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#la signora dalloway
iviaggisulcomo · 1 year
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"Eppure il sole era forte. Eppure le cose si superano. Eppure, la vita a modo suo sommava giorno a giorno."
(Virginia Woolf, La signora Dalloway)
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Clarissa aveva una teoria, in quei tempi - ne avevano a iosa, di teorie, sempre teorie, come accade ai giovani. Avrebbero dovuto servire a spiegare il loro scontento: lo scontento di non conoscere la gente, e di non essere conosciuti. Poiché, come ci si poteva conoscere? Ci ci incontra ogni giorno; e poi non ci si vede più per mesi, per anni. Essi riconoscevano che era sconfortante, conoscere così poco i propri simili.
La signora Dalloway, V. Woolf, 1925
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lunamarish · 6 months
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Negli occhi dei passanti, nella foga del brulichio cittadino, nel muggito e nel frastuono; nel trepestio e nell’ondeggiar di carrozze, automobili, omnibus, furgoni, uomini-sandwich; nelle bande e negli organetti, nella nota trionfante e nello strano altissimo canto di un aereo che ronzava su in cielo era ciò che ella amava: la vita, Londra, e quell’attimo di giugno.
Virginia Woolf, La signora Dalloway
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fotoecitazioni · 9 months
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Resilenza "Fu orribile, gridò, orribile, orribile! Eppure, il sole era caldo. Eppure, le cose si superano. Eppure, la vita aveva un modo di sommare giorno a giorno". (Virginia Woolf -La signora Dalloway)
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daughterofnature · 2 years
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“I libri sono come i fiori e i frutti di un albero che affonda le sue radici nel suolo della nostra prima infanzia, delle nostre prime esperienze”
- Virginia Woolf, introduzione all’edizione americana de La signora Dalloway
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whisperinglines · 2 years
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La signora Dalloway, tra passato e presente
Il romanzo, così come il film (datato 1997) si appigliano al flusso del fiume della prosa dell’autrice britannica e vi piantano dei paletti, cercando di deviarne il corso. Vediamo come.
Kierkegaard scrisse a proposito del ricordo che esso rende l’individuo infelice, perché presuppone una ripetizione all’indietro, priva del benché minimo beneficio concreto. Non so se Virginia Woolf abbia mai letto gli scritti del filosofo, eppure in La signora Dalloway questa convinzione sembra trovare terreno fertile. Il romanzo, così come il film (datato 1997) si appigliano al flusso del fiume…
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il-gualty1 · 2 years
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… che cosa conta l'assenza? la distanza? Spesso avrebbe voluto scrivergli, ma poi aveva stracciato tutto; ma, malgrado ciò, sentiva che lui capiva, perché ci si capisce anche senza parlare …
Virginia Woolf, da “La signora Dalloway”
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"Non voglio più sangue", mi dico e invece lo anelo coma salvezza dello spirito. Il suicidio scava delle buche profonde e lo fa in vita, non in morte. E’ un richiamo e una vendetta. Mi chiedo a cosa stesse pensando Virginia Woolf quando scrisse la signora Dalloway o a Gogol o a Dostoj. Si può descrivere il suicidio solo se lo si è sentito almeno una volta, quel buio totale, l'impossibilità di desiderare qualcosa che non sia restare a letto, ogni faccenda è vana. Si deve immaginare Sisifo felice, ci dice Camus. Certo. Facciamo così con gli altri. Loro possono essere felici e noi no. Ho creduto, a volte, che fosse stupido, perché la vita è davvero la più grande opportunità ed è valida in sé, senza capriole. Tuttavia, è quello che facevo anch’io: immaginavo la sofferenza degli altri ed ero convinta che sarebbe passata in qualche modo, mentre la mia restava.
