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#sciù
der-papero · 14 days
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Oh merda, mi hanno trovato!
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Ragazzi, è stato bello, se vedemo in un'altra vita. Forse farò il bibitaro a Copacabana, o l'elettrauto a Fregene. Se passate, mi raccomando, uno sciù al cioccolato, sono ghiotto.
Date un bacio ai pupi, per chi li ha.
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palmiz · 1 year
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Giusto per ricordare cosa hanno e stanno passando molti nostri anziani in ospedale...
Alla memoria di Franco :
,"Storia che non so se riesco a raccontare bene ma che forse servirà a qualcuno.
Mio suocero, Franco – 87 anni arzilli a parte un po' di perdita di memoria a breve termine – è entrato in ospedale per una cosa da nulla e non lo abbiamo rivisto più.
Domani ce lo riportano sigillato in una bara, per il funerale, dopo un mese e mezzo di follia in cui non abbiamo visto né angeli né madonne né eroi né eccellenza sanitaria né nessuna delle belle cose che si sentono in TV.
Tre o quattro infermieri molto carini e disponibili, come lo sono alcuni esseri umani random, e per il resto solo tanta, tanta brutta distopia.
In ospedale Franco ha preso il covid. E quindi non è uscito dopo due giorni come previsto.
Asintomatico al 100%, gli è stato somministrato uno psicofarmaco così, tanto per gradire, in modo che non rompesse i coglioni al personale sanitario. Pare sia la prassi, somministrare psicofarmaci a chi non ne ha bisogno, senza avvisare, in modo che non rompa i coglioni a quelle persone che le sue tasse stipendiano.
Nessuno però ha mai sentito parlare di effetto paradosso, forse all'università a punti non lo insegnano, eppure Franco comincia a comportarsi in modo strano, aggressivo, delirante. Usiamo quindi la nostra Laurea della Vita - avendo casi in famiglia di persone soggette all'effetto paradosso - e suggeriamo al personale sanitario da noi stipendiato che forse si tratta di quello. Interrotto il trattamento non necessario, Franco torna se stesso, arzillo e gentile come sempre, in attesa di negativizzarsi e tornare a casa.
Ma la notte di Natale, viene trasferito in tutta fretta a centocinquanta chilometri di distanza, senza che si avvisino i familiari, senza le sue cose, senza telefonino, come un pacco regalo che nessuno vuole. Motivazione ufficiale: nessuna. Motivazione ufficiosa: probabilmente il posto che occupava lui, vicino a casa, serviva a qualcun altro e noi non siamo nessuno, non abbiamo parenti politici, medici, camorristi, prelati. Il nostro posto è sul tram a cui ci possiamo attaccare.
Nell'ospedale lontano, Franco viene messo insieme ai malati gravi, attaccati al respiratore. Non ha nessun sintomo, ma il tampone continua a essere positivo.
Nell'ospedale lontano, il personale sanitario non entra nella stanza di Franco se non per lo stretto necessario, nessuno gli parla, NESSUNO acconsente ad aiutarlo a usare il tablet per fare le indispensabili videochiamate alla famiglia, come faceva nell'ospedale vicino. È impossibile sentirlo, vederlo, perdiamo ogni contatto, ci dobbiamo affidare solo alle telefonate con medici che sono puntualmente vaghi.
Franco intanto ricomincia a delirare. Ops, hanno sbagliato, hanno letto la cartella clinica vecchia in cui c'era lo psicofarmaco inutile, e quindi scusate adesso glielo togliamo di nuovo, tanto che vuoi che sia per una persona di 87 anni.
Dopo un breve miglioramento, lo scombussolamento di Franco però continua. Riusciamo a fargli una telefonata (UNA in dieci giorni) e lo sentiamo molto strano. Manda affanculo tutti, lui che è tipo maestro Shifu nella vita, smette di mangiare anche quando davanti gli viene messo lo sciù al cioccolato, che per lui è droga.
