Tumgik
#Il Più Pazzo
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Ma non lo vedi che siamo solo occasioni, e, nella maggior parte, pure delusioni.
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bat-the-misfit · 1 year
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Sei fuori di testa
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GRAZIEEEEE FACCIO IL MIO MEGLIO OGNI GIORNO
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goldsainz · 8 months
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ART DECO — one shot.
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pairing: charles leclerc x reader
MASTERLIST.
taglist: @lorarri @lpab @whatthefuckerr @noncannonships @lunnnix @elliegrey2803 @schumacheer @saintslewis @leoramage @ellswilliams @toomuchdelusion @anthonykatebridgerton @enhacolor @gulabjamoon @woweewoowa @forza55
request: “📀 — "art deco" by Lana Del Rey + Charles Leclerc please?”
NOTE: this has some drinking mentions, so if you don’t feel comfortable with that pls don’t read! cant believe carlos got pole in monza… the chances of ferrari actually getting a 1-2 are higher so yk what maybe this fic could become somewhat less fictional! MONZA IS FOR THE DREAMERS🙏
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yourusername partay in italay
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charlesfan1 charles teach us your ways🙏
ynfan1 suddenly i’m gay
charles_leclerc You drunk enough for the both of us
⤷ yourusername i regret everything
ynfan2 now i wanna go out too
ynfan3 this weekend better give her a reason to party too
pierregasly How’s the hungover?
⤷ yourusername made me consider never drinking again
charlesfan2 as a tifosi i’m glad charles’s good luck charm is here
charlesfan3 i wish i looked that good after getting drunk
charlesfan4 not her partying when it’s race week
⤷ ynfan4 not u being pressed when charles was right there with her😭
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charles.jpg pasta con il mio amore
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yourusername l'amore della mia vita the love of my life
⤷ charles_leclerc Sono pazzo di te I’m crazy about you
⤷ carlossainz55 Stop pretending you speak italian, Y/N🙄
⤷ yourusername i speak more than you for sure. and i don’t drive for ferrari.
⤷ carlossainz55 Too far.
leclerc_pascale ❤️
⤷ charles.jpg Je t'aime tellement maman I love you so much mum
⤷ yourusername tu nous manques énormément 🫶 we miss you very much
pierregasly Ohhh italian 🤌🤌
⤷ charles.jpg Zitto Shut up
⤷ pierregasly 🤨
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yourusername red party because FERRARI WON!!!!
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charlesfan31 i just love the caption only being about ferrari winning😭 she’s just like me fr
charlesfan32 the tifosi celebrating was insane actually
charles_leclerc Il mio più grande sostenitore ❤️ My biggest supporter
⤷ yourusername ti amo per sempre!!! i love you forever
ynfan31 don’t even watch f1 but i’m crying for them
charlesfan33 forget charles i want her
charlesfan34 Y/N YOU NEED TO COME TO MORE RACES!!
⤷ yourusername I WILL!!!
⤷ charlesfan34 every tifosi in the world just cheered
ynfan32 oh she ate
charlesfan35 bro i’m in love with her
ynfan33 ONE CHANCE. ALL I NEED.
ynfan34 red is so her colour!!!! ferrari pls get more 1-2 races🙏
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yourusername a little party never hurt no one!
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charles_leclerc It hurts us… but whatever you say, mon amour
⤷ yourusername shhhhh
ynfan41 that blanket looks so comfy
ynfan42 i just know that sleep slapped
charlesfan41 honestly think they could’ve partied more but they stopped bc they would’ve collapsed
⤷ yourusername trust the party hasn’t stopped, we’re just moving it💪
⤷ carlossainz55 We’re partying until the next race!
⤷ yourusername THAT’S WHAT I LIKE TO HEAR CARLITOS
ynfan43 who knows the next time there will be a ferrari 1-2😭
charlesfan42 if i were them i would party 24/7
ynfan44 LOOK AT HOW CHARLES LOOKS AT HER THO
charlesfan43 i just know charles is a great cuddler
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surfer-osa · 22 days
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Oggi compie 14 anni il cane più buono, affettuoso e pazzo della mia vita. Caro Pablo (per le zie anziane Plabo o Palbo), ne abbiamo viste parecchie assieme. Tu continua a ripararti tra le mie gambe come se fossi un microscopico cucciolo di chihuahua e non un colosso di 37 kg. È sempre un privilegio potermi fregiare della tua amicizia e, talvolta, usarti come leggio.
