Tumgik
#negare la dignità
paolastinge · 1 year
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Medendi non fa per me.
No, grazie: non ci tengo ad avere a che fare con "ricercatori" analfabeti funzionali che negano dignità alle persone offendendo utenti; dicendo ad essi che sono "metastasi" - soprattutto in veste di ricercatori in campo di tumori. Amo i competenti (e non è il caso di Maurizio Scaltriti @ScaltritiLab); @Medendi2.
Siamo quello che facciamo: un "ricercatore" incapace di controllare le proprie azioni scrivendo su un social, (dove si ha tutto il tempo di riflettere), lo è anche sul lavoro - e non avrà alcuna difficoltà a truccare dati di laboratorio.
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vividiste · 12 days
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R I P😪🥀
Franco Di Mare vittima delle guerre e dell'uranio impoverito
Nell'esprimere il cordoglio di Pace Terra Dignità sentiamo il dovere di ricordare che Franco Di Mare è una vittima di guerra. Ci ha lasciato in un libro la sua testimonianza. Da inviato di guerra ha respirato la fibra di amianto sprigionata dalle polveri degli edifici distrutti durante i bombardamenti o il pulviscolo prodotto dai proiettili all’uranio impoverito.
Franco Di Mare è uno dei tanti civili e militari che sono morti e che stanno morendo a causa delle conseguenze dell'uso di proiettili con uranio impoverito nelle guerre degli ultimi decenni. Come noi pacifisti abbiamo sempre denunciato l’uso del metallo pesante da parte di Stati Uniti, Regno Unito e Nato - in trent’anni di guerre illegali - ma definite “umanitarie” - ha causato una strage silenziosa e prolungata in tutti i territori bombardati con queste armi. Dai Balcani, all’Iraq passando per l’Afghanistan le patologie tumorali sono aumentate a dismisura come conseguenza diretta dell’esposizione all’uranio impoverito rilasciato dalle munizioni. In Italia, ad ammalarsi gravemente e a morire per l’esposizione al metallo pesante sono gli stessi soldati dell’esercito usati come carne da cannone nelle missioni di “pace” all’estero e a cui ancora oggi il ministero della Difesa, nonostante oltre trecento cause risarcitorie perse, continua a negare verità e giustizia. Al momento parliamo di più di 8000 militari italiani ammalati e di 563 deceduti a causa dell’uranio impoverito.
La Nato, chiamata in causa dall’Alta Corte di Belgrado per le conseguenze devastanti dei bombardamenti all’uranio impoverito effettuati nel 1999, ha risposto al tribunale esigendo l’immunità. La Nato non solo ha rivendicato l’immunità per un ecocidio e per ciò che si configura come un crimine di guerra ma ha intimato al governo serbo di intervenire presso l’Alta Corte di Belgrado per chiudere ogni procedimento a suo carico. Questa è la democrazia di cui si millanta l’”esportazione”.
Dal 2019 anche la Russia ha deciso di dotarsi di questo tipo di armi giustificandosi col fatto che non sono state vietate da nessuna convenzione internazionale e soprattutto sono impiegate da tempo dalla NATO.
La Gran Bretagna ha rifornito l’Ucraina di proiettili all’uranio impoverito e si stanno avvelenando l’aria, i terreni e i polmoni di tante nuove vittime. Anche Israele ha in dotazione ordigni all’uranio impoverito.
Porteremo nel Parlamento europeo la lotta per la messa al bando definitiva di queste armi, per la verità e giustizia per le vittime civili e militari dell’uranio impoverito e per il cessate il fuoco in Ucraina e a Gaza.
Maurizio Acerbo, Pace Terra Dignità
#paceterradignita
#uranioimpoverito #FrancoDiMare
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Fonte fb
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ilpianistasultetto · 1 year
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Ho sempre pensato che la svendita della dignità umana sia possibile solo attraverso l'inganno politico e l'informazione malata che ne detiene il pulpito. Gente senza onore che offendono gli ultimi per compiacere il padrone, capaci di negare ogni tesi sostenuta quando il sistema non li aveva ancora comprati e che oggi ritrovi in prima fila a leccare il culo di turno che gli può dare da campare. Non fatevi ingannare, non li applaudite, questi non chiederanno mai scusa, o diranno ho sbagliato. Questi sono puttane a pagamento e c'è sempre una porta aperta o un programma televisivo per divulgare il verbo dei potenti.
P.s. Sono due mesi che in Francia ci sono scioperi giornalieri con milioni di francesi per le strade a manifestare per contrastare la nuova legge sulle pensioni voluta da Macron, (innalzamento eta' pensionabile da 62 a 64 anni.) Ogni giorno decine di sbarchi di clandestini in Sicilia, decuplicati in questi primi mesi del 2023 rispetto al 2022. Aumentate nel 2022 del 50% rispetto al 2021 la vendita di case all'asta perche' tanta gente non ha di come pagare il mutuo visto che e' raddoppiato causa innalzamento dei tassi.. raddoppiato anche il costo per un prestito. L'Ucraina sempre piu' piegata sulle ginocchia dalla guerra e 1000 giovani ucraini messi in carcere da Zelensky per aver rifiutato l'arruolamento obbligatorio....avete sentito notizie a tal proposito?
@ilpianistasultetto
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vintagebiker43 · 2 months
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Poveri seguaci di Roberto Vannacci. Il generale gli aveva fatto credere di costituire la "maggioranza" del paese e ora scopriamo - ma lo sapevamo già - che sono solo una sparuta minoranza che prova solo ad alzare la voce e a far caciara. Per la Lega a trazione Salvini, che ha già preso una doppia batosta elettorale, in Sardegna e in Abruzzo, sarà l'inizio della fine se persiste nell'ostinata intenzione di candidare Vannacci, cui resta solo una cosa dignitosa da fare: lasciare l'esercito e ritirarsi a vita privata. L'irricevibile generale si è finora sottratto a ogni serio confronto pubblico e, fra indagini in corso e provvedimenti disciplinari, sta ultimamente provando a edulcorare il suo pensiero, pensando di essere in guerra con indosso una camaleontica mimetica, e continua intanto a negare, sfacciato e imperterrito, l'evidenza.
