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#jeans azzurri
tabathamodaedesign · 5 months
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Pantone del giorno 13/12 - Galapagos Green
Natale o no, in questi freddi giorni di inverno capita di non poter fare a meno di pensare alle spiagge coralline di isole lontane e al tepore del sole estivo. Ebbene, Il Galapagos Green di Pantone è una tonalità di verde che ricorda la rigogliosa vegetazione delle Isole Galapagos. È un colore che può essere utilizzato in una diversa varietà di capi d’abbigliamento, da abiti e gonne a giacche e…
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parolerandagie · 12 days
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Storia breve #3
Ha gambe sottili, troppo sottili, e magre, troppo magre, che ballano in un paio di jeans stretti stretti, ma non stretti abbastanza. Sembrano ballare anche i suoi piedi, mentre cammina, sembrano ballare ad un ritmo jazzato che sta nella sua testa, a far abbastanza rumore da zittire i pensieri e le ansie che, non so perché, si intuisce subito siano tante. Dum-da-dum-dum ed avanza lungo il viale, con un giubbotto di pelle azzurro che ha visto giorni migliori ma ha la dignità del veterano, con una mano stretta sulla tracolla corta di una borsetta e l’altra in tasca: intorno al collo una bandanina, azzurra anche lei, ed i capelli lunghi ed un poco incolti e tanto grigi. Azzurri gli occhi, tanti gli anni. E’ stata bella, forse lo è ancora, forse ancora ci si sente. Il mondo non lo guarda però, certa che tanto il mondo abbia smesso di guardare lei ed abbastanza serena a riguardo, e dovessi scommettere direi che la meta, verso cui va, la ha scordata, ma è perentoria nell’incedere che continuare a muoversi è importante. Ci incrociamo, il cammino ma non lo sguardo, e poi sparisce, alle mie spalle, che le nostre traiettorie sono troppo diverse, troppo divergenti. Dum-da-dum-dum anche io, per cinque o sei passi, perché tanta sincerità, tanta onestà nell’essere chi si è mi ha contagiato, anche solo per un attimo, per un pensiero.
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thebutterfly0 · 5 months
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Ieri complice gli sconti del black friday sono andata a fare shopping. Ho comprato delle cose leggermente diverse da quello che acquisto solitamente: 2 paia di jeans stretti solitamente li compro larghi cosi da non far vedere nulla poi due maglioncini aperti sul davanti e degli stivali con un pochino pochino di tacco e solitamente porto solo scarpe da ginnastica, sono le mie prime scarpe un po' più femminili. Mentre ero nei camerini intenta a provare questi capi mi sono chiesta se ti potessero piacere, se ti potessi piacere vestita in quel modo. Ho visto anche un abitino nero con dei fiorellini azzurri molto bello, la tentazione di acquistarlo era alta ma ho preferito non sprecare soldi intanto non l'avrei mai usato. Ora si avvicina il Natale e mi sarebbe piaciuto indossare questo abitino, magari a cena a casa di qualche tuo amico. Ad essere sincera odio il Natale e sono una persona che ama parecchio stare sola ma si, mi piacerebbe uscire con te e conoscere i tuoi amici. I miei pensieri vanno per conto loro, ed è sempre più difficile poi tornare alla vita vera quando sai benissimo che non avverrà mai niente del genere in questo pezzo di vita.
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Lascia al tempo fare il suo corso magari ti sorprenderà
Questa è la storia di Vera e Nando, il destino come li aveva fatti incontrare li aveva separati per sempre o almeno così credevano...
Chat del 31 dicembre ore 23:45
Nando: ehi Vera sono il ragazzo più felice del mondo!
Vera: ... perché? Che è successo???
*pensiero di Vera: temo di aver capito purtroppo*
Nando: ce l'ho fatta! Finalmente lei è mia, sono fidanzato ufficialmente con la donna della mia vita, quella che ho desiderato in tutte le ragazze che ho conosciuto!!
Vera: buon per te.
Nando: per essere mia amica mi aspettavo un po' più di entusiasmo Vera da parte tua
Vera: yuppy. Ti va bene così?!
Nando: ok dimmi che hai? Uno dei tuoi soliti crolli?
Vera: No Nando, ero felice anch'io prima che mi mandassi questo messaggio e non è gelosia la mia è solo che mi fa ancora male pensarti tra le braccia di un'altra, io ti ho amato e ho bisogno di tempo per guarire questo mio cuore malato d'amore, non riesco ad essere davvero felice per te perché anch'io ti ho desiderato, ti ho sognato in una vita insieme, anch'io ho ricevuto da te un ti amo e un bacio, il mio primo bacio. Ma tu hai mutato i tuoi sentimenti con il tempo mentre i miei invece si rafforzavano. Quindi scusami se non sono felice per te, ma anch'io ho vissuto un sacco di momenti con te e non è facile per me chiudere il passato dietro una porta e non aprirla mai più, soprattutto se è un passato troppo recente, le cui ferite d'illusione bruciano ancora.
Nando: Oh Vera pensavo ingenuamente ti fosse passata, non volevo ferirti lo sai, non l'ho mai voluto e mi dispiace di averti illusa tanto, ma non ti amo più da un pezzo, al cuore non si comanda lo sai. Spero potremo restare amici e continuare a sentirci, non ti voglio perdere e ci sarò sempre per te. Ma tu più di chiunque altra sa quanto ho sognato e desiderato lei con tutto il mio cuore
Vera: si lo so, anche se è diversa da come la descrivevi un tempo
Nando: in che senso?
