Tumgik
#estetismo
gregor-samsung · 4 months
Text
" Dopo un’assenza quasi totale di cinquanta anni il senatore conservava un ricordo singolarmente preciso di alcuni fatti minimi. «Il mare: il mare di Sicilia è il più colorito, il più aromatico di quanti ne abbia visti; sarà la sola cosa che non riuscirete a guastare, fuori delle città, s’intende. Nelle trattorie a mare si servono ancora i ‘rizzi’ spinosi spaccati a metà?» Lo rassicurai aggiungendo però che pochi li mangiano adesso, per timore del tifo. «Eppure sono la più bella cosa che avete laggiù, quelle cartilagini sanguigne, quei simulacri di organi femminili, profumati di sale e di alghe. Che tifo e tifo! Saranno pericolosi come tutti i doni del mare che dà la morte insieme all'immortalità. A Siracusa li ho perentoriamente richiesti a Orsi. Che sapore, che aspetto divino! Il più bel ricordo dei miei ultimi cinquanta anni!» Ero confuso ed affascinato; un uomo simile che si abbandonasse a metafore quasi oscene, che esibiva una golosità infantile per le, dopo tutto mediocri, delizie dei ricci di mare! Parlammo ancora a lungo e lui, quando se ne andò, tenne a pagarmi l’espresso, non senza manifestare la sua singolare rozzezza («Si sa, questi ragazzi di buona famiglia non hanno mai un soldo in tasca»), e ci separammo amici se non si vogliono considerare i cinquanta anni che dividevano le nostre età e le migliaia di anni luce che separavano le nostre culture. "
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, La sirena. Prima pubblicazione nel volume Racconti, Prefazione di Giorgio Bassani, Collana Biblioteca di Letteratura: I Contemporanei n.26, Milano, Feltrinelli, 1961.
4 notes · View notes
aitan · 8 months
Text
Tumblr media
"Questo concetto dell’arte per l’arte è una cosa che sarebbe crudele se non fosse tanto banale. Nessun uomo autentico crede a questa sciocchezza dell’arte pura. In un momento così drammatico per il mondo, l’artista deve piangere e ridere col suo popolo. Bisogna mettere da parte il mazzolino di gigli e buttarsi nel fango per aiutare quelli che li cercano i gigli."
Federico García Lorca
(5 giugno 1898 - 19 agosto 1936)
4 notes · View notes
Video
youtube
🔴🇮🇹 SENO SUPER ( AUMENTA IL TUO SENO) audio DCS di Ipnosi DCS unica al ...
🔴🇮🇹  SENO SUPER ( AUMENTA IL TUO SENO) audio DCS di Ipnosi DCS unica al mondo scarica ora audio mp3 DCS: 
SENO SUPER ( AUMENTA IL TUO SENO)
  https://claudiosaracino.com/prodotto/... 
  #seni   #tette  #donna   
 CAMBIA VITA IN 30 NOTTI: Mentre dormi, senza farti rubare tempo ed in pigiama... https://www.amazon.it/dp/B08LNBH5NV/r... via @amazon 
 LA TUA MENTE PUÒ TUTTO SE SAI COME FUNZIONA E SE SEGUI ALLA LETTERA LE ISTRUZIONI FACILI A PROVA DI NONNO A PROVA DI PIGRO A PROVA DI IDIOTA... 
 Centinaia di persone nel mondo con Metodo DCS hanno risolto i loro problemi e aiutato i loro caro in tutto il mondo anche se non volevano aiuto... Ogni volta che ci tuffiamo a mare, c’è’ solo un momento di riflessione poi dopo ci si affida al nostro pilota automatico e si fa il tuffo... Tuffati ora...
  #ipnosidcs#metododcs#miracolo 
 Agisci ora: 
https://claudiosaracino.com/vetrina/ 
 Chi ti ha detto impossibile? Era un Dio? Era un guru bla bla? Era un deus ex machina? Nel mondo, migliaia di persone,  a cui era stato detto che non c’era nulla da fare, hanno avuto il miracolo della loro mente, persone laiche e non. Dire che secondo la scienza ed il sistema non c’è nulla da fare, che non ci sono rimedi, che non è possibile non significa che non esista la soluzione: il miracolo della tua mente... La tua Mente è potente e può fare tutto se sai come fare... Mai dire Mai... se lo desideri, inizia anche con un solo audio mp3 DCS e capirai il primo potere del Metodo DCS... METODO DCS NON PLUS ULTRA NON È PER TUTTI ⚔️🔥⚔️ L’Ipnosi DCS Vera e Professionale è per chi: 1 non trovato soluzioni altrove 2 per chi non vuole essere aiutato 3 per chi si vergogna di farsi vedere presso un guru 4 per chi ha paura di essere manipolato 5 per chi si rifiuta di essere aiutato 6 per casi impossibili 7 per casi dove i guru ripetono no no no Solo a te la scelta ma a prescindere dal dr Saracino, approfondisci il tema dell’ipnosi Vera e professionale trascurata dai mass media e dai poteri forti anche presso un professionista dell’ipnosi Vera e professionale della tua zona in cui risiedi... Se non hai voglia di girare cappelle, puoi provare un audio mp3 DCS che fa al caso tuo o di tuo figlio... Puoi partire da un solo audio mp3 DCS che fa al caso tuo o del tuo caro oppure scaricare più di un audio mp3 DCS per avere un risultato molto più veloce e che abbraccia più angoli del tuo o dei tuoi problemi... Molta gente sceglie di base i seguenti audio DCS: NO DEPRESSIONE NO PANICO