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#amore finto
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“Anche se tu mi picchierai e
cercherai di opprimermi;
non farà alcuna differenza,
io resterò libera,
non sarò sottomessa”
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attimi-sfuggenti · 1 month
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"Nessuno la conosce veramente."
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lilsadcactus · 1 year
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Adesso non ricordo più perché l’ho fatto ma una notte mi sono messo a pensare: con quante persone sono andato a letto nei miei 23 anni di vita? Così ho buttato giù una lista di nomi, pochi cognomi, ma sono 24 in tutto. Molti, pochi, troppi, non abbastanza… chi sono io per giudicare. Ma insomma, ventiquattro esseri umani hanno toccato il mio corpo nudo. Toccato, non conosciuto.
Tre di loro hanno lasciato segni che tutt’ora percepisco durante la malinconia notturna: tutti gli altri… perché? Innecesario? Forse. Probabilmente. Me ne rendo conto solo ora. Più che altro ricordo i motivi che hanno portato almeno 10 di loro e capisco che allora non sapevo ciò che so oggi, non capivo ciò che comprendo oggi, eppure se non esistessero queste 24 esperienze del mio passato non saprei neanche spiegare perché ora mi meraviglia immensamente il fratello della Benni che presta la sua giacca a Viola mentre usciamo dal magnolia per prendere le sue cose in macchina e perché lei lo ringrazia ridendo di se stessa dato che “se non fosse per te e il mio ragazzo che mi ha mandato qui con una felpa probabilmente stanotte sarei morta col cagotto”; un gesto puramente platonico, la gentilezza disinteressata che per un momento ha scaldato anche me. Se non avessi conosciuto la frivolezza non saprei apprezzare i dettagli importanti. Ricordo ancora le informazioni curiose e i racconti d’infanzia dei tre amori (se così posso definirli per distinguere meglio) e com’è bello accarezzare qualcuno che se diventassi cieco improvvisamente saprei riconoscere senza fatica
Ultimamente mi manca quella vulnerabilità che uno prova quando si sta innamorando. E vorrei dire che sono pronto a sentirmi di nuovo così ma penso che si tratti di una mezza verità, ancora non riesco, forse voglio ma non è il momento giusto, forse mi capiterà quando smetterò di pensarci, quando meno te l’aspetti come dicono sempre tutti.
Io ho imparato che non posso e non devo paragonare la mia vita a quella di nessuno tuttavia vedo i miei amici e mi accorgo che loro non hanno un 24, magari un 2/5/10 esagerando e il mio 3 per loro è un uno o un due, durato anni e anni, che continua, dall’adolescenza ad ora, è così diverso da ciò che io ho vissuto. Non la chiamo invidia perché in realtà sono molto felice per loro, menomale che non hanno vissuto ciò che io ho provato, però un po’ mi domando… ho perso la mia opportunità di costruire qualcosa del genere? È troppo tardi?
Inutile pensare così, lo so, volevo solo metterlo per iscritto e rileggerlo e poi sorridere e rispondermi da solo che no, Mabelle, hai solo vissuto come potevi, nell’unica forma che conoscevi anche se non era ottimale, ma adesso stai cambiando e i tuoi desideri cambiano con te e va bene così, adesso sai cosa non vuoi ed è già un passo avanti, quel ventiquattro è il risultato di anni di non sapere nemmeno cosa stavi cercando, figuriamoci che cosa dovevi evitare! Ora lo so ed è un piccolo sollievo.
