30 caratteristiche del manipolatore
Questo elenco si applica sia alle donne, sia agli uomini.
È stato sviluppato in un periodo di sette anni dalla psicologa cognitiva comportamentale, specialista in manipolazione, Isabelle Nazare-Aga, ed è contenuto nel libro L’arte di non lasciarsi manipolare.
Indicazioni d'uso:
leggerli con la persona che sospetti in mente. Se ottieni almeno 14 criteri su 30, la persona a cui stai pensando è un manipolatore.
Colpevolizza gli altri in nome del legame familiare, dell’amicizia, dell’amore, della coscienza professionale.
Trasferisce la sua responsabilità agli altri o abdica alla propria.
Non comunica chiaramente le sue richieste, i suoi bisogni, sentimenti e opinioni.
Risponde molto spesso in modo sfocato.
Cambia le sue opinioni, i suoi comportamenti, i suoi sentimenti a seconda delle persone o delle situazioni.
Invoca ragioni logiche per mascherare le sue richieste.
Fa credere agli altri che devono essere perfetti, che non devono mai cambiare opinione, che devono sapere tutto e rispondere subito a domande e richieste.
Mette in dubbio le qualità, le competenze, la personalità degli altri: critica senza averne l’aria, svalorizza e giudica.
Fa scrivere i suoi messaggi da altri.
Sparge la zizzania e crea sospetti, divide per meglio regnare.
Sa impostarsi da vittima affinchè lo si commiseri.
Ignora le richieste anche dicendo di occuparsene.
Usa i principi morali degli altri per soddisfare i suoi bisogni.
Minaccia in modo mascherato, o pratica il ricatto all’aperto.
Cambia copletamente argomento durante una conversazione.
Schiva o fugge dal colloquio, o dall'incontro.
Sfrutta l’ignoranza altrui e fa credere alle persone di essere superiore.
Mente.
Predica il falso per conoscere la verità.
È egocentrico (egoriferito).
Potrebbe essere geloso.
Non sopporta le critiche e nega l'ovvio.
Non tiene alcun conto dei diritti, dei bisogni e dei desideri altrui.
Utilizza spesso l’ultimo momento per comandare o far agire gli altri.
Il suo discorso pare logico o coerente, mentre i suoi atteggiamenti corrispondono allo schema opposto.
Lusinga per compiacerti, offre regali, si premura improvvisamente verso di te.
Produce un senso di disagio o di non-libertà.
È perfettamente efficace nel raggiungere i propri obiettivi, ma a scapito degli altri.
Ci fa fare cose che probabilmente non avremmo fatto di nostra spontanea volontà.
È costantemente oggetto di conversazione, anche quando non è presente.
La maggior parte ha più di 20 punti su 30 (quessta non è una rassicurazione).
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Il cambiamento fa paura, ma a volte basta il coraggio di un solo primo passo un po' più in la, di una decisione presa, per cambiare subito prospettiva. Per sentirsi di nuovo bene, legger*, felici, nel posto giusto. Per volersi di nuovo bene. Per vivere.
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Un giorno o l'altro scriverò un libro sui padri di merda. Nonostante il panorama editoriale sia già bello pieno, trovo sempre che l'esperienza diretta sia d'aiuto più di qualsiasi saggio.
Per il momento vorrei dire una cosa a questi malauguranti esseri che sposano, figliano e pensano anche di essere padri esemplari.
Quando vi sentite delusi dai vostri cari, sappiate solo che molto tempo prima voi avete deluso loro. La sola differenza è che non ve l'hanno detto.
Perché nemmeno dirlo valeva più la pena.
Posto questo scritto perché nonostante non sia più distrutta da immondizia simile, nessuna rabbia si placherà mai quando la vedo riversare anche addosso ad altri.
Che i giovani vi mandino a quel paese, le mogli, e chiunque abbia capito che siete maligni irrecuperabili.
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Nel linguaggio dei fiori, le ortensie significano "distacco".
Tuttavia, a me piace pensare che non si riferiscano all'atteggiamento, bensì al dare un taglio al passato per iniziare qualcosa di diverso. Non a caso, sono fiori che crescono meglio se esposti a Nord, punto cardinale per eccellenza di ogni nuovo cammino. 💙
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