Tumgik
#angelo sibilla
ccomilk · 6 months
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oh man ok you asked for mikey fics? i gotchu, but idk which ones you have read yet so here's just all of them
the entire turtle instinct series by dysfunctional request. they're usually p silly but the mikey ones dip into light angst
apricity by very angry gremlin and empathy amplified by filsamek are two of a kind, where mikey uses his mystics to make problems for himself in favor of being his bros' therapist
taking care of your brothers by calliopes anon is a sweet pb&j twoshot
the sun and icarus by sibilla scribbled 08 is about mikey's powers going haywire, and the imagery used in it is fascinating, def drawing worthy
song of a sunny day (fading into dusk) by idk_im_just_here_now is p good, and updates frequently!
if you want a fic specifically about mikey going into brumation and freaking his brothers out bc a box turtle's heartbeat stops being detectable in that state, there's freezerburn, hyperactive hyperthermia, and the shoebox (which is part of the turtle instinct series)
there's also time ticks by, which is another cold mikey fic, but the stakes are higher. tho that one seems to be discontinued
i have a few more, like a hurt-no-comfort, some that are not really far enough in to the story for me to rec, and also some shellshock fics, but I have no idea if you want those so ill hold off until further notice.
i hope this helps! i'm always on the lookout for mikey fics, so if you have recs i'd love to hear them!!!
OH YOU HAVE ABSOLUTELY SPOILED ME. OHOHOHOHOHOHOHOHOH THIS IS SPLENDID TYSM <33333333
i am absolutely down to hear the ones you didn't list!! even if they're not my style, the more the merrier!!!!!!
unfortunately i don't have many saved BUT here's my faves:
Mystic Malfunction by VanillaVengence, where after the movie Mikey's powers go haywire and he accidentally strands himself in the 2012 dimension. one of my favourite fics ever of all time (in case the truckloads of sketches i've been making didn't make that obvious)
Angelo by daniartonline - a oneshot about how mikey got the nickname Angelo!
A Heart Of Sunflower by Knight_Of_Breath - a crossover with DC, where Mikey teams up with the Batfam to save his brothers. very cute and almost finished
the rest aren't mikey centric BUT i adore them:
A Tale of Spirits by unorthodoxx - where the brothers accidentally find themselves spread across the ATLA world, and have to find their ways back to each other - and help stop the war. VERY very good. an all-time favourite. lots of very good mikey content.
the new york conspiracy corner by blueh - a social media fic about new york's reaction to the mysterious turtle cryptids lurking about. this one is SO good i love it sm.
juxtaposition by SpectrumWriting - a 2012 crossover that juxtaposes the two families
Little Scraps of Wisdom by clandestineClairvoyant - AU where Splinter doesn't get mutated, so he raises his turtle sons in the human world. SO much to love about this series.
bustin' heads by GODZILLA90095 - raph strikes out on his own in the 2003 battle nexus tournament, and his brothers sneak out to follow them. captures the show's vibes PERFECTLY this fic is so funny
hollow mind by paperxcrowns - leo gets captured by the government and has to find his way home. i was so tensed up this entire fic, i love it.
Very Thoughtful by theashemarie - a low empathy study of donnie
this year we lost our dear brother leonardo by catatonicatnap - explores the direct aftermath of defeating the krang and pulling leo out of the portal. this one also captures the show PERFECTLY and is extremely funny <3
anyway i'm going to binge read all the ones you sent TYSM <33333
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vecchiorovere-blog · 2 years
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Giovanni Pisano, Sibilla e angelo, pulpito di Sant'Andrea, Pistoia
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tarditardi · 1 year
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No'hma - Milano: il 19/2  ecco “Amo dunque sono"
"Amo dunque "sono è uno scrigno di visioni e sensazioni, un viaggio onirico e labirintico nell'anima della scrittrice e poetessa novecentesca Sibilla Aleramo. In occasione della terza delle Domeniche Speciali di No'hma - Milano, il 19 febbraio alle ore 17, l'attrice Viola Graziosi porta in scena questo complesso e intenso ritratto di una donna che ha fortemente influenzato la letteratura e la libera scrittura femminile del '900; un ritratto da guardare e assaporare non solo con i nostri sensi, ma usando la nostra percezione inconscia. 
Scrittrice, poetessa, giornalista, anticonformista, femminista: Sibilla Aleramo (1876-1960) è una delle figure più affascinanti del secolo scorso, emblema di coraggio e libertà. In Amo dunque sono, dal titolo del suo più famoso romanzo, ci immergiamo nelle profondità della sua psiche, attraverso un montaggio di frammenti visivi e sonori, di brani, poesie, ricordi, voci, immagini, lungo il filo di un ininterrotto discorso amoroso. 
Le Domeniche Speciali sono un vero palinsesto nel palinsesto, una Rassegna che si distingue per la varietà dei suoi appuntamenti; che sono, a seconda delle volte, dedicati a celebri m< scrittori e intellettuali, incentrati su figure storiche piene di fascino, o ancora consistono in pomeriggi musicali. Dopo la Giovanna d'Arco di Gaia Aprea, l'appuntamento di domenica 19 vede ancora una volta protagonista un grande personaggio femminile che si è distinto, oltre che per il suo talento, per la sua forza d'animo e per la sua esistenza avventurosa e fuori dagli schemi della società, proprio come l'eroina francese. E, ancora una volta, a interpretarla sul palco sarà un grande nome della scena contemporanea italiana.
VIOLA GRAZIOSI
Attrice poliedrica e doppiatrice, figlia d'arte, nata Roma e cresciuta in Tunisia, Viola Graziosi inizia a recitare all'età di 17 anni quando Carlo Cecchi la sceglie per interpretare Ofelia nell'Amleto di Shakespeare al teatro Garibaldi di Palermo. Con Cecchi partecipa al progetto Trilogia Shakespeariana che ha girato in Italia e all'estero. Si trasferisce a Parigi ed è ammessa al prestigioso Conservatoire National d'Art Dramatique, dove consegue il diploma di recitazione. Da allora lavora tra Francia e Italia, alternando teatro, cinema e televisione, sempre in ruoli di rilievo. Nel 2013 Vince il premio Adelaide Ristori per lo spettacolo Intervista e nel 2022 il Premio Actress of Europe come miglior attrice.
