Tumgik
#fatti forza
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Semplicemente respira
Ora calmati
Avevi bisogno di versare un po' di lacrime
Di farti forza
Di lasciare scivolare pensieri e fantasticherie incastrate dentro te
Bene ma ora stop
Ora respira
Smettila di tirare su col naso
Non è successo niente se non dentro te
Dentro te è accaduta una battaglia
Ma sei tu la vincitrice
Guardati sei ancora in piedi
Un po' ammaccata ma ci sei
Sei sopravvissuta anche a questa tempesta
Le raffiche di pensieri e ricordi erano potenti ma è finita anche questa giornata
E hai vinto tu
Sei tu la vincitrice della tua vita
Respira
Sei al sicuro quindi smettila di rischiare di farti male da sola
Senti è il tuo cuore che batte alla velocità giusta
Respira lascia andare ogni cosa incastrata dentro te meriti una notte di riposo, di svegliarti e avere la forza di sorriderti, lo meriti perché questa è la tua vita e tu sei abbastanza forte per vincere ogni giorno le tue battaglie interiori
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queerographies · 2 years
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[Fatti (ancora più) forza, Nakamura!][Syundei]
Nakamura è un sedicenne molto timido e gay non dichiarato, e nasconde una cotta per un suo splendido compagno di classe, Hirose... ah, se solo Nakamura trovasse il coraggio di a rivolgergli la parola!
Nakamura, un liceale un po’ particolare, si è innamorato a prima ista di Hirose, un suo compagno di classe, ma aveva troppa paura per avvicinarlo. Finalmente è riuscito a trovare il coraggio per diventare suo amico, però… ora ogni sua mossa dovrà essere perfettamente calcolata per conquistarlo! Sarà all’altezza della sfida? Ritornano le avventure romantiche (?) di un ragazzo un po’ tetro e…
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😺 Congratulazioni a Gianluca. ✨️🥂
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Henriëtte Ronner-Knip
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2stelle · 1 year
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Se ciò che dice Romano è vero 😵‍💫😵‍💫😵‍💫
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smokingago · 20 days
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🍀
[...] Tu sei il mio fabbricante di lacrime, Ognuno di noi ha il suo fabbricante di lacrime… È quella persona in grado di farci piangere, di renderci felici o di straziarci con un’occhiata. È quella persona che dentro di noi ha un posto talmente importante da farci disperare con una parola, o emozionare con un sorriso.
E non puoi mentirle… Non puoi mentire a quella persona, perché i sentimenti che ti legano a lei vanno al di sopra di qualsiasi menzogna [...]
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[...] narrava di un luogo lontano, remoto...
Un mondo dove nessuno era capace di piangere, e le persone vivevano con anime vuote, spoglie di emozioni.
Ma nascosto da tutti, nella sua immensa solitudine, c'era un uomo vestito di ombre. Un artigiano solitario, che dai suoi occhi profondi era capace di confezionare lacrime di cristallo.
Andava da lui, la gente, chiedendo di poter provare un briciolo di sentimento , perché nelle lacrime si cela l'amore e il più compassionevole degli adii.
Sono la più intima estensione dell'anima, ciò che, più di gioia e di felicità, fa sentire veramente umani.
E l'artigiano li accontentava...
Infilava negli occhi delle persone le sue lacrime con ciò che contenevano, ed ecco che piangeva la gente: era rabbia, disperazione, dolore, angoscia.
Erano passioni laceranti, disillusioni e lacrime, lacrime, lacrime - l'artigiano infettava un mondo puro, lo tingeva dei sentimenti più intimi e logoranti.
[...] "Ricorda: non puoi mentire al fabbricante di lacrime" ci dicevano alla fine." [...]
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[...] Gli avevano detto che l’amore vero non finisce.
Non gli avevano detto però che ti dilania fino alle ossa, l’amore vero, quando ti si radica dentro senza più lasciarti andare [...]
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[...] Avevo sempre sentito dire che solo un grande potere aveva la forza di cambiare il mondo.
Io non avevo mai voluto cambiare il mondo, ma avevo sempre pensato che, invece, non fossero i grandi gesti o le manifestazioni di forza a fare la differenza.