Potrei lasciare in attesa questo genere di cose almeno fino a sanare completamente le conseguenze di tutto ciò che ho provato nel tentativo di autodistruggermi per così tanti anni anche se
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giuliano-jiulian · 7 months
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Circa l'anno scorso nel 2022
Ho conosciuto uno ( che conoscevo su discord ds tre anni)
Dal vivo , che ci parlavo ongi mille mai su discord e tipo tre anni che lo conoscevo
Questo diceva che mi amava ma non nera così perché era un vittimista #calimero
Voleva solo essere ascoltato
E poi mi tartassava di messaggi , io non provavo niente per lui , non mi interessava diceva di amarmi ma non era così perché se era veramente amore queste cose non le avrebbe fatte innanzitutto
Disse che dovevo venire da lui c'è proprio pure pretesa che dovevo andare da lui va bene andiamo da sto tizio
Praticamente siccome lui è la sua famiglia sono omofobi e trans fobici lui mi aveva chiesto questo Diego Actis Grosso si chiamava o si chiama
PRETENDEVA CHE IO MI VESTISSI DA DONNA PER COMPIACERE LUI E IL PADRE E PURE LA MADRE S STO PUNTO Dovevo PIACERE COSÌ? Col cazzo mi sono vestito come volevo perché nessuno mi dice cosa devo fare ho ricevuto vari insulti dal padre Di nome Cesare Actis Grosso dicendomi che io ero un clown 🤡 parole sue " smettila di fare finta di essere uomo non lo sei mio figlio non esce con noi per colpa tua" quando io non dicevo un cazzo e dero in ospedale
Glia tipo leccato il culo dl figlio 🤣🤣
La madre Danila Rondin voleva che io rimanevo la nella campagna per fare compagnia al figlio senza cervello
Diego Actis Grosso 🤡 🤣 ma quante cazzate sparava già che nel giugno_luglio
Pesavo che io ero in cinto non può essere perché uno predo delle medicine e avevo già una problematica
Poi questo anno pure che ho la malattia che ho e più già la problematica che ho che non potrò mai avere figli tanto non li voglio preferisco operarmi per Diventare uomo dl 100% più tosto che creare delle persone così veramente io basito
Che poi ci siamo mollati perché io non lo ho mai amato lui voleva solo fare sesso
🤦🏻🤦🏻 il sesso non ne amore!
E quindi lo mollato circa quest' anno perché lui era così stupido da non capire che già lo avevo lasciato l'anno scorso
E che mi frequentavo con una ragazza
l'anno scorso nel 2022 tra fine giugno e inizio luglio che a preteso che io ci andassi e ci sono andato ma mi sono vestito come volevo io da uomo!!
Parte che lui era venuto a trovarmi quando era in ospedale Ad Ottobre che non ne stato Richiesto i fiori non richiesti mi ha portato dei dolci che non sono stati richiesti per due giorni a dicembre del 2022 lui ha preteso di essere ospitato e noi l'abbiamo ospitato a confine che stasse una due settimane lui invece è stato un mese lo abbiamo buttato fuori di casa a gennaio del 2023 !
Ho pagato io il suo volo di ritorno e speravo che mi tornasse i miei 22 euro essendo che io quest'anno e ci sono salito a luglio e ci sono stato una settimana perché non volevo stare di più me costato 300€ che non mi a tornato !
Dicendo che lavorava quando stava a giocare dalla mattina alla notte andava a letto alle 2 da telegram lo vedevo
A come lo so vedevo le sue ore di gioco...
...questi soldi non sono stati tornati
Io mi passo un ora sui siti di lavoro
Lui passava le ore a giocare...
E il padre Cesare Actis Grosso a scritto sia a me a mia madre quando già avevo preso il biglietto e partivo il giorno stesso sapete cosa ? che non dovevo venire perché lui voleva che il figlio stava con una donna vera
E che restituiva lui i soldi ma io ero già partito ma questo 300€ non me li a dati né quelli del anno scorso che erano 200€ ne quelli di ora dei bugiardi 🤣🤣
Li ho bloccati e ho chiesto di farlo pure a mio padre e a mia madre
Perché tutta la famiglia anche sua nonna nessuno si salva un pinguino di persone disagiate che volevano che stavo lì da loro quando io sono MALATO!
Ho finito
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serenamatroia · 2 years
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frammenti--di--cuore · 5 months
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si parla sempre di quanto sia bello l'amore, di quanto sia importante amare ed essere amati. Ma vogliamo parlare di quanto sia ormai raro avere a che fare con persone che ti rispettano? Che ti rispettano e basta, che non necessariamente ti debbano amare o morire per te. Vogliamo parlare di quanto rispettare qualcuno sia quasi un optional...sia così maledettamente sottovalutato?
Meno finto amore, meno frasette dolci e più rispetto, thx.
z, random
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susieporta · 3 months
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OGNI TANTO...
Ogni tanto, smetti di volere sempre tutto sotto il tuo controllo e permetti alle cose di crollare e di seguire il loro corso...
