Tumgik
#mi dispiace per tutti gli altri ma io >>>>>>>>>>
givemeanorigami · 1 year
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Io: non mi piacciono i piccoli umani.
Sempre io al primo Natale della bimba di amica:
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angelap3 · 1 month
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......STUPENDA 🤗...
Attraverso il buchino del muro il topolino guardava il contadino e la moglie che stavano aprendo un pacchetto. "Che cibo ci sarà?" - si chiedeva il topolino che rimase sconvolto nel vedere che era una trappola per topi.
Il topolino fece il giro della fattoria avvisando tutti: - "C'è una trappola per topi in casa! C'è una trappola per topi in casa!"
Il pollo alzò la testa e disse: "Signor Topo, capisco che è una cosa grave per te, ma non mi riguarda. Non mi preoccupa affatto." Il topolino andò dal maiale dicendogli, "C'è la trappola per topi in casa! C'è la trappola per topi in casa!
" Il maiale con empatia disse: -"mi dispiace molto, Signor Topo, ma non c'è nulla che io possa fare, eccetto pregare. Ti assicuro che sarai fra le mie preghiere." Il topolino allora andò dalla mucca: -"C'è una trappola per topi in casa! C'è una trappola per topi in casa!"
La mucca disse, "Ohh.. Sig. Topo, mi dispiace per te ma a me non disturba." Quindi, il topolino tornò in casa, con la testa bassa, molto scoraggiato, per affrontare da solo la fatidica trappola.
Durante la notte sentirono uno strano rumore che echeggiò per la casa, come quello di una trappola che afferra la sua preda. La moglie del contadino si alzò subito per vedere cosa avrebbe trovato nella trappola.
Nel buio, non vide che era un serpente velenoso con la coda bloccata nella trappola. Il serpente morsicò la moglie del contadino che dovette portarla d'urgenza all'ospedale, con la febbre alta.
Come molti sanno, nella cultura contadina, la febbre si cura con una zuppa di pollo fresco, quindi il contadino con il suo coltellone uscì nel pollaio per rifornirsi con l'ingrediente principale della zuppa.
La malattia della moglie però non passava e così tanti amici vennero a trovarla per starle vicino.
La casa era piena e per nutrire tutti, il contadino dovette macellare il maiale. Ben presto la moglie morì e tanta gente venne al suo funerale tanto che il contadino dovette macellare la mucca per offrire il pranzo a tutti. Il topolino dal buchino del muro guardò il tutto con grande tristezza.
La prossima volta che sentite che qualcuno sta affrontando un qualche problema e pensate che non vi riguardi, ricordate che quando uno di noi viene colpito, siamo tutti a rischio.
Siamo tutti coinvolti in questo viaggio chiamato vita.
Prendersi cura gli uni degli altri è un modo per incoraggiarci e sostenerci a vicenda.
"Quando senti suonare la campana
non chiederti per chi suona.
Essa suona anche per te".
.......
(Ernest Hemingway)
foto del web
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shashashina · 11 months
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Me and Danny
Avvertenze: 18+, sesso non protetto, nsfw, masturbazione, i miei personaggi sono all'ultimo anno delle superiori e hanno entrambi 18 anni.
Trama: Tu e Danny passate dall'essere sconosciuti ad amici fino a diventare fidanzati, e un pomeriggio, durante una sessione di studio, le cose prendono una piega diversa.
Conteggio parole: 2.745
So che ci ho messo un po' a postare e mi dispiace, ma sono stata impegnata e non sapevo come scrivere un pezzo della storia, ma oggi ho trovato un po' di tempo per completarla. Spero davvero che vi piaccia, mettete mi piace o commentate, mi scuso anche se ci sono degli errori, in tal caso fatemelo sapere e cercherò di correggerli.
Prima che qualcuno possa prendermi in giro, Danny è completamente un ragazzo in questa storia, non perché sminuisca il suo essere un ragazzo trans o qualcosa del genere, solo perché semplicemente non sono ancora in grado di scrivere storie che trattino adeguatamente l'essere transessuale e io non voglio essere offensivo in nessun modo, spero che possiate comprendere la mia scelta e mi scuso se qualcuno si sentirà offeso, non è mia intenzione. 
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Prima di fidanzarci io e Danny eravamo semplici conoscenti, nella stessa scuola fin dalle elementari, ma mai così vicini da essere amici o da salutarsi nei corridoi della scuola, ma qualcosa è cambiato all'inizio dell'ultimo anno delle superiori scuola. C'era la pausa pranzo e io stavo mangiando seduto sul palco del teatro scolastico, lontano da tutti gli altri studenti che erano a mensa, non mi piaceva molto stare con gli altri, preferivo a volte la solitudine, e infatti Ero solo, almeno finché Danny e i suoi 3 amici irruppero in teatro ridendo e chiacchierando, quando si accorsero della mia presenza abbassarono di qualche tono la voce, sembrava che stessero confabulando qualcosa, era insolito che all'ora di pranzo ci fosse qualcuno nel teatro lontano da me, così hanno attirato la mia attenzione, ho provato ad ascoltare di cosa stavano parlando ma ho avuto davvero difficoltà a capire, finché uno di loro non ha urlato "Certo, questo sarà lo scherzo più epico mai, ne parleranno per anni nelle navate laterali” risero tutti. In quel momento ho incrociato gli occhi con Danny, ho sempre pensato che fosse carino, ma in quel momento, con la luce fioca del teatro e il suo sorriso sfacciato, il mio cuore ha saltato qualche battito e le mie guance sono arrossate. "Ehi tu, vuoi unirti a noi per preparare lo scherzo del secolo?" quella domanda univa le nostre strade e i nostri cuori, nessuno di noi due poteva sapere che quelle due lettere che pronunciai dopo ci avrebbero uniti in quel modo… “Sì” dissi saltando giù dal palco e avvicinandomi “Che cosa avevi in ​​mente ?” Passarono i successivi 15 minuti a spiegarmi il piano e gli occhi di Danny finivano su di me troppo spesso, me ne accorgevo visto che anch'io ogni tanto lo guardavo con la coda dell'occhio... Alla fine il piano non è riuscito e anzi tutti e 5 abbiamo ricevuto una bella punizione per un mese intero per pulire le aule della scuola, in quel mese io e Danny abbiamo legato molto, parlavamo spesso durante i compiti, era inevitabile che prima o poi uno dei due si sentisse il bisogno di chiedere un appuntamento, ero io “Ehi, um, Danny? Mi chiedevo se ti andrebbe di uscire con me qualche volta..." Ripetevo questa semplice frase nella mia testa per almeno 10 minuti, provando tutto il tono di voce che avevo, cercando di prepararmi per ogni possibile scenario, da lui ridendo di me a lui che accetta… mi sono ritrovata davanti al suo armadietto senza nemmeno rendermene conto, lui era lì a ridacchiare con i suoi amici, appena mi ha visto ha sorriso e mi ha fatto segno: “Ehi, come va? Stai