P.s.: @kon-igi chiede gentilmente Pablo a quando le prossime carezzine?
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sofysta · 4 months
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È accaduto un fatto bruttissimo qualche giorno fa qui a Palermo. Un uomo ha legato il suo cane ad un palo vicino una villa comunale per poi dargli fuoco, si bruciandolo vivo. Dopo ore e qualche giorno di agonia e nonostante le cure tempestive dei veterinai, il povero canuzzo è morto. È morto dolorante e triste sapendo che quel padrone che lui tanto amava non lo desiderava più. Non c'è fine più atroce per un cane. Davvero la peggiore.
Aron non c'è l'ha fatta anche se ha tanto lottato come un guerriero
Non gli auguro di venire arrestato, multato o meno peggio preso per pazzo ( come molti stanno pensando), ti auguro solo la stessa fine tra le fiamme. Il Karma sta lavorando.
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smokingago · 6 months
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🍀
Non tutti possono avere la fortuna di stare con una donna difficile. Fortuna sì, perché le donne difficili sono come l’acqua pulita di una cascata, sono forti, brillanti, sincere. Le donne difficili non si accontentano, sanno essere crudeli quanto il diavolo e amabili come il più bello degli angeli.
Scappano spesso, urlano spesso, fanno fatica a guardarti negli occhi … sempre.
Sono difficili perché sono astute, furbe, incontrollabili, se sanno di sapere è la fine, se sanno che tu non sai cosa sanno è la fine. Hanno gli occhi quasi sempre tristi, quasi sempre felici, quasi sempre entrambe le cose.
Sanno amare, ma amare duro, amare forte, non le puoi fermare quando amano, come non puoi fermare una tempesta quando arriva.
Avere affianco questo tipo di donna vuol dire vendersi l’anima al diavolo, vuol dire abbracciare la pazzia, perché è pazzo che ti fanno diventare.
Poi ti guardi indietro e pensi che forse senza è meglio, senza è più tranquillo, senza è serenità.
C’è chi le abbandona questo tipo di donne, chi se ne và …. ma posso garantirvi che non c’è chi le dimentica … perché sono tremendamente belle, complicate, e insostituibili.
Direi che insostituibili sia la parola chiave.
Cit.
#smokingago
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1vidapoeticando · 2 months
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Ainda que todos me achem louca...Serei sempre eu mesma...Não ligo para pessoas que sentem vontade de fazer e estar no seu lugar, mas não tem coragem de ser elas mesmas...A alegria verdadeira, é aquela que você tem a liberdade de ser e se expressar sem se preocupar com oque vão dizer de você...Se ame você é o projeto de Deus mais perfeito que existe...
A pesar de que todo el mundo piensa que estoy loco... Siempre seré yo mismo... No me importan las personas que tienen ganas de ponerse en su lugar, pero no tienen el coraje de ser ellas mismas... La verdadera alegría es aquella en la que tienes la libertad de estar y expresarte sin preocuparte por lo que la gente dirá de ti... Si te amas a ti mismo, es el plan más perfecto de Dios que existe...
Anche se tutti pensano che io sia pazzo... Sarò sempre me stesso... Non mi interessano le persone che hanno voglia di fare e di essere nei loro panni, ma non hanno il coraggio di essere se stesse... La vera gioia è quella in cui hai la libertà di essere ed esprimerti senza preoccuparti di ciò che la gente dirà di te... Se ami te stesso, è il piano più perfetto di Dio che esista...
Même si tout le monde pense que je suis folle... Je serai toujours moi-même... Je me fiche des gens qui ont envie de faire et d’être à leur place, mais qui n’ont pas le courage d’être eux-mêmes... La vraie joie est celle où vous avez la liberté d’être et de vous exprimer sans vous soucier de ce que les gens diront de vous... Si tu t’aimes toi-même, c’est le plan le plus parfait de Dieu qui existe...
Even though everyone thinks I'm crazy... I will always be myself... I don't care about people who feel like doing and being in their shoes, but don't have the courage to be themselves... True joy is the one where you have the freedom to be and express yourself without worrying about what people will say about you... If you love yourself, it is God's most perfect plan that exists...
