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#film che hanno vinto oscar e golden globes
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Tutti i film che hanno vinto sia il Golden Globe che l'Oscar. Oppenheimer sarà il 50esimo?
Quali sono i film più premiati della storia del cinema? Il prestigioso Golden Globe è storicamente definito “l’anticamera dell’Oscar” poichè molto spesso ha anticipato il risultato del più famoso premio americano. Ma quante volte un film che ha vinto il Golden Globe ha poi vinto anche l’Oscar? E quali sono dunque i film americani più premiati della Storia? L’Academy Award, meglio conosciuto come…
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carmenvicinanza · 3 months
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Lupita Nyong’o
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Non dimenticherò mai, neanche per un istante, che la gioia che provo nella mia vita la devo alla sofferenza delle donne che mi hanno preceduto. Nessuna di noi dovrebbe mai scordarlo.
Lupita Nyong’o, attrice, modella, scrittrice e attivista, ha vinto il Premio Oscar 2014, col suo film d’esordio, 12 anni schiavo.
Si batte quotidianamente per una corretta e autentica rappresentazione delle donne nere.
Coi discorsi pubblici, il sostegno a campagne di empowerment femminile, la scelta dei ruoli, i suoi look, comprese acconciature e accessori studiati ad arte contro il fenomeno del texturism (la discriminazione di persone con chiome afro o ricce), mostra ogni giorno, la libertà di poter fare qualsiasi cosa e diventare chiunque si voglia essere.
È nata a Città del Messico, il 1º marzo 1983 da genitori kenyoti. Suo padre, docente universitario e politico, vi si era trasferito con la moglie nel 1980 per sfuggire alle persecuzioni causate dall’instabilità del paese d’origine dopo che suo fratello era scomparso in circostanze misteriose.
Da bambina ha vissuto per qualche anno in Africa prima di tornare in America. Ha una laurea in Studi cinematografici e teatrali all’Università di Hampshire, nel Massachusetts.
Ha iniziato a lavorare nel cinema come assistente alla produzione, la notorietà è arrivata col primo documentario, In My Genes, di cui è stata regista, produttrice e ideatrice.
Nel 2013 ha ricoperto il ruolo della schiava Patsey nell’acclamato film 12 anni schiavo, che le ha portato un Oscar alla miglior attrice non protagonista, uno Screen Actors Guild Award e un Critics’ Choice Movie Award oltre alle nomination per il Golden Globe e il BAFTA.
Nel 2014 ha doppiato la lupa Raksha nel remake in live-action de Il libro della giungla.
L’anno seguente ha debuttato a Broadway come protagonista nel dramma Eclipsed, che le è valso una candidatura al Tony Award.
Sono seguite le interpretazioni in diversi film di gran successo tra cui svetta l’interpretazione dell’aliena Maz Kanata nella trilogia sequel di Star Wars.
Nel 2018 è entrata nel Marvel Cinematic Universe, interpretando Nakia in Black Panther fortunato film candidato all’Oscar che ha incassato più di un miliardo di dollari in tutto il mondo e che le ha portato una candidatura ai Saturn Awards come miglior attrice.
Con l’obiettivo di rendere onore a una storia di ricerca della propria autostima e di discriminazione basata sul colore della pelle, nel 2019, ha scritto il libro per l’infanzia Sulwe, entrato nella lista dei best-seller del New York Times destinato a diventare un film d’animazione per Netflix.
Ha preso parte alla serie documentaristica Warrior Women, un viaggio nella storia e un modo per riscriverla da una prospettiva africana, finora sempre sotto rappresentata.
È stata la prima donna non bianca a presiedere la giuria del Festival di Berlino 2024. 
Il cinema per lei deve essere rappresentare le differenze e la pluralità di voci e mette tutto il suo impegno nel sensibilizzare le giovani donne su temi importanti come l’orgoglio delle origini, la libertà di scelta e l’empowerment.
Ha fatto della diversità il suo punto di forza e con innata eleganza e fiera consapevolezza, continua trionfalmente il suo cammino artistico e culturale.
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atomheartmagazine · 1 year
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Lady Gaga non canterà agli Oscar 2023
Lady Gaga non si esibirà durante i Premi Oscar 2023. A rivelarlo è stato Glenn Weiss durante la sua conferenza stampa.
Lady Gaga non canta agli Oscar 2023
Lady Gaga e Bradley Cooper ci hanno regalato un’indimenticabile duetto durante gli Oscar 2019, quando la popstar ha vinto l’Oscar e commosso tutti con la sua performance di Shallow dal film A Star is Born. Quest’anno, purtroppo, non ci sarà una sua esibizione, come confermato dal produttore esecutivo della cerimonia, Glenn Weiss, durante una conferenza stampa in vista della 95esima edizione degli Academy Award.
Weiss ha dichiarato che tutti e cinque i candidati sono stati invitati, ma Lady Gaga ha rinunciato poiché sta girando il film Joker: Folie à deux con Joaquin Phoenix e ha ritenuto di non poter mettere insieme una performance allo stesso livello di quelle a cui ci ha abituato. Non è ancora chiaro se parteciperà comunque alla cerimonia.
La canzone che Lady Gaga avrebbe dovuto cantare è Hold My Hand, inclusa nella colonna sonora del film Top Gun: Maverick, in cui la popstar ha fatto il suo un grande ritorno come autrice e produttrice di colonne sonore dopo l’enorme successo di A Star is Born nel 2018, per cui ha vinto numerosi premi, tra cui l’Oscar, due Grammy, un Bafta, un Golden Globe e un Critics’ Choice Award.
Rihanna prenderà il suo posto
Sarà Rihanna a prendere il posto di Lady Gaga durante la cerimonia degli Oscar, cantando Lift Me Up dal film Black Panther: Wakanda Forever. Gli altri candidati che si esibiranno durante la serata saranno: Applause (duetto di Sofia Carson e Diane Warren) dal film italiano Tell it like a woman, Naatu Naatu dal film indiano Rrr, già vincitore del Golden Globe, e This is a life da Everything Everywhere All at Once, il film favorito agli Oscar di quest’anno (qui l’approfondimento con tutti i pronostici per gli Oscar 2023), con la partecipazione dell’attrice Stephanie Hsu, David Byrne e Son Lux.
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awardseasonblog · 1 year
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La gara di quest'anno per il #Migliorfilm è diventata a senso unico con la conferma dei Producers Guild Awards, laddove #EverythingEverywhereAllAtOnce, che intanto aveva conquistato numerosissimi Film Critics Awards, ha vinto la partita più importante prima degli Oscar, dato che negli ultimi 10 anni 8 volte il vincitore del premio del sindacato dei produttori (PGA) ha conquistato anche l’ambita statuetta. Rispetto alle primissime previsioni del mese di aprile, frutto di speranze e aspettative da parte degli addetti del settore, e successivamente rispetto a quelle di ottobre redatte dopo i principali festival che aprono la Stagione dei Premi, a cambiare è stata la corsa di due film inizialmente dati come principali frontrunner: The Fabelmans e Women Talking (rispettivamente 1° e 2° posto per il People’s Choice Award al Toronto International Film Festival. Parallelamente è iniziato il percorso di Everything Everywhere All At Once che dopo aver vinto 7 HCA Midseason Awards, ha conquistato di volta in volta un numero sempre più corposo di premi assegnati dai critici americani, innescando una gara a tre con altri 2 titoli pluripremiati come Gli Spiriti dell’isola e TAR. Poi è stata la volta del National Board of Review che ha aperto la strada al campione di incassi Top Gun: Maverick, supportando un titolo che metteva d'accordo critica e pubblico. I successivi Golden Globe se da un lato hanno confermato il film di Martin McDonagh come uno dei favoriti della stagione, dall’altro hanno fatto emergere la “quota Spielberg” come potenziale alternativa al caso “The Daniels”. A quel punto le 11 nominations agli Oscar, il SAG vinto per il Miglior Cast, il DGA Award per la regia, il PGA Award per il film oltre ai diversi riconoscimenti assegnati dai sindacati di categoria hanno reso Everything il favorito per eccellenza. (LINK NELLA STORIA) -“All Quiet on the Western Front” -“Avatar: The Way of Water” -“The Banshees of Inisherin” -“Elvis” -“Everything Everywhere All at Once” -“The Fabelmans” -“Tár” -“Top Gun: Maverick” -“Triangle of Sadness” -“Women Talking” #AwardsSeason #AwardsRace #OscarsRace #RoadtotheOscar #Movies #AwardsRace #BestPicture #Oscars2023 https://www.instagram.com/p/Cppu5bTI5GZ/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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rebelontheroad · 3 years
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#BlackHistoryMonth ✊🏽✊🏾✊🏿 Women who have made a difference! ♀️
Ci sono così tante storie da raccontare idonee al nostro viaggio nel Black History Month, che non basta in solo mese per parlarne. Per il post di oggi ho deciso di ritagliare uno spazio dedicato alle donne che hanno fatto la differenza nel corso della storia. Oggi vi racconto le loro storie...
