Tumgik
#andrea bertoly
liv45no · 2 years
Text
Chapter 2
Went, Frank, Martin and Zack having their last day of school before the summer holidays.
2 notes · View notes
visionairemagazine · 1 year
Text
ADDIO AD ALBERTO RADIUS, ARTISTA DI SPESSORE E UOMO DAL GRANDE CUORE.
Tumblr media
Alberto Radius ci ha lasciato questa mattina dopo una lunga malattia. Ne hanno dato la notizia la moglie Cristiana e il figlio Andrea che hanno dichiarato: “Ci lascia un grande vuoto, ma tutti noi porteremo per sempre la sua musica nel cuore”. Sono molti i messaggi postati sui social per ricordarlo. Produttore, chitarrista, ex Formula 3, collaboratore di Lucio Battisti, Radius è stato un innovatore nella storia del rock italiano. Amava sperimentare continuamente e aveva continuato ad esibirsi fino a pochi mesi fa, per amore della Musica. La sua ultima apparizione in televisione è stata da Serena Bortone su Rai1 dove, nonostante la malattia, ha imbracciato la sua fedele chitarra, incantando gli altri ospiti e i telespettatori. A Sanremo 2021, durante la serata dedicata alle cover, era salito sul palco insieme ai Coma Cose, regalando momenti di grande levatura musicale. Questo eterno ragazzo, nato a Roma, già da giovanissimo ‘on the road’, è stato uno dei più importanti chitarristi rock italiani. La sua è stata una lunga e prestigiosa carriera. E' nel suo Studio di via Capolago che il grande Franco Battiato registrò “La voce del padrone” e altri successi. Simbolo del prog rock, Alberto Radius ha lasciato delle indelebili impronte di stile, lavorando con molti Artisti del panorama musicale italiano. Come ha dichiarato il cantautore Roby Cantafio, Radius era un artista di spessore e un uomo dal grande cuore. Ogni chitarrista aveva da imparare qualcosa da lui. Era stato il fratello di Little Tony, Enrico Ciacci, a insegnargli a suonare la chitarra. Aveva appena 12 anni. Verso la fine degli anni cinquanta comincia ad esibirsi nelle sale da ballo con i White Booster e in seguito, per due anni, entra a far parte dell'orchestra di Mario Perrone. Dopo il servizio militare, suona con i fratelli Gigi e Franco Campanino nei club di molte città italiane e sarà proprio con i Campanino che aprirà nel 1965 alcune serate dell'Equipe 84. Trasferitosi a Milano, suona con gli inglesi Simon & Pennies per poi passare ai Quelli (la band che diventerà la Premiata Forneria Marconi). Insieme a Tony Cicco e Gabriele Lorenzi, fonda i Formula 3 che, dopo l'incontro con Lucio Battisti, debuttano con l'etichetta Numero Uno, fondata dal cantautore. Dopo due anni incide il primo album da solista e nel 1974, dopo lo scioglimento dei Formula 3, contribuisce a fondare la band Il Volo. La sua produzione discografica da solista conta vari album e lavori importanti come “Nel ghetto”. Parallelamente, inizia un'intensa carriera da session man che lo vede affiancare Lucio Battisti, Pierangelo Bertoli, Mino Di Martino, Marcella Bella, Goran Kuzminac, Cristiano Malgioglio, Franco Battiato e i vari artisti con cui ha lavorato il cantautore siciliano in quel periodo: Milva, Alice, Giusto Pio, Sibilla e Giuni Russo, di cui, a volte, è stato anche produttore.
"Eppur mi son scordato di te" è la canzone più famosa del repertorio dei Formula 3, ma noi non ci scorderemo mai di lui.
L’amico Gigi Cifarelli gli ha dedicato questo bellissimo e commovente scritto che voglio condividere con voi:
“Alberto mio caro sapevamo che la festa della Vita stava volgendo al termine. Abbiamo scherzato e riso insieme ancora tante volte lo scorso anno e resterai sempre nel mio cuore, come in quello di tanti altri per i quali eri la chitarra della Formula 3 e di Lucio Battisti, i nostri dell'infanzia. Ma quanto ti devo? E per fortuna te l'ho sempre detto e l'ho sempre detto a chiunque. Come dimenticare? Fu come in un sogno. Correva proprio lo stesso periodo dell'anno, febbraio/marzo 1985. una sera stavo suonando al Capolinea (la mia seconda casa) e ad un certo punto, in fondo la sala riconosco quel capoccione pieno di capelli irsuti che ti caratterizzavano e trasalii... È Alberto Radius... Che meraviglia il mio idolo da bambino... Mi affrettai a fare una pausa per raggiungerti sperando di poterti anche solo stringere la mano. Appena poggiai la chitarra  invece ti vidi partire per venirmi incontro, ero emozionato e sorpreso... Tesi le mia mano per stringere la tua e il mio desiderio era quello di esternarti il mio affetto e la mia gioia nel poterti conoscere, ma non mi facesti nemmeno iniziare. Partisti a cannone esordendo così: “Aoh!! Ma ma li mortacci tua! Ma d'addo vieni?? Da Marte? Maestrone (e mi ha poi sempre chiamato così) ... Anzi sai che famo? Domani devi da vení in via Capolago 5 a lo studio mio. Famo un ber Disco.” Me l'aveva detto Marco (E. Nobili), ma chi se lo aspettava? Non dormii la notte e alle 9, il giorno dopo, stavo da Te. Già scrivevo per Guitar Club e così conobbi direttamente il caro Marco e anche Giuni Russo, i tuoi cari amici, che adesso avrai raggiunto, e conobbi anche la cara Rossana Pasturenzi, tuttora una cara amica. Ci sedemmo, progettammo e in due settimane nacque "Coca&Rhum", il mio primo disco e la mia vera scrittura, da lì, grazie a tutto questo, partì una sequela di cose bellissime della mia Vita. Coca&Rhum fu disco dell'anno e io iniziai a essere votato nei referendum, vincendone tanti.  Ero un ragazzo ed ebbi tante gioie e tante gratificazioni. In questa foto c'è tutto l'affetto che provavi per me e che io ho sempre ricambiato. Senza di Te nulla sarebbe stato così e domani il mio concerto al Grace di Lodivecchio, vicino a San Colombano dove mi invitavi sempre e ci sono venuto troppo poco, sarà dedicato a Te, Alberto mio caro. Ti vorrò bene sempre... Saluta tutti quelli che abbiamo amato insieme. Hendrix su tutti.” ❤️Gg
Tumblr media
4 notes · View notes
djs-party-edm-italia · 6 months
Text
Tumblr media
15 e 16/11 Let Us Recount Our Dreams al Teatro No'hma - Milano, con Dino Betti van der Noot
Sul palcoscenico del Teatro No'hma  a Milano, torna la grande musica della rassegna Armonie e Suoni, una delle più amate e seguite dal pubblico di via Orcagna, da sempre capace di intercettare i migliori musicisti e i talenti più promettenti della scena nazionale e internazionale.
