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lovebrandactivism · 4 years
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The Evolution of a Great Story, Renault racconta ambiente e gender gap in meno di un minuto
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Con The Evolution of a Great Story, Renault mostra il suo impegno per l’ambiente e per la gender equality attraverso gli occhi di un rapporto madre-figlio che in quarantacinque secondi srotola almeno tre layers di significato.
Il primo è la superficie dello spot, che rappresenta passaggi di vita decisivi legati a doppio filo al mondo dell’auto: la volta in cui sei abbastanza grande per mettere benzina in autonomia, il momento in cui stai per prendere la patente e non riesci ancora a mettere in moto, il passaggio in cui diventi padre e l’evoluzione è completata, la guida è più sciolta.  Il secondo cancella il cliché che vede il padre come figura educativa in tema automobilistico: è la madre che prima si mostra come riferimento, e poi con un semplice gioco di sguardi che la rimanda a tanti anni prima - vedendo la nipote dormire - cede il testimone al figlio come futuro insegnante. Una piccola grande escalation che di pari passo ci porta a un terzo punto che riguarda anche (e soprattutto!) il brand: è un’evoluzione che passa nel sottotesto, non viene mai dichiarata in modo autoincensante ma solo descritta da una piccola storia di crescita familiare e abbinata alla presenza di segnali nelle immagini che ci indicano la nuova formula ibrida e i bassi consumi della vettura. In tal senso è fortemente simbolica anche la scelta di inquadrare le prove di guida: il momento in cui l’inesperienza porta a consumare e inquinare più del dovuto che Renault trasmette come momento sostenibile in cui poter permettersi di sbagliare senza che questo abbia delle ripercussioni ambientali.
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lovebrandactivism · 4 years
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No room for the cliches, come Royal Air Force apre alla gender equality
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In una splendida campagna del 2019 chiamata No room for the cliches, Royal Air Force annunciava l’apertura delle sue posizioni lavorative a tutti, donne e uomini. 
Per farlo ha scelto di ricreare in voice-over una serie di claim che negli anni hanno contribuito a stereotipizzare la figura della donna, da “voglio combattere i segni dell’età” a “qual è il segreto per i miei capelli?”. Ognuna di queste frasi scorre mentre vediamo in azione donne che stanno per entrare in combattimento o che gestiscono aerei della Royal Air Force, prima di chiudersi con il definitivo ribaltamento dello stereotipo: From spare time to the front line, Dal tempo libero alla prima linea.
L’ad ha vinto il premio Diversity in Advertising, tema particolarmente sensibile per Channel 4 che prima di istituirlo aveva fatto uno studio su mille pubblicità in un mese, evidenziando quanto almeno il 40% rappresentasse stereotipi inopportuni che incasellavano la figura della donna troppo spesso come quella di una casalinga annoiata. Lo stesso Matt Salmon di Channel 4 ha detto a margine della premiazione che “Ci sono campagne sui nostri schermi che parlano delle donne in modo appropriato, ma tristemente non sono ancora abbastanza”. Quella di Royal Air Force rappresenta quantomeno uno spiraglio di luce, nella speranza che non sia uno dei tanti casi isolati ma un esempio vivido che traini tutti gli altri.
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lovebrandactivism · 4 years
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Womb Stories, lo splendido spot inglese che racconta (davvero) le mestruazioni
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C'è una narrazione a cui siamo abituati in Italia da anni, ed è quella che i brand di assorbenti riassumono con costanza nel grande stereotipo fatto di "donne vestite di bianco che possono fare qualsiasi cosa in qualsiasi momento"
Il reparto creativo di Bodyform-Libresse - capitanato da Nadja Lossgott e Nicholas Hulley in uno spot diretto da Nisha Ganatra, regista premiata ai Golden Globe - ha scelto una modalità di racconto per metà d’animazione che entra a gamba tesa sui cliché narrativi adottati dalle marche di assorbenti. 
Quello che restituisce valore allo spot, però, non è tanto il rovesciamento dello standard, quanto l’equilibrio millimetrico con cui è distribuito ogni elemento della narrazione: c’è la vita che scorre con regolarità nei suoi momenti di piacere, e c’è la parte più sincera del dolore che ci siamo sempre dimenticati di raccontare. 