bene? Hai la faccia tutta rossa…” Ha provato a portarmi la mano in faccia ma involontariamente mi sono scansato con un po' troppo fervore, “Sì, sto bene, alla grande” ho detto guardando la sua espressione perplessa, “Mi chiedevo se Potrei parlarti un attimo in privato…” Alla mia richiesta sembrò ancora più confuso, ma non esitò ad allontanarsi dall'armadietto e dai suoi amici, afferrandomi per il polso e quasi trascinandomi in un'aula vuota, "COSÌ? Di cosa si tratta? Sei sicuro di stare bene?" Lui e il suo dannato modo di essere così gentile e premuroso, mi mandano la mente in tilt e il mio cuore in subbuglio. "Sì, sto bene, volevo chiederti, beh, se vuoi... ti piacerebbe uscire con me?" La mia voce è uscita molto più forte di quanto avrei voluto, quasi urlavo, ero imbarazzato, mi sentivo completamente nervoso, finché non ha risposto... “Sì ok, ma non urlare, sento perfettamente” mi mette una mano sulla testa, che fino ad allora era piegato, per poi spostarlo sulla guancia spingendomi ad alzare lo sguardo per guardare i suoi occhi, occhi azzurri nei quali i miei sono totalmente immersi: “Quindi è un appuntamento?” Chiese con un sorriso tra l’imbarazzato e l’arrogante… “Sì, immagino che si possa chiamarlo così”. Uscimmo quello stesso fine settimana, andammo al cinema e poi alla sala giochi, prendemmo degli hot dog e una coca cola e lui mi accompagnò a casa: "È stato divertente, mi è piaciuto uscire con te, è bello incontrarci in un posto così diverso da a scuola qualche volta” dico “Sì, mi sono divertito molto anche io, mi piace stare con te, sei molto simpatico e carino, dovremmo uscire più spesso insieme, magari la prossima volta scelgo il film” dice affrontando il fatto che sono stato io a scegliere il film da vedere al cinema, “Ok va bene, la prossima volta scegli il film” “Buonanotte” mi ha dato un bacio sulla guancia e nemmeno il tempo di realizzare l'azione che stava facendo stava già andando via, penso che anche lui non si fosse reso conto di quello che aveva fatto e abbia agito d'impulso, il che spiega perché sembrava stesse scappando "Buonanotte Danny!" Ho urlato in giro per il vicinato, lui ha alzato la mano in risposta... Le settimane passano e il nostro rapporto cresce sempre di più, finché una sera durante una passeggiata nel parco, mano nella mano, avviene il nostro primo bacio. Mentirei se dicessi di non aver immaginato le sue morbide labbra sulle mie almeno un centinaio di volte da quando mi ha chiesto di unirmi a lui e ai suoi amici nello scherzo del secolo. Le sue labbra erano migliori di quanto immaginassi, il nostro bacio è durato solo pochi secondi, ma è stato fantastico, ho avuto altri baci in passato, ma nessuno batteva questo. Da quel momento ci siamo fidanzati e adesso lui è nella mia stanza, sul mio letto, a fare il ripasso per gli esami che ci saranno a breve, sembra molto tranquillo, per lui è facile, è molto più bravo di me all'esame, mentre io sono in ansia, studio da giorni ma faccio fatica a memorizzare quello che leggo… Mancano due giorni e non ho più speranze: “Ehi, non credi che te la prendi un po' troppo sul serio? Ti ammalerai se continui a studiare così tanto e a stressarti in questo modo” dice prendendo il mio libro di testo dalle sue mani e appoggiandolo sul comodino accanto al letto. “Lo so, e hai ragione, ma mi sembra che più leggo e meno capisco, non voglio che gli esami vadano male, ho bisogno di voti alti per entrare in una buona università e se potrei anche ottenere la borsa di studio, sarei meno peso per i miei genitori” dico cercando di prendere il libro dal comodino “Sì, ma devi anche capire che stai studiando da giorni e che il tuo cervello ha bisogno di una pausa per poter memorizzare meglio, che ne dici se andiamo a prenderci un frappè?” Mi prende la mano e mi costringe ad alzarmi dal letto, mi spinge leggermente verso la porta e a quel punto non ho proprio né l'energia né la voglia di reagire, sa essere davvero testardo e sinceramente non lo farei mente un frappè, usciamo dalla porta e la consapevolezza di non essere uscita di casa da un giorno e mezzo mi colpisce subito, sono felice di avere Danny che si prende cura di me e mi incoraggia a stare meglio. Andiamo a prendere il frappè e nel frattempo mi godo la passeggiata, quando torno a casa mi sento molto meno stanco di quando sono uscito, mi ha fatto bene prendere una boccata d'aria e andare a fare una passeggiata. Torno sul letto e quando sto per riprendere in mano il libro Danny si mette in mezzo “Eh no, è l'ora delle coccole, quasi non mi calcoli da quando sono qui, ho bisogno i miei 20 o 30 minuti di attenzione” “Uffa, ok, ma poi niente più interruzioni” dico fingendomi scocciato, in realtà ha ragione, ero troppo occupato a studiare che non gli ho nemmeno parlato, merita tutta la mia attenzione , almeno per 30 minuti. Mi fa sdraiare sul letto e si mette tra le mie braccia, il suo viso nell'incavo del mio collo, percepisco il suo respiro caldo e poi anche le sue labbra, mi dà piccoli baci sul collo, si muove lentamente, ora mordicchiando e succhiandomi la pelle, un piccolo gemito esce dalle mie labbra, sento il calore farsi strada attraverso il mio corpo. Si sposta dal collo alla clavicola sinistra, sposta la mano sul mio fianco, non l'abbiamo mai fatto prima, i miei genitori non sono nemmeno a casa adesso, quindi penso che stia prendendo l'iniziativa, mi guarda con uno sguardo profondo e mi bacia, i suoi baci restano sempre i migliori, ma questa volta c'è di più, non so cosa abbia creato questa situazione, ma non mi dispiace. La sua lingua e la mia si uniscono e ancora una volta gemo, lui si allontana da me e mi fissa “Se continui a gemere non credo che riuscirò a fermarmi” “Non credo di volere che tu smetta” Dico prendendogli il viso tra le mani e avvicinando nuovamente le sue labbra alle mie, la sua mano si sposta sull'orlo della mia camicia. Ci infila le dita sotto e le sento fredde sulla mia pelle, lui è sempre stato un tipo da freddo, in contrasto con la mia sempre calda, mi vengono i brividi e l'eccitazione cresce, continuiamo a baciarci e le mie dita, invece, si fanno aggrovigliata tra i suoi capelli, tirandoli appena un po', è il suo momento di gemere. Ci allontaniamo lentamente dal bacio e lui si siede in ginocchio, sembra che stia cercando di capire la sua prossima mossa, mi guarda negli occhi e a quel punto capisco che entrambi vogliamo oltrepassare quel limite e fare il passo successivo . Imito la sua posizione e mi siedo anch'io in ginocchio, ricomincio a baciarlo e le mie mani si appoggiano con fermezza sull'orlo della sua maglietta e la sollevo, gli tolgo la maglietta e inizio a baciarlo sul mento, poi sul collo e poi sulla clavicola lascio dei succhiotti, le mie mani si spostano sulla sua cintura, la slaccio e