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#nottetempo
queerographies · 17 days
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[Questa mia carne][Melissa Febos]
Scrittura Creativa e Introspezione: Il Potere delle Storie Personali Titolo: Questa mia carne. Scrivere di sé come atto radicaleScritto da: Melissa FebosTitolo originale: Body WorkTradotto da: Federica PrincipiEdito da: NottetempoAnno: 2024Pagine: 180ISBN: 9791254800959 La sinossi di Questa mia carne di Melissa Febos In questo connubio audace e ben riuscito di memoir e saggio di scrittura…
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oubliettemagazine · 11 months
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Guardati dalla mia fame di Milena Agus e Luciana Castellina: un pezzo di storia italiana da non dimenticare
“Nonostante l’età, si era sposata anche lei in bianco, con in testa una di quelle fasce a cuffietta che si usavano allora? Avrebbe voluto sapere tutto di quel matrimonio, e non per morbosa curiosità, ma perché lei quella tardiva vicenda sentimentale la amava, visto che si trattava di un’eccezione alla solita regola.” Guardati dalla mia fame di Milena Agus e Luciana Castellina Le sorelle Porro,…
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canesenzafissadimora · 2 months
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Non ho mai trascorso una notte intera con te. Non so come ti addormenti, com'è il tuo risveglio, se il tuo sonno è interrotto e quando; se ti svegli nottetempo per i pensieri, se leggi prima di addormentarti, o se ti svegli di notte per leggere. Non so se ricordi i tuoi sogni, se hai mai avuto incubi o semplicemente brutti sogni. Non so se ti svegli soddisfatto e riposato, se hai ansie e brutti presentimenti. Non so se ti svegli assetato, e di cosa. Vorrei saperlo.
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A Tuppica c'è il lago più piccolo del mondo. È un'attrazione turistica molto conosciuta, anche se per evidenti ragioni è un po' complicato sistemare tante persone attorno a un luogo così minuto, però ci sono persone che compiono viaggi anche molto lunghi per poterlo visitare ed assistere alla regata di barchette di carta che vi si svolge una volta all'anno. Nei periodi asciutti ha rischiato più volte di scomparire, non fosse stato per i cittadini che, nottetempo, con il favore delle tenebre, vi versavano qualche bicchiere di acqua, ma il pericolo più grosso è stato quando nel '12 un acquazzone particolarmente intenso ha fatto temere che potesse perdere il primato a vantaggio del laghetto del Pareico. Gli abitanti del paese vicino, Pontecchio, avevano provato una volta a scalzarlo dal primo posto costruendone uno più piccolo, ma a metà dei lavori finirono i fondi, per cui non se ne fece nulla; da allora il nostro laghetto gode indisturbato della notorietà che la sua particolare condizione gli elargisce.
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gregor-samsung · 8 months
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"Nel 1996, nel bel mezzo del processo di pace di Oslo, Israele promise all’amministrazione USA che avrebbe smesso di costruire nuove colonie nei Territori Occupati. Ma mentre il governo israeliano stava conducendo i negoziati con i palestinesi, stava anche incoraggiando 50.000 cittadini ebrei a trasferirsi da Israele in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Contemporaneamente, il governo israeliano stava aiutando concretamente il movimento dei coloni a creare una molteplicità di “avamposti illegali” – fuori dai confini delle colonie esistenti – fornendo a questi insediamenti energia elettrica e acqua e costruendo la rete stradale per raggiungerli.* Entro il 2001, cinque anni dopo il divieto da parte degli Stati Uniti di costruire nuovi insediamenti, i coloni avevano creato piú di sessanta nuovi “avamposti illegali” su terreni espropriati ai palestinesi. Il governo israeliano dipingeva spesso i coloni ebrei come dei cittadini sprezzanti e indisciplinati, nonostante avesse stanziato milioni di dollari a favore della loro “insubordinazione”, principalmente perché ciò permetteva allo Stato – quando criticato – di rivendicare il fatto di essere una democrazia con una società civile vitale e pluralista. Durante l’impennata dell’edificazione dei cosiddetti avamposti, la polizia e l’esercito israeliani intrapresero solo sporadicamente azioni simboliche per far rispettare la legge, evacuando coloni dai nuovi avamposti. In parallelo a questo processo di espansione degli insediamenti e di rara applicazione della legge – spesso coincidente con periodi in cui aumentavano le pressioni internazionali a riprendere il processo di pace –, l’esercito israeliano eseguiva invece demolizioni di case palestinesi su larga scala, una pratica sulla quale le ONG israeliane e palestinesi concentrarono la loro attività. È stato in questo scenario legale e politico di espropriazione di terre palestinesi da parte dei coloni e di demolizioni di case palestinesi da parte del governo che Yesha for Human Rights ha iniziato la propria attività. Era la prima volta che i coloni creavano una ONG per difendere i propri diritti umani – il diritto umano di non essere evacuati dagli insediamenti e di continuare a colonizzare la terra palestinese."