Visto che nessuno se ne frega di questo suo comportamento e nessuno sembra turbato dal fatto che non mangi e beva da due giorni ("eh non sappiamo che fare, sapete, che dite, lo leghiamo?"), usiamo la nostra Laurea della Rete e facciamo ricerche. Sul sito della fondazione Veronesi leggiamo che la dose di cortisone per gli asintomatici secondo il protocollo Covid è di massimo 6mg. All'ospedale vicino gliene davano 4mg. Chiediamo a quelli dell'ospedale lontano, risposta: 20mg. Come mai? Il medico: ah boh così. Nessuno ha mai sentito parlare dei possibili effetti negativi del cortisone ma noi sì: abbiamo casi in famiglia. Sotto nostro suggerimento, diminuiscono la dose di cortisone e noi valutiamo di farci assumere a tempo pieno, a sto punto.
Franco migliora un po' ma non mangia più e dice che è stato abbandonato. Nessuno del personale sanitario stipendiato dalle nostre tasse acconsente a una videochiamata. Li preghiamo in ginocchio, se ne sbattono altamente le palle, in gergo tecnico. Una dottoressa dice al figlio di Franco al telefono: deve accettare che suo padre ha fatto la sua vita. Gli americani le avrebbero risposto: come no, bitch.
Ultimo atto. Ore 11 di sabato 9 gennaio. Decidiamo di andarci a riprendere Franco perché è nostro. Positivo o non positivo, è passato un mese e mezzo, è ora che torni a casa, avrà la carica virale di un lillipuziano e comunque sticazzissimi. Dottoressa del primo turno: oh si, ottima idea, si può organizzare, adesso chiamo, adesso vedo, vostro padre sta benino, in ripresa. Ore 15:00 dello stesso giorno, di persona all'ospedale lontano, dopo un'ora di macchina. Dottore del secondo turno: se spostate vostro padre, muore per strada. È in condizioni gravi.
Gravi in che senso? Stava bene tre ore fa. È covid? No non è covid, è un'infezione virale, no, batterica, no, sistemica, no, non lo sappiamo dobbiamo vedere adesso andate via che sono due ore che siamo appresso a voi. Oh, scusa se ti abbiamo disturbato, persona a cui le nostre tasse pagano lo stipendio.
Non resta che attendere, ci dicono. Attendiamo. Alle 23:30 ci chiamano: Franco non ce l'ha fatta. Torna a casa in una bara sigillata, nel pigiama in cui è uscito un mese e mezzo fa.
Non ce l'ha fatta, caro dottore, in che senso?
A sopravvivere al sistema anticovid, che isola gli anziani sapendo di condannarli a morte? A sopravvivere a un trasferimento non necessario che noi familiari non abbiamo autorizzato? A sopravvivere a un bombardamento di farmaci inutili, di indifferenza umana, di medici e infermieri incapaci? A sopravvivere a un virus asintomatico preso in ospedale?
Cioè, di cosa è morto, esattamente, Franco Lombardi?
Diranno, beh, di vecchiaia. Certo, se spingi un anziano giù per le scale e muore, puoi sempre dire che non ha retto l'urto a causa dell'età. E chi lo nega. Il problema della spinta, e delle scale, a chi vuoi che interessi?
Siamo molto addolorati, incazzati, amareggiati e basiti per questa storia che probabilmente ci accomuna a tante persone. Soprattutto ci pentiamo per quella sera di Natale, quando Franco è stato portato via senza motivo e senza consenso - io avevo detto, chiamiamo i carabinieri. Eeeeh ma dai, i dottori ne sanno più di te, che fai, non ti affidi al nostro meraviglioso sistema sanitario con gli occhi chiusi e il cuore impavido?
Ci siamo affidati, abbiamo sbagliato. Non commettete lo stesso errore. Controllate tutto e riportatevi a casa gli asintomatici a qualunque costo. Franco ci mancherà tantissimo e non meritava una fine così, nessuno la merita."