”The pleasure, the pain, the love and the hate. It’s never simple”, riassume il claim. 
Non è tutto: Womb Stories è uno spot candidato a diventare un cult non solo perché prova a dire che “si può raccontare in un altro modo” ma perché elimina alla radice l’idea di incasellare tutte le donne in una sola categoria. 
Ogni donna ha un corpo con il suo modo di reagire alle mestruazioni, e il montaggio alternato dello spot - unito all’invito al pubblico a condividere le proprie storie - vuole dirci proprio questo: che ogni storia è diversa. Che ogni Womb Story lo è, e solo la loro condivisione può permettere davvero di ricreare un immaginario comune diverso e più onesto.
E può funzionare perché mai come oggi siamo pronti a ricevere messaggi di normalizzazione che facciano pensare alle persone di non essere da sole, e assurdi ideali che mirino sempre e solo all'eccezionalità e tralasciano una qualità fondamentale: l’empatia.
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lovebrandactivism · 4 years
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Don’Do It, Nike nega il suo Pay-Off e si schiera contro il razzismo
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Dopo la morte di George Floyd, Nike ha realizzato una campagna di sensibilizzazione contro il razzismo. Qual è il punto di forza attraverso cui il brand tocca le corde giuste per distinguersi da tanti altri video emozionali? La negazione del suo Pay-off.  Il claim della campagna, infatti, è For Once, Don’Do It (Per una volta, non farlo), che, oltre a ricordare la frase che Floyd ha pronunciato prima del tragico decesso, modifica il Just Do It con cui siamo stati abituati a conoscere Nike, Il tono del video è ovviamente un tono drammatico, fatto solo di headline bianchi su campo nero, che invitano a rendersi tutti partecipi del cambiamento con delle call to action: "Non fingere che non ci siano problemi in America. Non voltare le spalle al razzismo. Non accettare la perdita di vite innocenti. Non inventare più scuse. Non pensare che questo non ti influenzerà. Non star fermo senza parlare. Non pensare di non far parte di questo cambiamento. Facciamo parte del cambiamento." Nike è da sempre attenta alla questione razzismo, e già nel 2018 aveva assunto come brand ambassador Colin Kaepernick, quarterback vittima dell’esclusione dal movimento della NFL dopo essersi inginocchiato durante l’inno americano. Nike ha retwittato direttamente dal canale dell’atleta la campagna pubblicitaria (“Credi in qualcosa. Anche se significa sacrificare tutto il resto”) e dopo un tam-tam mediatico che ha diviso l’America in due fazioni, la percentuale di vendite è aumentata del 31%. Quest’anno, invece, al fianco delle associazioni in lotta contro il razzismo, Nike ha donato insieme a Micheal Jordan 100 milioni in 10 anni da distribuire ad associazioni in lotta contro il razzismo. 
Lo spot ha avuto una risonanza fortissima, al punto da essere condiviso e supportato anche da Adidas. Rivali sul mercato, ma uniti nella battaglia epocale che l’America sta combattendo.
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lovebrandactivism · 4 years
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Non esistono unioni sbagliate: Just Eat celebra l’amore con pizza e ananas
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#JustAmore è uno degli spot più inclusivi dell’ultimo anno. Per celebrare il Pride a Milano come sponsor ufficiale, Just Eat aveva pensato di legare il tanto bistrattato abbinamento Pizza/Ananas per condensare in due minuti una storia d’amore prima sabotata dagli occhi giudicanti della gente, e poi accettata con un finale delicato e molto centrato: non sensazionalistico, ma quasi indifferente. Gli occhi delle coppie lì intorno non sono su di loro, perché non ci deve essere niente di cui stupirsi.
“Non esistono unioni sbagliate” è il claim su cui si poggia l’intera campagna e a cui sono seguite una serie di iniziative, come il regalo di t-shirt a tema e della pizza con l’ananas in omaggio per le persone presenti al Pride. L’obiettivo era quello di condividere una foto e sottolineare il messaggio più importante: in amore non esistono ricette.
