La casa natale di Gabriele D'Annunzio (Pescara)
Gabriele D'Annunzio nasce nel 1863 in una famiglia della buona borghesia di una Pescara fatta di tre vie, "colorata" e ricca di persone avventurose dove è appena iniziata la demolizione della fortezza.
È un ragazzo fortunato già a partire dal cognome D'Annunzio che è quello suo di nascita a seguito di una formale adozione del padre Francesco Paolo che cambiò il suo cognome da Rapagnetta a D'Annunzio.
Nasce come giornalista, ma nella sua vita ha fatto tantissime cose, definirlo solamente in un modo sarebbe riduttivo "poeta-soldato", "il vate"...
Spesso si firmava come "lu sguazzon di Porta Nuova" proprio per ribadire il suo attaccamento alla città d'origine.
"Porto la terra d'Abruzzi, porto il limo della mia foce alla suola delle mie scarpe, al tacco dei miei stivali"
Era legatissimo al cibo della tradizione abruzzese, come i parrozzi di D'Amico fatto di arance abruzzesi, che gli riportavano alla mente la quotidianità gioiosa di quel tempo, la piazza del mercato, la banda che suonava, le persone che si affacciavano dalle finestre per vedere quella gioia.
Un altro esempio è la breve poesia composta in dialetto abruzzese dopo aver ricevuto in dono dal suo amico Acerbo una porchetta con la crosta dorata:
La purchetta d'or
"Mi sci mannate scta purchette d’óre
che certe te l’ha cotte San Ciatté
che s’arrecorde, Giàcume, de me
che jéve a ffa’ a pretàte e a ffa’ l’amore.
Ma, dimme, chi ci’ à mésse sctu sapore
de «Córse Gabbriele Manthoné»?
Ah, Giacumìne, nen sacce pecché
mentre che magne, me piagne lu córe.
Sunéve, la duméneche, la bbande.
Li Piscarise, ’nghe lu piatte ’n mane,
currévene a cumpràrsene ’na fette.
Che è e che nen è? ’Na cósa grande!
’Nu bbéne che lucéve da lundane!
S’avé’ffacciate Donna Luisette".
Ha dato il nome ad un sacco di cose, per fare solo qualche esempio: "vigile del fuoco", "tramezzino", "automobile"...
I suoi rapporti con il Duce Benito Mussolini non furono realmente buoni per varie ragioni tra le quali la promessa mai mantenuta fatta dal Duce di donare ai legionari di Fiume del denaro per sostenerli, quei soldi vennero utilizzati invece per finanziare la Marcia su Roma.
Mussolini per "liberarsene" fece costruire il Vittoriale dove D'Annunzio poteva sperimentare qualunque cosa volesse.
Tra l'altro piccola curiosità:
Il saluto tra i due in un incontro suonò diversamente rispetto al suo vero significato in quanto, mentre il Duce lo salutò chiamandolo "soldato dell'aria" essendo D'Annunzio anche aviatore, D'Annunzio rispose in dialetto abruzzese e per definirlo "soldato veloce" in quanto bersagliere disse "lesto fante" e per chiedere chi fossero le altre persone che si era portato chiese "anche loro sono fur fanti?".
D'Annunzio era anche appassionato cavallerizzo, il suo primo cavallo si chiamava Aquilino, la cui stalla fa parte del percorso di visita.
La passione dei cavalli la riprende dal padre con cui aveva un rapporto conflittuale:
"M'é vicino e m'é lontano,
é fatto della mia sostanza
e m'é sconosciuto".
Dal 1927 la casa natale di D'Annunzio, salvatasi per miracolo dalle bombe della Seconda Guerra Mondial, divenne luogo monumenale nazionale ed il percorso di visita venne stabilito da D'Annunzio stesso.
Si racconta che dietro la sua casa ci fosse un roseto bellissimo.
La descrizione della sua casa la possiamo ricavare dal Notturno, opera che scrisse quando perse un occhio e conseguentemente per lui fu un periodo di eterna notte e sfruttò quel tempo per guardarsi dentro. L'opera venne scritta dal poeta su delle strisce di carta lunghissime preparate dalla figlia Renata.
A seguito di questo incidente si fece chiamare anche l'orbo veggente.
All'età di soli 16 anni risale la sua prima raccolta di poesie Primo vere scritta in stile carducciano.