Amo dunque sono
con Viola Graziosi 
dal testo di Alessandra Cenni 
adattamento, immagini e regia Consuelo Barilari 
voci maschili Graziano Piazza 
Musiche da Mulholland Drive di Angelo Badalamenti 
Video proiezioni Gianluca De Pasquale
Spettacolo domenica 19 febbraio, ore 17
Ingresso gratuito previa prenotazione obbligatoria al link 
Per info e prenotazioni:
tel. 0245485085
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conformi · 3 years
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Aldo Luigi Rizzo, Angelo Sibilla, Aldo Pino, Housing complex “Pegli 3″ | “Le Lavatrici”, Genoa, Italy, 1980-1989 VS Charles Jencks, Universe Cascade | Garden of Cosmic Speculation | Portrack House, Scotland, 2001
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architectureofdoom · 4 years
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Chiesa della Sacra Famiglia, Genova, Ludovico Quaroni/Adolfo De Carlo/Andrea Mor/Angelo Sibilla, 1956
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memoire2cite · 3 years
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PREFABRIQUE POST WAR GENES  ITALIE @ Lavatrici @ la vie en hublot... les Machines à Laver (HLM) (arch Aldo Luigi Rizzo, A. Mor, A.Pino, Angelo Sibilla constr 1980-89) (The Washing Machine) tjr debout en 2021 !
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iltrombadore · 2 years
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Donne eccellenti a Roma: Olga Resnevic Signorelli
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 Ci vuol poco a capire l’eccellenza un’ anima come quella della lettone Olga Resnevic (1883-1973), emigrata dalla Russia in Italia che fu medico, giornalista, scrittrice e traduttrice in italiano dei grandi della letteratura del suo paese, amica e sostenitrice di artisti, e curiosamente dimenticata proprio da noi dove il genere femminile è oggi tanto più valorizzato e riconosciuto anche nei casi in cui non se ne sente la necessità. Legata al medico Angelo Signorelli, sensibile collezionista d’arte, Olga Resnevic ebbe tre figlie e la prima di queste fu Maria (1908-1992), straordinaria scenografa e creatrice della famosa Opera dei Burattini (1947) alla cui scuola si formarono tanti autori e registi italiani nel secondo dopoguerra mondiale. Maria Signorelli sicuramente trasse dall’ambiente familiare, e da sua madre, la linfa culturale della sua eccezionale creatività: nella casa romana di Olga in Via XX Settembre passarono personaggi come Gordon Craig, Meierch’old, Aleksander Tairov e Stanislavsky, oltre al grade coreografo Aurel Millos, che l’avviò all’amore per la danza e il balletto moderno. Ma già nei primi anni del ‘900 casa Signorelli era diventata un centro culturale rinomato dove si incontravano i vociani Prezzolini, Soffici, Papini , Arturo Onofri e Giovanni Amendola. A questi si accompagnarono nel tempo gli artisti di cui Angelo Signorelli e Olga furono sostenitori: primi tra questi Armando Spadini, Ferruccio Ferrazzi e Riccardo Francalancia, e poi vennero le amicizie con De Chirico, Savinio e De Pisis. Nel salotto culturale dei Signorelli si svolgevano anche concerti da camera con l’intervento di musicisti di prim’ordine come Alfredo Casella, i violinisti Arrigo Serato e Mario Corti. Nel frattempo Olga Resnevic, dopo avere collaborato col marito ad importanti inziative-pilota di ‘medicina sociale’ (costituì tra l’altro col marito ambulatori per bambini nelle zone povere di Roma), si allontanò dalla professione medica ed iniziò quella di traduttrice, legandosi d’amicizia con Ettore Lo Gatto, per i testi dal russo di Dostoevskji e Vjaceslav Ivanov. Quando nel 1916 giunse a Roma Diaghilev con i  ‘Ballets Russes’, Olga entrò in contatto con i futuristi russi Michail Larionov e Natalìa Gonciarova che curavano la scenografia, e si occupò della traduzione dei testi dello spettacolo, indimenticabile esperienza d’avanguardia nella vita artistica romana. Negli anni venti, il collegamento con la vita culturale russa si accrebbe per Olga Resnevic anche dell’amicizia con Massimo Gorky, che frequentò per anni con ripetute visite durante i soggiorni dello scrittore a Sorrento. L’amore per il teatro, la poesia e la letteratura, la portò ad incontrare e stringere amicizia con Sibilla Aleramo, Anton Giulio Bragaglia ed Eleonora Duse di cui scrisse una preziosa biografia nel 1938. Di una così viva personalità, aperta alle migliori esperienze della cultura e dell’arte del ‘900, resta oggi poco o nulla. Di Angelo Signorelli, medico benemerito per la sua filantropia sociale, e di lei, Olga, la russa che animò con le opere, il gusto e  la passione la vita dell’arte a Roma, non si fa menzione nemmeno con una strada, o una targa che li ricordi. E’ chiaro che non è giusto. E simili dimenticanze la dicono lunga su chi ci governa e chi amministra la nostra comunità culturale e civile.   Nella foto: Armando Spadini, 'Ritratto di Olga Resnevic Signorelli', 1915.
