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#cuore esclamativo
laragazzafortesworld2 · 5 months
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A te ho dato le mie cose più belle❣️
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libero-de-mente · 29 days
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Oggi è sabato, non un sabato qualunque come cantava Sergio Caputo. Questo sabato è quello che sta tra il venerdì Santo e la domenica di Pasqua. Scendendo le scale condominiali incontro il bimbo, quello che abita sotto "Il Signore che sta su"*. Cioè me. Lo incontro come sempre, vista la tenera età, con la madre. - Pecchè sei qui te? - mi chiede appena mi vede - Ehm, dove dovrei essere scusami? - Ma tu sei molto - "Molto"? - Si molto in cloce, ieri all'olatolio ho visto la "Via Cucis", Gessù è molto in cloce - Aaaah, si certo. Ma poi sono risorto, non te lo hanno detto? - Si ma lunedì oggi è sabato - Si hai ragione, ma sai questa notte ci sarà il passaggio all'ora legale. Così ho anticipato! Metti che il lunedì, avendo perso un'ora di sonno, tutti siano mezzi addormentati (leggasi rincoglioniti). E se non mi riconoscessero? Di sicuro io ci rimmarrei male.
Capisco che non ha compreso bene questo passaggio, quello dell'ora legale, dimenticandomi che il bimbo vive ancora quel periodo di vita in cui, degli orari, non gliene frega assolutamente nulla.
Il bimbo mi guarda con un punto interrogativo stampato in fronte, io guardo sua madre cercando un punto esclamativo sulla sua fronte. Lei tenendosi una mano sulla bocca, per non scoppiare a ridere, guarda suo figlio come se avesse l'emoji del cuore su tutto il volto.
- Cosa hai visto durante la Via Crucis? - gli chiedo per interrompere il momento di stallo - Che ti hanno dato tante botte, ma tante - facendo il segno con la manina di un pugno che colpisce Lo guardo con tenerezza, quando di botto mi dice - Ma tu folse non sei Gessù, tu sei Babbo Natale.
La madre non regge, come una diga che collassa esplode. Sono fragorose le risate. Saluto e finisco di scendere le scale. Conscio che la mia peluria sta sbiancando e che no, ma proprio no, non comprerò nessuna colomba pasquale. Meglio investire il tempo in una sana camminata. Per perdere qualche chilo.
Dalla Passione di Cristo a Cristo che pressione ci è voluto davvero poco. La prova costume questo anno solo con l'intelligenza artificiale.
* vedere post precedenti
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piccolopeccato · 8 months
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Il cuore è uno stomaco. Da piccoli è liscio, imberbe, senza protezione alcuna perché lui e la vita non si conoscono e comunque entrambi iniziano a flirtare candidamente. Con l'avanzare dell'età crescono anche i peli, corti, lunghi, lisci, ricci, a interrogativo o a punto esclamativo. Servono a filtrare i brividi gelidi che ti trafiggono lungo il cammino, sono un avamposto protettivo. Poi con la vecchiaia un po' cadono, diventano bianchi, tendono a ricordare il candore dei primi tempi ormai trascorsi da troppo un po'.
Ecco io mi auguro de avecce er pelo sul core il più a lungo possibile.
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In piedi davanti al tuo volto rivolto verso l'alto. Siamo in una distesa. Il profumo nell'aria. La luna splende in tutta la sua bellezza. Ti guardo e vedo i tuoi occhi chiusi. Il volto rilassato. Capelli sparsi intorno alla testa abbandonata sul suolo scuro. Le labbra schiuse. Mani abbandonate come un cristo crocefisso. Gambe rilassate. Una piegata e l'altra allungata. Cornice perfetta. 
Amore, caro amore mio. 
Non è finita. 
Apri gli occhi. Fuoco nelle pupille. La luna riflessa tra le nere ciglia lunghe. E' passione. Incredulità. Ti ho di nuovo ucciso. Una battaglia infinita. Non è un videogame. È la tua mente. La mia. I scherzi del destino. Mi guardi ed un lampo nei tuoi occhi mi fa venire un brivido lungo la schiena. La pelle diventa incendio. Bruciano i mobili e le foto appese al muro della casa che una volta era nostra. Sorrido. Hai perso. 
