gli artisti musicali più importanti per te e perché?
Sicuramente nel campo della musica elettronica i Kraftwerk e Giorgio Moroder. Perché senza le loro intuizioni e sperimentazioni, tutto ciò che è diventata la Dance e le sue varianti, dall'house fino alla techno,(ma anche la musica Pop ) non sarebbe mai esistita..
Che consigli daresti a un giovane che sogna di fare il dj e/o il produttore?
Avere passione per la musica e di non intraprendere l'arte del djing per moda. Se si ha passione si possono creare le basi per fare qualcosa bello. Fare gavetta e lavorare sodo per realizzare i propri sogni, perché niente arriva dal nulla. 
Sammy Love 
Dj/producer/A&R D:SIDE label
▶SPOTIFY :
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tarditardi · 2 months
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Sammy Love remixa "One and One" di Robert Miles... e ci racconta il suo mondo musicale 
Abbiamo incontrato Sammy Love, che ha da poco pubblicato un remix di un brano davvero importante, "One and One" di Robert Miles. L'ha remixato con Enea Marchesini e la voce è quella di Maria Nayler.
Che stai facendo di bello in questo momento dal punto di vista musicale e personale? Serate, produzioni quello che vuoi...
Oltre ad essere A&R della D:SIDE, label che ho creato 4 anni fa grazie a Luca Facchini e Luca Peruzzi, sto lavorando a nuovi progetti musicali sia per per me che per altri artisti. Ho puoi curato la nuova compilation D:SIDE DREAM PARADE VOL 3. E' uscita il 15 marzo. E poi la radio, radio con la nuova stagione del programma radiofonico  "CHIHUAHUA" che conduco con Ronnie Milani...
Cosa significa rielaborare un brano storico come "One and One "di Robert Miles?
Semplicemente, è un sogno che si avvera. Per me ed Enea Marchesini è stato toccare il cielo con un dito, ma  anche un grande senso di responsabilità e rispetto verso una canzone che abbiamo sempre amato. E' soprattutto verso un artista che è stato per entrambi la fonte d'ispirazione della nostra carriera musicale.
Ci racconti quali sono le tue radici musicali? 
Sono cresciuto con musica a 360 gradi, ho sempre ascoltato di tutto, perché in ogni genere musicale ho sempre trovato una o più canzoni che mi hanno accompagnato nella vita. Questa "varietà di ascolto", me la sono poi portata anche nella creazione delle mie produzioni.
Come ti presenteresti come artista a chi non ti conosce? 
Amo definirmi un artigiano della musica. Fare ciò che amo con grande passione e serietà.A chi non conosce e vuole capire chi sono, dico sempre di ascoltare ciò che faccio, le mie canzoni, perché io sono esattamente quella canzoni e la musica che creo.
Come vedi l'attuale panorama discografico e musicale? 
A dire il vero è un momento un po' confuso. Sembrano tutti più preoccupati ad attirare follower che a proporre e promuovere ciò che è il loro "prodotto musicale". A mio modesto parere, questa 'strategia' tenderà sempre più ad abbassare la qualità dei brani. C'è una continua corsa a fare più musica di quantità che di qualità. 
 Come hai conosciuto Jaywork Music Group? Come ti trovi con questa realtà?
Ho avuto la fortuna di conoscere Luca Facchini e Luca Peruzzi e di entrare a far parte del mondo Jaywork, molti anni fa, quando ho iniziato a proporli i miei brani. Da subito ho riscontrato grande professionalità e serietà. Sono inoltre grato a entrambi per avermi dato fiducia e carta bianca nella creazione di D:SIDE.
A che punto ti senti della tua carriera?
Cerco sempre nuove sfide, per me ciò che conta è avere sempre delle motivazioni, Dopo quasi 30 anni che mi dedico alla musica, mi sento ad un punto della mia carriera in cui non mi sento affatto appagato. Anzi, ho voglia di raggiungere ancora molti obiettivi che mi sono prefissato e che voglio raggiungere
Ci dici quali sono gli artisti musicali più importanti per te e perché?
Sicuramente nel campo della musica elettronica i Kraftwerk e Giorgio Moroder. Perché senza le loro intuizioni e sperimentazioni, tutto ciò che è diventata la Dance e le sue varianti, dall'house fino alla techno,(ma anche la musica Pop ) non sarebbe mai esistita..
Che consigli daresti a un giovane che sogna di fare il dj e/o il produttore?
Avere passione per la musica e di non intraprendere l'arte del djing per moda. Se si ha passione si possono creare le basi per fare qualcosa bello. Fare gavetta e lavorare sodo per realizzare i propri sogni, perché niente arriva dal nulla. 
Sammy Love 
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