NO PASSATO NEGATIVO MOLTO CONTROLLO DEI NERVI SALUTE ED ESITO EGO ENTUSIASMO magari sono partiti da un solo audio DCS cone NO ALCOL oppure NO DROGA e poi, vedendo risultati ed effetti spettacolari, hanno voluto accelerare il tutto ... Ascolta , condividi e commenta se ti garba con amici e parentesi... La colpa non è tua La colpa è della TV e della Tv Paura che causa a te e al tuo caro, tutto di più, dall’ansia, alla paura, alla depressione, alla tristezza, all’aia tua, alle dipendenze, alla droga, all’alcol e via discorrendo.... Immagino Non ci credi ma se riflettiamo un attimo, magari, ci sono molto vicino... Tutto è partito dagli anni 60 come spiego in questo video... Seguimi e commenta se ti va.... La bella notizia che con ipnosi DCS e autoipnosi DCS, anche con un solo audio DCS mp3 professionale, che fa per te ed il tuo caro che magari non vuole il tuo aiuto, puoi eliminare e cancellare un problema alla volta... Funziona, fidati, e lo dice un mentore oltre che un guru Non colpevolizzare e non colpevolizzarti perché la colpa è della TV Paura e non tua o di tuo figlio! Solo a te la scelta se cambiare destino... Metodo DCS è l’unico Metodo al mondo  a prova di Pigro e pigrizia che non ti fa mettere la tuta, non ruba tempo prezioso a te e ai tuoi cari, che è a prova di pigro e pigrizia... Provalo e ti meraviglierai.. #passato#ricordi#mindset#potere#volere e scarica subito Audio Mp3 DCS che fa al caso tuo o di tuo figlio cambia con i Fatti e non i bla bla il tuo destino... Assurdo quanta gente si arrende a chi non crede che si possano ottenere i miracoli della propria mente... Parla e sentenzia il guru di turno e la gente ci crede... Mai arrendersi e mai dire mai... Approfondisci il mondo dell’ipnosi Vera e professionale e credi nel tuo potere mentale guidato dall’ipnosi DCS Vera e Professionale... Se ami scoprire di più e agire subito, prima che sia troppo tardi,   al posto di pensare e credere che non ci sua più nulla da fare per te o il tuo caro, come ti ha detto chi non crede in se stesso e nel potere degli essere umani, clicca ora sul sito e scarica audio mp3 DCS :
 WWW.IPNOLOGIASSOCIATI.COM
0 notes
maurosempre · 6 months
Text
Tumblr media
Per Klimt la donna rappresenta l’ignoto, un involucro raffinato e di estetismo supremo dietro al quale si cela il mistero del “non visto.
Non è la sensualità a cui siamo "abituati". Certamente è una sensualità di quei tempi, a dimostrazione che i desideri e gli appetiti fanno parte dell'umanità da sempre, con sensazioni e sguardi del tempo, ognuno il proprio.
29 notes · View notes
Text
Decálogo de Jan Svankmajer
1. Nunca olvides que poesía sólo hay una. El peritaje experto y profesional es el contrario de la poesía. Antes de ponerte a rodar una película, escribe una poesía, pinta un cuadro, haz un collage, escribe una novela o un ensayo, etc. Solamente si cultivas la universalidad de expresión tendrás la garantía de rodar una buena película.
2. Entrégate sin reserva a tus obsesiones. No tienen cosa que tenga más valor. Las obsesiones son relictos de la infancia. Y precisamente de los abismos de la infancia provienen los más grandes tesoros. En esa dirección, siempre se debe mantener la puerta abierta. No importan los recuerdos, importan los sentimientos. No importa la conciencia, importa el inconsciente. Deja que ese río subterráneo fluya por tu interior. Concéntrate en él, pero al mismo tiempo, relájate al máximo. Al rodar una película, tienes que estar “sumergido” en ella las 24 horas del día. Entonces, todas tus obsesiones y tu infancia entera se trasladarán al film, antes de que llegues a darte cuenta de ellos conscientemente. Tu película será un triunfo del infantilismo. Y de eso se trata.
3. Sírvete de la animación como de una operación mágica. Animación no quiere decir mover cosas inanimadas, sino dotadas de vida. Mejor dicho, su despertar a la vida. Antes de animar un objeto en la película, intenta comprenderlo. En modo alguno comprender su función utilitaria, sino su vida intima. Los objetos, sobre todo los objetos vetustos, fueron testigos de diversos sucesos y destinos que dejaron en ellos su impronta. En diferentes circunstancias fueron tocados por hombres dominados por diversas emociones que dejaron imprimidos en ellos sus estados síquicos. Si aspiras a visualizar estos contenidos ocultos mediante la cámara, debes escucharlos con atención. En algunos casos, durante largos años. Primero debes ser un coleccionista, luego cineasta. El don de la vida mediante la animación debe transcurrir de forma natural. Debe partir de los objetos, no de tus propios deseos. Nunca violes los objetos. No narres tus propias historias a través de los objetos, sino las historias que son las suyas.