Per me erano le piccole cose. Le azioni quotidiane. Semplici atti di gentilezza compiuti dalla gente comune [...]
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[...] ma la verità è che... le persone che amiamo non ci lasciano mai veramente, sai? Restano dentro di noi, e poi un giorno ti accorgi che sono sempre state lì, dove potevi trovarle solo chiudendo gli occhi [...]
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[...] Non importa se sei distrutto.
Non importa se lo sono io.
Anche i mosaici sono fatti di cocci spezzati.
Eppure guarda che meraviglia [...]
[...] Ti amo come solo le stelle sanno amare: da lontano, in silenzio, senza spegnersi mai.[...]
[...] Non voglio il lieto fine,
voglio il gran finale.
Come quelli dei prestigiatori,
quelli che ti lasciano a bocca aperta
e ti fanno credere, per un istante,
che le magie possano esistere [...]
[...] Chi ha la primavera nell'anima vedrà sempre un mondo in fiore [...]
[...] Chiusi il libro e vi posai un bacio
Ringraziandolo per le emozioni
Che mi aveva regalato
E gli promisi di mettere in pratica
Il consiglio che mi aveva dato
Quello che nonostante le ferite
Non bisogna arrendersi mai
Ma continuare a provare
Anche se si soffre e si piange
Perché piangere è umano
E non è segno di debolezza
Ma significa che " siamo vivi,
Che il nostro cuore batte,
Si preoccupa e brucia di emozioni".
Per questo esiste il " Fabbricante
Di lacrime" perché il pianto è Vita
E tutti hanno il diritto di piangere
Non solo gli adolescenti
Come erroneamente qualcuno crede [...]
Erin Doom,
citazioni tratte dal libro
"Fabbricante di lacrime"
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crazy-so-na-sega · 1 month
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La realtà è socialmente costruita e infinitamente manipolabile e la verità è una nozione inutile: questo è stato il pensiero "postmoderno" che ha dominato negli ultimi decenni.
Una visione della vita per cui non esistono fatti ma solo interpretazioni, possibilmente da non prendere troppo sul serio, e un approccio al mondo per cui basta desiderare e siamo in grado di cambiare la nostra vita. Il postmoderno ha pervaso ogni ambito della quotidianità, dalla politica, all'arte, alla letteratura, alla dipendenza dal linguaggio delle fiction e dei reality, così finto da sembrare vero.
Maurizio Ferraris critica senza riserve questo modo di pensare e propone di tornare alla realtà dei fatti e delle verità appurabili, che esistono e sono evidenti, inemendabili.
In questo "Manifesto del nuovo realismo", che sintetizza gli ultimi venti anni del suo lavoro, indaga su alcuni concetti chiave degli ultimi decenni: emancipazione, autorità, illuminismo, decostruzione, critica, realtà, verità.
Ferraris sostiene con forza il ruolo della filosofia per argomentare e difendere il realismo filosofico. "L'umanità deve salvarsi, e occorrono il sapere, la verità e la realtà.
Non accettarli, come hanno fatto il postmoderno filosofico e il populismo politico, significa seguire l'alternativa, sempre possibile, che propone il Grande Inquisitore; seguire la via del miracolo, del mistero e dell'autorità".
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diceriadelluntore · 3 days
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Lancette
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Questo in foto è un capolavoro di arte artigianale: è un orologio Breguet che ha molteplici "complicazioni", cioè mostra dei dati come l'equazione del tempo (la differenza tra il tempo solare medio, il nostro tempo civile della durata convenzionale di ventiquattrore, e il tempo solare vero, che varia in funzione dell’orbita irregolare della terra intorno al sole) o il calendario perpetuo e sul quadrante finemente lavorato a guilloche sfoggia un tourbuillion, geniale invenzione di Abraham Louis Breguet, cioè l'installazione dell'intero scappamento (il bilanciere con la rispettiva molla, l'ancora e la ruota di scappamento, ossia le parti più sensibili agli effetti della forza di gravità) all'interno di una gabbia mobile che compie una rotazione completa ogni minuto. In questo modo, i difetti, che hanno una cadenza regolare, si compensano reciprocamente. Questo è un prodotto fatto quasi totalmente a mano da un abilissimo orologiaio. E abilissima è l'autrice di questo libro, che ho adorato
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Rebecca Struthers è una delle ultime orologiaie del Regno Unito. In questo saggio racconta la sua storia prima di studentessa (fino alla laurea in orologeria), poi di giovane artigiana e infine da affermata restauratrice di orologi antichi e, insieme al marito Craig, fine produttrice di pezzi unici, fatti completamente a mano nel loro piccolo laboratorio di Birmingham. Ogni capitolo è un pezzo di storia della sua vita, un pezzo di storia dell'orologio e un pezzo di meccanica, dove spiega con la massima semplicità (tipica di chi è maestro di una disciplina) le meraviglie tecniche che indossiamo al polso ogni giorno.
