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#resti umani
sauolasa · 10 months
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Resti umani ritrovati nel relitto del "Titan": analisi alla ricerca delle cause dell'implosione
I detriti del sottomarino, raccolti a più di 12.000 piedi (3.658 metri) sotto la superficie del Nord Atlantico, sono arrivati ​​a St. John's, sull'isola canadese di Terranova. Potrebbero fornire "elementi cruciali" per chiarire la dinamica dell'incidente, costato la vita a cinque persone
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viendiletto · 3 months
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Foiba di Basovizza e Monrupino (Trieste) – Oggi monumenti nazionali. Diverse centinaia sono gli infoibati in esse precipitati.
Foiba di Scadaicina sulla strada di Fiume.
Foiba di Podubbo – Non è stato possibile, per difficoltà, il recupero. Il Piccolo del 5.12.1945 riferisce che coloro che si sono calati nella profondità di 190 metri, hanno individuato cinque corpi – tra cui quello di una donna completamente nuda – non identificabili a causa della decomposizione.
Foiba di Drenchia – Secondo Diego De Castro vi sarebbero cadaveri di donne, ragazze e partigiani dell’Osoppo.
Abisso di Semich – “…Un’ispezione del 1944 accertò che i partigiani di Tito, nel settembre precedente, avevano precipitato nell’abisso di Semich (presso Lanischie), profondo 190 metri, un centinaio di sventurati: soldati italiani e civili, uomini e donne, quasi tutti prima seviziati e ancor vivi. Impossibile sapere il numero di quelli che furono gettati a guerra finita, durante l’orrendo 1945 e dopo. Questa è stata fina delle tante Foibe carsiche trovate adatte, con approvazione dei superiori, dai cosiddetti tribunali popolari, per consumare varie nefandezze. La Foiba ingoiò indistintamente chiunque avesse sentimenti italiani, avesse sostenuto cariche o fosse semplicemente oggetto di sospetti e di rancori. Per giorni e giorni la gente aveva sentito urla strazianti provenire dall’abisso, le grida dei rimasti in vita, sia perché trattenuti dagli spuntoni di roccia, sia perché resi folli dalla disperazione. Prolungavano l’atroce agonia con sollievo dell’acqua stillante. Il prato conservò per mesi le impronte degli autocarri arrivati qua, grevi del loro carico umano, imbarcato senza ritorno…” (Testimonianza di Mons. Parentin – da La Voce Giuliana del 16.12.1980).
Foibe di Opicina, di Campagna e di Corgnale – “Vennero infoibate circa duecento persone e tra queste figurano una donna ed un bambino, rei di essere moglie e figlio di un carabiniere …” (G. Holzer 1946).
Foibe di Sesana e Orle – Nel 1946 sono stati recuperati corpi infoibati.
Foiba di Casserova sulla strada di Fiume, tra Obrovo e Golazzo. Ci sono stati precipitati tedeschi, uomini e donne italiani, sloveni, molti ancora vivi, poi, dopo aver gettato benzina e bombe a mano, l’imboccatura veniva fatta saltare. Difficilissimi i recuperi.
Abisso di Semez – Il 7 maggio 1944 vengono individuati resti umani corrispondenti a ottanta – cento persone. Nel 1945 fu ancora “usato”.
Foiba di Gropada – Sono recuperate cinque salme. “Il 12 maggio 1945 furono fatte precipitare nel bosco di Gropada trentaquattro persone, previa svestizione e colpo di rivoltella “alla nuca”. Tra le ultime: Dora Ciok, Rodolfo Zuliani, Alberto Marega, Angelo Bisazzi, Luigi Zerial e Domenico Mari”.
Foiba di Vifia Orizi – Nel mese di maggio del 1945, gli abitanti del circondario videro lunghe file di prigionieri, alcuni dei quali recitavano il Padre Nostro, scortati da partigiani armati di mitra, essere condotte verso la voragine. Le testimonianze sono concordi nell’indicare in circa duecento i prigionieri eliminati.
Foiba di Cernovizza (Pisino) – Secondo voci degli abitanti del circondario le vittime sarebbero un centinaio. L’imboccatura della Foiba, nell’autunno del 1945, è stata fatta franare.
Foiba di Obrovo (Fiume) – È luogo di sepoltura di tanti fiumani, deportati senza ritorno.
Foiba di Raspo – Usata come luogo di genocidio di italiani sia nel 1943 che nel 1945. Imprecisato il numero delle vittime.
Foiba di Brestovizza – Così narra la vicenda di una infoibata il “Giornale di Trieste” in data 14.08.1947. “Gli assassini l’avevano brutalmente malmenata, spezzandole le braccia prima di scaraventarla viva nella Foiba. Per tre giorni, dicono i contadini, si sono sentite le urla della misera che giaceva ferita, in preda al terrore, sul fondo della grotta.”
Foiba di Zavni (Foresta di Tarnova) – Luogo di martirio dei carabinieri di Gorizia e di altre centinaia di sloveni oppositori del regime di Tito.
Foiba di Gargaro o Podgomila (Gorizia) – Vi furono gettate circa ottanta persone.
Capodistria – Le Foibe – Dichiarazioni rese da Leander Cunja, responsabile della Commissione di indagine sulle Foibe del capodistriano, nominata dal Consiglio esecutivo dell’Assemblea comunale di Capodistria: “Nel capodistriano vi sono centosedici cavità, delle ottantuno cavità con entrata verticale abbiamo verificato che diciannove contenevano resti umani. Da dieci cavità sono stati tratti cinquantacinque corpi umani che sono stati inviati all’Istituto di medicina legale di Lubiana. Nella zona si dice che sono finiti in Foiba, provenienti dalla zona di S. Servolo, circa centoventi persone di etnia italiana e slovena, tra cui il parroco di S. Servolo, Placido Sansi. I civili infoibati provenivano dalla terra di S. Dorligo della Valle. I capodistriani, infatti, venivano condotti, per essere deportati ed uccisi, nell’interno, verso Pinguente. Le Foibe del capodistriano sono state usate nel dopoguerra come discariche di varie industrie, tra le quali un salumificio della zona”.
Foiba di Vines – Recuperate dal Maresciallo Harzarich dal 16.10.1943 al 25.10.1943 cinquantuno salme riconosciute. In questa Foiba, sul cui fondo scorre dell’acqua, gli assassinati dopo essere stati torturati, finirono precipitati con una pietra legata con un filo di ferro alle mani. Furono poi lanciate delle bombe a mano nell’interno. Unico superstite, Giovanni Radeticchio, ha raccontato il fatto.
Cava di Bauxite di Gallignana – Recuperate dal 31 novembre 1943 all’8 dicembre 1943 ventitré salme di cui sei riconosciute. Don Angelo Tarticchio nato nel 1907 a Gallesano d’Istria, parroco di Villa di Rovigno. Il 16 settembre 1943 – aveva trentasei anni – fu arrestato dai partigiani comunisti, malmenato ed ingiuriato insieme ad altri trenta dei suoi parrocchiani, e, dopo orribili sevizie, fu buttato nella foiba di Gallignana. Quando fu riesumato lo trovarono completamente nudo, con una corona di spine conficcata sulla testa, i genitali tagliati e messi in bocca.
Foiba di Terli – Recuperate nel novembre del 1943 ventiquattro salme, riconosciute.