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lovebrandactivism · 4 years
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“Watch Me Now”, la campagna underdog di Avon per le disuguaglianze
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Per festeggiare il suo 135º compleanno, Avon - azienda che opera nel settore beauty in più di cinquanta paesi - ha realizzato un restyling della sua visual identity. Il lavoro parte dalla realizzazione di un nuovo logo e arriva fino a Watch Me Now, un’emozionante campagna video mirata a sottolineare l’impegno storico del brand nei confronti delle ineguaglianze sociali nella vita delle persone (c’è un bel passaggio in cui si cita l’uomo che adora il make up ma deve combattere per usarlo) Avon vuole rimarcare il suo sostegno alla causa, e non solo attraverso un brillante linguaggio da underdog (“Fai pure, sottovalutami, mettimi alla prova, spingimi oltre il limite. E guardami adesso), ma anche con gesti pratici. Su tutti la promessa di aiutare 100 milioni di donne all’anno nella lotta contro il tumore al seno e un servizio assistenza per le violenze domestiche attivo 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. 
A partire da questo mese tutti i tool presenteranno il nuovo logo, e l’Head of Brand, James Thompson, si è detto orgoglioso della campagna Watch Me Now, perché “dà vita a tutto quello che Avon è sempre stato da prima che le donne avessero diritto al voto e lo riposiziona in modo che possa toccare le preoccupazioni di tutti sul tema”.
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lovebrandactivism · 4 years
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Band-aid® cura le ferite di tutti i tipi di pelle
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Il brand storico di cerotti, di proprietà della multinazionale farmaceutica Johnson & Johnson, ha da poco annunciato di essere impegnato a lanciare una nuova o, se vogliamo più variegata, gamma di cerotti con tonalità più chiare, medie e scure nei toni del marrone e del nero.
Qualcuno doveva pur porsi il problema del “color carne” e nello specifico, parliamo del settore moda e del beauty, è già stato risolto con una semplicità che prova la naturalezza della diversità, con correttori adatti per ogni sfumatura e scarpe color pelle che matchano ogni tono, mentre l’industria farmaceutica europea era rimasta indietro.  
La curiosità e la maggiore attenzione al tema infatti è cresciuta quando, l’anno scorso, Dominique Apollon, vicepresidente di Race Forward (organizzazione no-profit americana che si occupa di giustizia razziale), ha twittato la sua emozione nell’aver trovato un cerotto che fosse finalmente identico al colore della sua pelle.
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Tale mancanza, palese per una nicchia di mercato, ha solleticato i vertici di Tesco, catena della GDO nel Regno Unito e molti altri verso una produzione più completa di cerotti che potessero abbracciare davvero tutti i tipi di pelle.
In clamoroso ritardo ma più risultano facilmente reperibili meglio è!
[Fonte - img2]
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lovebrandactivism · 4 years
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“Good for You, Good for the Planet” by Barilla
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Barilla sostiene la battaglia contro la plastica e cambia il packaging!
Tra le iniziative che vedono le aziende operative sul piano della sostenibilità, dobbiamo sicuramente citare il gruppo Barilla che si è conquistato uno spazio di grande rilevanza in merito. L’azienda multinazionale nel settore alimentare a tal proposito si è schierata nella battaglia contro la plastica riducendo le quantità utilizzate e, per farlo, ha eliminato la plastic window dai suoi pacchi di pasta.
Certamente è stata una mossa molto apprezzata da parte dei suoi consumatori inglesi, visto che per il momento l’iniziativa è limitata al mercato UK, ma probabilmente la finestra trasparente che si affaccia sul contenuto del pacco di pasta secca verrà presto sostituita, anche negli altri paesi, da un imballaggio riciclabile al 100% con un’etichetta che spiega: “Niente più finestre di plastica. Cambiando il nostro mondo un pacchetto alla volta“.
Infatti, l’inserto di plastica che tenta di rassicurare i consumatori sul contenuto della scatola rappresenta contemporaneamente una complicazione in fase di riciclo e smaltimento, perché è necessario rimuovere il piccolo pannello prima di gettare la confezione tra gli imballaggi in cartone. Un’attenzione in più che non tutti sono abituati a dare.