Ai miei piedi. Creatura indifesa. Le tue armi. Ora mie. Cerchi di parlare e la bocca è piena di sangue. Povera bestia. Povero essere. Cerchi di rialzarti, ma sei a pezzi. Vivisezionato posizionato secondo mio desiderio. A pezzi cerchi di rialzarti. Ricomponiti. Guerriero indifeso. La tua corazza ora è adagiata vicino al tuo corpo. La mia addosso. I capelli sciolti coprono metà del mio volto illuminato dalle stelle splendenti in una notte infinita. Non è finita. 
Amore, caro amore mio. 
Prova a salvarti. Scappare dal tuo destino ormai scritto da me. 
Non hai scampo. Leone in gabbia. 
Mi asciugo il sudore che colla giù dalla fronte. Pioggia che cade battendo sui finestrini dell'miei occhi non mettono a fuoco come una macchina fotografica con l'obbiettivo spaccato perché non l'hai coperta dall'urto improvviso. Un cuore frantumato, l'obbiettivo è un segno di domanda o uno esclamativo? Indirizzami, fammi strada, sussurrami all'orecchio la direzione. Sono persa in una vasta distesa di lavanda, il profumo mi stordisce, il respiro diventa sempre più pesante e le mani tremano. Hai paura dello schianto imminente o ti fidi? Dimmi amore, caro amore mio, è forse questa la fine di tutto? La morte avvolta dal dolce profumo dei fiore e del fumo della sigaretta che penzola dalle tue labbra. La cenere cade indisturbata sul sedile del passeggero. Non metti la cintura, non serve, tanto lo sai che è tutto nella tua testa. La mano fuori dal finestrino a seguire le onde del vento. Hai gli occhi persi. Dove sei? In che buio sei caduto di questa volta. Quale incubo ti circonda e che non riesci  a sconfiggere? Fammi entrare. Fammi guardare attraverso i tuoi scuri occhi quel che non vuoi che mi distrugga. Dimmi cosa pensi. Dimmi la musica che risuona incessante nel tuo corpo che ora si dimena dagli spasmi. Fammi toccare la tua guancia fredda. Fammi sussurrare al tuo orecchio che va tutto bene quando tutto va a rotoli. Tu non aver paura, non temere l'inevitabile. Non stringere i pugni e inchiodare i piedi al pavimento. Ti porto a casa. Dov'è la tua casa? In che luogo l'inadeguatezza lascia il posto alla calma? In che luogo non hai paura e non temi il cambio della brezza marina? Hai ancora paura del mostro sotto al letto? Hai ancora paura che io me ne vada? 
Amore, caro amore mio. 
Il mondo è cosi confuso, la mia testa non comprende, le mie mani non si muovono, i miei piedi non si schiodano dal posto in cui si trovano. Tienimi per mano. Tienimi vicina. 
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alonewolfr · 8 months
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Dovrebbero tornare di moda le lettere, quelle che i postini portano in giro per la città. Le lettere dentro le buste di carta, che pesano d'inchiostro e di profumo. Le lettere con la propria calligrafia; un errore diventa un respiro d'amare e un punto esclamativo una scena da immaginare. Dovrebbero tornare di moda le lettere, quelle che i postini imbucano nella cassetta del tuo cuore.
