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#pesce crudo
victorianrob · 11 months
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Sushi!
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Fagioli e Salciccia !
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Aglio olio e peperoncino!
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deradomatera · 2 years
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La qualità è di casa da Derado 🦞🦪 Lavoriamo con prodotti di prima scelta per garantirvi solo il meglio da portare in tavola 🍽️
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gomez1122 · 1 year
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Pesce Fresco a Domicilio Roma
In this project, ITTICA URBANO, a leading company in the sector, combines its know-how with a brand-new delivery model: D'Elite. In the background of the company's creation are the innovative ideas of Donatella Liuzzi, who combined her knowledge of the sea and its rhythms with an in-depth analysis of the sector, creating a solid combination of quality and practicality without dirtying anything at home or in the office.Through tastings of Ittica Urbano's quality, finely crafted without affecting the final price, all senses are involved, from sight to smell to taste. Additionally to its aesthetic appeal, this product is practical to use, thanks to the convenient pack, which makes it easy to carry and keep warm, helping it maintain its excellent condition.s, which melts on the palate to create new and unexpected sensations: D'Elite knows how to treat its customers, offering them the finest.
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focacciato · 10 months
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Comprare la spunta blu è come andare al sushi e lamentarti che il pesce è crudo: una gran figura di merda
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yomersapiens · 1 year
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Viaggio Antonacci
È un'umidità che non ti lascia mai. Non smetti mai di avere freddo, neanche con il sole. Neanche con 14 gradi in un gennaio spaventosamente primaverile. Le coperte non sembrano mai del tutto asciutte. Non appena mi infilo nel letto minuscolo dove sono ospitato lo noto. Sembra di stare su un materassino gonfiabile, in mezzo al mare. Le rocce sono scivolose e le mie scarpe da ginnastica moderne potrebbero essere state un acquisto sbagliato. Certo i colori sono gradevoli. Il baffo rosa simbolo di vittoria padroneggia sopra un verde lime e il classico nero che mai abbandonerò.
Ho lasciato casa per venti giorni quasi. Non capitava da anni. Una volta sistemato Ernesto ho capito che potevo provare ad essere libero. Mi sono sentito solo e costantemente bagnato. Indossavo magliette messe ad asciugare durante la notte sul termosifone che parevano appena estratte da un ciclo rinfrescante dalla lavatrice. Il paesaggio della Murgia al mattino mi ha tolto il fiato. Nascosto in una caverna noto il passaggio delle coppie precedenti. Fazzoletti gettati ovunque. Involucri di preservativi nascosti tra ciuffi d'erba carichi di gocce di rugiada. Le gambe mi facevano male dal camminare e la schiena era sudata. Pensavo fosse ancora l'umidità e invece no, questa volta era la mia fatica.
C'era silenzio rotto solo dal saluto con alcuni passanti. Ho cercato riparo dal sole e l'ho trovato in una piega del torrente che spaccava in due la vallata. "Se non scivolo qua non scivolerò mai più" ho detto ad alta voce e adesso penso di avere ventose al posto delle Nike. Il cuore aveva bisogno di una pausa. La cassa toracica e i polmoni hanno discusso tra di loro, su chi avesse diritto a maggiore spazio. Ho sentito scricchiolii di assestamento. Di notte le gambe tremavano, per il freddo e per i chilometri. Mi sono chiuso in biblioteca quando ho potuto, ho elaborato la fine del manoscritto. Perché le mie storie iniziano tutte minuscole, quasi banali, e finiscono a prendere in giro divinità ed esseri astrali? "Perché ti credi anche tu un Dio" mi hai detto prima di addormentarti. Mi credo un Dio. Sicuramente uno meritevole di bestemmie e altari.