Ad inaugurare gli appuntamenti in calendario per la stagione 2023/2024,  intitolata In Viaggio, è il maestro italo –olandese Dino Betti van der Noot, compositore, bandleader, arrangiatore, da anni presente presso lo Spazio Teatro No'hma diretto da Livia Pomodoro.
Nelle due serate di mercoledì 15 e giovedì 16 novembre Dino Betti van der Noot presenterà i brani del suo nuovo disco – il sedicesimo della sua carriera -  intitolato Let us recount our dreams (Raccontiamoci tutti i nostri sogni).  Un titolo che nasce dal suo amore per  William Shakespeare, preso in prestito da una frase del giovane ateniese Demetrio, tra i protagonisti di Sogno di una notte di mezza estate.
Anche stavolta il maestro sarà accompagnato dalla sua big band, formata da 22 musicisti, autentici All Stars del jazz, che sono stati i protagonisti di tutti i suoi album.
Da sempre Dino Betti, definito dal critico Thomas Conrad "un innato narratore e un audace espressionista", propone percorsi che vanno oltre ogni definizione musicale, rivelandosi sintesi di una molteplicità di linguaggi ed esperienze. 
"Dino Betti  è un  compositore che riesce a trasmettere emozione e commozione, descrivendo il mondo in cui viviamo con  sguardo attento e spirito poetico". - spiega Livia Pomodoro. "Allo Spazio Teatro No'hma la musica ha da sempre un posto d'onore nel nostro palinsesto. Con Armonie e Suoni abbiamo imparato a muoverci tra generi e artisti, accogliendo quanto c'è di insolito  e originale e mantenendo sempre il nostro sguardo verso la  sperimentazione, elemento che caratterizza la linea artistica del nostro teatro".
Con Dino Betti van der Nootsaliranno sul palco del Teatro No'hma: Gianpiero LoBello, Alberto Mandarini, Mario Mariotti, Fabio Brignoli, trombe e flicorni; Luca Begonia, Stefano Calcagno, Enrico Allavena, tromboni; Gianfranco Marchesi, trombone basso; Sandro Cerino, flauto, dizi, clarinetto basso e sax contralto; Andrea Ciceri, sax contralto; Giulio Visibelli, flauto contralto e sax tenore; Rudi Manzoli, sax tenore; Gilberto Tarocco, clarinetto e sax baritono; Luca Gusella, vibrafono; Emanuele Parrini, violino; Niccolò Cattaneo, pianoforte; Filippo Rinaldo, tastiere; Vincenzo Zitello, arpa irlandese; Gianluca Alberti, basso elettrico; Stefano Bertoli, batteria; Tiziano Tononi, percussioni; Federico Sanesi, tabla.
Le due date dello spettacolo saranno trasmesse in streaming sui canali del teatro.
L'ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria. Per informazioni consultare il sito www.nohma.org o scrivere a [email protected].
Armonie e Suoni
Stagione 2023/2024 – In Viaggio
Let Us Recount Our Dreams
Dino Betti van der Noot
La sua musica e  i suoi solisti
0 notes
tarditardi · 6 months
Text
Tumblr media
15/11 e 16/11 Let Us Recount Our Dreams con Dino Betti van der Noot al Teatro No'hma - Milano
Sul palcoscenico del Teatro No'hma  a Milano, torna la grande musica della rassegna Armonie e Suoni, una delle più amate e seguite dal pubblico di via Orcagna, da sempre capace di intercettare i migliori musicisti e i talenti più promettenti della scena nazionale e internazionale.
Ad inaugurare gli appuntamenti in calendario per la stagione 2023/2024,  intitolata In Viaggio, è il maestro italo –olandese Dino Betti van der Noot, compositore, bandleader, arrangiatore, da anni presente presso lo Spazio Teatro No'hma diretto da Livia Pomodoro.
Nelle due serate di mercoledì 15 e giovedì 16 novembre Dino Betti van der Noot presenterà i brani del suo nuovo disco – il sedicesimo della sua carriera -  intitolato Let us recount our dreams (Raccontiamoci tutti i nostri sogni).  Un titolo che nasce dal suo amore per  William Shakespeare, preso in prestito da una frase del giovane ateniese Demetrio, tra i protagonisti di Sogno di una notte di mezza estate.
Anche stavolta il maestro sarà accompagnato dalla sua big band, formata da 22 musicisti, autentici All Stars del jazz, che sono stati i protagonisti di tutti i suoi album.
Da sempre Dino Betti, definito dal critico Thomas Conrad "un innato narratore e un audace espressionista", propone percorsi che vanno oltre ogni definizione musicale, rivelandosi sintesi di una molteplicità di linguaggi ed esperienze. 
"Dino Betti  è un  compositore che riesce a trasmettere emozione e commozione, descrivendo il mondo in cui viviamo con  sguardo attento e spirito poetico". - spiega Livia Pomodoro. "Allo Spazio Teatro No'hma la musica ha da sempre un posto d'onore nel nostro palinsesto. Con Armonie e Suoni abbiamo imparato a muoverci tra generi e artisti, accogliendo quanto c'è di insolito  e originale e mantenendo sempre il nostro sguardo verso la  sperimentazione, elemento che caratterizza la linea artistica del nostro teatro".