gli sbottono i jeans, sento il suo respiro farsi più pesante… torno a baciarlo e le sue mani scivolano ancora una volta sotto la mia maglietta e mi afferra dolcemente i fianchi, intanto lui mi solleva la maglietta, io mi ritrovo davanti a lui in reggiseno. Lui mi osserva come se guardasse un quadro “Sei bellissima” dice e mi bacia, le sue mani tornano sul mio corpo, con una mano mi afferra il sedere e con l'altra me lo porta dietro al collo per approfondire la Bacio ancora di più… Le mie mani corrono tra la sua schiena e il suo petto, “Danny” sussurro il suo nome in un gemito. Ci separiamo dal bacio “Sei sicura di voler continuare? Se vuoi cambiare idea puoi dirmi...” “Sono sicuro, sei sicuro?” "Stai scherzando? Sogno questo momento ormai da mesi” sorridiamo alla sua risposta. Mi slaccio il reggiseno e lui ancora una volta mi guarda come se fossi un quadro, ma lui mi slaccia i jeans e mi aiuta a toglierli, io mi sdraio sul letto mentre lui si toglie i jeans e rimaniamo entrambi in mutande. Si posiziona su di me e così facendo sento la sua erezione, le sue mani finiscono sul mio seno mentre inizia a mordermi il collo e passa lentamente al mio seno, succhia e lecca, inarco un po' la schiena per l'eccitazione, uno dei le sue mani scende ad esplorare e si ferma sul pizzo delle mie mutandine, poi scivola più in basso, la mia umidità trasuda da esse e lui che prima era intento a succhiarmi il capezzolo lo sento sorridere sulla mia pelle. Le sue dita premono sul clitoride massaggiandolo dolcemente, mi esce un gemito dalle labbra e d'istinto afferro i cappelli di Danny, lui mi guarda e sorride in modo impertinente, con lo sguardo di chi sa di fare la cosa giusta, mi bacia, ma Onestamente non voglio essere l'unico a continuare a provare piacere, la mia mano si sposta verso la sua erezione massaggiandola un po' "YN" anche lui geme adesso, e il suo respiro pesante manda scosse attraverso il mio corpo, lasciami continuare a toccarlo mentre lui continua a toccarmi, ci guardiamo negli occhi mentre continuiamo a darci piacere a vicenda. Sento che sto per raggiungere l'orgasmo e credo che se ne sia accorto anche lui, continua a strofinarsi le dita ma aumenta la velocità, raggiungo l'orgasmo e lo trattengo, ho avuto un orgasmo intenso che dura almeno 15 secondi, secondi in cui non ha smesso di stimolarmi. Lo bacio, un bacio sciatto, ne voglio di più adesso. “Danny, sono pronto, ti voglio” “Ti voglio anch'io” si libera delle mutande e mi aiuta a liberarmi delle mie, si posiziona ancora una volta su di me e preme la sua erezione sulla mia entrata, si posiziona meglio e spinge finché non mi entra dentro “Fa male? Che domanda stupida, certo che fa male” dice “Ehi, no, non è una domanda stupida, fa male, ma non quanto pensavo, vai avanti” fa, spinge ancora più a fondo e io afferro i fogli, lui inizia a muoversi, lo sento dentro di me, pensavo sul serio che facesse più male, ma no, in poco tempo sento il piacere aumentare. Mi tengo alle spalle di Danny e questo lo incoraggia ad aumentare l'intensità, le mie gambe si avvolgono intorno alla sua vita e questo finisce per spingerlo più profondamente dentro di me "YN, cazzo, mi sento benissimo" geme nel mio orecchio, questo mi fa stringere ancora di più, sento che mi sto avvicinando di nuovo all'orgasmo e penso che anche lui si stia avvicinando. Mi gira e mi spinge a sedermi su di lui, ora siamo tutti e due seduti, lui sul letto ed io su di lui, la posizione lo fa andare ancora più in profondità, ora sono io che mi muovo e lui regola l'intensità spingendo i miei fianchi, noi bacio, tra gemiti e respiri pesanti mi avvicino molto più velocemente alla fine, lui si stacca dal bacio e inizia a baciarmi il collo e ad afferrarmi il seno tra le sue mani, io invece tengo le dita tra i suoi capelli. “YN, cazzo, sto arrivando” “Anch'io Danny” Non ho nemmeno il tempo di dirlo sento l'orgasmo investire i miei sensi e subito dopo sento Danny liberarsi dentro di me. Ci guardiamo negli occhi per qualche secondo, con i nostri respiri irregolari quasi sincronizzati, poi lui decide di sdraiarsi portandomi giù con sé, esce e mi bacia, un bacio dolcissimo, mi sorride e poi “Io ti amo YN, sono felice di averti chiesto di unirti a me e ai miei amici quel giorno a teatro” era la prima volta che diceva ti amo, ed ero così felice di ciò “Ti amo anch'io Danny” I guardalo negli occhi, i suoi occhi sono i più belli che abbia mai visto, e ho la sensazione che possa vedermi nella mia anima, mi sento bene con lui, ho imparato ad apprezzare la compagnia delle persone e a socializzare di più, mi sostiene per me molto più di quanto possa ammettere a me stesso. Mi tiene tra le sue braccia e ci addormentiamo così, in totale beatitudine. Passano due giorni e arriva il fatidico giorno delle prove, lo superiamo entrambi, lui con ottimi voti, io con voti decisamente più alti di quanto mi aspettassi, c'è da dire che Danny mi ha aiutato molto ad imparare e memorizzare e che le coccole sessione è stata uno stimolo incredibile per spingermi a studiare di più. Sono felice di averti chiesto di unirti a me e ai miei amici quel giorno a teatro” era la prima volta che diceva ti amo, e ne ero così felice “Ti amo anch'io Danny” Lo guardo negli occhi , i suoi occhi sono i più belli che abbia mai visto, e ho la sensazione che possa vedermi nella mia anima, mi sento bene con lui, ho imparato ad apprezzare la compagnia delle persone e a socializzare di più, mi sostiene molto di più di quanto sono in grado di ammettere a me stesso. Mi tiene tra le sue braccia e ci addormentiamo così, in totale beatitudine. Passano due giorni e arriva il fatidico giorno delle prove, lo superiamo entrambi, lui con ottimi voti, io con voti decisamente più alti di quanto mi aspettassi, c'è da dire che Danny mi ha aiutato molto ad imparare e memorizzare e che le coccole sessione è stata uno stimolo incredibile per spingermi a studiare di più. Sono felice di averti chiesto di unirti a me e ai miei amici quel giorno a teatro” era la prima volta che diceva ti amo, e ne ero così felice “Ti amo anch'io Danny” Lo guardo negli occhi , i suoi occhi sono i più belli che abbia mai visto, e ho la sensazione che possa vedermi nella mia anima, mi sento bene con lui, ho imparato ad apprezzare la compagnia delle persone e a socializzare di più, mi sostiene molto di più di quanto sono in grado di ammettere a me stesso. Mi tiene tra le sue braccia e ci addormentiamo così, in totale beatitudine. Passano due giorni e arriva il fatidico giorno delle prove, lo superiamo entrambi, lui con ottimi voti, io con voti decisamente più alti di quanto mi aspettassi, c'è da dire che Danny mi ha aiutato molto ad imparare e memorizzare e che le coccole sessione è stata uno stimolo incredibile per spingermi a studiare di più.