Si chiamano edicole votive e Bari ne è cosparsa come acne sul volto di un adolescente butterato. Ogni arco venera qualcuno. Cerco l'arco dedicato a me e non lo trovo. Anche qua non mi abbandona l'umidità e ora la sento più corposa, le scarpe che ho pagato non so quanto per essere alla moda e togliermi una decina di anni sono piene di tracce di sale. Le signore anziane guardano dalle finestre socchiuse delle case a piano terra. Mi hanno detto come si chiamano questi luoghi ma ho dimenticato. Ho dimenticato ogni volta la strada di casa e l'ho fatto di proposito. Volevo perdermi e trovare il b della matassa da solo. Nessun ristorante aveva posto e nonostante gli innumerevoli dolci mangiati in ogni pasticceria stavo morendo di fame. Vengo cacciato ovunque. Era troppo tardi per pranzare e troppo presto per il tramonto. Noto una di queste case, una coppia di anziani seduta a una tavola apparecchiata guarda svogliatamente il telefono. Quello di lei non prende bene ed è costretta ad allungare le braccia verso la porta d'uscita. Noto un cartello scritto a mano poggiato per terra "Da Carletto", decido di essere coraggioso e mi affaccio. Chiedo di spiegarmi che posto è questo, perché ci sono due tavoli apparecchiati e nessun commensale. Carletto mi invita ad entrare e dice che mi avrebbe sfamato. Gli dico di fare di me quello che vuole, sono il suo pozzo senza fondo. Vado a lavarmi le mani e noto uno spazzolino lasciato in bagno. Sono a casa di Carletto, un ristoratore in pensione da anni che accoglie affamati come me e li sfama con la cucina più onesta mai provata. I piatti in plastica mi ricordano un passato che ancora resiste al sud. Cambiare un'abitudine sembra impossibile. Carletto continua a portare cibo in tavola e io assaggio ogni cosa, anche del pesce crudo, andando contro ogni avvertimento di mia madre. Resto sulla sedia, incollato, a guardare le effigi sacre appese nella stanza di pochi metri quadrati. Entra un altro gruppo di persone, sono loro i veri invitati in casa di Carletto. Li fa sedere e l'accento barese mi riporta alla realtà. Parlo tre lingue e capisco due dialetti e ora sto schivando colpi d'ascia e sputazze e alitate, parole grosse, risate, non capisco nulla e sorrido. Prima di andare via Carletto ci tiene a mostrarmi una gigantografia della star del piccolo viale: un cane ovattato e peloso più simile a un alpaca. Mi dice che si chiama Lollo e che i turisti si fermano per fotografarlo. Non sono abituato a tanta ospitalità. Vorrei dare la colpa a Vienna ma ho capito che non è colpa sua, sono io ad essere cambiato. Mi domando perché Carletto non abbia una mia foto, forse gliela dovrei spedire, grande quanto quella di Lollo.
Forse mi sono sentito più libero in mezzo alle grotte, nascosto da tutto. Davanti al mare mi sento nudo. I pescatori del mattino mi guardano straniti, sono un elemento contrastante per loro. Ho gli occhi affamati, il naso che respira ogni goccia sospesa nell'aria, anche quelle cariche di odori nauseabondi. Le orecchie registrano le onde calme infrangersi sugli scogli. Non è il tirreno, lo noto dalla grazia con cui portano a termine il loro viaggio e perché il sole sta sorgendo dalla linea piatta dell'orizzonte.
È davvero così utopico pensare di poter vivere così? Con le giornate che non hanno più un nome, entrando in case di sconosciuti, in letti abbandonati per le vacanze, cercando un po' di pace tra gli studenti spaventati dalla riapertura delle facoltà, mescolandomi nei banchi di biblioteche millenarie. Parlando di idee, progetti, racconti, ricordi. Mi fa schifo pensare al denaro. I miei più cari amici scrivono nella chat che ci unisce da diverse parti del pianeta "È lunedì! Si torna a produrre!!!" ma produrre cosa? Vendite? Numeri in un computer? Risparmi per andare in vacanze sovraffollate una settimana all'anno? Fotografie interscambiabili da social network?