Herkes deli olduğumu düşünse de... Her zaman kendim olacağım... Yapmak ve kendi yerinde olmak isteyen ama kendileri olmaya cesaret edemeyen insanlar umurumda değil... Gerçek neşe, insanların sizin hakkınızda ne söyleyeceği konusunda endişelenmeden kendinizi ifade etme ve ifade etme özgürlüğüne sahip olduğunuz yerdir... Kendinizi seviyorsanız, bu Tanrı'nın var olan en mükemmel planıdır...
Fonte: 1Vidapoeticando 🌺🍃
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lamiaprigione · 1 month
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Non avrei mai pensato di trovarmi nella situazione di colui che non comprende e non empatizza con un depresso, e quindi eccomi: confesso a dio onnipotente che ho peccato. C'è un'età per tutto, penso, e arrivati oltre i trenta non tollero più chi smette di vivere e si blinda in casa pur di non affrontare un problema e conservare quel briciolo di apparenza. Adesso mi interessa unicamente circondarmi di persone che hanno il potere di far accadere le cose per il solo fatto di pensarle. C’è del misticismo in questo, il mio bisogno di consolazione.
Quando torno da te penso alla strada che percorrevo per andare a casa di Valentina 13 anni fa, avevo da poco la patente, correvo come un pazzo, i cd masterizzati alla radio. Allora il giro di compagnie era diverso, il marzo più caldo che io ricordi, ogni weekend una grigliata. Mi ero preso una pausa, poi tre anni di scuse, e poi di nuovo una pausa. Gli altri andavano avanti e io non accettavo che le cose potessero cambiare. Ero così pazzo che nemmeno tenevo alla vita. Scopro ora che anche Vale è diventata madre, ne veste i panni con grande naturalezza, del resto fu lei che mi rimase accanto la notte della mia sbronza più forte.
Poi passarono otto anni, nel mezzo scoprii me stesso. Ero felice di avere un impiego ma allo stesso tempo alimentavo la mia tristezza convincendomi di essere triste, temendo altrimenti di non riuscire a scrivere. Per uscirne bastò scoprire che là fuori c'era il sole e se non lo vedevo sapevo comunque che c'era, e sapere che c'era il sole era già tutta una vita. Come chi smette di fumare odia chi fuma, confesso a dio onnipotente di odiare un depresso. Quando cercano di propinarmi quei libri motivazionali per diventare veri leader sorrido e penso che non hanno avuto la fortuna di leggere tutto Hemingway e Dostoevskij.
Dio Onnipotente, voglio essere onesto. Ti farò una proposta. Fai di me un grande scrittore e io tornerò alla Chiesa.
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Non sono umano, vengo dallo spazio, giro con la maglia con su scritto: "Succhiatemi il cazzo".
Il Più Pazzo(Fabri Fibra).
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crazy-so-na-sega · 4 months
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cosa resta della nostra singolarità?
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L'umanità e la massa sono due cose molto diverse, vale a dire questa massa di esseri che hanno cessato di essere creature umane, per diventare oggetti numerati, fabbricati in serie, modellati sullo stampo di un'istruzione standardizzata, stipati negli uffici o nelle fabbriche, che giudicano, ogni giorno, secondo notizie uniche emesse da un centro sconosciuto. Mentre l'artista è il Singolare per eccellenza, il pazzo che grazie alla sua demenza, alla sua incapacità di adattarsi, nella sua rivolta conservò dentro di sé i valori più preziosi dell'essere umano. Non importa se a volte esagera o arriva al punto di tagliarsi l'orecchio! Anche così, in manicomio, sarà più vicino a ciò che è l'uomo, che a un impiegato in fondo a un ministero.