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crazy-so-na-sega · 7 months
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IL TOPOLINO
Attraverso il buchino del muro il topolino guardava il contadino e la moglie che stavano aprendo un pacchetto. “Che cibo ci sarà?” – si chiedeva il topolino che rimase sconvolto nel vedere che era una trappola per topi. Il topolino fece il giro della fattoria avvisando tutti: – “C’è una trappola per topi in casa! C’è una trappola per topi in casa!” Il pollo alzò la testa e disse: “Signor Topo, capisco che è una cosa grave per te, ma non mi riguarda. Non mi preoccupa affatto.” Il topolino andò dal maiale dicendogli, “C’è la trappola per topi in casa! C’è la trappola per topi in casa!” Il maiale con empatia disse: -“Mi dispiace molto, Signor Topo, ma non c’è nulla che io possa fare, eccetto pregare. Ti assicuro che sarai fra le mie preghiere.” Il topolino allora andò dalla mucca: -“C’è una trappola per topi in casa! C'è una trappola per topi in casa!" La mucca disse, "Ohh.. Sig. Topo, mi dispiace per te ma a me non disturba". Quindi, il topolino tornò a casa, con la testa bassa, molto scoraggiato, per affrontare da solo la fatidica trappola. Durante la notte sentirono uno strano rumore che echeggiò per la casa, come quello d'una trappola che afferra la sua preda. La moglie del contadino s'alzò subito per vedere cosa avrebbe trovato nella trappola. Nel buio non vide che era un serpente bloccato nella trappola per la coda. Il serpente morse la moglie del contadino che dovette portare d'urgenza all'ospedale, con la febbre alta. Come molti sanno nella cultura contadina la febbre si cura co una zuppa di pollo fresco, quindi il contadino uscì col suo coltellone nel pollaio... La malattia della moglie però non passava e così tanti amici vennero a trovarla per starle vicino. La casa era piena e per nutrire tutti il contadino dovette macellare il maiale. Ben presto la moglie morì e tanta gente venne al suo funerale tanto che il contadino dovette macellare la mucca per offrire il pranzo a tutti. Il topolino dal buchino del muro guardò il tutto con molta tristezza. La prossima volta che sentite che qualcuno sta affrontando un qualche problema e pensate che non vi riguardi, ricordate che quando uno di noi viene colpito, siamo tutti a rischio. Siamo tutti coinvolti in questo viaggio chiamato vita. Prendersi cura gli uni degli altri è un modo per incoraggiarci e sostenerci a vicenda. "Quando senti suonare la campana non chiederti per chi suona. Essa suona anche per te"."
-Ernest Hemingway
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papesatan · 5 months
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Je m'accuse
Ogniqualvolta si torna a discutere di donne abusate e uomini violenti, mi ritrovo a mettere in questione tutto il mio essere, fermo alla sbarra. Prendo in esame azioni e reazioni, ogni comportamento potenzialmente tossico mostrato nella mia vita. Inizio a pensare che forse è per questo che le mie ex sono scappate. Forse ci sono anch’io tra quei post che si leggono sui social, per qualcosa che non sono neanche cosciente d’aver fatto, il che è peggio. Quando la mia ragazza è sparita da un giorno all’altro senza alcun motivo, mi sono interrogato a lungo su quale potesse essere stata la mia colpa, in cosa le avessi mancato. Ho abusato psicologicamente di lei fino a farla scappare? “Una volta eliminato l’impossibile, ciò che rimane, per quanto improbabile, dev’essere la verità”. So bene di non essere un brav’uomo. Sono stato spesso sessista, maschilista, razzista, geloso e possessivo, tossico e perverso al limite della paranoia, e per quanto creda di essere maturato e migliorato non mi sento affatto migliore. C’è un sogno che mi rincorre ancora: un pulsante fine-del-mondo riluce fiammante sull’immensa scalinata d’un grande altare: premuto, farebbe svanire tutti gli uomini violenti o potenzialmente tali dalla faccia della Terra. La mia ex cerca di raggiungerlo, ma stremata, non ci riesce. La prendo in braccio, la porto su e premo il pulsante assieme a lei. Di colpo comincio a svanire, io con gli altri. Lei piange, si dispera, vorrebbe tornare indietro, l’accarezzo, riesco soltanto a dire: “Giusto così”. Mi dispiace, mi dispiace tanto, non me ne vogliate. Spero che nessuno si senta offeso. Ho già abbastanza colpe da scontare.
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orotrasparente · 1 year
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ieri come molti avranno letto purtroppo è stato trovato il corpo di una studentessa scomparsa pochi giorni fa e che frequentava vicino a me anche se in un’altra facoltà, si è suicidata per l’università, io negli ultimi due mesi ho vissuto un momento molto difficile con l’università stessa, non mi vergogno a dire che ho avuto più di una crisi di panico, più di una volta mi sono trovato a sentirmi un fallimento, più di una volta nella mia testa c’era solo il pensiero che non valessi quanto gli altri perché non riuscivo a memorizzare abbastanza cose nonostante stessi studiando ininterrottamente da mesi, ho odiato me stesso per quanto mi sentissi stupido, tutto perché c’era uno stress esorbitante attorno a questo esame, gente che doveva ripeterlo decine di volte, gente che torna a casa umiliata e in lacrime, ma per fortuna (tanta fortuna e anche bontà devo dire di un’assistente che nonostante fossi palesemente in crisi con me stesso ha avuto la pazienza di farmi uscire le cose da bocca) l’altro giorno sono riuscito a passarlo per il rotto della cuffia e non riesco a non pensare che nello stesso momento in cui io riuscivo a uscirne - almeno in parte - da quella brutta fase, c’era una ragazza dall’altra parte che ha abbandonato non solo lo studio ma la sua vita per lo stesso motivo, mi dispiace davvero tanto, vorrei ce l’avessi fatta anche tu, mi dispiace per tutti quelli come me, come te, che si sentono degli idioti e dei falliti solo per dei voti, per degli esami, non lo so spero un giorno si riesca a fare di più per rendere tutto più.. boh, umano? sì credo di sì
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auxoubliettes · 4 months
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in questi giorni vorrei quasi scusarmi di tutto con tutti, o almeno dare delle spiegazioni a un sacco di persone e a me, non per risolvere qualcosa quanto per mettere un punto a questa paralisi che mi inchioda a me. voglio molto bene a molte persone e molte cose, lo sento sulle palpebre sulle dita nello stomaco tra le tempie, eppure non credo di comunicarlo, al punto da dubitarne io stessa. eppure ribollo, è diventato anche fisiologico: in certi casi sento l'eco di qualcosa che mi ribolle dentro fino all'orecchio sinistro - vabbè in realtà è che l'otorino non sa darmi delle spiegazioni e quindi medico santone new age presso me stessa ho deciso di prenderlo come un segno.