  * In realtà, gli avamposti sono nuovi insediamenti. Oggi ci sono piú di cento avamposti in Cisgiordania. Circa cinquanta sono stati creati dopo il marzo del 2001. Analogamente ad altri insediamenti, questi avamposti sono stati costruiti con l’obiettivo di dare una continuità territoriale alla presenza israeliana occupando piú terra palestinese possibile e creando una barriera tra i vari centri abitati palestinesi. Cfr. Peace Now, “Settlements and Outposts”, http://peacenow.org.il/eng/content/settlements-and-outposts (consultato il 01/05/2014); vedi anche Talia Sasson, Report on Unauthorized Outposts: Submitted to the Prime Minister, Prime Minister’s Office, Jerusalem 2005.
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Nicola Perugini, Neve Gordon, Il diritto umano di dominare, traduzione di Andrea Aureli, edizioni nottetempo (collana conache), 2016¹; pp. 166-167.
[Edizione originale: The Human Right to Dominate, Oxford University Press, 2015]
P.S.: Ringrazio @dentroilcerchio per avermi consigliato la lettura di questo saggio che esamina e denuncia l’uso strumentale dei diritti umani da parte dei gruppi dominanti.
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crazy-so-na-sega · 10 months
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Si può resistere ad un assedio, ma non quando i traditori sono tra noi e nottetempo aprono al nemico le porte della città.
-𝒁𝒊𝒐𝑲𝒍𝒊𝒏𝒕
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bonepriests · 2 months
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!!!This is an LF Post, not a Sales post!!!
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Pour The Night || Nottetempo || Drowned Forest
I'm looking to get my hands on these! Can offer art or gems.
I'll probably hit up the forums eventually but i seem to have better traction here sooo
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arcobalengo · 3 months
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🇮🇹📟 A volte il polso della società si riesce a sentirlo meglio leggendo piccoli fatti di cronaca piuttosto che leggendo o ascoltando poderose e dottissime elucubrazioni di qualche luminare.
In un ridente comune del Polesine, Giavone, qualcuno, nottetempo, s'è rubato un dosso artificiale posto dal comune per rallentare la marcia delle automobili. Sì avete capito bene, si sono presi il dosso. Dov'è la morale? Semplice, la gente s'è rotta i coglioni. Si è rotta i co-glio-ni. Si è rotta i coglioni di continue prescrizioni, di continuo moralismo: «Rallenta l'automobile!», «Vai a 30/h!» ma «paga il debito per le infrastrutture moderne che abbiamo costruito per farti andare più veloce ed essere all'altezza delle sfide del mondo», e poi ancora «Mangia insetti, perchè le mucche scorreggiano e producono CO2». Non parliamo poi sulla sovranità sul nostro corpo che si sono presi: «Fai la punturina se non non lavori e non esci manco di casa...» Parliamo poi delle norme ambientali? Eccoci: « Metti il cappotto termico alla casa, se no, non l'affitti e non la vendi (ma continui a pagarci le tasse!). E se tu ritieni di essere vessato perchè imponi ad un sardo e a un siciliano norme finlandesi non ce ne frega nulla...è così e basta!».
E poi pensiamo agli strumenti pervasivi di controllo: Autovelox, telecamere anche dotate di strumenti di IA per il riconoscimento facciale ecc. Spesso si tratta di strumenti imposti - non si capisce a quale titoli - da semplici assessori e sindaci....