Manuela Salvi
Brutta, brutta distopia.
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lacooperativa · 1 year
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4 Marzo 1943
Non c'entra molto con la cooperativa ma è perfetto per oggi, giorno in cui state tutti a stracciare i coglioni con Lucio Dalla.
Comunque, il Pupetto e Sciù ...va bene, il Pupetto era il ragazzo della Pupetta, quella con i piedi sporchi, come diceva ViaColVento e Sciù era un ex ragazzo del Pilastro, in realtà un Lucano trapiantato a Bulagna.
Tutti e due erano del Pilastro e da come lo dicevano te pensavi che fossero due terribili Pilastrini tipo quei mezzi mafiosi che si facevano notare per rapine o aggressioni e che la notte faticavano a dormire regolarmente, perché ricevevano la visita delle forze dell'ordine.
Erano invece due pezzi di pane, due cani che se abbaiavano era perché non dormivano, non perché non mordevano.
Insomma il Pupetto e Sciù avevano formato un gruppo musicale, i Fuori Servizio, in cui il primo era voce solista e il secondo suonava forse la batteria, non ricordo più bene.
Una volta il Pupetto mi chiese se sapessi suonare e dissi di no. Allora mi chiese se sapessi comporre testi per canzoni e ci dissi: sei scemo? Per comporre canzoni ci vuole un poeta, non un CiccioPuzzetta qualunque.
Da allora non mi chiese più nulla, anche perché continuavo a chiamare il suo gruppo musicale gli Out Of Order, cosa che non gli piaceva, un po' perché non sapeva nulla di inglese e un po' perché gli ricordava gli ascensori dei grattacieli del Pilastro, sempre in manutenzione straordinaria.
Comunque prima che il Pupetto smettesse di rompermi le palle chiedendomi di andare ad ascoltare gli Out Of... vabbè, i Fuori Servizio, mi raccontò la storia di Lucio Dalla.
O meglio il rapporto che Dalla aveva con la scena musicale Bolognese, di cui i Fuori Servizio erano una parte infinitesima ma trascurabile.
Secondo il Pupetto, Lucio era solito offrire collaborazione e aiuto ai gruppi emergenti o sommersi come i Fuori Servizio, in cambio del Culo.
A loro aveva chiesto un culo per lanciarli nel mondo della musica professionale. Uno. Un culo qualsiasi, del Pupetto o di Sciù sarebbe andato benissimo.
Un culo in cambio della gloria, culo che però i Fuori Servizio non gli fornirono mai e così rimasero sconosciuti e irrisi, almeno da me.
Questo per dire che va bene (solo per) oggi che rompiate il cazzo con le canzoni o le storie o le immagini di LD.
Da domani basta però, dioCulo.
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Sciù al cioccolato ripieni di crema pasticcera e coperti da scorze di arancia candita. Interamente fatti a mano da noi. #sciù #ristorantetuscany #ristorante #Battipaglia #cioccolato #cremapasticcera #aranciacandita (presso Ristorante Tuscany) https://www.instagram.com/p/B6yiRPHohUp/?igshid=1mouvamupojm2
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sciatu · 5 years
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Piccola pasticceria (3 foto) contenente, bignè alla crema, le minnitte di sant’Agata, le sfogliatelle, i cannoncini e babà alla crema, i genovesi, gli iris,  i babà, gli Sciù, le Viennesi, i mignon, le sigarette con crema di ricotta.