le persone che sono mie amiche lo sono perché sono prive degli spigoli che io ho e perché sono state abilissime nel non sbattere il mignolo contro i miei. invidiare l'energia che emanano e che mi ha agganciato a loro come una calamita è l'unica invidia costruttiva che provo, l'unica che non mi mangia ma che mi dice: impara ad essere più affettuosa e meno algida, calibra meglio le solitudini perché non fanno sempre bene, ogni tanto abbassa la guardia e fatti invadere e invadi gli altri, sii meno assente, smetti di chiederti il permesso come se fossi un corpo estraneo, sii più libera non solo nel provare ma anche nell'esternare quello che provi, non riporre nei pensieri degli altri i timori e i dubbi su di te che in verità nascono da te. forse è stata colpa mia tante volte, mi scuso. vorrei scrivere a maria che quella volta che dal niente mi invitò a bologna mi stupii tantissimo e che mi è dispiaciuto sia stato quasi un episodio a sé stante perché forse non era un invito casuale il suo ma sono stata io a non saperla leggerla a sufficienza e a marzo dirle auguri e che ho letto il suo libro preferito; dire a federico che mi dispiace della sua situazione anche se non risponde più a nessuno e per una volta dire mi manchi invece che chiedere dove sia finito che tanto lo so; vorrei dire a beatrice di dirmi tutto; vorrei dire a tutti che possono leggermi e chiedere scusa per non averlo permesso prima. giuro che con calma lo faccio.
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porchesie · 3 months
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Giorgio Bocca (forse)
Non sono mai stato uno di quei moralisti che piangono per l'esistenza dei network, della libera concorrenza e del denaro, anzi mi sono sempre adeguato al mutare dei tempi, cercando di vivere decorosamente e in agiatezza senza troppo sottilizzare su chi mi dava pane e companatico.
Ma - nonostante ciò - sento oggi la necessità di parlare di una storia che ho saputo grazie alle intime confidenze di un'amica, ricca e facoltosa signora della borghesia lombarda.
A quanto mi ha raccontato la mia amica, persona in tutto degna di fede, il dottor Silvio Berlusconi, il famoso proprietario delle TV private più importanti e di numerosi giornali a grande tiratura, come il famigerato TV Sorrisi e Canzoni, organizza periodicamente a casa sua delle "seratine televisive".
Il titolo curiosamente familiare nasconde in realtà un gioco di società assai divertente e appetitoso che il geniale imprenditore piduista ha inventato per sé e per i suoi più fidati amici (qualche socialista cocainomane, qualche industriale, qualche mafioso). Il gruppo, riunito come in un racconto del marchese De Sade davanti alla TV, sceglie ogni sera, tra presentatrici, ballerine e showgirls dei programmi di Retequattro, Italia1 e Canale 5, quelle che dovranno essere chiamate a soddisfare le voglie dei presenti in un crescendo di situazioni viziose.
Basta poi una telefonata del boss e ai direttori di rete mandano a casa Berlusconi, impacchettate e pronte a tutto, le schiave della serata. Programmi specificamente allestiti, come Viva le donne, M'ama non m'ama, Drive In, ecc. assicurano il giusto flusso di carne fresca per il "divino Silvio".
Ora io non voglio fare un discorso moralista, né spezzare una lancia a favore della castità. Riconosco al dottor Berlusconi un grande senso pratico in queste faccende e non discuto neppuere sul fatto che lui si diverta così. Ma non posso non sentirmi infastidito se penso che, tra i tanti "amici" che sono stati invitati a godersi le ballerine e le presentatrici, il mio nome non figura mai.
L'Italia è proprio un paese in cui il merito viene spesso calpestato e dove trionfa l'ipocrisia, il partitismo, il denaro. Sono andati a passare qualche ora da Berlusconi, ora presidenti del consiglio, ora presidenti di banche, ora camorristi, ora rapitori e riciclatori di denaro sporco, ora trafficanti di cocaina, ora assassini prezzolati, ma non è mai stato invitato nessun uomo di cultura, nessun intellettuale e - senza voler essere demagoghi - nessun proletario.
Come mai? Eppure - faccio notare - io, come tanti altri intellettuali, lavoriamo per Berlusconi, partecipiamo ai suoi programmi, rendiamo culturalmente accettabili anche le puttanate più forti del network. E credo che ci meriteremmo almeno una piccola ballerina.
Parlo per me, ma penso di interpretare anche il pensiero dei colleghi Arrigo Levi e Guglielmo Zucconi, nonché Maurizio Costanzo dell'Occhio Nero - pur essendo il più brutto di tutti noi -, che comunque fa storia a sé, essendo nato in passato e forse ancor ora, membro della stessa loggia dei boss.
Mi si potrebbe obiettare: perché non telefoni tu stesso ai direttori dei programmi per farti mandare a casa presentatrici e gnoccolone varie? Inutile, ho provato, per scrupolo di cronista, a fare dei tentativi. Ogni volta mi sono sentito sghignazzare in faccia. Insomma senza un invito di Berlusconi non riuscirò mai a partecipare a una vera serata di piacere.
E questo, come ex partigiano e come uomo, mi secca abbastanza. Devo pensare che la colpa vada attribuita al mio maledetto riportino, che certe volte il vento agita fino a mostrare il bianco della pelata?
Riportino sì o no, dispiace che un imprenditore così accorto come Berlusconi sottovaluti gli intellettuali, proprio quando si tratta di spartirsi "la gnocca".
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ecleptica · 5 months
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non sono sparita giuro semplicemente mi si è rotto il telefono perché a lavoro ci hanno fatto cadere una scala di ferro,spaccandolo in pezzettini. Il rimborso è stato “mi dispiace”.
Ho lavorato da Domenica a ieri dalle 6 alle 23 tutti i giorni,sono svenuta dal dolore alla schiena e sto facendo le iniezioni, mi prendo cura di una casa,di una cagnolina bellissima, mamma e sorella come se avessi due figlie.
C’è una nuova persona nella mia vita con cui sto cercando di prendere le misure con abbastanza difficoltà, oggi mega litigata io piango perché voglio solo essere una brava persona ma passo per scema.
Vorrei che qualcuno si prendesse un minimo cura di me come io faccio con gli altri avendo pensieri carini.
E sí mi sono comprata l’iPhone 15 rosa e ne sono innamorata lo volevo da mesi e me lo meritavo.