Vera: non ricordi: capelli biondi un po' ricciolini come le onde del mare, occhi azzurri ma da cerbiatta, alta e magra, sportiva ed elegante nel suo paio di jeans, possibilmente con un accento inglese da farti viaggiare nel nord Europa ad ogni suo sussurro. E invece lei è mora e ha gli occhi scuri, non è chissà quanto alta ed è italiana al 100%.
Nando: hai ragione ma è lei nonostante tutte queste differenze che aspettavo da una vita. Quella che hai descritto era la ragazza che desideravo da adolescente, per sentirmi una sorta di supereroe con una lady di tutto rispetto da fare invidia a tutti i miei coetanei che mi definivano strano e un fallito.
Vera: lo so ... Vabbè che devo dirti allora congratulazioni! Sono (fintamente) felice per te. Ma pensi davvero che lei accetterà il nostro rapporto anche se solo di amicizia, io non credo, lei ti vorrà solo per sé magari non ora, ma tra qualche mese ti chiederà di scegliere e tu ovviamente finirai per scegliere lei, chiudendo tutto con me. Quindi non voglio più collezionare ricordi di noi per poi ritrovarmi con nulla. Preferisco approfittare che tra qualche minuto inizia un nuovo anno per andare avanti senza di te.
Nando: Vera non dire così... Non voglio perderti
Vera: Nando mi hai già persa. Ecco che fanno il conto alla rovescia 10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2 ,1 buon anno! E buona vita, addio. Una sola cosa ti chiedo pubblica quei tuoi racconti in forma cartacea anche se a quel concorso non ti presero in considerazione è davvero un peccato tenerli nascosti su questi social.
Nando: addio Vera buon anno anche a te, ti auguro il meglio e ancora scusami, grazie di ogni cosa che abbiamo vissuto, non volevo finisse così.
*chat eliminata*
...
5 anni dopo
Tg 2: «E per la rubrica dei lettori più appassionati ecco salire in prima posizione la saga "SAOA" di Nando Fritz! Che con il suo miscuglio di fantasy e fantascienza ha conquistato grandi e piccini!
Vera: «Nando, quel Nando almeno ha seguito il mio ultimo consiglio, alla fine ha pubblicato con quella famosa casa editrice per ragazzi ed ecco che come pensavo ha ottenuto un grande successo per la sua fantastica immaginazione e originalità».
Tg 2: «É previsto il lancio del suo nuovo libro nella Mondadori di Roma il 20 ottobre alle 14:00, non mancate per scoprire quale altra perla è uscita dalla sua magica penna. E ora passiamo allo sport, anche quest'anno l'Italia non si è classificata per i mon...>>.
*Vera spegne la TV e si annota quella data sull'agenda del telefono*
*pensiero di Vera: semmai dovesse capitare un torneo a Ciampino in quei giorni magari ci potrei fare un salto, giusto per togliermi la curiosità*
...
20 ottobre ore 13:30
Vera al telefono con i genitori: «niente da fare, sono arrivata 6°, sempre le solite sul podio, vabbè mi rifarò la prossima volta ahah. No non riparto subito, penso di andare a farmi un giro nella libreria qui vicino è così maestosa, con tutti quegli scaffali pieni di libri dalle copertine più svariate. Si sto attenta, come sempre, mamma non sono più una bambina. Si vi chiamo quando entro in autostrada, tranquilli. A dopo ciao ciao ciao»
*Vera cerca la libreria tra i vari negozi di quel centro commerciale, e fa lo slalom tra tutta quella gente che si era fatta prendere dalla febbre dei saldi autunnali. Una volta superato il negozio di lingerie eccola la più bella Mondadori che avesse mai esplorato, all'ingresso era presente una sorta di bancarella con i libri in svendita, mentre vicino alle scale, che portavano al secondo piano con vista e salottino per leggere i libri di seconda mano, erano posizionati dei cestelli pieni dei nuovi arrivi. Mentre al piano inferiore situato un po' sottoterra c'era un delizioso bar stile retrò con tutto l'arredamento in legno che dava davvero la sensazione di essere accolti in un caloroso abbraccio e l'aria era intrisa di quell' inconfondibile profumo di thè caldo di ogni tipologia e sapore. Infine superati i vari scaffali di ogni genere letterario immaginabile e svoltato a destra rispetto all'angolo dedicato alla lettura dei più giovani, ecco la zona delle conferenze e firma copie. Era allestita come una sorta di red carpet per i divi del cinema, solo che stavolta era dedicata ai "divi" dei lettori. E poi lo vide, lo riconobbe subito Nando che stava venendo intervistato dalla Rai, la stessa Rai che anni prima aveva ignorato i suoi racconti. Non era cambiato molto fisicamente, sempre magro, di altezza media, non troppi muscoli e quei capelli castani un po' ribelli e si era fatto crescere un po' di più la barba. Anche Vera non era poi tanto cambiata, sempre quattrocchi, un po' pienotta anche se di meno rispetto ad anni prima, vestita casual con i capelli nero corvino che le cadevano sopra le spalle. Qualche anno prima aveva provato con un taglio corto, seguendo l'idea che aveva letto da qualche parte che le donne tendono a cambiare acconciatura dopo una rottura, ma non solo era stato inutile cambiare taglio ma lei non riusciva proprio a vedersi con i capelli corti quindi lasciò che ricrescessero anche un po' più lunghi di prima.