Dimettete Salvini, che ha ormai consegnato la Lega, chiavi in mano, all'estrema destra. Non passerà il diritto all'odio e alla discriminazione verso "minoranze non normali". Dovessi portare la questione in Europa, cosa che sto già pensando di fare, l'Italia omofoba, razzista, sessista che in questi mesi ha rialzato la testa - lo ridico: minoritaria - tornerà da dove è venuta coi suoi bracci alzati, le sue marcette, i suoi inni nostalgici. Per nostra fortuna abbiamo un grande presidente della Repubblica, con la schiena drittissima, come Sergio Mattarella. Vigila sulla democrazia, e di questo milioni di italiani e di italiane non possono non essergli grati.
Il paradosso. Se urli il tuo antifascismo alla Scala di Milano vieni identificato come se avessi inneggiato al fascismo. Se invece hai scritto un libro omofobo con indosso una divisa militare, ledendo la dignità delle forze armate e in spregio proprio al nostro testo costituzionale (e ai codici di comportamento militari), pretendi poi di rivendicare la libertà di pensiero e di espressione e alcuni - non importa se ignoranti in materia di diritto o perfettamente consapevoli della pericolosa insussistenza di quel che dicono - lo fanno addirittura per te. Inveiscono, insultano o minacciano (parteggiando per un generale dell'esercito che in un altro paese sarebbe già stato messo alla porta) ma non sanno che stanno sparando le loro ultime cartucce.
Massimo Arcangeli
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fridagentileschi · 11 months
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IL DIRITTO DI VIVERE: TERRY SCHIAVO
Le parole di Oriana Fallaci in risposta a Margherita Hack
Ecco cosa disse in una memorabile intervista la scrittrice sul caso della donna in stato vegetativo lasciata morire di fame e sete dal marito e dai giudici , dopo due settimane di agonia, Terri Schiavo, o meglio «Terri Schindler» come si ostinava a chiamarla Oriana Fallaci che, anche con l’utilizzo del cognome da nubile, voleva segnalare la triste storia di questa donna abbandonata e fatta uccidere dal marito.
''Di stelle e di galassie la signora Hack se ne intende parecchio, sì, ma di medicina assai meno. E di umanità ancor meno, vedo, sebbene sia abbastanza vecchia e di solito la vecchiaia renda più umani. Perché non è vero che la vita sia intelligenza e basta. Gli animali non scrivono l’Iliade, l’Odissea, il Paradiso perduto, l’Eroica, L’Infinito e L’universo dentro un guscio di noce. Non dipingono la Cappella Sistina, non dissertano sui Buchi Neri, non vanno sulla Luna e su Marte. E gli alberi, le piante, insomma i vegetali, lo stesso. Loro non riescono memmeno a camminare, spostarsi. Eppure sono vivi. E se non esistessero, la vita su questo pianeta non esisterebbe. Del resto chi ci assicura che gli alberi non siano intelligenti, non pensino? Il mio sospetto è che, per contribuire alla nostra esistenza, un pensiero lo debbano avere. Ma ammettiamo pure che non pensino, che come loro Terri non pensasse, reagisse agli stimoli e basta: dove li mettiamo i sentimenti e le sensazioni a cui la signora Hack sembra non dare importanza? La vita è fatta anche di sentimenti, è fatta anche di sensazioni. E chi ha detto che un malato inguaribile,sia un “cittadino inutile”, non sia degno di vivere attraverso i sentimenti e le sensazioni. La vita si misura sull’utilità o sull’essenza? Negli anni settanta Pearl Buck, la grande romanziera americana autrice de La buona terra, la vincitrice del Nobel quando il Nobel era una cosa seria, mi raccontò che in seguito a una lesione al cervello sua figlia viveva come un vegetale. Era bellissima, apparentemente sanissima, ma non aveva alcuna forma di intelligenza. Non serviva a nulla e a nessuno, disturbava il prossimo e basta. Però capiva la musica meglio di lei. La amava disperatamente, e quando le portavi un disco di Mozart o di Brahms o di Chopin anche lei si ravvivava tutta. Sorrideva, rideva, parlava fino a farti sperare che un giorno guarisse. Ciò era sufficiente a conferirle la dignità di vivere o no? Secondo Pearl Buck, lo era. Secondo me, lo stesso. Questo senza tener conto del fatto che se il metro di misura fosse l’utilità, la maggioranza degli esseri umani dovrebbe essere eliminata. La nostra società divampa, scoppia, di gente inutile. Di fannulloni, di scansafatiche, di buoni a nulla, di mangia a ufo. E se ho torto, se la signora Hack ha ragione, se la vita è intelligenza e basta, se in mancanza di intelligenza i sentimenti e le sensazioni non bastano a renderci degni di viverla, che ne facciamo di ciò che ha nome pietà? Che ne facciamo di ciò che ha nome speranza? Oltre che di sentimenti e di sensazioni, la vita è fatta di pietà e di speranza. E un essere umano non può negare la pietà, non può negare la speranza, perdio. Negare la pietà e la speranza, significa educare alla Morte, al Culto della Morte.''
In memoria di «Terri Schindler» Z'L
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13/11/2023
Una citazione da Una trilogia palestinese al giorno
Noi siamo il prodotto di una realtà e di un'epoca in cui chiari fallimenti si confondono con nascite poco chiare. Noi non rinunciamo ai nostri sogni nonostante continuino a fallire. [...] Abbiamo scelto di credere che il futuro nascerà da questo presente attraverso un processo di trasformazione che ci vedrà protagonisti. Il futuro non verrà da un passato che, a ogni crisi, diventa più potente. Quando facciamo notare che l'unica letteratura composta dalla rivoluzione è scritta con il corpo, ci rendiamo conto che solo sperimentando l'equazione parola-azione si porterà a maturazione una nuova letteratura. Noi siamo coscienti di essere parte integrante della cultura nazionale araba e non una parte a sé. [...] Noi non rappresentiamo una corrente letteraria ma evidenziamo un contesto, un ampio percorso, che dia una qualche forma al concetto di unità della cultura nazionale araba, in un momento in cui si tenta ripetutamente di frammentarla e di negare la sua esistenza. Quel che intendo è che questa cultura è aperta alla propria storia, nella molteplicità delle sue radici. Noi non diciamo che l'Oriente, da un punto di vista culturale, è solo orientale. Né diciamo che l'Occidente è solo occidentale. Per noi non c'è un unico Oriente come non c'è un unico Occidente.