Con Dino Betti van der Nootsaliranno sul palco del Teatro No'hma: Gianpiero LoBello, Alberto Mandarini, Mario Mariotti, Fabio Brignoli, trombe e flicorni; Luca Begonia, Stefano Calcagno, Enrico Allavena, tromboni; Gianfranco Marchesi, trombone basso; Sandro Cerino, flauto, dizi, clarinetto basso e sax contralto; Andrea Ciceri, sax contralto; Giulio Visibelli, flauto contralto e sax tenore; Rudi Manzoli, sax tenore; Gilberto Tarocco, clarinetto e sax baritono; Luca Gusella, vibrafono; Emanuele Parrini, violino; Niccolò Cattaneo, pianoforte; Filippo Rinaldo, tastiere; Vincenzo Zitello, arpa irlandese; Gianluca Alberti, basso elettrico; Stefano Bertoli, batteria; Tiziano Tononi, percussioni; Federico Sanesi, tabla.
Le due date dello spettacolo saranno trasmesse in streaming sui canali del teatro.
L'ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria. Per informazioni consultare il sito www.nohma.org o scrivere a [email protected].
Armonie e Suoni
Stagione 2023/2024 – In Viaggio
Let Us Recount Our Dreams
Dino Betti van der Noot
La sua musica e  i suoi solisti
0 notes
micro961 · 10 months
Text
Sergio Borsato - “Tiocfaidh ar là”
Il nuovo singolo estratto dall’ultimo disco di inediti del cantautore veneto
Tumblr media
Tiocfaidh ar là è una frase in gaelico che significa "verrà il nostro giorno", riferendosi al giorno in cui l'Irlanda sarà nuovamente unita e libera dall'ingerenza britannica. È diventato lo slogan non ufficiale del movimento repubblicano irlandese.
La frase è stata per la prima volta pronunciata da Bobby Sands, membro della PIRA che fu il primo di dieci detenuti repubblicani a morire durante lo sciopero della fame del 1981 nel Carcere di Maze, nella località di Long Kesh.
 Con queste premesse il cantautore veneto continua a dar voce al suo nuovo disco di inediti dal titolo “Liberi e Forti” uscito lo scorso 17 marzo firmato dalla direzione artistica di Massimo Priviero e il featuring del chitarrista Riki Anelli, registrato dall’ingegnere del suono Francesco Matano presso lo Studio Musica per il Cervello.
 «La Vita è come una nuvola, arriva, precipita, si dissolve, evapora e ritorna, in un continuo divenire» Sergio Borsato
 Dicono del disco:
 «Sergio Borsato sposa a pieno un concetto roots e americano di pensare al folk e alla sua narrazione. La parola si fa melodica dentro ampie aperture (anche in minore) e questo per cullare la storia, quella degli uomini, delle loro guerre…Culla di memoria, un atto resistente per la canzone d’autore di oggi… soprattutto di oggi…» BravOnLine
 «Un disco di grande folk che all’America deve tutto ma anche un disco di bellissimi ricami melodici di quel suono roots acustico che va vissuto più che ascoltato». ExitWell
 «Un disco impegnato, impegnativo, morbidissimo nella quiete delle sue melodie di grandi route americane, origine prima che arriva alla mente sin da un primo ascolto personale». MeiWeb
 «La memoria è tutto. Nella memoria c'è la traccia del nostro vivere quotidiano, della nostra storia... e la canzone d'autore alla memoria deve tanta sua tradizione, alla storia così come a quel certo modo partigiano di mantenere in vita tutto questo». SevenNews
 Sergio Borsato nasce in Svizzera nel 1962. Figlio di immigrati veneti, trascorre la sua infanzia in parte con i nonni paterni, a Cartigliano - un ridente paesino della campagna veneta alle porte di Bassano del Grappa situato sulle sponde del fiume Brenta - e in una piccola cittadina svizzera vicino a Zurigo. A 6 anni inizia a suonare l'armonica a bocca e a 10 il padre gli regala la prima chitarra, una sei corde spesso a cinque... Pink Floyd, Eagles, America, Crosby e gli italiani De Andrè, Bubola, De Gregori, Guccini, Bertoli, Vasco lo accompagnano. Inizia a scrivere la prime canzoni nel 1978, all'età di 16 anni. A 18 anni inizia a frequentare circoli filologici locali e, a Bassano del Grappa, conosce e frequenta il poeta scomparso Gino Pistorello con il quale inizia un interscambio di idee linguistiche e culturali. Prende coscienza che il Veneto è una lingua di trasferimento e di appartenenza e inizia a scrivere le prime canzoni in coiné Veneta. Collabora con vari gruppi musicali locali e nel 1986-87 si avvicina a gruppi che perseguono finalità autonomiste e indipendentiste ed è in questo ambiente che nascono le prime idee musicali. Borsato riesce comunque a destare l'attenzione degli addetti ai lavori. Nel 1999 inizia il suo primo tour musicale che lo porta in 15 città, pubblicando in seguito l'album "live tour 1999". Nel 2001 con la nuova casa di produzione musicale indipendente Daigo Music Italia srl dà vita al primo grande progetto discografico "La strada bianca". La scelta dei musicisti ricade su nomi di maggior prestigio nazionale ed internazionale quali Andrea Braido alle chitarre (Vasco Rossi, Eros Ramazzotti, Mina, Celentano, etc), Massimo Varini, alle chitarre (Nek, Laura Pausini, etc), Davide Ragazzoni alla batteria (Branduardi), Stefano Olivato al basso (Patty Pravo), oltre ad una serie di musicisti molto bravi tra i quali Marco Fanton (chitarre) e Alessandro Chiarelli (violino). Nel 2003 Sony Music Italia, ascoltato l'album, avvicina l'artista e decide di distribuirlo in tutta Italia e all'estero con un contratto in esclusiva: Germania, Svizzera, Francia, Stati Uniti, etc. L'album, che desta molto interesse anche da parte della stampa internazionale, viene recensito tra l'altro su America Oggi, il piú importante quotidiano americano dedicato agli italiani all'estero, oltre che su varie testate nazionali. Rai 2, nel settembre 2004, lo vuole come ospite al Follia Rotolante Tour, nella tappa di Lido degli Estensi. Il primo singolo dell'album "La strada bianca" viene programmato da numerose emittenti radiofoniche italiane. Nel 2008 è fra gli autori “Freedom” programma di Rai 2 interamente dedicato alla musica, in onda in seconda serata. Nel 2022, dopo circa 15 anni di pausa, Borsato ritorna con un nuovo singolo, “La bambina di Kiev”, mentre il 2023 è iniziato con la pubblicazione di “BIRKENAU - Unter dem blau”, di “Liberi e forti” title track del nuovo album uscito lo scorso 17 marzo e di “Tiocfaidh ar là” in diffusione radiofonica dal 9 giugno 2023.
