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#Marisa Caramella
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Don DeLillo, Body art, trad. it. di Marisa Caramella, Einaudi, 2001
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gregor-samsung · 2 years
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“ Le ho detto di scrivere un articolo sull'influenza delle due guerre mondiali sulla moda. E intanto la guardavo attentamente. Avevo già parlato di questa idea durante una delle nostre riunioni. Avevo detto che durante la prima guerra mondiale tutti si erano abituati alle immagini di masse di persone in uniforme. Per la prima volta su scala così grande. Condizionati dall'idea dell'uniforme, si è più disponibili a seguire i dettami della moda; se si seguono i dettami della moda, si è più disponibili a mettersi in uniforme. Durante la seconda guerra mondiale, tutti hanno "visto" milioni di persone in uniforme. La nazione guida indossava pantaloni attillati e sessualmente provocanti, che enfatizzavano i glutei. Dalla fine della seconda guerra mondiale in poi, tutti al mondo indossano uniformi attillate e sessualmente provocanti. Una moda diffusa a livello mondiale. Provocata da una guerra mondiale. Ho detto tutto questo in tono asciutto, privo di enfasi, attenendomi ai fatti. Volevo vedere come avrebbe reagito. Mi ha ascoltato. L'ho osservata. Era tesa, ma stava cercando di capire. “
Doris Lessing, Il diario di Jane Somers, (traduzione dall'inglese di Marisa Caramella), Feltrinelli-Milano, 1986¹ [ Libro elettronico ].
[ Edizione originale: The Diary of a Good Neighbour, Alfred A. Knopf Publisher, 1983 ]
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Il tempo sembra passare. Il mondo accade, gli attimi si svolgono, e tu ti fermi a guardare un ragno attaccato alla ragnatela. C’è una luce nitida, un senso di cose delineate con precisione, strisce di lucentezza liquida sulla baia. In una giornata chiara e luminosa dopo un temporale, quando la più piccola delle foglie cadute è trafitta di consapevolezza, tu sai con maggiore sicurezza chi sei. Nel rumore del vento tra i pini, il mondo viene alla luce, in modo irreversibile, e il ragno resta attaccato alla ragnatela agitata dal vento.
Don DeLillo, Body art, trad. it. di Marisa Caramella, Einaudi, 2001
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williamnessuno · 1 month
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incipit
“Incontrai Dean per la prima volta dopo la separazione da mia moglie. Mi ero appena rimesso da una seria malattia della quale non vale la pena di parlare, se non perché aveva a che fare con quella separazione avvilente e penosa e con la sensazione di morte che si era impadronita di me.” Jack Kerouac, Sulla StradaTrad. Marisa Caramella, Mondadori – Oscar Moderni
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staipa · 4 months
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/la-verita-in-faccia-not-all-men-but-all-women/?feed_id=1195&_unique_id=6582d52d18c83 %TITLE% Nell'ultimo periodo ho tralasciato un po' il tema informatico, che riprenderò a breve. Ho parlato di femminicidio e di violenza sulle donne. Tutto quello che ho scritto però non sarebbe completo se non un corredo di informazioni che diano un quadro della realtà. L'ho fatto volutamente, più volte ho ignorato il cosa sia la violenza sulle donne, uccisioni a parte, perché spesso su questo non c'è consenso quando il consenso è visto da parte di noi uomini. Non l'ho fatto perché citando esempi si finisce per deviare la discussione dal tema principale al dettaglio specifico. Si discute se un apprezzamento verbale sia o no violenza, se una toccatina di più o meno di dieci secondi valga come violenza o no, se la violenza sia uno stupro completo solo con lividi e liquidi sparsi o se non sia necessario arrivare a quel punto. Quello che raramente si fa è chiedere alle donne cosa percepiscano essere violenza. Perché sta tutta lì la questione. Violenza è una "Azione volontaria, esercitata da un soggetto su un altro, in modo da determinarlo ad agire contro la sua