Mi raccomando, studia, non venirtene in Sicilia ed entri in una pasticceria dicendo all’urbisca (alla cieca) “mi dia questo e mi dia quello”. No. Ogni dolce ha il suo nome, ogni nome, ha una storia, ogni storia ha come risultato un dolce unico!!!. Devi studiare! ti metti a studiare ed incominci e mangi un bignè alla crema, facendo in modo che la crema avvolga la tua lingua e la faccia perdere nella perversione che ne deriva. Poi un piccolo babà dolce, soffice, delicato, con quel suo senso spugnoso che quando lo schiacci rilascia quel rum forte e dolce. Poi assaggia uno Sciù con il suo ripieno di dolce, tenera, soave, delicata ricotta, poi una sfogliatella che croccante ti si sbriciolerà in bocca lasciando libera per il tuo palato la sua crema. Poi ancora, così via, una viennese con il suo intenso ripieno di crema, una sigaretta di ricotta, dolcissima e delicata, un cannoncino, una minnittà di sant’Agata con la sua copertura di pasta di mandorla e la dolce ricotta nel suo cuore, e così via. Ti fermi un minuto per un bicchiere di vino alle mandorle o uno di zibibbo o di moscato di Pantelleria e poi rincominci lentamente: un bignè, un babà dolce, uno Sciù......
I recommend you study, don't come to Sicily and enter a pastry shop telling without to know "give me this and give me that". No. Every dessert has its name, every name, has a story, every story has a unique sweet  !!!. You have to study! you start studying and start eating a cream puff, making sure that the cream wraps around your tongue and makes you lose yourself in the perversion that results. Then a small sweet baba, soft, delicate, with that spongy sense that when you crush it releases that strong and sweet rum. Then taste a Sciu with its filling of sweet, tender, sweet, delicate ricotta, then a sfogliatella that will crumble in your mouth, leaving its cream free for your palate. Then again, so on, a Viennese with her intense cream filling, a sweet and delicate ricotta cigarette, a cannoncino, a little Sant'Agata tit with its covering of almond paste and the sweet ricotta in her heart, and so on. You stop a minute for a glass of almond wine or one of zibibbo or Moscato di Pantelleria and then start again slowly: a cream puff, a sweet baba, a Sciù ......
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doppisensi · 5 years
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- 7 sciù, 7 cassate, 7 babà, 7 cannoli, 7 sfogliate... ma che è? Chist' è ten prop cuntat. - E saranno sette persone. - E che significa? Se viene una persona in più che s'magna? e' cart?
Premiata pasticceria Bellavista
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alessandracoscino · 7 years
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#Dolci #DolciLovers #cake #cakes #Torta #torte #cioccolato #cioccolata #chocolate #bignè #sciu #sciù #zeppole #Photography #photo #foto #fotografia #food #cibo #crostata
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diceriadelluntore · 5 years
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Francesismi Napoletani
Ieri sera nell’intervista da Fazio, il Presidente della Repubblica francese Macron ha parlato del suo rispetto e amore per l’Italia citando più volte Napoli, prima con la sua passione per il teatro di Eduardo De Fillippo, poi con una famosa citazione di Stendhal su Napoli: ci sono solo due capitali in Europa, Parigi e Napoli. La famosa osservazione fu fatta dal grande scrittore francese durante un viaggio in Italia, immortalato nelle pagine di Roma, Napoli e Firenze (Rome, Naples et Florence) pubblicato per la prima volta nel 1817. Stendhal, ufficiale di cavalleria prussiano a Berlino, decide durante il periodo di congedo di intraprendere un viaggio in Italia alla caduta dell'imperatore; soggiornò a Milano per sette anni, poi fu console a Civitavecchia; il suo peregrinare su e giù per l'Italia gli ispirò i resoconti di viaggio, in un testo molto politico che ragionava sulle abitudini degli Italiani. Stendhal arriva a Napoli per la ripertura del Teatro San Carlo, il più antico d’Europa, il 12 gennaio 1817: Finalmente il gran giorno: il San Carlo apre i battenti. Grande eccitazione, torrenti di folla, sala abbagliante. All’ingresso, scambi di pugni e spintoni. Avevo giurato di non arrabbiarmi, e ci son riuscito. Ma mi hanno strappato le falde dell’abito. Il posto in platea mi è costato 32 carlini (14 franchi) e 5 zecchini un decimo di palco di terz’ordine. La prima impressione è d’esser piovuti nel palazzo di un imperatore orientale. Gli occhi sono abbagliati, l’anima rapita. Niente di più fresco ed imponente insieme, qualità che si trovano così di rado congiunte. […] L’apertura del San Carlo era uno dei grandi scopi del mio viaggio, e, caso unico per me, l’attesa non è stata delusa. […] Non c’è nulla, in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro, ma ne dia la più pallida idea. Questa sala, ricostruita in trecento giorni, è come un colpo di Stato. Essa garantisce al re, meglio della legge più perfetta, il favore popolare.