 Etichetta: Multiforce
 Facebook: https://www.facebook.com/sergio.borsato/
Instagram: https://www.instagram.com/sergioborsatoofficial/
Sito Web: www.sergioborsato.com
 l’altoparlante - comunicazione musicale
www.laltoparlante.it
0 notes
lamilanomagazine · 1 year
Text
Modena, in arrivo al Forum Monzani lo spettacolo “Con un amico vicino”
Tumblr media
Modena, in arrivo al Forum Monzani lo spettacolo “Con un amico vicino”.   Sono aperte le prenotazioni per assicurarsi un posto allo spettacolo “Con un Amico vicino” in programma sabato 21 gennaio alle ore 20 al Forum Monzani di Modena, in via Aristotele 33. Il ricavato della serata (ingresso 15 euro; per info e prenotazioni: tel. 371/4578045; [email protected]) sarà devoluto alla Fondazione Hospice Modena Cristina Pivetti Dignità per la vita che porta avanti il progetto di realizzazione del primo hospice territoriale per la città di Modena, luogo dedicato alle cure palliative per dare sollievo nella malattia e dignità a ogni momento della vita. Sul palco del Monzani sabato saliranno Andrea Barbi, Andrea Mingardi, Alberto Bertoli, Marco Ligabue e il maestro Maurizio Tirelli. L’iniziativa è organizzata dalla Fondazione Hospice Modena con il supporto di Bper Banca, Modenamoremio, Trc, con il patrocinio di Comune di Modena, Azienda Sanitaria Locale di Modena e Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena. Hospice Modena troverà sede a Villa Montecuccoli in via Jacopo da Porto 490, a Baggiovara, edificio di proprietà comunale concesso in diritto di superficie all’Ausl che in tal modo potrà accedere al finanziamento e completare le procedure per la realizzazione della struttura sanitaria. Per la realizzazione dell’intervento è stato costituito un apposito Comitato tecnico di coordinamento di cui fanno parte tutti i soggetti coinvolti. La struttura residenziale di cure palliative sarà intitolata a Cristina Pivetti, in ricordo della giovane modenese prematuramente scomparsa, i cui genitori hanno dato vita alla Fondazione con l’obiettivo di contribuire a realizzare e gestire la struttura che sarà un luogo d’accoglienza per le persone affette da patologie complesse e per le loro famiglie, in grado di migliorare la qualità della vita attraverso le cure palliative. Equipe specialistiche multiprofessionali integreranno infatti l’approccio medico, psicologico e spirituale garantendo al malato, in quella fase della sua vita, un’assistenza meno traumatica e dolorosa possibile, supportando in tale percorso anche i familiari. L’intervento di risanamento conservativo dell’edificio della seconda metà dell’Ottocento e di realizzazione dell’Hospice, del valore complessivo di 5 milioni e 900 mila euro, ha ottenuto il via libera della Soprintendenza rispetto alla riconversione dell’immobile e al cambio di destinazione d’uso della villa da ex residenza civile/scuola elementare a Hospice, e sarà finanziato grazie anche ai contributi della Regione Emilia-Romagna e del Ministero, con il sostegno della Fondazione Onlus che ha messo a disposizione il progetto e sosterrà l’intervento grazie alla solidarietà dei modenesi.    ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
tourstreak · 1 year
Text
Lastminute.com Hits 'Restart' Button With New CEO
Lastminute.com Hits ‘Restart’ Button With New CEO
Skift Take Having your top executives jailed is one thing. But as that issue recedes, Lastminute.com needs to deal with its under-performance issues and execute on strategy shifts. Dennis Schaal Rocked by a Covid relief financial scandal that led to the jailing and resignations of now-former CEO Fabio Cannavale and chief operating officer Andrea Bertoli, Amsterdam-based Lastminute.com’s…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
Text
Beni distratti dal fallimento, imprenditore rimedia 4 anni
LA SENTENZA PADOVA Quattro anni di reclusione oltre all'interdizione dai pubblici uffici per la durata di cinque anni. É la condanna pronunciata dal tribunale collegiale nei confronti dell'imprenditore padovano Andrea Ottogalli, 53enne erede della nota dinastia di industriali, accusato di bancarotta per distrazione nell'ambito delle procedure fallimentari di due società nelle quali ricopriva la carica di amministratore unico o di amministratore di fatto. I giudici hanno sostanzialmente accolto le richieste della pubblica accusa che aveva sollecitato una pena di quattro anni e tre mesi di reclusione. Inutilmente i difensori di Ottogalli, gli avvocati Antonio Bertoli e Matteo Conz, si sono battuti nel tentativo di ottenere un verdetto di assoluzione.
La prima disavventura imprenditoriale di Ottogalli è quella relativa alla Depurex 88 Srl, società specializzata nella costruzione di apparecchi per la depurazione ed il filtraggio di liquidi e gas, dichiarata fallita dal Tribunale il 1 dicembre 2011. L'imprenditore avrebbe complicato il lavoro del curatore rendendo praticamente impossibile la ricostruzione del patrimonio e del giro d'affari della società per la mancanza di alcune schede contabili riguardanti clienti e fornitori, tra cui altre aziende di famiglia. Secondo l'accusa avrebbe inoltre fatto sparire un generatore di soccorso, un televisore 46 pollici e un notebook.