Una cosa che colpì Vera, no non fu un libro che era in bilico sullo scaffale, ma l'aver notato che Nando era da solo, niente famiglia nemmeno il gatto tanto insopportabile per lui e soprattutto niente ragazza al suo fianco.
"Strano davvero molto strano, in un giorno così importante per lui quella non sta al suo fianco?! Mah, che strano rapporto hanno instaurato sti due" Pensò Vera.
Poi si scorse un po' tra le teste di tutti quei ragazzi che erano in fila per ricevere l'autografo sulla copertina dei loro libri di quella ormai famosa saga "SAOA". E riuscì a leggere il titolo del suo nuovo libro "Il tempo e i suoi misteri" con la raffigurazione di un ragazzo in divisa da cosmonauta che si premeva l'orologio da polso e da quello fuoriusciva un fascio di luce che immobilizzava ogni cosa.
Vera capì subito a cosa si riferiva l'immagine in copertina: un time-stop! Chissà cos'altro si è inventato stavolta Nando, quasi quasi lo compro, ma senza farmi notare, anche se ... mi piacerebbe avere un suo autografo, ho pur sempre fatto da braccio destro per un po' di tempo ed ero sua fan con lo slogan "721 rivoluzione". Magari non mi riconoscerà e così potrò avere il suo autografo senza scatenare eventi che possano variare le linee temporali. Ok, fermi un attimo ma sto parlando come lui ahah. E si mise a ridacchiare tra sé e sé. Un ragazzo lì vicino la notò e dallo sguardo perplesso che fece sicuramente pensò "questa è matta". Ma Vera lo ignorò e si mise in fila.
Intanto l'intervista per la Rai era stata interrotta per un problema con dei cavi, roba informatica, che se non fosse stato impegnato a vivere quei momenti di fama, Nando avrebbe sistemato volentieri seguendo uno dei suoi motti "fare del bene al prossimo".
La fila scorreva velocemente e solo 3 persone dividevano i nostri protagonisti dall'incontrarsi nuovamente. Vera sentiva il cuore battergli all'impazzata e sperò vivamente fosse solo emozione o adrenalina data dal momento e non il riaffiorare dei sentimenti che con tanta fatica era riuscita a reprimere.
Ancora una persona davanti a Vera, una ragazza sorridente con l'apparecchio ai denti, una gonnellina corta nera e delle calze a rete che le modellavano le gambe slanciate su dei tacchi eleganti, stringeva tra le mani il nuovo libro come il più prezioso dei tesori. "Che carina!" Pensò Vera. Prima di sentire lo stesso commento provenire da quella voce che conosceva bene, quella di Nando intento a ringraziare la sua fan e farle l'autografo con dedica. Sentì che la stava congedando con un saluto e ... un batti cinque. "È rimasto il ragazzo strambo di un tempo" disse tra sé e sé Vera, prima di rendersi conto che la ragazza aveva lasciato la fila e che ora a dividerla da quel suo caro scrittore-poeta era rimasto solo il tavolo stracolmo di quel suo nuovo racconto. "Ok Vera respira e comportati come una semplice fan, non farlo insospettire" cercò di ripetersi mentalmente Vera come un mantra e prese uno dei libri passandolo a Nando limitandosi a sorridere.
Nando prese il libro, aprì alla prima pagina interna ed era pronto per la dedica puntando la penna azzurra sotto al titolo, alzò lo sguardo per chiedere il nome della fan e rimase quasi pietrificato vedendo Vera, la riconobbe all'istante, anche se lei cercava di nascondersi dietro alle sue ciocche corvine. E esclamò il suo nome a gran voce con un sorriso di entusiasmo e nostalgia : «VERA!! Vera Fleur, sei davvero tu? Non ci posso credere, tu qui dopo tutto questo tempo, nonostante tutto e tutti e per un mio romanzo» quelle sue parole attirarono l'attenzione di tutti compresa la truppa della Rai che stava finendo di sistemare per proseguire le riprese.
Rendendosi conto di aver attirato troppo l'attenzione Nando si rimise a sedere e si sbrigò a scrivere la dedica a quella ragazza che gli aveva donato così tanti bei momenti e in piccolo scrisse "se lo vorrai vediamoci al caffè nella viuzza parallela a questa troppo affollata tra un'oretta"
Vera riprese il libro e senza dare nell'occhio cercò di scappare da lì sentendosi comunque lo sguardo di tutti addosso.
Una volta fuori dalla libreria si affrettò ad uscire da quel centro commerciale, si sentiva girare la testa per le troppe emozioni. Uscita dal centro commerciale raggiunse un parco pubblico e si sedette sulla prima panchina libera. Aprì il libro sulle sue ginocchia e lesse la dedica del suo caro Nando:
"Alla dolce Vera il mio braccio destro e super fan.
721 rivoluzione e ricorda l'amore vince sempre.
Non ho mai smesso di volerti bene.
Il tuo Nando".