Ma Barilla, essendo uno dei maggiori produttori di pasta al mondo, potrebbe senz’altro influenzare i competitor nella categoria con questa novità. La speranza è quella di vedere altri brand seguirla.
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lovebrandactivism · 4 years
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Distanti ma uniti: i brand incoraggiano il distanziamento sociale cambiando i loghi
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Diversi marchi popolari hanno deciso di mobilitarsi attraverso gli elementi visivi del proprio logo per sensibilizzare i consumatori riguardo il distanziamento sociale. Uniti nella battaglia relativa alla pandemia COVID-19, tanti sono i brand che invitano i consumatori con la comunicazione e l'ideazione di campagne ad hoc a rispettare le raccomandazioni ufficiali, nella disperata ricerca di frenare la diffusione del virus. Il distanziamento sociale è ormai parte integrante della nostra quotidianità e le azioni mosse intorno a questa condizione ne sono la prova. Dai messaggi di incoraggiamento da parte di personaggi famosi a iniziative televisive di intrattenimento, fino ai marchi che stanno cambiando la loro “linea editoriale”. Ad esempio, Coca-Cola ha separato il lettering del suo logo per mandare il messaggio “Stare separati è il modo migliore di stare insieme”. McDonald’s, in Brasile, ha diviso i suoi archi dorati per solidarietà contro il Coronavirus. Kappa ha sostituito la famosa seduta “schiena contro schiena” con le due figure distanti seguite dal messaggio: “Uniti più che mai, anche se distanti.” Volkswagen ha allontanato la V dalla W creando uno spazio virtuale di sicurezza tra le due lettere. Audi ha distanziato i suoi tradizionali 4 anelli che, adesso, viaggiano online accompagnati dal messaggio “Keep Distance”. E, infine, Chiquita ha fatto sparire la signorina al centro del bollino blu, è a casa e con un post di Fb invita gli altri a fare lo stesso. Il messaggio è forte e univoco. Come dicevano i tre moschettieri “Uno per tutti e tutti per uno”, in questo momento, anche noi, siamo chiamati a questa scelta di vita, non con le spade, ma con il rispetto per delle nuove regole temporanee e la permanenza a casa.
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lovebrandactivism · 4 years
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Giovanni Rana, il capo che tutti vorrebbero avere
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A causa della pandemia Coronavirus, Giovanni Rana, presidente dell'omonimo gruppo Pastificio nel veronese, ha deciso di varare un piano straordinario di aumenti salariali per un totale di 2 milioni di euro.
Come riconoscimento speciale dell'impegno da parte dei suoi dipendenti, che stanno continuando a garantire l'approvvigionamento alimentare durante questa emergenza,  l'imprenditore “illuminato” ha maggiorato lo stipendio dei dipendenti del 25%, per ogni giorno lavorato, e previsto anche altre misure, sempre sul fronte economico.
Ciascun lavoratore con famiglia, infatti, potrà avere diritto ad un ticket mensile straordinario di 440 euro per le spese di babysitting, inoltre Rana ha deciso di stipulare una polizza assicurativa a favore dei dipendenti, compresi quelli in Smart Working, in caso di contagio da Covid-19.
Il piano, che decorre retroattivamente dal 9 marzo e coprirà anche il mese di aprile, è ovviamente solo un'integrazione del rafforzamento delle procedure di sicurezza e prevenzione già messe in atto dall'azienda.
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lovebrandactivism · 4 years
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The driver is her, Michèle Mouton
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La Lego dei mattoncini e l'Audi delle quattro ruote si uniscono per rendere omaggio a Michèle Mouton e alla sua Audi Quattro S1. La prima e, ad oggi, unica donna ad aver vinto nel World Rally Championship del 1981 sopra un'auto che, con il suo sistema a 4 ruote motrici, ha rivoluzionato il mondo delle corse.
I due brand, insieme, hanno lanciato #TheDriverIsHer, un’edizione limitata della miniatura LEGO dedicata alla grande pilota francese con l'obiettivo di ispirare un'intera nuova generazione di donne pilota e, contemporaneamente, rivendicare il ruolo femminile nel mondo dei motori.