Il secondo crac è quello della M.I.T. Srl, società di fabbricazione di macchinari per l'industria delle pelli, del cuoio e delle calzature, fallita il 20 settembre 2012. Anche in quest'occasione Ottogalli avrebbe fatto sparire le scritture contabili distraendo beni societari, destinati al ristoro dei creditori, per complessivi 55.500 euro.
1 note · View note
Text
0 notes
donaruz · 4 years
Text
I 100 anni di “Non potho reposare”
Non potho reposare” è ebbe un riscontro di pubblico incredibile, entrando di fatto nel repertorio delle canzoni più famose per corali polifoniche.
Negli anni la canzone è stata riproposta da tanti artisti di musica, lirica e leggera, tra cui Maria Carta, Noa, Piero Pretti, Pierangelo Bertoli, Katia Ricciarelli, Giuseppe Tanchis e soprattutto Andrea Parodi, che la ripropose nel suo ultimo concerto poco tempo prima di morire
4 notes · View notes
liv45no · 2 years
Text
Losers Club parents aesthetic
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Andrea Bertoly - Mother of Stanley Uris
Maggie Baggott - Mother of Richie Tozier
Frank Kaspbrak - Father of Eddie Kaspbrak
Zack Denbrough - Father of Bill Denbrough
Elfrida Marsh - Mother of Beverly Marsh
Will Hanlon - Father of Mike Hanlon
Went Tozier - Father of Richie Tozier
Martin Hanscom - Father of Ben Hanscom
Headcanon (and in the middle of writing the fanfiction) that the Losers’ parents were friends in their youth too and also had to fight against an us all too well familiar demon clown.
77 notes · View notes
lifefactorymagazine · 3 years
Text
“Il paracadute di Taccola” atterra trent'anni dopo lo storico tour con Pierangelo Bertoli di “Spunta la luna dal monte”
“Il paracadute di Taccola” atterra trent’anni dopo lo storico tour con Pierangelo Bertoli di “Spunta la luna dal monte”
Trent’anni dopo il grande successo del tour “Spunta la luna dal monte”(che trionfò a Sanremo nel 1991) , quando nella veste di cantante e chitarrista affiancò il suo mentore Pierangelo Bertoli sostituendo la voce di Andrea Parodi dei Tazenda, Luca Bonaffini ritorna discograficamente con album di musica pop d’autore.  Dopo aver esplorato concept spericolati e non sempre immediati, come lui stesso…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
sinapsinews · 3 years
Text
Dal 26 gennaio il nuovo album di Luca Bonaffini  “vola” in 240 Stati del mondo
“Il paracadute di Taccola” atterra trent’anni dopo lo storico tour con Pierangelo Bertoli  di “Spunta la luna dal monte”  Trent’anni dopo il grande successo del tour “Spunta la luna dal monte”(che trionfò a Sanremo nel 1991) , quando nella veste di cantante e chitarrista affiancò il suo mentore Pierangelo Bertoli sostituendo la voce di Andrea Parodi dei Tazenda, Luca Bonaffini ritorna…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
Text
Orari di Domenica
Ore 09.00: GRILLI FILIPPO vs RIVA PIETRO
Ore 09.00: BULATOVIC ANDREA vs q
Ore 09.00: TESTA FEDERICO vs SAGNELLI PIETRO
Ore 10.00: MEO ALESSANDRO vs vinc: BUSCAGLIONE/q
Ore 10.00: BERTOLI PAOLO vs q
Ore 10.00: VAVASSORI GABRIELE vs q
Ore 10.00: PIZZI NICHOLAS vs NOCITA MARCO
Ore 11.00: vinc: POGLIAGHI/FORMENTI vs vinc: BERRA/q
Ore 11.00: vinc: GRILLI/RIVA vs vinc: BULATOVIC/q
Ore 12.00: ZIGHETTI ROGER vs SALINA JONATHAN
Ore 12.00: vinc: FABBRICONI/q vs vinc: CIOCCA/RAMELLA
Ore 13.00: vinc: MORASCHINI/q vs vinc: CRESPI/SAGNELLI
Ore 13.00: vinc: VAVASSORI/q vs vinc: PIZZI/NOCITA
Ore 14.00: vinc: BERTOLI/q vs vinc: TESTA/SAGNELLI
Ore 14.00: vinc: GAZZANIGA/q vs vinc: ZIGHETTI/SALINA
Ore 15.00: PRIMO E SECONDO QUARTO
Ore 16.00: TERZO E QUARTO QUARTO
Ore 18.00: SEMIFINALI
Ore 20.00: FINALE !
0 notes
felinehypocritical · 7 years
Text
mama’s boy
Summary: The sadness subsided and the bitterness set in, a low anger at Richie for making that comment in front of everything. He bit back his hot, angry tears, blinking them away quickly until the bile in his throat subsided. Stanley Uris didn’t cry anymore. He’d wasted enough time 
(being a useless spoiled fucking mama’s boy you’re nothing but a spoiled rotten brat stan you’ve got no spine no talents your parents are tricking you they’re lying you’re just a dumbass no-talent rich kid)
crying about stupid shit for no reason. Like the buh-buh-buh-buh-birds and other variants of Richie’s quips, like skinned knees and missing television for saturday morning services. Maybe he wasn’t so normal as everyone thought, but he had to be. Rich Jews didn’t have any talents. They just got rich and stayed rich, didn’t ever have to work, and even if he wanted to work he never would. He’d just survive on daddy’s money like everyone said, never have to work. The thought sent a chill down Stan’s spine.
There was a soft knock at the door over the volumes of Stan’s thoughts.
Words: 2836
available on ao3
“Shut up, you fucking mama’s boy.”
The words came quick and light, as laughing as Richie’s usually were, but they stung Stan like wasps.
“Mama’s boy.”
Stan kept his tongue, letting the words roll off of his back and going home quietly. Keeping it to himself.
Mama’s boy. He could remember the disdain Richie has used, the barely concealed jealousy and anger in his voice. How aggressive he’d seemed.
Stan felt a shiver go up his spine, but he simply hitched his backpack up farther and kept walking.