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chaosdancer · 28 days
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Mi dispiace molto per ciò che hai passato, sono colpito dalla profondità con cui hai scritto certi passaggi. Ora ti chiedo, come si risale? Come si torna ad avere una visione pulita e positiva della vita? Ma soprattutto, perché non ne sei uscito prima, nonostante tutto il male che vi siete fatti? Da come l’hai descritto sembra atroce, viste anche le tue condizioni…
Questa è la tipica domanda da un milione (almeno per me ahahahah). Non ho mai avuto nessuno che mi abbia offerto soluzioni e/o ricette "pronte", come tantissime altre cose nella vita del resto. Credo che ogni situazione, ogni persona, ogni "legame chimico" tra le persone sia unico ed irripetibile. Poi c'è anche da considerare il "quando" una cosa avviene. Col senno e la maggior maturità di adesso forse saprei stare alla larga da certe cose bloccandole sul nascere. Il "quando" è maturo oggi ma non lo era in passato. Insomma, non siamo mai realmente pronti al 100% nella vita, è tutto una grandissima incognita e questo è ciò che ho imparato dopo 24 anni e mezzo tra felicità e sofferenze (a partire dalla famiglia che per fortuna/sfortuna ho avuto, oggi la apprezzo nei suoi mille difetti, probabilmente non avrei la testa di adesso e che sarà sempre più matura con gli anni a venire).
Sto divagando.
Ho pensato tante volte a cose come: "e se ne fossi uscito prima?", "e se avessi ascoltato i miei amici e mia madre?". Col tempo ho capito che è inutile pensare ai vari "se" ma reagire direttamente davanti alla realtà delle cose, prendendo anche delle decisioni drastiche a volte (come una rottura). Io penso che le cose siano dovute andare come sono andate, né chiudendola prima, né chiudendola dopo, la "vita" ha voluto così (so che parlo molto da buddhista o credente dell'universo ma ti assicuro che non lo sono in senso lato ahaha)
E la cosa più buffa è che non sono nemmeno stato io ad uscirne. Lei mi ha scritto mentre ero ricoverato e dopo la dimissione le ho dato un'altra chance nonostante avessi TUTTI contro (psichiatri inclusi). Siamo durati per altri sei mesi circa e alla fine ha chiuso lei (dopo che era evidente che si stesse spegnendo il nostro "fuoco", ci credo, ero apatico ed ero ancora sotto abbondanti dosi di cinque psicofarmaci diversi). Insomma l'ha chiusa lei ed io ci sono rimasto male ma non come le nostre precedenti due rotture. Non ci sentiamo dal mese in cui abbiamo rotto e va benissimo così. Però questo è per dire che io ero talmente cieco al punto che ha dovuto chiuderla lei, altrimenti io ci sarei stato ancora. E lei ha chiuso definitivamente (cosa che avrei dovuto fare io dopo i primi tre mesi, non dopo due anni). Ma io, da bravo scemo (e da persona cieca, testarda, che non ascoltava nessuno in mezzo a quel vortice) sono andato contro a tutto e tutti, pure contro al mio evidente stato di salute mentale.
Questo discorso è per dire che anche il mio "quando" risalire non era una cosa per cui fossi esattamente pronto, soprattutto perché il "quando" l'ha scelto l'altra persona. È stata lei a farmi uscire, non sono io che sono uscito da quella situazione, sono stato obbligato a farlo
Io vorrei veramente aiutarti ma ogni situazione è a sé stante e le persone che ne fanno parte sono diverse, ognuno con le proprie storie e i propri trascorsi. Poi nemmeno cose come il gaslighting sono belle, anzi, ti distruggono nel tempo senza che nemmeno tu ne sia consapevole e inizi a diventare una persona che non sei. Io mi sono riguardato indietro e mi sono reso conto di essere stato una persona che non ero. Ma mentre succedeva non me ne sono neanche accorto. Ci ho fatto caso solo mesi dopo essere uscito da quel tornado.
Infine: la vita è bella e la positività sta ovunque. Tutte le cose che sto dicendo non sono successe in una settimana. Sia le cose brutte che quelle belle post rottura si sono create in tanto tempo. Secondo me bisogna partire dall'avere più positività possibile intorno (tra ambiente, amici, famiglia, relazioni...) per poi diventare tu quella fonte di positività per gli altri. E poi anche allenarti a vedere le cose belle e positive intorno a te aiuta (rimanendo anche un po' coi piedi per terra). A volte siamo fin troppo concentrati sulle brutture e storture della vita e perdiamo di vista il fatto che l'obiettivo finale è sentirsi realizzati ed essere felici. Ma per raggiungere questo bisogna anche uscire dalla propria comfort zone e dai nostri circoli viziosi malsani facendo qualche sacrificio (e a volte bisogna proprio andarsene da certe situazioni, certe persone e certi ambienti)
Scusa ma hai toccato un argomento molto ampio e io ne avrei ancora da dire, sono in modalità sintetica ahahah
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0ssim0r0 · 2 years
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DEDICATA A TUTTI. Attraverso il buchino del muro il topolino guardava il contadino e la moglie che stavano aprendo un pacchetto. "Che cibo ci sarà?" - si chiedeva il topolino che rimase sconvolto nel vedere che era una trappola per topi. Il topolino fece il giro della fattoria avvisando tutti: - "C'è una trappola per topi in casa! C'è una trappola per topi in casa!" Il pollo alzò la testa e disse: "Signor Topo, capisco che è una cosa grave per te, ma non mi riguarda. Non mi preoccupa affatto." Il topolino andò dal maiale dicendogli, "C'è la trappola per topi in casa! C'è la trappola per topi in casa!" Il maiale con empatia disse: -"mi dispiace molto, Signor Topo, ma non c'è nulla che io possa fare, eccetto pregare. Ti assicuro che sarai fra le mie preghiere." Il topolino allora andò dalla mucca: -"C'è una trappola per topi in casa! C'è una trappola per topi in casa!" La mucca disse, "Ohh.. Sig. Topo, mi dispiace per te ma a me non disturba." Quindi, il topolino tornò in casa, con la testa bassa, molto scoraggiato, per affrontare da solo la fatidica trappola. Durante la notte sentirono uno strano rumore che echeggiò per la casa, come quello di una trappola che afferra la sua preda. La moglie del contadino si alzò subito per vedere cosa avrebbe trovato nella trappola. Nel buio, non vide che era un serpente velenoso con la coda bloccata nella trappola. Il serpente morsicò la moglie del contadino che dovette portarla d'urgenza all'ospedale, con la febbre alta. Come molti sanno, nella cultura contadina, la febbre si cura con una zuppa di pollo fresco, quindi il contadino con il suo coltellone uscì nel pollaio per rifornirsi con l'ingrediente principale della zuppa. La malattia della moglie però non passava e così tanti amici vennero a trovarla per starle vicino. La casa era piena e per nutrire tutti, il contadino dovette macellare il maiale. Ben presto la moglie morì e tanta gente venne al suo funerale tanto che il contadino dovette macellare la mucca per offrire il pranzo a tutti. Il topolino dal buchino del muro guardò il tutto con grande tristezza. La prossima volta che sentite che qualcuno sta affrontando un qualche problema e pensate che non vi riguardi, ricordate che quando uno di noi viene colpito, siamo tutti a rischio. Siamo tutti coinvolti in questo viaggio chiamato vita. Prendersi cura gli uni degli altri è un modo per incoraggiarci e sostenerci a vicenda. "Quando senti suonare la campana non chiederti per chi suona. Essa suona anche per te".