Durante il volo di ritorno non ho avuto paura. Io che non ho preso l'aereo per 12 anni convinto di essere inadatto al volo. Ho lasciato il sud che si è coperto di nuvole per l'occasione, per non mostrarsi bello come volevo ricordarlo. "Stai tornando verso il grigio, ecco un assaggio dei prossimi mesi". A venti minuti da Vienna arrivano le perturbazioni. Saltiamo. Ci agitiamo. Scosse e vibrazioni. Il capitano interviene per tranquillizzarci ma io proseguo a leggere il libro. Mi giro e vedo persone con la testa tra le mani che pregano una divinità che non farà nulla per loro. Alcuni pregano San Nicola, sicuro uno sta pregando Lollo. Sono indifferente. La morte non mi spaventa più? Mi spaventa la malattia. La lunga degenza. Le file infinite in ospedale. Mi spaventa il lunedì lavorativo dedicato al produrre. Mi spaventano i metri quadrati di un ufficio illuminato a neon. I pomodorini tutti uguali al supermercato. Mi spaventa ferire qualcuno. Far piangere. Ma morire non mi spaventa più.
Atterriamo e ritorno a casa mia dopo averla lasciata in affidamento a due ospiti. L'odore è diverso, hanno fumato dentro. Ovunque. È tutto pulito e ordinato ma noto delle piccole differenze, mi sento come gli orsi della favola di Riccioli d'oro. È il prezzo da pagare per essere stato libero: perdere il luogo che definisce l'inizio e la fine della mia personalità. Aggiusto i particolari cambiati. Apro le finestre. Accendo candele profumate. Resto con la giacca in casa e mi sento tranquillo come lo sono stato nelle ultime settimane. Come sul bus diretto nel nulla delle autostrade calabresi. Ho imparato a inserirmi in ogni contesto senza deturparlo, sono un elemento decorativo esterno che al massimo sorride e ti chiede un caffè.
Faccio colazione al buio, nel palazzo di fronte nessuno è sveglio. Le coperte puzzavano di pelle di fumatori, faccio finta di non pensarci. Il caffè lo ricordavo migliore ma l'ultimo che ho bevuto era in riva al mare prima di baciarci e dirci addio. Vienna si sta svegliando piano. La luce filtra intermittente tra le nuvole come un neon carico di gas esausto che vuole solo andare in pensione ed essere cambiato.
In ospedale la sala d'attesa è gremita di abitudinari come me. Li saluto e canticchio. Ho portato questo con me dall'Italia, canticchiare mentre aspetto. C'erano altoparlanti ovunque anche nelle stazioni più sperdute, nelle fermate del bus più isolate. Non luoghi, come lo è diventata casa mia da quando ho deciso di lasciarla in mano ad altri. Allora canticchio e mi sento a casa. Senza soldi, senza programmi per il futuro, se non andare a riprendere il mio gatto dalle sue vacanze. Riccioli d'oro ha mangiato la mia zuppa, dormito nel mio letto, usato il mio spazzolino e a me va bene così. Ho trovato altrettante caverne altrove e sono tutte uguali quando le riempi canticchiando un motivetto allegro.
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caoticoflusso · 8 months
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ieri stavo pensando al fatto che ho proprio voglia di sushi all’all you can eat e l’unico ristorante che fa un pesce decente qui in zona è probabilmente l’unico in cui ho fatto una terribile figura del cazzo
quando servono i piatti una mia abitudine è quella di ringraziare ripetutamente, e come ben si sa nei ristoranti all’all you can eat le portate sono diverse e i piatti ti giungono al tavolo con una certa rapidità. ecco voi immaginate solamente questo povero cristo di cameriere che con entrambe le mani porta ogni dieci minuti piatti e cibi, e dall’altra parte io che ringrazio ogni volta, roba che se sto instaurando una conversazione con la persona di fronte a me io la interrompo beatamente ringraziando mille volte
e niente ci ho fatto l’ennesima figura del cazzo la scorsa volta perché nel tablet pensavo che in un uramaki ci fosse del salmone cotto, quando all’arrivo del sushi ho notato che fosse crudo (premetto che non fosse specificato) ma me lo son dovuto mangiare stando in silenzio perché la mia timidezza mi impediva di farlo tornare al tavolo. mi sto dilungando troppo, dopo quasi dieci portate, il cameriere cambia e arrivando al tavolo con degli spiedini di gambero aggiunge ‘buona cena’, io penso bene di ringraziare (un’altra volta) e rispondere ‘grazie anche a voi!’
