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#fotografi italiani
salvoilsalvabile · 2 years
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"La vita si gioca tutta tra paura e amore, tra chiusura e apertura. Davanti abbiamo porte da aprire, con coraggio. Quando non lo facciamo, la nostra vita si arresta. A volte per superare la paura serve un grande dolore. Dopo quello che ho passato, ho imparato che conta solo vivere tanti buoni istanti nel presente, senza troppa paura del futuro"
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angelocaruso · 2 years
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fashionbooksmilano · 3 months
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Lori Sammartino Italia
a cura di Angela Madesani con un testo di Ennio Flaiano
Nomos, Busto Arsizio 2023, 208 pagine,18,5x21cm, Cartonato in tela con sovracoperta, Italiano/Inglese, ISBN 979-12-5958-149-5
euro 35,00
email if you want to buy [email protected]
La prima grande monografia dedicata a Lori Sammartino raccoglie i suoi scatti “italiani”. 130 fotografie in bianco e nero raccontano l’Italia dal 1955 al 1970.
Lori Sammartino inizia a scattare negli anni Cinquanta, durante un viaggio negli Stati Uniti e in Messico, realizzando fotografie di notevole qualità. Rientrata a Roma, inizia a lavorare come fotoreporter in particolare per la rivista “Il Mondo”; nel 1963 viene chiamata dall’ACI a documentare la zona del Gargano e con le sue immagini viene pubblicato un volume; nel 1969 realizza un reportage nell’ospedale psichiatrico di Guidonia. Nonostante la prematura scomparsa, questo volume custodisce numerosi scatti della fotografa romana, i suoi molteplici ritratti dell’Italia e dei suoi paesaggi, i suoi volti, le sue spiagge e i suoi vicoli.
Realizzato in collaborazione con Alberto Damian Gallery e l’archivio dell’artista, accompagna la retrospettiva inedita presentata a Paris Photo 2023. Con un testo di Ennio Flaiano, tratto da La domenica degli italiani (1961).
13/01/24
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fotoecitazioni · 9 months
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Smarrimento "Tu hai trovata la tua strada, tu sai dove andare, io invece mi aggiro ancora in un caos di chimere e di immagini, senza sapere perché e a chi tutto questo sia necessario. Io non ho fede e non so in che consista la mia vocazione" (Cechov -Il gabbiano).
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iphoto-tw · 1 year
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2023 XVII ASFERICO International Nature Photography Competition
2023 XVII ASFERICO International Nature Photography Competition 30 November 2022 Submit of images. The total prize value will be higher than 13.000 €. #點子秀
Send your images to participate in Asferico 2023, one of the most important contest of naturalistic photography, arrived at its 17th edition. (more…)
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onlytopost · 2 years
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Strada affollata -
ma tra i mille passanti
fiori d'ibisco.
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fiat500nelmondo · 3 months
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Fiat 500 D: la versione Sprint della Cinquecento d'epoca
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Dal 1960 la Fiat 500 D ha fatto la storia. Un auto che ha segnato un'epoca e continua anche oggi a vivere nei cuori degli appassionati.
La Fiat Nuova 500 D, conosciuta affettuosamente come "Cinquino", rappresenta un capitolo fondamentale nella storia automobilistica italiana. La sua introduzione nel 1960 segnò una svolta per la Fiat, grazie a prestazioni e finiture migliorate rispetto ai modelli precedenti. Questo articolo esplora la storia, il design, e le specifiche tecniche della Fiat 500 D, un'autovettura che ha lasciato un'impronta indelebile nel cuore degli italiani e degli appassionati di auto d'epoca.
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  La Nascita di un Simbolo: La 500 D
Nel 1960, il Salone di Torino fu testimone del lancio della nuova Cinquecento D. Questo modello, evoluzione della Nuova 500 lanciata nel 1957, si distingueva per il suo motore più potente e le rifiniture di qualità superiore. Con un bicilindrico da 499,5 cm³ e 17,5 CV, la 500 D sfiorava i 100 km/h, un notevole incremento rispetto alla versione originale.
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Un Design Funzionale
La Fiat 500 D ereditava la linea della Nuova 500 con alcune modifiche estetiche significative, tra cui un tettuccio apribile più corto e la parte posteriore del padiglione in lamiera. Il suo design compatto non era solo un simbolo di modernità, ma rispondeva anche alle esigenze di mobilità in un'epoca di grandi cambiamenti sociali e urbanistici in Italia.
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Motore e Prestazioni: Un Salto di Qualità
La Cinquecento D si distingueva per le sue prestazioni migliorate, grazie al motore derivato dalla precedente versione Sport. Con una velocità massima di circa 102 km/h, la 500 D garantiva un'esperienza di guida più dinamica, ideale per le nascenti autostrade italiane. Le modifiche apportate al motore e ai rapporti del cambio rappresentavano un progresso tecnico significativo per l'epoca.
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Economia e Accessibilità: Il Prezzo della 500 D
Nonostante le sue caratteristiche avanzate, la Fiat 500 D era venduta a un prezzo competitivo, fissato a 450.000 lire. Questa politica di prezzo accessibile contribuì notevolmente al suo successo commerciale, rendendola una scelta popolare tra gli automobilisti italiani.
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Innovazioni e Aggiornamenti: Evoluzione Continua
La 500 D vide una serie di aggiornamenti nel corso degli anni, tra cui modifiche ai deflettori, al serbatoio, e miglioramenti all'interior design come l'introduzione di un portacenere e di alette parasole imbottite. Queste innovazioni rispecchiavano le mutevoli esigenze e aspettative degli automobilisti italiani.
Colori e Stile: L'estetica della Cinquecento D
La gamma colori della Cinquecento 500 D era vasta e variava nel tempo, offrendo una scelta quasi ventennale di tinte. Dai classici avorio, blu scuro, e verde chiaro, a tonalità più vivaci come il rosso e il celeste, la Cinquecento D si presentava in una varietà di colori che rifletteva la sua personalità vivace e versatile.
La Fiat Cinquecento D nelle Città Italiane: Un Fenomeno Urbano
La Fiat 500 D divenne un elemento caratteristico delle città italiane durante gli anni del boom economico. La sua dimensione compatta e la maneggevolezza la resero l'auto ideale per gli spazi urbani, testimoniata dalla sua presenza onnipresente nelle fotografie d'epoca.
L'Eredità della D
La Cinquecento D non fu solo un'auto: divenne un simbolo di un'era, un'icona di design e ingegneria. La sua evoluzione continuò con l'introduzione della versione F nel 1965, che incorporò ulteriori miglioramenti in termini di sicurezza e design. L'ingegner Dante Giacosa, padre della 500, continuò a guidare queste innovazioni, assicurando alla 500 un posto nella storia dell'automobilismo. Con oltre 640.000 esemplari prodotti, la 500 D rimane una delle auto più amate e ricordate, un simbolo di un'epoca di cambiamento e progresso.
E voi?