E. Sabato - Uomini e ingranaggi
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orotrasparente · 8 months
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ho letto, purtroppo, di un’ennesimo caso di stupro di gruppo - stavolta a napoli, la mia casa nel bene o nel male - e stavolta si parla di vera e propria pedofilia (le vittime sono due bambine di 13 anni) il che è ancora più folle, lo so ultimamente parlo spesso di questo tema e so che per molti potrei essere pesante ma io sono davvero stanco, pieno, esausto, del fatto che lì fuori tutto funziona al contrario, è folle, assurdo, drammatico quello che si sta dicendo in questi giorni, la verità è che io ho paura delle persone perché questo mondo non è altro che espressione della cattiveria umana e pensare che un ragazzo di 19 anni possa violare delle bambine per me è solo l’ennesima espressione di un fallimento: ho fallito io, avete fallito voi, abbiamo fallito tutti, si è andati oltre il limite da molto tempo ormai e non c’è se o ma che tenga, non c’è “io non sono come loro” che tenga, non c’è “ma era squilibrato, era pazzo, lei l’ha provocato, era vestita da poco di buono” che possa resistere dinanzi a questo schifo
io ho 25 anni e sono uscito centinaia di volte in un gruppo di sole ragazze in cui ero l’unico maschio, nessuna di loro (mie amiche) mi ha drogato, fatto ubriacare, nessuna mi ha portato in un capannone, in una grotta, in una spiaggia o in una casa, nessuna mi ha messo la mano sul pacco contro il mio volere e non voglio che il contrario accada alla donna che amo, a una mia amica, a una mia parente o a chiunque altra ragazza che io abbia incrociato o meno
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diceriadelluntore · 4 months
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Storia Di Musica #309 - Led Zeppelin, Led Zeppelin, 1969
Come iniziare un nuovo anno di storie musicali? Si inizia con la scelta di 4 dischi che portano lo stesso nome dei loro autori, 4 band molto differenti tra loro, alcune famosissime, altre molto di meno (la scoperta di grandi dischi da artisti sconosciuti vorrei fosse una sorta di cardine di tutte le scelte del 2024). La Storia di Musica della prima domenica di gennaio 2024 parte con un modo di dire inglese: Go over like a lead ballon, che significa “è fallito del tutto” perché un lead ballon è un palloncino di piombo che ovviamente non può volare. Leggenda vuole che fu questo detto ad ispirare Keith Moon e John Entwistle, che suggerirono a Jimmy Page il nome per quella che diventerà una delle più formidabili formazioni di sempre: i Led Zeppelin. La storia è piuttosto nota: Page entra nel 1966 negli Yardbirds (già di Eric Clapton) come seconda chitarra di Jeff Beck. La band era già allo sfascio, e Page aveva intenzione di formare una nuova band con Moon ed Entewinstle. I tre con Jeff Beck registrano la storica Beck’s Bolero, registrata nel Maggio del 1966 ma pubblicata come singolo solo mesi più tardi, nel Marzo del 1967, brano fenomenale ma dalla storia travagliatissima, tra cui una intricata questione di diritti d’autore. Page, titolare del nome Yardbirds, prende accordi come leader degli Yardbirds per un mini tour in Scandinavia, ma nessuno dei suoi compagni accetta. Ne trova di altri: convince un session man mago delle tastiere, John Paul Jones, nel progetto, e tramite l’ex cantante degli Yardbirds Chris Dreja (che nel frattempo si è dato alla fotografia) assolda un biondo cantante, Robert Plant, che si porta con sé un batterista un po’ pazzo, John Bonham. È il 1968. Nascono così i Led Zeppelin (scritto così per non confondere il lead “piombo” con il lead “guidare”).
Senza nemmeno un po’ di gavetta registrano in 36 ore, sotto la guida del grande ingegnere del suono e produttore Glys Johns per poco più di 1700 sterline il loro primo, omonimo album per la Atlantic Records (fa più impressione il dato temporale che quello economico, 1700 sterline del 1968 sono 35 mila di adesso). E bastano: Led Zeppelin esce il 12 gennaio 1969 e diviene uno dei 10 album di debutto più belli ed importanti della musica rock. Venderà decine di milioni di dischi e manda in orbita, forse quasi troppo velocemente, il dirigibile più famoso del rock. In copertina mettono l’incidente del dirigibile Zeppelin LZ 129 Hindenburg avvenuto il 6 maggio 1937 nel New Jersey (vicenda leggendaria, su cui aleggia un complotto internazionale e non l’ufficiale incidente aereo). I 4 partono dal furente suono del british blues, ma arrivano dove nessuno si era mai spinto: rifanno due classici del blues, I Can’t Quit You Baby (eccezionale, caldissima e stupenda) e You Shook Me di Willie Dixon, e prendono da Jack Holmes Dazed And Confused (che nei live diverrà infinita con medley di altri classici della Musica del Delta). Per capire il suono Zeppelin e la sua travolgente natura, basta capire come strutturano il suono di una canzone tutto sommato banale come Good Times Bad Times. Your Time Is Gonna Come è quasi corale, come la veloce How Many More Times. Black Mountain Side è uno strumentale acustico in cui Page rincorre la maestria del fingerpicking di Bert Jansch, allora in auge con i superbi Pentagle. Communication Breakdown diviene un altro classico, con il suo stile particolare: parte blues, poi sale con l’intensità della voce di Plant e diviene furiosa ed accesa, e per molti è la nascita dell’hard rock. Gemma dell’album è però Babe I’m Gonna Leave You: presa da Joan Baez, in realtà la canzone, accreditata come traditional, è dalla folksinger inglese Anne Bredon (che fu ricompensata con un cospicuo assegno dalla band una volta risolto il mistero). Plant canta babe come mai nessuno più farà, la canzone ha un intro acustico ma poi esplode nel nuovo suono elettrico e potente, diviene struggente, torbida, assolutamente memorabile.