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La prima è quella dell’attivista Claudette Colvin. Venne arrestata il 2 marzo 1955, quando era solamente una ragazzina di 15 anni, per aver rifiutato di rinunciare al suo posto su un autobus durante la segregazione razziale negli Stati Uniti d'America, nove mesi prima che un analogo episodio rendesse famosa Rosa Parks. Colvin ricordò: "La storia mi ha tenuto bloccato al mio posto. Ho sentito la mano di Harriet Tubman spingere su una spalla e Sojourner Truth spingendo sull'altra". Colvin è stata ammanettata, arrestata e trascinata fuori dall'autobus. Ha gridato che i suoi diritti costituzionali erano stati violati. Fu tra le cinque querelanti originariamente incluse nel caso conosciuto come Browder contro Gayle, che riguardava le leggi sulla segregazione degli autobus di Montgomery.  
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Qualch giorno fa, invece, Google ha dedicato il suo motore di ricerca alla poetessa Audre Lorde. Parlava di sé come una donna dotata di un forte senso di giustizia e di coraggio, capace di una profonda introiezione in sé stessa e di empatia, e dalla personalità tanto ribelle quanto votata alla sperimentazione. Fu anche una scrittrice e saggista di successo, ricordata soprattutto per la pubblicazione di The Cancer Journal (1980) in cui documentava la sua battaglia con il cancro al seno, senza considerarsi mai una vittima di questo periodo particolare della sua vita, ma piuttosto una guerriera. Inoltre, si impegnò a far accrescere la visibilità delle donne nere in campo nazionale e internazionale, continuando ad essere una voce possente e determinata di protesta e di denuncia fino al giorno della sua morte. Allo stesso tempo era un punto di riferimento per il movimento a difesa delle donne, degli omosessuali e per l'uguaglianza dei diritti civili, partecipando alle lotte in favore delle donne Afroamericane, per le sue idee sul femminismo e il lesbismo.
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Negli ultimi tempi abbiamo molto sentito parlare di Stacey Abrams. E’ un’attivista per i diritti di voto che nel 2018 fondato Fair Fight Action, un'organizzazione per affrontare la repressione degli elettori. I suoi sforzi sono stati ampiamente accreditati con l'aumento dell'affluenza alle urne in Georgia, anche nelle elezioni presidenziali del 2020, dove Joe Biden ha vinto lo stato e nelle elezioni speciali, che hanno dato ai democratici il controllo del Senato. Per i suoi sforzi nelle elezioni del 2020, la Abrams è stata nominata per il premio Nobel per la pace.
In conclusione, vorrei portare alla luce i successi di altre due donne. Una nel mondo del cinema e del teatro, l’altra per i suoi meriti sportivi. Le conoscete entrambe molto bene e ho scelto di parlarvene giusto per ribadire quanto siano state influenti nella loro carriera, rompendo confini ancora sconosciuti.
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Whoopi Goldberg. Ma quanto la amiamo... indimenticale, ovviamente, il suo personaggio di suora showgirl di Las vegas ni film di Sister Act! Ma perchè parlare proprio di lei? Whoopi Goldberg è una delle poche celebrità ad aver conseguito un EGOT, cioè ad aver vinto i quattro premi principali nell'ambito dell'intrattenimento statunitense: un Emmy, un Grammy, un Oscar ed un Tony Award. WOW! Ha vinto l'Oscar alla miglior attrice non protagonistanel 1990 grazie al film con Patrick Swayze Ghost - Fantasma. E’ stata la seconda donna afroamericana ad aver vinto un premio Oscar dopo Hattie McDaniel.
Una carriera straordinaria! Ha anche vinto due Golden Globe, due Emmy Award, un Saturn Award, quattro People's Choice Awards, cinque Kids' Choice Awards, sette Image Awards, due Drama Desk Awards e un Bafta. E nel 2002 le è stata anche assegnata una stella nella Hollywood Walk of Fame.
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E poi... Serena Williams. The Queen. Considerata una delle migliori tenniste di tutti i tempi, grazie alla sua forza fisica e mentale, ai suoi potenti colpi da fondo campo e al miglior servizio del circuito, nel corso di una carriera longeva. La Williams può vantare numerose vittorie da sommare alle tre medaglie d'oro alle Olimpiadi.
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giallofever2 · 6 years
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THE MYTH ❗️‼️❗️🇮🇹‼️❗️‼️
Happy Birthday/ Buon Compleanno
Maestro Ennio Morricone
In 🇮🇹 & 🇬🇧
#EnnioMorricone (Roma, 10 novembre 1928) è un compositore, musicista, direttore d'orchestra e arrangiatore italiano. Ha studiato al Conservatorio di Santa Cecilia, a Roma, dove si è diplomato in tromba; ha scritto le musiche per più di 500 film e serie TV, oltre che opere di musica contemporanea. La sua carriera include un'ampia gamma di generi compositivi, che fanno di lui uno dei più versatili, prolifici e influenti compositori di colonne sonore di tutti i tempi.
Le musiche di Morricone sono state usate in più di 60 film vincitori di premi. Come giovane arrangiatore della RCA, ha contribuito anche a formare il sound degli anni Sessanta italiani, confezionando brani come Sapore di sale, Se telefonando, e i successi di Edoardo Vianello.
Dal 1946 a oggi ha composto più di 100 brani classici, ma ciò che ha dato la fama mondiale a Morricone come compositore, sono state le musiche prodotte per il genere del western all'italiana, che lo hanno portato a collaborare con registi come Sergio Leone, Duccio Tessari e Sergio Corbucci, con titoli come la Trilogia del dollaro, Una pistola per Ringo, La resa dei conti, Il grande silenzio, Il mercenario, Il mio nome è Nessuno e la Trilogia del tempo.
Dagli anni settanta Morricone diventa un nome di rilievo anche nel cinema hollywoodiano, componendo musiche per registi americani come John Carpenter, Brian De Palma, Barry Levinson, Mike Nichols, Oliver Stone e Quentin Tarantino. Morricone ha scritto le musiche per numerose pellicole premiate all'Academy Award come I giorni del cielo, Mission, The Untouchables - Gli intoccabili, e Nuovo Cinema Paradiso.
Nel 2007 Morricone ha ricevuto il premio Oscar onorario alla carriera[4] "per i suoi contributi magnifici all'arte della musica da film" dopo essere stato nominato per 5 volte tra il 1979 e il 2001 senza aver mai ricevuto il premio.
Il 26 febbraio 2016, gli è stata attribuita la stella numero 2574 nella celebre Hollywood Walk of Fame.
Il 28 febbraio 2016, ottiene il suo secondo Oscar per le partiture del film di Quentin Tarantino, The Hateful Eight,[6] per la quale si è aggiudicato anche il Golden Globe
Nel 2016, in collaborazione con Alessandro De Rosa, è stata pubblicata l'autobiografia "Inseguendo quel suono"
Morricone ha vinto anche tre Grammy Awards, quattro Golden Globes, sei BAFTA, dieci David di Donatello, undici Nastri d'Argento, due European Film Awards, un Leone d'Oro alla carriera e un Polar Music Prize.
Ennio Morricone è Accademico Effettivo dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e socio dell'associazione Nuova Consonanza impegnata in Italia nella diffusione e produzione di musica contemporanea.
Morricone ha venduto più di 70 milioni di dischi.
Il 27 dicembre 2017 ha ricevuto l'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana il secondo grado in ordine d'importanza.