volontà.", se io non voglio mangiare una caramella e tu mi costringi a mangiarla stai facendo su di me una violenza. Anche se è per una caramella. Non c'è scampo. Perché non chiedere a chi ci accusa di violenza quale sia la sua volontà invece di limitarci a usare la nostra personale percezione? Se tutti ci approcciassimo in questo modo le cose cambierebbero e ci accorgeremmo che sì, non tutti gli uomini fanno violenza, ma praticamente tutte le donne almeno una volta l'hanno subita. Carolina Capria, sulla sua pagina Instagram @lhascrittounafemmina (https://short.staipa.it/gevxs) ha una raccolta oserei dire ciclopica di esempi, tutti provenienti dalla propria cerchia di followers, una raccolta ciclopica di "fatterelli" che a me personalmente ha fatto venire la pelle d'oca. Nelle immagini qui allegate ne metterò qualcuno, ma consiglio a chiunque di andare a leggersene altri. Sono lì nelle storie salvate, a partire da "YesAllWomen", a YAW2, YAW3, YAW4... e avanti così. Ci sono diverse centinaia di esempi. Credo che a un uomo questo possa dare una dimensione del fenomeno, e possa aiutarlo a rendersi conto che non sono tanto i numeri che contano, o i trend di crescita o decrescita. Ma il viversi sulla pelle situazioni di questo genere, che poi a ben pensarci forse abbiamo visto tutti una volta o l'altra. Come lo vivi però dipende sempre da che lato sei quando lo vedi accadere. Nel frattempo, anche oggi un'altra notizia di femminicidio: Vanessa Ballan, incinta, accoltellata a casa (https://short.staipa.it/gv9w6) Lista dei femminicidi in Italia nel 2023 (da https://femminicidioitalia.info/lista/2023, su Facebook @FemminicidioItalia.info aggiornato al 20/12/2023) Giulia Donato Martina Scialdone Oriana Brunelli Teresa Di Tondo Alina Cristina Cozac Yana Malayko Melina Marino Santa Castorina Iulia Astafieya Sharmin Sultana Maria Febronia Buttò Zenepe Uruci Sara Ruschi Brunetta Ridolfi Danjela Neza Jessica Malaj Giulia Tramontano Pierpaola Romano Maria Brigida Pesacane Floriana Floris Svetlana Ghenciu Margherita Ceschin Maria Michelle Causo Mariella Marino Angela Gioiello Sofia Castelli Celine Frei Matzohl Anna Scala Vera Schiopu Rossella Nappini Marisa Leo Maria Rosa Troisi Liliana Cojita Anna Elisa Fontana Klodiana Vefa Concetta Marruocco Annalisa D'Auria Etleva Kanolja Michele Faiers Dawn Giulia Cecchettin Meena Kumari Vincenza Angrisano Vanessa Ballan
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micro961 · 7 months
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Tiberio Ferracane - U’ pisci spada
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Uno dei tre singoli che coronano il libro dell’artista torinese dedicato a Domenico Modugno
La vita italiana nelle canzoni di Domenico Modugno. A 30 anni dalla sua scomparsa, l'artista torinese ci regala un libro, tre brani a corredo e un progetto che approderà ad un disco.

«La mia scelta di interpretare “U’pisci spada” rientra in un progetto ampio che si inserisce nella presentazione del libro “Mister Volare, 20 anni di vita italiana attraverso le canzoni di Domenico Modugno” - Paola Caramella editrice - e che terminerà nella produzione di un disco a lui dedicato. La potenza lirica e l’accompagnamento essenziale (nel disco del 1954 si accompagna con la sola chitarra) mi ha convinto ad affrontare questo brano con il solo utilizzo della mia voce per meglio esprimere la drammaticità di questa storia d’amore tra due pesci spada, in cui la femmina viene arpionata e il maschio pur di starle accanto si lascia catturare e morire con lei.» Tiberio Ferracane
“U’ pisci spada”, lato B della “Donna riccia”, è un brano di Domenico Modugno del 1954 che esce per l’etichetta RCA italiana. Rientra in quella cultura popolare e da cantastorie che tanto ha pervaso soprattutto l’inizio carriera di Modugno. La lingua utilizzata è il siciliano, ma di certo fu scritto nel dialetto vernacolo sanpietrano che tanto assomiglia a quello messinese. Mimmo racconta che la storia è vera ed è accaduta davanti alla costa calabrese. Dice altresì che è la prima sua canzone che ha cantato in pubblico.