Avete storie o aneddoti particolari che legano voi o la vostra famiglia a questo iconico modello? Condividete con noi le vostre esperienze personali e ciò che la Fiat 500 D significa per voi! Read the full article
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umi-no-onnanoko · 1 year
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Ho deciso di fare questo post per ringraziare i blog che seguo e per dire loro quanto sono speciali:
@animatralefiamme : mi piace l'arte che posti nel tuo blog ed anche il lato più culturale, mi piace trovare i dashboard i tuoi post.
@abbicuradirisplendere : hai un blog semplice e questa semplicità secondo il mio parere lo rende raffinato e completo, complimenti.
@akindofartist : mi piace trovare nella mia dash i tuoi post, dolci e colorati, molte fotografie e belle frasi, mi dà senso di calore e dolcezza.
@al-sapore-di-sigarette : hai un blog molto personale, ti rispecchia, spesso ahimè un po' triste, ma spero per te che la tristezza possa tramutarsi in gioia e sorrisi. Penso anche che vai bene così e devi essere te stesso, un abbraccio.
@amarocaffe : raffinato,classico ed elegante, è molto fine e trovo belli i post che scegli adatti e, sebbene non ti conosca, sono sicura ti rappresentino e rispecchino.
@blog-ragazza-invisibile : hai un bel blog, vario e piacevole nei contenuti: arte, cultura, semplicità, foto ha un bello stile e mi piace ricondividere alcuni dei tuoi post.
@dalprofondodellanima : Hai una bellissima tecnica di scrittura, scrivi bene e mi piace leggere ciò che scrivi e quindi comprenderne il contenuto.
@elestellequantesono : adoro il tuo stile di scrittura, leggere i tuoi post è arricchente e diverse volte ho empatizzato con parti del loro contenuto. Secondo me sei una persona davvero bella da conoscere e profonda, non posso che farti i complimenti per la tua bravura.
@frammenti--di--cuore : i tuoi post sono personali, così come la tua scrittura, penso tu sia una persona vera e piena, nel senso che sei piena di belle qualità che doni agli altri. Abbiamo avuto una parte di vissuto simile tant'è che condividiamo lo stesso ricordo su una stessa canzone e questo mi ha fatta sentire vicina a te.
@frangettaa : il tuo blog mi trasmette positività e solarità, oltre che pucciosissimi gatti, è davvero simpatico e penso ti rispecchi ed è colorato ed apprezzabile.
@hope-now-and-live : Teresa che dire, le tue foto sono stupende e la cosa bella è che portano sempre la giusta luce, i tuoi post e tu stessa trasmetti una luce bellissima, i testi o i tuoi post più corposi sono maturi e profondi, belli da leggere e nei quali calarsi. Sei simpatica e spigliata, ma anche saggia e intelligente, posso dire che sei una persona rara e mi reputo fortunata a seguire il tuo blog e ad aver avuto modo di dialogare con te.
@itsmyecho : contenuti di spessore, post di diversi contenuti e tutti che portano ad una riflessione, profondità delle risposte e dei contenuti è stimolante ragionare sui vostri post e comprenderne il senso profondo.
@imponderabile : blog dolce e personale, mi piacciono i tuoi post e mi dai la sensazione di essere una bella persona e molto dolce, per quello che ne percepisco.
@lettersandpostards : hai un bel blog bilanciato tra post inglesi ed italiani, paesaggi e frasi, è bello da scorrere e spesso ho anche avuto modo di inserire reblog dal tuo blog di bei post. Ho anche avuto modo di parlare con te e sei una persona semplice e piacevole con cui intrattenere una conversazione, maturo ed intelligente.
@littlespotsofmylife : seguo da poco il tuo blog, ma i tuoi post mi piacciono molto, sebbene quelli in spagnolo debba tradurli per comprenderli, non conoscendo la lingua.
@lunamarish : mi piace l'accuratezza dei tuoi contenuti e la loro scelta, è sempre piacevole ritrovarli nella dash e poterli leggere ed apprezzare.
@lasagnefrittee : ti percepisco solare e simpatica, il tuo blog è artistico, fai e posti delle belle foto, ti piacciono manga ed anime ed il Giappone e già solo per questo adoro il tuo blog in più sei una ragazza gentile.
@momentidicri : quotidianità,belle foto e maturità, mi trasmettono serenità i tuoi post ed il tuo blog è come un piccolo angolo rilassante.
@mynameis-gloria : seguo il tuo blog da pochissimo, ma mi piace il calore che si intravede nella luce delle foto e anche i tuoi post, penso sia un bel blog il tuo.
@nochkoroleva : soprattutto belle citazioni e frasi, ma in generale è un blog ben curato e colto, davvero bello ed un piacere seguirlo.
@piantisorrisiparole : personale, un po' triste, emotivo e vasto di contenuti, bei post significatici anche nella loro brevità o semplicità, un abbraccio.
@piccolacombattentesblog : blog colorato,ricco di amore e tenerezza, mi piace la sua impostazione e ciò che posti o riposti è come una carezza sul viso.
@persotralestelle : Adoro come gestisci il tuo blog ed ha sempre bellissimi post, foto, paesaggi e frasi che più di una volta riposto a mia volta, davvero bello.
@piantarampicante : nascondi una grande bellezza interiore, scrivi bene ed è piacevole leggerti, non vergognarti di come sei poiché vai bene così anche con le tue fragilità.
@princessofmistake : letteratura e cultura usufruibile da tutti, ti ringrazio perché per mezzo dei tuoi post ho potuto avvicinarmi a testi ed autori a me sconosciuti, grazie.
@pestobarilla : sei vera ed è vero anche il tuo blog, solare e simpatica, è piacevole scorrere tra le tue parole e le tue foto, sei sempre te stessa.
@pioggia-di-vita : tesoro mio sei una persona un po' buffa, che c'è sempre, che ti ascolta che ti interessi davvero agli altri e si vede anche nel tuo blog che è proprio come sei tu, energico.
@quafafreddoesonosolo : non seguo da molto il tuo blog, ma è un blog piacevole ed in alcuni tuoi post posso rivedermi o rispecchiarmi.
@ragazzoarcano : seguo con molto piacere il tuo blog,sia le citazioni agli autori che le foto della galassia o comunque astronomiche che gli altri post sono sempre da apprezzare e molto spesso mi capita sia di rebloggare i tuoi post che andare a conoscere autori di cui riporti le frasi, grazie.
@scappandodaquestarealta : belle frasi, mi dà l'idea che tu sia una persona almeno tanto profonda quanto i tuoi contenuti.
@shadowofablackwolf: belli i post sui lupi,tanta musica e paesaggi, tu sei un tesoro di amico e ti voglio tanto bene. Bei post per una bella persona.
@staystrongwarrior : post un po' scritto da te, un po' no, ma tutti che rispecchiano quella che sei tu, bel blog e bella tu. Sei fortissima e sono davvero orgogliosa di poter essere amica di una persona quale sei tu.