4. Confunde constantemente el sueño con la realidad y viceversa. No hay transiciones lógicas. Entre el sueño y la realidad hay solamente un brevísimo gesto físico: levantar y cerrar los párpados. En la ensoñación diurna, incluso este gesto huelga.
5. Al momento de decidirte a qué concederás la preferencia -a la visión ocular o a la vivencia somática-, cede siempre la prioridad al cuerpo, ya que el tacto es un sentido más antiguo que la vista y es una experiencia más fundamental. Además, en la civilización audiovisual contemporánea, el ojo está notablemente cansado y “deteriorado”. La experiencia del cuerpo es más autentica, libre del lastre del estetismo. nunca debes perder de vista el punto de fuga que es la sinestesia.
6. Cuanto más profundices el argumento fantástico, tanto más realista deberás ser en los detalles. Aquí te conviene apoyarte plenamente en la experiencia del sueño. No tengas miedo a caer en las “descripciones aburridas”, las obsesiones pedantescas, los “detalles insignificantes”, lo documental, si es que quieres convencer al espectador de que todo cuanto está viendo en la película le concierne íntimamente y no es cosa ajena a su mundo, sino algo en lo que está “metido hasta las orejas” sin estar consciente de ello. Debes convencerte de ellos. Valiéndose de cuantos trucos tengas en tu posesión.
7. La imaginación es subversiva, porque opone lo posible a lo real. Por este motivo, sírvete siempre de tu imaginación más desenfrenada. La imaginación es el don más significativo de cuantos haya recibido la humanidad. No fue el trabajo, sino la imaginación lo que ha humanizado al hombre. Imaginación, imaginación, y más imaginación.
8. Escoge siempre temas con los que tengas una relación ambivalente. La ambivalencia siempre debe ser suficientemente fuerte (profunda) e irreversible, para que puedas avanzar sobre su filo sin caer de uno u otro lado o, al contrario, puedas caer al mismo tiempo de ambos lados. Sólo así conseguirás evitar el error más grave, que es un film de tesis.
9. Ejercita tu trabajo creador como un recurso de autoterapia. Esa actitud antiestética acercará tus obras a las puertas de la libertad. Si la creación tiene algún sentido, no puede ser otro que el de liberarnos. Ninguna película (lo mismo rige para un cuadro o una poesía) puede liberar al espectador sin aportar ese mismo alivio al propio autor. Todo lo demás es asunto de “la subjetividad general”. La creación artística como liberación permanente.
10. Prioriza siempre la creación, la continuidad del modelo interior o del automatismo psíquico frente a cualquier ocurrencia. La ocurrencia -incluso la mejor posible- nunca puede ser motivo suficiente para que te sientes tras la cámara. La creación no es tambalearse de una ocurrencia a otra. La ocurrencia tiene su lugar en el trabajo creador únicamente en el instante, en que hayas asimilado perfectamente el tema que deseas expresar. Solamente a partir de ese momento puede tener buenas ocurrencias. La ocurrencia es parte del proceso creador, no un impulso para el mismo.
Nunca trabajes, improvisa siempre. El guion es relevante para el productor, no para ti. Es un documento facultativo, al que recurrirás solamente cuando te falle la inspiración. De sucederte más de tres veces en el curso del rodaje, es una señal: o bien estás trabajando en una película “mala”, o bien has terminado.
Nota de Jan Svankmajer:
El haber formulado este Decálogo no significa que me rija por él conscientemente. Son reglas que de cierta forma emanaron de mi trabajo y en modo alguno le preceden. Además, todos los mandamientos ahí están para ser transgredidos y trascendidos (que no obviados). Más también existe otra regla más, y transgredirla (u obviarla) es aniquilador para cualquier artista: nunca pongas tu trabajo al servicio de otra cosa que de la libertad.