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foodies-channel · 1 year
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🍥 I made “sushi” 2 ways tonight with a killer new cocktail- Chilean Sea Bass Pesce Crudo, Sesame Seared Tuna Poke & Sumo/Blood Orange, Lemongrass/Yuzu Kosho Margaritas. [OC]
🍔YouTube || 🍟Reddit
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V sit semp magnat o' tunn rind scatulett, mo bell e buon v magnat il crudo di pesce.
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ross-nekochan · 2 years
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Ciclicamente mi arriva forte il desiderio, se non la necessità, di fare il grande passo e diventare vegetariana.
Poi mi rendo conto che la verità è che non posso: con la carne non avrei problemi, ma per il pesce sì.
E se è vero che da quando vivo da sola la carne l'ho quasi completamente abolita, non voglio abolire niente quando vado a mangiare fuori. Se voglio mangiare la pizza con il crudo, la voglio; se voglio il panino di Puok, lo voglio.
Se mi costringessi, sento che peccherei per tutti i passi fatti nei riguardi della me stessa di 10 anni fa, che aveva eliminato l'olio d'oliva perché era ipercalorico. Non posso permettermi più di selezionare i cibi permessi e proibiti, perché io sento l'ombra dei disturbi alimentari sempre sulla spalla, pronta a prendersi possesso di me in momenti di estrema debolezza.
Mi sento in colpa per il mondo là fuori perché uso il latte vaccino e non quello di soia, quando poi mangio quintalate di parmigiano fatto con milioni di litri di latte. Mi sento in colpa per essere parte del surriscaldamento climatico essendo onnivora, eppure non disdegno mai un bel bagno bollente in inverno.
Sono ipocrita, come tutti. Sono egoista, come tutti. Non dovrei sentirmi in colpa per dare priorità alla mia salute mentale e fisica. E invece sì, io mi sento in colpa, sempre, dovunque, per chiunque.
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deradomatera · 2 years
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Gli scampi sono tra i crostacei più amati e apprezzati grazie al loro sapore delicato, la polpa soda e un inconfondibile profumo di mare 🌊👨🏻‍🍳
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optimisticnutcreation · 4 months
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Critiche sul cibo servito ai bambini nelle mense scolastiche di Bari
Nuove critiche al cibo servito nelle mense delle scuole dell’infanzia e primarie di Bari. Questa volta, dopo le proteste dei genitori di diversi istituti per il pesce maleodorante distribuito l’8 gennaio, la segnalazione arriva da una mamma della scuola Grimaldi del quartiere San Paolo sul pasto di oggi 10 gennaio: “I piccoli hanno avuto riso crudo ed è stata trovata una mela marcia, davvero…
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daniela--anna · 4 months
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THE ROMAN SOLDIER'S SOUP
The brave Roman soldier typically worked hard and carried heavy loads, plus his armor.
He also walked 20 miles a day.
His meal consisted of bread and millet or lentil porridge, supplemented with garum or liquamem, (fermented fish sauce).
This condiment provided him with nutrients from the animal kingdom on a daily basis.
It was in fact particularly rich in iodine and vitamins A and D and therefore contributed to the robust strength of the Roman legions.
Even though "garum" fish sauce is no longer available today, we can still prepare an excellent soup with great nutritional value.