Ennio Morricone, Knight Grand Cross (was born 10 November 1928) is an Italian composer, orchestrator, conductor, and former trumpet player, writing in a wide range of musical styles. Since 1946 Morricone has composed over 500 scores for cinema and television, as well as over 100 classical works. His filmography includes over 70 award-winning films, including all of Sergio Leone films since A Fistful of Dollars (including For a Few Dollars More, The Good, the Bad and the Ugly, Once Upon a Time in the West and Once Upon a Time in America), all Giuseppe Tornatore films (since Cinema Paradiso), The Battle of Algiers, Dario Argento's Animal Trilogy, 1900, Exorcist II, Days of Heaven, several major films in French cinema, in particular the comedy trilogy La Cage aux Folles I, II, III and Le Professionnel, as well as The Thing, The Mission, The Untouchables, Mission to Mars, Bugsy, Disclosure, In the Line of Fire, Bulworth, Ripley's Game and The Hateful Eight.
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5 film da vedere sulle vostre piattaforme
Buon martedì ragazzi! Quanto sarebbe bello avere una lista di film da vedere senza dover perdere sempre tempo tra i cataloghi delle piattaforme on demand? tanto lo sappiamo che poi scegliete sempre un film che avete già visto! :D Oggi vi proponiamo una piccola lista di film che di recente hanno attirato la nostra attenzione sulle piattaforme di Amazon Prime e Netflix.
TOP 5 on demand
5 - Notizie dal Mondo (Netflix) Tom Hanks nel primo western della sua carriera è un uomo che accetta di aiutare una ragazza che è stata rapita. Il film ha ottenuto 4 candidature a Premi Oscar, 2 candidature a Golden Globes, 4 candidature a BAFTA. Qualche nota: Una fotografia bellissima di Dariusz Wolski dop di film atomici di Tim Burton e Ridley Scott (es, il procuratore sceneggiato per il cinema da un certo Cormac McCarthy, nome al quale verrà dedicata una newsletter nelle prossime settimane). Voto: 6.5 🍿
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4 - The Disaster Artist (Netflix) Il film, diretto, prodotto e interpretato da James Franco, è basato sul libro "The Disaster Artist: My Life Inside The Room". Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, 2 candidature e vinto un premio ai Golden Globes. Una sorta di Ed Wood contemporaneo, devo aggiungere altro? Voto: 7 🍿
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3 - Sound of Metal (Amazon Prime) Riz Ahmed è il protagonista di un racconto intimista che segue la discesa nel silenzio di un batterista che perde progressivamente l'udito. Il film ha ottenuto 6 candidature a Premi Oscar, 1 candidatura a Golden Globes, 4 candidature a BAFTA, Candidato a 6 oscar, va in qualche modo visto. Un tipo di racconto nel quale ci si immerge dal primo minuto del film, sceneggiatura spontanea e ottima qualità visiva. da vedere. Voto: 7 🍿
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2 - The Lie - La Bugia (Amazon Prime) Due genitori cercano in ogni modo di coprire la verità sulla figlia, costruendo una intricata ragnatela di bugie e falsità nella quale rimarranno loro stessi intrappolati. qui 2 parole in più sul progetto: The Lie è figlio di “Welcome to the Blumhouse“, la collaborazione nata tra la famosa casa di produzione di Jason Blum e Amazon Prime Video, che prende piede sulla piattaforma con otto film previsti in due diverse tranche, i primi quattro ad ottobre e i restanti nel corso del 2021. Tutti girati da giovani registi, i film del progetto ruotano attorno all’amore e alla famiglia, temi declinati nella forma più estrema e dissoluta e arricchiti da modalità espressive conturbanti. Dei quattro film già presenti sulla piattaforma, The Lie non aderisce puramente ai canoni dell’horror moderno, ma si rivela un thriller psicologico dai tratti inquietanti difficile da prevedere. Se vi dovesse piacere, trovate altri 3 titoli "Blumhouse" nel catalogo di Prime. Voto: 7.5 🍿
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1 - Galveston (Amazon Prime) Un assassino di New Orleans scopre di avere un tumore terminale e si mette in viaggio insieme ad una giovane prostituta. Curiosità: la regista del film è una certa Mélanie Laurent, ai più nota come Shoshanna di Bastardi senza gloria, uno di film che mi ha più colpito di recente. Voto: 8 🍿                                                                                                                                                                                    
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fashioncurrentnews · 6 years
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Red Sparrow, Jennifer Lawrence e la maledizione dell’Oscar
Premessa: Jennifer Lawrence è una delle nostre preferite, la amiamo, da sempre.  Brava, bella, simpatica, lei che fa photo bombing alla cerimonia dei Golden Globes e una volta sì e una anche inciampa sul red carpet nell’abito haute couture. Jennifer (classe 1990)  che abbiamo applaudito nella trilogia di Hunger Games così come nel  Lato Positivo, per cui ha vinto giovanissima l’Oscar come migliore attrice nel 2013. Lei che sa pure fare squadra con le altre ragazze di Hollywood e che vanta due migliori amiche come Amy Schumer ed Emma Stone. Però. Sembra che la ex attrice più pagata di Hollywood (è stata superata proprio dall’amica Stone lo scorso anno) non riesca più ad azzeccare la scelta giusta di un film. 
Sarà la maledizione dell’Oscar? Parabola iniziata con l’improbabile fantascientifico The Passenger (2016).  Poi è toccato a Mother! (fischiatissimo alla Mostra di Venezia). E lì, okkey, si poteva dare tutta la colpa all’amore: Jennifer Lawrence si era fidanzata con il regista del film, Darren Aronofsky. E intanto si è beccata una candidatura ai Razzies, gli anti Oscar. E ora arriva  Red Sparrow, nei cinema dal primo marzo. Mah. La Lawrence è una prima ballerina che viene costretta a diventare una spia russa. In un crescendo insopportabile di stupri e violenze, fisiche e psicologiche.
“Nel film c’è una scena in particolare, in cui sembra realizzarsi il peggior incubo di qualunque liceale: stare nudi di fronte ad un’aula piena di persone”, ha raccontato l’attrice a Entertainment Tonight,  “ma non è poi stata un’esperienza tanto drammatica. Tutti mi hanno fatto sentire così a mio agio che, a un certo punto, forse sono stata io a mettere in crisi l’intero set. Il mio corpo sembrava dire non mi serve la vestaglia. Ho caldo. Mangiavo nuda. E tutti ripetevano: deve coprirsi!”. Per ora la spy story del regista Francis Lawrence  (che aveva gia diretto Jennifer in Hunger Games) ha fatto parlare più che altro per il fantastico abito Versace indossato da Lawrence alla prima del film e per la sua risposta più che azzeccata alle polemiche suscitate dal vestito  (vedi qui).
A fine ottobre rivedremo Jennfier Lawrence anche nella saga degli X Men, Dark Phoenix, di solito una garanzia. E poi? Lawrence ha annunciato che intende prendersi un anno off dai set per dedicarsi all’attivismo con l’organizzazione Represent.Us, per riavvicinare i giovani alla politica. Ma subito dopo ricomincerà da un film che promette più che bene: il biopic di Ron Howard su Zelda Fitzgerald. Team Jennifer.
L'articolo Red Sparrow, Jennifer Lawrence e la maledizione dell’Oscar sembra essere il primo su Vogue.it.
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italianaradio · 4 years
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Horror: 10 film che sono arrivati agli Oscar
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Horror: 10 film che sono arrivati agli Oscar
Horror: 10 film che sono arrivati agli Oscar
Horror: 10 film che sono arrivati agli Oscar
Una delle discussioni più interessanti ed affascinanti sorte ancor prima dell’assegnazione degli Oscar di quest’anno, era relativa al “genere” di appartenenza di Parasite: può l’acclamato film di Bong Joon-ho essere considerato un horror? Nell’ottima di critca acuta alla società e alla lotta di classe – argomenti che sempre più di recente sono stati affrontati dal genere horror (prendiamo ad esempio Scappa – Get Out e Noi, entrambi di Jordan Peele) -, Parasite potrebbe tranquillamente essere annoverato come horror capace di rompere gli schemi narrativi del genere.
Di recente, sempre più titoli dalle venature horror (e non propriamente tali, dal momento che il genere è sempre stato considerato di serie B) sono riusciti a catturare l’attenzione tanto della critica quanto del pubblico, fino ad arrivare ad essere riconosciuti dai più illustri sindacati o dalle più rinomate organizzazioni, ricevendo validissimi riconoscimenti.