Foiba di Treghelizza – Recuperate nel novembre del 1943 due salme, riconosciute.
Foiba di Pucicchi – Recuperate nel novembre del 1943 undici salme di cui quattro riconosciute.
Foiba di Surani – Recuperate nel novembre del 1943 ventisei salme di cui ventuno riconosciute.
Foiba di Cregli – Recuperate nel dicembre del 1943 otto salme, riconosciute.
Foiba di Cernizza – Recuperate nel dicembre del 1943 due salme, riconosciute.
Foiba di Vescovado – Scoperte sei salme di cui una identificata.
Altre foibe da cui non fu possibile eseguire recupero nel periodo 1943 – 1945: Semi – Jurani – Gimino – Barbana – Abisso Bertarelli – Rozzo – Iadruichi.
Foiba di Cocevie a 70 chilometri a sud-ovest da Lubiana
Foiba di San Salvaro
Foiba Bertarelli (Pinguente) – Qui gli abitanti vedevano ogni sera passare colonne di prigionieri ma non ne vedevano mai il ritorno.
Foiba di Gropada
Foiba di San Lorenzo di Basovizza
Foiba di Odolina – Vicino Bacia, sulla strada per Matteria, nel fondo dei Marenzi.
Foiba di Beca – Nei pressi di Cosina.
Foibe di Castelnuovo d’Istria – “Sono state poi riadoperate – continua il rapporto del CLN – le foibe istriane, già usate nell’ottobre del 1943”.
Cava di bauxite di Lindaro
Foiba di Sepec (Rozzo)
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zaydabuzaydrp · 14 days
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Abu Zayd, più precisamente Zayd Abu Zayd Ab-Alh-Rahmann III, meglio conosciuto come "il Moro Zeyt", è un altro dei grandi protagonisti della nascita del Regno cristiano di Valencia.
Ultimo signore almohade di Valencia, era il pronipote del califfo berbero Abd-Al-Mucmin. Pur essendo originario di Baeza, era stato avviato alla politica dal nipote, il califfo Yusuf II, che lo nominò governatore di Valencia.
L'ultimo re almohade di Valencia vide presto sorgere problemi, sia per la pressione delle truppe cristiane a nord sia per quella di altri signori musulmani a sud. Insieme alla corruzione politica, che già esisteva all'epoca, avevano soffocato il popolo.
Dopo la morte del califfo Yusuf II, la decadenza politica si aggravò. Fu allora che Abu Zayd fu costretto a chiedere la protezione di Ferdinando III, il re santo di Castiglia. I raccolti rovinati da una piaga di cavallette e la mancanza di cibo incoraggiarono la ribellione della popolazione. In questa situazione, Zayyan Ibn Mardanis, discendente del re Lobo, arrivò a Valencia da Onda e guidò il rovesciamento di Abu Zayd, che dovette lasciare la città con il suo seguito e la sua famiglia nel 1229, diretto a Segorbe (Castellón).
Qui storia e leggenda si fondono, poiché si dice che la conversione del "moro Zeyt" sia avvenuta a Caravaca de la Cruz, dove la leggenda vuole che sia apparso il simbolo della croce.
Secondo la tradizione locale più diffusa, si dice che dalla fine del 1230 o all'inizio del 1231, il re almohade di Valencia e Murcia, Abu Zayd, si trovava nei suoi possedimenti a Caravaca. Interrogò i cristiani che teneva prigionieri per scoprire quali mestieri esercitassero, con l'obiettivo di occuparli secondo le loro capacità. Tra loro c'era il sacerdote Ginés Pérez Chirinos che, come missionario, era venuto da Cuenca nelle terre saracene per predicare il Vangelo. Egli rispose che il suo compito era quello di celebrare la messa e il re moresco voleva sapere com'era. Fu ordinato di portare da Cuenca i paramenti corrispondenti e il 3 maggio 1232, nella sala nobile della fortezza, il sacerdote iniziò la liturgia. Tuttavia, poco dopo aver iniziato la liturgia, dovette fermarsi, spiegando che gli era impossibile continuare perché mancava un elemento essenziale all'altare: un crocifisso.
In quel momento, attraverso una finestra della stanza, due angeli scesero dal cielo e posero delicatamente una croce a due bracci sull'altare. Il sacerdote poté quindi continuare la celebrazione della messa e, in presenza di tale meraviglia, Abu-Ceyt (insieme ai membri della sua corte presenti) si convertì al cristianesimo. In seguito si scoprì che la croce apparsa era il pettorale del vescovo Roberto, primo patriarca di Gerusalemme, realizzato con il legno della croce dove morì Gesù Cristo.
Quando Abu Zayd si convertì, prese il nome di Vicente Bellvís, come riportano le cronache dell'epoca. Morì tra il 1265 e il 1270.
La morte di Abu-Zayd è precedente all'11 dicembre 1268, data in cui il documento lo dichiara defunto. I suoi figli e parenti ricevettero un'importante eredità e, essendo imparentati con la nobiltà aragonese, divennero anch'essi signori cristiani.
QUI GIACE D. VICENTIUS BELVIS CON I SUOI ​​FIGLI UN TEMPO ZEIT ABUSIÒ RE VALENTIA MAURUS ADEO IL PROTETTORE DELLA SUA RELIGIONE VT DUE UOMINI INNOCENTI BEATI GIOVANNI DI PERUSIA E PIETRO DI SASSO-FERRATICO FIGLI E COMPAGNI DI PADRE FRANCESCO CHE PREDICANO LA VERA FEDE DI CRISTO OTTENUTO ATTRAVERSO LA SPADA MA RICEVERE LA LUCE DEL PADRE ISPIRATORE OGNI PECCATO FU CONSUMATO DAL SANTO BATTESIMO E IL SEGNO DELL'ETERNA RICONCILIAZIONE EGLI DESTINÒ UNA VOLTA LA SUA SALA IN CHIESA E SEDE.
Intorno al 16 giugno 1860, a Valencia fu eretta una lapide che lasciava in vista alcuni resti umani, il cui stato denotava la loro antichità. Nello stesso luogo fu rinvenuta una pergamena che recitava come segue:
Data di nascita:
17 ottobre 1195
Data di morte:
11 dicembre 1268
Titoli:
-Principe musulmano
-Signore cristiano
Etnia:
Berbero
Religione:
Islam
Religione 2:
Cristiano cattolico
Dinastia:
Almohade
Prestavolti nella trama:
-Alvaro Rico
-Walid Azaro
-Asier Cadenas
-David Raya (pv attuale)
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susieporta · 7 months
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Decalogo del 4 ottobre
1.
Ci sono gli uomini del silenzio e quelli del ronzio. I secondi non sanno scrivere.
2.
Nel cuore della notte un sogno ti svela la tua vita ma il problema è che poi il sogno svanisce, resti da solo con la tua vita.
3.
Hai ragione. Sei sul nervo giusto del mondo. Si vede da chi ti ignora, da chi ti avversa.
4.
Incontrare gli esseri umani a tarda età non è come incontrarli da giovani. È disperante e commovente.
5.
Odio la gengiva infiammata, la schiena dolente, l'occhio che punge. Odio affrontare il patimento della vita con un guasto nel corpo.
6.
Il riscaldamento climatico è tutto in questo svegliarmi sudato alle 4 del mattino in un albergo Veneto a
Ottobre.
7.
Quelli che non sentono la morte non sentono la vita.