The following recipe serves 8 people:
📝INGREDIENTS
•3 medium onions, peeled and sliced or 3 leeks, washed, trimmed and sliced
•3 carrots, peeled and sliced
•2 tablespoons of butter
•2 tablespoons of extra virgin olive oil
•2 liters of beef or chicken broth,
or vegetable if you prefer it lighter
•2 cups of red or green lentils, previously soaked for 7-12 hours
•several sprigs of fresh thyme, tied together (or rosemary if thyme is not available)
•1/2 teaspoon dried green peppercorns
•sea salt to taste
•cooking cream
METHOD
In a large stainless steel pot, gently cook the onions or leeks and carrots for about half an hour, sautéing them well in the butter and olive oil.
When the vegetables are soft, add the broth and lentils and bring to the boil.
The lentils will produce a lot of foam - be sure to skim it off.
Reduce the heat and add the thyme (or rosemary) and crushed peppercorns.
Simmer, covered, until the lentils are tender, about half an hour.
At this point remove the thyme.
Using an immersion blender, reduce everything to a puree and then, depending on your taste, dilute with water to the desired consistency and add salt.
Ladle into heated bowls and serve topped with cream or grated cheese and raw oil.
LA ZUPPA DEL SOLDATO ROMANO
Il coraggioso soldato romano in genere lavorava sodo e portava grossi carichi, più la sua armatura.
Inoltre camminava per 20 miglia al giorno.
Il suo pasto consisteva in pane e porridge di miglio o lenticchie, integrati con garum o liquamem, (salsa di pesce fermentato).
Questo condimento gli forniva quotidianamente sostanze nutritive provenienti dal regno animale.
Era infatti particolarmente ricco di iodio e vitamine A e D e ha quindi contribuiva alla forza robusta delle legioni romane.
Anche se oggi la salsa di pesce "garum" non è più disponibile, possiamo comunque preparare un'ottima zuppa dal grande valore nutritivo.
La ricetta seguente serve 8 persone:
📝INGREDIENTI
•3 cipolle medie, sbucciate e affettate oppure 3porri, lavati, mondati e affettati
•3 carote, sbucciate e affettate
•2 cucchiai di burro
•2 cucchiai di olio extra vergine di oliva
•2 litri di brodo di manzo o pollo,
o vegetale se lo si preferisce più leggero
•2 tazze di lenticchie rosse o verdi, precedentemente ammollate per 7-12 ore
•diversi rametti di timo fresco, legati insieme (oppure di rosmarino se il timo non è disponibile)
•1/2 cucchiaino di grani di pepe verde essiccato
•sale marino q.b.
•panna da cucina
PROCEDIMENTO
In una grande pentola di acciaio inossidabile, cuocere delicatamente le cipolle o i porri e le carote per circa mezz'ora, facendoli appassire bene nel burro e nell'olio d'oliva.
Quando le verdure saranno morbide, aggiungere il brodo e le lenticchie e portare a ebollizione.
Le lenticchie produrranno molta schiuma: assicuratevi di toglierla.
Ridurre il fuoco e aggiungere il timo (o il rosmarino ) e i grani di pepe tritati.
Cuocere a fuoco lento, coperto, fino a quando le lenticchie saranno tenere, circa mezz'ora.
A questo punto rimuovere il timo.
Con un frullatore a immersione ridurre il tutto in purea e poi a seconda del proprio gusto, diluire con acqua fino alla consistenza desiderata, e aggiustare di sale.
Versare col mestolo in ciotole riscaldate e servire condita con panna o formaggio grattugiato e olio crudo.