E rimani semplicemente presente a te stesso a osservare senza giudicare.
Proviamo a considerare il fatto che tutto ciò che facciamo non è che un tentativo per fuggire la paura.
Arrabbiarsi è sinonimo di paura;
Attaccarsi e identificarsi con le cose esterne è sinonimo di paura;
Attaccarsi agli altri nasce dalla paura;
Attaccarsi al cibo, alla televisione, ai divertimenti, al alcol, al sesso, e a qualsiasi altra cosa...è segno che non stiamo vivendo nel momento presente con ciò che è, ma che stiamo tentando di fuggire la paura del presente.
Irritarsi è paura.
Aggredire è paura.
Mentire è paura.
Indifferenza è paura.
Giudicare gli altri è paura.
Giudicare se stessi è paura.
Gelosia ed invidia nascono dalla paura.
Egocentrismo ed arroganza nascono dalla paura.
Orgoglio e vanità nascono dalla paura.
Pretendere è segno di paura.
Vivere sempre nelle aspettative è paura.
Sentirsi superiori o inferiori è segno di paura.
Ogni forma di esagerazione nasce dalla paura.
Anche rifiutare le cose, le persone e le situazioni, magari combattendole, anche questo è paura.
La paura del momento presente: l’ignoto.
Paura dell’impermanenza, paura del vuoto, paura della verità, paura di non avere il controllo, paura di perdere il controllo, paura dei cambiamenti, paura della vita che scivola via attimo dopo attimo, paura della morte, paura di non essere.
Ciò che chiamiamo vivere, si risolve per la maggior parte del nostro tempo nel tentativo di parare i colpi dell’impermanenza a son di illusioni, di mascheramenti e di compensazioni per non confrontarci con la realtà, per non confrontarci con l‘insostanzialità delle nostre idee, credenze e fissazioni.
O meglio: per non confrontarci con l’insostanzialita‘ di noi stessi, la falsa idea che abbiamo di noi stessi che crolla inesorabilmente davanti alla paura.
Abbiamo paura di avere paura, perché la paura ha il potere di smascherare le nostre menzogne e ci dimostra che non abbiamo tutto questo controllo sulle cose, sulle persone e sulla nostra vita che siamo convinti di avere.
La vita segue le sue leggi e non le nostre...
E questo fa paura...
E continuerà a spaventarci finché non accetteremo tutte le nostre paure con coraggio e compassione, accettando di far crollare la falsa immagine di noi stessi.
Quella che abbiamo creato e nutrito negli anni, tanto per darci un tono: l’immagine del finto guerriero che spacca il mondo, ma che si nasconde sotto un armatura di cartone e combatte la vita con uno scudo di plastica e una spada di legno.
Cominciamo a famigliarizzarci con noi stessi...
Cominciamo a fare amicizia con noi stessi invece di preoccuparci di combattere il mondo...
Cominciamo a prendere le nostre bugie e ipocrisie con amore e compassione...
Siamo stati colti dalla vita con le mani nel vasetto della marmellata... E va bene così.
Mi osservo e mi accetto, qui e ora e smetto di creare continue costruzioni mentali per difendermi dal presente.
Mi apro a ciò che è...e accolgo me stesso in relazione a tutto ciò che mi circonda, accetto cosa sono e dove sono, e poi comprendo.
E incomincio allora a provare amore e gratitudine per il mio piccolo essere impaurito che sta imparando a conoscere i misteri della vita.
Vivi coscientemente la vita dissolvendo te stesso nella paura.
Fa che la paura diventi tua amica e compagna di viaggio.
Accetta di avere paura e ti farà meno paura l’aver paura.
Finché non troveremo il coraggio di confrontarci con la paura, allora, tutto ciò che faremo della nostra vita non sarà altro che un vano tentativo di evitare la paura.
PRENDI LA VITA NELLE TUE MANI
Roberto Potocniak
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tiaspettoaltrove · 30 days
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L’unica libertà che vi concede l’amore, è quella di sottomettervi a chi ve lo dona senza limiti.