|| Green Eyed Vincent
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barbarasomogyiova · 2 years
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COL SORRISO" Mi sono permessa "di rubare"qualche riga del testo di una canzone di Karol Duchoň 😘 Le parole che mi rispecchiano molto sopratutto quando il mio cuore si riempie di tanta malinconia e nostalgia 😳 Col sorriso vorrei salutare la mia Bratislava❤️❤️❤️ Con un sorriso guardo il mondo, con un sorriso,che trasforma in un fiore lichene nebuloso dimenticato, Cammino sempre con il sorriso, che dice tutto, con un sorriso, Mi intrufolo nelle frasi, nelle frasi in cui regna il punto esclamativo S úsmevom,sa dívam na svet, s úsmevom,čo zmení na kvet zabudnutý,zamračený lišajník, kráčam vždy s úsmevom, ten všetko povie,s úsmevom, sa vkrádam do viet,do takých viet,v ktorých vládne výkričník 😘😳❤️#sorrios#saluto # malinconia #nostalgia #città #l'amicizia #amore#radici#korene #life #volare #dreaming #travel #ritornare #ritrovare #libertà #bsvocalfitness #barbarasomogyiovalife #barbarasomogyiovalife🎙🎼💯🙂🍾🎼💃😊 (at Bratislava old town) https://www.instagram.com/p/Ch1dB3fAUcT/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Dovrebbero tornare di moda le lettere, quelle che i postini portano in giro per la città. Le lettere dentro le buste di carta, che pesano d'inchiostro e di profumo. Le lettere con la propria calligrafia; un errore diventa un respiro d'amare e un punto esclamativo una scena da immaginare. Dovrebbero tornare di moda le lettere, quelle che i postini imbucano nella cassetta del tuo cuore.
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Green Eyed Vincent
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- Non mi dici nemmeno addio?
No, addio proprio no…posso dirti ciao, fai buon viaggio, arrivederci…ma addio proprio no.
- Lo sai che probabilmente non ci rivedremo mai più, che non ci sarà alcun arrivederci…
Tu non mi rivedrai più, se questo è quello che vuoi. Per me sarà diverso.
- Non capisco…
Io ti rivedrò ogni volta che il mio cuore non ce la farà più, ogni volta che avrà bisogno di attingere a un ricordo per trovare pace. Che ti piaccia o no ti porterò con me, farai sempre parte della mia vita, vestirai una parte preziosa della mia anima.
La tua voce mi cullerà nelle notti insonni, rivedrò il tuo viso in mille altri volti, molte cose mi parleranno di te, di continuo.
- E non ti farà soffrire?
Si, eccome. Mi farà male, ma mi farà anche maledettamente bene. Quella gioia sotterranea e inestinguibile che nascerà dal solo fatto di saperti viva, di sapere che cammini e respiri in questo folle mondo.
- Io ho bisogno di mettere un punto. La parola fine, per ricominciare, lo capisci?
Tu puoi mettere tutti i punti che vuoi, mille parentesi, anche un punto esclamativo. Io preferisco i punti di sospensione, le virgole, gli incisi.
- Addio…
Arrivederci amore. Gli addii non esistono.
[Reven]
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stodilusso · 3 years
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Da papà il disco è molto simile ...
Ufff
Ieri ho partorito un fagottino profumato e morbido, oggi mi ritrovo un portatore sano di scarpa numero 47 con i brufoli e puzzolente di adolescenza.
Come sia successo non lo so ma così è, ho un figlio adolescente con tutti i suoi squilibri, con i baffetti e i piedi giganti.
E ho cominciato a dire tutte quelle frasi che avevo giurato di non dire mai. Le dico tutti i giorni quelle frasi tipiche delle mamme.
"Guarda che non sono la tua serva!"
"Quanto hai preso al compito?!"
"Ti sei lavato i denti? Rilavateli!"
"Cambiati che se ti fai male e finisci in ospedale..."
"Mi raccomando!!!"
Mi raccomando a cosa non lo so, ma è generico. Come il segnale di pericolo con il punto esclamativo. Mi raccomando attento all'asfalto sdrucciolevole, all'attraversamento animali, al passaggio a livello e alle caramelle drogate.
Lui risponde solo "Si" che letteralmente non è nulla di male ma nella sua mente c'è la scimmietta che batte i piatti e dice "ma non rompere".
E più lui risponde così, più la mia capacità di rompere le scatole cresce di livello.
E' ufficiale sono diventata una mamma rompiballe.
Prima ero la mamma bella, brava, divertente. Ora se dovesse fare i pensierini da prima elementare scriverebbe "mia mamma rompe le palle".
"Hai messo la lozione per l'acne?"
"Sì"
"Vieni che ti tolgo i punti neri"
"No"
"Dai, uno solo..."
"Noooooooo"
"Dai...son brutti poi nessuno ti vuole vicino"
"Chi se ne frega"
"Dai sol..."
"Noooooo mi FAI MALEEEEE"
All'improvviso la sua voce muta, diventa un misto tra Pavarotti e il demone de l'Esorcista.