La Mouton infatti incarnava la figura della donna che rompeva gli indugi e si faceva avanti in uno sport riservato finora agli uomini, “vincendoli”. Per questo motivo i due colossi promotori dell'iniziativa hanno deciso di regalare la miniatura di Michèle Mouton a tutti coloro che acquistano il set LEGO della leggendaria Audi Quattro S1.
Per partecipare e ottenere il modellino basta caricare una foto della vettura sui social network, usando l’hashtag #TheDriverIsHer.
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lovebrandactivism · 4 years
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Jigsaw provoca l'Inghilterra durante il periodo Brexit
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Il brand di moda inglese Jigsaw celebra l'immigrazione con l'audace campagna pubblicitaria “Love Immigration” in risposta a una delle idee radicate nel processo 'Brexit', ovvero che l'immigrazione minacci i “valori britannici”. In questo caso, la 'sfida' si è presentata con un manifesto nella galleria della stazione metropolitana Oxford Circus a Londra, con l'obiettivo di mostrare come il brand utilizzi materiali provenienti da tutto il mondo, sottolineando che senza la diversità i suoi prodotti non sarebbero potuti essere realizzati: "Lo stile britannico non è al 100% britannico. In realtà, non esiste un 100% britannico". Ma il brand non si è fermato qui, infatti l'azienda di abbigliamento, durante la campagna pubblicitaria, ha collaborato con Ancestry.co.uk, un sito web che realizza test genealogici, per offrire a tutto il suo personale la possibilità di scoprire la propria genealogia e per mostrare non solo che i dipendenti di questa appartengono a 45 nazionalità differenti, ma anche per celebrare la diversità in un settore ampio come la moda. Lanciata nell'ottobre 2017, la campagna è stata un messaggio unificante, ora esposto nella collezione permanente del V&A Museum of Arts di Londra.
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lovebrandactivism · 4 years
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Olay dice stop al retouching della pelle nei suoi annunci
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Olay di Procter & Gamble, conosciuta come Olaz in Italia, popolare nella produzione di prodotti per il viso, ha dichiarato durante un evento a New York che smetterà di ritoccare i visi nelle sue pubblicità entro la fine dell'anno.
A breve infatti, la società darà il via alla nuova campagna multimediale “My Olay” in cui le protagoniste dello spot e delle immagini, Busy Philipps, Denise Bidot e Lilly Singh verranno immortalate e “pubblicate” senza passare dal miracoloso programma di Photoshop, ma non solo, perchè il marchio sta introducendo anche una sorta di sigillo “Skin Promise” ad indicazione che l'immagine che si visualizza non è stata ritoccata.
In passato, molti marchi sono stati criticati per aver modificato le foto delle immagini pubblicitarie, Olay compresa . Infatti l’attrice Philipps, che già aveva collaborato col brand in precedenza e futura protagonista della campagna “My Olay”, si descrive orgogliosa di poter partecipare all'iniziativa per mandare un messaggio di fiducia, positività e forza alle donne.
In questo modo, senza alcun dubbio, Olay dichiara pubblicamente di volersi discostare dal culto della perfezione, sostenuto già da anni attraverso i social media, nella speranza di incoraggiare anche gli altri brand del settore a fare lo stesso.
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lovebrandactivism · 4 years
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Sport England “si muove” per convincere le ragazze inglesi a fare sport
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Avendo scoperto che la partecipazione sportiva nel Regno Unito soffriva di un significativo divario di genere di circa 2 milioni di donne in meno dai 14 ai 40 anni, Sport England ha lanciato la sua campagna "This Girl Can" nella speranza di coinvolgere più donne nel fare esercizio fisico.
This Girl Can celebra le donne attive, che fanno sport, non importa come lo fanno o come appaiono o quanto sudino, quello che conta è mostrare quanto sia fondamentale fare del  movimento. 