[...] E quando vediamo a quale livello è giunto il logoramento della cultura, quando prendiamo coscienza dell'egemonia che certi parassiti confessionali - privi di capacità e di idee - esercitano sulle necessità quotidiane - o settimanali o mensili - della gente comune, allora non facciamo commenti del tipo: 'C'è la crisi, fuggite!', bensì contestualizziamo il tutto politicamente e stiamo all'erta. Facciamo attenzione alle armi letterarie capaci di nascondere il loro tradimento e la loro pretesa di santità, capaci di infrangere i nostri sogni fingendo disgusto per la politica - detto in altri termini: disgusto per la lotta. No, non siamo estranei in alcuna terra araba. Estranei sono coloro che puntano il dito accusatore contro la nostra estraneità. Loro sono estranei, alla loro storia e al senso della loro esistenza. Sono estranei per una moda passeggera che fa sì che i ladri vedano solo altri ladri. Noi non possiamo accettare di ripiegare sul passato, non accettiamo neppure che perduri il disordine di questo sperimentalismo che non fa che riproporre se stesso. Noi ci lagniamo della mancanza, quando creiamo, di padronanza della lingua parlata dalla gente, ma questo non ci impedisce di perseverare nel rappresentarla, quella gente. [...] Un uso corretto della lingua è diventato sinonimo di arretratezza, la precisione della metrica regresso.La chiarezza è diventata una vergogna, la parola e l'effetto della parola sul pubblico inciviltà. Per dirla in breve: siamo in piena reazione. Lo spirito reazionario, spacciandosi per sinistrorso, si è fatto avanti con tutto l'armamentario tipico della modernità, stracolmo però di tutte le teorie sul ritorno al passato. È riuscito, in anni che vedono degenerare i grandi valori del mondo arabo, a fare in modo che tutti si ponessero gli stessi suoi interrogativi. E intanto il figliol prodigo faceva ritorno alla sua comunità confessionale, al suo ascetismo o al suo esoterismo e dichiarava a gran voce che era pentito di essersi rovinato la vita partecipando a quei movimenti di liberazione che avevano prodotto solo difficoltà impreviste e a quella rivoluzione che ha dimostrato di avere costi troppo elevati.
[...] Quanto alla questione della letteratura, noi scriviamo - o facciamo scrivere, in nome della libertà creativa - per polarizzare, nonostante le nostre divergenze, pochi bagliori intorno a un'idea che si fonda su basi molto semplici: vogliamo liberare noi stessi, il nostro paese e le nostre menti; vogliamo vivere il nostro tempo con dignità e fierezza. Continuando a scrivere, noi esprimiamo la nostra fede nella scrittura. È per questo che non ci sentiamo una minoranza. Diciamo chiaramente che noi siamo la minoranza-maggioranza. Diciamo chiaramente che veniamo da quest'epoca, non dal passato, né dal futuro.
Editoriale di Mahmoud Darwish, in “al-Karmil”, n. 5 (1982), in Una trilogia palestinese
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rideretremando · 11 months
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"In questo paese mancano le possibilità legali di tenere insieme la libertà di scelta e il desiderio di starsi vicini, prendersi cura, assumersi una responsabilità basata sulla fiducia nata tra le persone.
La formula del rito civile è modellata su quella tradizionale, comprende l’obbligo di fedeltà (intesa come non farsi le corna, mica altro) e addirittura il dover vivere sotto lo stesso tetto coniugale.
E così come ci sono tanti medici che pietosamente (ma illegalmente) si assumono la responsabilità di lasciare morire con dignità e senza dolore chi è giunto al fine vita, così- meno drammaticamente- molte persone decidono di sposarsi per avere garantiti quei diritti di cui si diceva sopra.
C‘è chi sposa un partner con cui non ha mai convissuto, chi la persona più amica e fidata. E naturalmente c’è pure chi desidera quel matrimonio del tutto uguale a quello tra uomo e donna, che l’Italia continua a negare alle coppie omosessuali.
Per come la vedo, la scelta che Michela Murgia ha condiviso con le persone più care, va persino oltre alla sua militanza - sempre condivisa con queste persone amate- per una nuova forma di famiglia queer.
Ci vedo, appunto, un nuovo modo per starsi vicini, allontanando solitudini e abbandoni così presenti nella nostra società e così ignorati da chi non vede alternative al modello di “famiglia tradizionale” ( o addirittura “naturale”).
E trovo che sia bello e incoraggiante, anche senza che la malattia e la morte fiatino sul collo.
Nessuno è un’isola, nessuno è immortale.
Ma il futuro resta aperto a chi si sceglie."
Helena Janeczek
#michelamurgia #matrimonio #famiglia #famigliaqueer #finevita #nooneisanisland
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ross-nekochan · 1 year
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Ogni famiglia, che sia composta da due, tre o quattro membri, ha un suo linguaggio. Un linguaggio strettamente linguistico, uno fisico, uno comportamentale e così via.
Ognuno ha un suo modo di rapportarsi a sé e all'altro unico e che, in famiglia, diventa in qualche modo qualcosa di condiviso, così che questo linguaggio possa essere letto e scritto da tutte le parti.
Ebbene, io vorrei sapere qual è stato il mio primo evento della mia vita che mi ha portato letteralmente a scollarmi dal linguaggio della mia.
Ero decisa: sarà stato il lontano 2017, quando ho preso quell'aereo e ho vissuto una vita mia per la prima volta.
Poi ho pensato ancora: no, forse è stato prima. Forse è cominciato tutto con il DCA: quando piangevo all'improvviso e l'unica cosa che mi si riusciva a dire era che ero pazza e che mi dovevo alzare dal letto perché andava rifatto.
O forse ancora prima: quando ho incontrato a 14 anni la mia migliore amica che, gracile gracile, mi ha dato uno zuccherino ogni volta per sciogliere un po' questo muro di ghiaccio che mi hanno insegnato a portare.
O forse, io ci sono nata con un altro linguaggio e basta, chi lo sa. Perché sennò... perché piangevo tutte le volte che mamma non rimaneva all'asilo con me? Perché io dovevo sentire questo bisogno costante di essere considerata, di avere la prova di esistere e di essere presente, di sentirsi voluta bene?
Il mio linguaggio è sempre stato diverso da quello della mia famiglia. E infatti, a quei pianti non ho mai ricevuto carezze per calmarmi, ho ricevuto abbandono perché mia mamma se ne andava a casa. Non ho ricevuto abbracci (pure finti) che da maggiorenne.
E quindi anche oggi mi ritrovo in una dinamica la cui grammatica mi è proprio estranea, totalmente.