"Eri tu o c'è Babadook nell'armadio?"
"Hai fatto i compiti?"
"Sì"
"Sicuro?"
"SIIIIII"
"Hai preso tutto?"
"Sì"
"Sicuro?"
"UFF"
"Hai messo il deodorante?"
"Miiiiiiiiiii"
"E poi se puzzi non ti vuole nessuno"
"Non me ne frega"
FZZZZZZZ FZZZZZZZ FZZZZZ
"AAAHHH mammaaaa! me lo spruzzi negli occhi, divento cieco!!!"
"Ti sei mangiato Babadook?"
Poi quando deve chiedere qualcosa lui invece, sussurra. Ha urlato dai 2 ai 9 anni e ora sussurra.
"Mamma psss psss pssss spsss"
"Eh?"
"Psss psss spsss ppsss"
"Non ti capisco! Cosa???"
"Eeeeeh ma non senti!"
"Chiama Babadook, lui lo sento bene"
"Mi FA MALE QUI!"
"E' il cellulare, sei sempre attaccato al cellulare"
"Ma cosa c'entra il cellulare?!"
"Te ne accorgerai"
"Mamma ho fame..."
"Colpa del cellulare"
"Mamma ho la tosse"
"Il cellulare!"
"Mamma ho preso 9"
"Bravo amore, sei tutto tua mamma".
Mio figlio quando torna da scuola non si spoglia, lui esplode e le parti vengono sparse in tutta la camera.
"Metti un po' di ordine è una vergogna questa camera"
"Si..."
"E ma fallo"
"Si..."
"Te lo spacco quel cellulare"
"Ma cosa c'entra il cellulare?!!"
Il fatto è che ti dicono che devi lasciarlo in pace, che sei noiosa, ma se lo fai ti dicono che devi seguirlo, che devi stagli appresso altrimenti chissà dove va a finire.
Io vorrei fosse facile come il bimby che ho in cucina.
"Mettere gli ingredienti dentro, 10 minuti, velocità 1 temperatura varoma" Fatto. Non ci son dubbi, è chiaro come il sole.
Invece, crescere un figlio adolescente, è più come una Mistery Box, non sai cosa c'è dentro e i giudici te la piazzano lì e ti dicono "Con questi ingredienti fate un piatto speciale, fantasioso, originale, esotico e gustoso"
Apri la Mistery Box e c'è un pacco di spaghetti e una scatoletta di tonno.
"Scusi...ma...oltre alla pasta al tonno...cosa cazzo potrei fare"
E Canavacciuolo dopo averti dato uno schiaffo che ti rettifica la colonna vertebrale, dice "Vuoi o non vuoi diventare Masterchef? Utilizza testa e cuore".
E tu sei lì che in 10 minuti di tempo concesso devi inventarti qualcosa. E passa Cracco che ti punta gli occhi addosso e ti fa la radiografia "Hai la colonna rettificata..."
"lo so è stato Antonino..."
"Occhio che ti sto osservando..."
Poi passa Barbieri e dice "Hai messo il sale?" e va via con fare enigmatico.
Arriva pure la Klugmann che scuote la testa schifata.
Finalmente presenti il piatto e Bastianich assaggia.
Ti guarda, sputa, sbatte il piatto a terra e grida "MA VUOI CHE MUORO?!!!"
E a te viene fuori solo una delle tipiche frasi da mamma:
MA SE L'HAI SEMPRE MANGIATO!!!!
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laragazzafortesworld2 · 2 months
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La cosa più bella del mio fidanzato?
Il giorno di San Valentino doveva lavorare e quindi non potevamo stare insieme, ma lui ci teneva così tanto a rendermi felice che non appena ha staccato da lavoro, si è fatto stanco morto 15/20 minuti di macchina per venire da me, anche se l'orario non era dei migliori .
Si è presentato sotto il portone di casa mia con questi fiori meravigliosi e un dolce, rendendomi la donna più felice del mondo.
Se dovessi parlare dell' amore, io parlerei di lui.
L'uomo che pur di farmi felice e vedere un sorriso sul mio volto, farebbe qualsiasi cosa.
Ti amo, grazie.