Ecco 10 horror (o presunti tali) che, prima di Parasite, hanno ricevuto premi molto importanti:
Dracula di Bram Stoker (1992)
Le interazioni di Dracula sul grande schermo non si contano. Quella di Francis Ford Coppola è sicuramente una delle più conosciute e amate, ma anche quella ad aver ricevuto il maggior numero di riconoscimenti. Il film con Gary Oldman ha ricevuto tre Oscar, per il miglior trucco, per i migliori costumi e per il miglior montaggio sonoro (ma era stato candidato anche per la miglior scenografia). Ha anche vinto ben cinque Saturn Award: per il miglior film horror, la miglior regia (Coppola), il miglior attore protagonista (Goldman), la migliore sceneggiatura e i migliori costumi.
Lo Squalo (1975)
Lo Squalo di Steven Spielberg è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi blockbuster di tutti i tempi. È un thriller avventuroso, sì, ma è in grado anche di mescolare sapientemente numerosi elementi proveniente dal genere horror. All’inquietante, tensiva ed immortale colonna sonora di John Williams sono stati conferiti l’Oscar, il Golden Globe, il BAFTA e persino un Grammy. Altri due Academy Awards sono stati vinti dal film nelle categorie miglior montaggio e miglior sonoro.
Il Presagio (1976)
Vero e proprio classico del genere horror, ha dato vita a tre sequel ed un remake. Al pari de Lo Squalo, Il Presagio di Richard Donner non era propriamente uno dei titoli che avrebbe potuto incontrare i gusti dell’Academy, almeno all’epoca della sua uscita. Ciononostante, il film ottenne l’Oscar per la miglior colonna sonora, nominata ai Grammy e premiata anche con l’International Film Music Critics Awards. Indubbiamente, una colonna sonora sensazionale, capace di suggerire a pieno il vero terrore intriso nella storia.
Un Lupo Mannaro Americano a Londra (1981)
Il film horror diretto da John Landis nel 1982 viene ancora oggi ricordato come uno dei titoli sui lupi mannari a contenere al suo interno la migliore scena di trasformazione di un personaggio (da uomo a bestia) della storia del cinema. Quella scena è talmente incredibile e potente da aver permesso al film di conquistare l’Oscar al miglior trucco, oltre a due Saturn Award: miglior film horror e – ancora – miglior trucco.
A Quiet Place (2018)
A Quiet Place di John Krasinski è sicuramente uno degli horror moderni più riusciti. Nella season award del 2018, il film riuscì a conquistare un numero sconfinato di candidature, nonostante non sia riuscito a vincere nessun riconoscimento importante. Agli Oscar e ai Golden Globe è stato candidato rispettivamente per il miglior montaggio sonoro e per la miglior colonna sonora originale. L’American Film Institute l’ha inserito tra i dieci miglior film dell’anno, mentre Emily Blunt ha trionfato agli Screen Actors Guild come migliore attrice non protagonista. Il sequel arriverà nelle sale americane il prossimo 20 marzo.
Rosemary’s Baby (1968)
Un classico del genere, nonché uno dei capolavori di Roman Polanski. Un film senza tempo, capace ancora oggi di affascinare, sedurre e spaventare allo stesso tempo. Ruth Gordon (interprete di Minnie Castevet) portò a casa l’Oscar e il Golden Globe come migliore attrice non protagonista, mentre Polanski ricevette il Directo’s Guild Award. Anche due David di Donatello nel palmarès della pellicola: miglior regista straniero (Polanski) e migliore attrice straniera (Mia Farrow).
Alien (1979) e Aliens (1986)
Due dei più grandi titoli appartenenti al genere horror/fantascientifico, che nonostante siano stati diretti da due registi diversi (Ridley Scott e James Cameron) e presentino dei toni altrettanto discordanti, hanno entrambi avuto un successo incredibile. Il primo Alien ha ottenuto l’Oscar per i migliori effetti visivi ed una candidatura per la migliore scenografia (premiata, invece, con il BAFTA). Il secondo, invece, ottenne ben sette candidature agli Oscar, portando a casa due statuette: miglior montaggio sonoro e migliori effetti speciali. Entrambi i capitoli della saga hanno vinto il Saturn Award come miglior film. Per il suo ruolo in Aliens, Sigourney Weaver ricevette una nomination all’Oscar e al Golden Globe come migliore attrice.
Scappa – Get Out (2017)
Scappa – Get Out di Jordan Peele è stato uno dei “casi cinematografici” del 2017. L’incredibile successo riscosso dal film, culminò con la vittoria – assolutamente inaspettata – dell’Oscar alla migliore sceneggiatura originale. Il film ottenne altre tre candidature: miglior film, miglior regia e miglior attore protagonista (Daniel Kaluuya). La sceneggiatura di Jordan Peele conquistò anche il Writer’s Guild Award, mentre l’American Film Institute lo inserì tra i dieci migliori film dell’anno.
Il Silenzio degli Innocenti (1991)
Uno dei più grandi film della storia del cinema, nonché uno dei titoli il cui genere di appartenenza è stato ampiamente dibattuto. Un thriller? Un dramma? Un poliziesco? O addirittura un horror? Semplicemente, il capolavoro del compianto Jonathan Demme è tutte queste cose messe insieme, e anche di più. Ad oggi, è il terzo film, dopo Accadde una notte e Qualcuno volò sul nido del cuculo, ad aver vinto i cinque premi Oscar più ambiti: miglior film, miglior regia (Demme), miglior attore (Anthony Hopkins), miglior attrice (Jodie Foster) e sceneggiatura (Ted Tally).
L’Esorcista (1975)
Universalmente riconosciuto come il più grande film horror di tutti i tempi, L’Esorcista di William Friedkin ricevette ben 10 candidature agli Oscar, incluso quella per il miglior film (vero e proprio clamore per l’epoca e per il genere di film). Due le statuette vinte: migliore sceneggiatura non originale e miglior sonoro. Tra gli altri riconoscimenti importanti che il classico si è aggiudicato, ricordiamo quattro Golden Globe (miglior film, miglior regia (Friedkin), migliore attrice non protagonista (Linda Blair), miglior sceneggiatura) e quattro Saturn Award (miglior film horror, migliore sceneggiatura, miglior trucco e migliori effetti speciali).
Fonte: ScreenRant
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Horror: 10 film che sono arrivati agli Oscar
Una delle discussioni più interessanti ed affascinanti sorte ancor prima dell’assegnazione degli Oscar di quest’anno, era relativa al “genere” di appartenenza di Parasite: può l’acclamato film di Bong Joon-ho essere considerato un horror? Nell’ottima di critca acuta alla società e alla lotta di classe – argomenti che sempre più di recente sono stati affrontati dal […]
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Stefano Terracina
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carmenvicinanza · 4 months
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Judi Dench
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Judi Dench, pluripremiata attrice britannica, è una immensa interprete di cinema e teatro.
Dopo tanti successi nella Royal Shakespeare Company, dalla metà degli anni Ottanta, è diventata nota anche sul grande schermo, grazie alla sua incisiva carica comunicativa, interpretando ruoli di donne eccentriche o vendicative in film di successo.
Nel 1999 ha vinto l’Oscar alla miglior attrice non protagonista per il suo ruolo della regina Elisabetta I in Shakespeare in Love.
Ha ricevuto ben otto nomination per gli Oscar, di cui l’ultima nel 2021, ha vinto anche undici Premi BAFTA, due Golden Globe, otto Olivier Awards, due Screen Actors Guild Award  e un Tony Award. Nel 2011 è stata insignita della BAFTA fellowship, il più alto riconoscimento assegnato, ogni anno, dalla British Academy of Film and Television Arts. Fa parte della Royal Society of Arts.
Diverse Università tra cui quella del Surrey, di Durham, la Queen Margaret, la St. Andrews, East Anglia e Leeds le hanno conferito Dottorati Honoris Causa per il suo contributo alla cultura cinematografica e televisiva. 
Nata col nome di Judith Olivia Dench, il 9 dicembre 1934 nella provincia di York, ha ascendenze nobiliari britanniche e danesi. Entrata a contatto col teatro grazie al padre, medico di alcune compagnie, ha studiato alla Central School of Speech and Drama di Londra prima di entrare nella Royal Shakespeare Company nel 1961. Ha debuttato al cinema tre anni dopo. Negli anni Settanta e Ottanta ha girato svariati film tv per la BBC e riscosso grandi soddisfazioni teatrali.