Insomma, un ginepraio di norme vessatorie, costosissime, contradditorie, spesso lesive non solo del buon senso, della stabilità economica di chi le subisce, ma proprio della dignità della persona.
Ed è proprio qui il punto: nel triveneto (come il altre parti d'Europa a partire dall'Inghilterra) stanno nascendo movimenti di protesta: rubano i dossi, abbattono i pali delle telecamere che vengono poi distrutte a martellate (qui sta il punto, se ci si limita ad abbattere il palo che costa 100 euro e si lascia la telecamera intatta che è costosissima la rimontano su un altro palo).
Ecco, io condanno fermamente questo modo di agire. No alla violenza, dobbiamo essere bravi a votare (se votiamo dei malfattori che ci vessano è perchè anche noi siamo in fondo malfattori nel nostro piccolo). Non bisogna danneggiare i beni dello Stato! Bisogna essere ligi al rispetto delle leggi anche quando sbagliate e vessatorie fino all'estremo sacrificio, quello di essere vessati come nel film Salò di Pasolini.
Mi raccomando, non rubate i dossi, non abbattete i pali delle telecamere (e soprattutto non rompete la costosa telecamera), non manomettete gli autovelox. Mi raccomando, pieno rispetto delle regole e piena fiducia nella magistratura e in "tuttecose" come dicono a Napoli ❤️
Giuseppe Masala
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ilpianistasultetto · 1 year
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Dopo la restaurazione della vecchia politica che sta riportando indietro le lancette del tempo di almeno 30 anni, vedi il ripristino dei vitalizi, l'abolizione prossima della legge Severino che consentira' ai politici condannati di tornare in posti apicali della politica ( Formigoni, Verdini e Dell'Utri che si sfregano le mani), l'eliminazione dell'abuso d'ufficio, gare di appalto affidate senza gara ( crescera' un esercito di Panzeri) ecco anche la restaurazione religiosa: santificato un papa che per anni ha coperto la pedofilia clericale e indossato la divisa nazista durante la seconda guerra mondiale. La grancassa di media e tv ne amplifica evento e lodi. Nessuno piu'parla delle cause che portarono Ratzinger alle dimissioni. Un Papa costretto nottetempo a dimettersi per non essere tirato in ballo nei tanti casi di pedofilia avvenuti in Germania e negli USA al tempo in cui lui aveva ruoli apicali in queste due diocesi. Adesso un solo grido "Santo subito, Santo subito". Vedrete che quando Papa Francesco seguira' Papa Ratzinger in paradiso, anche le campane resteranno mute. Un Papa che il potere non ha mai amato, troppo vicino alla gente semplice e povera, piu'disponibile al cambiamento e lontanissimo da pedofili e intrallazzatori, quelli che oggi sfilano davanti al feretro di Papa Ratzinger.... @ilpianistasultetto
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fridagentileschi · 6 months
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STORIA DEL CORNETTO: INTERESSANTISSIMO!!!
La tipica forma a mezzaluna viene, in modo forse leggendario, correlata alla battaglia di Vienna del 1683 che pose fine all'assedio della città da parte dell'Impero Ottomano. La città era stata posta sotto assedio il 14 luglio del 1683 da 140.000 turchi guidati dal gran visir Mustafa pascià. L'assalto turco fu durissimo e molti furono i tentativi di penetrare in città. Si narra infatti che per conquistare definitivamente Vienna, abbattendo le sue poderose mura, l'esercito ottomano andava scavando nottetempo delle gallerie sotterranee al di sotto di queste per minarle e farne saltare così le fondamenta. I rumori delle pale e dei picconi furono udite dagli unici lavoratori svegli a notte fonda: i fornai, che diedero tempestivamente l'allarme sventando l'imminente pericolo. L'11 settembre 1683 Giovanni III Sobieski, re di Polonia, giunse a Vienna guidando la coalizione cristiana e i turchi vennero rovinosamente sconfitti. Per celebrare l'importante vittoria Giovanni III chiese ai panettieri di ideare un dolce che ricordasse l'avvenimento. Secondo la tradizione sembra sia stato un fornaio di nome Peter Wendler a inventare la specialità a forma di mezzaluna. La ricetta era simile a quella attualmente usata per il cornetto: uova, farina, burro, zucchero, lievito, acqua tiepida. La particolare forma rimandava chiaramente al simbolo della bandiera turca: la nuova golosità venne chiamata kipferl, mezzaluna in tedesco proprio come in francese il termine croissant. Mangiando il kipferl simbolicamente si mangiava il turco.