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harshugs · 4 years
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una persona con cui hai condiviso 5 anni molto importanti della tua vita, siete diventat* adolescenti insieme, decide di non sentirti più, non scriverti, non chiamarti, non legge nemmeno i messaggi.
il giorno del suo compleanno gli/le scrivi un messaggio carino, lungo ma non troppo, per non essere invasiv*, perché sai di dare solo fastidio ormai, e sai che a questa persona non importa più nulla di questo messaggio che una volta era una delle sue priorità.
questa persona ti risponde con un semplice “grazie mille”, chiaro, senza faccine, senza punteggiatura, nemmeno un punto esclamativo.
e qui si che fa male.
le poche persone a cui hai accennato questo fatto ti dicono di lasciar stare, non si merita il tuo dolore, ma questo non migliora la situazione.
tu stai male lo stesso, perché sai di essere stat* solo un* cretin*, ingenu*, da credere ancora che quel messaggio avrebbe fatto sciogliere quel cuore freddo come il ghiaccio.
harshugs
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quandovuoibussa · 5 years
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ESTEMPORANEO
Bianca, mi dico, riconosci i tuoi errori!! Il punto esclamativo ovviamente per enfatizzare il concetto, che chissà come mai nn mi entra molto bene nella testa. Anyway questo per ricordarmi che crollare nella vita più che tristezza provoca una stanchezza notevole soprattutto perché poi devi ricominciare  a girare la ruota!! Dio che incubo e ogni volta che giri di nuovo la ruota nn è mica che ti capita il sette rosso della roulette su cui hai puntato no ti capita l altro numero ma sempre rosso per farti incazzare doppiamente . E nella depressione di un nuovo mancato giro di ruota, beh essendo una depressa creativa sensibile so già a priori che il giro andrà a vuoto se no che gusto c’è ad essere positivi e sperare che è il giro giusto,  poi di cosa ci possiamo lamentare, la mia voce interiore che prima o poi giuro le darò fuoco se riesco a beccarla senza dare fuoco a tutta me stessa, mi dice … Hey bianca ascolta i tasti di un piano ma solo quelli neri, mangia un lecca lecca e coloralo di tutti i colori che ti hanno detto fanno parte di uno stupido arcobaleno mai visto o forse dimenticato nella tua memoria. cazzo che peso! Si devo darle fuoco alla mia voce, oppure tagliarle le corde vocali sempre se lo trovo.
E ancora nn accontentandomi del mancato giro di ruota, nn avendo riconosciuto ancora i miei errori, che diciamocela tutta che palle mettersi lì a riconoscere i propri errori, significa riflettere, pensare e soprattutto ripensare a tutti quegli stronzi che quando sbagliavi, in modo evidente tra l altro, si giravano dalla altra parte e s’incazzavano pure del tuo errore ma crepare che ti allungassero un pizzino (nn ho idea perché proprio il pizzino) con la soluzione. E quindi detto ciò mi metto a girare per le strade sentendo i miei piedi che affossano nell’asfalto grigio e consumato da tutti quegli esseri umani che lo hanno calpestato per anni senza accorgersi che erano e sono vivi, che il loro cuore batte, che i loro polmoni funzionano come delle pompe per gonfiare le biciclette, che il loro sangue scorre lungo i canali che hanno chiamato vene per portare della linfa forse vitale, e come detto sopra, cazzo che peso! Amen!
E ancora un quesito mi pone la mia voce interiore, ma il cervello è composto da un ammasso di materia molliccia, che dovrebbe dicono generare degli impulsi primordiali, che generano in noi il bisogno di muoverci, mangiare, dormire mentre quelle connessioni che si chiamano sinapsi dovrebbero forse servire a generare altri impulsi, forse il nostro inutile sistema nervoso, che genera scatti impulsivi nel nostro corpo che neanche noi stessi siamo in grado di controllare e quando un componente di questo fantastico e perfetto sistema va in tilt succede qlcs che ovviamente nemmeno noi possiamo controllare? Boh nn lo so ragazzi traetene voi le vostre conclusioni di questo delirio anche perché io sono stata sincera, il titolo del post è estemporaneo e nn dimenticatevi della mia voce interiore. E sono ovviamente ben accetti suggerimenti su come farla smettere!