@sacredheart-97 : i tuoi post sono talvolta duri da leggere perché tante volte, lo testimoniano i likes che ti lascio, mi rispecchio o rivedo in certe cose che posti, è un bel blog, ti abbraccio e spero tu possa sorridere più spesso.
@therefore-farewell: bei post, belle citazioni e frasi anche d'autore, hai un blog davvero piacevole da scorrere e leggere.
@thesmellof-silence : hai un blog davvero piacevole ed i suoi contenuti lo sono altrettanto, per questo mi piace seguirti e rebloggare da te.
@tuseisolotu : tante belle foto, bei post e blog he mi piace vedere tra quelli che seguo, trovo molti dei tuoi post davvero belli.
@un-mei-no-akai-ito : sei molto simile a me, hai un blog colorato, kawaii, aesthetic ed è un bellissimo mix, sei sempre gentile e piacevole, abbiamo gusti molto simili.
@ulricrank : sai già tutto, però scrivi bene, ultiamamente purtroppo non posti più i tuoi scritti ed è un peccato, tuttavia resta un bel blog e tu una bellissima persona.
@vaerjs : è bello vedere il tuo impegno, fai delle foto bellissime e ritengo, nono conoscendoti, tu sia una persona matura e sulla quale si possa fare affidamento, mi sento di farti i complimenti per la donna che sei.
@vita-sardanapalesca : artisticità, bellissime foto con soggetti d'arte, personalità bella colorata.
@vivimaperchi : hai dei bei post piacevoli così come il tuo blog, davvero piacevole.
@zibaldone-di-pensieri: blog un po' matto così come lo sei tu Ross, ti voglio un mondo di bene, non cambiare mai e resta così un po' incasinato ed ironico.
@whoslexa: mi piace leggere i tuoi post e se posso anche consigliarti, sei te stessa anche con le tue piccole ansie e paranoie, ciò ti rende autentica, bei post.
@50-sfumature-di-indaco : belle frasi, anche in inglese, contenuti che rendono il blog davvero interessante.
@fabrissio4 : grande lavoratore, sensibile e buon ascoltatore, amante della natura, il tuo blog rispecchia chi sei e cosa ami. Sei una persona su cui posso sempre contare ed un buon amico. Ti voglio bene.
@your-smile: mi piace ciò che scrivi, i tuoi post e che sei una bella persona e ti stimo già lo sai no?
@9760km : bel blog con bei contenuti, profondità ed eleganza per me stupendo.
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fotopadova · 2 months
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Fotografia italiana di 5 decenni fa, élite negletta: Geri Della Rocca de Candal
di Carlo Maccà
Dedico l’articolo a Gustavo Millozzi, grande amico e maestro da più di mezzo secolo. Lasciandomi come sempre piena libertà, ne ha seguito tutta la gestazione ed è scomparso proprio al momento della conclusione.
Ai tempi antichi, nel millennio passato, la fotografia era analogica. Ogni immagine fotografica era il risultato di un processo che oggi apparirebbe lentissimo. Il sensore era costituito da uno strato di gelatina contenente sali d’argento depositato su una pellicola. La luce liberata dallo scatto dell’otturatore produceva all’interno del materiale sensibile un embrione, che attraverso fasi fisico-chimiche successive (sviluppo e stampa) si concretizzava materialmente in una immagine partorita sulla superficie di un supporto solido, generalmente cartaceo. Solamente allora l’immagine entrava effettivamente nella vita reale, poteva ricevere un nome, vivere in una cornice appesa a una parete o dormire all’interno di un album, essere mostrata a parenti e amici, alla comunità fotografica, e, attraverso i media, alla società e al mondo intero. La speranza di vita dell’oggetto poteva facilmente superare quella dei suoi contemporanei umani, compreso il presente autore. [1]
Alla selezione della immagini che meritavano di essere conosciute e divulgate nell’internazionale fotografica provvedevano soprattutto alcuni Annuari di editori specializzati, per lo più Americani o Britannici. Anno per anno, professionisti e amatori evoluti, giovani o maturi, nuovi o affermati, inviavano agli editori stampe, sciolte o in portfolio, sperando che almeno una di queste selezionata e il proprio nome comparisse nell’indice degli autori accettati seguito dal numero della pagina in cui avrebbero ritrovato l’immagine o dal numero d’ordine di questa. Se di quei numeri ne compariva più di uno, l’autore poteva considerarsi - o vedersi confermato – “Autore” coll’A maiuscola.
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Figura 1. Geri Della Rocca deCandal -Sulla spiaggia. Ferrania XXI/7, luglio 1967, p.3.
Per Fotopadova immagini relative all'articolo
Per questa via, dalla metà degli anni ’60 cominciarono a farsi conoscere e apprezzare nel mondo fotografico internazionale alcuni dei nostri futuri Maestri, che già contribuivano ad animare e a svecchiare la fotografia italiana. Conservo con devozione alcuni di quegli annuari e ogni tanto li ripercorro con piacere (e qualche nostalgis). Per esempio, nel britannico Photography Year Book [2] del 1967 si rivedono Gianni Berengo Gardin con 4 fotografie (2 in doppia pagina), e Mario Giacomelli con 2 (fra cui l’iconico ritratto della madre colla vanga); con 2 immagini anche Cesco Ciapanna (futuro fondatore del mensile Fotografare, innovativo per l’ambiente fotografico italiano), e con una ciascuno Cesare Colombo e Michelangelo Giuliani. Via via negli anni si ritrovano anche altri autori italiani tuttora amati e apprezzati, assieme ad altri che hanno lasciato qualche memoria alla fotografia italiana. 
Fra fotografi italiani che nei pochi Photograpy Year Book dei primi anni ’70 a disposizione già a quel tempo avevano destato la mia attenzione per la qualità delle immagini e per i commenti che le presentano, soltanto uno, che portava un nome facilmente ricordabile : Geri Della Rocca deCandal, non sembra aver trovato ricordi permanenti nella nostra comunità fotografica. Nella pubblicista fotografica italiana di quegli anni parsimoniosamente tramandata fino ai nostri giorni sembra essersene occupata soltanto la rivista Ferrania [3], che nel numero di luglio 1967 presenta un ispirato articolo di Giuseppe Turroni [4] dal titolo La consolazione dell’occhio. L’autore, autorevole critico cinematografico e fotografico, scrittore e pubblicista notissimo in quegli anni, promuove alcuni giovani autori part-time che nella loro opera si distinguano per "chiarezza, onestà, purezza, spontaneità, e/o linearità di espressione". Doti che in uno di loro riconosce accompagnate da una spiccata sensibilità formale, che diremmo “classica”. Ecco come lo introduce.