He knew why, of course. He’d seen everything the was to be seen of Richie Tozier. They were best friends after all. He saw ever crack in his humor and all the things Richie wanted to be able to find funny but couldn’t. He could see how each word landed on him, how every sentence someone hurles chipped away at Richie. Unfortunately, the chipping finally gave way just as Stan spoke up.
And of course someone had to bring up family.
Stan didn’t remember how, or when. He just remembered they had, and he’d seem Richie’s face harden in the way it always did. Richie’d replied with his usual slew of curse words and lewd jokes, probably about Eddie’s mom or something, and Stan, tuning in just for a second, decided to make an entrance.
“Damn, Richie, you kiss your mother with that mouth? Or at all?”
Richie’s lip had curled, almost imperceptibly.  “Shut up, you fucking mama’s boy.”
Maggie Tozier was, admittedly, not something to tease about. She was a chainsmoker, she never went to bed sober,she was basically a serial cheater… and most importantly, Stan doubted she knew Richie was alive. Stan had talked to Maggie maybe twice, three times that he could remember, and all of them were in passing. Asking him to take money to buy her cigarettes, once or twice, asking for his mother’s name, but that was it. And Richie despised everything about it.
Richie was a high maintenance young man. He wanted attention, he wanted love. He wanted recognition. And his parents gave none. The fed him, clothed him, gave him running water, and that was about the end of the line. Richie had tried so, so hard to get them to pay attention, swearing up and down, getting all A’s repeatedly, breaking limbs and spraining things and making his eyes worse on purpose so they’d be forced to get him glasses. Needless to say, nothing worked.
Richie’d once joked he was lucky to have a middle or last name, since he figured they’d have forgotten about him by the time they got through the first one. And he didn’t have friends over, not ever, since he was humiliated. Stan was the only one allowed in his house who wasn’t in the family, and that was to pick up funnybooks and candy. No sleepovers. No playdates at Richie’s house.
Stan could hear the words in his head, the pure desperate envy.
“Shut up, you fucking mama’s boy.”
The words echoed in his head till he got home, where as usual, his mother was in their kitchen- the Uris house had an open floor plan, you could see the kitchen from the door- waiting for her Stanley to be back so she could make sure he was doing okay.
“Hey, Stanley,” Andrea said happily, drawing the short boy in close to kiss him on the crown of the head. Stan let her, albeit numbly, but hardly felt it. “How goes it?”
Stan nodded into her chest. “Good, mom, I’m good. Just… I’m a little tired, okay?”
“Sure!’ She let him out of her hug, holding him at arm's length and looking at him closely. “Tired as in sleepytired, or tired as in now you’re a rebellious teen who hates his muter?”
Stan snorted involuntarily at the word and the old yiddish name, shaking his head. He was ready to reply no, of course not, can we talk?, but the idea of talking to his mom about a problem with another mom seemed like a bad idea. As well as only further illustrating Richie’s point. Which Stan never allowed to happen.
“Sleepy. It was a long day today, mom.”
Andrea put her hands on her slim hips. “I’ll say, you’re finally home and it’s an hour ‘till curfew, Stanley Uris!”
Stan, ever the unaffected boy he was, rolled his eyes affectionately. “I’m sorry! Listen, I’ll come down later, I promise. But for now I’m going to my room, okay?”
“Okay.” Andrea watched her son take the stairs up to his room, calling after him, “Love you, cucciolo!”
Stan’s grip on the rail tightened, both at the pet name- little puppy in Italian, his mother’s first language- and the sentiment. But he still couldn’t stop himself from returning it; that would be almost sacrilegious. “Love you too, momma.”
He ran to his room, shutting the door and curling up on the bed. The only noise was his own breathing and the same old cogs whirring in his head.
Stan knew he was lucky. He had a father and a mother, first of all, both parents in the picture. He was wealthy was all get-out, with a big two story house in all the latest styles in the nicest neighborhood around that was full of stuff from his parent’s travels and pictures of family, mostly Stan. Stan had all the clothes he could want, every model of binocular he asked for (though he didn’t ask for much), a big room, full of cool trinkets and a bed that people
(richie did it most)
always loved to lay and sit on. He had anything he could ever want, and compared to his friends, Stan was in the lap of luxury.
But most importantly, Stan’s parents loved him.
They really did- they loved their little boy. They’d do anything for him, they thought he was absolutely amazing, they went out of their way for things he liked… they loved him. They were involved with him. Andrea Bertoli, an immigrant from Italy, and Donald Uris, who was from Russia, were both deeply invested in what they believed their little boy could be- the perfect example of the Jewish-American Dream. Smart, handsome, successful, kind, prepared… He had everything. His compulsions were a tad strange, sure, with his need to clean the bathroom constantly and his impeccable room, but they could be ignored. The Bertoli-Uris residence was one of love and warmth, both because of their great heating system and because of their cozy family unit.
Stan appreciated that. He loved his parents, too.
But it hurt him like fuck that all of his friends but Mike and Ben were hurt by it.
The noticing had started out small, Stan showing up late because he talked to his dad for too long and Beverly saying wistfully, “gee, Stanny, that sounds wonderful.” Stan complaining about his mother’s endless lectures on how “great he would grow up to be” and Richie making fun of her with his Granny Grunt voice. Stan explaining how he sometimes had to go to work with his father because Donald got lonely at the synagogue and wanted to show Stanley how his job worked and Bill casting him a fervent glance at the idea, the thought of a father wanting a son involved with him. Talking about the free will Andrea gave him and catching the look Eddie gave him.
Stan never meant to brag; he wasn’t that kind of boy. And he of course got in trouble for being impulsive, like when he used a plate as a frisbee, or brought a street dog home and fed it the gefilte fish. It’s just that everyone, even he, knew that his family was so perfect it almost hurt.
The guilt finally ate away at the last of his will and Stan made a noise of discomfort, rolling over and feeling the sadness pooling in his stomach. He hated that he made his friends feel bad. He hated knowing that his existence counteracted his best friend’s. He felt guilty for having such a nice family. A nice house. A nice life. And he knew it wasn’t fair, that letting himself feel bad was stupid. But he still did, privately, feel bad, and now was a time to feel bad.