E ancora mi dico bianca ma la magia e la poesia di una piccola bacchetta magica che spolvera via tutto, dove è finita? A me certo l’ho sicuramente  dimenticata in una piccola soffitta di un lontano paesino nelle lande deserte di un lontano nord, che più lontano nn potrebbe essere, di cui sopra cazzo che sbatta e chi la recupera più!
Abracadabra!!! Ma nn funziona, perché perché nei film della Disney funziona sempre e qui nella mia grigia città suona a vuoto e in più ti danno pure della pazza cercando in modo ansiogeno il numero della neuro! Ok ho io la risposta: credevano potesse esistere ma forse esiste veramente ma l’abbiamo dimenticata! ( la formula ovviamente) wow Bianca da brivido la tua intuitività nelle cagate! Ma no aspettate il problema e che la formula è cambiata e nn abbiamo ancora trovato la nuova, e come è possibile però toglierci la vecchia e nn darci quella nuova? E quindi la soluzione a questo che nn comporti però il giro di ruota perché il mio braccio ormai è fottuto, ritorniamo a viaggiare in un tunnel pieno di oblio in cui solo gli impulsi primari vengono riconosciuti, amen!
Bianca lo sai mi dico che l’anima viene dimenticata, abbandonata a se stessa lasciata a marcire nelle segrete del tuo stomaco, o mio dio ma quanto sei pesante sbraita nella mia testa la voce interiore. Come le dico, io sarei pesante!! Zitta zitta se no ti immergo nell’acido! Scusate un piccolo litigio fra amiche! Comunque per mostrare ed evidenziare ovviamente la mia creatività vi dico che secondo me l’unico modo per liberare l’anima dalle segrete dello stomaco e che questa deve tornare insieme con la nuova bacchetta magica, ma attenzione attenzione, come detto di cui sopra ( di solito nei migliori testi accademici si dice così)nn è nuova e solo cambiata modificata per affrontare un nuovo percorso, perché questo è quello che noi facciamo per tutto il tempo che ci è concesso rimanere in questo mondo, e qui direi di proferire tutti in coro un doppio amen( all inglese però che suona più fico quindi eimen)
La morale di tutto questo qual’è? Aspettate ci penso un momento …mava’ eccola…Rinascere sempre, ricostruirsi cercare il miglior cammino in questo mondo camminando così da sentire l’asfalto sotto i nostri piedi, controllare i nostri impulsi sentire il nostro sangue che viaggia veloce come un fiume in piena nel nostro corpo per pompare al meglio la nostra linfa vitale e ritrovare ancora una volta la bacchetta magica per abbellire tutto quello che ci circonda come meglio ci fa stare per rendere piacevole il viaggio al nostro corpo cosi come alla nostra anima
Siiiiiiiiiiiiii!!!
Finitoooooooooo
Amennnnnnnn
P.s. Questo post mi è costato fatica , impegno , savoir-faire (nn so cosa centri ma ci sta bene), e tanto altro…come chiedere al mio boy-friend (cristo che roba trash) di abbandonare per 10 minuti le sue eccellenti e complesse attività mentali per ascoltarmi ma n’è valsa la pena il suo responso è stato il seguente: fico ma cazzo se sei fulminata in senso buono però, il tutto ha un senso!!! Amen dico io !
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Ci sono particolari nel Cenacolo di Fioravanti che inducono alla riflessione. Intanto, come scrive Massimo Pulini nel catalogo dell’esposizione
i tredici volti dell’Ultima cena di Miramare sono ritratti istantanei, alcuni dei quali raccolti sul posto, chiedendo una rapida posa a operai del cantiere o a parrocchiani. Muratori e pescatori dunque, annotati nella loro semplice verità, con tratti fulminei, disegnati a pennello liquido sull’intonaco fresco.
