CAREZZA DEL VENTO
09 / 11 / 2.000
Per abitudine e per convenienza non porto orologi di nessun genere; da bambina sono stata costretta a vivere senza misurare il tempo in maniera artificiale e ho imparato ad afferrare il presente per quello che è e per quello che ti dà.
Il passato e il futuro sono inaffidabili compagni nel viaggio della vita, perché con molto “savoir faire” ti servono come antipasto l’angoscia e…
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CAREZZA DEL VENTO
02 / 11 / 2.000
Alla stazione di Venezia ho incontrato una donna anziana, una vecchia: il termine “vecchia” è più significativo perché è carico di odio e di disprezzo.
Era una donna veramente vecchia con la colonna vertebrale ridotta a punto interrogativo e arrancava tutta storta con una borsetta bianca stile anni venti, un vero reperto d’antiquariato che ho visto negli armadi di maman Immé;…
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CAREZZA DEL VENTO
26 / 10 / 2.000
Ieri mattina passeggiando in Canaregio, nei pressi della chiesa di santa Lucia, ho sentito una voce maschile che mi chiamava: “signora Tirindelli, signora Tirindelli, signora Tirindelli !”
Ho avuto all’improvviso la sgradevole sensazione di essere una sporca negra opportunamente riciclata nella perbene signora Tirindelli, una vera signora.
Notevolmente irritata mi sono girata e ho…
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CAREZZA DEL VENTO
19 / 10 / 2.000
E’ bello ricordare il tempo passato.
Rovistare nei cassetti della memoria ha un fascino particolare; il bene e il male, la gioia e il dolore, il dritto e il rovescio, il nord e il sud, tutti gli opposti e tutte le contraddizioni assumono la giusta collocazione e il degno rilievo.
I ricordi riempiono il sacco dell’esistenza e sostengono ogni persona con i mille dettagli che li…
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CAREZZA DEL VENTO
12 / 10 / 2.000
I deboli sono il pasto dei forti; “ubi maior, minor cessat”, diceva sempre maman Immé al povero medico di famiglia quando a suon di milioni arrivava da Milano il grande professore per diagnosticarle ancora una volta gli stessi mali e per cambiarle soltanto la combinazione dei farmaci.
Maman Immé soffriva di disturbi cardiocircolatori e di una terribile artrosi alle gambe che la…
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CAREZZA DEL VENTO
05 / 10 / 2.000
Per tutta la settimana sono stata angosciata da questa immagine: lo sguardo implorante di Mutu.
Questa scena non mi ha abbandonato un solo istante del giorno e della notte.
Come se tutto questo non bastasse, stamattina ho rivisto Mutu al supermercato negli occhi pieni di pianto di un bambino negro che chiedeva una scatola di cioccolatini alla madre, altrettanto negra e povera come…
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CAREZZA DEL VENTO
28 / 09 / 2.000
Ieri, durante il pranzo, il generale Biagio Tirindelli, mio marito per intenderci, ricordava che ai disertori era comminata in tempo di guerra e con processo immediato la pena di morte per fucilazione e si vantava di aver dato egli stesso in alcuni casi l’ordine di sparare sia da giovane tenente nel deserto durante la compagna d’Etiopia e sia da affermato capitano nelle verdi…
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CAREZZA DEL VENTO
21 / 09 / 2.000
Ho sofferto moltissimo durante questa settimana; il pensiero della morte mi ha seguito dappertutto, mi ha sempre ossessionato e, del resto, non poteva essere diversamente perché quello che hai dentro viene fuori prima o poi, non ti risparmia, anzi, ti logora di volta in volta e con gli interessi raddoppiati.
Io sono piena di morte.
Io sono stata sempre incinta di morte: uno…
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CAREZZA DEL VENTO
14 / 09 / 2.000
Raggiungere il suo studio ogni settimana diventerà per me un rito estremamente gradevole, nonostante la ripetitività; mi piace pensare che di giovedì in giovedì alle ore otto e venti attraverserò il ponte delle Guglie, arriverò alla stazione santa Lucia, mi fermerò all’edicola di Nane per prendere “La nuova Venezia”, acquisterò il biglietto, l’oblitererò, prenderò il treno delle…
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CAREZZA DEL VENTO
PIEVE DI SOLIGO – 07 / 09 / 2.000 – ORE 15,15
Buongiorno dottore, chiedo umilmente scusa per il ritardo, ma il tassista non riusciva a trovare la strada del suo studio.