Ma la vogliamo smettere di stare con il muso lungo?
Ma come stai? Che ti senti? Oggi stai meglio?
Non sono di certo pronta a ricevere col sorriso domande del genere, il mio orgoglio non me lo permette, ma non posso negare che desidererei ricevere queste domande. E invece, forse per lo stesso orgoglio, queste domande nemmeno le si fanno. Ah quindi forse il linguaggio ha una base comune? Sni perché io ho subito un torto, un torto che potrei fare come lo avessi dimenticato il prossimo minuto se qualcuno facesse anche solo la mossa di un tentativo di riappacificazione. Invece nessuna mossa, nessun tentativo. Si aspetta, passivi, che la rabbia sbollisca. Perché così è scritto nel linguaggio, nei secoli dei secoli.
Io però non parlo più questa lingua. Non tollero più di dimenticare senza ricevere le mie dovute scuse. Le mie amiche, quando ho raccontato l'accaduto, non hanno fatto altro che ripetere le stesse parole e tra di loro non si sono nemmeno sentite: che schifo, che vergogna. Parole per me fortissime, sono arrabbiata ma forse non avrei usato schifo. Ma se le usano le mie amiche, chi sono io per non accettarla? Forse questo dimostra nuovamente quanto io abbia perdonato talmente tanto da non sentirmi più una dignità, una importanza. In effetti è come mi sono sentita quella sera: senza nessuna importanza. Perché un altro linguaggio in questa famiglia è che l'importanza te la devi da solo, nessuno te la da perché è giusto che sia così.
Se dico un mezzo fatto mio che mi preoccupa, nessuno mi chiederà dettagli. Te lo devo sciorinare tutto per filo e per segno per ricevere, forse, la tua attenzione.
Io però non sono fatta così, di nuovo. Io per ogni cosa ho sempre questa cosa per cui mi vorrei fare piccola piccola, così non disturbo nessuno. E nella mia testa continuo a farlo pure se sono ancora arrabbiata - anche perché poi vengo etichettata come dispettosa ed è una cosa che proprio non tollero.
Non lo so quand'è che ho cominciato ad avere un linguaggio mio. Forse è così da sempre e io non ho fatto altro che soffrire proprio per questo motivo perché non mi si capiva e io non capivo quello che mi si diceva. È una sofferenza anche così. Purtroppo, per me è una sofferenza sempre e comunque: sia nella tempesta che nella quiete. Ma se il campo avversario non è in grado di abbassare armi che non si capisce nemmeno perché siano state alzate, allora non posso fare altro che arrendermi alla mancanza di volontà della quiete.
Ovviamente anche questa volta piangerò sempre e solo io, come sempre. Ma per quanto farà male, forse farà bene dopo. E va bene così. O forse no.
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gregor-samsung · 2 years
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“ – La società americana, – disse, depositando zaino e sacco a pelo sul pavimento, e proseguendo la conferenza cominciata in macchina mentre costeggiavamo la baia diretti a Haifa, – non solo autorizza volgari e inique relazioni tra gli uomini, ma le incoraggia. Si può negare? No. Rivalità, competizione, invidia, gelosia, tutto quanto c’è di maligno nel carattere umano viene alimentato dal sistema. Possesso, denaro, proprietà… in base a questi standard corrotti voialtri misurate la felicità e il successo. Mentre, – disse, appollaiandosi a gambe incrociate sul letto, – ampie fasce della vostra popolazione vengono private dei minimi requisiti per una vita decente. Non è forse vero? Perché il vostro sistema è sostanzialmente sfruttatorio, intrinsecamente degradante e ingiusto. Di conseguenza, Alex, – usava il mio nome come avrebbe fatto un insegnante severo, c’era in esso la stilettata dell’ammonimento, – non potrà mai esserci nulla di somigliante a una vera uguaglianza in un tale ambiente. E ciò è indiscutibile, non puoi non ammetterlo se hai un minimo di onestà. – Per esempio, cos’hai ottenuto con le tue udienze per lo scandalo dei telequiz? Qualcosa? Niente, se me lo consenti. Hai denunciato la corruzione di alcuni individui deboli. Ma quanto al sistema che li ha educati alla corruzione, su quello non hai influito minimamente. Il sistema non ha fatto una piega. Il sistema non si è mosso di un millimetro. E sai perché? Perché, Alex, – oh oh, ci siamo, – tu stesso sei corrotto dal sistema quanto il signor Charles Van Horn* –. (Perbacco: ancora imperfetto! Cavolo!) – Tu non sei il nemico del sistema. Tu non sei neppure una sfida al sistema, come hai l’aria di credere. Tu sei solo uno dei suoi poliziotti, un funzionario stipendiato, un complice. Scusami, ma devo dirti la verità: credi di servire la giustizia, ma sei soltanto un lacchè della borghesia. Avete un sistema intrinsecamente sfruttatorio e ingiusto, intrinsecamente crudele e inumano, indifferente ai valori umani, e la tua attività consiste nel fare apparire legittimo e morale tale sistema, comportandoti come se la giustizia, i diritti umani e la dignità dell’uomo potessero realmente esistere in una società simile… quando è ovvio che nulla del genere è possibile. “ *Storpiatura di Charles Van Doren, nome di uno dei concorrenti coinvolti con alcuni produttori televisivi nello scandalo dei telequiz alla fine degli anni '50.
---------
Philip Roth, Lamento di Portnoy, traduzione di Roberto C. Sonaglia, Mondadori (collana Oscar Classici Moderni n. 165), 2022¹²; pp. 208-209.
[Edizione originale: Portnoy's Complaint, Random House, NYC, 1969]
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charlievigorous · 2 years
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Oh raga, pazzesco! Fino a ieri l’interesse principale dei nostri compaesani era il CALCIO ma adesso c’è una grande novità: toccategli tutto agli italiani ma non i RAVE perché altrimenti si scatena l’inferno!
Ah no ma aspetta: il punto non sono i RAVE bensì il fatto che attraverso quel decreto legge potrebbero zittire il dissenso, bloccare le manifestazioni, impedire di scendere in piazza per difendere i propri diritti e limitare le libertà dei cittadini. E allora si che è giusto alzare le barricate! Guai se succede una cosa del genere.
Eppure io negli ultimi 2 anni ho visto milioni di cittadini italiani scherniti, ricattati, emarginati, vessati, perseguitati e pesantemente insultati.