Ma per diffondere questa composizione fece credere fosse stata scritta da un giovane poeta morto caduto da cavallo poco dopo aver completato l'opera, ciò comportò l'acquisizione del libro da parte di tante persone e così decise di smentire ciò che aveva detto e di riattribuirla a sé stesso.
Infatti proprio D'Annunzio è stato l'uomo che ha fatto conoscere al mondo Pescara, quella sconosciuta città di tre vie.
Il perché dell'affermazione di tanti poeti all'epoca è principalmente la mancanza di dischi musicali, i poeti erano quegli idoli che a giorno d'oggi sono i cantanti.
Tornando alla visita salendo le scale per raggiungere il primo piano si può notare una mattonella di ceramica raffigurante D'Annunzio opera realizzata dall'amico Basilo Cascella.
D'Annunzio faceva parte del Cenacolo michettiano di Francavilla insieme ad altri geni talentuosi dell'epoca in varie arti come la pittura, la scultura,...
Infatti all'interno della casa ci sono vari bronzetti e sculture in pietra dell'amico Costantino Barbella rappresenti principalmente donne e dettagli ed emozioni della gente comune abruzzese e non.
Come i "Su su", "L'nomastico del nonno", "Canto d'amore", il busto di una donna olandese con il merletto, il ritorno del soldato...
È bene specificare che nella casa tutto ciò che è decorativo (quadri, ritratti ed altre opere) sono originali, mentre gli oggetti necessari per la vita quotidiana vennero rubati dopo la Seconda Guerra Mondiale (sedie, tavoli, letto...) e riprodotti fedelmente sulla base di fotografie.
La visita ad ogni stanza è accompagnata da qualche verso del Notturno.
Salotto:
"Soffro la mia casa
fino al tetto, fino al
colmigno, come se le
avessi fatto le travature
con le mie ossa, come
se l'avessi scialbata
col mio pallore.
La prima stanza è
deserta. La felicità
d'una volta non vi lasciò
se non coltelli affilati
per dilaniarmi".
Studio:
"La seconda stanza
è deserta. Ci sono i libri
della mia puerizia e
della mia adolescenza.
C'è il leggìo musicale
del mio fratello emigrato.
C'è il ritratto di mio padre
fanciullo col cardellino
posato sull'indice teso".
Camera del Poeta e del fratello:
"Nella terza stanza
c'è il mio letto bianco;
c'è il vecchio armadio
dipinto, con i suoi specchi
appannati e maculati;
c'è l'inginocchiatoio
di noce dove mi sedevo
in corruccio e rimanevo
ammutolito, con una
ostinazione selvaggia,
per non confessare che
mi sentivo male".
Camera della zia Maria:
"Nella quarta stanza
c'è il piccolo Gesù di cera
dentro la sua custodia
di cristallo; c'è la Madonna
dalle sette spade; ci sono
le imagini dei santi e
le reliquie raccolte
dalla sorella di mio padre
santamente morta; e ci
sono le mie preghiere,
quelle del mattino così dolci,
quelle della sera ancòra più
dolci, che per rientrare
nel mio cuore mi sfondano
il petto come se fossero
divenute le armi dell'angelo
implacabile".
Camera dei genitori:
"Tre gradini salgono
alla quinta stanza,
come tre gradini d'altare.
È piena d'ombra,
sotto la volta arcuata.
Rimbomba. Il cuore batte
le mura con l'urto cieco
del destino. Il vasto letto
la occupa, dove fui concepito
e generato. Credo di udire
dentro di me le grida
di mia madre che, quando
nacqui, non penetrarono
le mie orecchie sigillate".
Nella seconda stanza sul soffitto è raffigurata Enea dell'Eneide di cui il giovane D'Annunzio era fissato, affresco fatto realizzare dal padre come regalo per il decimo compleanno del figlio Gabriele D'Annunzio appunto.
Nella stessa stanza si possono notare anche degli spartiti musicali composti dall'amico Francesco Paolo Tosti e le cui parole erano di D'Annunzio il suo paroliere.
Basti pensare che questa è la seconda coppia compositore-paroliere più celebre della storia della musica mondiale e di quella italiana.
Comunque è evidente che con gli amici aveva legami molto più forti rispetto a quelli che aveva con i suoi fratelli.
La sua persona venne presa di ispirazione anche in Giappone da Yukio Mishima come eroe che non si fa abbattere da nulla e conseguentemente anche da Gō Nagai il creatore di Jeeg robot d'acciaio.