Quando parlano hanno una radicale inconsistenza.
Poche cose mi sono chiare come questa.
8.
Ieri ho aiutato in treno a spostare una valigia. Il beneficiario del mio gesto non mi ha detto grazie.
Siamo nell'alta marea dell'ingratitudine.
9.
Stendersi pancia a terra sull'erba, guardare il cinema delle formiche, dei grilli.
10.
Ho le paure di mia madre e i malumori di mio padre.
Sono tanti anni che provo a mettere in me qualcosa di mio ma non ci riesco.
Franco Arminio
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parmenida · 7 months
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Una fama sinistra grava sul palazzo situato al n. 9 di piazza San Domenico, a Napoli, dove c’è chi giura di udire nottetempo gemiti e rumori strani, come lo scalpitio concitato di una carrozza o il clangore di catene e ferri battuti.
Proprio all’interno di queste mura, nel 1590, il compositore Carlo Gesualdo, Principe di Venosa, uccise la moglie Maria d’Avalos insieme all’amante don Fabrizio Carafa, sorpresi in flagrante adulterio.
Sempre qui, nel XVIII secolo, visse e operò un personaggio controverso, fuori dal comune persino per gli standard della Napoli settecentesca, che fu al tempo stesso nobiluomo, alchimista, fisico, letterato, medico, esoterico e massone: Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero.
Nato il 30 gennaio del 1710 a Torremaggiore, nel Foggiano, Raimondo fu allevato dal nonno dopo che il padre Antonio si ritirò in convento, sconvolto dalla perdita prematura dell’adorata consorte.
Istruito dai Gesuiti del Collegio Romano, dove rimase sino al compimento dei 20 anni d’età, il nostro tornò finalmente a Napoli per risiedere nel palazzo di famiglia.
Piacente, dalla favella pronta, curioso e d’intelligenza superiore alla media, don Raimondo godeva di fantasia illimitata, che amava mettere alla prova con le sue bizzarre invenzioni, come quella di un “lume eterno” realizzato con la polvere ossea derivante dalla triturazione di un teschio umano, ricco di fosfato di calcio e fosforo concentrato.
Meno lugubre fu l’invenzione di un tessuto impermeabile pionieristico per quei tempi, di cui fece dono al Re di Napoli Carlo III di Borbone per la realizzazione di alcuni mantelli da caccia. Fu il suo modo di ringraziare il sovrano per averlo onorato con la prestigiosa nomina a Cavaliere dell’Ordine di San Gennaro.
La famosissima Cappella Sansevero, tuttavia, rimane l’opera che lo ha tramandato ai posteri.
Concepita come luogo di culto, essa costituisce soprattutto un tempio massonico carico di simbologie, perfettamente calzante all’estro e al carisma del Principe di Sansevero che così volle abbellire, ampliandola a suo gusto e somiglianza, un’antica cappella preesistente.
Capisaldi del progetto sono le dieci statue delle “Virtù” addossate ad altrettanti pilastri: nove al femminile, dedicate alle donne di Casa Sansevero, e una sola al maschile, il Disinganno, eretta in onore di don Antonio, padre del Principe.
Ogni statua, carica di significati allegorici, rimanda al mondo della massoneria di cui don Raimondo era Gran Maestro. In particolare la “Pudicizia”, vista come riferimento alla dea egiziana Iside, ci parla dei riti iniziatici di cui la dea stessa era regina.
Il capolavoro più suggestivo dell’intera Cappella, però, è la statua del cd. “Cristo velato”, realizzata da Giuseppe Sammartino. Vi si contempla il Cristo, adagiato su un materasso e ricoperto di un velo perfettamente aderente alla sua fisionomia, tanto che a lungo è circolata la voce secondo la quale il Principe di Sansevero avrebbe insegnato allo scultore la tecnica della calcificazione chimica del tessuto in cristalli di marmo.
Recenti analisi, in realtà, hanno fugato ogni dubbio sul fatto che l’opera sia stata interamente scolpita partendo da un unico blocco marmoreo.
In un ambiente attiguo, destano grande impressione nei visitatori le due “macchine anatomiche” dei corpi, rispettivamente, di un uomo e di una donna completamente scarnificati, nei quali è possibile osservare l’intero sistema circolatorio.
Anche qui, se per la leggenda si tratta dei poveri resti di due servitori del Principe, ammazzati per la bisogna e così ridotti con l’inoculazione di uno speciale liquido capace di trasformare in metallo i vasi sanguigni, la scienza ha concluso che siamo dinnanzi a due scheletri umani sui quali, con mirabile perizia medica, sono stati ricostruiti in metallo tutti i condotti circolatori.
In ogni caso, tanta fu la familiarità di don Raimondo con la morte, considerata come ineluttabile passaggio della vita stessa, che secondo un’altra credenza popolare, sentendosi prossimo alla fine sopraggiunta il 23 marzo del 1771, egli si fece tagliare in pezzi da uno schiavo moro al fine di farsi adeguatamente sistemare dentro la cassa dalla quale, come un dottor Faust napoletano, sarebbe balzato fuori vivo e vegeto a tempo prestabilito.
Sarà anche per questo motivo che non è raro scorgere passanti che, davanti a quello che fu il so palazzo, si fanno ancora il segno della croce, allontanandosi in tutta fretta.
Accompagna questo scritto il “Ritratto di Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero”, di Francesco Mura, 1740 circa, Cappella Sansevero, Napoli.
Anche questo è la mia Napoli..
A domani..
Nini
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dely-pilar-99 · 11 months
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Discord fa una vacanza nella terra degli umani all’epoca degli uomini della caverne. Mentre fa un pisolino una donna lo stupra e rimane incinta di suo figlio, così Discord la riporta con se a equestria.Nove mesi dopo la donna,ke si comporta perennemente come una cagna in calore, da alla luce un bambino ermafrodita che Discord nomina Demon Discordia. Quando il piccolo Demon,che si identifica come maschio, ha 10 anni, sua madre ruba a Discord un artefatto che consente il viaggio tra le dimensioni, quindi rapisce Demon e lo riporta con se nel regno umano,dove la donna rompe le corna e ferisce una delle ali di suo figlio. Fortunatamente Demon riesce a scappare coi resti delle sue corna e L’artefatto ormai distrutto, che archivia nella borsa senza fondo che porta sempre legata alla coscia. I secoli passano e Demon non ha ancora trovato un modo per tornare da suo padre,di conseguenza continua a viaggiare per evitare che la gente scopra che non è umano. Nel corso del tempo trova la sua vocazione nel portare gioia ai bambini e più di una volta ha trovato lavoro come tata/babysitter spacciandosi per una donna. Negli anni ‘90 alcuni scienziati catturano Demon e per avere più soggetti di prova usano i suoi spermatozoi ed uno dei suoi ovuli per creare un embrione che successivamente impiantano nel suo utero. Quando finalmente si sveglia, Damon non perde tempo a fuggire. Qualche settimana dopo Damon viene avvicinato da un medico che lo trova a vomitare vicino ad un albero, e Demon si lascia convincere a fare un controllo medico completo, in cui scopre della sua gravidanza. I mesi successivi passano in relativa tranquillità, ma un giorno si imbatte in dei cacciatori che lo scambiano per una preda e cominciano ad inseguirlo, finendo per forargli la spalla sinistra nel processo. Alla fine Demon riesce a sfuggirgli, ma la spalla continua a sanguinare ed inoltre inizia a sentire delle fitte al ventre che alla fine lo fanno collassare e gridare per il dolore. Fortunatamente quelle grida permettono ad una coppia di escursionisti di trovarlo, permettendogli così di raggiungere la casa del suo medico di fiducia. Purtroppo la serata finisce in tragedia quando la bambina di Demon nasce morta,iniziando a trascinare Demon in una spirale di depressione. Una volta che Cassiopea, la bambina di Demon, è stata cremata, quest’ultimo svanisce nel nulla x i prossimi 12 anni circa,ritrovandosi congelato fino alle ossa ogni 15 settembre, il giorno della morte di Cassiopea.