Sono testimoni dell’evento nel suo stesso farsi. È come se Fioravanti dicesse: “tanto la realtà della Cena di Cristo ha visto la partecipazione di apostoli privi di potere, popolani, così la rappresentazione che qui vi posso riproporre ha anch’essa bisogno di questi protagonisti; solo a queste condizioni la rappresentazione può prendere vita e diventare memento, efficace osservatrice della celebrazione che si svolge sull’altare”. Rimane il problema di Giuda, lo zelota. Lui, il traditore, appare qui in un gesto che può essere indicato come una sorta di segno forte non tanto del tradimento in quanto tale, bensì della sua ambiguità essenziale e insuperabile: il pugno chiuso. Non alzato, come il gesto esclamativo dei movimenti politici che lo adottano (nonostante quelli fossero tempi in cui la protesta era vivissima e col passare del tempo tragica), ma portato all’altezza del cuore eppure proteso all’esterno. Indice, forse, di un ribaltarsi delle intenzioni là dove esse assumono la radicalità di una volontà troppo certa della propria correttezza e della propria verità e quindi capace, paradossalmente, di ribaltarsi nel suo contrario.
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andrealilli · 3 years
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L'uomo che vendette la sua pelle, di Kaouther Ben Hania (2020)
L’uomo che vendette la sua pelle, di Kaouther Ben Hania (2020)
di Andrea Lilli – Fanno strani scherzi, le parole del cuore. Per un “Ti amo!” perdiamo la testa, sfidiamo la sorte, giriamo il mondo quanto è tondo, ci giochiamo corpo e anima, non abbiamo più dubbi: puntiamo tutto lì, su quel punto esclamativo. Quando in treno la bella Abeer cede all’istinto e gli confessa di amarlo, Sam non si contiene dalla gioia. “Amici”, grida euforico agli sconosciuti…
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Videochiamate e semiotica durante la pandemia
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Durante quest’anno di pandemia XChannel – la prima società di marketing e comunicazione crosscanale in Italia – ha monitorato attraverso indagini costanti i comportamenti degli Italiani in fatto di moda, design e costume in genere. La ha condotte usando i principi della semiotica e dell’antropologia, per indagare quello che si è rivelato essere un nuovo lifestyle, soprattutto nel vivere e mostrare agli altri la propria casa. L’ultimo ciclo di analisi di XChannel si è concluso nel marzo del 2021 e restituisce in maniera puntuale e differenziale il modo in cui si organizzano le videoconferenze, un momento della giornata lavorativa in cui letteralmente “invitiamo a casa” colleghi e business partner. La videochiamata è infatti un modo di ricevere a casa persone che fino a ieri non avremmo mai pensato di invitare: colleghi simpatici, ma anche antipatici, clienti che nel tempo sono diventati amici e clienti con i quali il rapporto è e resterà formale per sempre. L’indagine netnografica Attraverso un questionario netnografico (ovvero, costruito con il metodo etnografico e diffuso attraverso la rete) XChannel ha chiesto a un campione di utenti web, composto da uomini (44%) e donne (56%) di un’età compresa tra i 24 e i 50 anni, di rispondere riguardo le loro abitudini in video call. La larghissima maggioranza del campione analizzato ha variato il suo modo di porsi e di “accogliere in casa” colleghi di lavoro più o meno sconosciuti, definendo senza dubbio un mutamento di costumi in atto. Ecco i risultati. Il design delle video chiamate in pandemia. Oltre all’abbigliamento, cos’è che ci definisce come professionisti e come persone durante una videochiamata? Facile: lo sfondo che utilizziamo. E due terzi degli intervistati ha risposto a riguardo in maniera molto netta: il 66% rende infatti la propria casa un non-luogo, per usare un termine antropologico ideato da Marc Augé. Tra questi il 19% usa in call uno sfondo opacizzato; il 17% non fa esplorare la propria casa, ma ha un angolo ad hoc fatto di pochi centimetri di abitazione che considera svelabili; il 15% usa uno sfondo finto, di quelli offerti dai software di VC (come le spiagge introdotte da Zoom); il 14% ha fatto una scelta ancora più impersonale e neutra e usa un muro bianco (che poi era il bon ton da video call pre-pandemico). Il quadrato semiotico della casa in videocall Per indagare le ragioni e le tendenze che