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Coldiretti Puglia, a Natale spesa media per famiglia di 150 euro
Le famiglie pugliesi per preparare pranzi e cene natalizie spenderanno in media 150 euro, cifra che in alcuni casi può anche raddoppiare. Soldi che serviranno per lo più, all’acquisto di cibo a chilometro zero. È quanto emerge da una ricerca condotta da Coldiretti Puglia secondo cui 9 pugliesi su 10 trascorreranno il Natale a casa con parenti e amici. Sulle tavole non mancheranno pesce crudo,…
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cinquecolonnemagazine · 5 months
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Patrimonio immateriale Unesco, nuovo traguardo per l'Italia
Nuovo traguardo per l'Italia che ha visto il riconoscimento del canto lirico come patrimonio immateriale dell'Unesco. La proclamazione è avvenuta nel corso della 18esima sessione dell’Intergovernmental Committee for the Safeguarding of the Intangible Cultural Heritage, tenutasi nel Botswana nei giorni scorsi. Nella stessa sessione la lista dei riconoscimenti ha coinvolto anche altri Paesi come Messico, Perù, Libano e Cuba. https://twitter.com/UNESCO/status/1732384854606495806?ref_src=twsrctfwtwcamptweetembedtwterm1732384854606495806twgr3ee734e4a310f375e4db8c9f2c07142a99cbc99btwcons1_&ref_url=httpswww.agi.itculturanews2023-12-06unesco-lirica-patrimonio-ceviche-bolero-24318972 Patrimonio immateriale Unesco: nuovo riconoscimento per l'Italia Il canto lirico italiano è diventato patrimonio immateriale dell'Unesco. Il procedimento per ottenere il riconoscimento Unesco era iniziato nel 2019 grazie ad Assolirica. Nell'aprile 2022, poi, l'allora ministro della Cultura, Dario Franceschini, e il sottosegretario Lucia Borgonzoni, avevano presentato la candidatura ufficiale, sostenuta, in seguito, dall'attuale ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. L'intero percorso, non bisogna dimenticarlo, è iniziato ben 12 anni fa, nel 2011, con la creazione dell'associazione "Cantori Professionisti d'Italia" per la difesa e la diffusione del valore della musica e del teatro dell'opera come eccellenza della cultura italiana. Il canto lirico in Italia è un modo di cantare fisiologicamente controllato che esalta la potenza della voce in spazi acustici come anfiteatri e chiese. È associato a specifiche espressioni facciali e gesti del corpo e prevede una combinazione di musica, dramma, recitazione e messa in scena... È un mezzo di libera espressione e di dialogo intergenerazionale e il suo valore culturale è riconosciuto a livello nazionale e internazionaleDalla nota Unesco Si allunga l'elenco dei patrimoni Unesco targati Italia Con il riconoscimento del canto lirico si allunga la lista, già corposa in verità, dei patrimoni immateriali che portano la firma del nostro Paese che conta: - L’Opera dei Pupi Siciliani - Il canto a tenore sardo - Il saper fare del liutario di Cremona - La dieta mediterranea - La festa delle Grandi Macchine a Spalla - La vite ad alberello di Pantelleria - La falconeria - L’arte del “pizzaiuolo” napoletano - L’arte dei muretti a secco - La Perdonanza Celestiniana - L’Alpinismo - La transumanza - L’arte delle perle di vetro - L’arte musicale dei suonatori di corno da caccia - Cerca e cavatura del tartufo Le altre new entry della lista La 18esima Commissione dell'Unesco, conclusasi il 7 dicembre scorso, ha riconosciuto tante altre realtà culturali nel mondo, tra piatti della tradizione, danze e mestieri. Tra i piatti prelibati riconosciuti ci sono il ceviche peruviano e il Man'ouchè libanese. Il primo è un piatto a base di pesce crudo marinato nel limone, il secondo è composto da pasta di pane condita con timo e farcita con formaggio o carne macinata. Riconosciuta anche un'arte transnazionale come la lavorazione a mano del vetro. La candidatura era stata presentata da Repubblica Ceca, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria e Spagna. Altre arti legate a mestieri entrate nell'ambita lista sono la tessitura a motivi Naga tipica del Laos, la tessitura del perizoma della Costa d'Avorio, la costruzione di barche di legno della Martinica. Entrato per la prima volta nella lista anche l'Elechek, il tradizionale copricapo cilindrico indossato dalle donne in Kirghizistan. Le danze riconosciute sono state, infine, il bolero cubano e messicano e la danza Garba dello stato indiano del Gujarat. In copertina foto di TravelCoffeeBook da Pixabay Read the full article