Oltre le incredibili storie dell'oggetto, i cui andamenti variano da oggetto di lusso a status symbol economico, in una sorta di spirale sinusoidale di successo, commercio e crisi e dei personaggi a loro legati (scienziati, re e regine, inventori, industriali, geni come Breguet, generali, esploratori, sportivi e così via), ci sono due aspetti che mi hanno colpito profondamente e personalmente:
l'importanza del lavoro degli artigiani, e soprattutto l'importanza delle scuole per gli artigiani: il saggio di Rebecca Struthers è anche un viaggio nel declino di una certa idea di trasmissione del sapere che è coinciso con la fine delle scuole di alta specializzazione (Struthers è stata una delle ultime a completare un corso di studi specifico per l'oreficeria e l'orologeria, che adesso non esiste più). In un paese come il nostro, che spesso solo a parole si vanta della propria tradizione artigiana (che ancora resiste), dovrebbe essere un motivo di studio e dibattito;
Ci sono delle pagine che ho sentito molto vicine a me quando Struthers parla della decisione di mettersi in proprio, e di aprire un laboratorio "fuori dal tempo": le difficoltà iniziali, il modificare macchinari vecchi e usati, il primo stipendio serio dopo anni ma allo stesso tempo la certezza che una scelta di qualità, che comporta molti più problemi di una scelta di quantità, con il tempo sia premiante soprattutto a livello di piena soddisfazione di sè. e l'importanza di fare le cose con le mani, che è un momento creativo eccezionale.
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der-papero · 19 days
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Chissà se ce la faccio a scrivere di 4 anni di ricordi, ma questo è un posto di ricordi belli, e tu sei uno di quelli, di quelli più belli. Li ho raccolti in due giorni di viaggio, perché la capa mia non è più quella di una volta, ho bisogno di tempo, e non servirà raccontarli tutti.
Ti ricordi il primo giorno? C'era un tipo che somigliava a Branduardi, vestito come un anziano in chiesa la Domenica, che per forza voleva farmi vedere come cambiavi colore, senza sapere come fare. Del resto, nessuno, persino lui che era del mestiere, aveva visto prima qualcosa di simile, il che ti rendeva ai miei occhi ancora più unica delle mie intenzioni.
Da quel giorno il mondo si è diviso in due, tra chi ti ammirava e chi ti snobbava, però penso lo sai già, il primo gruppo mi divertiva tanto e un po' ci marciavo su, ti ricordi quando uscivo dall'Autogrill di turno e vedevo sempre qualcuno ronzarti intorno, e non tornavo subito all'auto, lo lasciavo fare, guardando la scena da lontano. Per non parlare di quello svizzero che, dalle parti di Reggio Emilia, andò fuori di testa, sembrava un ragazzino di 5 anni a Disneyland, o quel tizio con quella Civic viola al casello di Venezia-non-so-dove, che mi parlava col clacson e col pollice su.
Ne abbiamo fatti di scherzoni alla Mami, la prima volta che andai a prenderla a Francoforte, allo scalo di marcia sparasti due fucilate ed esclamò "MAROOOO CHI C'A TUZZAT?" e noi a ridere, e ogni volta che provava a scendere, per via del rialzo, sbottava "ma quant t'a cagne 'sta machin, che ce vo' 'a man 'e Crist a scenner?".