Senza accorgersene le iniziarono a scendere le lacrime lungo le guance e poi con la vista offuscata notò la scritta in piccolo e si alzò in piedi di scatto controllando subito l'orario sul display del cellulare, ore 14:50. Solo 10 minuti per trovare questo bar isolato. Iniziò a correre per le vie limitrofe e poi finalmente lo trovò "Bar della pace", se non è questo un segno ditemi cos'è. Entrò nel locale e lo vide seduto nell'angolino più nascosto con indosso una delle sue felpe blu oceano. Lo raggiunse e si scambiarono un lungo abbraccio stretti l'uno all'altro sussurrandosi i rispettivi nomi. Poi sedendosi iniziarono a parlare, cominciò Nando così: «Oh Vera non hai nemmeno idea di quanto mi sia mancata, ti ho pensata spesso e alcune volte passando vicino alla stazione ho pensato di venirti a trovare e riallacciare i rapporti. So che ti stai chiedendo dov'è lei, la ragazza che ci ha fatti separare 5 anni fa e devo ammettere che avevi ragione tu, che non era la persona che pensavo fosse e che era troppo gelosa e chiassosa per me. Mi ha fatto perfino discutere con i miei per dei suoi capricci e quindi sì l'ho lasciata dopo 2 anni di relazione».
«Aspetta» lo interruppe Vera, «hai detto 2 anni, ma corrisponde alla data di uscita del primo libro della saga».
«Si Vera, appena l'ho lasciata mi sono reso conto di aver perso una ragazza speciale e rara, tu, per rincorrere un'avventura del me adolescente. E mi sono ricordato dell'ultimo tuo consiglio, quello di pubblicare con un editore i miei racconti e così ho inviato a tutti gli editori una copia di "SAOA" e ho aspettato con pazienza una risposta. Dopo 4 mesi la risposta è arrivata da questo famosissimo editore, il racconto era davvero piaciuto e dopo qualche piccola miglioria e un paio di mesi di lavoro in team ecco uscire in libreria il mio primo libro. Vera se non fosse stato per te non avrei mai trovato il coraggio di fare questo passo, ti ringrazio dal profondo del mio cuore».
"Wow", solo questo uscì dalla bocca di Vera dopo aver ascoltato il discorso fatto da Nando.
Nando allora le prese la mano e tenendola stretta le disse ciò che in fondo Vera aveva sperato per tanto tempo: « Vera, so che non sarà facile avere davvero il tuo perdono per tutto ciò che ti ho fatto e so che alla fine ti eri convinta non fossi il ragazzo giusto per te... ma se ci fosse un briciolo di speranza ora che siamo entrambi più maturi di riprovarci seriamente, senza nasconderci, parlando di noi alle nostre famiglie, ritrovandoci almeno una volta a mese da qualche parte insieme, se ci fosse questa speranza sappi che io metterei tutto il mio cuore e l'etichetta "fidanzati" al nostro rapporto. Vera ti amo e forse in un angolo remoto del mio cuore non ho mai smesso di provare questo sentimento per te, ma la paura della distanza e dei nostri caratteri aveva preso il sopravvento. Ora siamo più grandi e maturi e io mi sento pronto ad una relazione seria con te. Cosa mi dici dolce Vera vuoi essere la mia ragazza?»
Vera era stordita, tutte quelle parole le svolazzavano nella mente e credette di aver solo immaginato tutto questo, si diede uno schiaffetto sul viso come per svegliarsi ma Nando e il suo sguardo innamorato erano ancora davanti ai suoi occhi, non sapeva cosa rispondere, aveva paura di soffrire di nuovo per lo stesso ragazzo, eppure l'istinto le sussurrava dì di sì. Così fece dopo aver tentennato per un po' di minuti. Si lasciò andare ed eccoli fidanzati Vera e Nando e chissà quante altre avventure aspettavano a questi due ormai non più ragazzini.
Nando accompagnò Vera a casa e i genitori di lei in un primo momento non la presero molto bene sapendo come aveva sofferto la figlia per quel fessacchiotto, ma vedendo gli occhi di Vera luccicare si convinsero a dare un'altra possibilità a Nando.
Così ogni mese si alternavano le visite alle rispettive famiglie e qualche viaggio tra musei e natura.
Nando fece conoscere anche al pubblico la sua fidanzata e i suoi racconti fantasy ed entrambi ebbero successo contentendosi la classifica dei bestseller.
E la vita dei due proseguì come nelle più belle fiabe "vivendo felici e contenti".
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errantepagina69 · 11 days
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Georges Perec (La vita istruzioni per l'uso)
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Ci sono tre persone nel piccolo salotto. Una di loro è una donna sulla quarantina; sta scendendo la scala che al ballatoio, indossa una tuta di cuoio nero e tiene porta in mano un pugnale orientale, delicatamente lavorato, che pulisce con una pelle di daino. La tradizione vuole che quello sia il pugnale di cui si sarebbe servito il fanatico Suleyman-el-Halebi per assassinare il generale Jean-Baptiste Kléber, al Cairo, il 14 giugno 1800, quando quel geniale stratega, lasciato sul posto da Bonaparte dopo il mezzo successo della campagna d'Egitto, aveva risposto all'ultimatum dell'ammiraglio Keith con la vittoria di Heliopolis.