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personal-reporter · 7 months
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Cibo: le ricette più innovative
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L'evoluzione della cucina è un fenomeno affascinante che si sviluppa costantemente, spinto dall'ingegno di cuochi, chef e appassionati di tutto il mondo. La ricerca di nuove combinazioni di sapori, tecniche di cottura all'avanguardia e ingredienti insoliti ha portato a un mondo di esperienze gastronomiche sempre più ampio e stimolante. In questo articolo, esploreremo alcune delle ricette più innovative che stanno conquistando la scena culinaria odierna. - Sushi Burger Il sushi è un piatto giapponese tradizionale amato in tutto il mondo. Tuttavia, alcuni cuochi creativi hanno messo in discussione la sua forma originale, creando il concetto di "sushi burger". Questo piatto unisce l'eleganza del sushi con la familiarità di un hamburger. Il riso viene modellato in un panino, riempito con pesce crudo, avocado, alghe nori e salse gustose. Il risultato è una delizia culinaria che combina sapori giapponesi e americani in un'unica bontà. - Pasta alla Carbonara Fusion La carbonara è una delle ricette italiane più celebri, ma alcuni chef hanno deciso di dare una svolta internazionale a questo classico. Aggiungendo ingredienti insoliti come pancetta di maiale affumicata, uova di quaglia o formaggi esotici, si crea una versione fusion che mantiene il cuore italiano ma con un tocco globale. - Buddha Bowl Le bowl sono diventate una tendenza alimentare, ma il Buddha Bowl è in cima alla lista per la sua varietà e bellezza. Questa ricetta prevede un mix di ingredienti nutrienti come avocado, quinoa, ceci, spinaci, carote e semi di zucca, serviti in una ciotola colorata e invitante. Il segreto di questo piatto è la presentazione artistica, che rende l'esperienza di mangiare un vero piacere per gli occhi e il palato. - Taco Coreano I taco coreani, noti come "Korean BBQ Tacos", sono una combinazione esplosiva di sapori. Questa pietanza unisce la tradizione messicana dei taco con il sapore audace della cucina coreana. La carne marinata, di solito manzo o maiale, è grigliata e servita in una tortilla con condimenti come kimchi, maionese piccante e erba cipollina fresca. Il risultato è un piatto audace e irresistibile che celebra due culture culinarie. - Gelato all'olio d'oliva con sale marino e rosmarino Il dessert innovativo di cui tutti parlano è il gelato all'olio d'oliva con sale marino e rosmarino. Questa creazione sorprende con la combinazione di dolcezza e saporosità. L'olio d'oliva aggiunge una nota grassa, il sale marino esalta i sapori e il rosmarino conferisce un tocco aromatico. Questo dessert è la prova che i gusti inaspettati possono creare esperienze straordinarie. - Pizza Dessert al Cioccolato La pizza non è solo per i piatti salati. Le pizze dolci stanno diventando sempre più popolari, e quella al cioccolato è una delle preferite. La base della pizza è una crosta di pane leggermente zuccherata, coperta con cioccolato fondente, marshmallow, noci tostate e una generosa spolverata di zucchero a velo. È un'alternativa golosa alla tradizionale pizza. - Hamburger Vegano Beyond Meat La tendenza verso una cucina più sostenibile ha portato alla creazione di hamburger vegani che assomigliano in modo sorprendente alla carne ma senza utilizzare prodotti animali. Il Beyond Meat Burger è uno dei più famosi, fatto principalmente da proteine vegetali e aromi naturali. Questi hamburger soddisfano i carnivori e sono un esempio di come la cucina possa adattarsi alle esigenze di una popolazione più consapevole dell'ambiente. Read the full article
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tastatast · 9 months
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Sepia by Niko
El restaurant Sepia by Niko està situat a la Piazza del Duca del centre històric de Senigallia (Le Marche), de fet, als baixos del palau ducal.
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Amb un menjador interior molt atractiu i ben posat, vam menjar a la terrassa, enmig de la plaça, amb un bon parament i amb unes vistes privilegiades de la Rocca Roverasca, la fortalesa ducal del s. XV.