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latinabiz · 3 years
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La mostra di Duillio Cambellotti a Terracina dal 25 luglio
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Mostra Cambellotti E una mostra dal titolo “Duilio Cambellotti al di là del mare” che il Comune di Terracina ospiterà dal 25 luglio al 20 novembre negli ambienti della duecentesca chiesa di San Domenico, una splendida architettura cistercense bombardata durante la seconda guerra mondiale e finalmente restituita alla vita della comunità cittadina da un filologico intervento di restauro. La mostra a cura di Francesco Tetro è organizzata dalla Fondazione Città di Terracina e Archivio dell’Opera di Duilio Cambellotti. Non è casuale la scelta di inaugurare il nuovo spazio culturale con una mostra dedicata a Duilio Cambellotti, artista di vertice nel panorama artistico italiano della prima metà del ‘900, legato al territorio dell’Agro Pontino e, in particolare, alla città di Terracina da un rapporto profondo e di nodale importanza nella sua ricerca, come opportunamente messo in luce dalla rassegna. Le novantatre opere e l’interessante repertorio di fotografie d’epoca messe a disposizione dall’Archivio dell’Opera di Duilio Cambellotti costruiscono una mostra dall’andamento antologico che segue l’attività del poliedrico artista-artigiano dalla fine dell’Ottocento, l’epoca del suo esordio come disegnatore di manifesti teatrali e pubblicitari, alla fine degli anni ’40. Un lungo cammino nel corso del quale la sua torrentizia creatività viene assoggettata alla missione di produrre arte totale per tutti. Cambellotti si esprime nel campo delle arti applicate realizzando mobili, ceramiche e vetrate, è illustratore, incisore, grafico pubblicitario, scultore, scenografo, non pone limiti alle sue incursioni nel campo dell’arte. Sullo sfondo, il costante richiamo a una terra amatissima, la sua inesauribile fonte di ispirazione. Figura del tutto eccentrica nel contesto dell’arte italiana del ‘900, tenacemente impegnato in una ricerca dai modi arcaizzanti ma in realtà d’avanguardia, Duilio Cambellotti è un artista difficile da inquadrare. Francesco Tetro, il curatore della mostra, sceglie di iniziare il racconto della sua carriera dall’incontro che cambierà la sua vita, quello con i paesaggi, la gente, gli animali e la storia del paludoso, malsano, affascinante territorio immediatamente a Sud di Roma, lungo il rettilineo della via Appia. L’artista e il territorio: “Sto rivivendo! Ho rivisto oggi la palude e i neri animali. Ho rivisto il mare; Questo è bastato perché il torpore del mio cervello e delle mie membra scomparisse per incanto. Nuove visioni così appaiono ai miei occhi e potranno, lo spero sinceramente, rimettere in movimento la mia produzione”. È il 1910, nelle lettere inviate da Terracina alla futura moglie Maria Capobianco si legge quanto importante fosse diventata per Cambellotti la frequentazione dell’arcaico mondo contadino in cui, all’inizio del secolo, lo aveva introdotto l’amico Alessandro Marcucci, direttore delle Scuole dell’Agro Romano impegnato nel programma di alfabetizzazione delle arretrate popolazioni rurali locali. Un programma che, oltre a Marcucci, coinvolge anche altri illustri esponenti dell’ambiente socialista umanitario romano: Giovanni Cena e la compagna Sibilla Aleramo, Anna Fraentzel Celli con il marito, il malariologo Angelo Celli, anche Giacomo Balla condivide i loro ideali. Cambellotti, un convinto sostenitore della funzione educatrice dell’arte, si getta a capofitto nell’impresa, contribuendo a realizzare, nella zona compresa tra Cisterna di Latina e Terracina, una fitta rete di scuole ricavate in locali di fortuna concessi da privati, chiese rurali o capanne costruite ex novo da allievi e maestri. Per quelle scuole illustra i sillabari, realizza decorazioni e arredi, suoi persino i crocifissi da appendere alle pareti. Quando è nell’Agro, soggiorna a Terracina, la città che lo incanta per la bellezza delle sue marine con vista sul promontorio del Circeo e sulle Isole Pontine, per la fierezza della sua gente e la ricchezza di una storia millenaria che affonda le sue radici nel mito. Benché la sua arte finalizzata a raggiungere massivamente la parte migliore del pubblico, il popolo si esprima preferibilmente attraverso le arti applicate, la scenografia teatrale, la grafica pubblicitaria e l’illustrazione, la suggestione esercitata dall’ambiente di Terracina gli ispira una produzione particolare, quella delle visioni, il modo in cui chiama certe composizioni fantastiche “Nate per fissare sulla carta cose che non erano dinanzi ai miei occhi ma…sorgevano da dentro di me”. Attento osservatore della natura, Cambellotti riempie di annotazioni e schizzi dal vivo i taccuini che porta sempre con sé. Giunto a casa, quelle idee raccolte en plein air germogliano in narrazioni visionarie che attingono al suo profondo interesse per la mitologia greco-romana. L’allestimento della sala che introduce il visitatore alla mostra si sviluppa proprio attorno a una di quelle visioni, per la precisione la prima di una famosa serie di quattro grandi tempere acquarellate su carta a sviluppo orizzontale, le Allegorie del Circello, esposte nel 1922 alla mostra degli Amatori e Cultori. L’essenziale, elegante composizione eseguita a monocromo mostra il promontorio del Circeo trasformato in una nave dalla prua equina pronta a salpare, mentre, sullo sfondo, le Isole Pontine, assumono le fattezze di chimere dalla testa leonina. Il lavoro per il teatro classico Un artista che produce arte programmaticamente diretta al popolo per promuoverne l’educazione e migliorarne le condizioni di vita non può che apprezzare le opportunità di diffusione dei propri principi offerti dal mezzo teatrale. Esteso ed entusiasta fu infatti l’impegno di Cambellotti nel campo della scenografia e, più in generale, dell’allestimento di spettacoli all’aperto tratti dal repertorio della drammaturgia classica. Una sezione della mostra è interamente dedicata a documentare il contributo offerto dall’artista alla realizzazione di indimenticabili rappresentazioni presso il Teatro greco di Siracusa, il Teatro antico di Taormina e quello di