Ho visto ragazzini esclusi dalle loro squadre di calcio o pallavolo e genitori disperati nel cercare di tenere insieme i cocci di sogni infranti e carriere interrotte.
Ho visto medici, dottori, infermieri e operatori sanitari radiati, licenziati e lasciati a casa.
Ho visto milioni di persone a cui è stato negato o tolto il lavoro, quindi la dignità.
Ho visto studenti esclusi dalle lezioni, allontanati dai corsi, isolati e disprezzati.
Ho visto imprenditori presi in giro, spinti allo sfinimento e in molti casi al fallimento.
Ho visto portuali con le lacrime agli occhi caricati dalle forze dell’ordine, sgomberati a suon di manganelli e idranti, umiliati davanti ai loro figli.
Ho visto un lasciapassare - privo di qualsiasi base scientifica e che non garantiva un fico secco - diventare vergognoso strumento di discriminazione e creare cittadini di serie A e serie B.
Ho visto una stampa totalmente assoggettata alle istituzioni, diventare misero zerbino nonché organo di propaganda dei governi.
Ho visto un’intera società applaudire chi sputava o vomitava veleno sulle minoranze, sostenere la diffusione di un pensiero unico e negare la parola a chiunque si permettesse di sollevare dubbi, domande o perplessità a riguardo.
Ho visto una Costituzione stuprata, calpestata, dimenticata.
E in tutto questo, voi che oggi vi strappate le vesti e urlate allo scandalo per la legge sui RAVE… non vi ho proprio visto (ma neanche di sfuggita) e nemmeno sentito proferire alcuna parola a riguardo. Anzi, se ben ricordo molti di voi hanno avallato, accettato - e peggio - alimentato tutte le porcherie successe e riassunte qui sopra.
Che gran faccia tosta, avete oggi, a riempirvi la bocca per parlare di diritti e libertà.
by Matteo Gracis
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aicfmm · 2 years
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Funerale preventivo
di AICFMM 2
"Oh, ma certo ho capito: tu pensi che questo non abbia niente a che vedere con te. Tu apri il tuo fondo d'investimento e scegli, non lo so, quell'uccellino azzurro tramortito per esempio, perché vuoi gridare al mondo che ti prendi troppo sul serio per curarti di come funzionano davvero i media, ma quello che non sai è che quell'uccellino non è semplicemente un social network, non è una piazza, non è una cloaca, è effettivamente un mezzo di comunicazione di massa. E sei anche allegramente inconsapevole del fatto che nel 2006 Jack Dorsey ha realizzato questo sito per gli "SMS di internet" e poi è stata la morte di Michael Jackson se non sbaglio a far crashare i suoi server per la prima volta. E poi l'uccellino è rapidamente comparso nei processi democratici di cinque diversi continenti. Dopodiché è arrivato a poco a poco nel suprematismo bianco dei tech bros e alla fine si è infiltrato in qualche tragico angolo trumpiano, dove tu evidentemente l'hai pescato nel cesto degli affari destinati a fallire. Tuttavia quell'uccellino rappresenta milioni di utenti e innumerevoli lamentele e speranze, e siamo al limite del comico quando penso che tu sia convinto di aver fatto una scelta fuori dalle proposte dei media quindi in effetti amministri un medium che è stato selezionato per te dagli utenti qui presenti, in mezzo a una pila di... siti web."
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"Twitter è morto! Twitter resta morto! E noi l'abbiamo ucciso! Come potremmo sentirci a posto, noi assassini di tutti gli uccellini? Nulla esisteva di più urlato e serioso in tutto il mondo, ed ora è sanguinante sotto le nostre ginocchia: chi ci ripulirà dal sangue? Che caratteri useremo per sfogarci? Che festività di autocelebrazione, che sacro gioco dovremo inventarci? Non è forse la grandezza di questa morte troppo grande per noi? Non dovremmo forse diventare un social network semplicemente per esserne degni?"
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"Tu credi che questo sia semplicemente un social network? Questo non è semplicemente un social network, questo è un luminoso faro di speranze per... non lo so, diciamo una ragazzina che cresce in Italia con sei fratelli che finge di essere eterosessuale mentre invece legge fan-fiction e scrive su Twitter sotto le coperte, di notte, con una torcia!
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"Ho visto La gente della mia età andare via Lungo i Mastodon che non portano mai a niente Scrivere il breve testo che conduce alla pazzia Nella ricerca di un hashtag che non trovano Nel mondo che hanno già dentro alle notti che dal delirio son bagnate Dentro alle stanze dai media trasformate Lungo ai cloud in fumo del mondo fatto di reti Essere contro ad ingoiare quei ricconi dei magnati È un Twitter che è morto Ai bordi delle strade Twitter è morto Nelle spunte prese a rate Twitter è morto Nei meme dell'estate Twitter è morto
Mi han detto Che questa mia generazione non dà credito In ciò che spesso han mascherato con il merito Nei meme eterni di pepe o dell'Elòn Perché è venuto ormai il momento di negare
Tutto ciò che è falsità, capitalismo e stortura Una politica che è solo far carriera Il trollaggio interessato, la dignità fatta di vuoto L' ipocrisia di chi sta sempre lì neutrale e mai nel torto
Twitter è morto Nel suprematismo bianco Twitter è morto Con gli ad sponsorizzati Twitter è morto Con i tweet di partito Twitter è morto
Ma penso Che questa mia generazione è preparata A un mondo nuovo e a una speranza appena nata Ad un futuro che ha già in mano A un social senza danni Perché noi tutti ormai sappiamo Che se Twitter muore è per tre giorni e poi risorge
In ciò che noi crediamo Twitter è risorto In ciò che noi vogliamo Twitter è risorto Nel mondo che faremo Twitter è risorto Twitter è risorto Twitter è risorto"
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"Il punto è che dobbiamo seriamente pensare a dove piazzare Elon perché non parla praticamente più con nessuno."
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leonflashy · 28 days
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Ho visto che dai molti consigli e vorrei un tuo punto di vista 😭
La sua amante mi contatta su Facebook e mi spiattella tutto, mi gira delle conversazioni a sfondo sessuale tra i due e da lì… crolla ogni certezza.
Avrei voluto che lui confessasse, lo avrei preferito. E invece nulla. Solo un’altra marea di menzogne, alcune anche piuttosto fantasiose.
L’ho pregato di dirmi la verità, in lacrime. Nulla.