hanno indotto il campione interrogato a dare queste risposte è stato utilizzato un approccio semiotico. Perché la semiotica? Perché la semiotica, che deve il suo nome al termine greco semeion, cioè “segno”, studia le relazioni tra il segno e la cosa a cui esso rimanda: un punto esclamativo su un cartello ci dice di prestare attenzione, l’emoji del cuore sta per amore. Con l’obiettivo di analizzare i risultati ottenuti è stato usato il quadrato semiotico. Si tratta di uno strumento analitico versatile e puntuale che - attraverso tre diverse relazioni: contrarietà, implicazione, negazione - ha permesso di definire la categoria del nuovo “interior design digitale”: la casa in videocall. Il quadrato ci permette di articolarla in quattro posizioni, evidenziando alcune delle più comuni modalità di accogliere (ma forse sarebbe meglio dire, per la maggior parte di noi, non-accogliere) in casa quel mondo che, fino a ieri, stava fuori delle nostra abitazione, cioè in ufficio o negli uffici degli altri. Nelle videochiamate da casa entrano così in gioco le regole dell’apparire inteso come il mostrare quello che della casa si vuole mostrare. Un contesto abitativo che è il più intimo di tutti ma che, per la maggior parte del campione intervistato (66%), è del tutto filtrato, controllato e quasi sempre fittizio. Quando si tratta di videocall la nostra casa appare infatti, per nostra decisione, per lo più in maniera indiretta e spesso artefatta. C’è infatti una prima relazione di opposizione tra i due contrari dei fan dello sfondo BIANCO - con tutte le connotazioni ufficiali e quasi liturgiche di questo colore - oppure di uno sfondo da spiaggia finto, come quelli di successo di Zoom. Abbiamo chiamato questo secondo tipo il CHIRINGUITO . A partire da questa relazione di opposizione si può derivare poi quella di due sub-contrari altrettanto tipici. Da un lato ci sono le persone che filtrano in maniera un po’ oscurantista il proprio contesto di vita privato, quelli che usano cioè lo sfondo OPACO per smussare la personalità di qualunque background abbiano dietro. Dall’altra parte si colloca il tipo AD HOC , che è il contrario dell’oscurantismo perché vuole proprio far vedere, anzi, qualcosa di specifico. Sembra complicato? In realtà non lo è, perché questo apparente groviglio di relazioni logiche identifica una mappa, una “topografia del senso”, quattro modi di attribuire valore ai codici che usiamo nel mostrare la nostra casa. Per svelarci agli altri per quello che siamo o che vogliamo comunicare di essere. I tipi conseguenti sono individui molto ben definiti e immediatamente identificabili, che abbiamo tutti incontrato - virtualmente, s’intende, ma non troppo - in questi mesi di lavoro da remoto. Li incontreremo anche nel mondo fisico, ora che il peggio è alle spalle? Il buon senso direbbe di sì: fenomeni indotti a lungo e in un contesto per molti versi traumatico non possono che lasciare il segno. Soprattutto se si collocano nella direttrice di mutamenti ancora più ampi e strategici. D’altra parte è ovvio che tutti questi modelli, questi tipi, siano in costante mutamento, come lo è ogni segmento del mondo del design. Per non parlare degli stili di vita. Tuttavia, lungi dall’essere uno strumento rigido, il quadrato è uno strumento dinamico che permette analisi duttili quanto precise. Esattamente quello che serve per analizzare al meglio i fenomeni legati agli stili di vita e per seguirne i mutamenti. “Il lavoro da remoto ha modificato il nostro modo di apparire per lavorare? E, se sì, i mutamenti introdotti sono qui per restare, almeno in parte? Quali effetti qualitativi dobbiamo aspettarci come conseguenza del boom quantitativo delle app per la videoconferenza e del loro utilizzo? Il nostro studio, che unisce antropologia e semiotica, ma che integra assunti quantitativi e dai big data, è partito proprio con l’obiettivo di rispondere a queste domande” dice Federico Corradini, CEO di XChannel, che aggiunge: “La semiotica ha una lunga consuetudine con le ricerche sui trend, che parte da Barthes e passa attraverso Greimas e poi Floch. L’approccio netnografico come premessa alla costruzione del quadrato aggiunge un elemento quanti- qualitativo e profondità all’analisi condotta con il metodo ibrido, impuro, di XChannel”. Read the full article
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