“U’ pisci spada” è uno dei tre brani che arricchiscono il progetto editoriale di Tiberio Ferracane intitolato “MISTER VOLARE – 20 anni di vita italiana attraverso le canzoni di Modugno” edito da Paola Caramella. Un pamphlet asciutto e incisivo che attraverso lo strumento dell’intervista, ci restituisce pagine dense di storia, episodi, ritratti e aneddoti, facendoci assistere come fossimo a teatro in prima fila alla crescita, alla maturazione e alla consacrazione di Domenico Modugno, intrecciando le sue canzoni con i ricordi, i momenti salienti, le sfide affrontate dalla sua famiglia.
Il libro contiene anche 3 tracce pianoforte-voce cantate e suonate da Tiberio Ferracane a cui si può accedere con un codice QR dedicato. I brani sono “U’ pisci spada”, “Tu si na cosa grande” e “Vecchio Frack”.
Il libro è disponibile sul sito www.paolacaramella.it e presso tutte le principali librerie e online.
Tiberio Ferracane è un cantautore e interprete, compositore e musicista, insegnante di musica e canto, specializzato in musica e dislessia. 
Nasce a Torino nel gennaio del 1964. Figlio di siciliani profughi dalla Tunisia, che agli inizi del ‘900 erano emigrati in quella terra, dividendosi tra agricoltori e operai, per costruire la ferrovia. 
 Si diploma in organo elettronico e perfeziona in organo liturgico, si diploma inoltre come autore di testi alla scuola di Mogol (C.E.T.).
Dal 2013 a oggi è presidente, socio fondatore oltre che responsabile ed insegnante, nei laboratori musica e canto dell’Associazione Un Mondo in 3D. Doposcuola DSA-BES. www.unmondoin3d.com
Autore e interprete di spettacoli di “teatro-canzone” quali: 
"Marisa tra le nuvole" commedia d'amore, sogno e trasformismo. "Il sale sulle note" viaggio tra le maggiori scuole della canzone d'autore e la cucina regionale. "Ritratti d'Autore" monografie dei più grandi Cantautori e interpreti della canzone d'Autore. “Metti una sera al cinema”
LAVORI DISCOGRAFICI: Album, “Tiberio Ferracane” (2006) – Cantautore Singolo, “L’uomo senza memoria” (2007) – Cantautore Album, “Tiberio Ferracane” (2008) Edizioni Notebook - Cantautore Singolo, Cosa Rimarrà Di Me (2008) Edizioni Notebook - Cantautore Album, “Che cosa rimarrà di noi” (2009) Edizioni Notebook - Cantautore Album, “Metti una sera al cinema” (2016) – Interprete Album, “Magaria” (2022) Edizioni Moovon – Cantautore – Interprete 

Contatti social
Faebook: https://www.facebook.com/Tiberio-Ferracane-146415408805544 Instagram: https://www.instagram.com/tiberioferracane Youtube: https://www.youtube.com/user/MrTiberioferracane Spotify artista: https://spoti.fi/33pOQyY Spotify playlist libro Mister Volare: https://t.ly/PSlE
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crazy-pot-pourri · 7 months
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[Books] Quella dolce follia di Patricia Highsmith
Titolo originale: This Sweet Sickness Autore: Patricia Highsmith Prima edizione: 1960 Edizione italiana: traduzione di Marisa Caramella (La Nave di Teseo, 2023) Continue reading Untitled
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paoloferrario · 4 years
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Leggere ALICE MUNRO, in Ai confini dello sguardo di Gabriele De Ritis
Leggere ALICE MUNRO, in Ai confini dello sguardo di Gabriele De Ritis
da Leggere Alice Munro : Ai confini dello sguardo
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L’enigma Alice Munro è il titolo dato dalla curatrice Marisa Caramella al saggio che apre il volume de I Meridiani Mondadori Alice Munro Racconti. Sulla copertina de Il sogno di mia madre compare la citazione da Citati: “Da Henry James, Alice Munro ha imparato che la prima qualità di…
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eleaele · 7 years
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Por dónde empezar... ¿Cuándo fue la primera vez que un fanzine de Color Pastel llegó a mis manos? Pudo haber sido en alguna presentación de Zorra Poesía, en alguna fecha en Belleza y Felicidad, en alguna ronda de lectura - feria por la ciudad, no recuerdo exactamente. Lo que sí recuerdo es que recibí de la mano de Germán y con una sonrisa, ediciones preciosas, rescatando lo que entiendo como auténtica poesía; en ese espíritu generoso de dar, precisamente en ese gesto.