50 notes · View notes
Text
Tumblr media
SENSI DELL'ARTE - di Gianpiero Menniti
RADICALE ANTITESI
"Botero" dallo spagnolo in italiano si traduce in: fabbricante di borracce. Uno di quei casi, non so quanto rari, che i latini appellavano con l'espressione "nomen omen", il destino è nel nome. Fernando Botero (1932 - 2023) lascia, come ogni artista contemporaneo, una fama controversa, divisa tra estimatori dell'originalità delle sue opere e scettici se non addirittura ostili alle sue espressioni pittoriche e plastiche. A questa condizione si aggiunge anche la percezione negativa data dal valore rilevante di mercato cui è giunta la sua produzione: un "peccato" che non viene perdonato da gran parte dell'opinione pubblica. Si tratta di un discorso trito e ritrito: il valore commerciale non ha nulla da condividere con l'apprezzamento o l'esecrazione del risultato artistico, ma rimane nel gioco di domanda e offerta trasferito sul tavolo delle scelte d'investimento. Ora, mantenendo la barra sul tema strettamente figurativo, ci si trova di fronte a creazioni originali, "significanti" che perdono la seconda, indispensabile parte della struttura del segno, il "significato". Così, appare la traccia di un estetismo che affonda le radici nella tradizione culturale latino-americana per la quale i corpi - e le cose - rispecchiano uno stato di beatitudine e di potenza vitale quando appaiono dilatate, piene, solide, tondeggianti. Si pensi a un frutto e facilmente si comprenderà questo paradigma. La vividezza è nella forma che cresce e racchiude. Una radicalità riflessa nelle immagini. Immagini irreali di mondi irreali. Tradizioni che solcano il pensiero delle generazioni per tradizione. Piacciano o non piacciano: il giudizio di gusto sul bello e sul brutto possiede fondamenta fragilissime. Quel che veramente conta è l'esito di un racconto immaginario nel quale l'espandersi colma la scena, la riempie e la riscrive destando meraviglia mediante un effetto di straniamento. Lo straniamento che induce a riflettere sulla retorica del modello classico. Anche quando tocca il sacro, non intende ridurre a grottesco ma riallacciare l'immagine religiosa alla traccia di vitale appartenenza a una differente modalità, estetica e persino etnica, di rappresentazione. In Europa, è stata accolta la pittura "naïf" e più in generale, tra il "Vecchio continente" e l'America Latina, s'è affermata la corrente artistica denominata del "Realismo Magico": da Henri Rousseau a Frida Kalho, dai nostri Felice Casorati e Antonio Donghi fino al nordamericano Edward Hopper e al tedesco Christian Schad. Si rifletta sulle opere di Diego Rivera, sulle espressioni del "Ritorno all'ordine", su "Novecento" e "Nuova Oggettività", sulle figurazioni dei regimi in Italia e in Unione Sovietica negli anni Venti e Trenta. E si pensi a una dimensione espressiva sottovalutata come i fumetti e i cartoons. Il ragionamento sull'arte contemporanea deve lasciare nell'oblio la bellezza - concetto vuoto - per aprire varchi verso un'esplorazione complessa, talvolta urticante, sempre ricca di origini e possibilità, variegata, talvolta sintetica, paradossale, spesso sorprendente. Soprattutto, estranea a una connotazione, appena accennabile in una denotazione. L'arte, invenzione umana, ha un solo scopo: lasciarsi osservare. Nient'altro.
- Fernando Botero, "Picnic", 1982, collezione privata
13 notes · View notes
schizografia · 1 year
Text
Tumblr media Tumblr media
Come potremo definire Carmelo Bene? Un regista con i piedi fermamente appoggiati sulle nuvole? Se non si ammira Jarry (o piuttosto la sua rabelesiana spietatezza), se non si ama Laforgue (o almeno la sua poetica demistificazione delle leggende letterarie, Amleto, Salomè, Andromeda etc…), se non si pensa che il teatro debba essere anche una dichiarazione di follia, inutile andare a vedere il suo spettacolo al Teatro delle Muse. Stavolta ha messo inscena, appunto, Salomè. Si tratta, ovviamente, della Salomè di Oscar Wilde. Anzi “di e da Oscar Wilde”. In realtà, Carmelo Bene ha tirato le sontuose coperte della tragedia dalla sua parte e ci ha dato piuttosto un Erode Antipa “con Salomè schiava d’amore”. Ma non importa. Contaminazione, chiarificazione, massacro di un testo celebre? Un po’ di tutto questo. Comunque Salomè è uno spettacolo che non lascia indifferenti. Ci ha persino svegliati. Nel breve giro di due ore siamo passati dall’ammirazione al sospetto, dalla sorpresa più eccitante al fondo del dubbio. […] Diciamo subito che l’inizio è inquietante, pieno di promesse. Immaginate il festino di Erode. Nella tragedia si intuisce che avvenga nell’attigua sala dei banchetti. Qui invece diventa una sorta di cocktail-party o di partouze, giovani invitati in frac coloro geranio o amarillo, alcune donnette scalze (le cortigiane), due soldati confidenziali e conniventi, che suonano anche la chitarra, tutti attorno a un mobile che può essere un bar o un altare alla Huysmans, tutti intenti a mescersi bibite in perfetta immobilità, a scambiarsi sorrisi soffusi di alta idiozia. Un grave silenzio pesa sulla scena, c’è l’ineffabile stanchezza dell’orgia portata alle sue conseguenza più letterarie. Erode si aggira da amabile padrone di casa, una coroncina di rose attorno al capo (i cocktail-party sono una forma di messa mondana, l’unico simposio che ci resta?) […] Questo preludio non sarebbe spiaciuto a Oscar Wilde e credo piacerà a J.R. Wilcock, se il poeta di Luoghi comuni va ancora a teatro. Come Oscar Wilde, Carmelo Bene potrebbe dre: “io resisto a tutto, ma non alle tentazioni”. E infatti non resiste a lungo. Non resiste alla tentazione di spingere questo giuoco un po’ affascinante, un po’ disperato oltre lo spirito della tragedia. Ecco Salomè bambina caratteriale (mi sembra ottima Rosabianca Scerrino) che strepita e si aggira sul palcoscenico come una gatta rauca, sessuale, petulante e irresistibile. Benissimo. Poi le cose prendono una piega meno rigorosa, col ritorno del profeta Johanaan. Costui è Franco Citti, l’attore pasoliniano. Parla in romanesco, no vuole ascoltare la lunga profferta amorosa di Salomè, dice battute comiche, urla, scompare, non lo vedremo più. E ci lascia nel dubbio che il regista abbia voluto dire: Questi sono i vostri profeti, teneteveli. Vanno e vengono dalla periferia. E queste sono le vostre Salomè, minorenni cocciute e libidinose. A tanto vi ha condotto il vostro squisito estetismo, anzi era qui che volevate arrivare: all’innocenza sporca. […] Insomma, una Salomè pestata, che vive in una dimensione diversa da quella immaginata dall’autore, come se il testo fosse andato perso da secoli, e gli attori se lo fossero tramandato oralmente, corrompendolo fino a perderne il significato. Quanto al pubblico…be’, al pubblico desideroso di istruirsi divertendosi, a questo nostro pubblico che ama tenersi al sodo e detesta la follia, una Salomè così conciata può fare l’effetto di uno scherzo insolente. Ma non è uno scherzo. Per intenderci meglio: detesto chi fa i baffi alla Gioconda, ma non ho niente da dire a chi la prende a pugnalate.