La prima importante interpretazione al cinema è stata nel film di James Ivory Camera con vista del 1986.
Nel 1988 è stata insignita dalla Regina del titolo di Dame, l’equivalente del cavalierato maschile, che ha seguito la nomina di Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico nel 1970.
La grande celebrità è arrivata con il ruolo di M nella serie di film di James Bond a partire da GoldenEye del 1995 fino a Spectre del 2015. Da allora è stato tutto un susseguirsi di importanti interpretazioni diretta dai più grandi registi hollywoodiani.
Straordinaria interprete, utilizza al meglio il linguaggio della recitazione per arrivare al cuore del pubblico e farlo riflettere sugli assilli dell’anima.
Sostiene da molti anni Survival International, organizzazione che difende i diritti dei popoli indigeni di tutto il mondo.
Nel 2012 le è stata diagnosticata la degenerazione maculare senile, malattia degli occhi che le rende sempre più difficile lavorare. Ma, nonostante abbia costante bisogno di aiuto, non ha mai smesso di recitare e si è guadagnata l’ultima nomination agli Oscar nel 2022 per il suo lavoro in Belfast. 
Non ha alcuna intenzione di lasciare i set, nonostante i gravi problemi di vista. È talmente determinata a vivere il presente e ciò che la vita ha ancora da offrirle che, a 81 anni, si è tatuata la scritta “carpe diem” sul polso.
Molto impegnata per l’ambiente, ha recentemente rivelato che, da un po’ di anni, ogni volta che una persona amica le muore, fa piantare un albero nel suo giardino. Per rendere metaforicamente la  morte un’occasione per restituire al pianeta una nuova vita.
Questo dice molto sullo spirito di questa donna inarrestabile che, ogni giorno, sceglie di cogliere la vita dal suo lato più bello e reagire alle cattive notizie chiedendosi cosa fare per bilanciare le cose.
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atomheartmagazine · 1 year
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Oscar 2023: pronostici e tutto quello che c'è da sapere
Gli Oscar 2023 si avvicinano e i bookmaker hanno già stilato le loro previsioni per i premi più attesi della serata. Analizziamo insieme i pronostici per il miglior film, miglior attrice protagonista, miglior attore protagonista e miglior regia, insieme a tutte le informazioni utili per seguire la serata in cui verranno assegnati gli ambiti premi.
Premi Oscar 2023: dove seguirli
La Notte Degli Oscar 2023 sarà trasmessa in diretta su Sky Cinema Oscar, Sky Uno, in chiaro su TV8 e in streaming su NOW. La data da segnare è quella della notte tra domenica 12 e lunedì 13 marzo 2023, con inizio dalle 23.15.
Oscar 2023 Miglior Film:
Secondo i principali bookmaker, Everything Everywhere All at Once è il grande favorito per il premio come miglior film degli Oscar 2023. La pellicola ha già vinto il Producers Guild of America Awards e ha ottenuto ben 11 nomination. Tuttavia, potrebbero esserci sorprese da parte di Niente di nuovo sul fronte occidentale e Gli Spiriti dell’Isola, ma le probabilità sembrano essere contro di loro. Le altre pellicole nominate, tra cui The Fabelmans, Top Gun: Maverick, Tar, Avatar: La via dell’acqua, Triangle of Sadness ed Elvis, sembrano avere poche speranze di vittoria.
Miglior Attrice Protagonista:
Per quanto riguarda la categoria del premio Oscar 2023 come miglior attrice protagonista, la sfida sembra essere tra Cate Blanchett e Michelle Yeoh. La Blanchett potrebbe aggiudicarsi il suo terzo Oscar per la sua interpretazione in Tar, ma Yeoh è anch’essa una forte candidata grazie alla sua performance in Everything Everywhere All at Once, con cui ha già vinto il Golden Globe e lo Screen Actors Guild Awards.
Ana de Armas (Blonde), Andrea Riseborough (To Leslie) e Michelle Williams (The Fabelmans) sembrano invece avere poche possibilità di concorrere seriamente.
Miglior Attore Protagonista:
Per l’Oscar 2023 al miglior attore protagonista, Brendan Fraser sembra essere il favorito per il premio finale, grazie alla sua performance in The Whale, premiata ai Critics’ Choice Awards e Satellite Award. Tuttavia, dovrà vedersela con Colin Farrell, che ha vinto la Coppa Volpi all’ultima Mostra del cinema di Venezia per Gli Spiriti dell’Isola, e con Austin Butler, che ha stupito il pubblico con la sua interpretazione in Elvis. Bill Nighy (Living) e Paul Mescal (Aftersun) sono invece molto più indietro nei pronostici.
Oscar 2023 Miglior Regia:
Infine, per quanto riguarda il premio Oscar 2023 per la miglior regia, la sfida sembra essere tra i The Daniels, ovvero Daniel Kwan e Daniel Scheinert, vincitori del Directors Guild of America Award con Everything Everywhere All at Once, e Steven Spielberg, nominato per la nona volta come miglior regista con The Fabelmans. Mentre Martin McDonagh (Gli spiriti dell’isola), Todd Field (Tar) e Ruben Ostlund (Triangle of Sadness) sembrano non avere moltissime possibilità di trionfare.
Miglior Attrice Non Protagonista:
Per l’Oscar alla miglior attrice non protagonista del 2023, Angela Bassett sembra essere la favorita per la sua interpretazione come la regina madre Ramonda in Wakanda Forever, che le ha già fruttato il Golden Globe. Tuttavia, dovrà vedersela con la concorrenza dell’irlandese Kerry Condon, premiata ai Bafta per il suo ruolo in Gli Spiriti dell’isola, e di Jamie Lee Curtis, che ha interpretato l’inflessibile e crudele agente delle tasse in Everything Everywhere all At Once.
Miglior Attore Non Protagonista:
Per quanto riguarda la categoria miglior attore non protagonista agli Oscar 2023, sembra che Ke Huy Quan sia il favorito per la sua interpretazione come l’imbelle marito di Michelle Yeoh in Everything Everywhere All at Once. In questo caso, la sua vittoria sembra già essere data per scontata, a giudicare dalle quote delle agenzie di scommesse. Gli altri nominati, come Barry Keoghan, Brendan Gleason, Brian Tyree Henry e Judd Hirsch, sembrano avere poche possibilità di vittoria.
Naturalmente, queste previsioni sono solo congetture e nulla è certo finché non si apriranno le buste durante la cerimonia degli Oscar 2023. Tuttavia, i bookmaker e gli esperti del settore, con le loro previsioni, sono utili per avere un’idea più chiara di chi avrà maggiori probabilità di vincere. Ma come sempre, gli Oscar potrebbero riservare qualche sorpresa durante la premiazione finale. Resta solo da vedere quali film e star saranno i vincitori di questa notte di gloria a Hollywood.