Questo fu il primo episodio di un modo di “gestire” le ispirazioni da altre canzoni che fece scuola, e si potrebbe aprire un dibattito infinito sulla loro musica. Per alcuni (pochini, va sottolineato) il loro rock blues portato all'estremo, con la chitarra rivoluzionaria di Page (che influenzerà 3 generazioni di chitarristi), il bombardamento ritmico di Bohnam (davvero feroce), l’elegante e mai invasivo tessuto sonoro di Jones (che suona basso e tastiere) e la voce, straordinaria e incantatrice di Plant, non è niente di così innovativo. Per altri (la stragrande maggioranza degli appassionati) il loro suono, le idee, la maestria tecnica dei musicisti e l’alone leggendario che la band riesce a costruire su di sé, li pongono ai vertici assoluti della storia del rock, ne fanno i padri putativi dell’Hard Rock (con i coevi Deep Purple), e la loro genialità è dimostrata dalle future evoluzioni stilistiche e musicali. È innegabile però che per farlo saccheggiarono un po’ dovunque, dal blues del Delta a quello urbano di Chicago, spesso non accreditandolo sui dischi, con picchi assoluti di sorrisetti ironici (tipo il caso di Stairway To Heaven per l’intro uguale ad una canzone degli Spirit, Taurus, caso che finirà addirittura in tribunale con la vittoria di Page e Plant, sebbene lo stesso tribunale ne riconosce le somiglianze). All’epoca era prassi comune raccogliere i semi del blues e riadattarli nel suono, un po’ per convenienze e un po’ perché non esistevano le normative precise e puntuali che esistono oggi sui diritti d’autore (molti altri, tra cui i Rolling Stones, furono protagonisti di episodi analoghi). Il successo dei Led Zeppelin amplificò la questione: il problema fu molte volte la paternità delle musiche, spesso passate come traditional (vedi il caso della canzone della Bredon) e quindi non riconducibili ad un artista detentore dei diritti. In tutti i casi di presunta usurpazione di diritti altrui, hanno sempre pagato i richiedenti ufficiali. Quelli che li accusano di scarsa inventiva, sinceramente non li hanno mai ascoltati: nessuno prima di loro suonava così, probabilmente sono tra le band più imitate in assoluto, saranno centinaia quelli che dopo vorranno suonare come loro. E rivoluzionarono anche altri aspetti del mondo del rock: l'andare in tour, i rapporti con le case discografiche, con i promoter, persino con le radio: ruolo centrale lo ebbe in ciò il loro manager Peter Grant, un gigante di stazza e di potere, passato alla storia anche per i modi tutt'altro che amichevoli con cui convinceva i gestori dei locali o chiunque potesse danneggiare il gruppo a farla finita. Un’ultima curiosità: con il crescente successo, una discendente dei Von Zeppelin citò la band per uso improprio del nome, e per un unico, storico concerto a Copenaghen la band si presentò come The Nobs. Poi però tornarono ad essere quel dirigibile di piombo che volava altissimo.