Una parte di me lo odia ancora più profondamente per questo. Non sono degna nemmeno della verità. Tanto ormai è tutto distrutto, ma almeno un po’ di pace, avrei potuto trovarla.
Come se ne esce? È passato un mese e fa più male di prima.
Tutto giusto, tranne il passaggio, molto importante, a dire il vero , in cui dici di non essere degna della verità. Non è così, nel modo più assoluto. La persona con cui stavi ha costruito castelli di bugie, confessare la verità renderebbe evidente la sua inadeguatezza, probabilmente si vergognerebbe anche. Dal suo punto di vista, è sicuramente convinto che sia meglio negare fino alla morte, ma questo ha a che fare col suo senso della dignità e assolutamente non con l'essere tu degna della verità o meno. Non spostare mai il tuo baricentro e non mettere nelle mani di un'altra persona, qualunque sia, la possibilità di farti sentire degna o indegna di qualcosa (che sia la verità o altro, in generale). L'unico rimedio credo sia centrarti bene su te stessa e lasciare tempo al tempo... in questi casi, è sempre galantuomo.Non è una cosa che si dimentica, purtroppo. O per fortuna, dipende un po' dal tuo punto di vista sulla vita. È doloroso, questo è poco ma sicuro, e di questa esperienza porterai sempre le cicatrici. Ma il dolore si allevia, con il tempo, e tu imparerai a gestirlo. Stare male adesso è normale, non considerarti pazza o sbagliata: hai semplicemente un cuore, e di questo devi solamente essere felice.
Dai tempo a te stessa, ascolta quel dolore e lascia che ti dica cosa è veramente importante per te, chi sei. Ma non lasciarti seppellire, dominare da esso. Non sei quel dolore, non sei quello che ti è successo.
È lui a non essere degno. Non merita di averti accanto, non merita di essere amato, né ascoltato o compreso. Non permettere, mai, a persone senza una morale, senza un cuore, senza sentimenti, di dirti chi sei e cosa sei.
Ti sono vicino, e se hai bisogno di qualcuno con cui parlare sentiti libera di contattarmi.
Sii forte.
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giancarlonicoli · 6 months
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18 nov 2023 13:20
“CRITICARE ISRAELE NON VUOL DIRE ESSERE ANTISEMITI” - MILLE INTELLETTUALI EBREI, TRA CUI NAOMI KLEIN, DAVID GROSSMAN E IL PREMIO PULITZER TONY KUSHNER, FIRMANO UNA LETTERA-APPELLO: “VOGLIAMO SCONFESSARE LA DIFFUSA NARRATIVA SECONDO CUI QUALSIASI CRITICA A ISRAELE È INTRINSECAMENTE ANTISEMITA. ACCUSARE DI ANTISEMITISMO CHI CRITICA NETANYAHU, I COLONI O LE POLITICHE PORTATE AVANTI DALLA DESTRA RELIGIOSA È UNA TATTICA RETORICA PER PROTEGGERE ISRAELE DALLE SUE RESPONSABILITÀ, OSCURARE LA REALTÀ MORTALE DELL'OCCUPAZIONE E NEGARE LA SOVRANITÀ PALESTINESE” -
Estratto dell’articolo di Luca Monticelli per “la Stampa”
«Siamo scrittori, artisti e attivisti ebrei che desiderano sconfessare la diffusa narrativa secondo cui qualsiasi critica a Israele è intrinsecamente antisemita». Comincia così una lettera aperta intitolata «Un'equiparazione pericolosa» che da giorni viene commentata e citata sui social e su diversi siti americani. L'appello è stato firmato da oltre mille intellettuali, tra cui spiccano i nomi di Naomi Klein, David Grossman, Judith Butler, filosofa che insegna a Berkeley, e Tony Kushner, sceneggiatore, drammaturgo e premio Pulitzer.
Accusare di antisemitismo chi critica Netanyahu, i coloni o le politiche portate avanti dalla destra religiosa è «una tattica retorica per proteggere Israele dalle sue responsabilità, oscurare la realtà mortale dell'occupazione e negare la sovranità palestinese. Questo insidioso imbavagliamento della libertà di parola viene utilizzato per giustificare il continuo bombardamento militare di Gaza da parte di Israele e per mettere a tacere le critiche della comunità internazionale», denuncia la lettera-appello.
Gli artisti chiedono «un cessate il fuoco a Gaza, una soluzione per il ritorno sicuro degli ostaggi e la fine dell'occupazione in corso da parte di Israele. Condanniamo i recenti attacchi contro i civili israeliani e palestinesi - si legge - e piangiamo questa straziante perdita di vite umane. Nel nostro dolore, siamo inorriditi nel vedere la lotta contro l'antisemitismo utilizzata come pretesto per crimini di guerra con dichiarato intento genocida».
Rispetto agli studenti che nelle università americane legittimano Hamas o aggrediscono i colleghi ebrei, i firmatari dell'appello partono però da un principio fondamentale: «L'antisemitismo è una parte estremamente dolorosa del passato e del presente della nostra comunità. Le nostre famiglie sono fuggite da guerre, molestie, pogrom e campi di concentramento.
Abbiamo studiato le lunghe storie di persecuzioni e violenze contro gli ebrei e prendiamo sul serio il continuo antisemitismo che mette a repentaglio la sicurezza degli ebrei in tutto il mondo». Criticare Israele, è il messaggio, non vuol dire bruciare le bandiere con la stella di David per strada come successo ieri a Torino, o legittimare il terrorismo palestinese considerando le brigate Ezzedim al Qassam dei liberatori.
[…] I valori ebraici, continuano, «ci insegnano a riparare il mondo, a mettere in discussione l'autorità e a difendere gli oppressi rispetto all'oppressore. È proprio a causa della dolorosa storia dell'antisemitismo e delle lezioni dei testi ebraici che sosteniamo la dignità e la sovranità del popolo palestinese».