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ballata · 16 days
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Le antiche mitologie europee hanno sempre presentato il divino in modi diversi. Recuperare il significato dimenticato di questi politeismi, con pazienza e profondità indagando la spiritualità arcaica della nostra Civiltà millenaria gioverebbe....Le complementarietà tra le figure divine e l'assenza del "senso di colpa" nell'uomo indica un cosmo composito, privo di finalità proprie e di valori universali, che prende forma solo attraverso le azioni Ragionate e Coraggiose degli esseri umani.
La permanenza di queste visioni del mondo nelle filosofie europee, le loro implicazioni politiche sono un contributo necessario, che riaffermerebbe la lunga memoria europea quale processo di sedimentazione identitaria e di proiezione verticale....Così hanno decretato gli Dèi. Che, nel perdersi, ciascuno possa ritrovare se stesso.
Non è esclusa la possibilità che in qualche parte d'Europa esistano ancora resti dì stirpi più forti, di uomini tipicamente inattuali: per cui si potrebbe ancora sperare..#europa #mito #mitologia
#robertonicolettiballatibonaffini
#liberopensiero
#mementoauderesemper
#tradizione
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illsadboy · 2 months
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L'anima è nascosta in una casa a quattro piani non ricordo dov'è, nemmeno so se ho più le chiavi uso consumazioni anche se siamo consumati. Ho la testa per aria ed i neuroni rovinati quando sono ubriaco ti scrivo messaggi strani vorrei che capissi che non sono mai banali e forse noi due folli non siamo mai stati uguali è vero la follia che ci rendeva un pò speciali adesso se ti incontro sembra che siamo due estranei non voglio che parliamo e non rispondo se mi chiami mi chiedo se ti odio e tu ti chiedi se mi ami ma mi sei indifferente e non siamo mai stati bravi a rendere i pensieri veri, limpidi e più chiari li abbiamo sempre resi distorti e confusionali. Ho l'ultima Camel, me la togli dalle mani prima di conoscermi forse manco fumavi avevo solo l'erba in un paio di jeans bucati facevo pure finta che li compravo strappati non ti penso oggi e non ti penserò domani anche se in 'sti giorni ho degli orari un po' sballati conservo ricordi di te nuda che ballavi sotto il cielo più brillante che abbiano visto gli umani, ho preso tre pillole mentre non mi pensavi. Questa è la canzone che tanto desideravi voglio che l'ascolti se ti rialzi quando cadi quando resti persa nel buio dei tuoi peccati e volevamo solamente stare bene perché un debole è più forte quando riesce a non pensare quando riesco a non pensare evito di farmi male, evito di farci male.
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accovacciarsibene · 10 months
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più cammino per questa città più mi rendo conto che non metterei mai nessuno al mondo per farlo vivere qui. Napoli è una città in cui tutto ristagna, in cui i negozi cambiano insegne e aspetto per poi vendere alla fine sempre le stesse cose. Oggi ho visto una persona sorridere orgogliosa per una scritta “solo a Napoli” ed è questo quello che ci riesce meglio qui, pensare che ci si può permettere di non cambiare perché si conserva qualcosa di speciale, di migliore, di sacro. Intanto le strade si affollano come formicai e le persone affogano nella loro inutile esistenza circolare. Mangia, fai ammuina, sii più furbo degli altri. Odio sempre più questa città tranne il mare. Vorrei tenermi tutto il mare per me e nuotarci per ore e guardare un Vesuvio senza case senza luci senza resti umani. Che speranza ha di salvarsi chi porta dentro questo seme di terra bruciata e arsa? Alla fine anche io sono marchiata figlia di questi pensieri figlia di questi tempi persi e di un orgoglio irrinunciabile. Mi odio così tanto. Mi odio così tanto tranne che in mare. Ammollo la pelle e guardo il Vesuvio e so che vorrei morire guardandomi riflessa li, con gli occhi lacrimanti pieni di sale
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Fammi versare lacrime su di un mappamondo
così tutti sapranno
Che non è mai estate dove abito io
Non ci sono fiori in mezzo al cemento
Soltanto poesie stracciate ai bordi della strada 
Gocce d’amore come anestetico
ma il dolore è onnipresente,
come dio non ti abbandona 
come dio, potrebbe finire ma non adesso
Soffri e soffri in silenzio 
Nessun piagnisteo potrà salvarti
Poi ci sei tu, un umano tra gli umani
senza poteri e senza promesse
Non resti a guardare, non mi hai abbandonato mai 
Sei con me ed è ciò che mi basta,
ciò che poi, realmente conta.
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viendiletto · 3 months
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Martedì 15 gennaio una troupe della Rai impegnata a realizzare in Slovenia un servizio sugli eccidi delle foibe si è vista danneggiare i veicoli da ignoti nei pressi di una caverna in cui stava realizzando delle riprese. A rende noto l’episodio, denunciato alle forze dell’ordine, il sindacato Unirai, liberi giornalisti Rai. Nei pressi del villaggio di Popecchio (Podpeč), sopra la valle del Risano, nel comune di Capodistria, quindi a pochi chilometri dal confine italiano, l’inviato del Tg2 Andrea Romoli, accompagnato dagli speleologi Franc Malečkar e Maurizio Tavagnutti, si è calato all’interno della caverna sotto il castello dove si ritiene che nel 1945 le milizie comuniste trucidarono centinaia di persone.
Una volta emersi dalle grotte, dove hanno ritrovato molti resti umani, Romoli e la sua troupe hanno avuto un’amara sorpresa: le macchine di servizio, lasciate ad alcune decine di metri di distanza, erano state pesantemente vandalizzate. Il mezzo più colpito è quello che portava il distintivo di riconoscimento Rai a cui è stato sfondato il parabrezza e distrutta la fiancata. Gli equipaggiamenti all’interno dei mezzi non sono stati in alcun modo toccati.
“Unirai condanna questi atti intimidatori e violenti che non fermeranno il lavoro dei giornalisti Rai per raccontare i crimini di ieri e di oggi”, dice il Sindacato. “Dalle foibe in Istria alle fosse comuni di Bucha è teso un unico filo rosso di sangue, che bisogna ricordare e denunciare perché quegli orrori non si ripetano. Farlo senza paure e reticenze è la maniera migliore per onorare lo straordinario lavoro di ricucitura delle ferite del passato realizzato dalle Comunità italiana e slovena al di qua e al di là del confine, per costruire un comune futuro di pace e convivenza. Dalla storica stretta di mano tra il presidente italiano Mattarella e il suo omologo sloveno Pahor davanti alla foiba di Basovizza non si torna indietro”.