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(…)
ho cominciato a baciarla prima ancora di chiudere la porta, con un piede. Sembrava che volessi sbranarla, divorarla, mangiarla di baci. Le ho sciolto la coda e le ho tirato i capelli indietro per avere tutto il suo collo da mordere e baciare. Le ho baciato le spalle, le labbra, il viso. Volevo far l'amore lì, in piedi, perchè la voglia di lei era più urgente di tutto. Più delle buone maniere, più delle domande. Non volevo essere gentile, educato, rispettoso. Volevo conoscesse subito l'animale che mi portavo dentro. E io volevo l'altra lei, quella, che forse aveva imparato a non mostrare per non farsi giudicare da uomini stupidi e limitati. La volevo femmina fino in fondo. La volevo donna, e la volevo subito. Per questo non la guardavo con occhi adoranti e non le parlavo con voce tremante per l'emozione di averla lì. No. Non in quel momento. Niente indugi, nessuna gentilezza in quel nostro inizio. Niente frasi dolci, niente lenzuola profumate e letti morbidi, ma muri freddi ed il rumore degli oggetti che cadono, e ansimi incisi con le unghie. Nemmeno una carezza. Quelle le conservavo per dopo, quando tutto fosse finito. Ed erano tante le carezze che volevo darle perché io ero già pazzo di lei. Le conservavo come il dolce a fine pasto.
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Fabio Volo
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perché ami tanto leggere?
Viviamo in una realtà in cui i sentimenti sono stati stirati e appiattiti. Non siamo più in grado di commuoverci per un quadro. Di perderci nella bellezza racchiusa in una poesia. E talvolta la mia sensibilità mi sembra ingombrante, come un giaccone di troppe taglie in più della mia. Mi rende goffa, impacciata, terribilmente strana agli occhi degli altri.
E allora io fuggo nei libri, fra l’inchiostro e la carta, lì, sepolta nel fruscio leggero delle pagine, mi permetto di essere vulnerabile, senza temere di essere ferita. Trafitta senza ricevere nemmeno una parola gentile. O uno sguardo pieno di vergogna per la crudeltà con cui sono stata trattata.
Leggo per ricordarmi che esiste ancora un posto nel mondo in cui possiamo scioglierci nelle nostre debolezze senza essere distrutti ma, al contrario, ricomposti.
E mi ritrovo a danzare fra i frammenti di Saffo, quando ancora le parole avevano un peso, e le emozioni incastonate al loro interno vibravano con un’intensità tale che bisognava inciderle nella pietra, affinché potessero eternarsi nei secoli a venire, e perdurare incorrotti in quelli passati.
Mi ritrovo nel buon Patroclo, che per Achille scese in battaglia indossando la sua armatura, anche se non sapeva combattere.
E i polsi mi tremano, quando leggo di quella passione che portò Paolo a baciare Francesca, e nonostante fosse peccato nemmeno le forze degli inferi seppero scindere ciò che li univa.
E non é forse, il mio silenzio, medesimo a quello di Leopardi, che sempre si limitò, solo, ad amare silvia dalla sommità della sua finestra, componendo in segreto per lei, su lei?
Oh, e quanto bramo qualcuno che mi dedichi le parole che Montale scrisse per la moglie Drusilla!
E quasi disperata, affannata, cerco di scorgere almeno un lontano e flebile bagliore dell’affetto che Theo nutrì per suo fratello Vincent Van Gogh. Incorruttibile, sincero, vero, anche e soprattutto quando tutti gli altri lo considerarono solo un povero pazzo da internare… lui non mise mai in dubbio la bontà del suo animo.
E leggo perché adesso, quando guardo un tramonto, mi vengono in mente tutti quelli che guardava il Piccolo Principe, e questo fa sentire me meno sola.
E quando il mio cuore si é spezzato, coi singhiozzi che mi risalivano alla gola e gli occhi che si scioglievano nel bollore delle lacrime, sorreggendomi al muro mentre le ginocchia non riuscivano più a reggermi, non ho forse avuto anche io i fiori intrecciati nei capelli come Ofelia, quando si é uccisa perché convinta che Amleto non la ricambiasse? Il mio stomaco non si contorse forse come quello di Didone, quando si lasciò cadere sulla spada di Enea, perché la morte le sembrava così dolce e invitante, rispetto al dolore angosciante di una lunga esistenza priva di lui, tormentata dai fantasmi dei suoi ricordi, e della consapevolezza schiacciante, opprimente, che lui non scelse lei?
E quando qualcosa ci fa sentire così bene, non é forse giusto combattere con tutto ciò che abbiamo, come Romeo e Giulietta combatterono contro le loro famiglie; il loro stesso nome e il loro stesso sangue… pur di stare assieme?
L’amore puro, senza schemi e senza leggi, irrazionale… così come molti giudicarono l’azione di Darcy quando chiese la mano ad Elizabeth, nonostante lei appartenesse ad un ceto sociale inferiore?!