Sento dire ultimamente, sempre più di frequente, che l’amore non è possessione. In certi casi faccio d’istinto una riflessione, sul baratro verso cui via via di più stiamo scendendo. E poi rido, rido allegramente. Perché tutto ciò è una sciocchezza, e lo sappiamo tutti. L’amore tra uomo e donna è forse il culmine, l’apice del possesso. Due amanti si amano, ardono, si possiedono. Non sono due entità scindibili, ma una sola. Sono due corpi e due anime che si uniscono. E già solo per questo, quindi, è inevitabile che si possiedano. Perché devono stare insieme, come una cosa sola. Se non si possedessero, tutto si sgretolerebbe in men che non si dica. L’amore non è libertà, debbo darvi questa brutta notizia. Il vero amore infuocato, che brucia la carne, è ossessione, dipendenza, sudditanza. Forse non l’avete mai provato, forse l’avete sognato e basta o nemmeno quello. V’è questa tendenza, da troppo tempo, a voler rappresentare l’amore riferendosi in un certo modo sempre a quei due adolescenti di quattordici anni che passeggiano mano nella mano nel parco. Quello non è amore, o meglio, ne è solo una sua apparente sfaccettatura. Quello è affetto, amicizia, è un passare il tempo fuggendo dalla solitudine. Ma l’amore, no, l’amore è completamente diverso. L’amore è dolore, sofferenza, è dominio imposto o subito, nell’ambito dell’ovvio consenso che dà origine alla coppia, e che sempre deve rinnovarsi per mantenerla in piedi, quella coppia. L’amore è dentro o fuori. Senza via di mezzo, senza tentennamenti, senza ripensamenti. Per questo è così raro, per questo poi dopo un po’ finite annoiate a guardare l’ennesima serie su Netflix col vostro ragazzo. Perché non è vero amore, ma una parvenza di quel (finto, molto spesso) romanticismo che vedete nelle gif di Tumblr. E non pensiate che non vi sia spazio per la dolcezza e la tenerezza, tutt’altro. Ma ci si dedica con decisione, all’oscuro, cibandosi senza mai esserne sazi di quella che chiunque dall’esterno vedrebbe come perversione. Ma che invece, no, voi sapete bene non esserlo affatto. L’amore è un legame unico, non duplicabile, non sostituibile. È ordine, comando, esecuzione, passione. Sono i graffi sulla schiena, i lividi sul seno, i sorrisi indolenziti dal godimento del piacere più raro e più sublime. L’amore è stare al proprio posto, nell’ambito della dinamica specifica di una determinata coppia. È intercettare i bisogni inconfessabili dell’altro, ed esaudirli uno per uno. È straordinarietà, segretezza, fantasia. O meglio: è dare forma reale, alla fantasia che non si vuole rivelare a nessuno. La violenza reale non è quella del possesso, ma quella di chi si nega ciò che vuole davvero. Di chi si nasconde dietro a ciò che è socialmente accettato. Chi non è d’accordo, ma se lo tiene dentro e non lo dice. O si entra, o si sta fuori. Per quello cerco di sbarrare la porta: per impedirvi di vedere cosa c’è qui dentro. Per evitarvi di rischiare di voler restare intrappolate qui per sempre. Non siete pronte, ragazze.
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canesenzafissadimora · 3 months
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Una delle domande più frequenti che mi pongo è: come andrebbe affrontata la vita, affinché risulti leggera, spensierata, felice?
Massimo Troisi direbbe che andrebbe presa come viene, anche se a lui verrebbe sempre e comunque una "chiavica".
Totò direbbe che la vita andrebbe presa con dimenticanza, perché è in quegli attimi che risiedono brevi istanti di felicità. Nella dimenticanza!
Gigi Proietti direbbe che la vita andrebbe vissuta come al teatro dove tutto è finto ma nulla è falso.
Giorgio Gaber direbbe che la vita va affrontata senza il buonsenso comune ma neanche con la retorica di un pazzo.
Rita Levi Montalcini direbbe che è meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita.
Mogol direbbe che non si nasce giovani ma lo si diventa affrontando le difficoltà. Ma, ad ogni modo, si lascia la vita in vecchiaia perché così si prova meno dolore distaccandosene.
Pino Daniele direbbe che nella vita andrebbe fatto e dimenticato, così da poter dare al futuro l'occasione per poter essere migliore del nostro presente.