Di persone che mi hanno fermato per farti i complimenti ce ne sono state, ma il top resterà quel parcheggiatore al Corso Umberto che, al ritiro, si divertì a farsi una accelerata e poi esclamò "UAAA DOTTO', 'STA MACHIN VOL!", e che gli volevi dire? Aveva ragione, una sensazione che provato ogni santa volta, ma io ho avuto tanto di più: mi hai portato da chiunque volessi bene, non è mai esistito un "è troppo lontano, lasciamo perdere", sei forse ciò che su questo pianeta ha avuto la possibilità di conoscere il vero me, senza filtri, mi hai visto piangere e ridere più di chiunque altro. Mi serviva la tua energia e la tua rabbia per scappare via da qui, eravamo entrambi in un posto dove non volevamo stare, per questo sei nata per correre, e hai lasciato che fossi io a lasciartelo fare.
Sei entrata in un momento della mia vita dove avevo bisogno di non sentirmi più trasparente, in una società che non mi ha mai accettato, al più tollerato, e credo che tu abbia capito in pieno quel nostro modo terrone di protestare, ovvero facendo bordello, perché più le cose vanno male, e più abbiamo bisogno di far rumore. Il vicino di casa non l'ha mai capita questa cosa, pensava che tu avessi qualcosa che non andava, cosa tragicomica, visto che quelli pieni di problemi sono loro, con la loro ipocrita precisione, il loro falso benessere.
Agli occhi di tanti sei solo un'auto, ma quello che sei stato per me non sono mai riuscito a farlo capire, e non penso di riuscirci manco questa volta, quindi queste parole sono solo per te, per ringraziarti di tutto quello che sei stata, per aver reso questi 4 anni più leggeri, e per dirti che non ti dimenticherò mai.
Grazie, Amica Mia ❤️.
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haiku--di--aliantis · 3 months
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Una mia cara amica qui su Tumblr, una persona che adoro, mi ha riportato alla mente una vecchia riflessione, secondo cui la corda dell'arco, per contribuire a scagliare la freccia lontano, deve necessariamente tendersi all'indietro. Sforzo, sudore, impegno, sofferenza del corpo. Ci sono, lungo il nostro cammino, periodi anche molto duri. Pezzi di tempo in cui sembra non solo che piova, ma che addirittura diluvi e che ti cadano addosso delle tegole che - solo Dio sa come - riesci a schivare e a restare in piedi.
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Nonostante tutto, l'anima da piegata in due trova la forza di ridistendersi, di rialzarsi per reagire e proiettarsi in avanti. È di questo che siamo fatti, noi esseri umani. Prendiamo colpi da ko, ma poi riusciamo a fronteggiare un'inaspettata e pesante svolta di vita. E magari anche a toglierci una freccia dal cuore: a chiudere in un cassetto quello che solo in un cassetto ormai deve stare. Ogni tanto accarezziamo noi stessi e quello che di noi è rimasto irrisolto. Grati comunque di averlo vissuto. Perché è di queste cose che è fatta la vita. Gli amici di Tumblr, una risorsa preziosa. E dove altro li trovi... Ce lo prendiamo un caffè?
Aliantis
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7000 caffè (Alex Britti)
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focacciato · 5 months
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Volevo dirvi grazie. A tutte quelle persone che ci sono state vicine, che hanno speso tempo per noi. Che hanno sfogliato le rubriche del telefono per trovare anche una remota conoscenza a Torino. Sono state settimane pesanti, il non sapere dove andare, cosa fare, soldi che uscivano e continuano a uscire senza tregua. Tutto per un futuro più stabile. Tutto per un letto dove dormire. Perché sì, il privilegio parte anche da questo, avere un tetto e un letto non sono mai scontati. Anche il solo pensiero di gente vicina che voleva ospitarci, darci una mano in ogni modo ci ha fatto forza, ma noi siamo fatti così, non chiediamo nulla e non vogliamo nulla. Vogliamo solo vivere una vita normale. E questo fa riflettere perché viviamo in una società che ci sta dicendo che avere una casa non è la normalità, ma un privilegio. E oggi mi sento privilegiato perché anche oggi avrò un tetto e un letto. Domani, chissà.