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Niko Pizzimenti (1983) és un jove cuiner de pare sicilià i mare de Le Marche i de família de peixaters. Un cuiner que traspua vitalitat, ell mateix pren les comandes i transita entre la cuina i la terrassa. Després d’estudiar a l’escola d’hosteleria de Senigalia, treballar a França, el Japó i Austràlia (on hi va passar 10 anys) i assessorar la cuina del preciós hotel Terrazza Marconi situat a primera línia de mar a la mateixa Senigallia, el 2018 va obrir el seu propi local Sepia by Niko juntament amb la seva dona Giulia Gambelli que dirigeix la sala.
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Sepy by Niko té el subtítol de “Maditerranean food”, fent el joc de paraules de menjar mediterrani i menjar boig, em sembla que al principi feia una cuina amb més tocs exòtics, tot i que crec que mai arribant a fer una cuina plenament de fusió.
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Proposa una carta curta amb 5 entrants, 3 plats de pasta, 3 segons, tots i cada un d’ells amb peix i sense oferir cap carn. Tampoc hi ha cap menú i només ofereix 3 postres. Una carta que diu canviar una vegada al mes i en la que sembla que no et puguis equivocar, que realment tots els plats tinguin sortida, rotació i surtin rodons. 
A continuació, el que vam triar.
Tonno crudo, quasi caprese.
Llom de tonyina tallada en una mena de sashimi i acompanyada amb un pesto d’alfàbrega i una salsa de tomaca amb la densitat del pesto. Una tonyina molt bona i ben tallada. Això sí, ens hagués agradat menjar-ho un punt més fred.
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Pescato del giorno, verdura di stagione.
El peix del dia era peix espasa. Uns lloms ben sucosos, semblaven fets a la planxa tomba i tomba i eren tan suaus i amorosos que semblaven mantega. Acompanyat de tomàquets, pebrots vermells i albergínia que semblaven sofregits molt suaument. Quina albergínia més bona, excepcional! A més, l’alfàbrega i les altres fulles li acabaven d’aportar encara més perfum, frescor i color. Excel·lent.
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Bombette di pesce spada alla norma.
Unes mandonguilles d’emperador amb una salsa de tomàquet de Rosso Gargano (de Foggia, Puglia) i amb les mateixes albergínies delicioses del plat anterior. En demanaria tota una ració! Les mandonguilles eren ben bones, fermes i esponjoses i amb gust de peix espasa, semblaven ben bé fetes a mà, a casa, traspuaven artesania. Un altre plat gustós, sucós i deliciós.
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Cannolo siciliano con pistacchio e canditi artigianali.
Un cannolo farcit de ricotta de l’Azienda Agricola Bachisio Porcu de Senigallia mateix i amb trossos de festuc i taronja confitada. Una massa cruixent i gens oliosa i un farciment ben fresc (fred) i làctic. Fins i tot les postres es notaven acabades de fer. Un cannolo deliciós.
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Vam beure una cervesa Hefeweissbier Hell de Heinz vom Stein de Schlossbrauerei Stein. Una cervesa de Baviera, ecològica, de fermentació alta i embotellada sense filtrar. Servida en copa de vi, fins i tot aquest detall va ser del nostre gust. Si a això li sumes un servei molt ben uniformat, amable, atent i servicial, t’acaben d’arrodonir la vetllada.
El Sepia no té res especial, és ben bé el que cuinem a casa i el que podríem menjar pràcticament a diari. No ofereixen cap aperitiu ni piccola pasticceria, només unes llesques d’un bon pa i un bon oli però, amb la idea que anàvem, tampoc ho vam trobar a faltar. 
Tot va ser molt bo, amb una pulcritud destacable. Tot era olorós, gustós i sucós, tot brillava i desprenia frescor i netedad. Tant les verdures com el el peix eren de molt bona qualitat i molt frescos i els punts de cocció eren totalment encertats. Sincerament, ens en vam emportar records gustatius que recordarem positivament durant molt de temps. El que hauria de ser normal però que sembla una proesa.
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