Ennio Flaiano
17 notes · View notes
neggn · 1 year
Text
Eu e minha casa vivemos em um ambiente de falsidade. Sim, é muito triste dizer isso, mas é verdade.
Desde cedo, eu fui ensinado pela minha mãe que o certo é o que agrada o outro, é o que não ofende. Era como se eu sempre fosse um erro ambulante, e o quanto menos eu eu pudesse ser, mais certo eu seria. Quanto mais branco, educado e obediente, mais eu me tornaria aceitável, portanto mais correto.
Foi nessa beleza pálida, sem graça e sem vida que eu me arrastei pela vida inteira. A maldição que a minha mãe sempre evocava diante de uma falha minha era: "Vão olhar pra você e dizer: 'quem é a mãe desse menino?'". Então, eu estava sempre vivendo de favor, não senhor, sim senhora, minha mãe não pode sair feia na foto, eu tenho que me tornar irrepreensível diante dos olhos de todos.
Era sempre com arrepio que eu pensava nos erros que ela me apontava. Todos os pecados que ela condenava eram por mim anotados na agenda da alma e de lá nunca mais eram retirados. Até hoje eu me lembro vividamente de artes e peripécias minhas que foram duramente massacradas pelo tribunal da minha consciência.
E isso deu corda até pouco tempo atrás. Não que eu esteja curado, são e salvo vivendo uma vida de prazer e regalos longe da minha escravidão. Mas, eu posso confessar que meus olhos já estão mais abertos para a verdade: nem mesmo ela, a mãe, a catequista do meu espírito, cumpria as leis que me passava e, assim, não podiam elas terem peso tão dogmático.
Pode parecer loucura ou tolice toda essa confissão, mas se engana o leitor ignorante que não conhece o coração humano com profundidade. Os hábitos de um homem podem ser os elementos mais difíceis de se quebrantar, o material mais complicado de se atravessar. Se capacetes e coletes a prova de bala fossem feitos de hábitos, o Rio de Janeiro seria um paraíso (ou um [ainda pior] campo de guerra).
Esses dias eu li um livro que me gerou toda essa reflexão, toda essa pulga atrás da orelha. Chama-se "Desenvolvimento e Cultura - O Problema do Estetismo no Brasil", de Mario Viera de Mello. Nele, o estetismo, ou seja, a cultura como elemento meramente ornamental, é duramente criticado. Eu, pelo meu lado, recebi todos os tiros que ele disparou contra o estetismo e guardei para mim.
É muito triste perceber que toda uma cultura é prejudicada pela falta de sabedoria do seu povo. Mas, de que outra forma se prejudica uma cultura, não é mesmo?
Bom, não quero mais me extender falando sobre isso neste texto. Pode ser que o continue posteriormente ao longo de uma série ou em artigo. Preciso dormir.
Boas noites.
2 notes · View notes
tachilalia · 26 days
Text
31.03.2024
Il dibattito sull'arte nell'epoca del rigurgito contemporaneo, che nel bel mezzo di una crisi estetica di identità e ideali non fa altro che reiterarsi e rivomitarsi, in un rifiuto del progresso e dell'innovazione per motivi, per mano di taluni artisti i quali, calpestando vergognosamente chi prima di loro già guizzava di spirito creativo (iperrealtà surrogata), è pura discussione tecnica. Si sono persi di vista i modelli culturali a favore di una supposta ricerca di maniera, appunto, la cui diegesi concettuale è, codardamente, intrinseca nell'oggetto stesso, recuperato ed utilizzato per dipingere, scolpire, completare un'installazione eccetera. L'opera si fa, insomma, da sè; l'artista è un carrier, un tramite per un'arte che, anche senza di lui, esiste. (Tutto ciò, beninteso, senza considerare il valore del sistema e della sua sovrastrutturale funzione giustificatrice e storicizzante.)
Urge quindi inventare nuove tecniche per le quali non esista metro di giudizio, un mondo tutto proprio, nuovo, che faccia da spartiacque tra il prima e il dopo, che sia riconoscibile e, al tempo stesso, completamente alieno. E l'artista, in questo, è un fantoccio che a malapena riesce a controllare il gesto. Ma è ancora possibile?
Se da una parte è arrivati all'esacerbazione tecnica, dall'altra, invece, si è giunti all'esacerbazione contenutistica che, in un cortocircuito ossimorico dato il sistema economico, è sforato nella più pura pulsione emotiva.