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È solo un'altra di quelle sere in cui inizi a pensare e poi i pensieri diventano lacrime e ti ritrovi a soffocare il dolore che senti dentro e ti stringi la testa come se i mostri dentro di te stessero urlando ma non dici una parola, aspetti che passi per tornare a portare luce all'esterno, a chiunque incroci sul tuo cammino, ma intanto dentro di te un cuore rotto in mezzo alle tenebre che si spandono sempre più, vorresti un mondo completamente diverso, vorresti poter cambiare con un tasto del telecomando tutto quanto come un brutto film ne scegli un altro, ma la vita purtroppo non è un film che uno spettatore distratto sta guardando
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tiaspettoaltrove · 1 month
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È impressionante quanto mi manchi Alice.
Non ero innamorato di Alice. Come scrivo spesso, metto in dubbio (sempre di più) l’amore, mi chiedo sempre se quello umano esista davvero oppure no. Però bisogna arrendersi alla realtà: Alice ha lasciato un segno. Lo ha fatto perché ha saputo insinuarsi, a poco a poco, arrivando all’improvviso, e facendo un po’ quel che voleva nella mia anima. Anche silenziosamente, a volte. Alice era la miglior correlazione tra bellezza e giovinezza. Non era solo questo, ovviamente, ma non dimenticherò mai il suo dolce viso, il suo candore, e in generale la sua fisicità. Mi sento immensamente onorato, per aver potuto ammirarla. Seppur a distanza, seppur per pochi istanti, in modo fugace. Starei due giorni senza mangiare, per quel corpo. E sapete quello che penso sull’”amore a pagamento”, ma se fossi obbligato da qualcuno ad usufruirne, vorrei una sua fotocopia. Lì pagherei, lì andrebbero i miei soldi. Lo sapete, non farei mai una cosa del genere, la disprezzo. Ma apprezzate la sincerità, seguite il concetto e rendetevi pertanto conto della forza di quel che sto esprimendo. E il paradosso è che non era nemmeno l’aspetto fisico, quello che mi colpiva di più in lei. No, anzi. Era la sua gentilezza, a farmi vacillare. Il suo modo di porsi nei miei riguardi: sempre rispettoso, rimanendo un passo indietro. Mai una parola fuori posto, seppur con sparute eccezioni nella parte finale del periodo in cui abbiamo conversato. Alice era una ragazza che sapeva chiedere scusa, che sapeva pregarmi, che sapeva pentirsi. Mi vedeva per ciò che sono, ed è anche vero che mi ubriacava di parole. Però erano parole bellissime. Ricordo i nostri racconti a quattro mani, fantasticando di perderci di notte nei boschi. Ricordo quanto era assolutamente certa di essere succube di me. E credo che lo sia stata a tal punto da non esser più in grado di gestire il tutto, fuggendo via come ha fatto. Sì, quello è stato il dolore più grande. C’erano state probabilmente già delle avvisaglie, periodi fatti di lunghi silenzi da parte sua. Però poi tornava. Invece, l’ultima volta, dalla sera alla mattina cancellò il suo account Tumblr, e anche quello Telegram. E così l’ho persa, per sempre. Bello il mondo virtuale, eh? No, per niente, eppure ne siamo tutti (in qualche modo) affascinati, se non dipendenti. A differenza di quanto accaduto in passato, non credo che Alice fosse un “fake”. No, ne sono piuttosto certo. Innanzitutto perché non sono più ingenuo come un tempo, e in secondo luogo perché l’ho sentita parlare, l’ho vista in foto, e anche in video. E l’intelligenza artificiale non era ancora avanzata come lo è adesso. Di tutto, cosa rimane? Il fatto che Alice mi manca ancora. Certo, non come prima, ma quella ferita non si è rimarginata. Tremila caratteri non bastano, per provare a descrivere la potenza di certe conversazioni, la forza di certe emozioni. Lei non tornerà. Lo so e lo accetto. Ma la ringrazio lo stesso, perché mi ha dato molto più di quel che potrebbe credere. Le auguro davvero il meglio.