Nonostante pagine anche dure e spesso stereotipate sugli usi del “popolino”, reso molle dalla “mitezza dello splendido clima napoletano”, Stendhal parte dalla città sul Golfo con queste parole, a dir poco entusiastiche:Ingresso solenne: si discende per un'ora verso il mare seguendo una strada larga scavata nella roccia tenera, sulla quale è costruita la città. – Solidità delle mura – 'Albergo dei poveri', primo edificio. Fa un'impressione molto più forte di quella bomboniera tanto celebrata, che a Roma si chiama la Porta del Popolo. Eccoci al palazzo degli Studj, si volta a destra, è la via Toledo. Ecco una delle grandi mete del mio viaggio, la strada più popolosa e allegra del mondo.
Parto. Non dimenticherò né la via Toledo né tutti gli altri quartieri di Napoli; ai miei occhi è, senza nessun paragone, la città più bella dell'universo.
Il rapporto tra Napoli e la Francia è, come spesso accade con le questioni partenopee, secolare. La città fu governata, in tutto per quasi 200 anni, da dinastie Francesi, i D’Angiò e gli Orleans, e per la dominazione napoleonica con il governo di Gioacchino Murat, Re di Napoli dal 1808 al 1815. 
Il rapporto così sanguigno e pressochè unico del popolo con le classi aristocratiche e borghesi si trasmette nelle parole napoletane che storpiano l’originale in lingua oppure lo interpretano con una traduzione di parole di suono simile da altra lingua, il caso più famoso al riguardo sono le parole francesi traslate dallo spagnolo e viceversa. Comunque è chiara l’etimologia di alcune parole dialettali napoletane che si rifanno al francese. Le più famose riguardano la cucina, dopo che a Napoli si diffuse tra i ricchi la moda di avere cuochi francesi, che chiamavano i loro padroni Monsieur, storpiato dai popolani in Monsù, che indicava appunto il cuoco.  Ne elenco alcuni, famosissimi: bombò, bignè, briosce, buatta, crocchè, dessert, filoscio, franfellicche (da fanfreluches), fricassè, gattò, genovese (secondo alcuni, deriverebbe dal francese: Genova non c’entra per nulla, la derivazione è da genevoise= ginevrina essendo in uso a Ginevra la cottura della carne con le cipolle), grattè, mignon, ‘nnoglia (il più povero degli insaccati da andhouje), parfè, patè, ragù, roccocò (la cui remota forma non proprio rotonda richiamava la barocca rocaille, conchiglia), sartù, sciù, sotè, sufflè. Ne ricordo altre simpatiche: 
Bucceria da boucherie per la macelleria;
Bello e bbuono: di punto in bianco, all’imprevisto: è la versione nostrana del bel et bien;
Ciaràvolo: ciarlatano, imbroglione o anche incantatore di serpenti, dal francese antico charaut;
Jetteca: tisi, cattiva salute. Dal francese hectisie poi passato a èthisie: da éthique
Marchèse: mestruazione, regole femminili. Dal francese marquis;
Sarvietto: Tovagliolo, salvietta. Da serviette
Sciuè sciuè: Alla buona, superficialmente, con semplicità. Dal francese èchouè
Tirab(b)usciò: Cavatappi. Da tire-bouchon
Vide Napole, e po muore
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loananh · 3 years
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More Than Just a House: At Home with Collectors and Creators
More Than Just a House: At Home with Collectors and Creators
Alex Eagle’s loft in London’s Soho is a showhouse for the objects, vintage furniture, and art she deals in at her boutique. Natural materials, rare books, original art, and vintage furniture create the warmth and personality of a well-lived home. David de Rothschild to heiress Marie Louise Sciù (owner of Il Pellicano) among the subjects.
