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frugiperda · 3 years
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John Green, Looking for Alaska
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frugiperda · 3 years
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Vladimir Nabokov, Lolita
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frugiperda · 3 years
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Cormar McCarthy, La strada
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frugiperda · 3 years
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Vladimir Nabokov, Lolita
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frugiperda · 3 years
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Que je croie; que tu croies; qu’il ou elle croie.
John Green, Looking for Alaska
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frugiperda · 3 years
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Svevo, La coscienza di Zeno
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frugiperda · 3 years
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Non parlavamo molto. Ma non ne avevamo bisogno.
John Green, Looking for Alaska
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frugiperda · 3 years
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Vladimir Nabokov, Lolita
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frugiperda · 3 years
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Mi chiedo se ci sia più peccato nel seguire quello che sento o nell'ipocrisia di vivere ciò che non sono.
Fabio Volo (via frugiperda)
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frugiperda · 3 years
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Mentre la contentezza è una cosa a cui ci si può “allenare”, che si può coltivare e vivere anche a lungo, la felicità è un picco, un guizzo, uno stato d'animo non programmabile e non “dilatabile” nel tempo.
Willy Pasini (via frugiperda)
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frugiperda · 3 years
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Cathleen Schine, La lettera d’amore
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frugiperda · 3 years
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Fausto Pirandello, Riflessioni sull’arte
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frugiperda · 3 years
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Ma il bambino la sapeva lunga. E sapeva che mai è l'assenza di qualsiasi tempo.
Cormar McCarthy, La strada (via frugiperda)
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frugiperda · 3 years
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Scheler, Ordo amoris
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frugiperda · 3 years
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Nathaniel Branden, I sei pilastri dell'autostima
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frugiperda · 3 years
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Regina José Galindo alla biennale di Venezia 2005 porta questa performance sonora (279) Golpes. Chiusa all’interno di questo cubo, l’artista si dà un colpo per ogni donna morta in Guatemala dal primo Gennaio al 9 Giugno di quell’anno. L’audio viene amplificato in modo che si senta al di fuori di tale cubo.
Concettualmente mi sembra una cosa potentissima, mi fa pensare a chi si infligge dolore per espiare i peccati, ma dal mio ignorante punto di vista penso sia fondamentale l’idea della donna (Regina) che si trova privata di un pezzo della propria dignità, libertà e sicurezza  per ogni donna che viene ammazzata.
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frugiperda · 3 years
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Vorrei portare alla vostra attenzione Franca Rame, grande donna, di cui la mia professoressa di teatro contemporaneo ci ha parlato in occasione della festa della donna. Di questo video sono riuscita a guardare solo pochi minuti perché mi viene la nausea e inizio a sudare freddo perché mi immedesimo in lei e non ce la faccio ad andare avanti perché sto proprio male fisicamente, però spero voi riusciate a guardarlo.
Scrisse questo monologo nel 1975, anni in cui si parlava davvero poco di violenza sessuale, dopo esserne stata vittima nel ‘73. 
Questo per esprimere la mia idea: smettere di pensare alle mimose per concentrarsi su piaghe ben più grandi che affliggono la nostra società, che affliggono noi.
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