Nel momento in cui l'artista, che sia stata per sua spontanea volontà o voluto dal sistema, ha rigettato il proprio fondamento e obbligo culturale e intellettuale, facendo staffetta del proprio dovere ermeneutico nei riguardi del concetto con i curatori, i critici e gli spettatori, arrogantemente e ingenuamente, dando a loro il doveroso compito di tirare fuori un senso dal prodotto artistico necessariamente derivativo, grattando significati un poco di qua un poco di là senza vergogna, processo compiuto sia dai mestieranti in basco e pennello, sia chiaro, sia dagli pseudointellettuali che seguono le stesse retoriche a matrice, l'emozione diventa fondamentale metodo e condizione di esistenza dell'opera d'arte.
Alla luce di queste affermazioni:
tutto è tecnica perché tutto il resto viene a mancare, che si voglia che venga a mancare o perché viene a mancare e basta. Tant'è che gli artisti, quelli grossi, hanno intorno a sé artigiani, maniscalchi e garzoni a fare per loro. Come per l'olio su tela di Munari, l'arte rappresenta quello che è. Estetismo.
il sentimento è la nuova chiave di lettura, pigra e imprecisa, per valutare la qualità di un'opera d'arte e la sua efficacia. Il contesto viene a mancare e tutto diventa, inevitabilmente, immortale.
Il concetto (unione di dionisiaco e apollineo, il Sentimento di Croce), in realtà, anche se spesso presente, è estremamente risicato poiché lasciato alle mani di quei due scribacchini che dopo aver leggicchiato Galimberti o ascoltato Recalcati sono convinti di poter parlare di estetica.
Tutto deve arrivare necessariamente, nell'epoca della spettacolarità, a sorprendere e tale processo di sorpresa non può che, immediatamente, innescare un forte battito emotivo che fa da lente a quella stessa indagine tecnica che adesso, a prescindere dalla qualità o inventiva, sarà immediatamente corrotta da un'analisi priva di rilettura. Esacerbazione della tecnica classica ed esacerbazione del sentimento immediato di derivazione romantica. L'opera deve generare un certo tipo emozione pura, coinvolgere e intrattenere, catturare lo spettatore attraverso le proprie manifestazioni più pure con la propria maestria tecnica, scenografica, pura bellezza apparente.
In questo dualismo di estremi, per il quale si lascia all'artista la produzione asettica e a tutti gli altri tutto il resto (dove la critica, se ancora si ascolta, ti dice cosa guardare oppure no, cosa apprezzare oppure no, o comunque lo fa l'altro basandosi sui proprio fallacei metodi di giudizio), si crea nuovamente un dubbio di parti ipocrita e inconcludente per il quale l'opera è già immortale nel momento in cui nasce poichè il suo concetto si evolverà in funzione del suo contesto storico e culturale (restando sospeso sopra questo per via del suo limbo estetico cacofonico) e al tempo stesso estremamente frugale ed effimera poiché sarà solamente l'emozione di quel singolo momento a venire considerata.
Il concetto, quindi, di derivazione razionale, l'apollineo tra i due dionisiaci, viene a mancare poiché:
nell'epoca della riproducibilità massificata e della perdità della razionalità tanto cara al progressismo positivista e al pragmatismo, come può, dalla pura tecnica, derivare una così feroce spinta emotiva?
Tutto ciò scritto senza considerare le varie discussioni sulla soglia dell'attenzione, sulla spettacolarizzazione, sulle vetrine sociali eccetera.
0 notes
Text
Salve, vi seguo da tempo su telegram e ho sempre voluto complimentarmi con voi per la qualità del materiale che pubblicate e per la sensibilità espressa da ogni vostra immagine. Queste foto, quelle con mare, scogli o cielo sullo sfondo in particolare, riescono a ricollocare il corpo nudo all'interno del suo contesto naturale, ponendolo come un elemento che vive in armonia con la natura circostante, senza porsi come un oggetto estraneo ad esso: ad esempio, in questa foto, https://twitter.com/thealio1/status/1680931496138342402/photo/1
il corpo della donna, la sua posa, il suo seno, esprimono un tipo di bellezza identico alla visione del mare e dei monti sullo sfondo, andando a creare un'immagine dove il corpo di questa donna, bellissimo di suo, risplende di ulteriore bellezza perché assorbe e riflette quella del paesaggio che la circonda.Volevo complimentarmi moltissimo anche per questa foto https://twitter.com/thealio1/status/1728443981376446673/photo/1
che, a mio avviso, è un vero e proprio capolavoro: le luci del tramonto sul mare, col corpo femminile che sta più in ombra e sembra alludere, almeno nella mia interpretazione, alla tranquillità serale che segue i colori accesi di un tramonto: lei, in questa foto, esprime un senso di libertà assoluta, "offrendosi" nella sua interezza come qualcosa di delicato e, per questo, carico di "purezza". Al tema della sera trovo di colleghi anche questa foto https://twitter.com/thealio1/status/1694016450380378453/photo/1
questo chiaroscuro mi rimanda al dormiveglia, ad una dimensione dove si percepisce ancora la realtà concreta, ma è mescolata al sogno e trascina in una dimensione sospesa fra veglia e sonno, carica delle infinite possibilità che si manifestano nell'inconscio. Con le vostre riuscite a prendere la sensualità, dandole una connotazione più estetica che fisica, mostrando come la contemplazione di un corpo nudo, anche di una donna così avvenente, possa anche non stimolare un'eccezione istintuale che richiede un appartamento immediato, ma qualcosa di altro: una sensualità come via di accesso ad una sorta di estetismo metafisico. A tal proposito questa foto https://twitter.com/thealio1/status/1723737636475470235/photo/1
pur presentando pose molto eccitanti come le gambe divaricate e le braccia alzate, riesce a comunicare un tipo di bellezza più alta, che ingloba in sé tutta questa carica sensuale e qualcosa di altro. Ci tenevo a scriverci queste cose perché, per me, siete degli artisti e non si può non voler commentare opere del genere quando le si vedono.