Charles Bukowski direbbe che la vita sarebbe orribile se non si avesse la possibilità di impazzire almeno una volta.
Eduardo De Filippo direbbe che affrontare la vita da superstiziosi sarebbe da ignoranti ma, non essere superstiziosi, ahimè... porterebbe male.
Fabrizio De Andrè direbbe che condurre una buona vita è un obbligo che ci farà sopportare male la nostra morte.
Cesare Pavese direbbe che va affrontata con amore, perché esso è l'anestetico che rende tutto meno doloroso.
Luciano De Crescenzo direbbe che la vita è divisa in tre fasi: rivoluzione, riflessione e televisione. Si comincia col voler cambiare il mondo e si finisce col cambiare i canali alla televisione.
Daniele Luttazzi direbbe che dovremmo anche ringraziare perché la vita è un attimo appena, altrimenti, sai quante persone dovremmo mandare a quel paese?
Nelson Mandela direbbe che la vita è composta da tanti impossibili passi che vengono, finalmente, compiuti.
E potrei continuare all'infinito ad elencare personaggi più o meno noti e il loro pensiero sull'esistenza comune. La verità resta una: nessuno conosce la verità. Nessuno sa in che modo va affrontata la vita. Esiste un solo modo per scoprirlo: vivere.
Luigi Mattiello
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petalididonna · 3 months
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Il gatto è una persona seria. Spesso è malvisto,si dice irroneamente che è infido.Invece il gatto si basta,non è finto e ci sbatte in faccia i nostri difetti. Se lo tratti con onesta' e amore,ti concede amicizia,ma rimane istintivo.E' come dovrebbe essere molta umanita'.
☆Mauro Corona,scrittore☆
Felines
Buona notte❤️
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francobollito · 4 months
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Una delle domande più frequenti che mi pongo è: come andrebbe affrontata la vita, affinché risulti leggera, spensierata, felice?
Massimo Troisi direbbe che andrebbe presa come viene, anche se a lui verrebbe sempre e comunque una "chiavica".
Totò direbbe che la vita andrebbe presa con dimenticanza, perché è in quegli attimi che risiedono brevi istanti di felicità. Nella dimenticanza!
Gigi Proietti direbbe che la vita andrebbe vissuta come al teatro dove tutto è finto ma nulla è falso.
Giorgio Gaber direbbe che la vita va affrontata senza il buonsenso comune ma neanche con la retorica di un pazzo.
Mogol direbbe che non si nasce giovani ma lo si diventa affrontando le difficoltà. Ma, ad ogni modo, si lascia la vita in vecchiaia perché così si prova meno dolore distaccandosene.
Pino Daniele direbbe che nella vita andrebbe fatto e dimenticato, così da poter dare al futuro l'occasione per poter essere migliore del nostro presente.
Charles Bukowski direbbe che la vita sarebbe orribile se non si avesse la possibilità di impazzire almeno una volta.
Eduardo De Filippo direbbe che affrontare la vita da superstiziosi sarebbe da ignoranti ma, non essere superstiziosi, ahimè... porterebbe male.
Fabrizio De Andrè direbbe che condurre una buona vita è un obbligo che ci farà sopportare male la nostra morte.
Cesare Pavese direbbe che va affrontata con amore, perché esso è l'anestetico che rende tutto meno doloroso.
Luciano De Crescenzo direbbe che la vita è divisa in tre fasi: rivoluzione, riflessione e televisione. Si comincia col voler cambiare il mondo e si finisce col cambiare i canali alla televisione.
Daniele Luttazzi direbbe che dovremmo anche ringraziare perché la vita è un attimo appena, altrimenti, sai quante persone dovremmo mandare a quel paese?
Nelson Mandela direbbe che la vita è composta da tanti impossibili passi che vengono, finalmente, compiuti.
E potrei continuare all'infinito ad elencare personaggi più o meno noti e il loro pensiero sull'esistenza comune.
La verità resta una: nessuno conosce la verità. Nessuno sa in che modo va affrontata la vita. Esiste un solo modo per scoprirlo: vivere.