La specialità si diffuse in Italia e più specificatamente in Veneto subito dopo il 1683, grazie agli intensi rapporti commerciali tra l'allora Serenissima Repubblica di Venezia e Vienna. Bisognerà attendere invece il 1770 perché anche la Francia, con il matrimonio tra l'austriaca Maria Antonietta e il futuro re Luigi XVI, scopra il cornetto. La sua ricetta venne modificata dai pasticceri di Versailles, che lo arricchirono di burro e lo battezzarono croissant.
Nel 1797, con il trattato di Campoformio e successivamente con l'istituzione del Lombardo Veneto, il kipferl o cornetto, insieme ai krapfen e al gulasch, accrebbe ulteriormente la propria popolarità. L'arte di prepararli divenne patrimonio di maestri fornai veneti.
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queerographies · 5 months
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[Bluets][Maggie Nelson]
“E se cominciassi dicendo che mi sono innamorata di un colore?” Così Maggie Nelson avvia la sua esplorazione lirica, filosofica e inesorabilmente sincera di un momento di profonda angoscia personale, rifratta attraverso il blu. Nel ricostruire l’ossessione di tutta una vita per questo colore – il suo sguardo che sempre lo cerca, i suoi sogni popolati di figure intrise d’azzurro – ecco che le…
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parmenida · 7 months
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Una fama sinistra grava sul palazzo situato al n. 9 di piazza San Domenico, a Napoli, dove c’è chi giura di udire nottetempo gemiti e rumori strani, come lo scalpitio concitato di una carrozza o il clangore di catene e ferri battuti.
Proprio all’interno di queste mura, nel 1590, il compositore Carlo Gesualdo, Principe di Venosa, uccise la moglie Maria d’Avalos insieme all’amante don Fabrizio Carafa, sorpresi in flagrante adulterio.
Sempre qui, nel XVIII secolo, visse e operò un personaggio controverso, fuori dal comune persino per gli standard della Napoli settecentesca, che fu al tempo stesso nobiluomo, alchimista, fisico, letterato, medico, esoterico e massone: Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero.
Nato il 30 gennaio del 1710 a Torremaggiore, nel Foggiano, Raimondo fu allevato dal nonno dopo che il padre Antonio si ritirò in convento, sconvolto dalla perdita prematura dell’adorata consorte.
Istruito dai Gesuiti del Collegio Romano, dove rimase sino al compimento dei 20 anni d’età, il nostro tornò finalmente a Napoli per risiedere nel palazzo di famiglia.
Piacente, dalla favella pronta, curioso e d’intelligenza superiore alla media, don Raimondo godeva di fantasia illimitata, che amava mettere alla prova con le sue bizzarre invenzioni, come quella di un “lume eterno” realizzato con la polvere ossea derivante dalla triturazione di un teschio umano, ricco di fosfato di calcio e fosforo concentrato.
Meno lugubre fu l’invenzione di un tessuto impermeabile pionieristico per quei tempi, di cui fece dono al Re di Napoli Carlo III di Borbone per la realizzazione di alcuni mantelli da caccia. Fu il suo modo di ringraziare il sovrano per averlo onorato con la prestigiosa nomina a Cavaliere dell’Ordine di San Gennaro.
La famosissima Cappella Sansevero, tuttavia, rimane l’opera che lo ha tramandato ai posteri.
Concepita come luogo di culto, essa costituisce soprattutto un tempio massonico carico di simbologie, perfettamente calzante all’estro e al carisma del Principe di Sansevero che così volle abbellire, ampliandola a suo gusto e somiglianza, un’antica cappella preesistente.
Capisaldi del progetto sono le dieci statue delle “Virtù” addossate ad altrettanti pilastri: nove al femminile, dedicate alle donne di Casa Sansevero, e una sola al maschile, il Disinganno, eretta in onore di don Antonio, padre del Principe.