Le altre due sono sedute sui pouf. È una coppia sulla sessantina. La donna indossa una gonna patchwork che le arriva alla rotula, e calze di rete nere a maglia molto larga; schiaccia la sigaretta macchiata di rosso in un portacenere di cristallo la cui forma ricorda una stella marina; l'uomo indossa un completo scuro a righine rosse, camicia azzurro chiaro, cravatta e fazzoletto in tinta, azzurri con diagonali rosse; capelli pepe e sale a spazzola; occhiali di tartaruga. Tiene sulle ginocchia un opuscolo con la copertina rossa intitolato Il Codice delle Tasse. La giovane donna in tuta di cuoio è la segretaria di Hutting. L'uomo e la donna sono dei clienti austriaci. Sono venuti apposta da Salisburgo per trattare l'acquisto di una delle più quotate Nebbie di Hutting, quella che ebbe come opera di partenza nientedimeno che Il bagno turco, provvisto, dal trattamento cui Hutting lo ha sottoposto, di una sovrabbondanza di vapore. Da lontano, l'opera somi- glia a un acquerello di Turner, Harbour near Tintagel, che più volte, all'epoca in cui gli dava lezioni, Valène mostrò a Bartlebooth come l'esempio più compiuto di quanto si si possa fare con l'acquerello.
Romanzo del 1978 Traduttore Dianella Selvatico Estense Pubblicato da Rizzoli Pagine 572
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agrpress-blog · 4 months
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La grande attrice tedesca, interprete di film quali Il fidanzato, l’attrice e il ruffiano di Jean-Marie Straub, Effi Briest, Il matrimonio di Maria Braun di Rainer Werner Fassbinder, Falso movimento di Wim Wenders, Un amore in Germania di Andrej Wajda, Storia di Piera di Marco Ferreri, La nina dei tuoi sogni di Fernando Trueba, Terra promessa di Amos Gitai, Ai confini del paradiso di Fatih Akin e molti altri, spegne ottanta candeline. Nata a Konigshutte (l’attuale Katowice, nella Polonia all’epoca invasa dai tedeschi), dopo la giovinezza trascorsa a Monaco di Baviera, intraprende studi filologici. L’incontro con il regista Rainer Werner Fassbinder (1945-1982) fa maturare la sua passione per il teatro, che la porterà a calcare i palcoscenici per molti anni. Bionda, occhi azzurri, volto dai lineamenti irregolari e fascino magnetico ed enigmatico, esordisce al cinema alla fine degli anni Sessanta nell’anticonvenzionale Il fidanzato, l’attrice e il ruffiano (1968) di Jean-Marie Straub. Tuttavia, sarà nuovamente Fassbinder a condurla verso la maturità artistica riservandole ruoli - da protagonista e non - di notevole spessore, da Il fabbricante di gattini (1969) e Attenzione alla puttana santa (1971) al letterario Effi Briest (1974) e al gelido Il matrimonio di Maria Braun (1979). Grintosa, caparbia, rappresentante di uno stile recitativo rigoroso e senza sbrodolature, dopo una parentesi televisiva di grande successo - Berlin Alexanderplatz (1980) -, anch’esso diretto da R. W. Fassbinder, nelle pellicole seguenti viene diretta da altri registi, dando vita a personaggi intensi, contraddistinti da quella stessa anticonvenzionalità che le appartiene anche nella vita fuori dai set. Già giovane compagna di vita nel letterario Falso movimento (1974) di Wim Wenders, è poi un’adultera circondata dai sospetti nel cupo Un amore in Germania (1983) di Andrej Wajda, una madre ninfomane nell’onirico Storia di Piera (1983) di Marco Ferreri, tratto dal libro omonimo di Dacia Maraini, una rigida Magda Goebbels nel suggestivo La niña dei tuoi sogni (1998) di Fernando Trueba, un’ambigua tenutaria di bordello in Terra promessa (2004) di Amos Gitai. In Ai confini del paradiso (2007) di Fatih Akin, è l’anziana Lotte, la quale, in seguito alla perdita della figlia, rimette in discussione tutte le sue convinzioni sulla vita e sul mondo. Fra gli altri film ricordiamo Scene di caccia in bassa Baviera (1969) di Peter Fleischmann, L’amore è più freddo della morte (1969), Dei della peste (1970), Perché il signor R. è colto da follia improvvisa? (1970), Il mercante delle quattro stagioni (1972), Le lacrime amare di Petra von Kant (1972), La terza generazione (1979), Lili Marleen (1981), tutti di Rainer Werner Fassbinder, L’inganno (1981) di Volker Schlondorff, Il mondo nuovo (1982) di Ettore Scola, Passion (1982) di Jean-Luc Godard, Antonieta (1982) di Carlos Saura, Lucida follia (1983) di Margarethe von Trotta, Il futuro è donna (1984) di Marco Ferreri, L’altro delitto (1991) di Kenneth Branagh, Golem - Lo spirito dell’esilio (1992) di Amos Gitai, Cento e una notte (1995) di Agnès Varda, Faust (2011) di Alexandr Sokurov, Avanti (2012) di Emmanuelle Antille, Vijay - Il mio amico indiano (2013) di Sam Garbarski, The Quiet Roar (2014) di Henrik Hellstrom. In epoche più recenti è apparsa in film come Unless (2016) di Alan Gilsenan, Fortunata (2017) di Sergio Castellitto, La Prière (2018) di Cédric Kahn, Il mistero di Henri Pick (2019) di Rémi Besançon, tratto dal romanzo omonimo di David Foenkinos, Tous s’est bien passé (2021) di François Ozon, con Charlotte Rampling, Peter von Kant (2022) di F. Ozon, Povere creature! (2023) di Yorgos Lanthimos. Molto attiva anche in televisione, è apparsa in numerosi film tv - Die Revolte (1969) di Reinhard Hauff, Baal - (1970) di Volker Schlondorff, Il caffè (1970), Il viaggio di Niklashauser (1970), Rio das Mortes (1971), Pionieri a Ingolstadt (1971), La libertà di Brema (1972) e Selvaggina di passo (1972),