The sadness subsided and the bitterness set in, a low anger at Richie for making that comment in front of everything. Calling him out for… what? Loving his mother? His mother loving him? What was wrong with that? Stan didn’t quite know- he only knew it was wrong. He bit back his hot, angry tears, blinking them away quickly until the bile in his throat subsided. Stanley Uris didn’t cry anymore. He’d wasted enough time
(being a useless spoiled fucking mama’s boy you’re nothing but a spoiled rotten brat stan you’ve got no spine no talents your parents are tricking you they’re lying you’re just a dumbass no-talent rich kid)
crying about stupid shit for no reason. Like the buh-buh-buh-buh-birds and other variants of Richie’s quips, like skinned knees and missing television for saturday morning services. Maybe he wasn’t so normal as everyone thought, but he had to be. Rich Jews didn’t have any talents. They just got rich and stayed rich, didn’t ever have to work, and even if he wanted to work he never would. He’d just survive on daddy’s money like everyone said, never have to work. The thought sent a chill down Stan’s spine.
There was a soft knock at the door over the volumes of Stan’s thoughts.
“Sweetie, Richie is on the phone for you. Do you want to take it or are you still tired?”
Stan rolled over again, looking at his mom through his fallen bangs. “I… I’ll take it, I guess.”
Stan padded downstairs, taking the phone as his mom left to give him privacy and coughing. Before Stan even had time, as usual, Richie spoke.
“Oh, good, you’re finally here! Listen, I’ve got some comics to trade if ya want. Want me to come over?”
“You won’t make it before curfew,” Stan said lackadaisically in his someone-has-to-be-sensible-here tone. “Maybe tomorrow.”
“Hell yeah I can make it!” Richie’s voice came through, just the tiniest bit tinny. “I can just hop on my bike and go, whaddya say?”
The boy sighed. “Rich, I dunno, I’m kinda wiped out right now.”
Richie was quiet for a moment, before saying simply, “sure,” and hanging up without another word. Stan put the phone down too, before going back to his room nearly silently and flopping back on his bed. Great. He fucked over Richie and himself, what was next?
He stayed like that a little longer, wanting to cry but not being able to, before he heard a knock at the door. He figured it was a package or something, and stayed still. It wasn’t until he heard a bright, happy voice that his stomach dropped lower. Richie had still come, because of course he did.
Richie came tromping up the stairs, papers rustling as his comics came up with him. Stan nearly groaned. He sat up slowly, letting Richie bust in and immediately go to Stan’s comic shelf. He barely looked at Stan as he grabbed them, tossing the comics towards his best friend and beginning his monologue.
“Okay, so I have a bunch of new Archies and a few Supermans but I know you like Marvel, so I also brought some of my special editions to see if you’d have anything half good in your dogshit collection, yeah? And-” Richie stopped when he saw Stan’s detached expression. He sighed, putting down his comics gingerly on the floor and clasping his hands together. “Okay. What’s up with you?” His voice was perfectly serious, something not even Stan really heard much.
“Huh?”
“What’s eatin’ ya? What’s hangin’? What’s going on in that ol’ noggin?” Richie listed off the phrases, and looked ready to list more, but Stan cut him off.
“No, I- I’m, cool. It’s nothing.” Stan chewed his lips as he looked at Richie warily, somehow still worried he was going to make a joke at Stan’s expense despite the fact no one was there to hear.
Richie sighed theatrically. “Oh, Stanley. You don’t even try to lie. What a little drama queen you are.” He made as if to pinch Stan’s cheeks, and almost did it, but Stan halfheartedly knocked his hands away and kept his eyes down. “Okay, Stan, seriously.”
Stan groaned long and loud, something Richie knew he did when he was irritated but almost ready to talk. The noise continued for a full forty five seconds before he started.
“God, it’s just- you all make me feel like such a stupid rich kid, you know? Like, you all work for your allowances and have to deal with shitty parents- the Losers do, I mean- but I just… don’t. I have like, one chore, to clean the cat’s litter box, and my parents aren’t complete shit, and I just… you all remind me of how lucky I am, and that makes me feel like absolute trash, that I’m just the boy who has everything to you guys. I mean, do you ever want to have to think about how much richer you are than your friends? No. I hate you guys have disadvantages where I don’t. And I hate I can’t really help. My whole life is so easy that it gets boring and just- no one cares, why even bother, you know? I’m not interesting. I’m not funny, like you, or strong, like Bill, or cool, like Bev or Mike. I just like birds. I’m just a Jew. I just don’t- I dunno. Whatever. You don't care, Richie, you think I’m just a fucking mama’s boy. You just think I don’t know how the world works. Maybe I don’t, I don’t know.”
Richie managed to keep silent, covering his mouth with his palm as he stared, fascinated, at his fidgeting friend. He let Stan’s ramble run it’s course, until the last line. “That’s not fair, Stanny,” Richie said quietly. “It’s not fair you get to tell me how I feel, it’s not fair we make you feel bad, it’s not fair Bill and Bev and Eds and I all have, like, shitty parents, and yeah, it’s not fair you got everything. You beginning to see a pattern? Life’s not fair, Stan.” Stan rolled his eyes. “I know it’s cliche, I hate how I sound like I’m from a movie, but it’s true. We all ‘re losers for a reason. Your reason’s just as good as ours. You don’t get shit less than us, you get more, just for being friends with a fag, on toppa being a Jew. Remember that time you came to the Barrens limping with a shiner because Henry didn’t like that he saw you in a, uh, a kippah the last Saturday, so he beat the shit out of you? Or that time he kept taunting you ‘bout being friends with me until I showed up and he could do it to my face?” There was silence. “Do ya?” Stan nodded. “See? You got stuff wrong, I see it whenever your dad talks to you. He loves you too much, Stanny. So many people love you way too much.”
“What’s that supposed to mean?”
“I mean that all of the Club just loves each other so much, Stan, that it begins to just not show up on our, uh, what’s the word…” He snapped his fingers. “Radar. Like, we don’t know that other people love us even though we do know, you know?”