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awardseasonblog · 1 year
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La leadership del duo di registi e sceneggiatori formato da Daniel Kwan e Daniel Scheinert, conosciuti come #TheDaniels, per la pluripremiata commedia di fantascienza #EverythingEverywhereAllAtOnce si è imposta fin dai primissimi riconoscimenti assegnati dalle Associazioni dei critici americani come gli Hollywood Critics Association Midseason Awards (maggio 2022). Successivamente hanno conquistato numerosissimi Film Critics Awards per poi vincere 3 key awards di questa gara: il Critics Choice Award, l'HCA Film Award, oltre al prestigioso Directors Guild of America Award. In tal senso è proprio quest'ultimo riconoscimento ad aver confermato il loro status di favoriti dato che nella storia di questo importante riconoscimento su 74 edizioni ben 65 volte il vincitore del DGA Award ha vinto successivamente l’Oscar nella categoria Miglior regia. In questo scenario il Golden Globe assegnato a Steven Spielberg (The Fabelmans) a metà Stagione dei Premi, preceduto dal NBR Award, ha lasciato intravedere una sfida che però sostanzialmente non c'è mai stata dato che i The Daniels hanno continuato a dominare la gara lasciando ai loro rivali solo briciole. (LINK NELLA STORIA) NOMINATION OSCAR 2023 Best Director -Martin McDonagh, “The Banshees of Inisherin” -Daniel Kwan and Daniel Scheinert, “Everything Everywhere All at Once” -Steven Spielberg, “The Fabelmans” -Todd Field, “Tár” -Ruben Östlund, “Triangle of Sadness” #AwardsSeason #AwardsRace #OscarsRace #RoadtotheOscar #Movies #AwardsRace #BestDirector #Migliorregia #Oscars2023 #OscarsPredictions #FinalPredictions #StagionedeiPremi #Oscar2023 #PrevisioniOscar https://www.instagram.com/p/CppPIk_sYHF/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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retegenova · 5 years
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  LUNEDÌ 27 MAGGIO PINO PETRUZZELLI, ALDO PADOVANO, GIUSEPPE GIACOMINI, DANIELE GROSSO FERRANDO RACCONTANO A PALAZZO DORIA SPINOLA LA SHOAH ATTRAVERSO LE OPERE DI UN PREMIO NOBEL, DI UN PREMIO OSCAR UNGHERESI E DI QUATTRO PITTORI ITALIANI CONTEMPORANEI
Giacomini presenta il libro “Essere senza destino” di Imre Kertèsz (Nobel per la letteratura nel 2002), mentre Petruzzelli ne legge alcuni brani; Padovano, invece approfondisce le tecniche di ripresa di “Il figlio di Saul” di Làszlò Nemes (Premio Oscar per il miglior film straniero nel 2016). Sarà inoltre inaugurata la mostra “Shoah. Il dovere della Memoria” a cura di Daniele Grosso Ferrando. L’ingresso è libero.
Genova – Prosegue lunedì 27 maggio (ore 17, largo Eros Lanfranco 1) con “Shoah. Il dovere della memoria – Dal Nobel di Imre Kertèsz all’Oscar di Làszlò Nemes” la serie di iniziative dell’undicesima edizione di “Arte e Cultura a Palazzo Doria Spinola”. Protagonisti Pino Petruzzelli, Aldo Padovano e Giuseppe Giacomini che, attraverso le opere di Imre Kertèsz (Nobel per la letteratura nel 2002) e Làszlò Nemes (Premio Oscar per il miglior film straniero nel 2016), raccontano la Shoah nella cultura contemporanea. Nell’occasione inaugura “Shoah. Il dovere della memoria”, mostra curata da Daniele Grosso Ferrando che comprende opere di Geppo Monzio Compagnoni, Franco Buffarello, Enrico Merli e Corrado Leoni. L’esposizione è visitabile dal 27 maggio fino al 30 maggio e dal 7 giugno al 14 giugno, nel Loggiato Superiore di Palazzo Doria Spinola.
«L’Ungheria è stato un paese duramente colpito dalla Shoah – spiega Pietro Bellantone , organizzatore della manifestazione e Presidente delle associazioni Liguria-Ungheria e EventidAmare – con oltre cinquecentomila vittime. Attraverso le voci e l’esperienza di Pino Petruzzelli e Aldo Padovano, e tramite le opere di Imre Kertész, premio Nobel per la letteratura nel 2002, e László Nemes, Premio Oscar per il miglior film straniero nel 2016, vogliamo trasmettere testimonianze di coraggio e di speranza di uomini e donne che non si sono fatti piegare dalla furia distruttrice, contribuendo alla memoria collettiva in modo che il sacrificio di tante vite innocenti non sia stato vano». Dopo l’introduzione di Giuseppe Giacomini, Pino Petruzzelli leggerà alcuni tratti di “Essere senza destino” di Imre Kertèsz; dopo l’approfondimento di Aldo Padovano delle tecniche di ripresa del film “Il figlio di Saul” di Làszlò Nemes, Daniele Grosso Ferrando inaugura la mostra “Shoah. Il dovere della memoria”, visitabile dal 27 maggio fino al 30 maggio e dal 7 giugno al 14 giugno, nel Loggiato Superiore di Palazzo Doria Spinola. «Nulla come l’arte può abbattere le distanze – aggiunge Laura Repetto, Delegata per le Relazioni Esterne della Città Metropolitana di Genova – e trasmettere l’urgenza doverosa della memoria a chi non c’era: solo così si può guardare al passato per costruire un futuro di pace. Intendiamo ringraziare tutti gli organizzatori di quest’evento, che ci supportano nel nostro impegno attraverso le voci autorevoli di Imre Kertèsz e di Làszlò Nemes, coinvolgendo anche i nostri cuori con i dipinti di Geppo Monzio Compagnoni, Franco Buffarello, Enrico Merli e Corrado Leoni».
Si comincia alle 17, con la presentazione di Pietro Bellantone, Presidente delle associazioni culturali Liguria-Ungheria ed EventidAmare, alla quale seguono i saluti di Laura Repetto, Delegata del Sindaco per le Relazioni Esterne della Città Metropolitana di Genova. Alle 17.15 il Console Onorario di Ungheria per la Liguria Giuseppe M. Giacomini presenta il libro “Essere senza destino” di Imre Kertèsz, Premio Nobel 2002 per la letteratura. Segue la lettura di alcuni tratti del Romanzo a cura del regista, autore e attore Pino Petruzzelli. Alle 17.45 lo storico Aldo Padovano approfondisce la tecnica di ripresa del film “Il figlio di Saul” di Làszlò Nemes, Premio Oscar 2016 come miglior film straniero. Conclude l’evento l’inaugurazione, da parte dello storico dell’Arte e curatore Daniele Grosso Ferrando, della mostra “Shoah. Il dovere della memoria”, con opere di Geppo Monzio Compagnoni, Franco Buffarello, Enrico Merli e Corrado Leoni. L’esposizione è visitabile  dal 27 maggio fino al 30 maggio e dal 7 giugno al 14 giugno, nel Loggiato Superiore di Palazzo Doria Spinola. «Quest’evento – conclude Giuseppe M. Giacomini, Console Onorario di Ungheria per la Liguria – mette in luce due eccellenze assolute della cultura ungherese contemporanea che, nel segno della Shoah, hanno reso la loro sublime testimonianza artistica. Mai come nel nostro tempo occorre essere testimoni e difensori militanti di questi valori che l’Europa migliore ha saputo conquistare alla fine di un tunnel d’orrore».
“Shoah. Il dovere della memoria – Dal Nobel di Imre Kertèsz all’Oscar di Làszlò Nemes” è organizzato da EventidAmare, Liguria-Ungheria e dal Consolato Onorario di Ungheria per la Liguria con il patrocinio del Consolato Generale di Ungheria Milano, dell’Accademia di Ungheria di Roma, Regione Liguria, Città Metropolitana di Genova, Comune di Genova, Camera di Commercio di Genova.
  APPROFONDIMENTI
Imre Kertész (Budapest, 1929-2016) è stato deportato nel 1944 ad Auschwitz e liberato a Buchenwald nel 1945. Tornato in Ungheria, ha lavorato prima come giornalista, poi per mantenersi ha iniziato a tradurre (tra gli altri Freud, Nietzsche, Canetti, Wittgenstein). Il libro Essere senza destino (Feltrinelli, 1999; premio Flaiano 2001) per molto tempo non ha trovato un editore in Ungheria, una volta uscito è stato ignorato e il suo autore messo al bando. Kertész, che ha dovuto attendere il crollo del muro di Berlino per vedere riconosciuta la propria opera, ha vinto il premio Nobel per la letteratura nel 2002. Feltrinelli ha pubblicato anche Fiasco (2003), Liquidazione (2005), Kaddish per il bambino non nato (2006), Storia poliziesca (2007) e Dossier K. (2009).
László Nemes è figlio del regista ungherese András Jeles, nasce a Budapest nel 1977 e si trasferisce presto a Parigi, dove studia storia, relazioni internazionali e sceneggiatura. Entra nel cinema come assistente alla regia, lavorando per due anni anche con Béla Tarr, mentre inizia a dirigere dei cortometraggi che ottengono un grande successo in molti festival internazionali: With a Little Patience (2007), presentato alla Mostra di Venezia e candidato agli EFA, The Counterpart (2008), in anteprima al Gijon International Film Festival, e The Gentleman Takes His Leave (2010), che fa incetta di premi in patria. Dopo essersi trasferito a New York per studiare regia, torna in Francia dove, grazie a una borsa di studio di Cinéfondation, sviluppa con Clara Royer la sceneggiatura de Il figlio di Saul. Nel 2012 entrambi continuano a lavorare sul copione del film per 7 mesi al Jerusalem International Film Lab. Il figlio di Saul segna infine l’esordio nel lungometraggio di Nemes e, grazie all’Oscar, al Gran Premio della Giuria a Cannes, al Golden Globe e a una trionfale accoglienza di pubblico e critica, lo impone da subito come uno dei più importanti autori della sua generazione.
