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#fondazione prada
grrl-bubble-acid · 10 months
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Prada
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garadinervi · 9 months
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Giuseppe Uncini, 63-010 Cementarmato n. 37, (concrete and iron), 1963 [Fondazione Prada, Milano. © Archivio Giuseppe Uncini, Roma]
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Have a nice Doomsday
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seniouesbabes · 2 months
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Lily Maymac 🌸🍒💋🌸 If you're ever in Milan you should check out the @prada Fondazione they also have one in Shanghai
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chez-mimich · 3 months
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PARAVENTI:FOLDING SCREENS FROM THE 17TH TO 21ST CENTURIES
C'è un'illustrazione degli anni Settanta di Bruno Munari che riproduce una sedia realizzata nei diversi stili riconducibili ad un artista, così abbiamo una sedia cubista alla Pablo Picasso, una dadaista alla Marcel Duchamp, una surrealista alla René Magritte e così via. Ecco la mostra "Paraventi. Folding Screens from the 17th to 21st Centuries", in corso alla Fondazione Prada di Milano e curata da Nicholas Cullinan (aperta fino al prossimo 22 febbraio), concettualemnte mi ha fatto tornare in mente quell'immagine così sinteticamente efficace. Il "Podium", nei suoi due piani espositivi, raccoglie una serie di paraventi che sembrano piccole cifre stilistiche di tanti artisti, quasi degli autografi anche un po' prevedibili, pur trattandosi di oggetti pregevolissimi, delle "quasi-opere d'arte" che riassumono per il visitatore le tappe dell'arte antica, moderna e contemporanea. Come volete che sia un paravento decorato da Yves Klein? Blu, naturalmente. e quello a firma di Jim Dine? Sgocciolante come i suoi cuori, va da sé. Quello di Alvar Aalto? Di legno di pino ondulato, impossibile sbagliare. Vediamo se indovinate quello di Cy Twombly... un foglio scarabocchiato e macchiato. Insomma, qualche buon grado di prevedibilità, in questi oggetti liminari che stanno sulla soglia tra intimità e mondo esterno era prevedibile, ma non in dosi così massicce. Questo però riguarda fortunatamente solo i nomi degli artisti più celebrati ed esposti al secondo piano del Podium. La musica cambia decisamente però quando ci troviamo di fronte ad un Coromandel cinese del XVII secolo (tanto amati da Coco Chanel) o quando ci pariamo dinnanzi a qualche originalissima creazione contemporanea come quella di Francesco Vezzoli, "The assasination of Trotsky" un paravento specchiato sul quale campeggiano le riproduzioni fotografiche a grandezza naturale di Romy Schneider, Alain Delon e Leone Trotsky appunto, allusione all'omonimo film progettato dallo stesso Delon (forse per non lasciar decadere la sua già notevole autostima). La mostra, benché dall'impianto non originalissimo e con le massicce dosi di prevedibilità di cui si è già detto, può essere affrontata come una caccia al tesoro che ci rivela non poche preziose ed originalissime scoperte, sia nell'arte antica, sia in quella moderna e contemporanea. E' il caso del paravento di Pedro de Villegas del 1718, con la raffigurazione di una mirabile conquista del Messico da parte delle truppe di Cortes e con scene descrittive di grande valore documentario, oltre che decorativo. Che demone abbia nella mente il committente di un simile soggetto su un paravento, non è dato sapere, ma certamente si tratta di un bellissimo oggetto. Molto particolare il paravento-arazzo, ideato da William Morris (e realizzato da Elizabeth Burden) che ritrae Lucrezia, Ippolita ed Elena protagoniste del poema trecentesco di Geoffrey Chaucer (quello dei "Racconti di Canterbury) di sapore Preraffaellita, molto molto "Art and Craft". Tra quelli di realizzazione piu recente, non posso passare sotto silenzio quello di Lisa Brice, una tempera sintetica e pastello che raffigura un mondo tutto al femminile e godereccio, dove tra queste pittrici-amazzoni c’è chi ridipinge il celeberrimo quadro di Courbet “L'origine du monde”, come fosse un autoritratto della stessa pittrice; un soggetto quantomai criptico anche se si dà per scontato che l’artista produca un’opera dall’evidente significato anti-patriarcale. Tra gli strabilianti, sicuramente il paravento di Kelichi Tanaami, una "Guernica" del 2023, per così dire rivisitata e intrista di Pop Art e Manga, da dove occhieggiano, paludate tra una fauna immaginifico-fumettistica, anche le figure picassiane della grande tela. L'elenco potrebbe continuare molto a lungo, ma come tutte le liste, per citare Umberto Eco, anche questa rischia di diventare una vertigine e allora la cosa migliore da fare è sbrigarsi ed andare a dare un'occhiata in loco, magari sbirciando da dietro un paravento...
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evanpeters · 1 year
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bar luce, fondazione prada, milan 2023
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sheltiechicago · 7 months
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The Recycling of Classical Art at Fondazione Prada
The Fondazione Prada in Milan opened the exhibition “Recycling Beauty”, curated by Salvatore Settis and Anna Anguissola with Denise La Monica, which reflects precisely on the timelessness of classical art and how it has been reused in post-antique contexts. “Recycling Beauty” places the symbols of classical art in a timeline that seems parallel to the one in which it was historically placed, dialoguing with contemporary concepts and the concrete and square spaces of the Foundation.
In the installation designed by Rem Koolhaas/OMA, the antique pieces emerge from their condition of ruin, to be reactivated, rediscovered in a new timeline.
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arthisthic · 8 months
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studiofkm · 9 months
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Fondazione Prada L.go Isarco, 2, 20139 Milano MI, Italy
© Frauke Karolin Michalski
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guy60660 · 2 years
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Elmgreen & Dragset | Fondazione Prada
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garadinervi · 1 year
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Paolo Mussat Sartor (photograph), Jannis Kounellis [Fondazione Prada, Venezia. © Paolo Pellion di Persano]
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aviel · 2 years
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Elmgreen & Dragset - Untitled (2011)
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seniouesbabes · 2 months
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Lily Maymac 🌸💋🍒🌸 Us very much enjoying the @prada Fondazione exhibit
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chez-mimich · 3 months
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Ho una vecchia questione con social e blog riguardo ad un’opera d’arte piuttosto famosa, “L’origine du Monde” di Gustave Courbert e per questa tignosa questione evito di pubblicare la foto più dettagliata di un’altra opera molto pregnante e cioè il paravento “Untitled” di Lisa Brice, vista a “Folding Screen from the 17th to 21st Centuries” ovvero “Paraventi” in mostra alla Fondazione Prada di Milano. Il paravento della Brice, una tempera sintetica e pastello, raffigura un mondo tutto al femminile e godereccio dov’è tra queste pittrici-amazzoni c’è chi ridipinge il celeberrimo quadro di Courbet come fosse un’auto ritratto della stessa pittrice. Un soggetto quantomai criptico se si dà per scontato che l’artista produce un’opera dall’evidente significato anti-patriarcale. Al di là di questo significato palese il soggetto resta un magnifico enigma…
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cultiverlavie · 2 years
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moon-00s-blog · 2 years
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Tears for Everybody’s looking at you
Damien Hirst, 1997
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