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zaydabuzaydrp · 7 months
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Abu Zayd, più precisamente Zayd Abu Zayd Ab-Alh-Rahmann III, meglio conosciuto come "il Moro Zeyt", è un altro dei grandi protagonisti della nascita del Regno cristiano di Valencia.
Ultimo signore almohade di Valencia, era il pronipote del califfo berbero Abd-Al-Mucmin. Pur essendo originario di Baeza, era stato avviato alla politica dal nipote, il califfo Yusuf II, che lo nominò governatore di Valencia.
L'ultimo re almohade di Valencia vide presto sorgere problemi, sia per la pressione delle truppe cristiane a nord sia per quella di altri signori musulmani a sud. Insieme alla corruzione politica, che già esisteva all'epoca, avevano soffocato il popolo.
Dopo la morte del califfo Yusuf II, la decadenza politica si aggravò. Fu allora che Abu Zayd fu costretto a chiedere la protezione di Ferdinando III, il re santo di Castiglia. I raccolti rovinati da una piaga di cavallette e la mancanza di cibo incoraggiarono la ribellione della popolazione. In questa situazione, Zayyan Ibn Mardanis, discendente del re Lobo, arrivò a Valencia da Onda e guidò il rovesciamento di Abu Zayd, che dovette lasciare la città con il suo seguito e la sua famiglia nel 1229, diretto a Segorbe (Castellón).
Qui storia e leggenda si fondono, poiché si dice che la conversione del "moro Zeyt" sia avvenuta a Caravaca de la Cruz, dove la leggenda vuole che sia apparso il simbolo della croce.
Secondo la tradizione locale più diffusa, si dice che dalla fine del 1230 o all'inizio del 1231, il re almohade di Valencia e Murcia, Abu Zayd, si trovava nei suoi possedimenti a Caravaca. Interrogò i cristiani che teneva prigionieri per scoprire quali mestieri esercitassero, con l'obiettivo di occuparli secondo le loro capacità. Tra loro c'era il sacerdote Ginés Pérez Chirinos che, come missionario, era venuto da Cuenca nelle terre saracene per predicare il Vangelo. Egli rispose che il suo compito era quello di celebrare la messa e il re moresco voleva sapere com'era. Fu ordinato di portare da Cuenca i paramenti corrispondenti e il 3 maggio 1232, nella sala nobile della fortezza, il sacerdote iniziò la liturgia. Tuttavia, poco dopo aver iniziato la liturgia, dovette fermarsi, spiegando che gli era impossibile continuare perché mancava un elemento essenziale all'altare: un crocifisso.
In quel momento, attraverso una finestra della stanza, due angeli scesero dal cielo e posero delicatamente una croce a due bracci sull'altare. Il sacerdote poté quindi continuare la celebrazione della messa e, in presenza di tale meraviglia, Abu-Ceyt (insieme ai membri della sua corte presenti) si convertì al cristianesimo. In seguito si scoprì che la croce apparsa era il pettorale del vescovo Roberto, primo patriarca di Gerusalemme, realizzato con il legno della croce dove morì Gesù Cristo.
Quando Abu Zayd si convertì, prese il nome di Vicente Bellvís, come riportano le cronache dell'epoca. Morì tra il 1265 e il 1270.
La morte di Abu-Zayd è precedente all'11 dicembre 1268, data in cui il documento lo dichiara defunto. I suoi figli e parenti ricevettero un'importante eredità e, essendo imparentati con la nobiltà aragonese, divennero anch'essi signori cristiani.
QUI GIACE D. VICENTIUS BELVIS CON I SUOI ​​FIGLI UN TEMPO ZEIT ABUSIÒ RE VALENTIA MAURUS ADEO IL PROTETTORE DELLA SUA RELIGIONE VT DUE UOMINI INNOCENTI BEATI GIOVANNI DI PERUSIA E PIETRO DI SASSO-FERRATICO FIGLI E COMPAGNI DI PADRE FRANCESCO CHE PREDICANO LA VERA FEDE DI CRISTO OTTENUTO ATTRAVERSO LA SPADA MA RICEVERE LA LUCE DEL PADRE ISPIRATORE OGNI PECCATO FU CONSUMATO DAL SANTO BATTESIMO E IL SEGNO DELL'ETERNA RICONCILIAZIONE EGLI DESTINÒ UNA VOLTA LA SUA SALA IN CHIESA E SEDE.
Intorno al 16 giugno 1860, a Valencia fu eretta una lapide che lasciava in vista alcuni resti umani, il cui stato denotava la loro antichità. Nello stesso luogo fu rinvenuta una pergamena che recitava come segue:
Data di nascita:
17 ottobre 1195
Data di morte:
11 dicembre 1268
Titoli:
-Principe musulmano
-Signore cristiano
Etnia:
Berbero
Religione:
Islam
Religione 2:
Cristiano cattolico
Dinastia:
Almohade
Prestavolti nella trama:
-Alvaro Rico
-Walid Azaro
-Asier Cadenas (pv attuale)
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a-tarassia · 1 year
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Parlami del museo egizio di Torino
Il Museo Egizio di Torino è uno dei più antichi e importanti musei egizi al mondo, fondato nel 1824. Possiede una vasta collezione di oggetti d'arte, mummie, papiri, statue e monumenti che coprono un arco temporale di oltre 5000 anni di storia egizia. Il museo è famoso per la sua esposizione di sarcofagi, tra cui quello del re Ramesses II, e per la sua sezione dedicata alla vita quotidiana in antico Egitto. La sua posizione a Torino, in Italia, lo rende una tappa obbligata per gli appassionati di storia e cultura egizia.
Questo è quello che ho chiesto a ChatGPT e cosa l’AI di produzione testi mi ha suggerito in risposta. È tutto corretto? Sono andata al museo di recente e non mi è sembrato per un cazzo di vedere il sarcofago di Ramses II, vero è che di sarcofagi è pieno il museo, ma non c’era quello di nessun Ramses. ChatGPT deve smetterla di dire minchiate e affinare la tecnica di ricerca, approvvigionamento e rielaborazione delle info se vuole competere con boold and flesh, ma ci sta, di certo non demonizzerei la tecnologia, bisogna imparare ad addestrarla e ad usarla invece di ostracizzare in un moderno ritrovato luddismo, il flusso non lo fermi caro mio, no no.
Volevo parlare di ChatGPT? No. Volevo parlare di morti.