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libero-de-mente · 3 days
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Che si fottano tutti. Gli oracoli su TikTok e i nuovi profeti di Instagram.
Non voglio farmi turlupinare dai responsi su Fb della nuova generazione di filosofi del web, o dai nuovi vate su X.
Che possano affogare nella loro stessa tracotanza, nella melma di odio e astio che divulgano. Con i loro seguaci del diritto d’opinione a tutti i costi e comunque sacra. Alla faccia della libertà. Non si è liberi di distruggere o demolire senza rispetto, solo per ego, ma diventa una dittatura verbale senza un confronto civile. Io penso, io dico quindi io sono e voi muti.
La verità è che molti sono incattiviti, sopraffatti dall’ego smisurato che ha come metro di misura il numero di follower. La mia paura è quella di essermi incattivito anche io, nonostante io cerchi di mantenere un equilibrio sempre più precario. Vorrei scegliere la vita, ma la vita è piena di invidia e competizione.
A volte penso che una vita fatta di famiglia, mutuo, lavoro, polizza, ristorante una volta a settimana, cinema, divano super confortevole, televisore con tanti canali a pagamento, abiti firmati, sushi all you can eat, il Natale tutti insieme, nulla a cui pensare o di cui preoccuparsi fino alla fine dei propri giorni, sia il desiderio di tantissime persone.
Io è da molto che non ho più questi desideri. Dovrei essere tanto arrabbiato per quello che mi è successo e che ho subito in passato, ma è difficile restare rancorosi quando impari a stare sulle punte dei piedi e guardare al di là dello steccato della quotidianità indotta. Quando scopri che esiste tanta bellezza nel mondo, perché esiste in alcune persone.
Quando ho la fortuna di incontrarne una provo un enorme senso di gratitudine verso il destino, ringraziandolo per ogni singolo momento che mi sarà concesso di condividere con queste persone nella mia piccola vita. Anche un messaggio, un caffè condiviso, una telefonata rubata ai mille impegni quotidiani. Soprattutto anche quando queste persone non capiscono l’importanza che hanno per me, temendo l’ennesimo “caso umano”.
Ho potuto toccare con mano degli orrori, orrori che stanno nella vita di alcune persone. Dolori e ingiustizie subite, spesso come fossero delle torture. Non esistono parole per descrivere quello che ho ascoltato, in parole che erano come un grido di aiuto, a coloro che non sanno cosa significhi l’orrore. Ho percepito cose che molti esseri umani non s’immaginano, ho visto cuori distrutti di una bellezza inaudita.
L’orrore molte volte è creato e nutrito da chi l’orrore non lo conosce, non avendolo mai subito ma facendone parte. Senza remore o colpe molte persone sono parte dell’orrore di altri esseri viventi. Ma sorridono e stringono mani come se fossero persone a modo. Non accettano giudizi, i giudizi indeboliscono la loro convinzione di essere i migliori.
Tutta quella bellezza. In alcune anime non riesco a vederne la fine. Ci si potrebbe navigare per una vita intera, spesso certe menti le trovo troppo grandi per me. Rimango ad ammirarle come un neonato di fronte alla bellezza del seno materno. A bocca aperta, ma in silenzio per non disturbare. Darei l’anima per poter essere degno di una piccolissima attenzione da parte loro.
Mi dispiace, ma io non voglio fare il saccente, non voglio avere ragione. Se do questa impressione me ne dispiaccio, non era nelle mie intenzioni. Vorrei aiutare tutti, se possibile chiunque.
Tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo trarre pace e soddisfazione dalla felicità del prossimo, credetemi io l’ho fatto e mi sono trovato meglio che a godere dei miei successi in solitudine.
Non guardiamo troppo al passato, non scervelliamoci sul futuro, viviamo appieno il presente. Se lo faremo sarà un buon passato da ricordare, ogni tanto, e la base per un radioso futuro.
E in maniera che oggi non riusciamo manco a immaginare, perché potrebbe davvero sorprenderci.
Non sapevo cosa scrivere, senza diventare troppo prolisso. Qui funziona così, poche righe altrimenti sei illeggibile, da passare oltre. Ma se tu stai leggendomi a questo punto, vuol dire che un po’ di attenzione te l’ho presa.
Siamo nell’inferno dell’egoismo oggi, ma chi crede nell’altruismo o fa squadra o affonderà nella melma dell’individualismo.
Credetemi. Sarà una vita fatta di schiaffi e senza luce.
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diariousurato · 4 days
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come qualcuno può aver notato sto scrivendo di meno anche qua
il punto è che io mi sono scocciato di scrivere/fare/pensare cose belle per gli altri e ricevere solo merda addosso
davvero sono pieno fino all'orlo
ci insegnano fin da piccoli che essere buoni e gentili è un grande pregio.. ma solo quando sei piccolo e agli occhi degli altri
se sei buono e gentile le persone non ci penseranno due volte a prendersi gioco di te o sfruttare questo tuo modo di essere
è da una vita, la mia vita, che va sempre in questa direzione
e solo da poco ho iniziato a rompere questa "regola" almeno nella vita di tutti i giorni
sono diventato più cinico, egoista ed uso l'ironia non più per fare due risate ma proprio per colpire l'altra persona
qui sopra volevo lasciare quel poco di buono che sento di avere dentro
ma sento di aver perso anche quello
mi dispiace per tutte le persone come me che vivono una situazione simile, io ogni tanto proverò a trascrivere qui qualcosa di bello, un messaggio, un pensiero, qualsiasi cosa
chiedo però anche a voi di aiutarmi: aiutatemi a non trasformarmi completamente in una persona odiosa
un messaggio in chat, una domanda in anonimo, un post che non volete pubblicare.. e lo faccio io per voi
ciao, un abbraccio dall'ultima briciola di bontà che mi è rimasta
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gcorvetti · 7 months
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Così è la vita.