Ogni statua, carica di significati allegorici, rimanda al mondo della massoneria di cui don Raimondo era Gran Maestro. In particolare la “Pudicizia”, vista come riferimento alla dea egiziana Iside, ci parla dei riti iniziatici di cui la dea stessa era regina.
Il capolavoro più suggestivo dell’intera Cappella, però, è la statua del cd. “Cristo velato”, realizzata da Giuseppe Sammartino. Vi si contempla il Cristo, adagiato su un materasso e ricoperto di un velo perfettamente aderente alla sua fisionomia, tanto che a lungo è circolata la voce secondo la quale il Principe di Sansevero avrebbe insegnato allo scultore la tecnica della calcificazione chimica del tessuto in cristalli di marmo.
Recenti analisi, in realtà, hanno fugato ogni dubbio sul fatto che l’opera sia stata interamente scolpita partendo da un unico blocco marmoreo.
In un ambiente attiguo, destano grande impressione nei visitatori le due “macchine anatomiche” dei corpi, rispettivamente, di un uomo e di una donna completamente scarnificati, nei quali è possibile osservare l’intero sistema circolatorio.
Anche qui, se per la leggenda si tratta dei poveri resti di due servitori del Principe, ammazzati per la bisogna e così ridotti con l’inoculazione di uno speciale liquido capace di trasformare in metallo i vasi sanguigni, la scienza ha concluso che siamo dinnanzi a due scheletri umani sui quali, con mirabile perizia medica, sono stati ricostruiti in metallo tutti i condotti circolatori.
In ogni caso, tanta fu la familiarità di don Raimondo con la morte, considerata come ineluttabile passaggio della vita stessa, che secondo un’altra credenza popolare, sentendosi prossimo alla fine sopraggiunta il 23 marzo del 1771, egli si fece tagliare in pezzi da uno schiavo moro al fine di farsi adeguatamente sistemare dentro la cassa dalla quale, come un dottor Faust napoletano, sarebbe balzato fuori vivo e vegeto a tempo prestabilito.
Sarà anche per questo motivo che non è raro scorgere passanti che, davanti a quello che fu il so palazzo, si fanno ancora il segno della croce, allontanandosi in tutta fretta.
Accompagna questo scritto il “Ritratto di Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero”, di Francesco Mura, 1740 circa, Cappella Sansevero, Napoli.
Anche questo è la mia Napoli..
A domani..
Nini
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canesenzafissadimora · 5 months
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Non ho mai trascorso una notte intera con te. Non so come ti addormenti, com'è il tuo risveglio, se il tuo sonno è interrotto e quando; se ti svegli nottetempo per i pensieri, se leggi prima di addormentarti, o se ti svegli di notte per leggere. Non so se ricordi i tuoi sogni, se hai mai avuto incubi o semplicemente brutti sogni. Non so se ti svegli soddisfatto e riposato, se hai ansie e brutti presentimenti. Non so se ti svegli assetato, e di cosa. Vorrei saperlo.
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È una meraviglia!
È a Loreto
È il capolavoro del Bramante.
È il rivestimento marmoreo della Santa Casa
È il 1578.
Oggi lo ammiriamo ancora.
È come uno scrigno che contiene un tesoro.
Santuario di Loreto, dove possiamo ammirare la Santa Casa di Maria.
Architetti Bramante, Giuliano da Sangallo e Giuliano da Maiano.
Inizio costruzione 1468 completato 1587.
Tante leggende si raccontano di come la Santa casa sia giunta fino a noi, si parla di angeli che la portarono in volo in vari luoghi, per poi riprenderla e spostarla nottetempo se sulla casa ci si approfittava dei pellegrini.
L'interpretazione storica dice che: quando nel 1291 i crociati furono espulsi dalla Terrasanta per opera dei mussulmani, alcuni cristiani salvarono la casa della Madonna, trasportandola prima nell'antica Illiria, in cui il santuario di Tersatto fa memoria.
Successivamente nella notte tra il 9 e il 10 dicembre del 1294, fu portata nell'antico comune di Recanati, prima presso il porto, poi su una colle, in una via pubblica, dove tuttora è custodita.