Il Museo Egizio di Torino è il secondo contenitore al mondo di antichità egizie, il primo mi pare sia al Cairo. Come mai proprio a Torino? Eh beh come te lo spiego? Diciamo che i regnanti all’epoca volevano della storia da esporre e visto che di proprietà non ne avevano, almeno non ne avevano di prestigiosa, allora hanno deciso di andarsela a cercare. Contesto e congiunture vogliono che si vada a finire in Egitto, mettono insieme una squadra e si va alla scoperta di archeologia del luogo, precisamente archeologia di pratiche funerarie, insomma si va a trafugare tombe. Belle tombe per carità. Tombe ricche, ma sempre tombe. Mi immagino tipo che tra mille anni comincino a scavare nei vari cimiteri monumentali e a portarsi via le lastre, le urne, i mausolei, che ne so, i lumini, ste cose e poi le mettono tutte in un edificio per mostrarle ai posteri: guarda cos’abbiamo trovato, che grande civiltà, morivano, vedete? Una volta morivano. Mi è piaciuto il museo egizio di Torino? Please, Ferragni, come to visit Musei Egizi Because we want be famous like Uffizi Ecco boh io ho preferito gli Uffizi, ma ho un debole per le statue e un po’ più di idiosincrasia verso resti biologici umani dentro delle fasce. I cocci mi annoiano, ma vengo da quindici anni trascorsi a Roma e lì i cocci la gente li trovava anche sotto il lavandino della cucina se scavava un metro di troppo, quindi non è che vado matta per le ciotole in cui si mangiava tremila anni fa, non sono cambiate di molto, son sempre ciotole, l’ikea è piena, meno della metro di Roma certo. I cocci mi annoiano, i gioielli mi annoiano, ho scoperto che pure i libri dei morti mi annoiano, i lunghissimi libri dei morti che venivano redatti per chi trapassava per evitare una vita ultraterrena difficile, voi dell’aldilà non trattatemi male il mio morto. Insomma la visita partiva già male prima di iniziare, in più nel museo egizio c’erano i morti, quelli veri. Antichissimi morti. Morti per i quali il libro dei morti è ben servito a poco visto che nessuno avrebbe mai potuto prevedere che il corpo del defunto venisse usato come oggetto da esposizione per orde di visitatori della domenica, don’t you think? Ecco il morto, ecco il lunghissimo libro del morto. Benvenuti. Non sono una fan dei musei, non di certi tipi di musei, del resto non sono ancora molto convinta del restauro a tutti i costi, quindi mi spiace non andremo mai d’accordo. Da Torino, e non solo, partivano spedizioni di studiosi per scavare ste tombe, tra la fine del 1800 e la prima metà del 1900 per scoprire e portare alla luce queste tombe ormai sotterrate dal tempo sotto strati di terra e colline, operai egiziani, all’epoca ancora di colore, non mediorientali, quanto ancora proprio africani, non so come dirlo, ma oggi quelli che ho visto (direttamente in egitto) e che ho conosciuto qui sembrano di un’altra razza proprio, voi non trovate? Scavavano tombe, le ripulivano, ne mettevano insieme i pezzi, mummie, arredi, gioielli, animali tumulati insieme a loro, sarcofagi, libri dei morti e poi una volta pronti li portavano in Europa per esporli. A Torino ci sono anche delle enormi statue dedicate agli dei egizi che sono state portate fin qui e tirate su, in una stanza ci saranno decine di statue identiche della stessa dea, altissime, enormi, come le palle che mi sono fatta a girarle tutte. Ad un certo punto, nella prima stanza c’è un morto (che stranezza) infilato in un buco e messo in posizione fetale, un morto in un buco, ma era un bel buco, con del terreno interessante, evidentemente un terreno che aveva delle caratteristiche particolari al punto che il morto dall’Egitto di migliaia di anni fa stava a Torino in una teca per il nostro piacere culturale. Del resto chi non si sveglia una mattina e pensa che è proprio la giornata giusta per andare a farsi un tour dei morti. Uno scheletro vero, di una persona vera, chissà chi, infilata in un buco. Bellissimo rega’, bellissimo. Poco dopo c’era questa mummia, nel senso di cadavere conservato dentro delle bende, di uno scribacchino, un funzionario dell’epoca, che è morto ovviamente, essendo uno che in un certo senso contava, lo hanno fasciato, inserito in un sarcofago con i propri oggetti personali, amuleti, che ne so cocci, cosette sue, calato nel suo sarcofago e via biglietto di sola andata per Torino, in una teca. Ci pensate? Io impazzisco. Sfilze di morti fasciati nelle bende, che sia chiaro, cambiano da epoca ad epoca bende e rito, ed è l’unica cosa interessante, perché tutto il museo parla della civiltà egizia come se questi avessero una sola cosa interessante e solo quella: il rito del morto. Per carità, ci sta, ma davvero il rito funerario è arte? E che lo sia o no, ammettiamo pure che lo sia, è davvero un elemento, un momento, un passaggio da esporre come se fossero numeri da circo? Che senso ha esporre i morti? E se non è arte, ma una componente di una civiltà evidentemente più grande di ciò allora perché incaponirsi sulle mummie? Vedete? Qui c’è una mummia col sarcofago. E qui un’altra mummia con sarcofago e col suo gatto, anch’esso mummificato. Certo ok tutto a posto, tutti tranquilli, hanno mummificato pure il gatto, oggi volevo proprio vederlo un gatto mummificato. E qui la sua sedia e i vestiti per la vita ultraterrena. E i due chilometri di testo del libro dei morti. Qui una coppia, era una tomba matrimoniale, due sarcofagi e due mummie yeah! Qui c’è la galleria con dentro le mummie di ogni età, vanno dai neonati fino ad alcune mummie adulte, ma se non vi regge lo stomaco potete evitarla, c’è un avviso prima. È vero. C’è la galleria che spiega come funziona il processo di mummificazione che in ogni caso è cambiato nel corso delle epoche e prima di entrare in questa galleria c’è proprio un disclaimer che parla di questo dilemma etico: esporre o no i morti? Io sono entrata a vederli, so che mi lamento e me ne sono lamentata tutto il tempo, ma Luca ormai è abituato e di solito ride, però la curiosità mi mangia viva e allora anche se non tollero la vista di cadaveri, di nessun tipo, e sono sinceramente sensibile al tema, sono andata a vedere le mummie dei neonati e no, il dilemma etico per me parte da ben prima della decisione di esporre o no i morti, ha senso certamente, dal punto di vista culturale, come la buona parte di voi direbbe, ma è anche vero che la maggior parte di voi attraverserebbe questo museo, e buona parte della cultura di cui siamo invasi, come un fantasma letterario attraversa i muri, senza curarsene e senza notarlo nemmeno. Quindi non venitemi a dire niente per favore, ok? C’erano gli animali domestici mummificati, i pet, gatti, cani, piccoli coccodrilli, uccellini, uno spettacolo raccapricciante, pareva di stare nel castello di francesco ferdinando in boemia perdio. Pare che, nell’antico egitto, ci fossero le bancarelle con gli animali mummificati in vendita, che magari se ti moriva un parente e tu volevi che un dio in particolare lo prendesse sotto la sua tutela allora lo tumulavi con un animale, mummificato in sacrificio, però il problema è che se non te lo mummificavi tu l’animale, è possibile che ti vendessero un fake, tipo come il mattone al posto dell’iphone e il dio col cazzo che ti tutelava. Succedeva anche nell’antico egitto, ma ste cose al museo non te le dicono, devi informarti ed è forse per questo che serve il museo, a traumatizzarti. Ovviamente gioco, più o meno, non è un posto in cui muoio dalla voglia di tornare e non ho un interesse così estremo verso i riti funerari in generale, né verso i cadaveri, però è chiaramente un’opinione personale. È ancora più controverso, a mio avviso, che quelli che abbiamo visto, essendo quelli meglio conservati e “facilmente” ritrovati erano in un certo qual senso quelli che se lo potevano permettere, che avevano soldi per un processo costoso, che avessero soldi per occupare spazi molto grandi anche da morti, che avessero talmente tanta roba al punto che valesse la pena di portarsela appresso in un’altra vita, gente che scriveva per loro lunghissimi testi di presentazione per il regno dei morti, il libro dei morti è una sorta di curriculum praticamente e quindi mi immagino che anche oggi noi stiamo qui a celebrare chi si è potuto permettere un posto nel futuro, quelli che si so fatti il sarcofago più bello e grosso, i vestiti dei tessuti migliori e la storia è sempre la stessa insomma. Fatto sta che se fosse come dicono loro, nell’aldilà noi saremo quelli co le pezze al culo senza uno straccio e decomposti per intero, loro invece c’avranno pure gli animali da compagnia e un curriculum coi controcoglioni. Chiamali scemi.