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A PALAZZO DORIA SPINOLA LA SHOAH ATTRAVERSO LE OPERE DI UN PREMIO NOBEL, DI UN PREMIO OSCAR UNGHERESI E DI QUATTRO PITTORI ITALIANI CONTEMPORANEI   LUNEDÌ 27 MAGGIO PINO PETRUZZELLI, ALDO PADOVANO, GIUSEPPE GIACOMINI, DANIELE GROSSO FERRANDO RACCONTANO A PALAZZO DORIA SPINOLA LA SHOAH ATTRAVERSO LE OPERE DI UN PREMIO NOBEL, DI UN PREMIO OSCAR UNGHERESI E DI QUATTRO PITTORI ITALIANI CONTEMPORANEI…
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La La Land è un film del 2016 scritto e diretto da Damien Chazelle.
Il film racconta la storia d'amore tra un musicista jazz e un'aspirante attrice, interpretati da Ryan Gosling e Emma Stone, realizzato come un musical contemporaneo che omaggia i classici film musicali prodotti tra gli anni cinquanta e sessanta. Il titolo del film è sia un riferimento alla città di Los Angeles sia al significato di essere nel "mondo dei sogni" o "fuori dalla realtà". Chazelle ha scritto la sceneggiatura nel 2010, ma non ha trovato uno studio disposto a finanziare il progetto. Solo dopo il successo del suo Whiplash del 2014, il progetto ha ottenuto l'interesse delle case di produzione.
Il film è stato presentato in anteprima alla 73ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, dove la Stone ha vinto la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile. Ha ricevuto 14 candidature ai Premi Oscar 2017, eguagliando il record di film come Eva contro Eva e Titanic, aggiudicandosi infine 6 statuette. Si è aggiudicato sette Golden Globe, su sette candidature, il Premio del Pubblico al Toronto International Film Festival e molti altri numerosi riconoscimenti internazionali, diventando uno dei film più premiati e apprezzati del 2016.
Su una calda e trafficata autostrada di Los Angeles avviene il primo incontro/scontro tra Mia e Sebastian. Mia è un'aspirante attrice che lavora come barista presso un caffè degli studi della Warner Bros., mentre Sebastian è un pianista jazz che sogna di aprire un locale tutto suo. Dopo l'ennesimo provino andato male, le coinquiline di Mia, vedendola giù di morale, la convincono ad andare a una sontuosa festa sulle colline di Hollywood. Mentre sta tornando a piedi a casa, Mia è attirata da una musica ed entra nel locale da cui proviene. Nel locale dove lavora, Sebastian ha dato vita a un'improvvisazione jazz nonostante gli avvertimenti del proprietario, che gli impone di suonare classici natalizi per i clienti. Mia arriva nel momento in cui Sebastian viene licenziato, cerca di congratularsi con lui per la sua esibizione, ma viene ignorata.
Mesi dopo, Mia incontra Sebastian a una festa dove sta suonando in una cover band anni '80 e lei lo prende in giro. Da quel momento incominciano a vedersi come amici, nonostante la forte alchimia tra loro, discutendo delle proprie passioni e dei rispettivi progetti per il futuro. Sebastian invita Mia al cinema alla proiezione di Gioventù bruciata, Mia accetta, dimenticando un impegno precedente con il suo attuale fidanzato Greg. Insoddisfatta, Mia lascia il fidanzato e corre al cinema dove trova Sebastian solo a film incominciato. I due concludono la serata con un ballo romantico all'Osservatorio Griffith.
Dopo tanti provini falliti, Mia decide, su suggerimento di Sebastian, di scrivere un suo monologo teatrale. Nel frattempo, Sebastian riceve l'offerta di Keith, un ex compagno di classe al liceo, di diventare il tastierista della sua jazz band "The Messengers". Nonostante lo scetticismo sullo stile troppo pop del gruppo, Sebastian decide di firmare un contratto che gli darà una stabilità economica. Mia partecipa al suo primo concerto con la band e rimane sconvolta nel vedere Sebastian suonare una musica che non gli appartiene. Il gruppo ha un folgorante successo e Sebastian comincia un lungo tour che lo allontana da Mia, creando le prime discussioni tra loro. La sera dell'esordio del monologo di Mia, Sebastian non si presenta a causa di un servizio fotografico con la band che aveva dimenticato. Solo poche persone hanno assistito al suo spettacolo; delusa e amareggiata per le critiche negative ricevute e per la mancanza di Sebastian, Mia decide di lasciare Los Angeles e le sue aspirazioni per tornare dai genitori a Boulder City in Nevada.
Un giorno, Sebastian riceve una chiamata da una direttrice di casting che, avendo visto e apprezzato il monologo di Mia, la invita a un provino per un film il giorno successivo. Sebastian parte per Boulder City per convincere Mia a tornare. Al provino viene chiesto a Mia di raccontare semplicemente una storia, lei incomincia così a cantare la storia della zia, che l'ha ispirata a diventare un'attrice. Fiducioso che il provino sarà un successo, Sebastian dice a Mia che dovrebbe dedicarsi interamente a questa opportunità, nonostante i mesi di lavorazione del film li terranno lontani. Nonostante l'incertezza sul loro futuro, si confessano che si ameranno per sempre.
Cinque anni più tardi, Mia è diventata un'attrice famosa, sposata con David e madre di una bambina. Una notte, la coppia si reca in un locale jazz ed entrando Mia vede il logo "Seb's", che lei stessa aveva ideato, e si rende conto che Sebastian è riuscito ad aprire il suo club. Quando Mia e Sebastian si rivedono, entrambi sono visibilmente turbati. Quando Sebastian esegue al piano il loro tema d'amore, si immagina come avrebbe potuto essere la loro vita se la loro relazione avesse funzionato. Terminata l'esibizione, Mia lascia il locale assieme al marito, non prima di condividere un ultimo sguardo e un sorriso di intesa con Sebastian.
VOTO:7 1/2 SU 10 STELLE.
SICURAMENTE UN BUON FILM CHE MI SENTO DI CONSIGLIARE. BEL CAST, CANZONI PIACEVOLI, PERFORMANCE DI DANZA RETRò MA DEGNE DI UN BUON MUSICAL, MELODIE AL PIANO E NON FANTASTICHE. LA STORIA NON E' ORIGINALE PERò VIENE IMPREZIOSITA DA TUTTA QUESTA CORNICE. SI VEDE CHE E' UN FILM CURATO NEL DETTAGLIO, BASTI PENSARE CHE IN TUTTA LA PARTE DLE FILM DOVE SI PARLA DI SOGNI E D'AMORE, C'è UN GIOCO DI COLORI PAZZESCO, MENTRE NELLA ROUTINE E NEL MONDO DEGLI ADULTI, DELLE RESPONSABILITA', I TONI SONO CUPI SE NON MOLTO SCURI. L'ELOGIO AL JAZZ POI...E' DIVINO! MA IN REALTà TUTTO IL FILM è UN ELOGIO AL MONDO CINEMATOGRAFICO DEL PASSATO. SI PERCEPISCE CHE IL REGISTA HA UNA CERTA CULTURA.
INSOMMA TENENDO CONTO CHE NON HO MAI AMATO MOLTO I MUSICAL, QUESTA VOLTA L'ACCENDIAMO. ;-)
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giallofever2 · 6 years
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THE MYTH ❗️‼️❗️🇮🇹‼️❗️‼️
Happy Birthday/ Buon Compleanno
Maestro Ennio Morricone
In 🇮🇹 & 🇬🇧
#EnnioMorricone (Roma, 10 novembre 1928) è un compositore, musicista, direttore d'orchestra e arrangiatore italiano. Ha studiato al Conservatorio di Santa Cecilia, a Roma, dove si è diplomato in tromba; ha scritto le musiche per più di 500 film e serie TV, oltre che opere di musica contemporanea. La sua carriera include un'ampia gamma di generi compositivi, che fanno di lui uno dei più versatili, prolifici e influenti compositori di colonne sonore di tutti i tempi.