Naomi Klein e gli altri scrittori firmatari della lettera aperta affermano che le accuse di antisemitismo alla minima obiezione alla politica israeliana continuano ad avere «un effetto agghiacciante, con i leader israeliani che strumentalizzano la storia del trauma ebraico per disumanizzare i palestinesi». Accuse forti alla leadership israeliana, dunque, ma il confronto, anche aspro, è il sale della democrazia. […]
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lamilanomagazine · 11 months
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Napoli, rogo della Venere degli stracci di Pistoletto: ecco chi sarebbe l’autore dell’incendio
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Napoli, rogo della Venere degli stracci di Pistoletto: ecco chi sarebbe l’autore dell’incendio. Dietro il rogo della Venere degli stracci di Pistoletto a Napoli non ci sarebbe nessun giovane ribelle e neppure una gang. Il responsabile, fermato dalla Polizia con le accuse di incendio e distruzione di beni culturali, sarebbe un senza fissa dimora di 32 anni. Le indagini, svolte dalla Squadra Mobile e dal Commissariato Decumani, attraverso le immagini del sistema di video sorveglianza cittadina, hanno chiuso il caso nel giro di poche ore. Il presunto autore del rogo, che continua a negare ogni responsabilità, è stato rintracciato e fermato in una mensa in via Marina. Inizialmente il sindaco del capoluogo partenopeo, Gaetano Manfredi, aveva puntato il dito contro i giovanissimi: «Mi hanno detto proprio dalla Fondazione Pistoletto che negli ultimi giorni c’era una specie di gara sui social di gente che invitava a bruciare la statua». Invece, il cerchio si è chiuso attorno al 32enne incastrato dalle immagini delle telecamere di sorveglianza nella piazza del Comune. In quel video di circa tre minuti, che a margine marca l’orario delle 5.30 del mattino di mercoledì, si nota un uomo che si avvicina a piedi e appicca il rogo, per poi sparire. Per dar fuoco all’opera d’arte, il 32enne avrebbe utilizzato presumibilmente un accendino, uno dei cinque che aveva nelle tasche insieme a due telefoni cellulari. Agli agenti di polizia che lo hanno fermato ha detto di non essere stato lui. Ha negato tutto, riferendo di non sapere nulla dell’incendio. Ma gli investigatori non gli credono. Sul posto, davanti a ciò che rimane dell’opera d’arte, l’installazione artistica di Michelangelo Pistoletto sistemata da un paio di settimane in Piazza Municipio, qualcuno ha deposto mazzi di fiori e un biglietto che recita: “La delusione e l’amarezza sono mitigati dalla consapevolezza che un’inutile minoranza non può inficiare la dignità di una città”.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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myshadowaandlights · 11 months
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Through that Iron Sky
Non è saggio scrivere, soprattutto in questo periodo del mese. Vi prego andatevene se non volete invadere spudoratamente la mia privacy emotiva e personale. Vabbuò io ve l'ho detto, se poi leggete è colpa vostra.
Oggi in totale momento marchese-pazzia, ho riscritto dopo davvero tanto tempo a una persona che è stata molto importante per la mia adolescenza. Sì, sì nulla di nuovo, è proprio quello: il classico cliché insegnante-alunno. Non citerò il suo nome : questione di privacy. O forse c'entra di più quella volontà di mantenere un'aura sacrale attorno alle figure guida della propria vita. Quel che è. E se scoprite pure chi è, cazzi vostri. Ma se le mostrate cosa scrivo, allora non la passerete liscia nè con me, nè col karma. Qui scrivo di merda, con lei almeno mi impegnavo.
Non so come avrei fatto a passare quegli (e anche questi anni, in retaggio) così disastrati senza di lei o senza una sua traccia. Mi ha aiutato a superare ed accarezzare le bestie come probabilmente oggi non saprei fare.
Avevo 16 anni. A riguardarmi adesso semplicemente non posso che compatire la dipendenza emotiva che avevo nei suoi confronti.
Non me la sono ancora perdonata del tutto, però.
Ora, di contro, sono praticamente diventata iper-indipendente da quqsi ogni anima vivente.
A volte mi riesce, a volte meno. E' una conquista ogni giorno.
Comunque, conseguenza della mia tentata iper-indipendenza è che sparisco e non vi scrivo o non vi vedo più per un bel po'.
Non prendetevela , è quasi scientifico: state meglio senza me e le mie tiritere.
Eppure, Sentire ( cit E.) la sua voce in un messaggio vocale su un treno sgangherato che mi diceva: " Grazie per avermi scritto, che piacere sentirti, scrivimi come stai, se hai voglia" e che poi mi raccontava aggiornamenti sulla sua vita, mi ha spezzata.
Era come se riuscissi quasi a vederla muoversi: i suoi occhi stanchi, il suo sorriso malinconico e quell'amara dolcezza, fragile e gentile nel tono, chissà se ha ancora quel taglio di capelli. Non sembra essere cambiata di molto, dopo tutto questo tempo, la sua vita lo è molto però. Ora non lavora nemmeno più lì.
Non posso nemmeno negare che sia stata una specie di figura materna alternativa per me. Non che mia madre non lo fosse. E' che con mia madre era diverso. Con mia madre è sempre tutto diverso. E per questo cerco sempre di non incolpare mamma.
Le ho scritto che non ero più brava con le parole come un tempo e che quindi le affidavo questa: Iron sky di Paolo nutini, gliel'ho inviata.
Mi ricordava lei e certe sue lezioni,sebbene non fossero così "disperate".
La sua risposta mi ha un po' spiazzato.
Ho pensato che, semplicemente, la prima considerazione su una canzone è quasi sempre la più difficile da sbrogliare.
" C'ho intravisto un non so che si pessimismo cosmico" ,mi ha detto.
Credo di averle risposto un po' per le rime, citandole pure interi passi del brano per spiegarle il mio punto di vista.
Le mie pazzie temporanee sono davvero minuziose, ma, perfortuna, sono di carattere occasionale.
Ho replicato con gentilezza, una gentilezza ferma sulle mie, però. Che poi no: quella canzone per me non è un'annuncio di lotta comunista, non è nemmeno un grido di odio verso questa fredda società.
" Ci erigeremo oltre l'amore (che per quanto positivo, fa soffrire ammerda, no, non gliel'ho detta così ) e l'odio, attraversando quel cielo d'acciaio che sta diventando sempre più rapidamente la nostra mente.
"Per me è un manifesto di Resilienza.
Quella che lei ha incarnato per tutti questi anni. E no, questo non gliel'ho detto perché non c'era bisogno di dirselo, so che lo sapeva e basta, come lo sapevo io. Altrimenti non saremo dove siamo.
Lei mi ha insegnato a dare nomi diversi alle cose, a renderle belle così che ferissero meno, o almeno che lo facessero mantenendo della dignità estetica.
Anche se più che essere esteta è una persona estremamente realistica che semplicemente lotta per mantenere la propria anima intatta.