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italofobia · 1 year
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ultimo secondo come se la polizia non avesse trovato resti umani e tracce di cannibalismo nella casa di roma che ha venduto nel 2019 😭
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nociaograzie · 9 months
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29 gradi in casa ed è da settimane che non stavo così bene, quanti sacrifici umani devo fare perché resti questa temperatura?
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pollonegro666 · 9 months
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2023/07/08 En el museo de la evolución humana se explica el proceso que se lleva a cabo para extraer los restos arqueológicos del mayor yacimiento de antecesores humanos del mundo. Muchas de las piezas son originales o réplicas exactas.
The museum of human evolution explains the process that is carried out to extract the archaeological remains of the largest site of human ancestors in the world. Many of the pieces are original or exact replicas.
Google Translation into French: Le musée de l'évolution humaine explique le processus qui est effectué pour extraire les vestiges archéologiques du plus grand site d'ancêtres humains au monde. Beaucoup de pièces sont des répliques originales ou exactes.
Google translation into Italian: Il Museo dell'evoluzione umana spiega il processo che viene eseguito per estrarre resti archeologici dal più grande sito di antenati umani del mondo. Molti pezzi sono repliche originali o esatte.
Google Translation into Portuguese: O Museu da Evolução Humana explica o processo realizado para extrair vestígios arqueológicos do maior sítio ancestral humano do mundo. Muitas peças são originais ou réplicas exatas.
Google Translation into German: Das Museum für menschliche Evolution erklärt den Prozess, der durchgeführt wird, um archäologische Überreste aus der größten Stätte menschlicher Vorfahren der Welt zu extrahieren. Viele Stücke sind Originale oder exakte Nachbildungen.
Google Translation into Albanisch: Muzeu i Evolucionit Njerëzor shpjegon procesin e përdorur për nxjerrjen e mbetjeve arkeologjike nga vendi më i madh i paraardhësve njerëzorë në botë. Shumë pjesë janë origjinale ose kopje ekzakte.
Google Translation into Armenian: Մարդկային էվոլյուցիայի թանգարանը բացատրում է այն գործընթացը, որն օգտագործվում է հնագիտական ​​մնացորդներ հանելու համար մարդկության նախնիների ամենամեծ վայրից աշխարհում: Շատ կտորներ բնօրինակներ են կամ ճշգրիտ կրկնօրինակներ:
Google Translation into Bulgarian: Музеят на човешката еволюция обяснява процеса, използван за извличане на археологически останки от най-голямото място на човешки предци в света. Много части са оригинали или точни реплики.
Google Translation into Czech: Muzeum lidské evoluce vysvětluje proces používaný k získávání archeologických pozůstatků z největšího naleziště lidských předků na světě. Mnoho kusů jsou originály nebo přesné repliky.
Google Translation into Croatian: Muzej ljudske evolucije objašnjava proces korišten za izvlačenje arheoloških ostataka iz najvećeg nalazišta ljudskih predaka na svijetu. Mnogi komadi su originali ili točne replike.
Google Translation into Danish Museum of Human Evolution forklarer processen, der bruges til at udvinde arkæologiske rester fra det største sted for menneskelige forfædre i verden. Mange stykker er originale eller nøjagtige kopier.
Google Translation into Slovak: Múzeum ľudskej evolúcie vysvetľuje proces používaný na extrakciu archeologických pozostatkov z najväčšieho náleziska ľudských predkov na svete. Mnohé kusy sú originály alebo presné repliky.
Google Translation into Slovenian: Muzej človeške evolucije pojasnjuje postopek, uporabljen za pridobivanje arheoloških ostankov iz največjega najdišča človeških prednikov na svetu. Veliko kosov je originalov ali natančnih replik.
Google Translation into Estonian: Inimese evolutsiooni muuseum selgitab protsessi, mida kasutatakse arheoloogiliste jäänuste kaevandamiseks maailma suurimast inimese esivanemate paigast. Paljud tükid on originaalid või täpsed koopiad.
Google Translation into Suomi: Human Evolution -museo selittää prosessin, jolla arkeologiset jäännökset louhitaan maailman suurimmasta esi-isien paikasta. Monet kappaleet ovat alkuperäisiä tai tarkkoja jäljennöksiä.
Google Translation into Georgian: ადამიანის ევოლუციის მუზეუმი განმარტავს პროცესს, რომელიც გამოიყენება არქეოლოგიური ნაშთების ამოსაღებად ადამიანის წინაპრების უდიდესი ადგილიდან მსოფლიოში. ბევრი ცალი არის ორიგინალი ან ზუსტი რეპლიკა.
Google Translation into Greek: Το Μουσείο Ανθρώπινης Εξέλιξης εξηγεί τη διαδικασία που χρησιμοποιείται για την εξαγωγή αρχαιολογικών υπολειμμάτων από τη μεγαλύτερη τοποθεσία των ανθρώπινων προγόνων στον κόσμο. Πολλά κομμάτια είναι πρωτότυπα ή ακριβή αντίγραφα.
Google Translation into Dutch: Het Museum of Human Evolution legt het proces uit dat wordt gebruikt om archeologische overblijfselen te extraheren uit de grootste vindplaats van menselijke voorouders ter wereld. Veel stukken zijn originelen of exacte replica's.
Google Translation into Norwegian: Museum of Human Evolution forklarer prosessen som brukes til å trekke ut arkeologiske levninger fra det største stedet for menneskelige forfedre i verden. Mange stykker er originaler eller eksakte kopier.
Google Translation into Polish: Muzeum Ewolucji Człowieka wyjaśnia proces wydobywania pozostałości archeologicznych z największego stanowiska przodków człowieka na świecie. Wiele egzemplarzy to oryginały lub dokładne repliki.
Google Translation into Romanian: Muzeul Evoluției Umane explică procesul folosit pentru extragerea rămășițelor arheologice din cel mai mare sit al strămoșilor umani din lume. Multe piese sunt originale sau replici exacte.
Google Translation into Russian: Музей эволюции человека объясняет процесс, используемый для извлечения археологических останков из крупнейшего места стоянки человеческих предков в мире. Многие изделия являются оригиналами или точными копиями.
Google Translation into Serbian: Музеј људске еволуције објашњава процес који се користи за вађење археолошких остатака са највећег налазишта људских предака на свету. Многи делови су оригинали или тачне реплике.
Google Translation into Swedish: Museum of Human Evolution förklarar processen som används för att utvinna arkeologiska lämningar från den största platsen för mänskliga förfäder i världen. Många bitar är original eller exakta repliker.
Google Translation into Turkish: İnsan Evrimi Müzesi, dünyadaki en büyük insan ataları alanından arkeolojik kalıntıları çıkarmak için kullanılan süreci açıklıyor. Birçok parça orijinal veya tam kopyadır.
Google Translation into Ukrainian: Музей еволюції людини пояснює процес, який використовується для вилучення археологічних останків з найбільшого місця предків людини у світі. Багато виробів є оригіналами або точними копіями.