Le musiche di Morricone sono state usate in più di 60 film vincitori di premi. Come giovane arrangiatore della RCA, ha contribuito anche a formare il sound degli anni Sessanta italiani, confezionando brani come Sapore di sale, Se telefonando, e i successi di Edoardo Vianello.
Dal 1946 a oggi ha composto più di 100 brani classici, ma ciò che ha dato la fama mondiale a Morricone come compositore, sono state le musiche prodotte per il genere del western all'italiana, che lo hanno portato a collaborare con registi come Sergio Leone, Duccio Tessari e Sergio Corbucci, con titoli come la Trilogia del dollaro, Una pistola per Ringo, La resa dei conti, Il grande silenzio, Il mercenario, Il mio nome è Nessuno e la Trilogia del tempo.
Dagli anni settanta Morricone diventa un nome di rilievo anche nel cinema hollywoodiano, componendo musiche per registi americani come John Carpenter, Brian De Palma, Barry Levinson, Mike Nichols, Oliver Stone e Quentin Tarantino. Morricone ha scritto le musiche per numerose pellicole premiate all'Academy Award come I giorni del cielo, Mission, The Untouchables - Gli intoccabili, e Nuovo Cinema Paradiso.
Nel 2007 Morricone ha ricevuto il premio Oscar onorario alla carriera[4] "per i suoi contributi magnifici all'arte della musica da film" dopo essere stato nominato per 5 volte tra il 1979 e il 2001 senza aver mai ricevuto il premio.
Il 26 febbraio 2016, gli è stata attribuita la stella numero 2574 nella celebre Hollywood Walk of Fame.
Il 28 febbraio 2016, ottiene il suo secondo Oscar per le partiture del film di Quentin Tarantino, The Hateful Eight,[6] per la quale si è aggiudicato anche il Golden Globe
Nel 2016, in collaborazione con Alessandro De Rosa, è stata pubblicata l'autobiografia "Inseguendo quel suono"
Morricone ha vinto anche tre Grammy Awards, quattro Golden Globes, sei BAFTA, dieci David di Donatello, undici Nastri d'Argento, due European Film Awards, un Leone d'Oro alla carriera e un Polar Music Prize.
Ennio Morricone è Accademico Effettivo dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e socio dell'associazione Nuova Consonanza impegnata in Italia nella diffusione e produzione di musica contemporanea.
Morricone ha venduto più di 70 milioni di dischi.
Il 27 dicembre 2017 ha ricevuto l'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana il secondo grado in ordine d'importanza.
Ennio Morricone, Knight Grand Cross (was born 10 November 1928) is an Italian composer, orchestrator, conductor, and former trumpet player, writing in a wide range of musical styles. Since 1946 Morricone has composed over 500 scores for cinema and television, as well as over 100 classical works. His filmography includes over 70 award-winning films, including all of Sergio Leone films since A Fistful of Dollars (including For a Few Dollars More, The Good, the Bad and the Ugly, Once Upon a Time in the West and Once Upon a Time in America), all Giuseppe Tornatore films (since Cinema Paradiso), The Battle of Algiers, Dario Argento's Animal Trilogy, 1900, Exorcist II, Days of Heaven, several major films in French cinema, in particular the comedy trilogy La Cage aux Folles I, II, III and Le Professionnel, as well as The Thing, The Mission, The Untouchables, Mission to Mars, Bugsy, Disclosure, In the Line of Fire, Bulworth, Ripley's Game and The Hateful Eight.
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carmenvicinanza · 8 months
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Sophia Loren
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Sophia Loren è l’attrice italiana più conosciuta e premiata al mondo.
In settant’anni di carriera, ha recitato in oltre ottanta pellicole, è stata diretta dai più grandi registi della storia del cinema e recitato in film che hanno fatto epoca. Con Marcello Mastroianni ha formato una delle più celebri coppie artistiche di tutti i tempi.
Ha vinto due Premi Oscar, cinque Golden Globe, un Leone d’oro, un Grammy Award, una Coppa Volpi al Festival di Venezia, un Prix al Festival di Cannes, un Orso d’oro alla carriera al Festival di Berlino, undici David di Donatello, sette Nastri d’Argento e le è stata dedicata una stella sulla Hollywood Walk of Fame. L’American Film Institute l’ha classificata al ventunesimo posto fra le più grandi star di tutti i tempi.
Nata col nome di Sofia Costanza Brigida Villani Scicolone a Roma il 20 settembre 1934, suo padre, Riccardo Mario Claudio Scicolone, di nobili origini, pur riconoscendone la paternità non aveva voluto sposare la madre, Romilda Villani che, per problemi economici era tornata a vivere a Pozzuoli, presso la sua famiglia d’origine. È stato lì che Sofia ha trascorso l’infanzia e i primi anni dell’adolescenza, durante la seconda guerra mondiale.
A quindici anni ha vinto il suo primo concorso di bellezza, con i soldi ricevuti in premio, era tornata a vivere a Roma con sua madre, dove ebbero vari contrasti col padre che non accettava la carriera della figlia nel mondo dello spettacolo. Nella capitale ha partecipato a vari concorsi di bellezza, nel 1950 è stata eletta Miss Eleganza al concorso di Miss Italia, ha posato per alcuni fotoromanzi e iniziato a lavorare nel cinema in piccoli ruoli che esaltavano soprattutto le sue qualità estetiche.
La svolta è arrivata quando ha incontrato il produttore Carlo Ponti che ha segnato l’inizio di una grande storia d’amore e di una carriera stellare tra l’Italia e Hollywood col nome d’arte di Sophia Loren.
La definitiva consacrazione come attrice è arrivata nel 1960, con l’interpretazione nel film La ciociara tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia, con la regia di Vittorio De Sica, che le è valso il Premio Oscar, la Palma d’oro a Cannes, il BAFTA, il David di Donatello e il Nastro d’argento; nello stesso anno è stata sulla copertina del Time.
Tanti sono stati i film interpretati successivamente, per Ieri, oggi, domani, del 1963, in cui interpreta tre ruoli divenuti celebri per i quali ha ricevuto il David di Donatello come migliore attrice protagonista, mentre il film ha vinto l’Oscar come miglior film straniero nel 1965.
Del 1964 è Matrimonio all’italiana, tratto da Filumena Marturano di Eduardo De Filippo, sempre diretta da De Sica e in coppia con Mastroianni, ruolo che le è valso la seconda candidatura all’Oscar alla miglior attrice.
L’ultima volta che è stata diretta da De Sica è stata nel 1974 in Il viaggio insieme a Richard Burton, con cui si è aggiudicata il suo quinto David di Donatello.
Il sesto David è arrivato nel 1977 per il film Una giornata particolare di Ettore Scola, sempre in coppia con Marcello Mastroianni.
Nel 1982 è stata incarcerata per qualche giorno per problemi con il fisco, risalenti a una vecchia causa conclusasi in Cassazione soltanto nel 2013, quando è stata finalmente esclusa qualsiasi sua responsabilità.
Nel 1991 ha ricevuto il Premio Oscar onorario consegnatole da Gregory Peck mentre in Francia, è stata insignita della Legion d’onore.
Nel 1994 Prêt-à-Porter, di Robert Altman, è stato l’ultimo film interpretato al fianco di Mastroianni, che le è valso una candidatura al Golden Globe.
Nel 1996 il Presidente della repubblica Oscar Luigi Scalfaro l’ha insignita del titolo di Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.
Nel 2009 le è stato assegnato il Premio Imperiale per il cinema, considerato il Nobel per attori e registi.
Nel 2020 è stata protagonista de La vita davanti a sé, diretta dal figlio Edoardo Ponti. L’anno successivo, il Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, le ha assegnato il Nastro di platino. A quasi 87 anni, l’11 maggio 2021 è stata l’attrice più anziana ad aver vinto il David di Donatello per la migliore attrice protagonista.
Sophia Loren è un’icona assoluta della storia del cinema, ha conservato la sua veracità e italianità nonostante abbia passato la maggior parte della sua vita all’estero. La sua figura, la sua voce, il caldo temperamento sono inconfondibili. È la regina indiscussa del cinema italiano, la più premiata, la più acclamata, la più rappresentata.
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