0 notes
joanlattanzio · 6 months
Text
Es una de las paradojas más tristes de mi vida: casi todo lo que he escrito lo he escrito para alguien que no puede leerme, y estetismo libro no es otra cosa que la carta a una sombra.
El olvido que seremos - Hector Abad Faciolince
0 notes
enkeynetwork · 6 months
Link
0 notes
artlindalumeyt-blog · 7 months
Text
VITA
Tu mi insegnasti a vivere morendo,
perchè con quella consapevolezza dentro ridevi.
Si sà che le persone di talento non restano
Tu però rimani, almeno per me.
Mi ricordi che non serve una poesia triste
per attrarre.
Mi ricordi che di felicità si può piangere e piangere forte.
E con la tua morte
qualcosa è nato,
ossimorico,
che ho provato gioia perdendoti.
Gioia
di vivere una vita nuova,
Una vita piena
Assaporare ogni respiro,
Come se fosse l'ultimo.
restare in lievitazione nell’acqua
come un girino appena nato.
Sentire del vento, un vento primaverile
e un tepore caldo come quello del ventre di una madre.
Raccontare la felicità
come facevi tu
Perché è ciò che volevi
Di te mi resta il sorriso
Mi resta la tua bellezza
Non tanto un estetismo
Quanto la tua anima, pura, semplice, che non si scomponeva davanti alle difficoltà.
Io vorrei emulare, per tutta la vita
Vivere per te, e per me.
Chissà, il futuro, tutte le tue speranze
Le colpe, gli amori, la famiglia e chissà..
Chissà
Chissà quanta bellezza ancora avresti potuto portare, chissà quanti fiori sarebbero sbocciati dal tuo giardino. Chissà ancora quanti respiri
Ti sarebbero rimasti.
E chissà, e più ci penso e più mi fa arrabbiare.
Mi fa arrabbiare non poter sentire il suono della tua voce.
Percepisco lo stesso la sua vibrazione però
Come una musica
Che accompagna le mie giornate e mi dice di non cedere.
E dunque da quel giorno sento l'aria,
La vita, l'amore, la tristezza, la gioia.
Assaporo i colori
Vivo nell'arte e nella musica
Chiudo le palpebre e sogno
Sogno infiniti campi di fiori
Dove in mezzo ci sei anche tu.
E mi bagno sotto la pioggia, ascolto la melodia del tintinnio di quella fonte.
E quando provo questa immensa gioia.
Del piacere della vita.
Io di gioia piango, e piango forte
0 notes
meiselgirl · 11 months
Text
Momenti d'ozio, una delle opere supreme di tutta la civiltà giapponese, fu scritto fra il 1330 e il 1332, e si compone di 243 capitoli di lunghezza oscillante fra le poche righe e le poche pagine. Secondo una versione dei fatti accreditata per lunghi anni, l'autore, il monaco buddhista Kenko, avrebbe via via incollato le strisce di carta contenenti i singoli brani del libro sulle pareti della sua casa. Dopo la sua morte, altri avrebbero messo insieme tali frammenti, in cui molti lettori dovevano trovare quello che è forse il più essenziale concentrato dello spirito giapponese. Tale leggenda servi, in certo modo, a giustificare quel peculiare carattere di 'non finito', di 'non forma' che è proprio di questo libro e che è stato per lungo tempo, in Giappone, un vero metodo di composizione, chiamato zwihitsu, cioè «segui il pennello» - certo il più adatto per Renko, nemico di ogni imperiosità della scrittura, di ogni volontà di chiudere, di ogni pretesa di fissare le cose per sempre, impareggiabile innanzitutto come maestro di eleganza, di sprezzature e di understatements, tanto da far apparire goffi e maldestri i massimi rappresentanti dell' estetismo in Occidente.
Un paesaggio, un gesto, un oggetto, una cerimonia, una parola, un aneddoto, un'espressione del viso sono tutti ugualmente pretesti per le riflessioni solitarie di Kenko. E le sue note non hanno intenti pedagogici o religiosi: mirano piuttosto a delineare le cose fuggevolmente, per il puro piacere di tracciare dei segni, di nominare il mondo nella sua precarietà, in quel suo carattere di 'impermanenza' che nessuna civiltà ha saputo esaltare come la civiltà giapponese, e all'interno di essa nessuno più di Kenko. È così una mescolanza inconfondibile di distacco dalle cose e di piacere per ogni particolare di esse che parla in questi Momenti d'ozio, vero libro di lettura che si può aprire a caso, in qualsiasi occasione della vita, trovandoci ogni volta un particolare, una luce, un segno adatti a quel nostro momento.