Ostia antica. Nei modellini e nei bozzetti scenografici si evidenzia la sua moderna propensione alla riduzione degli elementi scenici. Cambellotti fa muovere gli attori entro ambienti dalle geometrie essenziali in cui un sapiente uso del colore svolge la funzione di evocare i principi etici sottesi al dramma. La scultura. Anche per motivi economici, Cambellotti produce soprattutto sculture di piccole dimensioni, grandiose, però, nella potenza dell’invenzione iconografica. Ai visitatori della mostra è riservata la sorpresa di una ricostruzione del prototipo dei famosi vasi cambellottiani con gli animali, il Vaso dei cavalli del 1903, semidistrutto nell’incendio della Sezione Arti Decorative dell’Esposizione Internazionale di Milano del 1906. Dalle macerie fumanti Cambellotti trasse due cavallini di bronzo, quel che restava del manufatto. Nell’occasione della mostra, i cavalli superstiti sono stati montati su un vaso di gesso della stessa forma di quello originario, in modo da rivelare la deliziosa idea compositiva dei due animali che sporgono il muso oltre l’orlo del recipiente nell’atto di abbeverarsi. La Cibele del 1910, arcaica dea della fecondità calata nei panni di una stilizzata contadina dell’Agro, è una delle più felici invenzioni di un artista capace di traghettare il mito nella dimensione del quotidiano. Sono anche esposte due versioni di Buttero a cavallo, quella realizzata tra il 1918 e il 1919 e il Magister Equitum del 1924. Monumento equestre più volte e in varie dimensioni realizzato nel corso della sua carriera, il buttero è la risposta antiretorica alle celebrative sculture di eroi a cavallo che popolano le piazze dell’Italia post risorgimentale. Nel progredire degli anni, Cambellotti avvia su questa sua originale tipologia scultorea un processo di semplificazione formale in cui il profondo legame tra cavallo e cavaliere viene sottolineato modellando il gruppo come un’unica creatura, un centauro della Campagna Romana. Dal Simbolismo alle Arti Applicate. Nell’ambiente un tempo occupato dalla sagrestia della chiesa di San Domenico è stata infine ricavata una sorta di Wunderkammer che rende conto della molteplicità di interessi di Duilio Cambellotti. Il suo talento di designer di mobili di minimale eleganza in cui l’apparato decorativo è sacrificato a favore di una approfondita ricerca sulla struttura è testimoniato dal Tavolo dei timoni, modernissima creazione del 1912 in cui il sostegno che regge un semplice piano rotondo è costituito da tre timoni per barca. Tante le ceramiche e le terrecotte che traggono ispirazione da motivi naturalistici: il vaso con il serpente e quello con i porcellini lattonzoli, il vasellame dipinto con motivi di falchi, leopardi e cavalli, un repertorio zoologico completato dai corvi di palude che occupano lo spazio di una vetrata degli anni ’30. In memoria del suo impegno di costruttore di scuole per l’alfabetizzazione delle popolazioni contadine stanziate a sud della capitale, si espongono i suoi abbecedari illustrati e la grande raffigurazione di un olivo multicolore che decorava l’interno di un’aula affacciata su un cortile dominato da un olivo vero, in un gioco di corrispondenze tra arte e natura che è tipico del suo modo di progettare gli ambienti destinati alla vita dell’uomo. Di grande raffinatezza la serie dei bozzetti esecutivi di manifesti pubblicitari, un genere che sente congeniale alla sua vocazione di divulgatore dell’arte: “Preferivo sempre il cartellone al quadro perché diretto al popolo E da questo fu facile passare ad una forma più atta alla diffusione perché moltiplicabile: la silografia”. E infatti nella camera delle meraviglie cambellottiana compaiono alcune bellissime illustrazioni. Chiude la mostra una serie di xilografie del ��47 di eccezionale qualità esposte, accanto alle loro matrici in legno, in un ambiente in cui è ricostruito lo studio dell’artista. I Monumenti ai caduti della Prima e Seconda Guerra Mondiale Appendice ideale del percorso espositivo della mostra è la visita al Monumento ai caduti della I Guerra Mondiale in piazza Garibaldi e al Monumento ai caduti della II Guerra Mondiale in piazza IV Novembre (Borgo Hermada). Commissionati a Cambellotti dal Comune di Terracina all’indomani dei due conflitti mondiali. La mostra sarà ospitata a Terracina presso l' Ex Chiesa di San Domenico Via San Domenico, 15, fino al 30 settembre tutti i giorni dalle 17 alle 24 e dal 1 al 20 novembre dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 19 il sabato e la domenica anche dalle 10 alle 13 Info:  +39 06 6789949 - +39 345 0825223 [email protected] Read the full article
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corsiva-mente · 4 years
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Ci sono dipinti, per fortuna abbastanza rari, il cui soggetto è per noi un vero e proprio enigma, e rischia di rimanerlo forse indefinitamente, nonostante gli sforzi di interpretazione iconologica messi in atto dagli storici dell'arte.
Più spesso invece, il soggetto è palese e a tutti ben noto.
Ma a volte, sotto un'apparente superficie di ovvietà, si celano piccoli e grandi enigmi che è necessario decifrare.
Eccone un esempio: la Natività con la grotta, la mangiatoia, l'asino, il bue, i pastori in adorazione, l'arrivo dei tre Re Magi.
Chiunque sa riconoscere questo soggetto.
Ma perché in certe natività la grotta assume l'aspetto di un tempio in rovina come nell'Adorazione dei Magi del pittore bolognese Amico Aspertini, dove la canonica capanna di legno si appoggia alle rovine di un antico tempio? E perché in certi casi, come della Natività del senese Francesco di Giorgio Martini, in luogo della capanna o ruderi del tempio, alle spalle della Sacra Famiglia compare un arco trionfale in rovina?
Nulla è a caso.
Nella Legenda aurea di Jacopo da Varazze un testo medievale che raccoglie un'infinità di leggende relative alla vita di Cristo e dei Santi, si legge che al tempo della nascita di Gesù i Romani, vivendo da parecchi anni senza guerre, eressero un Tempio della Pace, e poiché l'oracolo di Apollo aveva predetto che quel Tempio sarebbe durato fino a quando una vergine non avesse partorito un figlio, avevano posto sull'edificio l'incauta iscrizione “Templum Pacis Aeternum”.