Google Translation into Arabic: يشرح متحف التطور البشري العملية المستخدمة لاستخراج البقايا الأثرية من أكبر موقع لأسلاف الإنسان في العالم. العديد من القطع أصلية أو نسخ طبق الأصل.
Google Translation into Bengali: মানব বিবর্তন জাদুঘর বিশ্বের মানব পূর্বপুরুষদের বৃহত্তম স্থান থেকে প্রত্নতাত্ত্বিক অবশেষ বের করার জন্য ব্যবহৃত প্রক্রিয়া ব্যাখ্যা করে। অনেক টুকরা আসল বা সঠিক প্রতিলিপি।
Google Translation into Simplified Chinese: 人类进化博物馆解释了从世界上最大的人类祖先遗址中提取考古遗迹的过程。 许多作品都是原件或精确的复制品。
Google Translation into Korean: 인간 진화 박물관은 세계에서 가장 큰 인간 조상 유적지의 고고학적 유적을 추출하기 위해 수행되는 과정을 설명합니다. 대부분의 조각은 원본이거나 정확한 복제품입니다.
Google Translation into Hawaiian: Hōʻike ka hale hōʻikeʻike o ka hoʻomohala kanaka i ke kaʻina hana e lawe ai i nā koena archaeological o ka pūnaewele nui loa o nā kūpuna kanaka ma ka honua. ʻO ka hapa nui o nā ʻāpana he kumu maoli a pololei paha.
Google Translation into Hebrew: המוזיאון לאבולוציה האנושית מסביר את התהליך שמתבצע כדי לחלץ את השרידים הארכיאולוגיים של האתר הגדול ביותר של אבות האדם בעולם. רבים מהיצירות הן העתקים מקוריים או מדויקים.
Google Translation into Hindi: मानव विकास संग्रहालय उस प्रक्रिया की व्याख्या करता है जो दुनिया में मानव पूर्वजों के सबसे बड़े स्थल के पुरातात्विक अवशेषों को निकालने के लिए की जाती है। कई टुकड़े मूल या सटीक प्रतिकृतियां हैं।
Google Translation into Indonesian: Museum evolusi manusia menjelaskan proses yang dilakukan untuk mengekstraksi sisa-sisa arkeologi situs nenek moyang manusia terbesar di dunia. Banyak di antaranya adalah replika asli atau persis.
Google Translation into Japanese: 人類進化博物館では、人類の祖先が眠る世界最大の遺跡から考古学的遺跡を抽出するために行われるプロセスについて説明しています。 作品の多くはオリジナルまたは正確なレプリカです。
Google Translation into Kyrgyz: Адамзаттын эволюциясынын музейи дүйнөдөгү адам ата-бабаларынын эң чоң жеринен археологиялык калдыктарды алуу боюнча жүргүзүлүп жаткан процессти түшүндүрөт. Көптөгөн бөлүктөр оригиналдуу же так көчүрмөлөр.
Google Translation into Malay: Muzium evolusi manusia menerangkan proses yang dijalankan untuk mengekstrak tinggalan arkeologi tapak terbesar nenek moyang manusia di dunia. Kebanyakan kepingan adalah replika asli atau tepat.
Google Translation into Mongolian: Хүний хувьслын музей нь дэлхийн хүн төрөлхтний өвөг дээдсийн хамгийн том дурсгалт газраас археологийн олдворуудыг гаргаж авах үйл явцыг тайлбарладаг. Ихэнх хэсгүүд нь анхны эсвэл яг хуулбар юм.
Google Translation into Nepali: मानव विकासको संग्रहालयले संसारमा मानव पुर्खाहरूको सबैभन्दा ठूलो साइटको पुरातात्विक अवशेषहरू निकाल्नको लागि गरिएको प्रक्रियाको वर्णन गर्दछ। धेरै टुक्राहरू मौलिक वा सटीक प्रतिकृतिहरू हुन्।
Google Translation into Panjabi: ਮਨੁੱਖੀ ਵਿਕਾਸ ਦਾ ਅਜਾਇਬ ਘਰ ਉਸ ਪ੍ਰਕਿਰਿਆ ਦੀ ਵਿਆਖਿਆ ਕਰਦਾ ਹੈ ਜੋ ਵਿਸ਼ਵ ਵਿੱਚ ਮਨੁੱਖੀ ਪੂਰਵਜਾਂ ਦੇ ਸਭ ਤੋਂ ਵੱਡੇ ਸਥਾਨ ਦੇ ਪੁਰਾਤੱਤਵ ਅਵਸ਼ੇਸ਼ਾਂ ਨੂੰ ਕੱਢਣ ਲਈ ਕੀਤੀ ਜਾਂਦੀ ਹੈ। ਬਹੁਤ ਸਾਰੇ ਟੁਕੜੇ ਅਸਲੀ ਜਾਂ ਸਟੀਕ ਪ੍ਰਤੀਰੂਪ ਹਨ।
Google Translation into Pashtun: د انساني تکامل میوزیم هغه پروسه تشریح کوي چې په نړۍ کې د انساني پلرونو ترټولو لوی سایټ د لرغونو آثارو د استخراج لپاره ترسره کیږي. ډیری ټوټې اصلي یا دقیق نقلونه دي.
Google Translation into Persian: موزه تکامل انسان روندی را توضیح می دهد که برای استخراج بقایای باستان شناسی بزرگترین سایت اجداد بشر در جهان انجام می شود. بسیاری از قطعات اصلی یا کپی دقیق هستند.
Google Translation into Sundanese: Musieum évolusi manusa ngajelaskeun prosés anu dilaksanakeun pikeun nimba sésa-sésa arkéologis situs karuhun manusa panggedéna di dunya. Seueur potongan mangrupikeun réplika asli atanapi pasti.
Google Translation into Tagalog: Ipinapaliwanag ng museo ng ebolusyon ng tao ang prosesong isinasagawa upang kunin ang mga labi ng arkeolohiko ng pinakamalaking lugar ng mga ninuno ng tao sa mundo. Marami sa mga piraso ay orihinal o eksaktong mga replika.
Google Translation into Thai: พิพิธภัณฑ์วิวัฒนาการของมนุษย์อธิบายกระบวนการที่ดำเนินการเพื่อสกัดซากทางโบราณคดีของแหล่งบรรพบุรุษของมนุษย์ที่ใหญ่ที่สุดในโลก หลายชิ้นเป็นของแท้หรือจำลองแบบเป๊ะๆ
Google Translation into Urdu: انسانی ارتقاء کا میوزیم اس عمل کی وضاحت کرتا ہے جو دنیا میں انسانی آباؤ اجداد کے سب سے بڑے مقام کی آثار قدیمہ کی باقیات کو نکالنے کے لیے کیا جاتا ہے۔ بہت سے ٹکڑے اصلی یا عین مطابق نقل ہیں۔
Google Translation into Uzbek: Inson evolyutsiyasi muzeyi dunyodagi eng katta inson ajdodlarining arxeologik qoldiqlarini qazib olish jarayonini tushuntiradi. Ko'pgina qismlar asl yoki aniq nusxalardir.
Google Translation into Vietnamese: Bảo tàng về sự tiến hóa của loài người giải thích quy trình được thực hiện để khai thác các di tích khảo cổ của địa điểm tổ tiên loài người lớn nhất trên thế giới. Nhiều tác phẩm là bản sao gốc hoặc chính xác.
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