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e-ste-tica · 2 years
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durante questo (ennesimo) giorno zero ho perso qualsiasi forma di logica. avevo la sveglia alle 9:30 ma alle 8:00 mi ha svegliato un doloroso pianto che dal sonno è continuato per un po’ anche dopo. colazione con un amico, camminata per accompagnarlo, torno indietro, biblioteca, al posto di pranzare ho camminato un’ora e mezza sbagliando strada due volte sudando e soffrendo perché ho pensato che lo zaino sulle spalle nude e gli anfibi alti con questo caldo fossero una buona idea. sono solo le 15:40 e non vedo l’ora di scoprire cos’altro combinerò. ah, il 13 giugno è il giorno la signora dalloway va a comprare i fiori
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vecchiorovere-blog · 2 years
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«C'è in me qualcosa, pensò, in piedi accanto alla buca delle lettere, che anche adesso potrebbe sciogliersi in lacrime. Perché, lo sa il cielo.
Una qualche specie di bellezza, forse.»
Virginia Woolf, “La signora Dalloway”
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iviaggisulcomo · 1 year
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(Mi hanno regalato la prima edizione della Signora Dalloway e ora posso anche morire felice)
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carmenvicinanza · 3 months
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Virginia Woolf
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Non c’è cancello, nessuna serratura, nessun bullone che potete regolare sulla libertà della mia mente.
Virginia Woolf è stata una delle scrittrici più importanti del XX secolo. I suoi lavori sono stati tradotti in oltre cinquanta lingue.
Eliminando la forma comune di dialogo diretto e la struttura tradizionale della trama, ha portato l’attenzione del romanzo al monologo interiore. Il tempo non viene concepito con una cronologia precisa, ma attraverso pensieri e ricordi suscitati dall’ambiente circostante.
Ha rappresentato lo scorrere del tempo in dodici ore La signora Dalloway del 1925, in pochi giorni Tra un atto e l’altro (uscito postumo nel 1941), in diversi anni Gita al faro (1927) o addirittura in tre secoli con Orlando del 1928.
Pioniera della narrazione attraverso il flusso di coscienza, la forma letteraria e stilistica era alterata dall’identità della figura, in uno scambio continuo e un’attenta corrispondenza tra l’esigenza psicologica e quella linguistica.
Il suo saggio Una stanza tutta per sé, del 1929,  decostruisce il linguaggio patriarcale in ambito letterario e sociale e ha ispirato il movimento femminista degli anni Sessanta e Settanta.
Nacque col nome di Adeline Virginia Stephen a Londra il 25 gennaio 1882 in una famiglia benestante, era figlia di Sir Leslie Stephen e Julia Jackson, entrambi precedentemente vedovi e con prole.
Allevata in un’atmosfera colta che ospitava spesso personaggi del mondo della cultura, manifestò presto la sua inclinazione letteraria, era una ragazzina quando, col fratello Toby diede vita a un giornale domestico, Hyde Park Gate News, una sorta di diario familiare in cui scrivevano storie inventate.
Fino al 1895, anno in cui sua madre morì, la famiglia passava l’estate in Cornovaglia, il luogo dei suoi ricordi più felici che influenzarono, successivamente, alcuni dei suoi scritti di maggior successo come La Stanza di Jacob, Al faro e Le Onde. 
La sua fu una tipica infanzia vittoriana, fatta di lezioni casalinghe, rispetto delle convenzioni, benessere e la sensazione costante che tutta la vita della casa e della numerosa famiglia ruotasse intorno alla madre, bella e distante. La morte precoce della donna, quando la scrittrice aveva tredici anni, le procurò un lungo periodo di depressione che rivelò i primi segni del disagio mentale che ha caratterizzato tutta la sua esistenza.
Dal 1897 al 1901, ha studiato storia e lettere classiche al King’s College. L’anno in cui fu ammessa agli studi universitari, morì anche la sorellastra, Stella. Questi eventi portarono al suo primo serio crollo nervoso.