Como no estudié letras, como no circulé por las aulas que reúne a quienes eligen esa carrera (aunque a algunos les pese la palabra) y como tampoco tengo asistencia perfecta a todos los ciclos que se dan de lectura; además de dedicarme a otras expresiones también poéticas -más silenciosas- como el dibujo y la fotografía; habrá sido por el 2008-2009 que di con ellas. Y años después, tiene lugar esta fecha; 8 de septiembre, para presentar la edición del libro; que como comentaba en Kiosco de Poesía, sin duda muchos corazones y bibliotecas también celebrarán.
Además, ese día, se entregarán nuevos fanzines -edición especial 2017- con poemas de María Cecilia Perna, Lucas Soares, Natalia Romero, María Gutierrez, Tuti Curani, Verónica Pérez Arango, Gabriela Luzzi, Gabriela Bejerman, Nadia Sol Caramella, Facundo Soto, Mariela Gouiric, Gabby De Cicco, Marisa Negri y unos inéditos míos.
Y por lo tanto, reivindico lo que mencionaba al comienzo, el espíritu poético que se abre a todos, que convoca a todos y nos une a todos. Está disponible y presente como nos propone Color Pastel.
Este es el evento, invitación abierta. Centro Cultural Recoleta, viernes 8 de septiembre de 19 a 21 horas. sala 6. Performances poéticas e invitadas sorpresa. Entrada libre y gratuita.
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pangeanews · 4 years
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Homer Simpson: da 30 anni è in tivù. Il suo nome è tratto da un romanzo formidabile che disintegra il mondo dello spettacolo
Gli ultimi 50 anni di Stati Uniti d’America si capiscono facendo il gioco delle differenze tra i Peanuts e i Simpson (ormai sono vecchi entrambi). I Peanuts escono in albo nel 1950 e al cinema cinquant’anni fa, nel 1969, con A Boy Named Charlie Brown. I Simpson, creati nel 1987, come si sa, sbarcano in tivù trent’anni fa, il 17 dicembre del 1989. Per dire: da una parte – Schulz – i protagonisti sono bimbi che filosofeggiano, e un ‘bracchetto’ che ha vezzi da scrittore, il cui silenzio è eracliteo. Dall’altra – lato Groening – il centro è una famiglia specifica, in un luogo specifico, con deliri specifici.
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Ma su questo, lasciamo la via ai pensatori che mescolano il motto delfico – conosci te stesso – a quello di Bart – ciucciati il calzino – d’altronde, c’è più bibliografia sui Simpson che su Tommaso d’Aquino.
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Qui importa un punto. Homer Simpson. Pingue, occhi che esplodono nel nulla, paradisiaco sul divano, esteta del manico di birra, sufficientemente pelato, giallo. Da dove arriva? Le opinioni discordano – Matt, lo Jahvè dei Simpson, gioca con l’ambiguo. Homer Philip Groening, padre di Matt, che il 30 dicembre prossimo compirebbe 100 anni – se ne è andato nel 1996 – potrebbe essere il prototipo di Babbo Simpson (d’altronde, le sorelle di Matt si chiamano Maggie e Lisa…). Però Matt Groening ha citato, un paio di volte, un romanzo straordinario e strampalato.
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Nel 1939 Nathanael West, geniale e misconosciuto scrittore americano, pubblica Il giorno della locusta. Di fatto, il protagonista del romanzo – quello che innesca le vicende surreali, che terminano nell’apocalisse hollywoodiana – è un buffo tizio che si è trasferito in California “da una piccola città vicino a Des Moines, nello Iowa, chiamata Wayneville, dove per vent’anni aveva lavorato in un albergo”. Sessualmente represso, perennemente malato (“il dottore gli consigliò di andare in California a riposare”) fino all’ipocondria, “occhi febbrili, mani indisciplinate”, non bello, decisamente goffo. Si chiama Homer Simpson.