Ieri mi è arrivato un messaggio su whatsapp del pianista, l'ultimo risaliva a Gennaio, se qualcuno avrà letto i miei deliri passati sa bene che sto tizio che uno del gruppetto degli 'amici', autodefinito 'gli stronzi' così, un gruppetto di italiani all'estero goliardico a base di alcol e erba, neanche a dirlo ero il più grande tutti gli altri intorno ai 30 e qualcuno sui 35. Fatto sta che nel mio cambio pelle e la partenza della maggior parte dei ragazzi, quelli che sono ricercatori e con una testa così, siamo restai in 3 sto pianista, io e un pizzaiolo. Onestamente a parte il cambio interiore e la situazione che si è andata a sfumare ho preferito chiudere con sti due, poi col pianista c'era anche stata una specie di collaborazione finita male non so neanche il perché se è stata colpa mia, se a lui non andava o se si è messa nel mezzo la sua ragazza e quindi ho dovuto dire addio ad un progetto musicale decente, commerciale si ma decente, e questa cosa mi ha parecchio irritato. Fatto sta che mi ha scritto e vorrebbe incontrarmi per un caffè. E' partito un dibattito con Spock che per natura da sempre una secondo opportunità alle persone, per sbagliare, anche io ma già il fatto che lui non sia più la stessa persona che ho conosciuto, da quando si è messo con sta qua (che ha anche sposato) lei l'ha cambiato così tanto che non è più la stessa persona, detta bassa bassa 'le ha dato i coglioni' e per come la vedo io se ti fai manipolare così non sei una persona che può starmi accanto. Quindi ieri ho saltato la risposta, oggi ho iniziato a pianificare alcune cose per fare dei video di idee musicali sperimentali e mi è venuto in mente che è meglio che rispondo a sto tizio prima che si irrita pensando che non gli voglio rispondere e che lo piscio, non sono mica un millenials che ghosta le persone. Non capisco cosa c'è di così strano, cosa non comprende di questa situazione, ci si incontra si passa un periodo insieme perché c'è una magia (chiamiamola così) quando la magia finisce e non ci sono motivi specifici ci si allontana punto, la vita è così, se ci si incontra per strada ci si saluta e magari li può scapparci il caffè, ma onestamente non saprei di cosa parlare con lui, che è uno di quelli inquadrati, accademico, ma che nella sua visione della vita non contempla la musica come passione vitale, ha fatto anche il conservatorio (il signore da il pane a chi non ha i denti, detto siculo), non parla mai di musica, non ha mai scritto una canzone, non dico una sinfonia o un brano per pianoforte ma proprio una canzonetta, se gli parli di musica sposta subito il discorso ad altro, sapete quanto per me la musica sia indispensabile non c'è attimo che non ci penso. Comunque, gli dirò che non ha senso quello che dice, visto che scrive che gli dispiace che non ci vediamo più. Ah dimenticavo, negli ultimi mesi i due simpaticoni mi contattavano solo per dei favori, cosa che io odio profondamente, sarà anche per questo che li ho allontanati. Lo sfanculizzo alla Mascetti con una supercazzola d'antologia 🤣​
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susieporta · 9 months
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LO STUDENTE E L'ANELLO * storia sufi
Un allievo presentò al suo maestro un problema: "Sono qui, maestro, perché sono tanto debole, e non ho la forza per fare niente. Dicono che non servo a nulla, che non faccio bene niente, che sono lento e molto stupido. Come posso migliorare? Che posso fare per valorizzarmi di più?".
Il maestro, senza guardarlo, disse: "Sono molto spiacente mio caro, ma ora non posso aiutarti, devo prima risolvere il mio problema. Forse dopo". E facendo una pausa parlò: "Se mi aiuterai, potrò risolvere il mio problema con più rapidità e dopo forse potrò aiutarti a risolvere il tuo".
"Va bene, maestro, ", balbettò il giovane, ma si sentì un'altra volta sminuito.
Il maestro, prese un anello che portava al mignolo, lo dette al ragazzo e disse: "Monta a cavallo e vai fino al mercato. Devi vendere questo anello perché devo pagare un debito. È necessario che tu ottenga per l'anello il massimo possibile, ma non accettare meno di una moneta d'oro. Va e torna con la moneta il più velocemente possibile".
Il giovane prese l'anello e partì. Arrivò al mercato e cominciò a offrire l'anello ai commercianti. Essi lo guardavano con interesse, fino a quando il giovane diceva quanto pretendeva per l'anello.
Quando il giovane menzionava una moneta d'oro, alcuni ridevano, altri andavano via senza nemmeno guardarlo, e solo un vecchietto fu amabile al punto di spiegargli che una moneta d'oro era molto preziosa per comprare un anello.
Tentando di aiutare il giovane, arrivarono a offrire una moneta d'argento e una tazza di rame, ma il giovane ricusava le offerte seguendo le istruzioni di non accettare meno di una moneta d'oro.
Dopo aver offerto il gioiello a tutti coloro che passavano al mercato e abbattuto per l'insuccesso, montò a cavallo e ritornò. Il giovane avrebbe desiderato avere una moneta d'oro per comprare egli stesso l'anello, liberando così il suo maestro, dalla preoccupazione e poter poi ricevere il suo aiuto e i suoi consigli.
Entrò in casa e disse: "Maestro,, mi dispiace molto, ma è impossibile ottenere ciò che ha chiesto. Forse si potrebbero ottenere 2 o 3 monete d'argento, ma non credo che si possa ingannare nessuno sul valore dell'anello".
"È importante quello che mi dici, ragazzo", obiettò sorridendo. "Prima si deve sapere il valore dell'anello. Prendi il cavallo e vai dal gioielliere. Chi meglio di lui può sapere il valore esatto dell'anello? Digli che vuoi venderlo e domanda quanto ti può dare. Ma non importa quanto ti offre, non lo vendere. Torna qui con il mio anello".
Il giovane arrivò dal gioielliere e gli dette l'anello da esaminare. Il gioielliere lo esaminò con una lente d'ingrandimento, lo pesò e disse: "Dica al suo maestro, che, se vuole venderlo ora, non posso dargli più di 58 monete d'oro". "58 monete d'oro!", esclamò il giovane. "Sì", replicò il gioielliere, "io so che col tempo potrei offrire circa 70 monete, ma se la vendita è urgente...".
Il giovane corse emozionato a casa del maestro, per raccontare quelle che era successo. Il maestro, dopo aver udito quanto offerto dal gioielliere, disse: "Tu sei come questo anello, una gioia preziosa e unica. Può essere valutata solo da uno specialista. Pensavi che chiunque potesse scoprire il suo vero valore?". E così dicendo tornò a collocare il suo anello nel dito.
Tutti noi siamo come questa gioia. Preziosi e unici e andiamo per tutti i mercati della vita pretendendo che persone inesperte ci valorizzino. Ripensa al tuo valore!
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2stelle · 2 years
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Quindi se non fosse stato un pluripregiudicato svuotare la curva andava bene?
Gli Ultras seguono un codice che i tifosi normali non possono capire, se non volete seguirlo liberi di scegliere gli altri settori. In Curva si seguono le direttive del gruppo. Punto.
Quando fanno le scenografie al derby si fanno applausi, foto, quando prendono decisioni che non vi stanno bene sono tutti dei criminali.
Andate a vedere la partita in altri settori se non vi sta bene
Punto primo: non mettermi parole in bocca che non ho mai detto. Ciò che vuoi capire tu non equivale a ciò che dico io.
Secondo: mai vista l’Inter in curva nord e mai lo farò, stai seren*. Mi trovo benissimo altrove.
Quando c’è da fare i complimenti per le coreografie/cori quel che è, è giusto che vengano fatti così come è giusto criticare ciò che è successo ieri.
Quindi, tu mi stai dicendo che la violenza è ok perché se vai in curva praticamente te le cerchi? Come tu hai deciso di capire quello che volevi da quello che ho scritto a questo punto questa è la mia interpretazione delle tue parole e mi dispiace ma non mi trovi d’accordo.
Se io pago il biglietto e sto in curva e un capo ultras mi chiede di uscire per un uomo che nemmeno conosco dopo che ho speso biglietto, benzina, parcheggio (e per chi non è fortunato come me che vivo a Milano) anche viaggio se permetti gradirei quantomeno deciderlo io se farlo o meno.
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