tutti di Rainer Werner Fassbibinder, Jacob von Guntern (1971) di Peter Lilienthal, Die Ahnfrau – Oratorium nach Franz Grillparzer (1971) di Peer Raben, Haus am Meer (1973) di Reinhard Hauff, Der Katzensteg (1975) di Peter Meincke, Intermezzo fur funf Hande (1977) di Ludwig Cremer, L’Aide-mémoir (1984) di Pierre Boutron, Barnum - Il re del circo (1986) di Lee Philps, in cui recita con il grande Burt Lancaster a fine carriera, Il veneziano, vita e amori di Giacomo Casanova (1987) di Simon Langton, El verano de la senora Forbes - (1989), Le bel horizon (1994) di Charles L. Bitsch, Absolitude (2001) di Hiner Saleem, Das Unreine mal - (2006) di Thomas Freundner, Clara, une passion française (2009) di Sébastien Grall - ed in alcuni episodi di serie e miniserie - Die Damonen (1977), Il grande palpito (1979) , Pietro il Grande (1986), Me alquilo para sonar (1992), Associations de bienfaiteurs (1995), Angelo nero (1998).
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itsmaviclaire · 5 months
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20 ottobre 2013 : A pranzo con Kendall e Gigi. Skinny jeans bianchi e tacchi a spillo azzurri. Capelli lisci e orecchini a cerchio.
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ufficiosinistri · 8 months
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La Ragione di Stato - "Dov'è la vittoria?"
“Dov’è la Vittoria?”, scritto dal collettivo La Ragione di Stato, è un libro innanzitutto divertente. Per come è scritto, per come tratta gli argomenti, per le metafore e le similitudini che utilizza per descrivere momenti ed emozioni diventati di totale dominio pubblico da decenni. Si tratta di una descrizione cronologica, sotto l’aspetto sportivo e sociale, dei tre mondiali di calcio che si sono disputati durante gli anni ’90: Italia, Stati Uniti e Francia. Sì, gli anni ’90, proprio quegli anni. Quelli di Rage Against the Machine e Red Hot Chili Peppers, della globalizzazione dell’impegno politico e dei consumi, dei jeans e i maranza, dei palazzinari e dell’Interrail.
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Nonostante gli anni ’90, ci sono stati i Mondiali di calcio, verrebbe da dire. Che con le loro contraddizioni, la loro risonanza mediatica e i loro campioni, queste tre manifestazioni sportive (perché di manifestazioni sportive, infine, si tratta), hanno saputo dare a quel decennio un tono ancora più violento e malinconico. Bebeto, Baggio, Lineker, Collina, Zidane, Ronaldo, Kenneth Andersson, Gascoigne, Tassotti con la 9, la fortissima e neonata nazionale croata, Montezemolo, Campos, Mancini sempre in panca, Raùl.
I protagonisti dei Mondiali raccontati in “Dov’è la Vittoria?” esprimono in loro stessi e nelle loro gesta sportive tutto ciò che di più nevrotico e folkloristico abbiamo vissuto durante quegli anni. Persino il gesto di Matarrese, che durante la cerimonia di inaugurazione di Italia ’90 alza la Coppa del Mondo al cielo di San Siro, rientra in questa grottesca visione antropocentrica di quel periodo. Quattro anni dopo gli risponderà Diana Ross, calciando fuori un rigore da due metri, sempre nella cerimonia inaugurale del Mondiale del 1994, come per continuare questa saga della realtà moderna. Scaramanzia cattolica, ma al contempo vanno contati i morti nei cantieri del San Nicola, le tangenti e gli appalti, i cartelli della droga. In quest’atmosfera dilaniante, La Ragione di Stato ci racconta, con una verve strettamente sportiva, il calcio nella sua massima esaltazione. Perché nonostante le squadre italiane avessero dominato in ogni competizione europea nella stagione ’89-’90, usciamo dopo aver subìto il primo gol ai quarti di finale e per giunta contro un’Argentina più picaresca che sportiva. Perché la storia l’hanno fatta la Giamaica nel 1998, in Francia, al primo mondiale a trentadue squadre, e la Svezia negli Stati Uniti, dove per la prima volta nella storia una finale venne decisa ai calci di rigore. Episodi come la sconfitta del Brasile durante il ritiro a Gubbio per mano di una rappresentativa umbra guidata da Ciccio Artistico, o la pazzesca sfida tra Argentina e Inghilterra a Saint-Étienne, vengono raccontati con la stessa e minuziosa sagacia, utilizzando un linguaggio ficcante ed esplosivo allo stesso tempo. “Dov’è la Vittoria?”, infatti, non fa distinzioni tra il tragico e il comico, tra il gesto eclatante e partita soporifera di fine girone: ciascun luogo, personaggio ed episodio fanno parte di una lunghissima avventura che risponde al nome di anni ’90, dalla politica alla società sino ad arrivare allo sport. Il disco che servirebbe a completare definitivamente la descrizione di questo volume potrebbe essere "With the lights out" dei Nirvana, che contiene covers, inediti e registrazioni risalenti ai primi anni dei novanta. Negli anni Ottanta e nel primo decennio dei duemila, insomma, l’abbiamo vinto. Ma negli anni Novanta ci siamo divertiti. E volete mettere?