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der-papero · 3 years
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Grazie vielmals @capitansennodipoi :)
Name: Antonio
Birthday: 12 Luglio (segnatevelo!)
Fave bands\groups: Keane, Fleetwood Mac, Paramore, Dave Matthews Band, The Cure, The Cranberries, R.E.M., ELO, insomma una infinità, la taglio qua
Fave solo artist: Mary Chapin Carpenter
Song currently stuck in your head: non ne ho una adesso, ma ho appena rimesso per 4 volte di fila Just What I Needed dei Cars, quindi penso vada bene come risposta
Number of songs you have on your portable music player: tante, tutte country (all’epoca ero andato in fissa), non so manco se si accende più
Last show binged: Mr. Robot
What are you most likely to buy in a patisserie? Sciù al cioccolato
Why you chose your tumblr URL: mi venne Paperoga in mente non so manco perché, per come stavo quel giorno poteva pure capitare Napo Orso Capo, ma è andata così
Following count: 203
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Last thing you googled: logrotate delaycompress
Last thing you searched on a search engine that's not google: drugs (scusate, facevo ricerche nel dark web per la prossima lezione)
Last book you read: Programming Typescript
Currently wearing: pantaloni, camicia e maglioncino di cotone di 3 giorni fa
Favourite childhood stuffed animal: non ne ho, all'epoca amavo solo i robottoni
Fictional character you'd love to meet: lo so che sembro noioso, ma Jessica è Jessica
Describe (or show!) your handwriting:
non ho nulla a portata di mano, non mi va di farne una nuova, quindi pesco dalla gallery una roba vecchissima che feci con @neve-di-giugno (considerati quindi automaticamente taggata :)
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Weird personal quirk: divento tristissimo o strafelice all’improvviso perché è capitata una cagata irrilevante
A questo giro nuovi tag, se avete voglia @pistacchino @pontepotente @19eighty4 @stranomavero
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foodiseasypassion · 4 years
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Moma Cafè pasticceria rosticceria panetteria tavola calda Un nuovo locale che vuole essere un caldo risveglio del mattino con caffetteria e pasticceria per le colazioni, continuando con la tavola calda per pranzo, ma anche per la merenda con le brioches e la granita e perché no, alla sera optando per qualche piatto da asporto da servire sulle proprie tavole di casa. abbiamo provato questo nuovo locale, che racchiude in sé le ricette della cucina siciliana; abbiamo scelto una brioche Sciù cotta al forno con un ripieno di ricotta e ovviamente il cannolo siciliano con ripieno al cioccolato, senza dimenticare Ovviamente i nostri Cappuccini. Il resto lo trovate su www.foodispassion.com (presso MoMa Cafè Sassuolo) https://www.instagram.com/p/B5Q8bIKIVq0/?igshid=1k4syi0nkef0i
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piezogo · 5 years
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Sciù con cremoso al formaggio, gel flessibile alle fragole, fragole, lamponi e rucola Taaak (presso Precotto (Milano)) https://www.instagram.com/p/B3aMn1RIQhl/?igshid=1vppnkhrrqeo8
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pasticceriaseccia · 4 years
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Pan di stelle & Oreo
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Apposto, l'outfit preparatelo da sola, sciù.
ma...ma...io :c
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miscordo · 7 years
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https://www.youtube.com/watch?v=b28_P8hImzE
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blog-renail-blr · 6 years
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Tempo di cuori e coppe ai Quartieri Spagnoli e non si tratta dei classici giochi con le carte francesi e napoletane. Sabato 21 aprile a via Concordia anche la Pasticceria Seccia aderisce infatti alla manifestazione finale del progetto #CuoreDiNapoli e mette sul tavolo da gioco il cuore che da sempre infonde nelle sue creazioni dolciarie, anche letteralmente, attraverso decorazioni e prodotti ad hoc per le degustazioni del pomeriggio.