Le tre pareti della Santa Casa, secondo gli scavi archeologici, combaciano perfettamente con il perimetro della Grotta di Nazareth, ossia la restante parte della casa di Maria.
Inoltre le pietre in cu è costruita non provengono dal territorio recanatese, ma sono proprie della tradizione edilizia della Palestina al tempo di Cristo. Questo testimonia l'autenticità della reliquia.
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gregor-samsung · 8 months
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"Nel 1993, sulla scia del cosiddetto processo di pace di Oslo, il Primo Ministro israeliano ritenne che la creazione di un’Autorità Palestinese responsabile dell’amministrazione della vita quotidiana dei palestinesi nei Territori Occupati avrebbe messo a tacere le crescenti critiche nei confronti di Israele. Il ragionamento di Rabin era semplice: se i palestinesi si fossero assunti la responsabilità di autoamministrarsi, Israele non sarebbe piú stato legalmente responsabile delle violazioni dei diritti umani commesse nei Territori Occupati. Ciò avrebbe reso superfluo l’operato di istituzioni quali l’Alta Corte di Giustizia israeliana e di organizzazioni come B’Tselem – attori che Rabin aveva descritto come “anime sensibili” che incarnavano una certa compassione umanitaria per i palestinesi. Si può considerare la dichiarazione di Rabin come l’antecedente del dibattito israeliano sulla “minaccia dei diritti umani”, poiché sembra che la sua aspirazione fosse di contrastare quelli che già considerava dei pericolosi tentativi di interpretare l’occupazione israeliana come una questione di diritti umani. Sperava che l’accordo sui due stati potesse ovviare alle critiche in materia di diritti umani tramite la creazione di una nuova struttura giurisdizionale in grado di regolare i rapporti tra israeliani e palestinesi. Due anni dopo, Rabin venne assassinato da un colono israeliano.
Non poteva sapere che nel corso dei decenni successivi – durante e dopo il fallimento del processo di pace – ci sarebbe stato un incremento esponenziale di attività a favore dei diritti umani sia da parte israeliana che da parte palestinese. Rabin non poteva prevedere che quello dei diritti umani sarebbe diventato il lessico dominante utilizzato da attori diversi, spesso in conflitto tra loro. Né poteva immaginare che nel 2010, quindici anni dopo il suo assassinio, un diverso gruppo di “anime sensibili” conservatrici avrebbe fondato numerose ONG per i diritti umani – Regavim, il Legal Forum for the Land of Israel e Yesha for Human Rights – e che queste ONG avrebbero impiegato il vocabolario dei diritti umani in un’istanza presentata all’Alta Corte di Giustizia per la revisione del processo a Margalit Har-Shefi, la donna condannata nel 1998 per non aver impedito al suo amico Yigal Amir di assassinare Rabin.* "
*Dan Izenberg, “State Attorney Rejects Har-Shefi Retrial Petition”, in Jerusalem Post, 17/10/2010.
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Nicola Perugini, Neve Gordon, Il diritto umano di dominare, traduzione di Andrea Aureli, edizioni nottetempo (collana conache), 2016¹; pp. 166-167.
[Edizione originale: The Human Right to Dominate, Oxford University Press, 2015]
P.S.: Ringrazio @dentroilcerchio per avermi consigliato la lettura di questo saggio che esamina e denuncia l’uso strumentale dei diritti umani da parte dei gruppi dominanti.
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libriaco · 1 year
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Multitasking
[...] il carico di lavoro sempre crescente rende necessaria una particolare tecnica del tempo e dell’attenzione, che retroagisce sulla struttura dell’attenzione stessa. La tecnica del tempo e dell’attenzione definita multitasking non costituisce un progresso civilizzante. Il multitasking non è un’abilità di cui sarebbe capace soltanto l’uomo nella società del lavoro e dell’informazione tardo-moderna. Si tratta, piuttosto, di un regresso. Il multitasking infatti si trova già largamente diffuso tra gli animali in natura. È una tecnica dell’attenzione indispensabile per la sopravvivenza nell’habitat selvaggio.
Byung-Chul Han, [Müdigkeitsgesellschaft, 2010], La società della stanchezza, Roma, nottetempo, 2013 [Trad. F. Buongiorno]
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