 “Un giovane di Milano, studente in Fisica, Geri Della Rocca deCandal, ricerca un dilettantismo quasi prezioso, che può sembrare fuori moda e che anche per la scelta del soggetto non indulge alle convenzioni dei tempi. Ma in quanti siamo a stabilire l’esatta portata di un lavoro al di là degli aspetti formali o linguistici che ci suggestionano? Anche Geri Della Rocca de Candal ha spirito libero e introspettivo. Le sue foto ”artistiche” hanno un’impronta ovviamente diversa da quella che distingueva la produzione amatoriale italiana di lontana memoria. Sono centrate nel gusto formale del momento e nello stesso tempo riescono a tradurre un simbolo di realtà, per i nostri occhi abbacinati da tanta, da troppa cronaca che finisce per non dirci più niente, anzi per guastarci il sapore della realtà.” [4] Turroni accompagna questo testo con ben 5 immagini, certificando che il giovane, in Fisica ancora studente, in Fotografia ha già raggiunto un livello magistrale. 
Da qualche anno la Fondazione 3M offre, oltre alla collezione completa digitalizzata della rivista sopra citata, anche i files delle fotografie originali depositate presso il ricco Archivio Ferrania. Due immagini, una presumibilmente degli anni ’60, l’altra del 1974, presenti nel fondo Lanfranco Colombo sono evidenti tracce di una mostra del giovane Geri a Il Diaframma, la prima galleria in Europa dedicata esclusivamente all’arte fotografica [5], e fanno pensare a una attività espositiva importante. Soltanto le fonti finora  citate  possono suggerire all'ambiente italiano l’esistenza di un Autore da non trascurare.
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Figura 2. Lower Manhattan Skyline - New York City, 1968. APERTURE, SPRING 1972.
Infatti rimane insoddisfatto chi, come noi, cerca di approfondire quelle notizie per la via più agevole, la Rete, che al giorno d’oggi segnala qualsiasi evento grande o piccolo e ne preserva la memoria, e perciò è indotto a supporre che l’attività fotografica del Nostro si sia conclusa in patria prima dell’avvento di Internet. Che però non si trattasse di cosa trascurabile, e che si espandesse anche all’estero, lo si può dedurre da altre tracce che attraverso Internet si reperiscono in archivi digitali della stampa specializzata straniera: per esempio, negli elenchi nominativi dei fotografi con opere presenti in raccolte fotografiche museali, in mostre antologiche dedicate all’eccellenza dell’arte fotografica mondiale o, infine, negli archivi di riviste fotografiche straniere fra le più autorevoli. Tracce lasciate in tutto il mondo, dalla Norvegia all’Australia e dagli anni ’70 fino a tempi recenti. In qualche caso contengono anche riproduzioni di opere. La figura 2, per esempio, è tratta da un articolo dedicato al nostro Autore dalla rivista Aperture [6] nel 1972.
Dalle opere così identificate si poteva già dedurre che Della Rocca de Candal conducesse nel bianco e nero ricerche sulle forme nello spazio parallele a quelle che Franco Fontana e Luigi Ghirri portavano avanti nel colore. Ma nell’accostarsi ai due coloristi a lui contemporanei, Geri manifestvaa ancor più evidente l’eredità dall’arte italiana dei periodi più classici: dalle scansioni spaziali dei pittori del 400 come Piero Della Francesca e Paolo Uccello, alla profondità della prospettiva aerea di Leonardo, ed infine al perfetto equilibrio in cui sono quasi sospese le architetture più compiute di Andrea Palladio. Spazialità tutta di tradizione italiana, da secoli ammirata (e superficialmente imitata) nei paesi anglosassoni.
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Figura 3. The Brooklin Bridge, NYC. 1968. Amon Carter Museum, Fort Worth, Texas.
Il nostro interesse per Geri Della Rocca de Candal si è meglio focalizzato quando, reperito qualche altro numero di quegli anni del Photography Year Book sopra citato, abbiamo trovato ripetutamente il suo nome, a conferma d’una produzione significativa, che si è imposta all’estero più durevolmente che da noi, e che ci è apparsa meritevole di meglio rivisitata.
 
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Figura 4. Fellers, Swiss Alps. Photography Year Book 1972, Fig. 141.
Nello Year Book del 1972, nel quale si affermano ancora Berengo Gardin con due immagini da un servizio sulle celebrazioni della Pasqua a Siviglia, e Giorgio Lotti con quattro storiche fotografie per la rivista EPOCA [7] sugli effetti dell’inquinamento delle acque e dell’aria in alta Italia, Geri figura autorevolmente in doppia pagina coll’immagine di un villaggio delle Alpi Svizzere (Figura 4). Nel 1974, 3 pagine del Photography Year Book presentano un saggio d’un suo progetto pluriennale (BN e colore) dedicato alla tradizionale sfilata delle signore newyorkesi, con vistosi copricapi e accompagnate dai loro pets, nel giorno di Pasquetta lungo la 5th Avenue appositamente chiusa al traffico (Easter Parade, gia all’attenzione con diverso approccio del franco-ungherese Brassaï nel 1957 [8]).
Tuttavia mancava ancora la possibilità di inquadrare compiutamente la figura di Geri Della Rocca de Candal e la sua attività fotografica. Questa opportunità si è avverata soltanto molto recentemente per una fortunosa coincidenza. Compare inaspettatamente in rete un omonimo, fresco di dottorato in discipline umanistiche presso l’Università di Oxford e collaboratore di un gruppo oxoniano di ricerca sul primo secolo di storia del libro a stampa. Il giovane studioso si rivela essere il figlio del nostro obiettivo, e ci dà la possibilità di contattare il padre. Questi accetta di metter mano per noi al proprio archivio fotografico, da decenni lasciato a dormire, e di rivisitarlo con affettuoso distacco.
L’autore stesso ci fornisce un buon numero di files ottenuti da stampe analogiche eseguite personalmente per mostre e pubblicazioni. Molti sono di immagini per noi nuove, altri sostituiscono vantaggiosamente parte di quelli ricavati dalle fonti a noi già note. Tutti insieme saranno di valido aiuto ad interpretare correttamente secondo la dell’Autore pe le immagini ricavate da atre fonti. 
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Figura 5. Easter Sunday Fashion Parade, NY. Photography Year Book 1974 fig.133 . 
Infine i suoi cenni autobiografici, seppure scarni, ci salveranno da induzioni ed esercizi di fantasia di precedenti commentatori [9] e ... nostri. E così possiamo raccontare che il giovane amatore (n. 1944), dopo un primo periodo di partecipazioni e successi in concorsi e mostre collettive, del quale rimase rara testimonianza l’articolo di Turroni sopra riportato, venne effettivamente "scoperto" da Lanfranco Colombo, che nel 1970 gli consentì la sua prima mostra personale presso la Galleria Il Diaframma [5]. Ben presto Geri interruppe gli studi universitari di Fisica per dedicarsi completamente alla professione di fotografo free-lance per la stampa internazionale. Fotografie realizzate nel corso dei suoi viaggi venivano pubblicate su quotidiani, settimanali riviste e libri negli Stati Uniti e in molti paesi europei (in Italia, per esempio, su Il Mondo). Contemporaneamente condusse un’intensa attività espositiva quasi esclusivamente all’estero, con mostre personali e partecipazioni a collettive in Europa e fino ai quattro angoli del mondo, dagli U.S.A. all’Australia e dal Brasile alla Cina. Considerato uno dei più rappresentativi fra i giovani fotografi Italiani del momento, sue opere vennero acquistate da musei stranieri. Ma all'inizio degli anni '80 Geri dovette occuparsi personalmente delle attività legate agli interessi di famiglia, tanto da abbandonare, prima gradualmente e poi del tutto, la fotografia. Le sue ultime apparizioni dirette non vanno oltre il 1984, ma sue opere continuano a comparire in ulteriori mostre dedicate alla più rappresentativa fotografia Italiana dei decenni in cui egli ha operato.