“Il 3 luglio è il giorno di Italia – Argentina, sicuramente tra le cinque partite Cult della storia della Nazionale. La legge di Murphy, nostra usuale compagna di viaggio, ne combinò un’altra delle sue. L’organizzazione decise di far giocare la prima delle due semifinali a Napoli, nella convinzione che il calore del pubblico partenopeo avrebbe spinto gli Azzurri in finale. Il che sarebbe stato vero se non nell’improbabile ipotesi in cui l’Argentina fosse nell’ordine: passata per terza nel suo tipico girone fantasia; passata col Brasile con il trucco della borraccia e trentacinque pali dei Verdeoro; infine, passata con la Jugoslavia più forte e tecnica dell’era contemporanea dopo essere stata presa malamente a pallonate per 120 minuti. E murphyanamente andò tutto in quel modo, per filo e per segno.”
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scontomio · 8 months
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È strano e singolare che ogni volta che io stia male e resti a letto a dormire, lui mi viene in sogno a coccolarmi ed io stia subito meglio.
Ho un brutto sfogo dovuto a molteplici punture di zanzara, su tutto il corpo. Mi facevano soffrire terribilmente, quindi mi sono rimessa a letto.
Mi sono ritrovata a tavola ad una festa, tu avevi lasciato crescere i capelli lunghi, la barba e il pizzetto. Indossavi un completo traslucido gessato e una camicia nera aperta sul petto. Eravamo seduti vicino a te, io non potevo fare altro che guardarti, attonita e affascinata, conversare animatamente di arte e affari.
Gli occhi azzurri scintillanti, quel fisico sinuoso, ma forte, i capelli lunghi sulle spalle, quell'accavallare nervoso di gambe infinite...
A tavola c'era anche M. con noi, e tu stavi parlando con lei. Ad un certo punto decidiamo di andare a vedere i miei cavalli, voi due prendete l'auto di lei e io di volata prendo la mia e vi seguo.
Gli abiti da sera vengono spazzati via da jeans, maglietta e stivali. Siete scesi e state a bordo filo guardando una mia giumenta col puledro.
Tu mi sei di spalle, accarezzando fili d'erba, perso a guardare la scena.
Mi avvicino e un'altro battito di ciglia ci porta nella sala da pranzo del mio vecchio agriturismo. Siamo uno davanti all'altro, vicinissimi.
Il respiro si fa corto, l'aria tra noi è elettrica, ti guardo le punte dei capelli sfiorare quelle spalle a cui mi aggrapperei per sempre...
Tu mi sorridi mentre inclini la testa di lato, ti poggio le mani sui fianchi e le faccio scivolare dietro sulla vita, scendendo con le dita poco sopra al gluteo... Ti sento tremare e mi avvolgi tutta col tuo corpo, mentre ci iniziamo a baciare lentamente, approfonditamente, gustando ogni minimo millimetro di labbra, di sapore...
Mi sveglio così bene, con questa sensazione di calore e profondo amore nel cuore, che non sento più nessun dolore.
Sei la malattia e la cura, il bacio sulla bocca che non ha più fine...
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furiopicardi · 10 months
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PRIMA APPARIZIONE 19 marzo va alla partita Napoli-Bologna 12:30 (al 10imo gol negli spalti bacio, tra le 14:02-14:05) stadio pieno ed esulta, giacca rossa vintage ferrari, viene presentato a inizia partita con standing ovation e backwards ferrari red hat. (poi entrambi post con foto FAMOSISSIMA) + post ferrari e post napoli . FOTO CELEBERRIMA. anche su prima pagina giornali, video che tornano insieme, intervista che conferma
NIENTE POI ASSOLUTAMENTE NIENTE 
SECONDA APAPRIZIONE 12 APRILE con cappellino crema e marrone tipico americano vintage, maglia bianca sotto che si vede, orologio si  vede, maglione aderente sulle braccia, chiavi in mano e camminata fighissimo, stivali marroni, jeans aderentissimo sul culo 
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TERZA APPARIZIONE 23 APRILE. allo stadio sempre. 18:00 16 aprile. occhiali azzurri che nevio mette sempre, camicia azzurra arrotolata, pantalone blu scuro, orologio grosso e collana sottilissima argento, stivali marrone scuro, l’altra mano bracciale argento e anello
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lamilanomagazine · 10 months
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Mosca, respingimento in appello della scarcerazione di Evan Gershkovich
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Mosca, respingimento in appello della scarcerazione di Evan Gershkovich Maglietta nera e jeans azzurri. Così è apparso ieri in tribunale il giornalista del Wall Street Journal, Evan Gershkovich, detenuto in Russia con l'accusa di spionaggio e convocato al banco degli imputati per presentare ricorso contro il prolungamento della sua detenzione preventiva. Il tribunale di Mosca ha tuttavia respinto l'appello, confermando la decisione - presa il mese scorso - di estendere fino alla fine di agosto la custodia cautelare. Il cittadino statunitense, 31 anni, arrestato a marzo, sarà quindi costretto a rimanere nella prigione russa Lefortovo. Per il servizio di sicurezza dell'Fsb il giornalista è stato colto in "flagrante” mentre raccoglieva informazioni coperte da "segreto di Stato" nella città di Ekaterinburg. In particolare, Gershkovich "su istruzione