Le rovine classiche di tante natività alludono dunque a questa leggenda che si conclude con il crollo del Tempio durante la notte di Natale. La misera capanna di legno simboleggia l'era cristiana che sorge sulle rovine della civiltà pagana.
Quanto alla variante iconografica con L'Arco di Trionfo in rovina, che godette di una certa fortuna tra fine Quattrocento e primo Cinquecento, anch'essa svolge lo stesso concetto ma inglobando in esso un'allusione ad un'altra leggenda relativa alla natività di Gesù che ha per protagonista Ottaviano Augusto.
Essa narra che quel dominatore di popoli fiero del suo immenso potere e della pace che aveva saputo realizzare nel suo Impero interrogò la Sibilla sulla durata della sua fama, ricevendone l'inattesa risposta che presto sarebbe nato un uomo la cui gloria avrebbe cancellato perfino il ricordo del suo immenso potere.
L'arco trionfale in rovina alle spalle della Natività di Cristo riassume pertanto in sé sia la leggenda del crollo del Tempio della Pace, sia quella della fragilità del potere dell'Impero romano, delle cui folgoranti glorie militari l'arco era il simbolo più eloquente e diffuso.
Ma non basta: forse non è un caso che l'immagine di questo arco rimandi soprattutto ad uno specifico arco trionfale, quello fatto edificare da Costantino nei pressi del Colosseo per celebrare la propria vittoria sul rivale Massenzio, ottenuta nel 312 d.C. alle porte di Roma, nei pressi di Ponte Milvio.
Com'è noto Costantino attribuiva questa sua vittoria al favore di Cristo, il cui simbolo della croce aveva fatto inalberare sulle insegne del proprio esercito dopo che un angelo gli era apparso alla vigilia della battaglia, esortandolo a compiere tale gesto.
Divenuto, dopo quella vittoria, unico imperatore dei Romani, Costantino favori apertamente i cristiani, emanando un anno dopo il celebre editto di Milano, che poneva fine alle persecuzioni di cui erano stati vittime e concedendo loro piena libertà di culto.
A conferma di tale appoggio Costantino fondò a Roma assieme a Papa Silvestro una serie di basiliche cristiane, tra cui la chiesa cattedrale che a quel tempo fu dedicata al Salvatore ed ora conosciamo con il nome di San Giovanni in Laterano, e la Basilica di San Pietro in Vaticano, eretta sopra la presunta sepoltura dell'apostolo Pietro.
Venerato quasi alla stregua di un santo, Costantino ha pertanto un posto speciale e privilegiato nella storiografia ecclesiastica, che infatti lo celebra come colui che traghettò il mondo antico dall'era pagana a quella cristiana.
Pertanto non è un caso se quell'arco dipinto da Francesco Di Giorgio alle spalle della Natività sembra ispirato, sia pur liberamente, all'arco di Costantino. (A. Pinelli)
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tmnotizie · 4 years
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PEDASO – Il Campionato Nazionale Ciclocross CSI è andato al di là di ogni aspettativa come svolgimento e partecipazione sotto l’attenta regia della Società Sportiva Mario Pupilli di Grottazzolina con il supporto della struttura nazionale del Centro Sportivo Italiano per il settore ciclismo nel proporre un inedito campionato nazionale CSI per il ciclocross.
Un centinaio i ciclocrossisti da Marche, Abruzzo, Umbria, Lazio, Lombardia ed Emilia Romagna (di cui una settantina tesserati CSI nel contendersi le 12 maglie tricolori in palio) che si sono avventurati tra sterrato, rampe e tratti ghiaiosi del percorso disegnato all’interno della struttura La Contea dei Ciliegi (del titolare Luigi Bruti) regalando un colpo d’occhio meraviglioso e una vista mozzafiato con il colore azzurro del cielo e del mare.
Più che positive in ogni categoria del CSI le performances di Giacomo Viozzi (New Mario Pupilli CSI) e Omar Silenzi (New Mario Pupilli CSI) tra gli junior sport, Gisella Giacomozzi (Hair Gallery Cycling Team) tra le master donna 1, Cinzia Zacconi (New Mario Pupilli CSI), Claudia Cantoni (Gruppo Ciclistico Canino), Roberta Senzacqua (Adria&Sibilla), Anna Maria Rossi (Scuola Indoor Cycling e Fitness) tra le master donna 2, Luca Bonifazi (New Mario Pupilli CSI) tra gli élite sport, Walter Funari (Xtreme Bike Team), Alessio Tempestilli (Adria&Sibilla), Federico Bianchi (Giatra Servizi Rifer Gomme) e Alessandro Conti (Hair Gallery Cycling Team) tra i master 1, Adriano Pacifici (Xtreme Bike Team), Flavio Sinapi (Le Mole Bike Asd) e Daniele Rametta (Giatra Servizi Rifer Gomme) tra i master 2, Rossano Achilli (New Mario Pupilli CSI), Daniele Paolini (Team Studio Moda), Piero Rosati (Le Mole Bike Asd), Andrea Ercoli (Adria&Sibilla) e Alessio Mastrofabi (Cicli Battistelli) tra i master 3, Massimo Viozzi (New Mario Pupilli CSI), Fabio Costanzi (New Mario Pupilli CSI), Andrea Mandolesi (Adria&Sibilla) e Marco Frattaroli (Adria&Sibilla) tra i master 4, Francesco Infelli (Ciclismo Vetralla), Massimo Egidi (Gruppo Ciclistico Canino), Mauro Mercuri (Xtreme Bike Team), Gianluca Ciccolini (Adria&Sibilla) e Fabrizio Viozzi (New Mario Pupilli CSI) tra i master 5, Enrico Caponera (Herald Editore), Lorenzo Bufalini (Giatra Servizi Rifer Gomme), Giampiero Belletti (Adria&Sibilla) Filippo Chiofalo (Bike Garage) e Romano Baldassarri (New Mario Pupilli CSI) tra i master 6, Paolo Pirani (New Mario Pupilli CSI), Angelo Ciancarini (Mtb Santa Marinella Cicli Montanini), Luciano Quintarelli (Team  Bike Palombara Sabina), Giacomo Paccani (Croce Verde Orzinuovi) e Giuseppe Monaldi (Team Studio Moda) tra i master 7, Marco Crescentini (Team Bike Terenzi), Paolo Tempestilli (Adria&Sibilla), Gianni Damen (New Mario Pupilli CSI), Fernando Dell’Aira (Bici Club Spoleto) e Marcello Tuzi (New Mario Pupilli CSI) tra i master 8.