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Dando credito al destino: 50 anni dopo il romanzo di West, Homer Simpson atterra in tivù. Nel 1975 John Schlesinger trae da Il giorno della locusta un film di qualche successo: due nomination agli Oscar, visione a Cannes, fuori concorso. Homer Simpson è interpretato da Donald Sutherland. Il romanzo, come sempre capita ai capolavori, invece, non consentì la fama sperata al suo autore. “Le vendite non vanno nel modo sperato: West, molto deluso, arrabbiato, torna a lavorare per il cinema”. Per il cinema West lavora nel sottosuolo, per film modesti (in un anno e mezzo ne scrive sei, tra cui Five Come Back, I Stole a Million, Men Against the Sky). Dell’aureo mondo dello show, intendo, West vede il lato oscuro. Tuttavia, il romanziere trova l’amore – Eileen, donna sbandata con figlio appresso – e un barlume di fugace felicità. Progetta un nuovo romanzo – “una storia di avventure alla Conrad” – si sposa con la sua bella. Ma il destino gli si schianta addosso: l’incidente d’auto che gli accade il 22 dicembre del 1940 è letale. Stava tornando dal Messico verso Los Angeles. Guidava in modo spericolato, come sempre, dicono. Con lui muore la moglie, Eileen. “La Hollywood di West, mondo illusorio, di cartapesta, dove la natura scompare rimpiazzata da sostituti artificiali, dove il tempo non ha più senso, dove le persone sono prive di spessore, bidimensionali come gli sfondi cinematografici, è straordinariamente attuale” (Marisa Caramella).
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Scena capitale: “Homer camminava più che mai come un automa mal costruito e i suoi lineamenti erano composti in una smorfia rigida, meccanica. S’era infilato i pantaloni sopra la camicia da notte e un lembo di essa gli usciva fuori dall’apertura sbottonata sul davanti. In ciascuna mano teneva una valigia”. Vuole lasciare la California, sgangherato da quel chiasso luminoso.
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Homer Simpson, così, è un nome che rimanda all’illusorietà del mondo televisivo, alla sua maniaca follia. Forse Groening lo ha scelto proprio per quello: è la chiave che disintegra la finzione, il KO dello show, la suprema bestemmia. Il giorno della locusta – che titolo stupendo – è il romanzo che smutanda il mito di Hollywood e la buona creanza antropologica. L’uomo è una locusta, non sa fare altro che mangiare e mangiarsi in una specie di sabba cannibale; la massa – vedi la scena di folla finale, fosforescente – è una mitragliata di locuste, ciò che resta dopo il loro passaggio è niente. Ricordando i Simpson, rileggiamo quel romanzo di provocatoria potenza. (d.b.)
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gregor-samsung · 5 months
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«Il mio ragazzo tedesco, quello che avrei dovuto sposare e invece rifiutai perché ero una sciocca: passavamo sempre la domenica insieme. Prendevamo l'autobus fin quassù, dove siamo sedute adesso, o forse un po' più su. Prati verdi, ruscelli, alberi. Ci sedevamo sul bordo di un ponticello e guardavamo l'acqua scorrere, oppure cercavamo un prato senza mucche e mangiavamo le cose che ci eravamo portati. Che cosa mangiavamo? Io prendevo della carne da casa, perché allora la mamma non era ancora morta e potevo fare quello che volevo, e la infilavo tra due fette di pane. Ma le cose che portava lui mi piacevano di più, perché i suoi genitori erano pasticceri. Lo sai che a quei tempi quasi tutti i pasticceri erano tedeschi? Be', i suoi genitori sapevano appena leggere e scrivere, ma lui era davvero intelligente, uno studioso. Fece carriera, alla fine, sono stata davvero stupida a rifiutarlo, avrei potuto avere una casa tutta mia, col giardino. Invece non l'ho sposato, no. Non so perché. Naturalmente, mio padre non avrebbe approvato il matrimonio con uno straniero, ma d'altra parte non ha approvato nemmeno il matrimonio con un inglese, non diceva mai sì a una nostra scelta, quindi non avrebbe fatto nessuna differenza. No, non voglio pensarci, adesso, ho già passato abbastanza tempo a pensarci quand'ero giovane, Che stupida, mi dicevo, quando ho cominciato a capire com'erano fatti gli uomini. Vedi, allora non lo sapevo. Hans era così gentile, un vero signore, mi trattava come una regina. Mi prendeva in braccio per superare gli steccati, con gesti così delicati e gentili, poi stendevamo una piccola tovaglia bianca sul prato e tiravamo fuori quegli stupendi panini bianchi e i dolci della pasticceria. Io dicevo sempre, No, io devo mangiare la mia roba e tu la tua, ma poi finivamo col dare la mia agli uccelli.»