0 notes
lampadaperimieipassi · 11 months
Text
Tumblr media
O “IO SONO”,
o dono,
o immeritato nutrimento
che soddisfa i bisogni più profondi,
bisogno di bellezza e di pace,
bisogno di armonia, equilibrio e giustizia.
 
Tu doni a noi liberamente la bellezza
che noi confondiamo con estetismo,
la pace che ci procuriamo con la guerra,
l’armonia che disturbiamo con i nostri sgorbi,
l’equilibrio che non sappiamo mantenere,
la giustizia che noi otteniamo con la vendetta.
 
Tutto ci è donato in Te,
mentre noi lo cerchiamo lontano da Te.
Libera, ti preghiamo,
la nostra mente e il nostro cuore
dalla cura e dalla preoccupazione
per ciò che passa e non da felicità.
 
Ave, Corpo Santo del Signore
nato da Maria Vergine.
Ti preghiamo:
che tutto di noi sia unito solo a Te,
unica, sola, cosa necessaria
e che ci apre all’eternità. Amen.
 
Maria, Tabernacolo dell’eterna gloria, prega per noi.
BUONA E SANTA DOMENICA.
0 notes
chez-mimich · 11 months
Text
CERE ANATOMICHE LA SPECOLA DI FIRENZE DAVID CRONENBERG
Partiamo da un assunto necessario e cioè l’assoluto fascino, oltre che l’indiscusso valore artistico e scientifico, di una eccezionale collezione come quella delle cere anatomiche del Museo della Specola di Firenze. La mostra della Fondazione Prada di Milano, visitabile fino al 17 luglio prossimo, presenta 4 figure femminili in cera (a corpo intero) e 9 sezioni del corpo femminile che provengono dalla Sala dell’Ostetricia del museo fiorentino. A queste figure, si aggiungono 72 stampe dei vari apparati del corpo umano, opere del XIX secolo a tecnica mista (acquerello, matita, tempera), anch’esse di grande interesse scientifico e divulgativo. La Specola di Firenze è certamente un museo sui generis, aperto al pubblico nel 1775, accoglie più di 1.400 opere. Il merito della costituzione di questa straordinaria collezione è del Granduca di Toscana, Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena (1747-1792) che ebbe la grande intuizione di dividere il patrimonio dei beni dei Medici tra oggetti d’arte e oggetti scientifici. I modelli anatomici in cera sono il risultato di studi effettuati, grazie alle dissezioni su cadaveri che provenivano dall’Arcispedale di Santa Maria Nuova di Firenze e dai quali venivano eseguiti calchi in gesso, in cui veniva versata della cera che poi veniva rifinita dall’intervento di pittori e scultori sotto la la supervisione di esperti di anatomia. I modelli sono adagiati su un materasso ricoperto da un drappo di seta e venivano comunemente definiti come “Veneri”. Il ventre o il petto delle figure sono squarciati per mostrare il composito aspetto dell’interno del corpo, degli organi e degli apparati in esso contenuti. Tra gli artisti autori delle “Veneri” possiamo ricordare i nomi di Clemente Susini (1754-1814), Francesco Calenzuoli (1796-1829), Luigi Calamai (1800-1851) ed Egisto Tortori (1829-1893) e tra i supervisori anatomici Paolo Mascagni (1755-185), Filippo Uccelli (1770-1843), Tommaso Bonicoli (1746-1802): illustri sconosciuti per il grande pubblico, ma di indiscutibile talento. Purtroppo le opere esposte al primo piano del “Podium” non sono proprio godibilissime da parte del pubblico, a causa del divieto di avvicinarsi troppo alle opere in cera e dell’illuminazione intermittente, molto flebile, per non compromettere l’integrità della figure. Ma qual è la scelta fatta dai curatori della mostra? Potremmo dire che si tratta di un’operazione di divulgazione culturale e artistica, come già fu per “Il sarcofago di Spitzmaus e altri tesori”, mostra del 2019 in collaborazione con il Kunsthistorisches Museum di Vienna e curata da Wes Anderson e Juman Malouf. Al piano terra del Podium, ecco però “Four Unloved Women, adrift on a purposeless sea, experience the ecstasy of dissection”, video di David Cronenberg, appositamente realizzata per la mostra. Qual è il trait-d’union tra le Veneri della Specola e il video che mostra le stesse Veneri riprese alla deriva su materassini che galleggiano in una piscina? Difficile dirlo, poiché al di là di un labile legame tra gli squarci anatomici e i corpi sfracellati del celebrato film “Crash” del 1996, non si vede altro. Mentre però in Cronenberg c’è un certo compiacimento voyeuristico nell’indagare i corpi feriti o martoriati, le Veneri della Specola hanno anche un carattere divulgativo e scientifico. A meno che, il discorso sia molto più sottile e Cronenberg voglia guardare ad esse (anche) come opere di un estetismo vagamente perverso. Potrebbe essere e potrei essere io a non averlo percepito. Resta però il fatto che il video di Cronenberg è davvero miserello (e la piscina molto meno bella di quelle dipinte da Hockney). Più che altro, il video sembra del tutto pretestuoso e dà proprio l’impressione di essere stato girato “alla bisogna” per poterlo coniugare con le meravigliose opere fiorentine. Certo una mostra che lascia più di un dubbio nel visitatore.
Tumblr media
0 notes