~Luigi Mattiello
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chez-mimich · 4 months
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LA CHIMERA_ALICE RORHWACHER
“C’è chi l’amore lo fa per noia e c’è chi se lo sceglie per professione, Bocca di rosa né l’uno né l’altro, lei lo faceva per passione…” Nulla di meglio di questo celeberrimo verso di Fabrizio De André per definire la figura di Arthur, tombarolo rabdomantico per passione, magnifico protagonista di un film incantevole, quale è “La Chimera” di Alice Rorhwacher. Arthur soprannominato l’inglese dai “tombaroli” (quelli veri) della Tuscia, ha il potere, quasi magico, di “sentire” la presenza di tombe nel sottosuolo, forse perché guidato anche dal desiderio di raggiungere quel regno dei morti dove vive l’anima (e magari il corpo) di Beniamina, suo perduto amore. L’inglese ha la sua base nella casa-rudere di una anziana e carismatica insegnante di canto, Flora (interpretata da Isabella Rossellini) alle cui dipendenze, un po’ come domestica e un po’ come allieva, c’è Italia (Carol Duarte) che sembra essere l’unica persona capace di tenere il sognante Arthur ancorato a questa terra. Ma se i “tombaroli” hanno come unico scopo il lucro, Arthur sembra essere partecipe più del mondo dei morti che di quello dei vivi e al momento di vendere la testa di una statua ad una cinica trafficante di reperti, preferisce buttare il prezioso pezzo nelle acque di un lago, proprio per sottrarlo alla cupidigia dei trafficanti. Ma la scoperta più importante di tutte, non sarà quella di un corredo funebre, di una pittura murale o di un gruppo statuario, bensì quella che gli permetterà di ritrovare il filo che lo ricondurrà all’amata Beniamina che sembra attenderlo nel regno dei morti. Il cinema di Alice Rorwacher è principalmente un cinema dalle immagini “volutamente sporche”, poco curate, giocate addirittura su tre supporti diversi di pellicola (16 millimetri, super 16 mm e 35 mm). Sono proprio queste immagini che ambientano alla perfezione il film negli anni Ottanta con grande realismo, senza ricorrere ai trucchetti da quattro soldi, come è accaduto di vedere di recente col finto neorealismo della Cortellesi. La differenza è tutta nel fatto che Alice Rorhwacher sa fare il cinema e sa “di cinema”: c’è in lei la forte traccia poetica di Pasolini e infatti Arthur è un “accattone” che vive in una baracca di lamiera e legno, appoggiata alle mura antiche di una città italiana (presumibilmente Tarquinia) che è parte di quella “grande bellezza” sorrentiniana, trattata però con un quid di realismo che la rende ancora più credibile. Ma si sentono anche gli echi di certi personaggi felliniani: è sufficiente per questo osservare le sequenze della sfilata carnascialesca che attraversa il paese o la stessa insegnante-matrona Flora. E poi, soprattutto, tenetevi forte, un altro “fantasma”, oltre a quello di Beniamina, aleggia in tutto il film: è lo spirito sapiente del Maestro Andrej Tarkovskij. La campagna dell’Italia centrale, la cultura antica del Paese, le sue vestigia e Arthur stesso, che è un “matto” come lo fu Domenico, e allo stesso tempo incarna il ricercatore-romantico che in “Nostalghia” era il critico musicale Pavel Sasnowskj. Come Arthur nelle tombe etrusche, anche lui con una candela in mano attraversa la piscina di Bagno Vignoni in una della più poetiche scene della storia del cinema. Bravissima Alice! Di questo cinema dal respiro universale e profondo ha bisogno l’Italia e se lo merita ! Da non perdere, nessun alibi è accettabile.
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occhietti · 11 months
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Mi chiamo Narciso, molto piacere.
Hai avuto la fortuna di conoscermi, hai toccato le vette del grattacielo più alto del mondo, sono stato gentile, educato, rispettoso, ti ho portata in alto, ti ho dato la possibilità di sognare ad occhi aperti facendoti vivere la fiaba più bella della tua vita. Ti ho corteggiata, ho usato parole meravigliose, mi sono comportato in maniera ineccepibile ed eccelsa.
Quello che ancora non immaginavi è che era tutto finto, il mio scopo era quello di inabissarti, di farti precipitare, di maledire il giorno in cui mi hai conosciuto.