A quanto ne so , la sua vita è stata tutt'altro che rose e fiori.
Abituata alla merda da sempre mi sa, tanto che ci nutrivano entrambe di dolore condiviso , diventato pane quotidiano, da poter sublimare, perché era inutile da Ignorare.
Mi ha fatto amare un sacco di cliché scolastici che nessun' altra persona sarebbe stata in grado di trasmettere.
Leopardi sarà anche stato uno sfigato handicappato depresso ( vai bro, sono con te) , ma cazzo dai non ditemi che sapreste scrivere come lui. E al contrario di quanto si pensi, una vita vera e con le palle poi comunque se l'è fatta. E aveva pure una mini-tresca con il suo amico Ranieri, altro che l'unica Silvia.
(Non chiedetemi perché so ste robe, non lo volete sapere.)
Poi è arrivato Pascoli, Ungaretti, Montale...etc.
Mio malgrado Montale ce l'ho nell'anima.
Lei mi ha insegnato che potevo avere anch'io una voce d'inchiostro, delle idee, dei diritti.
In certi suoi discorsi mi ricordava la limpida cecità di papà nell'ostentare la propria onestà intellettuale.
Mi ha lasciato speranza, la sua, l'ha donata a tutti noi, studenti ignari del mondo, che forse l'abbiamo giudicata, l'abbiamo vista semplicemente passare.
Mi ha insegnato e mi ha dato la forza per capire che pure la rabbia serviva a qualcosa e che quando non era utile si poteva trasformare in dolcezza o in qualcos'altro. E mi ha fatto capire quando quel qualcos'altro non andava bene.
La vedevo entrare quasi ogni giorno in classe ed era diventata così familiare.
Essenza sorella.
Le nostre madri hanno avuto destini simili, anche se di natura diversa.
Le tracce che ci trascinavamo forse erano più vicine di quanti pensassimo.
Ho voluto troncare via la mia dalla sua, ma i resti rimangono. Credo che alla fine sia stata una scelta univoca e reciproca.
Uno specchio di sopravvivenza.
Mi ha detto che vorrebbe rivedermi.
Quanta paura avrei, tanta che scappo, ci metto in mezzo la sessione e le vacanze estive...ma Il desiderio rimane.
Capiterà. Magari fra un bel po'.
Tutt'ora , lo so e basta.
Come il fatto che attraverseremo quel cielo d'acciaio, ancora una volta.
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corallorosso · 3 years
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Nella notte del 6 ottobre 1998, Matthew Shepard accetta un passaggio, fuori da un bar. Siamo nel Wyoming rurale, è mezzanotte e i due che glielo offrono sembrano amichevoli, vestiti bene, due ragazzini puliti e a modo. Ad un tratto si rivelano però i due mostri che sono. Aaron McKinney e Russell Henderson lo aggrediscono già in auto: gli rubano i documenti, i soldi e gli tolgono le scarpe, così non può scappare. Dopo di che lo portano in aperta campagna, in un posto dove non passa nessuno e lo legano ad una staccionata. E' notte fonda e fa freddo ma Matthew non lo sente il freddo, sente solo dolore. I due lo picchiano selvaggiamente con le mani, con i piedi, con i sassi e persino con il calcio della pistola. E poi lo lasciano lì. Matthew resta lì, per diciotto ore. Fino a quando un passante in bicicletta non lo scorge: gli sembra un spaventapasseri da lontano, tanto è sporco, ammaccato, le vesti stracciate. Poi si accorge che è un ragazzo, coperto di sangue, legato mezzo nudo ad una staccionata e chiama i soccorsi. Quando paramedici e poliziotti arrivano ha lividi su tutto il corpo, ha un forte trauma alla testa tanto che il cervello è quasi esposto ma soprattutto è il suo viso ad essere spaventoso: è stato picchiato e sfigurato così forte e ripetutamente da sembrare che qualcuno volesse staccargliela quella faccia, far scomparire quel volto. Una maschera di sangue, tranne che per i solchi lasciati dalle sue lacrime. Matthew è in fin di vita, i danni che ha dentro ogni parte del corpo sono inoperabili, non si saprebbe nemmeno da che parte iniziare. Entra in coma e mai più ne esce. Morirà il 12 ottobre. Ci mette sei giorni a morire, sei giorni di agonia. I due assassini verranno presi per caso: durante una rissa verranno arrestati e nella loro macchina verranno rinvenute le cose di Matthew e da lì è presto fatto il calcolo. Lo hanno attirato e pestato perché Matthew era gay. La difesa non ci pensa nemmeno a negare, anzi: sostiene che erano talmente spaventati dall'omosessualità di Matthew, da presunte avances che avrebbe fatto loro, che sono andati nel panico e come impazziti lo hanno ucciso. Lo avrebbero massacrato per legittima difesa, addirittura! Più tardi sosteranno di aver agito in nome di Dio, mossi dalle Parole della Bibbia e lo stesso clero dell'epoca invocherà un'ambigua (e vomitevole) clemenza. Nessuno ci crede però o meglio a nessuno importa: l'efferatezza e i tempi dell'omicidio rivelano una precisa coscienza, una volontà mostruosa di uccidere Matthew. Uno dei due compari vende l'altro e scampa la pena di morte. Ergastolo, fine pena mai. L'altro verrà salvato dai genitori di Matthew: accettano di patteggiare e, con una dignità e un'umanità immensa, risparmiano la vita del secondo aggressore. Ergastolo. Perché loro non sono come lui. Diranno: noi stiamo risparmiando la sua vita in memoria di uno che non ce l'ha più. A tutte le udienze e al funerale di Matthew si presentarono preti, suore, fedeli e fanatici religiosi muniti di cartelli e megafoni sostenendo che Matthew era all'inferno, che era stata la mano di Dio e altre parole di odio che qui, pena la censura, non posso riportare. Non è servito a nulla perché il martirio, vero, di Matthew e la voce dei suoi genitori è rimbalzata nella mondo civile e nella politica innescando battaglie a favore della comunità LGBT che in sua memoria cambiano le cose ancora adesso. Sarà Barack Obama a volere una legge federale che espande i crimini dell'odio includendo la discriminazione per motivi di orientamento sessuale e identità di genere. Insomma una legge contro l'omofobia a tutto tondo. Si chiama il Matthew Shepard Act. Matthew Shepard 1 Dicembre 1976 - 12 Ottobre 1998 Roberto Ranfagni
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