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Figura 6. Venezia, 1977 (bacino di S. Marco visto da S. Giorgio Maggiore)
Una fotografia dello scaffale in cui sono allineati gli annuari, i cataloghi e altri fascicoli occasionali in cui sono riprodotte le sue opere ci ha permesso di arricchire la documentazione figurativa, completando la serie di Photography Year Book degli anni fra il 1972 e il 1980, in ognuno dei quali compare almeno una sua opera. La loro successione ci ha aiutato a formulare una traccia sulla quale restituire l’evoluzione dell’Autore.
Sua caratteristica costante è la sapienza della composizione, distribuita nello spazio con equilibrio di stampo classico, anche quando la prospettiva geometrica è forzata coll’impiego di un grandangolo spinto (fino al 20 mm), e quando si combina con quella forma particolare di prospettiva aerea ottenuta coll’aiuto di foschie e nebbie (figura 6), che già si notava nelle foto dei primi anni (figure 1 e 2). A mano a mano si accentua la ricerca d’una geometria severa, rafforzata da forti contrasti con bianchi puri e neri intensi o addirittura chiusi. Tuttavia il facile rischio dell’aridità viene evitato dalla presenza della persona umana o da dettagli che la richiamano, spesso con una ironia garbata e benevola (figure 7 e 8).
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Figura 8. His, Hers (per Lui, per Lei). Photography Year Book 1980 fig.58.
Il bordino nero con cui l’autore costantemente racchiude l’immagine stampata (e nelle stampe da esposizione isola l’immagine entro un largo campo bianco) appare dettato, piuttosto che da una pretesa di eleganza, dall’intenzionale affermazione della compiutezza della composizione.
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Figura 8. Silhouettes. PHOTOGRAPHIE (Winthertur, CH) Juli 1977.
Nelle diapositive a colori l’impatto grafico è mediato da una forte saturazione del colore (Figura 9), che possiamo ritenere frutto d’una leggera sottoesposizione del Kodachrome in fase di ripresa.
 
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Figura 9. Storage closets. PHOTOGRAPHIE (CH) Juli 1978.
Varie mostre di successo e i frequenti portfolio ospitati da riviste fotografiche a grande diffusione portano la prova della sua popolarità. “Le sue frequenti permanenze negli Stati Uniti hanno dato alle immagini un’impronta, che per la fotografia europea risulta innovativa” (PHOTOGRAPHIE, Winthertur, Svizzera. Luglio 1978, editoriale). Reciprocamente, per i Nord-americani l’occhio con cui il loro paese è stato fotografato dall'ospite italiano era uno specchio insolito, rivelatore di aspetti da loro mai notati (o mai voluti prendere in considerazione, sebbene meno imbarazzanti di quelli bruscamente esibiti da altri stranieri come Robert Frank, Svizzero, o William Klein, Newyorkese ma culturalmente parigino e autodefinitosi straniero in patria).
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Figure 10 e 11. Dalla serie Bars (Sbarre) PHOTOGRAPHIE (Winthertur, CH) Juli 1978.
NOTE
 [1] Superfluo il confronto colla invadente, fugace, evanescente fotografia della nostra epoca digitale; ovvio e banale ogni commento. Sì, anche cumuli ben distribuiti di elettroni possono essere finalizzati a partorire immagini analogiche; ma ciò nella realtà avviene solo per frazioni fantastilionesimali di quelli partoriti dalle apposite strutture tecniologiche. Nonostante tutte le riviste di moda o di viaggi e gli album di matrimonio.
[2] In Italia fino agli anni ’60 quel poco che esisteva di editoria e pubblicistica fotografica  era orientato quasi esclusivamente alla divulgazione e all’aggiornamento in materie tecniche, e gli orizzonti artistici erano assolutamente provinciali. Chi voleva rimanere informato sulla fotografia nel resto del mondo poteva reperire soltanto in rare librerie più accorte (a Padova, la Libreria Internazionale Draghi) qualche periodico internazionale, come il mensile statunitense Popular Photography e il suo Annuario, o il britannico Photography Year Book. Coll’arrivo di Gustavo Millozzi, qui immigrato da Venezia e La Gondola, i frequentatori del Fotoclub Padova potevano prenotare il mensile svizzero Camera, principale punto di riferimento internazionale per la fotografia.
[3] La rivista Ferrania [ https://it.wikipedia.org/wiki/Ferrania_(periodico) ], fondata nel 1947 e cessata nel 1967, era sponsorizzata dalla storica industria italiana omonima, che fu per vari decenni la produttrice di apparecchiature e materiali fotografici e cinematografici dominante sul nostro mercato. Memorabile la sua pellicola P30, matrice del bianco e nero del Neorealismo cinematografico italiano. La storia dell’azienda, conclusa definitivamente e infelicemente in questo millennio, si può trovare riassunta in https://it.wikipedia.org/wiki/Ferrania_Technologies . I PDF di tutti i numeri della rivista sono liberamente consultabili in Rete sul sito https://www.fondazione3m.it/page_rivistaferrania.php . 
[4] Giuseppe Turroni, La consolazione dell’occhio,Ferrania XXI/7, luglio 1967 pagina 2.
[5] La Galleria Il Diaframma di Milano, fondata e diretta da Lanfranco Colombo, la prima in Europa dedicata esclusivamente all’arte fotografica, presentava molti maestri stranieri e giovani innovatori nostrani, esercitando così un’azione fondamentale per lo svecchiamento della fotografia italiana.
[6] APERTURE magazine è un periodico con cadenza trimestrale nato a New York nel 1952 per opera d’un gruppo di fotografi (Ansel Adams, Minor White, Dorothea Lange e altri) al fine di promuovere la fotografia d’arte. Si è presto affermato come il più importante interprete della cultura fotografica mondiale assieme al più antico Camera. Nelle sue pagine hanno trovato slancio o conferma molti dei più apprezzati fotografi delle successive generazioni, come Diane Arbus, Robert Frank e tanti altri. La rivista è ancora attiva, disponibile anche in formato digitale assieme all’archivio di tutti i numeri dalla nascita; soluzione particolarmente conveniente in Italia dove recentemente sono state “perdute” per le strade postali la metà delle copie cartacee d’un costoso abbonamento biennale.