Doris Lessing, Il diario di Jane Somers, (traduzione dall'inglese di Marisa Caramella), Feltrinelli, 1986¹ [ Libro elettronico ].
[ Edizione originale: The Diary of a Good Neighbour, Alfred A. Knopf Publisher, 1983 ]
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C'è qualcosa nel vento. Ti spoglia di ogni sicurezza, ti entra dentro, continuo, implacabile, ti fa sentire la fragilità intrinseca di ogni cosa che ti circonda, la fragilità di quanto c'è di solido in centinaia di imprese - esposte, provvisorie, improvvisate.
Don DeLillo, Body art, trad. it. di Marisa Caramella, Einaudi, 2001
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oblique · 13 years
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Sogno americano
In America spesso l'autore segue fedelmente l'editor che cambia casa editrice: lo hanno fatto, tra gli altri, Alice Munro, Don DeLillo, perfino Stephen King.   Marisa Caramella (editor Bollati Boringhieri), il manifesto, 30 agosto 2011 
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Pensò: Quando hanno cominciato a guardarsi negli occhi, le persone? [...] Cos'aveva significato quel gesto la prima volta, la prima volta che una creatura pensante aveva guardato negli occhi, in profondità, un'altra creatura? C'erano volute centinaia di migliaia di anni perché questo accadesse, o era stata la prima cosa che avevano fatto, gli esseri umani, un'esperienza trascendente, la cosa che li aveva resi superiori, che li aveva resi moderni, lo sguardo che dimostra la solitudine della nostra anima?
Don DeLillo, Body art, trad. it. di Marisa Caramella, Einaudi, 2001
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Ma dentro di lei il mondo era svanito.
Don DeLillo, Body art, trad. it. di Marisa Caramella, Einaudi, 2001
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gregor-samsung · 3 years
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“ Al negozio indiano, ho tirato per le lunghe fino a quando il proprietario, Mister Patel, ha detto, «Mistress Fowler è scesa in strada, ieri, urlava e strillava.» «Ah sì? E cosa diceva?» «Gridava, Nessuno di voi era qui ad aiutarmi a scaldare l'acqua e a fare il bagno quando ho avuto il bambino, nessuno di voi ha fatto qualcosa quando non avevo niente da dargli da mangiare. Ho vissuto tutta una vita senza l'acqua calda dal rubinetto, e se tentate di entrare in casa mia chiamo la polizia.» Mister Patel dice tutto questo lentamente, fissandomi con quei suoi occhi seri e preoccupati, e io non oso sorridere. Mi tiene quegli occhi fissi in faccia, serio, con aria di rimprovero, e dice, «Quando ero in Kenya, prima che fossimo costretti ad andarcene, pensavo che fossero tutti ricchi, in questo paese.» «Invece adesso sa come vanno le cose, eh?» Ma lui vuol dire qualcos'altro, qualcosa di diverso. Ho aspettato ancora, prendendo su dei biscotti, rimettendoli a posto, studiando una scatola di cibo per gatti. Alla fine lui dice, a bassa voce, «Un tempo, da noi, nessuno avrebbe permesso che un vecchio arrivasse a questo punto. Ma ora - le cose stanno cambiando anche da noi.» Ho l'impressione di dovergli delle scuse. Alla fine dico, «Mister Patel, non possono essercene tante, di persone nelle condizioni di Mistress Fowler.» «Ne vengono sei, sette al giorno solo nel mio negozio, tutte come lei, senza qualcuno su cui contare. E il mio negozio è solo uno dei tanti.» Ha l'aria di volermi accusare. Di voler accusare i miei vestiti, il mio stile. Sono fuori posto, in questo piccolo negozio d'angolo. Ma poi, come se avesse paura di avermi offesa, prende un dolce, uno di quelli che piacciono a Maude, da uno scaffale e dice, «Glielo dia, da parte mia.» I nostri occhi si incontrano, ma questa volta l'espressione è diversa: siamo stupiti, siamo spaventati, tutto questo è troppo, per noi. “
Doris Lessing, Il diario di Jane Somers, (traduzione dall'inglese di Marisa Caramella), Feltrinelli-Milano, 1986¹ [ Libro elettronico ].
[ Edizione originale: The Diary of a Good Neighbour, Alfred A. Knopf Publisher, 1983 ]
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