Nel racconto autobiografico Momenti di essere e altri racconti ha raccontato che lei e la sorella Vanessa Bell avevano subito abusi sessuali da parte dei fratellastri George e Gerald Duckworth. Questo ha sicuramente influito sui frequenti esaurimenti nervosi, il disturbo bipolare e la psicosi che la portarono a diversi tentativi di suicidio.
Dopo la morte del padre, nel 1904, con cui aveva un rapporto conflittuale di amore e odio, lasciò, insieme al fratello Toby e alla sorella Vanessa la residenza di Hyde Park. La loro casa diventò il centro del famoso Bloomsbury Group, destinato a dominare per oltre un trentennio la cultura e la letteratura inglesi. Ogni giovedì sera vi si incontravano importanti intellettuali per discutere di politica, lettere e arte. Si parlava di arte, letteratura, sesso e al centro dei dibattiti finivano le definizioni di concetti come la bellezza, la verità e il bene. Spesso si metteva in discussione la morale corrente, in quanto il gruppo non tollerava la monarchia e, soprattutto, combatteva ogni discriminazione sull’orientamento sessuale e ogni distinzione tra uomo e donna.
Alimentata da quel clima di fervore intellettuale, dava ripetizioni serali alle operaie in periferia, si era avvicinata al movimento delle donne e scriveva le prime critiche letterarie per diversi giornali.
Nel 1912 sposò Leonard Woolf, teorico della politica. Tre anni dopo, ha pubblicato il suo primo romanzo La Crociera. Intanto il suo mal de vivre non la abbandonava, così come il desiderio di togliersi la vita.
Nel 1917 fondò, assieme al marito, la Hogarth Press piccola casa editrice che ha pubblicato gli scritti di Katherine Mansfield, Italo Svevo, Thomas Stearns Eliot e James Joyce.
Nel 1925 ha pubblicato Mrs Dalloway, in cui abbandona la struttura del romanzo tradizionale in favore della tecnica del flusso di coscienza e del monologo interiore.
Attiva nei movimenti femminili per il suffragio universale, si è sempre occupata del ruolo della donna nella società. Tema che si trova nel libro che ha tratteggiato la storia del femminismo moderno Una stanza tutta per sé, del 1929 e Le tre ghinee che approfondisce la figura dominante dell’uomo nella storia contemporanea.
All’amata scrittrice Vita Sackville-West ha dedicato il romanzo Orlando, del 1928, ambientato nell’epoca elisabettiana, che seguendo la vita del protagonista, che reca sia tratti femminili che maschili, si dipana in un arco temporale che va dal XVI al XX secolo. Nelle recensioni dell’epoca l’opera brillava soprattutto per l’uso innovativo dell’elemento temporale, oggi brilla nel suo essere il primo manifesto della fluidità di genere. Una critica alle etichette e alle limitazioni stabilite dai pregiudizi che promuove l’idea che l’identità di genere non debba essere determinata dal sesso biologico, eleggendo la realtà androgina allo stato più naturale delle cose. Attraverso questa opera ha sottolineato come ciò che rende un uomo tale agli occhi della società sia il potere che possiede dalla nascita, mentre una donna è caratterizzata solo dalla mancanza di quel potere, economico, culturale e fisico.
Nell’estate del 1940 ha pubblicato l’ultima opera Tra un atto e l’altro.
Mentre i disturbi mentali continuavano a tormentarla, era sempre più sopraffatta da crisi di ansia e insicurezza.
La Seconda Guerra Mondiale peggiorò le sue paure, vedeva la disintegrazione del mondo che la circondava e cominciava a sentire voci nella sua testa. Temendo di impazzire, decise di togliersi la vita. Si riempì le tasche di sassi e si lasciò annegare nel fiume Ouse, il 28 marzo 1941, aveva 59 anni.
Virginia Woolf, come James Joyce e altri suoi contemporanei, ha adottato le nuove tecniche narrative dei primi decenni del XX secolo.
Rifiutando le tecniche narrative convenzionali, era più interessata al tempo psicologico, alla vita della mente dei personaggi, dove passato, presente e futuro si sovrappongono in un flusso continuo reso attraverso flashback, associazioni di idee, impressioni ed emozioni temporanee.