[7] Il settimanale Epoca della Arnoldo Mondadori Editore, nato nel 1950 sul modello dell’americano LIFE, faceva ampio uso di servizi fotografici, molti dei quali sono rimasti nella storia.
[8] Brassaï, 100 photos pour la liberté de presse. Reporters Sans Frontieres, 2022.
[9] Vatti a fidare delle informazioni reperibili in rete. Esempio:Amazon presenta così Incontri con fotografi illustri, Ferdinando Scianna, 2023: “Scianna ha realizzato migliaia di ritratti: i contadini duri e dignitosi di Bagheria, le donne estasiate durante le processioni siciliane, l’amico e coinquilino (sic) Leonardo Sciascia”. In evidenza la massima, ma non unica, baggianata contenuta in quella frase, nel suo insieme atta a disorientare l’ignaro compratore sul reale contenuto del libro.
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curiositasmundi · 11 months
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In una sala gremita, presso Francavilla al Mare, Rino Rocchelli sorride alla platea e ringraziando, dopo aver ricevuto un premio dedicato alla memoria del figlio, dice una frase molto significativa: “La Verità è stata trovata, non la Giustizia”. Non si può riassumere meglio quello che è successo il 24 maggio del 2014. Andy Rocchelli era un talento fotografico riconosciuto, i suoi reportage dai territori dell’ex Unione Sovietica erano precisi nello stile e riconoscibilissimi, la stima del suo lavoro era evidente e non deve essere riscoperta. Coprendo la questione del Donbas nei mesi dei referendum non riconosciuti del 2014, Rocchelli morirà insieme al collega e amico Andrej Mironov sotto il fuoco dalla parte ucraina nei pressi di Slovjiansk. Rimarrà ferito ma vivo il corrispondente francese William Roguelon. La notizia sconvolse l’industria fotografica nel profondo, furono tantissimi i presenti al funerale di Rocchelli a Pavia, e il ricordo addolorato dei ragazzi e delle ragazze di Cesuralab, realtà fotografica che Andy fondò anni prima insieme ad un pugno di altri fotografi, è un’immagine fortissima che rimarrà impressa a tutti i presenti. Il caso Rocchelli purtroppo si evolverà in una questione politica, da una parte i filo ucraini in Italia considereranno la questione argomento di propaganda filorussa, dall’altra molti canali simpatizzanti proprio dei filorussi useranno Rocchelli per descrivere gli ucraini come atroci assassini. È un’ingiustizia nell’ingiustizia, poiché la morte di Rocchelli rimane un dolore umano: un collega è rimasto brutalmente ucciso mentre faceva il suo mestiere, e chiunque abbia voluto indagare per capire chi fosse il colpevole di quest’atrocità ha fatto il suo sacrosanto dovere. Invece le indagini saranno sempre inquinate dalle urla di varie tifoserie, in particolare quando verrà arrestato Vitalij Markiv nel 2017. Il soldato ucraino venne accusato dell’uccisione dei reporter poiché era presente sulla collina da dove sono partiti i colpi, la quale era presieduta dal reparto della Guardia Nazionale di cui Markiv faceva parte e da uno dell’esercito. Il processo sarà piuttosto teatrale, ucraini presenti sempre in aula accoglieranno ogni volta Markiv con l’urlo “Slava Ukraïni!” e la risposta “Heroiam slava!” (Gloria all’Ucraina! Gloria agli Eroi!). Secondo il governo ucraino Markiv è vittima di un processo persecutorio fatto nell’isterismo di trovare un colpevole. Dall’altra parte le autorità italiane denunceranno chiaramente gli ostacoli posti dalle autorità ucraine durante le indagini nel tentativo di sabotarle. Il processo, il 3 novembre del 2020, finisce con l’assoluzione di Markiv che arriva per un errore formale. In un battito di ciglia Markiv se ne torna in Ucraina accolto da eroe. Il suo paese è già governato dal presidente Zelenskiy, che su questo tema non ha mai pronunciato una sillaba negli incontri oramai super amichevoli tra i nostri paesi. Solamente lo sforzo di due reporter italiani, Giuseppe Borello e Andrea Sceresini, porterà nuovi dettagli che metteranno luce su chi è colpevole di quello che è successo.
[...]
In tutto questo sulla famigerata lista ‘Myrotvorec’ il nome di Rocchelli era presente e orribilmente segnalato come: “liquidato”. Come se fosse stato un nemico politico, non un giornalista che svolgeva il suo lavoro. Ma su quella lista molti corrispondenti italiani ci finiscono ancora oggi, le autorità ucraine dicono che non la ritengono ufficiale e non ha peso, ma i nomi ci sono e uffici stampa, comandanti, soldati, fixer che sono legati a ideologie di estrema destra invece la leggono come fosse il Vangelo.Sulla morte di Rocchelli bisogna rimanere solidi “rompicoglioni”: quello che gli è successo è un crimine di guerra ed essere obiettivi significa che, se piangiamo i colleghi morti in Donbas sotto i bombardamenti dell’artiglieria russa, si deve anche puntare il dito su chi è responsabile nella Difesa ucraina, perché una famiglia ha perso un figlio, un’attivista che era voce autorevole per i diritti umani come Mironov non c’è più, colleghi si stringono nel dolore di un fratello ucciso ed è semplicemente insopportabile che su mille strette di mano e abbracci non venga detta la frase: la questione va chiusa per il bene della Giustizia. Qualcuno potrà pensare che Rocchelli si sia trovato nel posto sbagliato e queste cose capitano quando ci si immischia in una guerra. Questo pensiero è sbagliato e può esserlo per due motivi: o non fai il reporter e non conosci le dinamiche oppure sei fazioso, perché un reporter è sempre nel posto giusto quando la sua esperienza e il suo intuito lo portano dove la storia è presente. Gli incidenti capitano, ma qui parliamo di un’uccisione intenzionale.
[...]
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gcorvetti · 8 months
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Lunedì, spazzacamino.
Ogni anno si deve fare il controllo forni e fumaioli, in casa abbiamo 2 fumaioli e 5 forni, quindi arriva l'omino incenerito e fa le sue operazioni, lo chiami lo paghi in mezz'ora ha fatto, un Mr. Wolf del camino, volevo fare la foto al furgone, ma non sono poi così giapponese da questo punto di vista, perché negli anni e soprattutto noi italiani abbiamo sempre preso per il culo i giappo che venivano da noi e facevano 1000 fotografie per ogni luogo che visitavano, ora quei giappo siete voi, soprattutto dai millenials in poi.
Ma la pulitura dei camini ha il suo costo non solo in denaro, 60€, ma anche in pulizia, perché dopo che l'omino incenerito passa di stanza in stanza lascia quell'alone di nero un pò ovunque, siccome avevo pulito ieri mi sono girati i coglioni, non mi ha neanche cantato la canzoncina, non ci sono più i Van Dike di una volta.