Con la festa finale, il pranzo, la messa officiata da Don Osvaldo e la proclamazione dei nuovi campioni nazionali presso il palazzetto dello sport di Campofilone, viva soddisfazione è stata espressa dalle autorità Tarcisio Antognozzi (presidente regionale CSI Marche), Gaetano Sirocchi (presidente regionale CSI Fermo), Enzo Martino (referente nazionale per il ciclismo CSI), Gabriele Cannella (sindaco di Campofilone) e Carlo Bruti (vice sindaco di Pedaso) per un evento storico del ciclocross in ambito nazionale che ha dato impulso al movimento ciclistico del CSI Marche con l’auspicio che possa diventare una tappa fissa del calendario ciclocrossistico non solo a livello regionale.
“Il nostro grazie – ha commentato Giampiero Conti,responsabile dell’organizzazione – va a tutti i partecipanti che hanno onorato la manifestazione con la loro presenza unitamente agli sponsor, alle autorità comunali e ai rappresentanti del Centro Sportivo Italiano. Di complimenti ne abbiamo ricevuti molti e abbiamo voluto accontentare tutti non solo nella parte strettamente tecnica ma anche al di fuori del contesto agonistico con il pacco gara e il pranzo finale a base di prodotti tipici locali che ha preparato la Pro Loco di Campofilone e alla quale rivolgiamo un sentito ringraziamento”.
I CAMPIONI NAZIONALI CICLOCROSS CSI 2020
Junior Sport: Giacomo Viozzi (New Mario Pupilli CSI)
Master donna 1: Gisella Giacomozzi (Hair Gallery Cycling Team)
Master donna 2: Cinzia Zacconi (New Mario Pupilli CSI)
Elite Sport: Luca Bonifazi (New Mario Pupilli CSI)
Master 1: Walter Funari (Xtreme Bike Team)
Master 2: Adriano Pacifici (Xtreme Bike Team)
Master 3: Rossano Achilli (New Mario Pupilli CSI)
Master 4: Massimo Viozzi (New Mario Pupilli CSI)
Master 5: Francesco Infelli (Ciclismo Vetralla)
Master 6: Enrico Caponera (Herald Editore)
Master 7: Paolo Pirani (New Mario Pupilli CSI)
Master 8: Marco Crescentini (Team Bike Terenzi)
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vecchiorovere-blog · 2 years
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Giovanni Pisano, Sibilla e angelo, pulpito di Sant'Andrea, Pistoia
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purpleavenuecupcake · 5 years
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Conte è già stufo, accelera sui sottosegretari entro stasera. Il Cdx aspetta sulle sponde del fiume la prossima primavera
(di Massimiliano D'Elia) Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte era stato chiaro, voleva chiudere la partita delle nomine degli incarichi di sottogoverno al consiglio dei ministri di oggi pomeriggio, previsto per le 15.30.  Il ritardo è dovuto alle continue liti all'interno del Movimento, tanti i pretendenti per poco più di venti posti, sembra un attacco alla diligenza. Una immagine poco edificante per i grillini che da partito "apri scatolette di tonno" è diventato tonno, come "ha urlato" in piazza Giorgia Meloni. Un atteggiamento, quello dei grillini, che non fa altro che avvalorare la tesi del leader della Lega, Matteo Salvini: sono diventati poltronari, da partito del popolo a partito dell'establishment. Giuseppe Conte è molto attento a non cedere pretesti e argomenti facili all'ormai  dichiarato avversario politico, Matteo Salvini ed è per questo motivo che vuole  imporre  il proprio ritmo al Pd e M5S. Oggi dopo il Cdm, dove verrà trattata  l'emergenza delle Ong che aspirano ad attraccare nei porti italiani, Giuseppe Conte parlerà con Di Maio e Dario Franceschini per dare loro una specie di "ultimatum": entro stasera i nomi, prima dei numerosi impegni in scadenza per la compagine di governo, per un Cdm lampo già domani mattina. Il progetto sarebbe quello di chiudere sulla squadra, scrive Il Messaggero, prima della partenza e poi procedere con il giuramento appena possibile cercando di incastrare il tutto nella fitta agenda del week-end,  domani Conte sarà a Bari per la Fiera del Levante. Gli incarichi a più alta tensione sono sono l'editoria e i servizi segreti. Conte ha già fatto capire che non vuole cedere la delega dei servizi, mentre Di Maio vorrebbe metterci  uno dei suoi. Le pressioni sarebbero per Vito Grimi, che lascerebbe così vacante il posto all'editoria, dove sarebbe tornato in pole Walter Verini e conseguentemente sarebbero scese le quotazioni di Andrea Martella (entrambi del Pd). Nella squadra M5S sembrerebbero quasi certi Vittorio Ferraresi (Giustizia), Manlio Di Stefano (Esteri), Giancarlo Cancelleri (Mise), Claudio Cominardi o Davide Tripiedi (Lavoro), Stefano Buffagni e Laura Castelli (Economia), Mauro Coltorti (Mit), Giorgio Trizzino (Salute), Carlo Sibilla (Interno), Francesco D'Uva (Cultura), Angelo Tofalo  (Difesa), Emilio Carelli (Editoria o Mise). In quota Pd, ma tra i renziani, si fanno avanti Anna Ascani (Istruzione), Luigi Marattin (Economia), Emanuele Piano (Interno), Simona Malpezzi (Istruzione). Sempre per il  Pd  ci sarebbero Antonio Misiani (Economia), Giampaolo Manzella (Mise), Lia Quartapelle e Marina Sereni (Esteri), Roberto Morassut e Debora Serracchiani. A Leu potrebbero andare, invece, due posti tra Michela Rostan e Rossella Muroni.