Nonostante tutto l'affetto che mi dimostrerai, le tue premure, il tuo amore, ti tratterò così male, che vorrai sparire e sprofondare. Studierò tutte le tue mosse, le tue fragilità, i tuoi valori morali e userò tutto questo per colpirti, per denigrarti, per farti sentire una nullità. Sarò talmente pessimo che, mentre tu starai male a causa mia, io userò quel dolore per affossarti, per tagliare il tuo cuore che ferirò a morte.
Ti farò sentire talmente insicura di te stessa che passerai intere giornate a piangere e a deprimerti in attesa di un mio messaggio o una mia telefonata, che non arriverà. Sono bugiardo, cattivo, manipolatore con premeditazione, ma ti farò sentire paranoica e ti darò anche della pazza. Impazzirai con i miei discorsi inutili, patetici e inconcludenti e persino quando avrai un momento di sconforto, i miei eloqui saranno talmente stupidi, che ti sentirai soffocare.
Non mi scuserò perché io non sbaglio, anzi minimizzerò i miei errori e sarò talmente bravo e meschino da farti credere che ho ragione. Ti umilierò, ti tradirò, ti schernirò, mi prenderò gioco dei tuoi sentimenti, li calpesterò e ti sentirai morta dentro. E mentre tu continuerai a morire, io mieterò altre vittime, succhierò il loro sangue e le annienterò.
Se riuscirai a sopravvivere a tutta questa agonia e mortificazione, mi ringrazierai per averti resa più forte e per averti insegnato che da quelli come me, bisogna stare alla larga.
- Paola Tafuro, sociologa 
John William Waterhouse, Eco e Narciso, 1903
Narciso è un personaggio della mitologia greca, figlio della ninfa Liriope e del dio fluviale Cefiso. Nel mito appare incredibilmente crudele, in quanto disdegna ogni persona che lo ama. A seguito di una punizione divina, s'innamora della sua stessa immagine riflessa in uno specchio d'acqua e muore cadendo nel lago in cui si specchiava.
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Mi chiamo Narciso, molto piacere.
Hai avuto la fortuna di conoscermi, hai toccato le vette del grattacielo più alto del mondo, sono stato gentile, educato, rispettoso, ti ho portata in alto, ti ho dato la possibilità di sognare ad occhi aperti facendoti vivere la fiaba più bella della tua vita. Ti ho corteggiata, ho usato parole meravigliose, mi sono comportato in maniera ineccepibile ed eccelsa. Quello che ancora non immaginavi è che era tutto finto, il mio scopo era quello di inabissarti, di farti precipitare, di maledire il giorno in cui mi hai conosciuto. Nonostante tutto l'affetto che mi dimostrerai, le tue premure, il tuo amore, ti tratterò così male, che vorrai sparire e sprofondare. Studierò tutte le tue mosse, le tue fragilità, i tuoi valori morali e userò tutto questo per colpirti, per denigrarti, per farti sentire una nullità. Sarò talmente pessimo che, mentre tu starai male a causa mia, io userò quel dolore per affossarti, per tagliare il tuo cuore che ferirò a morte. Ti farò sentire talmente insicura di te stessa che passerai intere giornate a piangere e a deprimerti in attesa di un mio messaggio o una mia telefonata, che non arriverà. Sono bugiardo, cattivo, manipolatore con premeditazione, ma ti farò sentire paranoica e ti darò anche della pazza. Impazzirai con i miei discorsi inutili, patetici e inconcludenti e persino quando avrai un momento di sconforto, i miei eloqui saranno talmente stupidi, che ti sentirai soffocare. Non mi scuserò perché io non sbaglio, anzi minimizzerò i miei errori e sarò talmente bravo e meschino da farti credere che ho ragione. Ti umilierò, ti tradirò, ti schernirò, mi prenderò gioco dei tuoi sentimenti, li calpesterò e ti sentirai morta dentro. E mentre tu continuerai a morire, io mieterò altre vittime, succhierò il loro sangue e le annienterò.
Se riuscirai a sopravvivere a tutta questa agonia e mortificazione, mi ringrazierai per averti resa più forte e per averti insegnato che da quelli come me, bisogna stare alla larga.
-Paola Tafuro, sociologa
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