Poiché mi era permesso vedere cose che gli altri bambini non vedevano, apparivo sofisticato ai miei compagni di classe. E poiché stavo guardando i film più impegnativi della più grande epoca cinematografica della storia di Hollywood, avevano ragione, avevo ragione.
Ad un certo punto, quando mi sono reso conto che stavo vedendo film che altri genitori non lasciavano vedere ai loro figli, ho chiesto informazioni a mia madre.
Disse: "Quentin, mi preoccupa di più il fatto che tu guardi le notizie. Un film non ti farà del male".
Paris. Little Maria Christina Aumont, in a recent photograph, together with her father, Jean-Pierre Aumont: the little girl is now eight and a half years old. Since her mother died, Maria Christina has lived with her father and never abandons her: for his part, the actor has a very lively attachment to his daughter, and, in his life as a widower, she represents his only affection.
Paris. Jean-Pierre Aumont plays with his daughter Maria Christina in his new home, a villa in the Malmaison park, the historic residence of Josephine Bonaparte, a short distance from the French capital. In every room of the villa there are portraits of Maria Montez and the memory of his wife is always present in the actor, who also received and still receives hundreds of letters from women who say they are willing to marry him. But Jean-Pierre Aumont doesn't even deign to glance at these proposals and continues to dedicate all his free moments to little Maria Christina.
Photos and caption from Italian magazine Oggi, 1954.
“Nessuno t’amerà mai come ti ho amato io. C’erano momenti disperati che non ne potevo più e allora pensavo a te e mi dicevo: «Deborah esiste, è là fuori, esiste!». E con quello superavo tutto. Capisci ora cosa sei per me?” (C’era una volta in America).
Questa mattina è accaduta una cosa meravigliosa, una delle più belle in assoluto da quando esiste il nostro blog: vi chiediamo di leggere questo post, anche per capire lo straordinario significato di questa foto.
Ousmane Diop è un giocatore della Dinamo Sassari, un ragazzo di 23 anni con una storia complicata alle spalle. Ha lasciato la famiglia in Senegal a 13 anni facendo una promessa a mamma e papà: "Tornerò quando diventerò un giocatore di basket e avrò i soldi per comprarvi una vera casa".
A 13 anni, in Italia, ha dormito per la prima volta in un letto da solo: prima lo condivideva con due fratelli.
Tra Udine, Torino e Sassari, è esploso il suo talento che gli ha permesso di diventare un grande giocatore di Serie A.
L'anno scorso, dopo non aver visto la sua famiglia dai 13 ai 22 anni, è tornato in Senegal e ad accoglierlo c'erano i genitori in lacrime davanti alla porta di quella nuova casa comprata dal loro bambino, nel frattempo diventato uomo.
Questa mattina, all'Istituto Comprensivo San Donato, la scuola e il rione più multietnico e problematico di Sassari, le maestre hanno proiettato in classe il video che abbiamo realizzato due mesi fa nel quale Ousmane racconta la sua storia: il video è questo https://youtu.be/TWrFqCzKsUM
Nella saletta-cinema della scuola c'erano un centinaio di bambini dai 6 ai 13 anni.
L'obiettivo era quello di dare un messaggio di speranza a dei bambini che vivono in condizioni non facili.
Alla fine della proiezione alcuni di loro si sono commossi, altri erano impazziti per la presenza di Ousmane "il gigante".
Il bambino al centro della foto è un bambino di 6 anni di origini nigeriane, che è rimasto particolarmente colpito dalla storia di Ousmane.
Ousmane, vedendolo piangere, è corso ad abbracciarlo.
Anche lui, alla fine, si è commosso.
L'abbraccio che vedete in questa foto testimonia la straordinaria grandezza dello sport.
Lo sport abbatte confini, è inclusivo, facilita i legami, è amicizia, è speranza, permette ad adulti e bambini di parlare la stessa lingua, di capirsi, di abbracciarsi, di condividere gioie ed ostacoli.
Ringraziamo LBA che ci ha dato la possibilità di realizzare questo video che ha colpito molte persone. Ringraziamo la Dinamo che ha dato una grande mano affinché si realizzasse questo incontro, e la Biblioteca Popolare dello Sport - Sassari che per prima ha avuto l'idea di portare il nostro video in una scuola.
Se qualcuno ci ponesse oggi la domanda "Ma perchè 12 anni fa avete creato un blog di basket?", risponderemmo mostrando questa foto.
Le ragazze di oggi non sanno quanto sono fortunate. Quando ero ragazza io non si parlava di catcalling,bodyshaming e stalking. Se andavamo in giro dovevamo sorbirci gli apprezzamenti volgari e molesti di diversi uomini;se ci trovavamo in un luogo affollato,come sull’autobus, o in coda alla biglietteria del cinema ammassati gli uni sugli altri c’era spesso qualcuno che ci metteva una mano sul sedere o peggio. Alcuni ragazzi proibivano alle loro fidanzate di truccarsi o di vestirsi in modo “ provocante”; avevano sempre da ridire sulle loro amicizie,soprattutto maschili, e cercavano di isolarle in un rapporto di coppia esclusivo e morboso. Se una ragazza era un po’ cicciottella o poco avvenente doveva sopportare battute cattive sul suo fisico ed era spesso emarginata. Sembra il medioevo e invece succedeva qualche decennio fa
Che fortuna abbiamo avuto noi che abbiamo incrociato e da allora per sempre provato ad essere all’altezza della tua discrezione, della tua sincerità, del rigore che non perde mai l’ironia, la capacità di chiedere come stai e poi ascoltare attento, di esserci sempre quando c’era bisogno, a volte all’improvviso, proprio all’ultimo momento, altre volte prima, così tanto prima che uno ti diceva: Andrea, è presto. C’è tempo. Va bene, ma intanto cominciamo – diceva quella tua voce fonda, autorevole, accogliente. Intanto prepariamoci. La cura delle piccole cose, l’ostinazione nella ricerca e l’esercizio permanente del dubbio- sempre, sempre: il dubbio anche di sé, della propria capacità di aver inteso, la conferma negli occhi degli altri, in altre fonti, in altre prove. La tenacia tante volte solitaria, la risata sempre all’erta, in bilico sul buio. Che fortuna chi ti ha letto per anni, ti ha seguito in tv da casa, ha imparato e compreso, ha saputo. Chi ti ha accompagnato nelle più divertenti avventure, incredibili proprio, quando nessuno capiva dove stavate andando ma voi sì, tu più di tutti sempre. Chi ha fatto notte con te a parlare di cinema, i tuoi film amatissimi, le giornate infinite al Lido, e poi a discutere di politica, ne sapevi sempre scorgere la rotta, la preveggenza nitida, il bandolo dei grandi misteri: c’è sempre un dettaglio che deve essere sfuggito, dicevi alle redazioni di ragazzi adoranti. Cerchiamolo. L’eleganza. Quel modo di parlare, di camminare, di occupare lo spazio nel mondo. Inconfondibile, eppure a volte invisibile. L’amore, dato e ricevuto in quantità fuori misura. Ti portiamo. Poco poco, un pezzo ciascuno. Ce la faremo, fidati. Abbiamo imparato dal migliore.