Viste le premesse Giuseppe Conte potrebbe avere maggiori grane con il governo giallo-rosso rispetto a quello giallo-verde. Un governo, quello giallo-rosso, nato tra due compagini che in realtà si detestano e che con la convivenza potrebbe implodere da un momento all'altro, una specie di "bomba ad orologeria", dove il timer, in mano a Matteo Renzi e Luigi Di Maio, è pronto per essere avviato.
Il centrodestra che si sta ricompattando aspetta sulle sponde del fiume la prossima primavera quando termineranno le consultazioni elettorali per eleggere i governatori di 9 regioni (al voto ci saranno circa 30 milioni di italiani). Non oso immaginare cosa potrebbe accadere se tutte le nove regioni andassero al cdx. Read the full article
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jucks72 · 7 years
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A Roma l’alta cucina è in fermento: le novità dell’estate 2017
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A Roma l’alta cucina è in fermento: le novità dell’estate 2017
Grande fibrillazione per la ristorazione romana “en plein air”, che con l’avvicinarsi della bella stagione sta per arricchire l’offerta cittadina di nuove proposte.
Locali eleganti, spesso ambientati sulle terrazze di hotel lussuosi, con relativa vista spettacolare sui tetti della città eterna, guidati da chef stellati.
Potevamo non segnalarveli? No, certamente. Infatti, ecco di seguito riassunte le principali nuove aperture romane dei prossimi giorni.
ACQUOLINA
Acquolina, ristorante di pesce con stella Michelin, ha trasferito oggi la sede dal quartiere Collina Fleming al primo piano del centrale First Luxury Art Hotel di via del Vantaggio. Si tratta di uno dei due ristoranti che appartengono alla famiglia Troiani, mentre l’altro è il celebre Convivio.
Acquolina prende il posto del ristorante All’Oro, di proprietà dello chef Riccardo di Giacinto, che ha riaperto i battenti all’interno dell’Hotel The H’All tailor suite, in Piazza del Popolo.
Inoltre, al sesto piano, Angelo Troiani e la sua famiglia hanno a disposizione la terrazza AcquaRoof: vista spettacolare sui tetti del Pincio e cucina affidata allo chef Angelo Narducci, coadiuvato da Andrea La Caita, proprietario del ristorante La Sibilla, a Tivoli.
EIT
Eit è il nuovo ristorante dell’Hotel Rex,  che prende il posto di Pipero e che da poco ha traslocato in Corso Vittorio. Voluto da Pino Cau, vulcanico imprenditore della ristorazione capitolina, è ora seguito da Luigi Nastri, chef con stella Michelin per Stazione di Posta, all’interno dell’ex mattatoio romano, e già da Settembrini.
Eit sta per 8, come i tavoli del ristorante e come gli ingredienti (attenzione, ingredienti non piatti) che compongono i 3 menu, slegati dalla classica successione antipasto, primo, secondo e dolce. Il vero menu degustazione ha otto ingredienti, è  poi  disponibile un menù mono-ingrediente e infine quello vegetariano.
PIPERO
Nuova apertura anche per Alessandro Pipero, da Albano Laziale, che dall’Hotel Rex nei pressi della Stazione Termini ha trasferito il suo ristorante in Corso Vittorio, davanti alla Chiesa Nuova. Siamo per la precisione nel rione Parione, tra Piazza Navona e Campo de’ Fiori.
La famosa pasta alla carbonara dello chef Luciano Monosilio, di Albano pure lui, non è più in carta, ora fa parte di un menu chiamato “Radici”, insieme ad altri piatti della coppia, molto amati ai tempi del Rex.
Spazi eleganti, 15 tavoli, di cui uno nella cantina del locale, e parecchi piatti insoliti in carta per un ristorante stellato, come la pasta con broccoletti e salsiccia.
MIRABELLE
Era già considerata una  delle terrazze gourmet più incantevoli di Roma, il ristorante Mirabelle, al settimo piano del lussuoso Hotel Splendide Royal, con vista unica che spazia dagli edifici umbertini del Pinciano fino al cuore del centro storico, da Villa Medici a Trinità dei Monti.
Qui, la cucina guidata da Stefano Marzetti, già executive chef del ristorante Antico Arco, è quella classica da grande albergo, che non passa mai di moda e alterna con sicurezza piatti locali a proposte internazionali.
Ora, la terrazza, il punto forte del locale, è stata rinnovata, mentre si è rafforzata la selezione di 750 etichette di vini curata dai somellier Fabrizio Colaianni e Luca Costanzi.
LINEA E TYPO AL MAXXI
Typo è la nuova caffetteria-bookshop ambientata nella sala delle ex caserme del Maxxi, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo, progettato dall’architetta Zaha Hadid. Typo sarà anche gelateria artigianale, green corner e aperitivo.
Linea è invece il nuovo ristorante del Maxxi, che dal mese di giugno attiverà una collaborazione con la chef Cristina Bowerman, già alla guida del ristorante Glass di Trastevere, una stella Michelin, e del nuovo Romeo e Giulietta.
Proprio dal nuovo locale, aperto di recente in Piazza dell’Emporio, zona Testaccio, arriveranno al Maxxi prodotti artigianali e di qualità, come pane, dolci e gelato anche in versione take away.
La proposta comprende un menu lunch informale nella sala principale di Linea, e uno creativo per 30-40 coperti, curato da un team formato e diretto dalla chef.
MERCERIE
Igles Corelli, chef del ristorante stellato Atman di Lamporecchio, in provincia di Pistoia, ambientato in una splendida villa seicentesca, prepara i suoi piatti “garibaldini”, nati per unire i sapori italiani, in forma di “high-street food”.