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Levando sta mezza rottura che tanto mezz'ora dura, si volevo fare la rima :D , oggi ho iniziato a stringere il cerchio sulla scatola che dovrebbe contenere il gioco, ho mandato una richiesta ad una fabbrica in Lituania speriamo che hanno il modello che mi serve o che lo facciano perché dio packing tape ci deve essere qualcuno che fa ste scatole. Per il resto tutto ok, suono, mangio, scopo, vita normale, ah si, sono di nuovo disoccupato ma che me frega :D
Can camin can camin spazzacamin.
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salvoilsalvabile · 2 years
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È guardando il cielo che mi carico di sereno...
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jmmultimediadev · 2 years
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Antonio Gibotta – Il giovane reporter
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Antonio Gibotta – Il giovane reporter
Napoletano del 1988, Antonio Gibotta è un giovane fotoreporter ormai consolidato e apprezzato che alterna con maestria la fotografia documentaristica, di solito a colori, a quella più intima e introspettiva che scava nel sentire umano e nelle vicende sociali per la quale ricorre al bianco e nero. Figlio d’arte, suo padre era un fotografo professionista, ha ereditato una passione che lo conduce in giro per il mondo a documentare situazioni e uomini con la sua macchina fotografica collezionando prestigiosi riconoscimenti italiani e internazionali e numerose mostre. La Galleria sotto l’Arco di Altidona ha ospitato la sua personale “Il giovane reporter” composta da due sezioni dicotomiche come il lavoro che porta avanti Gibotta: nella prima c’è la sua anima documentaristica, a colori, mentre nella seconda l’uso del bianco e nero serve a raccontare un dramma collettivo umanitario a cui il fotografo partecipa emotivamente. Le prime fotografie raccontano la “battaglia degli infarinati” una tradizione che ha ormai più di duecento anni e si consuma ad Ibi, vicino ad Alicante, in Spagna. Sembrano davvero scene di guerra, di polvere, di buio frantumato da squarci di luce, di lotta fratricida, di forza fisica e furberie di attacco, ma questa insolita battaglia è solo una rievocazione che coinvolge l’intero paese spagnolo per interpretare un originale colpo di stato con farina e uova ispirato alla biblica strage degli innocenti voluta da Erode. La lotta tra i golpisti chiamati infarinati, e gli altri che devono proteggere il paese. Si termina nel pomeriggio e il ricavato delle “tasse” imposte ai cittadini dagli infarinati viene devoluto in beneficienza. La seconda sezione racconta di una “guerra” vera e silenziosa che sembra lontana nel tempo, ma è crudelmente attuale. Una lotta per la libertà consumata a Belgrado, in Serbia, dove un nugolo di profughi afghani, siriani e iracheni cercano di raggiungere l’Europa durante l’inverno. Trovano riparo dal freddo e, soprattutto dai controlli delle autorità, nei capannoni abbandonati della ferrovia dove neve e gelo non danno tregua. Momenti drammatici che Gibotta immortala con partecipazione emotiva, con il contrasto del bianco e nero, con i particolari della sofferenza, con mani e volti che chiedono tregua senza mai indugiare nell’indigenza, ma, al contrario, innalzando la dignità, il sostegno reciproco e l’estrema forza di queste persone. La mostra è stata promossa da Altidona Belvedere e Fototeca Provinciale di Fermo, con Maria Lanotte e Eos Media Group. Info su Antonio Gibotta: https://ag.antoniogibotta.com Read the full article
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fashionbooksmilano · 29 days
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Gli anni della dolce vita
Tendenze della fotografia italiana
Federazione Italiana Associazioni Fotografiche, Torino 2004, 290 pagine, 40x50cm, 66 fotografie BN euro 50,00
email if you want to buy :[email protected]
L’esposizione, ideata e realizzata dalla FIAF, curata da Fulvio Merlak, Claudio Pastrone e Giorgio Tani, raccoglie 66 fotografie in bianco e nero scattate da alcuni tra maggiori fotografi italiani tra la fine degli anni ’50 ed il 1968. Le immagini sono state organizzate in due parti: la prima dal titolo La Dolce Vita è un accenno allo starsystem dell’epoca con fotografie scattate a Fellini, De Sica e Pasolini, a Mastroianni e Sophia Loren, passando negli atelier di alcuni grandi sarti, da fotografi come Garolla, Giancolombo, Palmas, Pierluigi, Secchiaroli. La seconda parte (La nuova vita) ci presenta i cambiamenti nello stile di vita, l’emigrazione dal sud, il lavoro in fabbrica, le periferie delle grandi città, il boom dell’automobile, i divertimenti dei giovani.
28/03/24
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sounds-right · 3 days
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Il 25 aprile apertura straordinaria e visita guidata gratuita per la mostra "Elogio della composizione. La fotografia di Giuseppe Cavalli" a Palazzo delle Arti Beltrani a Trani
Dopo l’interesse e il successo del pubblico per le precedenti visite guidate della mostra “Elogio della composizione. La fotografia di Giuseppe Cavalli”, in occasione della Festa della Liberazione del 25 aprile si replica. Ci sarà la possibilità di vedere, a partire dalle ore 11:15, l’esposizione inaugurata lo scorso 26 marzo a Palazzo delle Arti Beltrani a Trani (BT), con una guida d’eccezione e senza costi aggiuntivi rispetto al biglietto d’ingresso.
L’allestimento, con 82 foto tra ritratti, paesaggi, nature morte, di cui 32 vintage, è in collaborazione con l’Archivio Eredi Giuseppe Cavalli e con il contributo di Alessia Venditti, dottoranda di ricerca UNIUD (Università degli Studi di Udine), curatrice del progetto di riordino dell’Archivio Cavalli.
L’esposizione fotografica dedicata alle opere di Cavalli, nato 120 anni fa nella città di Lucera,sarà accoltadalle sale del piano nobiliaredel Centro Culturale Polifunzionale della Città di Trani fino al 31 maggio 2024. Il progetto di Palazzo Beltrani, eccezion fatta per le esposizioni tenutesi nella natia Lucera, è la prima esposizione che omaggia Giuseppe Cavalli in Puglia dopo 41 anni.
Giuseppe Cavalli è un artista prestigioso e acuto critico di punta del dopoguerra italiano, caposcuola dell’high-key (espressione adoperata in fotografia come sinonimo di toni alti per indicare il carattere delle foto che presentano per lo più tonalità molto chiare, prossime al bianco, fonte Treccani) e promotore culturale con altri protagonisti del suo tempo. Attraverso le pagine della rivista Ferrania ha contribuito a elevare questa arte, anche con il volume “8 fotografi italiani di oggi” e la promozione del movimento La Bussola accanto ai valenti colleghi Finazzi e Leiss, Lerder e Veronesi. Con una raccolta di oltre ottanta opere, l’esposizione vuole ripercorrere le tappe fondamentali della sua esperienza artistica tra produzione fotografica e critica arguta.