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armandoandrea2 · 5 months
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Lei, Sophia Loren, il film, "La ciociara" del 1960. Madre e figlia brutalizzate, stuprate da un branco di soldati marocchini aggregati alle truppe americane. Un'immagine iconica, un grido soffocato di disperazione, un pianto in cui sono racchiusi rabbia, incredulità, umiliazione, che a distanza di anni non hanno perso la loro forza d'impatto emotivo. E oggi? Si parla tanto di cambiare le cose, però nel frattempo femminicidi, stupri, violenze domestiche e non continuano a essere perpetrati quasi ogni giorno, quelli che vengono riportati nei fatti di cronaca e quelli, tanti, che restano nell'anonimato. È facile dire io farei, bisogna fare davvero, le donne continuando nella loro lotta, gli uomini, intendo dire quegli uomini che sono chiamati impropriamente così, beh, la vedo dura che possano cambiare atteggiamento, quindi avanti con le denunce, le richieste d'aiuto, senza abbassare mai la guardia. Bisogna fare rumore, non chinare la testa, ma tenerla sempre in alto perché la donna merita la più alta  considerazione, il più profondo rispetto, la più grande devozione e tanta, tanta dolcezza.
Andrea B.
25 novembre 👠👠👠
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cuore-sgombro · 4 months
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Sembra, ma a conti fatti così è, che non sia mai abbastanza per gli altri ciò che fai. Nonostante tu ci metta il tempo, la forza e l'impegno che puoi, hanno sempre un motivo per pensare che tu non vada bene perché non hai agito nell'esatto modo in cui loro volevano.
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abr · 9 months
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Ho sempre trovato questa idea del climate change causato dall'Uomo qualcosa di grossolanamente PRESUNTUOSO (peggio che pretestuoso), financo arrogante. Oltre al sole, tante sono le concause - incluso, perché no, un limitatissimo apporto antropico (voi siete lì ma solo sopra a quel puntino) che tolta Cina e Asia sarebbe in diminuzione.
Dopodiché t'arrivano i troppi "esperti" in qualcosa preceduto da "scienze", alla Tozzi (se devi dichiararlo, significa che a occhio nudo non si vede lo sia), che di modelli matematici e di come sono fatti NULLA SANNO. Codesti prendono acriticamente proiezioni di modelli sempre più sofisticati ma ancora approssimativi per forza di cose, come se fossero Verità Rivelate e sklerano come fossero Profeti: non sono io che parlo è la Scenza, penitenziagite!
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spettriedemoni · 3 months
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Aiuto
Mi scrive, lo fa sempre quando è in difficoltà. Per questo mi allarmo quando vedo il suo nome sul display.
Faccio notare che mi scrive solo se è in difficoltà o nei guai. Quale delle due stavolta?
Guai.
È incinta.
Mi chiede cosa dovrebbe fare, com'è essere genitori. Non mento: l e dico che è dura, che significa notti insonni, fatica, ansie.
Le dico che sono anche tante gioie e le gioie sono di più, per fortuna.
Mi chiede che fare ma risposte non ne ho. Non ne ho perché non sono nella sua posizione, io un figlio lo volevo e comunque non sono madre. Le dico che è difficile allevarlo in due figurarsi da soli.
Penso al peso che le è caduto addosso, mi dice che i suoi non l'hanno presa bene, che non vogliono saperne nulla ma altri si sono offerti di aiutarla, per fortuna. Lo stigma ricade comunque sulla donna, nonostante siamo nel 2024 e questa è la cosa che mi fa più rabbia. Vorrei poter fare di più, aiutarla di più di così. Mi dice che faccio già tanto che la supporto come pochi altri.
Mi mostra l'ecografia. Le faccio notare che forse ha già deciso. Mi dice che sì: sa già cosa vuole fare. È spaventata a morte ma ha deciso.
Essere madri non lo posso capire e neppure puoi spiegarlo. Lo devi volere veramente e dopo la forza la trovi. Non sai come ma la trovi.
L'abbraccio idealmente.
Nell'era della comunicazione globale manca ancora la possibilità di potersi toccare e alla fine il contatto umano è quello che vorremo più di tutto.
Fatti forza, le dico. Nel mio piccolo farò tutto ciò che posso per aiutarla, per esserle vicino come ho sempre fatto.
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