E quando vogliamo andare alle feste solo per vedere lui, o lei, non ci stiamo forse comportando come Gatsby, che organizzò feste su feste solo per poter vedere Daisy, almeno una volta?
O quando ci siamo guardati allo specchio e non siamo stati in grado di riconoscere il nostro riflesso, dopo tutto quello che abbiamo fatto… come se fossimo impazziti, perso letteralmente il senno come accadde a Orlando per angelica quando scoprì che lei preferì un umile fante a lui, prode paladino?
Leggo, perché anche io spero di trovare qualcuno che scelga di lottare per me, come Renzo lottò per Lucia. Che mi aspetti, come Penelope attese Ulisse, senza mai cedere alle lusinghe dei Proci. Che mi riconosca, a dispetto del tempo e dello spazio, come il vecchio Argo riconobbe Ulisse, nonostante fossero trascorsi vent’anni e lui fosse travestito. Che metta da parte l’orgoglio per l’amore nei miei confronti, come fece il Re Priamo quando andò al cospetto di Achille per richiedere il corpo del figlio Ettore, affinché potesse seppellirlo con tutti gli onori, donando finalmente pace al vagare errante e tormentato della sua anima.
Forse, amo così tanto leggere perché mi permette sempre di ritrovarmi nei sentimenti e nelle emozioni di qualcun altro. Senza mai farmi sentire sbagliata, o eccessiva, per quello che provo.
Non mi sono mai sentita sola ogni volta che ho aperto un libro.
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kon-igi · 5 months
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UN VIAGGIO NELL'ORRORE
Tranquilli, non è il vostro viaggio ma il mio.
Io sono nato all'inizio degli anni '70, quindi mi sono fatto prima tutta la cinematografia horror di Dario Argento&co e poi tutti gli slasher americani con le icone classiche quali Jason, Freddy, Leatherface etc.
Ma c'è un problema...
Io non ho mai visto nessuno di quei film fino al 1990.
Vedete, io vivevo in una famiglia molto particolare™ dove la televisione era vista come il male assoluto, ragion per cui fino ai 14 anni io sono stato costretto ad andare a letto alle nove di sera e durante il giorno potevo guardare solo un'ora di televisione (stranamente non era conteggiato il tempo davanti al Commodore 64 e indovinate un po' chi era il mio migliore amico).
In quell'ora a disposizione io cercavo, ovviamente, di farci stare i miei cartoni animati preferiti ma non mi era possibile guardare film, tantomeno di sera.
Me li facevo raccontare.
Sì perché, evidentemente, il concetto di film non adatto ai bambini si applicava solo a me mentre tutti i miei amici, invece, rimanevano alzati fino a tardi a guardare film pazzeschi insieme ai loro genitori e il giorno dopo me li raccontavano.
A difesa dei miei genitori posso dire che in effetti ero un bambino particolarmente impressionabile ed è forse a causa dei sogni che facevo alle elementari che scelsero di non espormi a quello che in linguaggio tecnico viene definito nightmare fuel.
Non che ne avessi bisogno, intendiamoci.
Per esempio, in terza o in quarta elementare fui perseguitato da quello che io avevo soprannominato Il Burattinaio Cadavere, che si manifestava nel seguente modo: prima io mi trovavo in un qualsiasi luogo a me conosciuto (casa, scuola, parco giochi etc) poi improvvisamente tutto diventava scuro e dei fili tipo ragnatele scendevano dal cielo per toccare le decine di cadaveri che improvvisamente erano apparsi accasciati a terra, i quali si rianimavano come burattini e mi venivano barcollando incontro. Ovviamente mi svegliavo urlando come un ossesso.
E che dire della Lamante, una donna che ogni notte mi faceva vedere un buco sul braccio e mi sussurrava 'Se mi aspetti poi ti faccio vedere cosa mi hanno fatto'. E dopo tornava con le braccia amputate e due lame lunghissime innestate cercando di trafiggermi.
E poi il Buio, la Porta, il Verme Oculare, lo Sghignazzatore Maledetto...
(Beh, forse ero un qualcosa di diverso da 'impressionabile' ma vabbe'...)
Comunque, il primo film horror che vidi a casa di un amico fu Halloween di John Carpenter e al di là dell'angoscia di vedere REALMENTE un qualcosa horror, mi piacque parecchio e lì cominciò la mia collezione di problemi.