Obiettivo di Mercerie, descritto come un format “informale e veloce”, è trasformare, semplificare, modellare i classici di Corelli in bottoni salati e dolci (pane sfogliato e farcito nel primo caso, pasta bignè nell’altro), praline e palloncini, fino a proporre il piatto simbolo dello chef, la lasagnetta croccante, in formato mignon.
A completare l’offerta del locale che aprirà a breve a Roma, in Largo Argentina, saranno i prezzi accessibili, il servizio take away da passeggio i cocktail e un’ ampia offerta di vini naturali.
[Crediti | Link: Ansa.it]
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L’età normanna in Puglia. L'età di Tancredi
21 aprile 2017. Sala convegni dell’Hotel Palazzo Virgilio
VI Incontro di studi su L’età normanna in Puglia. L’età di Tancredi 
I sessione
 “Potrei essere rinchiuso in un guscio di noce e tuttavia ritenermi Re di uno spazio infinito, se non fosse che faccio brutti sogni”.
 (William Shakespeare, Amleto)
  Il 1189, morendo Guglielmo il Buono senza figli, incurante del giuramento prestato e dei diritti di successione di Costanza d’Altavilla, una parte della nobiltà siciliana elesse il conte Tancredi di Lecce nuovo re. Questi poté imporre il suo dominio solo al prezzo di numerose campagne militari a danno di nemici interni es esterni. Dopo che una prima spedizione di conquista di Enrico VI era naufragata il 1191 alle porte di Napoli, che era stata fortificata, il papato sfruttò il momento favorevole imponendo a Tancredi, in cambio del proprio riconoscimento, il concordato di Gravina (1192) che annullava la posizione privilegiata del re di Sicilia negli affari di carattere politico-ecclesiastico. Enrico VI, da poco incoronato imperatore, aveva rivendicato, a giustificazione della campagna militare contro Tancredi, per la prima volta un antiquum ius imperii come fondamento giuridico della sua spedizione di conquista contro il regno normanno; ancor più importante del diritto di successione della moglie Costanza, il sovrano lo considerava la motivazione decisiva del suo intervento. Durante il suo regno dovette contrastare le rivendicazioni anche  del re inglese Riccardo Cuor di Leone che, come cognato di Guglielmo II, accampava diritti sul Regno di Sicilia. Tancredi tacitò il sovrano inglese con forti somme di denaro e. cercò di rafforzare la propria posizione facendo sposare in Brindisi il figlio Ruggero con Irene, figlia dell’imperatore di Costantinopoli Isacco Angelo. La diplomazia bizantina, favorì il matrimonio con il chiaro scopo di evitare  l’integrazione del regno di Sicilia nell’impero tedesco.
Scrive con efficace ma non sempre precisa sintesi Riccardo di San Germano che il 1191 “Re Tancredi, passando dalla Sicilia nella Puglia, tenuta una solenne adunanza a Termoli, si reca nell’Abruzzo, assedia il conte Rinaldo e lo costringe a passare di nuovo sotto il suo potere; e di qui, recandosi a Brindisi, dà in sposa la figlia di Isacco, imperatore di Costantinopoli, cioè Urania, al figlio Ruggero, suo secondogenito. E celebrate solennemente le nozze a Brindisi e qui coronato re suo figlio, il soprannominato re se ne tornò in Sicilia trionfante e glorioso “.
Il riferimento è a Ruggero, nato il 1175, figlio primogenito di Tancredi d’Altavilla (1139-1194); nominato duca di Puglia il 1189, per essere designato a successore del padre, salito al trono in quell’anno. Nell’agosto 1192 nella Cattedrale di Brindisi sposò Irene Angelo (1180-1208), figlia dell’imperatore bizantino Isacco II Angelo: in occasione delle nozze il padre fece restaurare il fonte grande sull’Appia, sui rialti del seno di ponente del porto di Brindisi, ancor oggi denominata Fontana Tancredi. Il giovane Ruggero prese in mano le redini del regno, al fianco del padre ma il 24 dicembre 1193, all’età di 18 anni, morì. Al suo posto Tancredi avrebbe designato re di Sicilia il figlio minore, Guglielmo, di soli 9 anni. Lo stesso Tancredi morì poco dopo, il 20 febbraio 1194, affidando la reggenza alla moglie Sibilla. Condizioni estremamente favorevoli determinarono perciò il successo del secondo tentativo di conquista intrapreso da Enrico VI il 1194:; senza incontrare particolari resistenze, l’imperatore alla fine di novembre fece il suo ingresso a Palermo e il giorno di Natale fu incoronato re di Sicilia.  Irene Angelo, vedova di Ruggero, fu da lui designata come moglie del fratello Filippo di Svevia.
  Indirizzi di saluto CORRADO NICOLA DE BERNART Presidente Rotary Club Brindisi Appia Antica ANGELA CARLUCCIO Sindaco di Brindisi Coordina e introduce i lavori CRISTIAN GUZZO Società di Storia Patria per la Puglia. Sezione di Brindisi Interventi PAUL ARTHUR, MARISA TINELLI Università del Salento Le fortificazioni normanne di Lecce GIUSEPPE MARZANO Società di Storia Patria per la Puglia Un inedito riferimento per il tracciato dell’Appia Traiana a sud di Brindisi DARIO STOMATI Rotary Club Brindisi Appia Antica Il fonte grande o di Tancredi Nel corso dell’incontro sarà presentato il volume L’età normanna in Puglia. Mito e ragione, Atti del III convegno di studi normanni, Brindisi. Hotel Palazzo Virgilio, 23 aprile 2015-
Organizzazione:
Rotary Club Brindisi Appia Antica,
Società di Storia Patria per la Puglia. Sezione di Brindisi
Patrocinio
Comune di Brindisi
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vecchiorovere-blog · 2 years
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Giovanni Pisano, Sibilla e angelo, pulpito di Sant'Andrea, Pistoia
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architectureofdoom · 4 years
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Chiesa della Sacra Famiglia, Genova, Ludovico Quaroni/Adolfo De Carlo/Andrea Mor/Angelo Sibilla, 1956
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