Ha esplorato temi tipici del romanzo modernista come l’ansia, la crisi, le difficoltà di comunicazione e temi che la toccavano profondamente come la solitudine, la distinzione tra sogno e realtà, la malattia mentale e i pregiudizi nei confronti delle donne che impedivano loro di esprimere la propria identità.
È stata la scrittrice che ha inaugurato una nuova epoca, cambiato la narrazione e trattato, per prima e così a fondo, temi inerenti alla condizione femminile. Ha ispirato un modo differente di scrivere. Conosciuto e vissuto profondamente lo slancio e la caduta che ha riportato con intelligenza e verità, mettendosi completamente a nudo. Il suo fascino e personalità travalicano lo spazio temporale, incantando ancora chi la incontra nella lettura.
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patriziaferrithings · 10 months
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La signora Dalloway
La signora Dalloway disse che i fiori sarebbe andata a comprarli lei. Poiché Lucy aveva già il suo bel da fare. Bisognava tirar giù le porte dai cardini: venivano gli operai di Rumpelmayer. Eppoi, pensò Clarissa Dalloway, che mattinata! … limpida, come per farne dono ai bimbi su una spiaggia. Che delizia! Che tuffo! Sempre, infatti, le aveva fatto questo stesso effetto, a quei tempi, allorquando,…
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fotoecitazioni · 9 months
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Verità "Perché la verità (meglio che lei la ignori), la verità è che gli esseri umani non hanno bontà, né fede, né carità, salvo quando serve ad aumentare il piacere del momento" (Virginia Woolf - La signora Dalloway)
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personal-reporter · 1 year
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Virginia Woolf: raccontare la vita
La donna che cambiò l’arte dello scrivere del Novecento inglese… Adeline Virginia Stephen nacque a Londra il 25 gennaio 1882, da Sir Leslie Stephen, critico, e  Julia Prinsep-Stephen, una modella. Virginia e la sorella Vanessa furono istruite in casa, mentre i fratelli studiarono a scuola e presso l'università di Cambridge. La giovane  a vent’anni divenne una scrittrice molto stimata, che collaborava con il Times Litterary Supplement e insegnava storia nel Collegio di Morley. Nel 1904, dopo la morte del padre, la scrittrice, insieme al fratello Thoby e alla sorella Vanessa,  lasciò la casa natale per trasferirsi nel quartiere di Bloomsbury. In quell'anno Virginia prese parte alla fondazione del Bloomsbury set, un gruppo di intellettuali che dominarono la vita culturale inglese per circa un trentennio. Gli incontri tra gli intellettuali inglesi si tenevano ogni giovedì sera per discutere di politica, arte e storia. Nel 1912 Virginia sposò Leonard Woolf, teorico politico ma, nonostante la sua grandezza letteraria e la stesura del suo primo romanzo, The Voyage Out, fu colpita da una grande depressione da cui faticò a riprendersi. La scrittrice nel 1917 fondò la casa editrice Hogarth Press con cui pubblicò le opere di nuovi talenti letterari come Katherine Mansfield e T. S. Eliot. Due anni dopo Virginia pubblicò Notte e giorno, accolto con grande entusiasmo dalla critica letteraria londinese. Nel 1925 scrisse uno dei suoi principali capolavori  La signora Dalloway, sulla figura di Clarissa Dalloway, che cerca di realizzare una festa, in parallelo alla vicenda di Septimus Warren Smith, un reduce della prima guerra mondiale, provato psicologicamente. La Woolf nel 1927 pubblicò Gita al faro, considerato dalla critica come uno dei suoi  romanzi più belli, dove i sette protagonisti del libro sembrano rappresentare Virginia e i suoi fratelli alle prese con le vicende quotidiane. Un anno dopo scrisse "Orlando, dedicata all’amica Victoria Sackville-West e nel 1929 pubblicò  Una stanza tutta per sé, sulla discriminazione femminile attraverso donne come Jane Austen, le sorelle Brontë, Aphra Ben e George Eliot, che sono riuscite a emanciparsi dai pregiudizi sociali dell'epoca. L'attività letteraria di Virginia proseguì tra il 1931 e il 1938, con la stesura dell'opera The Waves, seguita da The Years e Le tre ghinee, con una struttura epistolare in cui la Woolf dava risposte in merito ad argomenti politici, etici e culturali. L'ultima opera realizzata e pubblicata da Virginia, scritta durante il secondo conflitto mondiale, fu Tra un atto e l'altro. Colpita ancora una volta dalle sue crisi depressive, che erano via via più acute, a 59 anni, il 28 marzo 1941 la Woolf pose fine alla sua esistenza, suicidandosi nel fiume Ouse, non lontano dalla sua abitazione. Read the full article
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daniela--anna · 1 year
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"Everyone has their own past closed inside them like the pages of a book learned by heart and whose friends can only read the title."