Come qualsiasi manuale di pedagogia insegna fin dai primi capitoli, la lunga privazione di un qualcosa di proibito che ero l'unico a non possedere mi spinse a fare binge watching di ogni film horror, di ogni libro di Stephen King, Clive Barker, Lovecraft e persino a scegliere come gioco di ruolo preferito Call of Cthulhu invece del più innocuo Dungeons&Dragons.
Andai fuori di testa.
Ogni notte un Geteit Chemosit che indossava la faccia strappata di mia madre cercava di entrare in camera mia e di giorno giravo sempre armato perché non si sa mai.
Mandai quasi in ospedale la mia povera mamma che ebbe la pessima idea di entrare in camera mia perché mi lamentavo nel sonno (non avevo capito che la faccia era attaccata alla persona giusta) e a distanza di anni ancora ridiamo con i miei amici di quando in campeggio tenni sollevato per il collo lo sventurato che fece un verso sospetto quando, uscendo per pisciare ancora mezzo addormentato, calpestai per sbaglio il suo sacco a pelo.
Per me valeva il motto 'L'uomo che dorme con un machete sotto al cuscino è un pazzo tutte le notti tranne una' e infatti la routine serale dei miei amici era aspettare che mi addormentassi e poi nascondere tutte le mie armi (grazie Francesca perché quella notte particolare avrei senza dubbio ucciso tutti con la mia Katana).
La notte, insomma, non mi è stata mai amica perché forte in me era la convinzione, per non dire la certezza, che il sonno rendesse possibile la venuta di orrori innominabili che si arrampicavano lungo la parte sbagliata della luce.
Verso i diciannove anni facemmo una festa per la fine della Maturità in un'enorme casa di campagna di non mi ricordo chi e dopo aver bevuto l'impossibile ognuno si appropriò di una stanza a casa, chi per trombare (non io) chi per collassare (io).
Solo che non collassai.
Come in un racconto breve di Stephen King mi misi a sedere su un vecchio letto col materasso di lana e tenendo i piedi nudi su un pavimento di cotto dalle piastrelle tutte storte (assurdo come certi particolari rimangano impressi) cominciai a fissare la porta chiusa.
Faceva caldo ma l'avevo chiusa.
Improvvisamente sento una sensazione strana sulla schiena, come di brividi, e i capelli mi si rizzano sulla nuca.
Un pensiero mi si insinua nelle tempie come un ago nel polistirolo...
'Sta arrivando'.
E poi abbasso lo sguardo e vedo che sto tenendo in mano un lungo coltello da macellaio, che evidentemente non ricordavo di aver preso giù in cucina.
Non ricordavo di averlo preso o forse in quel momento avevo capito qualcosa?
Sta arrivando
Punto i piedi a terra...
STA ARRIVANDO
Mi alzo e stringo più forte il coltello
STA ARRIV...
Ma io mi muovo per primo e scatto verso la porta con un fendente dal basso verso l'alto che avrebbe aperto in due la pancia dell'essere non appena avesse spalancato la porta.
TUNC!
Guardo la lama affondata a metà nel pannello della porta chiusa, assolutamente chiusa ma così chiusa che pareva l'emblema della possibilità che io quella sera trombassi.
Allora scendo in cucina, rimetto il coltello nel cassetto e tra i gorgoglii dei conati di vomito di chi aveva ecceduto e l'assoluto silenzio di chi non stava minimamente trombando, mi sdraio sul letto e mi addormento di un sonno senza sogni.
La parte più nobile e metafisica di me vuole pensare che con quell'ultimo fendente dato al vuoto in realtà uccisi definitivamente l'oscurità in me ma in realtà credo di aver semplicemente realizzato che chiunque fosse entrato in quel particolare momento si sarebbe visto rovesciare gli intestini sul pavimento e questo non rientrava tra le cose che avrei voluto fare da grande.
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blackrosesnymph · 4 months
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Più sono tranquilla, più mi sembra assurdo ciò che racconto, fatico a decidermi se è ancora l'effetto di qualche mia percezione distorta oppure proprio il primo momento in cui finalmente vedo la reale assurdità di ciò che capitava e questo mi mette angoscia.
Non capisco sono io che ho qualche bisogno psicologico di dipingere come un pazzo il mio ex oppure sto diventando sufficientemente sana da vedere dove di fatto era davvero pazzo?
Perché insomma cambia pericolosamente la deduzione sul rapporto che io intrattengo con me stessa tra un caso e l'altro...
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