Dalla ricerca di Sport England si evince che il problema principale di questo divario sia la paura del giudizio per il proprio aspetto fisico o per la mancata bravura, per questo motivo lo spot cerca di raccontare la storia vera, donne che praticano sport per se stesse, senza pensare agli altri.  
La campagna, lanciata nel 2015, ha avuto un enorme successo contando più di 40 milioni di visualizzazioni tra Facebook e Youtube e quasi 3 milioni di donne britanniche che si sono sentite incoraggiate e hanno iniziato ad esercitarsi. Nonostante i grandi risultati, il movimento This Girl Can non sente di aver terminato il suo lavoro.
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lovebrandactivism · 4 years
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Pampers sceglie la nuova famiglia “same sex” per i suoi pannolini
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Dopo “Tre scapoli e un bebè”, remake americano del film francese “Tre uomini e una culla”, in cui tre scapoloni erano alle prese con biberon e pannolini da cambiare, ma nessuno dei tre era omosessuale, ecco che a cambiare i pannolini sono le coppie gay, comprese quelle maschili.
Pampers, infatti, nota azienda di prodotti per l'infanzia, ha lanciato uno spot che ha per testimonial il tuffatore Tom Daley e lo sceneggiatore Dustin Lance Black, convolati a «nozze» nel 2017 e, oggi, genitori di un bambino dopo aver fatto ricorso all'utero in affitto.
Il brand, da sempre vicino alle famiglie, ora ha fatto un passo importante, aprendo una nuova finestra sulla famiglia dello stesso genere, nella speranza di far capire che ha le stesse preoccupazioni e gli stessi problemi quotidiani di qualsiasi altra, anche se molti non l'hanno ancora digerita.
In questo caso, è quasi doveroso sottolineare come le critiche mosse a riguardo abbiano cercato di trasformare la scelta della coppia di “ambasciatori” emblema di una nuova paternità, fatta da Pampers, come una semplice trovata pubblicitaria per “normalizzare” l'omosessualità e di conseguenza sdoganare il commercio di bambini.
Quando, invece, la speranza racchiusa nella frase “i tempi cambiano” dovrebbe essere quella di lasciare il mondo meglio di come lo si è trovato, comprendendo l’importanza di poter rappresentare ogni tipo di genitorialità.
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lovebrandactivism · 4 years
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KENCO si impegna a tenere lontano i giovani dalle gang
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Kenco, uno dei marchi di caffè istanteneo più popolare nel Regno Unito e in Irlanda, si schiera dalla parte dei giovani Houndurenos educandoli a coltivare caffè in loco, per dar loro una prospettiva diversa rispetto alle gang criminali, che minacciano la vita dei ragazzi del luogo a causa della mancanza di opportunità.
Il progetto di Kenco è stato lanciato nel 2014 con la campagna “Coffee vs gang”, un breve video in cui viene mostrato il dilagare della criminalità nel tentativo di convincere i giovani a passare dalla violenza all'agricoltura.
I giovani che decidono di partecipare a questo progetto, frequentano un corso annuale di formazione per diventare coltivatori di caffè, apprendendo vere e proprie competenze per coltivare chicchi di caffè di grande qualità, infatti i primi studenti che hanno completato il percorso di studi Kenco sono riusciti a fondare una propria attività, grazie ai finanziamenti della torrefazione.  
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lovebrandactivism · 4 years
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Heineken va contro gli stereotipi, schierandosi con un brindisi
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Dopo la campagna “Open your world” in cui si mostrava come le divergenze potessero essere appianate dal dialogo e, a volte, anche da una birra, continua l'impegno di Heineken nel comunicare la sua posizione su temi sociali rilevanti.
La campagna “Cheers to all” prova ad abbattere lo stereotipo comune che vuole la birra come bevanda alcolica preferita dagli uomini. 
Nel video vengono mostrate diverse situazioni, all'interno di locali,  dove tra una birra e un cocktail, la bottiglia di colore verde viene sempre servita alla figura maschile e il cocktail alla ragazza, quando in realtà l'ordinazione è inversa. 
 A conclusione il messaggio “Men drink cocktails too” che vuole trasmettere l'impegno di Heineken per lavorare in direzione di una società priva di stereotipi.
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