In altre stanze troviamo oltre a vari ritratti anche l'opera La Nave, il calco del viso e della mano del poeta, una collezione degli abiti realizzati e indossati dallo stesso D'Annunzio, infatti abiti e profumi li creava lui per sé.
Altra curiosità: ha inventato la scarpa con il tacco invisibile dentro per sembrare più alto.
Bisogna comunque specificare che al tempo l'Abruzzo delle colline e del mare narrato e rappresento da D'Annunzio e gli altri amici del Cenacolo michettiano pieno di gioia e colori era diverso dall'Abruzzo al di là delle montagne rappresentato invecein maniera triste da Patini.
Infine l'ultima stanza visitabile conserva oggetti e vestiti del periodo da soldato e bisogna ribadirlo che Gabriele D'Annunzio ha sì vinto la guerra ma l'ha vinta non con le bombe bensì con la testa e per mezzo della propaganda e del volantinaggio.
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Relatório de Visita ao Núcleo de Desenvolvimento Infantil da UFSC
(27/05/2022)
Procurando conhecer a dinâmica, cotidiano e arquitetura de um espaço de ensino infantil com método pedagógico alternativo, entramos em contato com o Núcleo de Desenvolvimento Infantil (NDI) da UFSC para que pudéssemos fazer uma visita ao local.
Ministrada pela professora e coordenadora de pesquisa e extensão Caroline Machado, a visita iniciou com uma apresentação da filosofia e método de ensino da escola, a cronologia das diferentes construções lá presentes seguido de um espaço para que tirássemos quaisquer dúvidas que tivéssemos. Após essa conversa, iniciamos a visitação propriamente dita do local.
Assim, recolhemos algumas informações gerais e espaciais:
➡ Gerais:
• O NDI é um local antigo (42 anos) que passou por mais de uma etapa de construção e ampliação.
• O local não foi construído para a faixa etária que hoje o ocupa, originalmente o espaço foi pensado somente para crianças de 0 a 3 anos e era ocupado somente pelos filhos dos docentes e trabalhadores da Universidade. Hoje, após algumas expansões e reformas, o espaço é ocupado por 212 crianças de 0 a 6 anos de idade , 106 em cada período, que são selecionadas por sorteio aberto à toda a comunidade.
• Apesar da inscrição do sorteio ser aberto à todos, a seleção ainda não possui sistema de cotas afirmativas e são poucas as pessoas de fora do ambiente da Universidade que efetivamente sabem e se inscrevem.
• O método de ensino e aplicação pedagógica da escola é, em geral, experimental e livre para cada professor, entretanto, possui perspectiva teórica principal pautada na Teoria Histórico Cultural.
• A presença e convivência familiar no local, além de perceptível, foi muito frisado pela Professora. Ao contrário de escolas comuns, nas quais os pais deixam os seus filhos e apenas os buscam no final do dia, no NDI a família do estudante é apoiada a interagir dentro do local e a participar das atividades dentro do local.
➡ Espaciais:
• O primeiro espaço construído do local foi o volume que se encontra logo na entrada, hoje voltado para os alunos de 0 a 3 anos. Abriga também o refeitório, biblioteca e salas improvisadas da parte administrativa e arquivo. Já o prédio mais novo abriga a os alunos de 3 a 6 anos, uma quadra e um auditório.
• Em razão da expansão da faixa etária contemplada, e da época em que a maior parte do espaço foi projetada, em diversas situações, há a necessidade de adaptação do espaço para que as atividades propostas ao alunos sejam ministradas.
• Há também a problemática de que alguns espaços se mostram restritivos e super protetores para as crianças. Carol nos ressaltou a altura das janelas como um problema que ele gostaria de resolver: janelas altas não possibilitam a crianças enxergar a área externa às salas de aula, situaç��o que ocorre no NDI.
• Os espaços voltados aos trabalhadores é pequeno e improvisado.
• O acesso e uso do espaço por pessoas com deficiência motora se mostra muito difícil e em muitos casos até impossível.
Assim, ao final da visita, decidimos que nossa intervenção no projeto da disciplina seria na forma de uma expansão para o NDI. Um espaço acessível em que sejam ministradas aulas para crianças na faixa etária de 3 a 6 anos que se adapte melhor às necessidades deles, além de uma parte voltada também para a integração dos próprios professores.
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