Il fiore all’occhiello dei Quartieri, laboratorio di pasticceria tradizionale napoletana da generazioni, cala anche un paio di coppe interessanti: la prima è la Coppa Campania, il trofeo vinto l’11 aprile 2018 contro la Castel Volturno dalla squadra di calcio dilettante sportiva FCD Montecalvario, di cui Seccia è sponsor ufficiale tra i vari, giunta ormai agli sgoccioli del campionato di seconda categoria e prossima alla promozione dopo un anno di grande lavoro.
E c’è spazio per coppe di altra natura, legate a competizioni fotografiche che non hanno avuto nulla da invidiare alle gare di olimpica memoria: i vincitori di Zeppoliadi, la maratona fotografica del 17 marzo scorso abbinata agli assaggi di zeppoline di San Giuseppe – grande successo di critica e pubblico -, saranno proclamati alle ore 17 del 21 aprile in presenza di alcuni dei giurati coinvolti per l’occasione, e riceveranno in premio gli aperisciù d’oro, d’argento e di bronzo, come ogni podio olimpico richiede per i primi tre classificati.
Sei riconoscimenti, tre assegnati dalla giuria “Social”, ovvero con i mi piace della rete e degli iscritti al social network Facebook – grande il riscontro ricevuto nei commenti dal popolo dei Quartieri, che si è visto ritrarre nelle foto e al lavoro, e c’è ancora tempo per votare le foto fino alla mezzanotte del 19 aprile – e gli altri tre dalla giuria di qualità, composta dal presidente Gianni Fiorito e dai fotografi e professionisti del settore come Andrea Carlino, Gianfranco Irlanda, Mario Laporta, Marco Maraviglia, Lucia Patalano, Pasquale Sanseverino e Francesco Soranno.
Otto giudici che hanno esaminato in un mese 156 scatti, prima attraverso una valutazione complessiva e poi con una shortlist generata dalla prima scrematura, da cui sono uscite le migliori tre foto a loro insindacabile giudizio.
Una bella sfida per loro in cattedra così come per i fotoamatori che si sono misurati a marzo con le strade, la gente, lo street food e la street art del cuore di Napoli. Un cuore che batte forte anche quest’anno nella cornice del progetto omonimo dell’Accademia di Belle Arti, che si prepara ad avvolgere turisti e passanti con tanta musica e installazioni artistiche, grazie agli artisti, ai musicisti di strada e ai 150 studenti del corso di Nuove Tecnologie dell’Arte coinvolti anche in questa edizione 2018 di #CuoreDiNapoli.
Tanti i commercianti, i negozianti, gli esercenti e le pasticcerie come Seccia che hanno aderito con un dolce a forma di cuore, un taglio di capelli ispirato al logo pixellato della kermesse, una pizza o un panino dalla silhouette inconfondibile.
Un #CuorediNapoli bello da vedere, da vivere e da mangiare, degustando un biscotto, una crostatina o un bignè sciù dedicato appositamente all’evento e offerto dai maestri pasticcieri Seccia a via Concordia.
Obiettivo chiaro e preciso: far innamorare ancora una volta, e sempre di più “all’improvviso” – come nella canzone da stadio – turisti, cittadini e passanti della nostra città e dei Quartieri, che stanno riscoprendo un interesse sempre più vivo e pulsante negli ultimi anni per la zona.
Alcuni dei giurati nella gallery:
#Note di #dolcezza che riscaldano il #cuoredinapoli con #Seccia Tempo di cuori e coppe ai Quartieri Spagnoli e non si tratta dei classici giochi con le carte francesi e napoletane.
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