"There is no gate, no lock, no bolt that you can adjust on the freedom of my mind."
"In idleness, in dreams, the submerged truth sometimes comes to the surface."
(A room of one's own)
"The beauty of the world has two cuts, one of joy, the other of anguish, and cuts the heart in two."
(A room of one's own)
Adeline Virginia Woolf, born Stephen (25 January 1882 - 28 March 1941) was a British writer, essayist and activist.
Considered one of the main figures of 20th century literature, actively engaged in the fight for equal rights between the sexes, she was, together with her husband, a militant of Fabianism
(movement in favor of the stature of the lower social classes).
In the interwar period she was a member of the Bloomsbury Group and a prominent figure in London's literary circles.
Her most famous works include the novels Mrs Dalloway (1925), A Trip to the Lighthouse (1927) and Orlando (1928).
Among her non-fiction works are The Common Reader (1925) and A Room of One's Own (1929);
in the latter work appears the famous quote: "A woman must have money, adequate food and a room of her own if she is to write novels."
Her works have been translated into over fifty languages.
Her translators include Jorge Luis Borges, Marguerite Yourcenar, Giulia Niccolai, Cristina Campo and Nadia Fusini.
"Ognuno ha il proprio passato chiuso dentro di sé come le pagine di un libro imparato a memoria e di cui gli amici possono solo leggere il titolo."
"Non c’è cancello, nessuna serratura, nessun bullone che potete regolare sulla libertà della mia mente."
"Nell’ozio, nei sogni, la verità sommersa viene qualche volta a galla."
(Una stanza tutta per sé)
"La bellezza del mondo ha due tagli, uno di gioia, l’altro d’angoscia, e taglia in due il cuore."
(Una stanza tutta per sé)
Adeline Virginia Woolf, nata Stephen (Londra, 25 gennaio 1882 – Rodmell, 28 marzo 1941), è stata una scrittrice, saggista e attivista britannica.
Considerata come una delle principali figure della letteratura del XX secolo, attivamente impegnata nella lotta per la parità di diritti tra i sessi, fu, assieme al marito, militante del fabianesimo
(movimento a favore della levatura dei ceti sociali più bassi).
Nel periodo fra le due guerre fu componente del Bloomsbury Group e figura di rilievo nell'ambiente letterario londinese.
Le sue opere più famose comprendono i romanzi La signora Dalloway (1925), Gita al faro (1927) e Orlando (1928). Tra le opere di saggistica emergono Il lettore comune (1925) e Una stanza tutta per sé (1929); in quest'ultima opera compare la celebre citazione: «Una donna deve avere denaro, cibo adeguato e una stanza tutta per sé se vuole scrivere romanzi.»
I suoi lavori sono stati tradotti in oltre cinquanta lingue. Tra i suoi traduttori si annoverano Jorge Luis Borges, Marguerite Yourcenar, Giulia Niccolai, Cristina Campo e Nadia Fusini.
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