“You don’t love me,” Stan accused. “You think I’m a spoiled brat.”
“That’s ‘cause you are a spoiled brat, Stan.” Richie giggled when Stan hit his shoulder. “What? It’s true, you know. You’re a rich kid, through and through. But that’s part of your charm. Cute spoiled rich kid, but you put up with me, so it’s okay.” This time Richie did pinch Stan’s cheeks, stretching them so that Stan looked like how you look in a carnival mirror. Stan let it happen, rolling his eyes and blinking, hard.
Richie cooed and teased, letting go of Stan’s cheeks and smiling indulgently at Stan. “Aw, is little Stanny crying?”
“No,” Stan choked out, and he wasn’t. He stopped as quick as he started, and sat up straight. “Thanks, Richie, you big asshole.”
Richie smiled at his friend. “Of course, favorite-friend. Say, if I was nice enough, would you give me five dollars?” Stan pushed him onto his side. “What, two?” Stan flicked him. “One?” Richie felt a sharp pinch on his wrist. “Ow! Jesus, okay! I won’t joke anymore, promise.”
“I don’t believe that,” Stan said testily.
Richie grinned, scooting closer to Stan so that they could share the comics. “Yeah. Me neither, Stanny-Rich. Now, have you read the new Spiderman comic?”
And Stan, the boy who had done and owned everything, hadn’t.
53 notes · View notes
micro961 · 1 year
Text
Sergio Borsato - “Liberi e Forti”
La title track del nuovo album
Tumblr media
La narrazione di una commedia umana, troppo spesso sottovalutata nel suo vero desiderio di pace e prosperità. Sull’orizzonte crepuscolare del dramma collettivo che il mondo sta vivendo, si chiude il capitolo di un percorso che ha coinvolto Borsato negli ultimi due anni, conoscendo narratori e sognatori, che hanno raccontato le loro difficoltà, le loro paure e il loro sgomento. Sono operai, contadini, intellettuali, studenti, donne, e uomini, consapevoli dei troppi errori che la nostra specie continua compulsivamente a fare, che si stanno riunendo sotto l’egida di una sola e insostituibile parola: Pace.
 “Per me è importante scrivere quello che nel mio percorso ho vissuto e visto, con la speranza che, magari, qualcuno si prenda la briga di leggere e ascoltare non una, ma ben due, tre volte. E spero anche di affidare queste mie parole, questi pensieri in fila, disordinatamente costanti, a chi ha sogni che bruciano da svegli” Sergio Borsato
 Sergio Borsato nasce in Svizzera nel 1962. Figlio di immigrati veneti, trascorre la sua infanzia in parte con i nonni paterni, a Cartigliano - un ridente paesino della campagna veneta alle porte di Bassano del Grappa situato sulle sponde del fiume Brenta - e in una piccola cittadina svizzera vicino a Zurigo.
A 6 anni inizia a suonare l'armonica a bocca e a 10 il padre gli regala la prima chitarra, una sei corde spesso a cinque... Pink Floyd, Eagles, America, Crosby e gli italiani De Andrè, Bubola, De Gregori, Guccini, Bertoli, Vasco lo accompagnano. Inizia a scrivere la prime canzoni nel 1978, all'età di 16 anni. A 18 anni inizia a frequentare circoli filologici locali e, a Bassano del Grappa, conosce e frequenta il poeta scomparso Gino Pistorello con il quale inizia un interscambio di idee linguistiche e culturali. Prende coscienza che il Veneto è una lingua di trasferimento e di appartenenza e inizia a scrivere le prime canzoni in coiné Veneta. Collabora con vari gruppi musicali locali e nel 1986-87 si avvicina a gruppi che perseguono finalità autonomiste ed indipendentiste ed è in questo ambiente che nascono le prime idee musicali. Borsato riesce comunque a destare l'attenzione degli addetti ai lavori. Nel 1999 inizia il suo primo tour musicale che lo porta in 15 città, pubblicando in seguito l'album "live tour 1999". Nel 2001 con la nuova casa di produzione musicale indipendente Daigo Music Italia srl dà vita al primo grande progetto discografico "La strada bianca". La scelta dei musicisti ricade su nomi di maggior prestigio nazionale ed internazionale quali Andrea Braido alle chitarre (Vasco Rossi, Eros Ramazzotti, Mina, Celentano, etc), Massimo Varini, alle chitarre (Nek, Laura Pausini, etc), Davide Ragazzoni alla batteria (Branduardi), Stefano Olivato al basso (Patty Pravo), oltre ad una serie di musicisti molto bravi tra i quali Marco Fanton (chitarre) e Alessandro Chiarelli (violino). Nel 2003 Sony Music Italia, ascoltato l'album, avvicina l'artista e decide di distribuirlo in tutta Italia e all'estero con un contratto in esclusiva: Germania, Svizzera, Francia, Stati Uniti, etc. L'album, che desta molto interesse anche da parte della stampa internazionale, viene recensito tra l'altro su America Oggi, il piú importante quotidiano americano dedicato agli italiani all'estero, oltre che su varie testate nazionali. Rai 2, nel settembre 2004, lo vuole come ospite al Follia Rotolante Tour, nella tappa di Lido degli Estensi. Il primo singolo dell'album "La strada bianca" viene programmato da numerose emittenti radiofoniche italiane. Nel 2008 è fra gli autori “Freedom” programma di Rai 2 interamente dedicato alla musica, in onda in seconda serata (a mezzanotte e quaranta). Nel 2022, dopo circa 15 anni di pausa, Borsato ritorna con un nuovo singolo, “La bambina di Kiev”, mentre il 2023 è iniziato con la pubblicazione di “BIRKENAU - Unter dem blau” e di “liberi e forti” title track del nuovo album la cui pubblicazione è prevista il 17 marzo.
  Etichetta: Multiforce
 Facebook: https://www.facebook.com/sergio.borsato/
Instagram: https://www.instagram.com/sergioborsatoofficial/
Website: www.sergioborsato.com
 l’altoparlante - comunicazione musicale
www.laltoparlante.it
0 notes