Mi chiamo Jasmine Ainé in Tirindelli, ma il mio vero nome è Ascingha e in lingua italiana si può tradurre con una certa approssimazione “carezza del vento”.
Come ha visto la mia pelle è nera e le mie labbra sono pronunciate come…
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LA STELLA BUONA
Nato sotto una buona stella,
Venere postbellica,
antinglese e antitedesca,
filoamericana e tanto yankee,
mi ritrovo sulla testa Orione e la sua oscena clessidra
che mi segna il tempo
e mi segue in ogni passo
dentro questo giardino arabo babilonese,
pensile e terracqueo,
suburbano e scavezzacollo sul vallone di Anapo,
l’amante di Ciane,
quella del papiro egiziano sulla fonte,
ultima mia dimora di…
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QUISQUIGLIE
“Quisquiglie, quisquiglie”:
gridava l’uomo dei gelati.
Ero già alla fine del mese,
ma l’influenza entrò nei miei polmoni
con il fiato in gola di colei
che ancora oggi ricorda
quando si è sentita donna,
madre e figlia in due colpi sparati in basso e in alto,
come la grappa che si snappa dalle mie parti
accompagnata allo strudel al dolce sapore di mela.
Scrivimi in francese di quelle volte,
perché…
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LA SOLITUDINE
Sono solo ormai.
Anche se sono ancora giovane,
sono solo ormai.
Credimi,
non c’è più nessuno accanto a me,
non ho più nessuno vicino a me.
L’ultimo uomo è andato via
lasciandomi più solo di prima,
più solo che mai.
L’ultima donna è andata via
lasciandomi più solo di prima,
più solo che mai.
Allora mi sono ricordato di te,
di te che, quando chiedevi, chiedevi troppo
e sapevi che chiedevi…
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SIGNORINELLA
ATTO QUINTO
“Negli occhi tuoi passavano
una speranza, un sogno e una carezza,
avevi un nome che non si dimentica,
un nome lungo e breve: Giovinezza.”
Occhi,
specchio del Nulla contingente ed eterno,
Giacono e Friedrich,
Arturo e Jean Paul,
gemme da vetrinetta in radica nel salotto di mia madre,
uomo senza speme,
maschio senza sogno,
corpo senza pelle,
oblio del nirvana,
atarassia dello stoico…
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SIGNORINELLA
ATTO QUARTO
“Bei tempi di baldoria,
dolce felicità fatta di niente,
brindisi coi bicchieri colmi d’acqua
al nostro amore povero e innocente.”
Eravamo poco baldi
per far la giusta baldoria,
eravamo sciocchi e incontinenti.
I padri ci avevano castrato,
le madri ci avevan troppo amato,
le nonne lavavano i piatti dopo il parco pranzo:
ditalini rigati con la salsa e patate fritte una per…
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SIGNORINELLA
ATTO TERZO
“Amore mio, non ti ricordi
che nel dirmi addio
mi mettesti all’occhiello una pansè,
poi mi dicesti con la voce tremula:
non ti scordar di me.”
Addio, addio, addio.
A dio, a dio, a dio.
Addio alle armi,
addio al mondo crudele,
mio dio,
devo partire,
all’uopo ho pulito il mio viso di pagliaccio
e ho reso il mio cuore di ghiaccio
per scordarmi di chi mi ha tradito
mettendomi in culo la…
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TITA ERA MIA MADRE
Nata sotto una buona stella egiziana
nella città di Alessandro il Grande
da un padre uccisor di vacche,
ucceri da ucciaria,
vucceri da vucciaria,
macellaio da macello,
da una madre maestra mancata,
donna condannata ai parti e vocata alla famiglia,
negligenter et frigide,
tu,
mea dulcissima mater,
madonna delle mie brame e del mio reame,
sei venuta al mondo e alla Storia,
seconda di dieci figli e…
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