degli Stati Uniti stava indagando su una delle imprese del complesso militare-industriale russo, informazioni che rappresentano un segreto di Stato". Secondo la portavoce del ministro degli Esteri russo, Maria Zakharova, quello che Evan Gershkovich “stava facendo a Ekaterinburg non ha nulla a che fare con il giornalismo e purtroppo non è la prima volta che lo status di corrispondente estero, il visto giornalistico e l'accreditamento vengono utilizzati da stranieri nel nostro Paese per coprire attività che non sono giornalismo. Questo non è il primo noto occidentale ad essere preso con le mani nel sacco”. Finora, però, nessuna prova è stata addotta a sostegno delle dichiarazioni russe, ma, se condannato, il reporter rischia fino a 20 anni di carcere. "Queste accuse sono completamente false. Sono state smentite con veemenza dal Wall Street Journal, dal governo degli Stati Uniti, dalla sua famiglia. I russi non hanno prodotto assolutamente alcuna prova", afferma alla BBC la caporedattrice del WSJ Emma Tucker, che, al contempo, già prima dell'udienza, solleva perplessità rispetto al suo esito: “Se devo essere perfettamente onesta, non ci aspettiamo che ne venga fuori nulla, ma è davvero molto importante passare attraverso il processo". Definito dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti come un “prigioniero ingiustamente detenuto” perché arrestato sulla base di imputazioni fasulle e per motivi politici, Evan Gershkovich - trasferitosi in Russia da 5 anni e mezzo - potrebbe diventare, se già non lo è, una pedina sulla scacchiera geopolitica che regola i rapporti tra il governo americano e quello russo, sempre più critici in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina. "Qualunque cosa serva per far uscire Evan sarà un puzzle molto complicato. Ad essere onesti, il governo americano non ha più molta influenza, essenzialmente sta aiutando il nemico della Russia a combattere una guerra contro di essa. Quindi le cose sono difficili", sottolinea Tucker. Intanto il ministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov, ha reso noto che sta valutando la richiesta, giunta dall'ambasciata degli Stati Uniti, per un incontro con il giornalista del Wall Street Journal. "La richiesta è stata ricevuta ed è allo studio. Non c'è ancora una decisione", ha dichiarato Ryabkov, spiegando inoltre che le autorità russe sono "in contatto con l'ambasciata degli Stati Uniti su questo argomento" e gli americani "saranno informati" rispetto all'esito della loro richiesta.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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adoro-le-lasagne · 2 years
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Cinque Ottobre
Oggi è 5 ottobre. Mi piace indossare una maglietta nera, gli occhiali azzurri, i jeans neri, e le scarpe arancione. A notte, io mi piace indossare una maglietta grigio e i pantaloni corti grigio e neri. Quando io ho freddo, mi piace indossare pantaloni neri, una maglietta nera, una felpa nera, calzini verdi, e gli stivali neri. Quando io ho caldo, mi piace indossare una maglietta bianca, i pantaloni corti blu, e la scarpa giallo.
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floweredalmond · 2 years
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Ponte di Narni, Jean-Baptiste Camille Corot, 1826, olio su tela.
Il ponte di Narni si trova nella campagna a nord di Roma. I ruderi dell’antico ponte sono ancora parzialmente arroccati sui pendii a lato del fiume. Il corso d’acqua procede trasportando l’argilla il cui colore si mescola con i riflessi azzurri del cielo. I due pendii sono ricoperti da una pellicola di vegetazione mentre in basso alcuni cespugli crescono sulle rive. All’orizzonte si susseguono diverse linee di colline seguite dalle montagne più alte. Il dipinto era destinato a rimanere in forma di abbozzo, si tratta infatti di uno schizzo realizzato dal vero.
L'opera è visibile al Museo del Louvre (Parigi).
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t-annhauser · 3 years
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In anticipo sui tempi anch'io avevo postato una spigolatrice, quella virginale di Bouguereau, non quella più conturbante di Francesco Hayez, che su Tumblr non si può postare perché mostra le zinne. Quella di Sapri di cui si parla molto in questi giorni mostra invece due chiappe di marmo, anzi, di bronzo. Valore artistico dell'opera a mio parere nullo ma sulla libertà di rappresentazione dell'artista niente da eccepire. Ma quello che mi premeva dire è che in pochi si sono soffermati sul vero valore della poesia del Mercantini, una roba da casermuccia da mandare a memoria alle elementari: una innocente spigolatrice rimane affascinata dai bei capelli biondi e dai begli occhi azzurri dei giovani al comando di Pisacane tanto da unirsi a loro nella terribile disfatta (erano giovani e forti, e sono morti). Le spigolatrici esercitano da sempre un forte ascendente sui soldati, forse per via della postura. Questa cosa sta finendo in caciara.
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Le spigolatrici, Jean-Francois Millet
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