«Quel che soltanto importa è che l’opera, qualunque sia il soggetto, abbia o meno raggiunto il cielo dell’arte: sia bella o no. Dire: basta coi nudi; niente più natura morta e così via è, come ognun comprende, un errore estetico di evidenza palmare. Non si vuol con questo disconoscere l’utilità nel campo pratico del documento fotografico e com’esso sia vitale per la cronaca e il ricordo dei tempi. Ma il documento non è arte, e se lo è, lo è indipendentemente dalla sua natura di documento […]. Valga la serietà dei nostri intenti a cattivarci simpatia e stima di quanti credono, come noi, alle splendide possibilità della fotografia nel largo campo dell’arte. Ove, se per la sua relativamente giovine età muove ancora i primi passi, è pur certo che troverà col tempo, per l’amore di chi la coltiva credendo in essa, quella universale dignità di considerazione a cui ha diritto». Fonte: G. Cavalli, M. Finazzi. F. Leiss, F. Vender. L. Veronesi, Manifesto de La Bussola in “Ferrania” 1947, p. 5. 1
I posti per la visita guidata (senza costi aggiuntivi rispetto al biglietto) nella giornata di giovedì 25 aprile sono limitati, è consigliata la prenotazione (tel: 0883 500044, info).
Con il ticket di ingresso alla mostra sarà possibile visitare anche le collezioni custodite a Palazzo Beltrani e la Pinacoteca “Ivo Scaringi“.
Orari di visita: dal martedì alla domenica con orario continuato dalle 10,00 alle 18,00, ultimo ingresso alle ore 17:00. Giorno di chiusura: lunedì. Apertura straordinaria per il 25 aprile con orario continuato, dalle ore 10:00 alle 18:00 (ultimo accesso ore 17.00). Biglietto d’ingresso: 6,00 euro ticket intero, 4,00 euro ticket ridotto (per minori, studenti, docenti, soci FIAF-Federazione Italiana Associazioni Fotografiche e over 65).
L’intera programmazione 2024 gode dei patrocini della Città di Trani – assessorato alle Culture; Regione Puglia – Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e valorizzazione del Territorio; PACT Polo Arti Cultura Turismo Regione Puglia; TPP Teatro Pubblico Pugliese; Associazione delle Arti ETS; Festival internazionale di Andria Castel dei Mondi.
Info Palazzo delle Arti Beltrani, via Beltrani 51 Trani: tel: 0883 500044, info
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tarditardi · 3 days
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Il 25 aprile apertura straordinaria e visita guidata gratuita per la mostra "Elogio della composizione. La fotografia di Giuseppe Cavalli" a Palazzo delle Arti Beltrani a Trani
Dopo l’interesse e il successo del pubblico per le precedenti visite guidate della mostra “Elogio della composizione. La fotografia di Giuseppe Cavalli”, in occasione della Festa della Liberazione del 25 aprile si replica. Ci sarà la possibilità di vedere, a partire dalle ore 11:15, l’esposizione inaugurata lo scorso 26 marzo a Palazzo delle Arti Beltrani a Trani (BT), con una guida d’eccezione e senza costi aggiuntivi rispetto al biglietto d’ingresso.
L’allestimento, con 82 foto tra ritratti, paesaggi, nature morte, di cui 32 vintage, è in collaborazione con l’Archivio Eredi Giuseppe Cavalli e con il contributo di Alessia Venditti, dottoranda di ricerca UNIUD (Università degli Studi di Udine), curatrice del progetto di riordino dell’Archivio Cavalli.
L’esposizione fotografica dedicata alle opere di Cavalli, nato 120 anni fa nella città di Lucera,sarà accoltadalle sale del piano nobiliaredel Centro Culturale Polifunzionale della Città di Trani fino al 31 maggio 2024. Il progetto di Palazzo Beltrani, eccezion fatta per le esposizioni tenutesi nella natia Lucera, è la prima esposizione che omaggia Giuseppe Cavalli in Puglia dopo 41 anni.
Giuseppe Cavalli è un artista prestigioso e acuto critico di punta del dopoguerra italiano, caposcuola dell’high-key (espressione adoperata in fotografia come sinonimo di toni alti per indicare il carattere delle foto che presentano per lo più tonalità molto chiare, prossime al bianco, fonte Treccani) e promotore culturale con altri protagonisti del suo tempo. Attraverso le pagine della rivista Ferrania ha contribuito a elevare questa arte, anche con il volume “8 fotografi italiani di oggi” e la promozione del movimento La Bussola accanto ai valenti colleghi Finazzi e Leiss, Lerder e Veronesi. Con una raccolta di oltre ottanta opere, l’esposizione vuole ripercorrere le tappe fondamentali della sua esperienza artistica tra produzione fotografica e critica arguta.
«Quel che soltanto importa è che l’opera, qualunque sia il soggetto, abbia o meno raggiunto il cielo dell’arte: sia bella o no. Dire: basta coi nudi; niente più natura morta e così via è, come ognun comprende, un errore estetico di evidenza palmare. Non si vuol con questo disconoscere l’utilità nel campo pratico del documento fotografico e com’esso sia vitale per la cronaca e il ricordo dei tempi. Ma il documento non è arte, e se lo è, lo è indipendentemente dalla sua natura di documento […]. Valga la serietà dei nostri intenti a cattivarci simpatia e stima di quanti credono, come noi, alle splendide possibilità della fotografia nel largo campo dell’arte. Ove, se per la sua relativamente giovine età muove ancora i primi passi, è pur certo che troverà col tempo, per l’amore di chi la coltiva credendo in essa, quella universale dignità di considerazione a cui ha diritto». Fonte: G. Cavalli, M. Finazzi. F. Leiss, F. Vender. L. Veronesi, Manifesto de La Bussola in “Ferrania” 1947, p. 5. 1
I posti per la visita guidata (senza costi aggiuntivi rispetto al biglietto) nella giornata di giovedì 25 aprile sono limitati, è consigliata la prenotazione (tel: 0883 500044, info).
Con il ticket di ingresso alla mostra sarà possibile visitare anche le collezioni custodite a Palazzo Beltrani e la Pinacoteca “Ivo Scaringi“.
Orari di visita: dal martedì alla domenica con orario continuato dalle 10,00 alle 18,00, ultimo ingresso alle ore 17:00. Giorno di chiusura: lunedì. Apertura straordinaria per il 25 aprile con orario continuato, dalle ore 10:00 alle 18:00 (ultimo accesso ore 17.00). Biglietto d’ingresso: 6,00 euro ticket intero, 4,00 euro ticket ridotto (per minori, studenti, docenti, soci FIAF-Federazione Italiana Associazioni Fotografiche e over 65).
L’intera programmazione 2024 gode dei patrocini della Città di Trani – assessorato alle Culture; Regione Puglia – Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e valorizzazione del Territorio; PACT Polo Arti Cultura Turismo Regione Puglia; TPP Teatro Pubblico Pugliese; Associazione delle Arti ETS; Festival internazionale di Andria Castel dei Mondi.
Info Palazzo delle Arti Beltrani, via Beltrani 51 Trani: tel: 0883 500044, info
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